L'Unità - anno VI - n.12 - 23 marzo 1917

L' UNITÀ 'LA NUOVATEDESCOFILIA L' cx neutralista, il nemico e l'alleato, La prclpaganda t.edesooflla, che sulla fine del 1914 e sui primi de,l 1915 era diretta a impedir e I' intervento de-Il' Ho.Ha nell o. guerrn eurcipeo., ho. ,ssunlo orma i un 'altra forma: q;uella dello sfrut · 1 amento dei disagi e della stan chezza dell a gu~rra nen:~ote la .recrimio iizione sistemati ca , conlin Wl, •non olona contro gli err ori ·che sono st.at.i com· nessi, perchè il m omen to fu scelto m ale, e vi fur ono grandi illusioni sulla dur ala dello. guerra , , si commisero err ori dipl omati ci e militari, e si ; ratta una politi ca rii rif ol'nimen li erra la., ecc., ~oc., &OC. . Molto Sl)CSSO il neot-t'descofiln è un fervido 1)8· .riota, che non m ette in nessun modo in dubbi o la necessità dell'in ter\' enlo italian o ,purch è s, r,arli dello. solo. Aust ria ; anche se nit ra volta d ,be q.uo.lche incertezza , oggi egli è un convm to li quell a necessit à, è un entusi as ta di quell a ne: :essità . .Ma quan ti errori, nwni clementi I, qu anll .pr~ sili sono stati f atti ! E quegli o.lleat.i, q_uegli ùleati ! Quo.nli .erro,·i anc h'ess i, e q,mle egolSIDo, , quanti motivi di diffidenza a loro riguardo deve were il vero ital iano, colui che ama solam ente Italia , sQPratullo J'ltal'ia : l'at er lanli ilb e,· all es, come direbbe l' on . Cred:tro. Pe r J'ex•neutrnli sta neoit.alianissim o l'a.llealo ·, quella cosa , che bisogna. accusar e, vilipendere , I iscred itare, sospetta re, sopratut to sospettar e in 1ua Lunque cir cost't nr.a, per quà.11Jllq·ue pretesto , Lanto se le cose van b<'ne, quant o se le cose van male. Il nemi co, itll\'OCf , è Q'Uellacosa , che biso– çna sempre scusar e, gilL~tiflcare , compiangere, te· mere e sopratutto rimp iangere. Chi ama teme. E l'it aliani ssimo tedescofilo lr o· Vii. sempre che le cose vanno mal e e non c'è spe· ranza eh& vadano meglio. In ~rman.i a, Il si ohe le cose van ibene, e andrnnn o sempre meglio . A!h ~f l'It ali a non avesse !atto quesla sca.1>pata ! Però a tutto e' è rimedio, meno che a Jln mort e. Là Germania ha un huon caratt ere ; la Germania, nonostant e tutto , ama sempr e l'Italia ; a nche il principe di Billow nella prefazioDè all a erlizione del 1916 della Germania imp er ial e fa ~apere che coll'It alia la ~rma.ni.a deve ancor a cercare d'intender si ; an che Bismar ck diceva che l'Italia è come il can e che ritorn a a rimangiarsi :J suo vomito ed è la putaine qui march e le trot · toir. Ah, che pa ra diso sarebbe l'Italia, se ritor– nasse ad affidarsi o.i suoi veri amici d1 dentro e di fuori• a Giolitti e a Bill<'w: quelli sono sLOmini ! altro che SaJandra e Sonnino ! Se 1' Italia avesse aspettato ..• Di queste ,recriminazi oni, quella eh.e fa più ef– fetto, è quella che riguarda il momento scelto ller l'interv ento. u Se l'Itali a non . fosse ent m la ~n.cora in .guerra. - r ipete l'ex-neutrali sta - si troverebbe con ,una decina, alm eno, di miliardi ,li più e con un potenti ssimo eser cito intatto ; e .:osi padrona della situazione ; se av€65imo la· ;ciato fare Giolitti , avremm o aS'J)ettato, e l'Itali a •arebbe ora già soddi sfo.li.a nelle sue aspirazioni oa.zionali ». Or immaginiamo che l'Il&.lia fosse rimasi.a n eu – : rai e nella