L'Unità - anno VI - n.11 - 16 marzo 1917

, problemi della vita Direttori I ANTONIO DE VITI DE MAltCO e GAETANO SALVRMINI I>aedaae e Amministr azione , Rom a, Tia Add a, ~. - Abbonamento ordinario annuo Lire 5 pa il Remo. pa P'atao U.. 10 Abbon amento sostenitore annuo Lire 20 ; semestrale Lire 10; un numero Centaimi lO. • Si pubblica il nnerd i a ROMA - Conto corrente con la posta. Anno VI - N. J J, SOMMARIO. IL C ASO C RES PI - Observer. IGNORA NZA AGR AR IA - Agricola . SOLA~O. F&ASSATI E CRISPO LTI - A. Bersano. UN VI AGGIO E DUE SERVIZI - g. s. 11. VANGELO DEL NA ZI()N ALISMO ECONO:lfÌ• CO - Gino lu zzatt o. IL GOV E RN O BUROCRATI CO. F RAM MENTI DELL A VlT A lTAl IAN A , POS TA DE LL'UNITÀ. La lingua batte dove il dente duole - L'u lt imo discorso - Dov eri di gratitudin e - Tre do– mande. ♦ ♦ Premio agli abbonati Gli amici che invieranno ali'Ammi1,istrazio– n,3 lire f.50 , oltre il prezzo di abbonamento, l'il'everanno una copia del volume COME SIAMO ANDATI IN LIBIA studi di Agricola, E. Azimonti, A. Bernini, L. Caetani, C. Colnmonico, A. Ghisleri, C. Giret– ti, C. Maranelli , G. Pr.ezzolini, G. Riccl11eri, A. Rinè, G. Salvemini, V. Simonelli, Un geo– grafo, Uno stud ioso di storia antica , E. Vaina. che la libreria della Voce vende a L. 3.50. ♦ ♦ !,A NOSTRA OPERA 1•uò essere aiutata: 1• Sottoscrivendo v11a o J)iti azioni dell'Unità. , Zo ['r endendo un abbonamento sostenitor e an · nuo di l'ir e 20, o semestrale di' lire 10; :io Prendendo un abbonam ento normal e di lir e 5 annu e, piutt osto chP comprar e settimana per set– timana il giornale dal riv enrlit or e; 4° F acendo conoue re l'Unità al mag9ior n11merr. i•ossibile di amici, chi edelld olo in lettu ra nei cafl t, nei circoli , nei pubblici ritr ovi; 5° / 11viando all 'Ammi11ist r a: ione dell'Un ità. (Ho– ma , l'ia Adda , 4), llomi dt possibili ab~ onaH, 11er l'invio di num eri di saggio . • ♦ FAT E OGGI quel che potr este far e doman i. Cioè, se il giornal e vi pia ce e 71c11sate di ab– bonar vi , non tarda te a comprare una rartoli– na- vaglia cti cinque lire 71er l 'interno e rii die– ci lire per l'est er o, e spedite l a alt' Ammini– str azione dell' « Unità 11, via Adda, 4c - Roma. IL CASO La specialità parlamentare dell'on . Crespi era 4uesta : che i ·suoi discorsi, den&idi fatti e penetranti di critica, sapevano tener desta l'attenzione della Camera mirando alla rego– lare difesa degli interessi dei cotonieri. Tutti lo sapevano; tutti lo vedevano; ma tutti lo- tolleravano. Era un segno dei tempi, sintomo caratteristico dell'ambiente parlamen– tare. giolilliano e affaristico dell'avanguerra. L'on. Crespi non ha avvertilo in tempo che l'ambiente comincia a modificarsi nel paese e nella Camera. Noi non e-i facciamo l'i llusione che le gior– nate di maggio·, che bastarono per spazzare le vie di Roma dal giolittismo, bastino per spazzare la vita pubblica italiana da quell'in– siemC'di costumi e di uomini che costituisco– no l 'affarisi ,w poli tico, cioè appunto la con– fu ione o la mescolanza tra gli affari e la po– litica. La incompatibilità morale che e iste tra le due Allività non è ancora sentita nè nei cir– coli degli uomini d'affari - e la gaffe del– l'on. C:respi ne è un intorno ~vidente - nè in seno ai vari gruppi co tit,uili della Camera i quali rontrngono tutti - compreso, il grup– no socialista ufficiale che ieri ha fatto la pro– nosta d'in chiesta parlamentare - uomini che rrofìttano della duplice qualità di deputali e rli uomini r!'affari. L'opinione pubblica alimenta questi costu– mi pArlamenlari col pregiudizio• della compe– tenza: in quanto che ritiene che il Parlamento hn bi~ognodi uomini d'affari provetti nei vari rnmi rlell'a ltivilà,economica, in cui lo Stato è rhi,1mnln ad aii-ire. TI rhr r evir!ente. Solo nomini competenti nel cnmmrrrio r!ei grani e dei carboni, in ma– lrrin di lrn~pnrti e di noli e di cambi e via di– renrlo. nnssono controllare gli errori della bu rorraz ia ('() evitarr . per quanto è possibile, i danni che ln incompetenza burocratica procu– ra al paese. Ma ,que ti uomini non debbono chiedere e votar leggi che accordano favori alle loro sin– gole particolari industrie; questi uomini non J6~Marzo 1917, debbono proporre e fare contratti con la bu– ne , azia , quandu essi SGnopar te conlra.!nte. E' qui L_utta la questione Crespi. L a bontà o meno del contratto da lui pro– posto esula da essa. Ghe il contràtto non fosse così ·immora l e e lesivo degli interessi dello Sta– tu, come il Mi1iis tl'o Adotta avea affermato una prima volta , è emerso dalla discussione parlamentare di ieri. A chi ha fiuto dell'am– biente. le dichiaraz ioni dell'on. Scialoia - che ha declinato ogni sua responsabilità di va– lutazione degli elementi di fatto del contrat to, e si è fermalo sul carattere aleatorio cli que– sto ripetendo la magra e vieta difesa che lo lato a differenza dei privati non può assu– mere impegni aleator i - fanno còmprendere, tra le linee delle cose delle, che l'aumento se– guente. dei noli e dei premi di assicurazione indeboliscono le ragioni che indussero allora il Governo• 11 rifiutare la proposta Crespi-Co– tonieri , e non legittimano le grosse e troppo passionate parole con cui il Ministro Arlotla 9,·ea qualificalo il contratto . Ma noi vogliamo per un momento concedere la tesi estrema dell'on. Crespi: - che, cioè, il contralto da lui proposto fosse ottimo per lo Staio. e che la burocrazia del Ministero dei trasporti lo avesse respinto per la pressione trionfante degli armatori (chi è il deputato che li rapp resentava?) contro i cotonieri. Tnque la ipotesi estrema, la bontà del con– tra llo proposto non fa che aggravare la falsa posizione parlamentare del proponente. Il qua– le. comedeputato , non può insorgere contro la burocrazia senza sentirsi rispondere che egli è anche parte contraente; e non può accusar la di favorire gli armatori , senza esporsi al rim– nrovero di parlare per invidia e di avere cosl violato il codice cavalleresco, a cui sono le-· gati tutti i gruppi affaristici, che muovono al– l'Arrambaggio del bilancio pubblico. In conclusione, !'on. Cres~i si è posto vo– lontariamente in tale posizione, che gli ha im– pedito di esercitare il sindacato parlamentare sull'opera del Governo e di assolvere il solo mandalo che gli elettori gli avevano conferito. ObMrvu .

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