L'Unità - anno VI - n.9 - 2 marzo 1917

L'U NITÀ Il Consoli~atodell~guerra italiana(!) li Prestito e il Mezzogiorno li pl'eccd cnt e prestito 5 % conteneva due vizi che impedivano cli racco man darl o senza ris e1Yc cli critica. Es si ern no: l'a lto prezzo di emis– sione e il rifiut o di estende re ai sottoscl'iitol'i cli esso quelle eventua li migli ori condizioni, che eventualmente sarebbel'o sta te ofi Prte ai sotto– scr ittor i di nuovi pr estiti di g uer ra. Questi du e difet ti sono stat i elim inati nel pr e– stito attuale, che tutt i gli altri unifica e che di– venta cosi il grn n pl'est ito consolidat o della gu erl'a ita liana . La pr opagand a a farn re di esso è stata con– nessa con la « polit ica dei consumi »; e si è ratto male; perc hè si è uni la una ca usa bu ona con un a di cui non si vede la bontà; ed in qu est i argo– menti non è il buono che accomo da il cattirn, ma è questo che spesso g uasta l'altro. Inv ece, pià opportunamente la propaganda pc! prestito va fat ta in -l'elazione delle pa l'ticola ri con– dizi\mi del risparmi o e degl'int eress i econo mici delle diverse regi oni . Qui si vuo l pa rlar e del Pr e– ~tito e del ~tezzogi orno, im•ece che ciel Pr rst 1to e della Politi co.dei Consumi. Politica dei consumi Comunqu e, che cosa sia lo. politi ca dei consumi non è ben chi aro per un modesto economista. Pare che il Gov erno sia pr eoccupato eh~ la. pr ov– vista di taluni beni, sopratut to di consu mo ne– cessa,ri o e generale, sia per dim inuire notevol – mente nell'avvenir e; e desidera che i cittadini ne contraggano il consumo. li proposito è lodevo le. Ciò che rende perpl essi è que sto: - che mentre il Governo Yuole che 1 cittad ini consumino meno , vuole pure che le der– rate, di cui è sca r sa la provvista., sieno, in qu al– che modo coatto, vendute a bass o pr ezzo, a sotto– costo, a perd ita . Cosl lo Stato it aliano, da. un a part e, vend e di– retta m ente sottocosto alcuni beni, p. es., il grano, che comper o. e vend e esso medesimo; e dall'al trn impon e ai priv a ti, col cal mi ere, di vendere sott o– costo i loro prodotti e derra te; e poi ado tta il si– ste ma delle tesser e o carte di consum o per allon– tanare i cittadini che, attratti dal basso prezz o, si affollano a compera ,re! Chi conosce appen a gfì elemen ti della economia non osa affrontare a cuo r leggero un -cosi stra or– dinario problema! Nella miglio re ipotes i, tratta si di un gra ndi oso sperimento di rii)Qrtizione socia– lista, in cui i beni di conswno popolare si rip ar– tir anno pro capit a, indi pendentement e da i pr ezzo e dai gust i individuali. L'e sper imen to avrà un gra n de in teresse scien– tifico per gli economist i del dopo guerr a . Las cia- molo a loro! ' Per me esso è cond annato al più clamoroso lrt– successo pr atico: - -Og ni persona di bu on senso continuerà a comperare di preferenza le cose ch e potrà ave re a pr ezzo rel at ivam ente più bass o, qualunque sia l' ordine del Governo, oss ia dei ca– pisezi on e, i quali sono i primi a. non pratica re ciò che legif erano per gli altri: - Le scorte delle mer ci cho si venderanno sottocosto si esa uri– ranno prim a di qu elle che si vend eranno a pl'ezzo elevato: - Le tessere del consumo pro capila di venteranno materia cli larga . neg oziazione e pr enderanno il posto dell e borse ch e sono chiu se. E nessu no av rà bis ogno dei consigli degli econo– mi st i per evadere g li ordinativ i dei · ca lm ieristi. P er fortuna, tutto ciò nulla ha che far e col pre– ;tito. Dal punto di vist a del prestito im porta soltan to che ogni citt adino, pur consumando qu el ch e pre– feris ce, consumi nel tota le meno di qu a nto con– sumava abitua lmente , e risparm i un a parte del reddito, per sottoscr ivere al pr estito dell o g uer ra italia na. In altre pa role ciascuno di noi deve an cora 1tn poco restrins-ere le sue abit uali spese privat e, ,1er concor rere a soste nere io sp esa pubblica di (1) E" Il riassun to molt-0 Jarg-0 e, in parecchi rnntl completo della conferenza pronu nziata a l.ec– .;e Il i5 febbr aio 1917. gue n a, che per grad o di ur genza supera qu asi tutte le altr e. E' iml)i·oroga bile nel tempo; è irr e– duci bile