L'Unità - anno VI - n.9 - 2 marzo 1917

LA VERIT A' Quid est veritas Gli operai del Betlgio, martirizzati dal Govern o ted esco, formulano una prot esta, che nessun uomo onesto può ritenere ingiustificata, e inv o– tano la sollda,rielà dei proletari e dei socialisti di tutte le a ltr e nazioni. L'A van ti! si riliut a di pubblicare quesw docu– mento ; e dichiara che ha rifiutato, perchè « IP. svenbure del Belgi o son o oggi un'arma in mano dei. partiti e delle fon.e che avversano ogni ten ta,. tivo di pace 11. Dunque - comm entammo questa dichiaraziun e, uoi nel numero 5 dell'Unità - « l'Avanti I non " v~ole che si conoscano le bricconate tedesche, " afflnchè i suoi leltori non ne sieno irritati, e ,. non siano portati a pensare, che rimanere n eu– • trali di fronte a certe infamie ~ dichiararsi com– ,. plici di quelle ln1ami e. Ci sono, insomma, due " verità: quella che è bene far cono sceire, perch.ì " cl fa comodo ; e quella CM si deve sopprim ere, 11 perchè non conviene aJ nostri affa ri. Ci sono " due gius tizie: qu ella intorno a cui dobbiamo ,, far baccano, percl i,è possiamo ritrarne un vu.n– " tagg io, e quella che può e, earc i delle difficoltà , ,, e della q_ua.J.e per ciò dobbiamo dis\ntro-ess a.rc ,i "· L'A va nti! ci ri sponde: « Precisamente cosi: ci " sono du e verità e due giust izie. La verità, della " quale traggono vantaggio i nostri governanti, e " quella dalla qual e traiamo vantag gi.o noi. La " g iustizia dei poveri e quella dei ricchi. Bisogna " vedere quale è )a vera 11. A'J)punto: bisogna vedere quale è la vera. Se non c'inganniamo, quegli operai belgi , quali gridano al mondo il loro gi.usto dolo re, sono poveri. E quel governo tedesco, che peP])etra nel llelgio quelle in1amie, che l'Avanti! non pu ò smentire e deve cerca.re di tener nasco ste ai suol lettori, è un .... governo, e che governo! Anche ammesso che la verità e la giustizia siano un mono[)Olio dei soli <poveri, ·e che deb – tano esse re propa,gate e difesa sç,lament e qua.ndo i poveri posson o tr arne vantag,gio, il .caso d egli opero.i del Belgio 3arebbe app<unto uno di quelli, ir, cui l 'Ava nti/ dovr ebbe commuoversi e protesta – r• per la giustizia e per la verità. Invec e l'Av,wti/ nascond e la verità, che è ull12 ai poveri del Belgio e dannosa ai governanti dell a Germania. Rende cosi un ser,·izlo ai governanti della Germania . Non solamente, dunque, della verità e della giustizia vi sono d:ue ca tegorie, second o l'A van ti! : ma ci sono an che due specie di pove ri e due spo– cie di governi . Ci sono i pove ri, che possono es– ser e mallrattoti senza che l'Avanti/ pr otes ti, pur– chè i maltr a ttam enti sieno fatti dal govero tede– sco; e ci sono i poveri, a cui ness uno A. ness un po.llo deve torce.re un cape llo, pur chè questo n es– suno non sia il govorno tedesco. E c'è un gover– no tedesco che non deve esse re di stu rbato; e ci so– no tutti gli nitri gove rni , speciamente quelli del – l'Int esa, e piìl SJ)()ria lmente dell'Italia., contr o cui no n si farà ma i Jlnrcano ab bast anza ! E sicco– me invocare gtuslir.ia per il Be4Po signifi ca ecci– tare gli animi contro la Germani a, vada. al di a– volo il Belgio. Per la Polonia bisogna chiedere la indipenden– ro assol uta , porchè questo dà noia alla Russ ia, e mette in Imbar azzo l'Int esa . Viceversa per l'Au – str ia bisogna contentar I delle autonomie nazi o– nali e deridere le indipenden ze, polchè la teoria delle Indip end enze è sostenuta dall' In teso t com– bat tut.o. dalla Germania. ...... Per ave re la m isu ra del perverti m 0 11tologico, n cui gli scrittori dell'Av anti! si sono lascinti insen– sibilmente tr a.sclnare, osse rvinmo un altr o inci– ,lentc polemico clell'A van ti , sempre a pr oposito ciel Belgio. Ci aono a nch e tra I belgi degl' impe rialisli e dei ronq uistarlore ., , che pretend ono la riva sin ist ro ciel Reno fino a C<>blenz a : ci sono dei clericali, ci sono degli anti•orinlisti: ci sono, insomma, tutte le cose che cl sono In tu tte le nazioni di quo sto basso mondo. Ciò non toglie che la Ger man ia rommetb n danno dep:li orierai dei Belino le in – fami e che tulll soan,J e che l'Avanti non vuole L'UNITÀ raccontare al su oi lettor i. Ne il fotto che ci sie uu fra 1 be1gi deg l'impe riallst i più