L'Unità - anno VI - n.9 - 2 marzo 1917

L'UNITÀ 70 , 11trnte di bila nr 10 su pel'iori alla somma degll in teressi do,·ut i ; e siamo ricor si - ciò che an – cora è pi ù nol evule - all 'ina sp rim ento d' imposto Ye<:~hio e o lla µntrod~1zione di imposte n uove, sf'nzn ricone re n ridnzioni or ganiche e definiti ve qna nclo i credito ri dello Stato chiedeva.no a ll'Ita – lia , come alla Tur chia , In cessione delle entrate dogana li a ga ranzia real e de i loro credili : ces– sione che i n ost ri min istr i sdeg nosamenì.e r ifl:u- cl i S]10<;0 ! Gli effett i dei vari pr ovvedim enti fina nzia l'i ema nati da ll'ottob re H'ilI a l novemhre 1916, pnr dedurr nclo l(l ~ovrn impo sta sugli csl rap rofilti di g1101-ra nonchè J'im110sta pcrson nle sni non com– batte nt i e la tas ,-i1.sui per messi di esport azion e, pro,lucuno, nel bilan!'io 191-t-15, r.5 mil ioni in ci· Ira tonpa., che d he nta no 215 rrel bilanc io succes– sivo, che clivcutnno 613 nel 1916-17 e 818 n el 1917- IH18! (1). E que ste ci(rl' vanno aum en tate del magg iore gett o delle ,·ecch ie imposte. li m inistro :1·1ecla h a distribu ito un volum ett o in c11 forni sce alcun i do.Li ri gu a rda nti le mag– ~iori entrn.t.c dei du e bilan ci 19ff>.16 e 1~16-17. 11 min istr o ri n1.sum e le sue ron siderazhmi pr ~– veden<lo alla cbiu s ra dell'eser cizio col'r~n te un 1111menlo <li ent.ra tc prin cipa.li di nlineno un mi – lhLTdo. Ora l 111·estiti Onor a contr alti !'.U cui è dovu to l'interesse amm onta no n. 12 1/2 miliard i in cifra t0•"' "· i qu ali importuno l'onere di 65;\ milioni. $e rn ppon iam o che i'alluaJ o $ott osrl'iz ione sia per darr clue milia rd i netti, il d ebit o di lit 1/2 miliardi 1iehietlrebb e d'inter essi 755 mili oni io cilra. tonda. C:i.ì lasecrebb e un mar gine di garònz iic d i 245 mi – lioni. Se n on che la p,ue,·rn non è fh1ila e nu ovi pl'eslili <•ccorrcrann o nell 'a, --vcnirc . Spingiam o allo ra lo sgn1a r1lo n r-1 biltrncio 1!)17-18, eh.e ò allo sta to cli p•~visiono, sul qu ale si riflet~rann o gli effolli di pnrec-chio altr e im111ostc. Il :llin ist ro del T CS(ll'O pr evede un supero drl– l'cnlrata snll a spesa effettiva cli :>25 milioni che lnscC'rà un mar f.(ine di gar anzia di 't25 m iÌioni ; <'ifrn s11fflcienle pN p1·0,·,·ed ere ai num ·i debiti l'l1<' O<·ro1TCl'à an ro r:.t cont1 ·n.rr r . "Cos ì che - sr ri vr il :\iinistro del Tesor o " ~ spr rnbile sia clnla non brev e tr egua a i con – " tr·ibuenti , pur e nr lln ipotesi che l'auspical a 11 glori osa nn c dC'Lln guc1 ·n sia nncorn · 1on tnna. 11. E noi agg iun ginn\ o rhe i ro11ti·ibu f'nti hann o rn mpiulo il loro sfor ,o rngionevole per gar enlirr i ,·,·edito ri dello ,;tat o; e che eia oggi in pni, per soste nere gli onc, i cli nu ovi e maggiori interes si, J>i,o µ-nu por ma no all a rid u1~ion r rn1ional e dell (" spese flllbbUche non utili, non ncces~nrie, parn s– sitcl'ic, che si sono , enu te accumul ando nel pe– rio, lo della prosperitò. finanziari a e della gazznr·– l'a fdOli tlia nn. D11n<1ue il bil;11cio ilnliuno offre per ora un't ;,ara nzia reale nssotntn ai solloscrill or i del pre– sti to. La garanzia personale .\ lo non lbasta, si dioo, la ga ranzi a reo.le . Oc– c•J1·re anche la ga ranzia personale, coii"ie è di r e– gola in ogni rapp orto creditorio. Non sempre si vien meno a i pro pri impegni per im,p-0tenza ma – terio.le. Talvol ln. 1> il p raposito nei privati. Nel!