seconda. metà dei! 1915. Che cosa sa · ,·ebbe avvenuto in ElITOl)B? La risposta ci è dal.a .lo.Ila s ituazi one mili l.are di quei mesi. La Fran · o:ia sost eneva , senza un efficace aiuto da part e ,iegl'ingles.i, la formid ab ile lpressione todesca sul· a. Somm e ; l'Inghll terra si dib atte va in eno rmi iifflcollà per prepar a re il suo esercito e fornirsi ii muniz ioni, tant o che U oyd George, In un suo :incor rocente di scorso, ha detto : « Nessun o po· 1 rà immaginat e come fosse terr ibile la nostra si· ! uazi one nall'eslnl e del 1915 » ; la Ru ssia inful e - e questo è ciò che più imp orta - era stata ;confitta e inizia va disordina tam ei1lo la aua ri· 1 irata. L'entrala in camp o dell'Itali a tolse a.gli eser· dl i dogli Impe ri ceutr a !i la potenzial ità neces· -,a ria per :battere compl etame nte I ru ssi, e con· ,l0SS6 a questi di ria versi. In olt.re, il nostro in – lerven to rial zò in un alt.imo, in lu tt o il mondo, le azioni dell'In tesa, e s0llevò il mor ale, ollrechè dei russi, degli inglesi e dei tl'an cesi, iDcltan · t.loli a.lla contin uazione de lla loti.a. In altri ter· rnini esso Lu atto di tal e magn ifica impo rtanza, che 'p uò dir si con scr upolosa esattezza avere a\Sulo l'Iali a nel suo pug11c, 1>er ben due volle uel giro di un o.mio, le sorti dell'in ter a Eouxop a : col dichi ara re la neutralità nell'agosto del 1914, rr ndendo cosl possibile alla Fran cia, che sgu arnl il nost ro confine occidentale, la gr and e vill oria de lla Ma.ma ; e con lo sc,endere in g.uerra nel mag • gio 1915, salvando la Russ ia dalla calo.strofe, che si sa r ebbe pr esto r iverbera.la su ll'Inte sa. P assata la festa, Quanto aJl'llalia. , la po litica -prolunga ta della neul ra lità, non avrebbe certo soppr esse le cor – .renli inte.rv.enlisle, le a.V1·ebbe anzi esas per ate . Chi 1100 ha g ià di menti cal o que l che fu l'll aJia nella prim a metà del 1915, de\'e riconosce r e che la 11 eu~ralilà gi olilti ana er a 1>er l'Italia la gu err a civjle a scade nza immedi ata. E per l'Austria le lolle in terne ituliane sar eb· bero stat e in cora ggiamento e pretesto per l'ag · gression e, che contro di noi da dieci anni medi· lava e rpreparava . L'Aust ria, or mai, poteva pr o• ciamo.re al .rr.ond o di aver e a\'ula la prov a che, 10 un'o ra. pe r lei pericolo~a, una parte nolevolis· siJna dell'opini one pubblica ita lia na le si era chiarit a irr iducibiù1,entr u.vversa, e il part ilo lri · plicista a stent o era d e!lcilo a pr eval ere, e l'Auslria ave\'a dovu.lo ,, sacriftcars i II cedendo J}ar ecchfo. Contro l'Ital ia, dunqu e, pessima vici· na essa. doveva as sutnere serie « ga r enzie rea.li 11 pe~ l'avve:iùr e, an che indipend entement e dal bi– sogno di •punir,e il « tradim ent o II della neutral ità. Nell'ehbr ezza della villoria che - senza il nostro interven to - Austria e Germania a vrebb er o ri· porta la contro la Russia , avr ebber o esse risp ar · miato noi 1 Fin o da l 1910, l'amba sciatore todesco a Roma lo aveva cantalo chi a ro a1>er lo.menle all'allora pr esidente del Consiglio, Luzzatli : « Se l'Austri a vuol dichiarar guerr a all'I tali a, la German i a non p uò imp edirlo "· L' Itali a neutrale era la guerr a civile prim a, la guerra ~on J'Auslr ia po1. E flUesta g,uerrn l'Italia avrebbe dovut o sostenerla