o meno freneti ci puo o im111uir e nel proleta,,iato belga il dintlo u.1- la pl'otest.a, e nel proletariato degli altr i paesi iJ dovere della solidari età. Certo, se venisse t11 111- peri a lisla belga o. piangei'e sugli opera i del suo pa ese, n oi non lo prend eremm o molto sul seri o. Gli dil'8mmo: - c,.ro signore, ci rin cl'esce ta11Lo per gli operai del Belgio, ma sare mmo tanto lieti se sotto il regime germanico si tl'ovsse proprio Lei, che ne è ta nto degno - . Yla l'operaio Gaspar non è un imp eri alista: egli ha il diritto di parlare per la di1esa. della sua classe, ha il diJ·itt o di sen– tirsi offeso e di pr otesta.re contro il silenz io chr l'~vant i ce rca di mantenere sulle ingiustizie ge,– maniche. L'Avanti, in\'ece, rinfa ccia al Gaspn1·, perché invece di protestare con tro i socialisti ur– ficin.li italian i, non pr otesta, nelle sue conferen – ze in It alia, contro gl' imperial isti del Belgio. Di fronte a questo completo sabotamcnto di ogni regolo. logica e di ogni senso mo1·ale, \'Oi sentite che è perfett ament e inutil e cc-reo.re di clefimr u "' ver ità. Questo non è più nea n ch e il neut rn li~mo indif – ferente , scet tico, beffardo, che si disint e1·essa cli tutti i pa esi belligeranti dichian1ncloli tulti egun – li. Questo è a iuta re gli uni contr o gli nitri. 11 ncu– tra.lismo socialista è di\' ent nto ora.ma i tedescnfì– lia sistemat ica. F a il paio col n<'utrn li~mo dell:, Un itd cattolica, la qual e trova che i catto lici non del'Ono compiangere il Belgio, perchè il Belgio, pu r essendo governato d al partit o cler icn.le , non è paese catto lico qu anto sarebbe necessario, non è catto lico, per es., quanto .... l'Austr ia. * * * L'Avan ti, mentr e l'inunzia per conto suo ad ogn i facoltà di ragi ona mento, nego n noi tot1t court la capac ità d i. scegliere fra la g iustizia dei po\ 'c.ri O lo. giustiz ia dei ri cchi , perchè ci .1famo ,nessi coi governanti. E certo è inn ega.bile chr noi n,bbiamo voluto la guerra, come l'ha nn o \'O • Iuta i govern.1.nli d ' ltalia: r In qu esto senso l'Avanti! può afferma re che noi ci .siamo messi coi governanti d'Ilo.Ila. . :Ma l'A vanli!, che cerca <li sabotare la guer ra m que l modo che tu tti sanno, non si mette forse an – che \ui, con sjffal ta sua azione, coi governanti di Germania? E in It alia, mentre noi ci sia mo mes – si coi governanti d'ogg i, che ha nn o voluto e fanno la gue rra, i socin.listi ufficiali non si sono messi forse coi clertcali e coi giol ittianl, cioè coi go,·er- 1 onli di ieri e di domaPii, che non vogliono la gu err a? Gli art icoli dell'Avanti! non sono rip,ro– dotti forse come testi dall 'Unìt,I Cattolica? la Criti ca Socia le non pubbli ca forse lo artlco– lc•sse de l m archese Raffaele Calppelli, mettendo rn obistica.monte in luce nel somm ario Il titol o di mar chesa: Il che nelle rivist e non pro lctllri e non si è usalo mai? Il problem1. di neg>tre o riconoscer o la capa cità di scelta I)er la giusliz ia e l'ingh1stizia . non si ri– solve col sempli ce criterio del dimmi con chi 1,ai e ti dirò che sei . E' un pro blema assai più deliral o e comp licato. Nes3uno, a questo mondo, pn ò andar oolo. In ogni questione le soluz ioni fondamentali non 1•ossono essere che due: o di qua o di là . E chi pr ende una via, è costretto iper forza ad accompa– l'nn.rsl con altr e persone, che soguono la st.essa st rada per altre consid~razi oni e con altri finl. Non sono le comragnie, che fanno acqu istare· o pe·rdere la capacità di scegliere . E' la div er sa capacità di scelta, che ci conduce ad una piutto – sto che a.cl un'a ltra compagn ia. f,n no stra capncità ci ha cond otto In compa– ,m la, purtroppo, dello Zar di tutt e le nuasle, del Re d' Ing hilt erra , del Presid en te P oincarti e del– l'on. Bo~clll. La ca pacità dell'A vanti! ha condott o l'Avanti! sulla da di Gugliel mo II , di Frnn ePRCO Giuseope, del Gran Tur co, d1 Bened etto XV e d• l– l'on. Giolltli. T utto compreso, r er quanto la nostra compa– gnin non sia moltn brillante, ci sembra che <111ella dell'Ava nti! fncria •m·assai pcsrgior e figura . E tutt o Il cti..,~gio , che senti amo ])('r cerlR ro m pagnle, viene com])('nsa to per noi dalla coscienza che quelle compagnie fe soppo r!iamo, perchè non c'è altra via, per