nell 'ammo nta re; dev e esse r comunque sostenuta da noi. Lo Stato ci offre la via della contribuzi one vo– lontaria, invitand oci a sottosc,·ivere il pr estito e prom ettendoc i un interesse. ~'la se col pr estit o non otten esse tutt a la somma ehe gli fa bisogno, ricorr erebbe alilL contri bu– zione coatt iva, con la impo sta st raordinaria di guer r a, che gli permette r à di prelern re da tut ti la somma necessaria senza obbligo di pagare in– teress i ad alc un o! E' un fatal e dilemma. Si tratta di sceglie re tra due metodi. Ed è forse per tutti intuitirn che la forma . del presti to sia pr efe1ibile nell'interesse di tutte le parti contr aenti. E' preferib ile dunque rl– spo11de,-e all' inv ito di sottosc 1i ver o, salva la qu e– stione del lasso dell'int eresse , di cu i si parl erà subil o. .Il a prima è bene rilevare una conseg uenza: - uon debbono sottos criv er e soltant o coloro che ha nn o. risp a rmi notevoli già accum ulot.i, - come può avve nire dei proprieta r i fondi ari: - ,~ sotto– scrizioni più sign ificative sono le piccole sotto– scriz ioni rese possibili dal rispa rmiq attuale, dal modesto ri spa rmio che può fa rsi su i redd iti in ior – m,i.zione, e quindi mi rivolg o sotto questo ri spetto alla classe dei prof essionisti, a lla classe dei fun– zionari, alla classe dei lavora tori. L'acquist o che ognuno faccia a nche di una sola co1·tclla ciel pr estito e il gran num ero delle piccole sottosc rizioni darà la misura dell a partecip az ione di tutta la popolazione alla guerra italiana e af– fe,-merà 1n solidariet à di tutte le class i e di tutt e le regioni cli fronte all a crisi stori ca che l'Ita lia att ra:versa. Bisogna evitare il pericol o che non si sot tosc ri– ,·a il poco che si pu ò anco ra. so ttr ar re al reddito att uale, pel falso amor propri o che n on si è in ;,rado di sottoscriv ern gross e somm.o. Se dal Mezzogiorno ver rà un num ero gr ande ai piccol e sottoscr izoni, sa rà que sto un dato di notevole import an za p0lit ica 'Pel doman i. Ammontare dell'interesse Nel prestito lo Stato elimina le for.1.e di at– trit o che opporreb be l'impo sta st raordina r i9> col promette re un adegualo interes se. Qua.le è l'am.moma ,,e 1·eaJe dell'Interesse, ossia <!ella remunerazione di qu esto rprest ito ? • L'i nteresse imm edia to e apparente, è di 5.55 %, ca lcola ndo 5 lire su 90 di versamento effettivo. Dopo la ).}ace,in un numero 'Più o meno gran de d'. anni, il titolo andrà alla pari e la super erà. Ciò è sicuro. La ques tione è di sapere in quanto t,empo ciò avverrà. L'a 1:(e del prof eta re esula d al– la scienz a delle finan ze ; spett a alla specul azione, t he è r agionevolme nte agevo lata dagli esemp i e dai precedenti stor ici. I du e prestiti fran cesi :'> % emess i dopo la débade del 1870, sotto o. 85 rrano a.Ila pari nel 1875. li pr estito ru sso dell a gue rr a col Giappone ; q uello gia,pponese della guer ra con la Russia , uon chè il prestito spagnu olo emesso per la gue r ra con gli Stati Uniti, eran o tutti alla pari dopo cinqu e anni. Non d eve J.}erciò rite nersi trc>ppo ott imisti ca la previsione già fatt a che il n uovo cons olidato Ita– liano raggi unger~ la pari in 10 anni. Nel decen– rùo quindi doJ.}o la pace il corso del titolo crescerà, e con ciò pa ra llelamente crescerà l'inte resse. AI mome nt o della 'Pari, i sottoscritt ori di oggi rea– lizzeranno il 6.55 %- Non bas ta. Tr a i J>re~titi contratti da llo Stat o •vi hanno tr a t re e tre miliard i e mezzo di emis– ~ione di caTta moneta inconve.rtl'.bile. Ciò ha pr o– dotto il deprezzamento della lira ita liana, che nei listin i di bo rsa Yiene regist rato come cambio; come se fosse dipend ente dal comm erci o este rn o e dall o squilibrio tra import azioni ed esportazioni , che la guer ra ha inasprito; ma che nella su:i. i•art e pr eva lente è disaagio della carta moneta . Epperò chi oggi versa 90 lire in ca rta è come se desse un poco 'Più di 60 o 6!