L'Unità - anno VI - n.8 - 23 febbraio 1917

Verso gli Stati Per una federazione latina Di fr ont.e :i.i flagelli di Europa, e più di C:ronte a i rpericoli de!ll'avvenir e iLluminati dall a ~res e~te guerra , ,1a qua le doV1·ebl>e apri re gli occhi a.i cie– chi e mostrare come le nazioni, che ieri passav a– no 'p er grandi 1POtenze, siano troppo piccole al paragon e dei g iganteschi nuclei stata.hi, che si so– r,o già form at i o si delin ea no, noi in voch i,amo l'av. ,·ento di ,uJ10 Stato lilbP.ro plurinazional e, almeno tra i popoli latin i, pe,l mom ent o. La form a. de,J n uovo Stato non 1potr elbbe essei-e, almeno per ora, se non una -federa zione deg,li Stat ~ nazion ali con un siste m a di de l,e,gazioni soV'!'ane per Ja dif.esa e pe r gli ogge tti essenziali nell'in – ter esse comun e, con un a cittadinanza roderal e, e con una com uni one piena tra i vasi Stati dell e 1Jere colon ie d i ciascuno , che "e r,·e:bbern clifcsP dr, esso. La fo1ma feclecra.le è sem pre ,sta ta ~liti o men o lJ. forma di tra n siz ione: cosi i borghi e i grUIJ)p.i sociali primitivi s i colle,garono in città; cosl le tr ibù e i territori, dow lo svilu,pp o cittad in o non 1iusci di ostne-010, si collega rono in nazioni; le , o 1 1J)l-esenta.nze costi tu.zionali e sovran .e, nate spon – tane a.mete sbocciaron o tutte da ra,PJlt'eSentamR quasi internazionali. Questo momento <ii lotto. generale deilc nazio– ni di ,Et11"op,a rievoca l'amico mom entu di aot,tn se iv,agg ia de!lle città nell a guerra del Peloponne so ~ nel 400 d'It a lia: ma 1>e<r quest o io giudico che ali Stati nazio nali e liberi di Eur opa hrumo toc– ~ato il loro !lUnto criti co, e quest a vasta di – seord 1ia d®b a ammonirli delle rBJ!l'ioni di concor– (lia e, sopiti i ~an cori, indunli a strin gersi in un a lo.rm a su.peri ore di Stato, 1Prim-0che 5ia di nu ovo tropp o t.rurdi. La storia non ha mai parlato un linguaggno più ch iaro. l.Je- nll.7 0 iorù non spa rirann o, ~i po tr anno anz i ricompoi,·e più org an icam en te ; ma esse cos tituir anno alla lor ,volta le m embra del nuov o Stato, la pa rti colarità nool'Unità. Quello che no i augul'iamo a.Lia vecch ia Eur opa, e, per orn, a,lmeno alla famiglia lat ina, quello c!te noi ore diamo :possa co5tituire veram ent.e una for – ma su 1:>0riore e nuo , a di a,ggiomeraz ione stata.le , è la convivenza libe ra , pac ifica, concarde di una va – sta lo.mi.g)ia dY~ie neUa ~f.essa. 111:nlità (POlWcn, un a convive nza in cui ciltà, n azioni respirino li– be,,am ent e, ma la ba se dell 'agg lome ,,a zione ~li – tica n on sia più Ja citt à, non ma ,più la nazi one , i>e,nsì la com une civUtà. Precedenti e sospetti Ne~i'evo mcd erno i socio logi a.'\'Vert.irono iT fo r– marsi di uno. n azion e svizu ra. Non è certamen te un a nazione quell a ~ui man ca il simbolo vivo dcl – la nazionalità: la lingua comun e. Ma •lo Stat o r-011h a certo un a uasc meno solida in una form a oi pens iero e di civilt à pa rtico lare, che distingu e la Svizzeira da cin9C'Una de!lie tre sti11Pi, cui appar – tengono le sue nazioni. Anche gli Stati tr ans ocea nici mostra no toJor a r.eUa. loro oom>pagine g,rui:ipi etni ci che con serva – no la loro ltngrua e non sono per qu esto men o aJ. fra:ionat i a1lla ll8.1>ria brasili a na o nordamericana . E se la posizi on e dell'Eur-01)8. fosse quelila che do– n ,ebbe esse re ri ~1-.et to ai nuovi m on.<N, essi pi·o– habilm ent.e ver re1J!>ero tutti a costituir:e tante Svi1:zere -transocea.ni olto, svolge ndo in nuovi e CO· muni att.CJ! lg'iamenti non la sola ch ;Jtà anglosasso – ne ma tutte J,e varie fo11ne de.Ila clvillà europea . '11 Canadà cos tit uioer fin d'ora un o Stat o fiero SC.'ttol't"gida nominal e ing ieoo, oon uno. civ iltà sua p1'<>(}l"ia, comune alle due nazionaJità distinte , la fr ancese e l'i1\g'lese. E nel Sud -Afric a inglesi e oland es i si son o concilia ti µur ess.i in uno Sta – tu che ha oertam ent r un grande av venire. Quest a con cordi a di s1iiriti e di voler i pu ò es– sere sugge ri ta da.Ilo. necess ità , non ipuò esse re sostituita dal la fo1•ta . Nella scaJa deigli Stati liberi - i soli chP- deli– bano esse re presi In considerazi one - lo Sta to cittadin o si afferm ò quand o domina. va io spir ito dlba.din,i. IJ concetto