cu.i ci si possa accompagnare agli opera i del Belgio e a Cesare Battisti : un altro repr obo, che si è messo anche lui col governanti nostri contro i governanti ·vostri. Compagni come cruesti, \'Oi, sulla vostra via, non ne incontrate. E se qual che volta un operaio de.t Bel.glo ha cercato di venirvi cl ietr o, o tir ll-!'v-i la giacca , e ovvisarvi che siete su falsa st rad a, vo i gli avete dato un o s,piulone e l'av-ele, ~ultato nel fosso, a:f– f:nchè i vostr i lellorì non lo vedessero e non ne fosse ro commossi e turbali. Badi bene l'Avanti! che noi non rimp roveri am o ai socialisti ufficiali il fotto di essere contra ri alla gue rra e di essers i rifiutati a partecipare alla campagna di propaganda per l'intervento dell' It a– lia. No. Conosciam o bene le angos cle di una scelta fru. la guerra e la pace: abb iam o pesato a suo tempo, nella n ostra coscienza , tutti gli argome nti che po– tevan.o consi gliare un socialista a rimanere ferm o a; iJlrogramma della _pace: ri conoscia mo 11 ))0$0 vn.Jidissim o di par e<:-<!hi di quegli argomenti , seb– bene il peso di lutti gli altri argome nti pro- la guerr a sia per noi infini lame ,nt e ma.ggioro. E ri– sp etti amo la opm1one di coloro, nella cut coscienza l'ideale asso luto della pace ha pre – valso su ogni alt ra considera zione . E pcur avendo volut o la guerra, ci sentiamo morn.Jmente sempre assai piìl -~icini a certi paci/isti sincer i P. intr ansi– gen ti , che a cer ti guer raioli malfattori, coi quan µer necessità di cose, siamo cost retti a, marciare gomito a gomito. Diremo, anzi , qu alcosa d i plìl . Sarebb e state tutt'altro cne u n male, se in Europa il Partito Socialista Italiano a"esse te nuta al ta la bandiera 1ella solidari età prol eta ria int ernazionu. le e dell a protest a sistematica contr o la guerra; e che In Italia - '!Xlese in cui non c'è l'abitudin e di rima – ner e cora.ggi osamente fe rm i alle prop,r;e Idee - un g ru,ppo ~(•litico avesse dato esempio di tena– cia , di intr ans igenza, di fedeltà incrolloibila al s,uo ~ ecchio ideale. li mal e non è stat o n,cl pacif.lsm o; no. Il malo è sta to nel me_todo, con cui la protesta contr o la guerra è stata ed è condolt.o. per pochezza d'ingegno e per aridità di cuore. Il male è stato nel pervertime nto intellettuale o morale, In cui siete degenerati a '()Ocoa poco per avere ditsocia– ta sistema tica mente, in tu t! a la vost ra pr O)laga n.– da, la idea della pace da/La idea di oiu1ti:ia. Avete fatto di tutt 'ei,ba run fascio fra i governi, < he han prov oca la la guerra, e coloro che ha n do– l'u lo difendersi immediatame nt e, o prem un irsi ,•ontr o offese futur a oramai indubitabili. Avete co– J'C'rto di 'beffe ogni lavo ro di propaganda dir etto n introdur re n el pr oga-amma di P.,'\.CC dell'Int esa la maggi.o r (]luantità poss il>ile cli giustizi a 'J)(lrl'av– ven ire. Vi siete aste nuti sistemalicamon le da ogni propaganda per prepa ra re il popolo Italiano ad c~igere dal p roprio govern o, in com})'?n so dei ipro– pr1 sac rifici e in premi o della vittori a, una nuova politico. estecra, qual 'è necessaria alla pace del mondo . Ques to lavoro pote vat e far lo senza nessun blso– vio cli dichiararvi favor evoli alla gue rr a: pote– l 't.te semp re dire: - noi la guerra lo.d etes tiam o e riten iamo colpe,·oli tutti coloro che la fann o; ma già che c'è, vorremmo che almen o '!)roducesse questi e qu esti risultati. E non c'ecra nean~he bisogno che aveste fiducia che \ gove rni condu cessero In gue rra a quei risul– toli. Potevate sempre dire: - I gove rni sono lutti r11naglic, e in questi) caso la loro canaglleria con– sislecrcbbe nel non cer ca re di otte nere du. tanto sa– crll izio di vite e dl ri rC'hezza questi e qu esti rl , su llati. Non avete saputo inve~, faTe o.llro che prole – ~:ar-0 ciecamente., ir o-~nmen t.c, ~istema tica monte. Esercizio molto comodo , perchò non ri chiede nes– •1mo sforzo d'ingegno. Un-ico programma di guerra e di pace: il ritor – no 11ll0 statu qu o finte !Prritor iale, come se la 1<uer a. non fns•e nat , giust'npp11nlo dogli anti chi rnppor ti territ oriali. :--lnn avendo potuto im'[)<'dir!' la g-uerra con la rl\·oluzione proletaria , sperale qursta ril·oluzio-

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