µ , l1\lo, poi , l'indiriz zo politi co può andare n elle mani dei socia listi , rii nullatenenti, di anarchi ci che non curerunno l'int eresse dei creditori dell o Sta.lo. Prol>a,bilmenl e non cureranno l'in ter èsse dei prO'))d"ietari fondiari. Se saranno molli a sot– toscrive.re , o molli saranno i p iccoli sottosc rit tor i il numero ac crescerà la falange politica di difes; contr o le impr obab ili albe1Tazioni. ~la non su questa dil ~sa bisogna contare , Nella politi ca clello St ato vi sono forze su1>eriori e tr a.– Yolgenti, che non si ridu cono nel quad ro sche – mal ieo degl'intei•e5s • immed iati e partico lari di grupp i antagonisti ci. _Inda ghi~ o adunuq e la nostra pr-ohabile poli – llca flnanziana del dopo guer r11,,argo mentand .ol:1. anzi tutt o dal /l}nssato. L'It alia ha. fallo fronte ai-.suoi impegni quando è_ soi:ta a .unilà come piccolo Stato povero, quando s1 dili alleva nelJe più disparate di!Ncoltà finan– zial'i o, qua nd o i disa va nzi di bilancio egu agliavan o al 100 % le !'fil.e entrate ordinarl e, qua nd o Lbuunl riel tesoro si colloca,vano ste.ntataroe nle al 10 %, tr.ro no. La condotta p assata ~ ar ra d elJa condott a fu- tu ra , la gu aio ultim a n on pr Nlent a le stesse dif– !Jcoltà di o.lora, per ch~ la r icchezza è molto cre – ~ciula In r app orto con la rcul e pr essione delle imposte, e Lende o. cresrr re scm>pre piI). ~la non è solta nto la nu ova e miglioro condi – zione economi ca del puC'le su cu i si dove contar e. i\ questa !a ri scontr o lo. nuova ,posizione d'I tal ia nella politica inle 1naziona le; - pos izione che la i:uerra ha rialzat a hPn a l di là d elle consid ern - 1.ioni che gli allr"i facevan o e che noi stessi rn– ~v amo di ooi. Uno St ato ,·hiarnato ad operar e crune !attore important e ùflla politi ca moncliule accanto alla Fran ~ia , al l'l nghil tf rra, agli Stati Uniti , n on può mante nere la ·sua oo~izione d 'influenza nè i S\JOi mppol'li di !)Rri tà c'ln gli nitri, se non mantien e i suoi impegni. Una grande potenza che di chia– rasse la ba nca rotta. dovrebb e n.bclica.re alla su11 posizione di grand e pnle11za. Un pie<:(Y!o Sta l<' vassa llo 'l)UÒ fari-o. ~1a l' Italia è entrala nolla g uerra sol perchè la coscienza e l'istint o storico della sua gente n on hn lfllle.ralo che restas se ~taLo vnssallo Mila Gennan ia sullo stesso livello della Grecia, della Bu lgarin, della Tur chia o del– l'Austri a... Ec-eo i paesi che h a,n dato o p,ossono dar l'escm1)io della bancar ott.n., senza perci ò per dr.re molto della loro ·posi.zion<Jint.ernazionale. L'AÙstria ci ha dato in addi etro questo esempio, e speriamo ce lo dar:\ dopo la ,gue rra, perchè \'nn o è sint omo precu_Tsore, l' altr a sarò. ccnferma ~torica della sua liquid11ziono '),Oliticn ! Il problema economico La hnse dell'edificio fìnanziari ll e politico , cosl ;, gr and i tratti d roincalo, sta dunque nell'aument o contin,u at ivo d olJ',atti Mitò. ,prod•ut~rioo 1h31 !Paese. f'oichè la pressi one dolle nuo, ·e im poste decr e– scerà aut.omat icame nt.c a misuro. che cresce rà il rKidito dei contr ibuenti, e si ri solverà anche in l' r"g ressiva garanzi 1<elci cr editori dello Stato. Cosi 11 problema e<:onomico, cioè la politica er .,. nomica del dopo -guerra , si lega al pr o'blema 0- nan:. la