\ lire in val ore reale cioè in val ore o.ureo. ' 69 li disaggio dell a carta si risolve in aumento gene rale "dei pr ezzi; così che oggi, in Puglia, per far e ·un esem pio concreto, si compe ra u11a cart ella del pres tito rnndendo tul ettolitr o di vino. Ora il rit orno alla circo lazione n ormale è il vroblem a bancari o per eccellenza che s'imporrà a gu er ra finita . Lo St ato dovrà pagare il debito rltir an do dalla circolaz ione la gra n mass a cli car ta-mo neta inconve rtibil e. E con ciò grndo " gr-ad o la lir a in ca rta rip1•end erà il suo va lore aureo. Se ci riportiam o al momento tu Llil'O in cui la atbuale lir a in car ta varrà una lira in oro ,. gli at tuali sottoscritt or i avranno fatto all 'ingrosso un gu adagno di almc?no il 25 %; guadagno che non prenderà la form ,i 01P1>are,n_te di ma.ggiore in te– resse, ma prenderà qu ella r eale di maggior po– t,a·e d'a.cq.uisto dell a monet a. I prezzi generali sa - 1anno intanto ribassati, come prim a erano cre– sciut i. Con l'int eresse del 5.55 in mon eta a pieno valore, si a cquis tera nn o merci che oggi var reb– bero 6.94. Chi ha comperata un a ca rtella, vend en– dc>,oggi .un ettol itro ili vin o, rpotrà ri comperarnP, u parit à di altr e condizi oni, un etto litro e un qua rto . Dunqiue, tutto somm alo, il prestito r appr esenta 1L11'<Yper azione finanzi ari n ed economica, lo.cui re– mu neraz ione si in izia col 5.56 % e si avv ia pr o– gr essivamen te, ma sicur ame1ite ad una remune – razio ne finale dell' S % I A pa rte la qùestione della sicur ezza, di cui s, dir à, di fronte a questa prospettjva è lecito in vi– ta re gl"italiani a da r dana r o allo Stato come se la sottosc rizione fosse un sac rificio patriottico? 1 sacrifici patri ottic i della guerra sono quelli che aspettano il compen so nei fu turi più grandi destini d 'Italia, e possono essere sa crificio di san– gue e anche sac1;fici o di danaro; ma <ruesto sol– tanto nella forma d'i.mJ>osta! Noi . del Mezzogio rn o sosten iamo intero e con •percent uali glori ose di suJ.}eriorità il sacr ificio del– le, Yite umane che consacriam o a,ll'o.vvenire d'Ita– lia . Noi sosterremo intero, .e probabilme .nte con perc entua li che conti ruueranno la vecchio. sp ere– . quazione, il sacrifici o d elle nuove imposte . Ma non è sacrificio quello degl'industr iali , che pu r fornendo necessa ri st romenti ili guerra, ri ce– vono i,l lauto p rofitto immedia to. Non è sacrific io que llo deg li oper a i, che pur lavorando nec essari stromenti di guera, ricev ono il la uto salar io imme. dio.to . E non è sacrific io quello dei sottoscritto ri al prestito, che J.}Ur forn endo il p iù necess a ri o st rom ento di gu er ra, ricevon o il laut o int eresse immediato . Questi sono benefici ; e il pre stito è un bene– ficio ! Ed ecco 'Pernhè il Mezzogiorno dovrebbe pa rtec>pare anch e con tutta la sua disp onibilit à a qu esta luc rosa operazione ili gue rr a. Garenzia reale dell'interesse P er fa re il ma ssimo slorzo molti o p arecchi dosid•eran o !essere assicu rat i che lo Stato non Yerrà meno al pagame nto integro.le dell'int er esse promesso. .La ,preoccupaz ione è legittima. E ssa nasce dal – l'ammo ntare ingente dei prestiti emess i. Tr a tut ti i belligeranti dovr emm o esser e vicini ai 350 miliardi, ciò che già ri chiede una ent ra ta annua d_i 17 o 18 miliardi peJ sei·vizio degli int eressi . Sono cifre sbalordi tori e. Potranno gli Stat i sostene re tale one re? Ecco il d ubN o. ::\la ana logo dubbi o si è sempre a ffacciato alla fine di ogni guerra, lu nga o d:sast rosa da cu i i belligera nti sono usciti oberati di nuovi rlebiti. Bisogna dire che Jl cred ito è per i grand i St ai i modern i e progres siv i cosa pe r lo meno alt ret - 1ant o g~losa, qu an t,, lo è pel commercianl.è pr i– vato ; oppur e che i debiti dello Stato non pesano &ull 'economia de! paese ne.Ila misura in cui figu– rano nel bila ncio; poi ch è, è cert o, gli onero si in,– riegni sono sta ti mantenuti. Lasciando d a ')'.)arte la quest ione teori ca e ve– nend o subito al conc reto, bisogna ritenere che il pagame nto imm ediato degli int eressi è ass icurn to quando contem'Pora neam ent e alla emis siono de! prestito, si crea nel bilan cio una mag g iore entr ata E>.gua le all'ammon ta re degli interessi. Ora noi abbi amo creat o, ann o per anno , a misura che abbiamo acceso nuovi debiti , I

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