L'Unità - anno VI - n.11 - 16 marzo 1917

lo in cui nacq uero ». Ch i sa che , tedeschi n on abb ia no imp arato neg li scri tti d el Tappar elli e del Sola1·0 a deport a re la popo lazion e del Belg io, evi– tand o così ogni l'impr overo pel' l'avveni re da 1)a r– te dei giorn ali del tru st catto lico ere di d ello spi– rito del conte Solaro ! Gon qu esto non si devie credere che il conl e della Ma,rga rita consig liasse a.I suo Re Ja i-i– nunc ia ad ogni ambi zione d 'ingra ndiment o ter– ritoriale. No. Carl o Albel'to av reobe potuto ing randir si a spe– se della... S,vizzera , gi à , della Svizzera . Fra il 1845 e il 1847, durant e la guer ra intern a Ira cant oni cattolici el can ton i 1, rotestanti, a,v1•eboe dovuto aiutare di più con a rmi e de na ro i cant on i ca tto– lici, e guadagna!' e qu a.lcosa dall'e ventuale sfas cia– ment o della Confedemzio ne, 01:ierap do n atural– mente d'acc ol'do con l'Aus tr ia . In seg u ito, nel 1848, quan do le ingiuste prete11• ilei lomba rdi sco1pi a rono, cioè qu ando avven.,è la r ivoluzione d elle Cinque Giorn ate, Carlo Alber– to doveva offrir e il pr opri o concorso a ll'Austri,1 per domare · 1a r ivoluzione in It alia ; e avreh':le avuto il diri tto di chi edere un compenso per i ri– schi e le spese, a cui and ava inco ntro per rend e- 1·e .questo servizio a ll'Austri a . Ecco come Car lo Al•oerto avrebbe potu to estenders i i ri Lombar dia. Ma l'Aust ri a poteva l'ifiutare l'aiuto non disin– teressal o ! Nien te 1>aur a - di OOIVa il conte delÌa ~1a 1 rga rita - a tut to c'è l'imedi o, meno che alla morte ! Car lo Albert o doveva in terrnni re eg ualm en. te in Lombardi a. e dom ar e ogni mo,iment o ri volu– zion ari o, anche sen:z.a esser e invitato: « il fuoco ard eva o1 confine, il 1md rone vicino non v~.endo che, nelj'int eresse suo , concorr essi mo a spegner – lo, si poteva spegnere nell'inte resse nostr o, perché aveva.mo il d iritto di pr eser•varci e di provvederci : salvo poi, dopo il successo , .ad aiggiu stu.re in m odo va ntaggioso ogni differenza coll'Austria ». (Me– morand um, p a,g. 409-411). In alt ri termini, strett a la cord a. aJ collo degli inso rt i itali ci, Car lo Alberto doveva presentare al– l'Aust ria un contic in o per le spese dell'ope raz io– ne: un PARECCHI O vero e pr opri o. Il Sola ro av rebbe ch iesto, nel 18,9 , pa rte (non tutt a) della Lom ba rdi a! Og ni altr o ingran dim ento sar ebbe stato illecito, un a pe rversità politi ca., un tradimen to della g iu stizia. Ecco, marc hese Cri. spalti , le fogli e di ca rciofo grondant i sa ngue d'It a– lia, che il m in istr o Solar o de lla Marga rit a av reb– be offerto a Re Carlo Albert o. ll costituzionalismo del conte Solaro Dopo avere vedut a la politica intern azionale , possiam o or a vedere il diritt o costituzi ona le del marc hese Crispolti , pardon, del conte Solaro . .Secondo H Ori&'polti, affermare che il con te del- . la ù\fa.r go.rita fosse avversario accani to delle isti– tu:;ioni pa rlam entari, « signifi ca. conf ond ere i tem– pi e n on conoscer e pun to la storia di lui. Se il conte fu sempr e contra ri ssimo al concedere lo Sta tuto , poch i uomini fur ono qu anto lui ri veren– ti ver so d i esso dopo che la cc,ncession e a vvenn ~. Non era st ata un atto del Sovran o ass oluto? Non o.veva quindi pe r lui asso lutista la più sicur a e la più ohblig ato ria delle legi ttimit à "· Sarà . Ma il Cris polti nelle stesse pa role del So– laro pu ò tr ovar e l'a pologia dell'as soluti sm o con tro ·1859, vi tr overà l'a pologia dell'asso luti smo con tro il lioe rali smo! E' bensl vero che egli mette al di eopra .dello stesso assol utism o il .rispett o all e l~ gi, e per ciò 1>rotes ta contro i pieni pote,i p er la g uerr a chiesti da Cavour , in q uant o ess i ra p– presen terebbero la violaz ione di « una legge fon– dame n ta le non abrogata, qu al è lo Statu to» . Ma in qu elle pa rol!l non abrogata c'è tutto il succo di Sol aro. Eg li ri spe tta lo Stat uto, per ch è l'av eva dato un re assolu to; ma lo Statu to non è per lui un patto bilatera le fra r e e popo lo: è un a g ra – ziosa concessione sovrana, che il Sovrano pu ò sempre abr oga re, e che fr att an to i fedeli sudditi devon o rispett are . Ciò posto , q uan do il Cri spolti scr ive che il So– la ro fu riv erente "c ome pochi uomini fu rono ver– ~o :lo Stabulo dopo che fu concesso », d ovrebbe aggi ung ere: e f/,nchè il R e non lo abrogasse; e dovrel>be spi egar e un po' chiar am ente ch e cosa in tenda diro pe r rive rent e : la buona massai a che ~i pre nde ta nta cura d elle su e ,ga llin e, ha ~c h e · e~sa per le galline un a gra nde rivere nza; ma , e,p ice flnem I o o L'UN ITÀ « Ogn i prin cipe ha il diritt o di limit a re la pro– pria a uto rit à» - diceva il conl e della :\la rga– rita : qu indi credette lP,gil tim o, ossia legalmente concesso, lo Statuto , come pur e la libertà di sta m– pa, in ljua nto eman ava no dall' a utor ità supr ema . ~l a ad entr ambe qu este concess ioni si opJ)Ose. Qua ndo m algradv suo furono date, egli, 7mr ri– tenendoli aravissi rni en-ori, se n e valse e com e deput ato e come soi-ittore, per difender e i suoi , prin cipi.. .. asso lut isti. Anche gi udi ca ndo non imJ)Ossibilc la II monar – chia mista » il Solaro la credev a form a politi ca difficilissima. Vide con dolore l'Aust ria, e la Pru s– sia accogliere le istituzioni ra ppr esent a tive: te– mett e perfino che in Rus sia la em ancipazione con– cessa a i ser vi della gleba fosse l'in izio di più a mpie libc,t à . NeJ 1852 scrw endo al Mon tal em oert , g li dichi ara che le istituzion i rappr esentative sono in accett a– bili in Italia: le a ccetterebbe sola men te nel caso che potesse esse re sicuro che ... tutti i de!-'ùtati o al meno la m agg ioranz a ave sser o la ret titudin e ciel 1 :\lon lale mbert ! 11 L ' ll alie sera it évidemmen t perdu e, si l'idée <.l'un pacte q~ lconque ent re !es souverains et le 1>0uple prenait ra cine ». :\'el 186' ( L'uomo cli , ·iato, H , 23) rip eterà che la sovrnn ità d i popolo è un a chimera di di ritto , un 'us ur pazione d i fa tto, un disordine sempr e, nè è g iustificata dal consen so d ei più . Il nu ovo d i– ritto delle mona rchie mi ste n on fa che leg itt im are la ri bellione e perpetuare sconvolgim enti e di– sordini. li pal'lnn1enta rismo tend e a di veni re una 1·ergognosa repubblica o un des postismo masch e– rat o : 11 solo ii p rincipio di a uto rità può gc,ver– nare !I mondo n . La su a riverenaa fu , dunque , 11 un 'accettazi o– ne rasseg nata » anche del govern o costi! uz ionale « pu ,·chè tutti i dir itti sia no tut elali, e la g iustizia pr esieda ag li att i d i chi regge la cosa pubb lica »; cioè purchè il govern o costit11zion rule ag isca com e - - ag ir ebbe un govern o asso lu to. Il suo ide ale par la- · 111entar e fu a l mas simo q ueUo di a lcun e as sem- 1>1<.><· reg ionali che fur ono delle vallate ao sta ue ossia d i « asse m blee di car att ere consultiv o, Je cui ,·isposte non facesse ro legge pei sovra ni; non po– tesse ro ma i occupa rs i di al tri negozi , che di quelli su cui ~ra n ch iam ati a esporr e il loro pare , nè axes ser o d i1itto di doma ndar provv idenze, combat . tere i m inistri nè di p rende re .in nessun caso in i– ziativ e» . (Op. cit., 11, 166). Conchiud endo , il Solaro fu, come m ini str o, un sin cero e convinto strumento di qu ella an tina zio– na le legittimi st ica l nterna;i ona le di prin cipi, che nella. p rima metà del secolo sco rso oper ò a van– taggi o dell'Austri a e del poter e tempo r a le, cosi co– me in tempi a noi più vicini, a profitto dell 'Austria e soprn tu tto della Germania operò pu rt roppo la intern azional d dki soc'ialisti u1fici:ali. li So laro ro 111e deputa to reliquia dell'anti co regime è prova <lella sua. sconfitt a, qua si solo ne l Pa rl amento sub– al pin o, ebbe poche simpat ie, ma la st im a degli ltl'l'ersa ri 1>er la sua sinceri tà. Certo, ripe tiamo col Crispolti, « il Solaro h a di rit to q uant o ogni al– tr o a veder ritratt i senzt1.alt erazi one i pr opr i lin ea– menti ».• \fa in omagg io a quest o diritto non pu o il Crispolt i tr avestire il Solar o in cost ituzionale o in aus trolobo, sia pu re al la De :\1aistre , nè tenni – na re a sua lezione di storia colle par ole ohe voglia– mo riJ>Ort are ad edifica zione dei lettori : « Quan to ui sentim enti ve rs o l'Austria, il S. pot eva insegn ar e « ag li uomin i di a llora e di oggi ch e n ei suoi (?!!) « Stati il fer reo senso dell'indi pendenz a e dello « sta re in guardia n on 8JV'Cva a.spettato che a darai ., l'a ria di aver invent ato il p atriotti smo veni sser o " i temp i nu ovi ». Noi non ab biamo ness un a pre – tesa di ave,-e inventato il patr iotti smo: neghiam o solamente che il Crispolti ab.bia il dirit to d i tra– sformare il conte della: Ma rga ri ta in patriota . No, la lioertà e l'un ità d' It a lia non è sta to oper a degli zuavi. A . E'eru oo. Un viaggio e due ' - servizi I • I , L'ultimo discorso dell'on. Lahri ola è sta to più rip ugnante de llo stes– so disco rso di ..... auto-censur a, non volendo n oi insullioiare co n quel n om e il nostro giornal e. Il discorso ru ssofobo au strotedesco òemosocial e <lell'on. La bl'iola si può r iass um ere con le fam ose parol e cli Arl ecchin o : - odo r um ore, m e n e va – do, chè ho fretta . - A gu erra felicem ente fini ta, speri amo che qual cuno si ricorde r à della v igllac – ohori a mostrala da quest' uom o nell'or a della p!ù di fficile pro va,

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