rio delJa. guerra. Facci amo 111n'11pplicai ione esemplificativ a . Gli agricoltori ded L¼ezzog,i.orno, potranno 'Pll· ~are q;ualun que i.mposta -8'! avranno mod o, se r,011 saranno ost aco lati , se saranno liberi di nu – wentare il reddito nello della u-rra, sta vendendo a p.11ezzipiù alti le loro derrate, sia riducend o le spese di produzione. E le spese o costi di produ – zione potrebbe ro essere· rid otti, specin lment o, nel cril icc• i;eri~o della ricostituzione dei vigneti, rnercè I lm'l)1ego della mac .:hin a. Poi macchinario - arntri, motori , ,pompe, tor – rh ,, ecc._- eravamo clienti della Germa ni a per la maggio1· adattabilità del suo macchinario alle n ostr e esigenze, per la migliore quali tà del mate - 1-iale_rispetto ai fabbricanti italiani, e poi prezzo relativamente ba sso. Eppure noi si p agava su quel m;cchinario -un sopra1)rezzo che, 'Prima della guerra, corrispon– d.iv9: in media a un 16 % del v,a.lore d'acquisto. Ciò era dovuto al da zio dogana le. - Ebbene: vogliam o noi consentir e che dopo In g11e rra si nalzl il da~to cont ro il ma cchinari o tedesco , per paga re ancora più caro il ma cchina- 1io ingl:858 .i rra noose ? Pe gg io ancora, vogliamo consentire che si ra lzi il dazio generale cont ro tutte le p rovenienze, per pa gare più ca ro di pri ma il mac china rlo di tutte le provenienze? - ? vogliamo ch ieder e l'aboli zione anch e del , ·e-r.cl ,ro dazio, che è ,un 'l)rlvil egio ::cnl rc Il cliritt..) di tu lll , cosi da pagal'O meno di prima le mac – chtn_e di qualunquP <provenlen1a , 'POJ' ridu r re t cosl1 o aumentar e i redditi n etti dl:'lla terr ·t > . O~ bene, In questo mom ent o i mecca nlr.i itn– ha~i , r he n on sono r lusciti ad organizzarsi vit – toriosamente contro la meccani ca tedesca , chi e– dono ~ aumen to di dazi dt più che ' li dopJJio ! Che <l_1co? ~~si chi edon o cne dopo la l!'uerra tutt o 1_ 1 fab1'isogn o m1zion ale di macchin~rio e ute~sih'. ~c., debba esserA assicurnto alla me c– canica ila h ana , con dazi rh e escl udan o ogni con– correnza foresti era I ;a , aum enterà le lmpo ,t e ~ulle n ostre I.err e ; e d all'al tra. la indu stria nazion ale ci impo rrà ille– gittimi sO'l)rapr ezzi inslcrilend o la nostra attiv ità prod utt ri ce. Eccv il peri colo che sovi-as ta all'avv enire della nost ra agr icoltur a. Or non de ve creùersi che ve– l'a rnenlc esista il conflitto d'interes si tra la mec – ca n ica e l' agri coltur a . Non si creda eh ~, rerl amand o la macchi na. a buon mercato nell'in te rcgsc del pr O{;resso dell'agri – coltura it.alinna, si \'ad a contro l'int eresse dellfl meccan ica ita liana . Ci si metta bensl contro le piccole faLllri che pigre e inca paci di org anizza rsi economica mente in grand e indu stria, per ridurre i costi e perf ezion a.re i pr odotti , che si contentano ùi p1·odun e poco e di produrr e male, <pur di otte– r,cre il monopolio sul mercat o int erno, pe r ven – dero L loro prodotti inferiori ai pochi proprieta ri che possono pagnrn e il prezzo elev ato, osta colan– do lo svilu'J)po generale di tutta l'o.grico ltura. :Sin non si andrebbe contr o la grand e, la più g ra nd e, la grand issima indust l'ia , che si decidesse ad organizza rs.i anche in lt.alia con cr iteri mo– derni, nelle d imen ·ioni e-eonomiche e tecnich e 'Vo– lute pe r produrre molto, bene e a basso cost9, mirando sopra tut to alla conquista del mercato mondiale, e considerando come un corollario lo ,,.pprovvigion am ento de l mena to n azio na.te. Questo è stato il segreto della politica della Germ :rnta , che n on ha con Le d ogane a.limenta.to rr,iccolu indu st rie artitlc,Lali. L'industri o. 