sola, senza !'a.iulo degl! a lleati ! Se i pr opugandi sti delle rocnmm azioni giolit· liane rpotessero dire intero o ape rto il loro pell · 8iero, spi egher ebber o corno qualmenle la ne.ulra · lilà doveva servir e, nel loro ,programma, a pre parar e l'inter vento cont ro l'I nghil terra e la Fr an eia, a fianc o della Genna nia e dell 'Austri a. Mu questo pensi oro occult o non '(>Ossono ma nifesta, 10, per chè esso scaverebbe l'abisso fr a essi e ; deputali socialisti ufficial i, e questi non potret bero più manovrare d'acco rdo con loro alla Ca· mera senza s UoSCilare contro di sè La prot esta di lutti i loro segua ct. P erciò I giolilli an 1 man ileslano quella 1>a1le 5ola del loro pens iero, che ha n no in comu ne coi sociali sti ufficiali : la recrim inazione cPntro la guerra attual e. Solame nte i socialisti ufficiali n on avrebber o voluta nè questa, nè altra s,uen a ; i gioliltiani avrebbero volula que ll'a ltr a... A siffatte ipotesi su que llo, cho sarobbe avve· nu lo se l' Italia a,vesse aspettal o ad ent rar e in guo rra, si rpuò 0J1p0rre La pregiudiziale che è sem– pre rliscu tlbile quel eh.e sa re.hl >eavvenuto, se le cose fosser o anda te d iversame n te. E chi ci mo· vessa questa dbiezlone, avrebbe ragione indubbia · n,enle. Ma essa ha un va lorr gener ale an che con· lro le recriminazioni dei giolitti a.ni : i quali spe– culan o propri o essi su quant o sa rebbe avvenuto, se Je cose fossero andate diversame nl e, se cioè l'Itali a fosse rim o.sta fe<lele all 'idolo ed o.Ila m ag– gioranza -par lame nt are. !polesi per ipotesi , son o por lo meno più ... di sint eressale le nostre di quel· le di Edoar do Scarf oglio e J el sena tore Fro.ssati. Gli errori realmente commessi. O/egli altri r imlproveri, che si m uovono al Go· vern o in tarve.nlista, m olti sono certam ente giusti· ficnli, tanto più che 'Parecchi di essi sono forti – ficali dalla facile scienza del poi. '.1a a coloro, che a somigllanza , per es., del– l'on. Graziad ei, ammett ono tn pri mo grado la CO 91 roecessilà dell'intervento e con centra no lutto il lor o sforzo su ques te critiche di secondo gr~ do,_ e così secondao o l'a ti one dei tedescofili e dei _sio· litlian i, è facile dim ostr are quant o ~a pos1Z1on~ equilibrislica, che essi ass umono, sm priva di equità e di digni tà. . Non è unesto, infulli, far e un a cas a del dia~ol o 5 ugli en ori degli inlervenlisli, e scivol~: e s1Sle· mo.lir :unent.c s uJl'en ore i nfin it ament e piu or ~ve'. che volevano comm ett ere quei socialisti um cmll e i ,gioliltiani , con cui l'on. Grazia.dei ~on è d'ac· to rd o sul la lesi fondamental e. Non c è ness~ne. J>1·obità intellellua. l.e, ad elevarsi giudi ce su perior e delle m iserie e degll err ori di lutto l'universo , m~ it, realtà accan tona re g li spr O'[>osili dei propri compagn i, da ndo add osso senza pi età solame ~t.e a coloro che ha nno a vuto per lo meno il men to di evita re l'err ore più grand e e più disonorevole o i tul li, e di avere a v,ulo il coraggi o delle proprie ,·espon sab ilità. · Jnoltt·e coloro t he giudi can o e ma nd ano di qua e di là i'ulle le rPs1>0nsabilità di Salan dr a e di Sonnin o, ci sa pr ebbero indi car e quali o.Itri uo– mini di govern o in Italia avreibbero certame nte commesso men o er rori, nelle trattativ e