'tedes ca de,gl'impi a nli colossali e dnlla organizzazione per- ' fetta , ha potuto ridurr e talmente i costi e i prezzi, da su9e ra re ) e ba rr iere doganali e da batte re nei r aes i p rotetti le piccole fabt,ri<:rnl n azionali, che era no so rte all'oinhnt addormentatrice del daz io doga nale. E' sLù mer cnLo mondiale che, dopo la guerr a , le gran di n azion i si misure.n,nno e daranno la misur a dalla loro pot enza economi ca e politica. Vorrà pa rt eciparvi l"ltalia? L'a llea nza .tra la nostra agricoltura espo rtatrice con la Grandissim.; industria esportatrice addita !c. via della politi ca eèonomka del do1)0-guerra, ra me quella che n,s3icur erà. !'arm onic o <progresso del pa ese agr icolo e ùel paese i'1 'lduslria.le, che sa nerà. più rapidamente le feri te della guerra. che concilierà gl'inlere !lSi del Mezzoi,'iorno con .quelli del Settentr ione. La pace duratura Per cltè quest'avve nir e compensatore d! dolori di sa.critici, di rlc t,hezze distratte si realizzi oc'. cor re che la guerra ci assicuri un.a pa-ee duratua-~. In . alcuni centri del Ylezzogiorno, sopratutto nella borg,h,isia s.i ode a. parlare tr oppo spesso della pace n t1! sens.:> di quell' acco rd o, di q,uel <'Om'J)romesso, di que l trallalo che mette comun – ~~ firw agli or ror: e a.i dolor i della gue rra. I utt_, lo desiclernno ! :via !a fine della guerra. non dtp_ende da noi ; deve e..,;sere un atto di vo– lllnlà btlatera le. N:>i dell'Inte sn abbiamo dale le co~dizi oni della n ostra pace d'llratura. Ma il ne– mico non h a dato risposta, non ha fallo sapere le sne controproposte. Dopo, il prt>sidente \Vilson ha pr esentalo il suo pro gramm a della giusta ·pace duratura; ma oepipure ad es.•o si è a.vula ri– ~posta ! , Dunque li frull o della pare duratura non è an– corn maturo_ nella coscie nza del nostro nem ico! Bisogna nt enere che moltl ancora non si ren – d ono conto della natu ra e delle dim ensioni del– I attuale cruento oeonvolgim ento europeo, Molli credon o_ che noi combattiamo per la rivendlca– ,.ione _dt alcuni chil ometri quadrali di terra an– rora irred ent e ; che la Fran cia comh alta per . ;re ndere l'Alsaz ia -Loren a ; che la Ru ssia comb::. :: pel p<'ssesso di co-.ta ntino polt; che 1, I ni,;hll – ·:..:-racombatta p er la conquista della l\'•soy Jt". 1111ao anche ~ r imp edir e l'ulteriore svilu-p~ commerclnle della Germ ani a . • . Ora questi fini [}arti cola r!stici nazl ~nali A na– zw n a.lislici, o non sono m11\ esistiti nella ~ente cl'. c~loro che fin da [}rinripio h anno compreso U sigmft ca lo del gi·:.i.ndc avYenim ento sto · h • neo, o »nno perduto molt:> della lor o ori gin nrla !m ta nz · por- , . a , e s1 S1Jnofusi nel cont enuto comun e dell ,.ni ca gu erra, ch e \'Tntesa comb att e per ~- l a g "} ul S ru g- e_r~t sogno del domini o politico ed economico e militar e ch e è il pr ogr amma della (1) A1li,p:at,o VJI ,all.1 Esposizione tl$nzl84io. 14 di– cembre 1916. Cosi, da una parte lo Stato, per legittima cau- manica. guer r a ger-

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