diploma · li che nella cond olla della guerra, nella '[><>litica dei ~onsumi, e1·c., ccc. ? Se invece di essere a l "ovru·11v Salandrn e Sonnino, ci fossero sla li Gio· lit.ti e Tilton i, e c.ost oro fossero inter venuti nella gue rr a europea - molli scrittori _ am~ elto n~ eh~ ~a rebbe stato inevita bile - G1oht li e T1tton1 av rebbern commesso men o err ori ? avrebbero essi ratto, di tu tti i nostri gene rali alt retta nti fulmi ni di g,uerrn? av rebbero fallo della nostra bur ocra · zia una orga nizzazione meno stupida e meno calli v9. di quella che ò ? Nello. politi ca dei r ifor· nim enti sareb be ricscilo Bortoliui megli o di Co.– vaso la ? Il ::11i1ù slel'O della guerr a avrebbe fUJt· zionato meglio con Erricone Mirabel li cho con Zu1:1elli o con ::lorrone? E all or a, da to che il Govern o interven tista ha av uto il merito di o.ver e evitalo almeno l'err ore, che sa rebbe stato i I più funesto di lul li, di fa re cieli' Ita lia una Bu lga ria o una Grecia - , e dato che la g,nerra inevitab ile non si ,poteva fare con de menti civili e militari di versi da que lli, che le classi diri gen ti offriva no, non dovrebbero cer ti critici essere un po' più indulgenti nelle loro cri· ' iche, cosi giuste del resto e cosl facili? Le responsabil ità giolittiahe. E spe ra no forse i critic i del giolittismo socialista ufflcinle che il 1>aese dimentichi che di molli e1·· rol'i e di moll e deficienze la 1·es_ponsabililà s'pell a 110 0 a chi n~I 1914 assunse il Govern o, ma a chi lenn.e, quest o Govern o dal 1903 al 1914? Nel 1903-04 l'Italia spendeva pe r la guerr a e mar ina 388 milioni di spese ordina r ie e 33 m i– lioni di spese stra ordinar ie : totale 421 milioni. °Fr a il 1903,{H e il 1912·13 !'on. Giolitti otteneva Ltlla Camera 206 l'nilioni io più nella speea or· cl llla.ria e 878 milioni in rpiù nella spesa slrao rdi– nnria . Nel bi lanc io 1912-13, la spesa ordina ria era di 591 mili oni, la s1:>esa st raor dinaria di 230 ; to· · tale 821 mili oni. La sf)esa. del 1912·13 su'pera , dunque, di 402 mi · li-0ni la. spesa del 1903-04-. li bilancio 1913-H supera.va di 24 mi lioni lo stanz iamento del 1912·13. Da qnesli slanzlame nti sono esc1use le speae per la guerra di Libia. Ebbene con una SJ)esa di 850 mil ioni nel bi· lo.nciu 1913·14 in qua li condizi oni las ciò l' esorcito ~ la marin a !'on . Giolilti nella primave ra del 1914? Mentr e l'Itali a Ira il 1903-04 e il 1913-14, aveva spe so, in medi a, per l'ese rcito e la marina, mezzo mil ia rclo a ll'anno, la German io. avova speso un miliardo. Avendo speso la metà di quanto ha sposo In Germ a nia, abbia mo noi tr ovalo un eser– d lo che come loto.le efficienza ralppresent.a.sse la metà cl i quello led.esco ? Qusta è la vera e sola questione. Ebbene lo sforzo, che la Germa nia ha fatt o in questa gue r ra , si rpuò considera re solam ente dop· piu di quello che ha fatto l'Italia? Or di ques ta capac ità milit a re dell'It alia as· :;olutamente spropor.: ionala a i sacri fici finan zia ri ratti nel decennio 1003-H , chi è responsa bile in p1ima li nea, se non !'on. Giolilli, che è stato In 1 uel decennio il ditta tore d 'Italia? E del rinno vamente della trip lice oe\ dicembre 1912, non accoml)a,gnato dal r inn ovamento delle

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