di Stato lib ero s i identifi cò allora con que,llo di città , e i R <1ma.ni chiama va.no civi tates agg,tome raàmi politic he, in cw non era tra ccia di città come qu ella dei Suev l o deg li HeJ- L'UNITÀ plurinazionali , rt ii, soltan to ,perchè era no ·unione lilllera di po– polo. La naz ion e-Sta to si affer mò, quand o lo spi!lito 1 1 a.zicma.le, i>rese nel!la vHa politica il sopr avve n – to sullo sp.irito citt adino, e creò le su.e fo11ne !ibere di conviv enza. E allora, come un ten1po città e Sta to, cosi nazion e e Stato acq ui sta1xmo run comu– ne significat o. Lo Stato l\)lurin.aziona le nel senso da noi auspi – coto sa rà egua lrrumte poss ,biie, quand o sorg[, non da w1'im.posiziona, m a da unu concordi a di vo– leri e da uno. coscie nza un ilorm e. Ciò che tr atti ene molti e Ii fa recalcitrar e a.li 'id·ea et; un 'u ni one politi ca al disopra detlln nazione, è i'. temuto sacrificio della nazion e stessa , è lo spet- 11·o delr a.560rbimento della proprin nazio ne in un'ruitra. Ma esso non è che un w1,no spauracch io. i,a nostrn na zione è ·uscita incobume da secoli rli servaggio: nè il Piemon tP., nè la Liguria, nè P ar– mu o Piacenza o aJcun'altra d elle provinci e pos– sc<lute dalla Fr anc ia rlu,·ante il gover no n,1,poleo– nico col 1,reciso pr op osito rii assor btrle divennero 1,te-non1arnel1t.e frr·ancesi; non divennero fran cesi i teu,ritor i del Reg no itoJico, pw-e sogge tti oJl'ege - 1,1011ia fr ancese. E si de1ve tem ere questo dest in o da 40 mi lioni d'italian i contr o 40 mil ioni di fran – cesi in u n\uni one pari , da t11tlo un ,popolo che ha 11 nn forza d1 l'inn ovarrumto molto s upl'-riore, ed 11nn sto ri a p·iù impon ent e, un contributo a lla ci– viltà più g\l'ande, per qu anto gron& sia Jn sto ri a della !-'ranc ia e imponente 1,"<Ul"e i l suo contri – buto? Ciò che noi guadagner emmo è, invece, J.a con– se,·,·n.zione dell'itali anità pe r lo meno negli italiani vmigra. nti in Franc io.; ciò r he noj g ,uada.gn e:remmo t, <rueJla pos izione mo1·a le e politica più elevata nrl mond o, alta qual e invano ~ iri amo da soli. !.'Ungheria, coi suoi 10 mili on.i, ra.pprese nt.ere'l>be da sola un ,,ero nell a polàtica di Europa. Essa pa re una g rand e 11 11-ione, appunto 'J)erchè nell' tt· nione con l'Austri a ha risoluto ii problema. La nuova coscienza Cer to quand o io parl o di coscienz a di un o Stat o plurina ziona le da c1 ·ea.re , per esempio tra Itali a e Fr a ncia, J)a1ùo di un a cosa c he non c'è. Essa è anz.i oosà stra nie1·a a ilu ment alità delle ,perso ne colto, come era st rnni era nilJa mentrulità degli an– tichi la coscienza di QLnOStato li'bero sujWriOll'e alla città. Un bellissimo e cw·iosissimo esempio è questo: che <ruando i sociologi si tro vano din an zi a qual – che cam'l)ione, si a v,ure embri onale, di ,m vero Stat o ,plurin azlonaJ e, cioè di uno Stato li.bero, concord e, -suJUaba.se di q uesta coscienza, parla no d.i cosc ienza naz ion ale, e scoprono con tut ta se– rietà un a nazione angl o-boera . Tanto le ab itudini di pen s iero sono ,prepote n ti! Il Roman o, che ch iar ma civitas ,io Stato deg-li Ec!Ju i o quel1o dei Sequa- 11i, è ,ben più 1)Crdona.bile, pe rché fo. un trasport o istintivo di termini, ma non pretende cli t.eo :Mzza– ,·c in -politi co. o in sociologia. .Via questa coscienza. che oro. non c'è, si i,u ò form a.re come si è lorm a.t.u. lo. cosc ienza nwzio- 11a Le, sotto la spinta d eùle imi on,i delJa storia. :Xelsecolo di D!l.nte, o in quello di Lorem,o il Mar gnifico c'e ra ben la cosciN1za di un'unità etnica e stor ica d'Italia, ma. errano molto coloro che pa.r– l&no di coscienza nazionaJ e neJ senso odierno del– la par ola., perch è non vi era cert amen te in nes – suna del le Repubb liche d' lt.alia 1un uom o solo che ,.on a vrebbe inorri dit o ::ùfidea di vedere hl suo luogo natio cessa re di essere ii cent1'<>di una vita pol itica par tioolare, sia pu re per divenire membro libero di una agg lomerazi one polltica na – zionoJe, Ja qual e aVTI€1bbe 01~osto !ba.Triere in sor– montabili alila tl'uova calata dei ba rbari. Questa coscienza nazion ale iu iJ frutto delle sventure nost re e dell'e.'lern:pio oJtrui. Dovremm o uoi aspetta re che le lerzioni della storia abbi8Jlo sa.pore cosi amaro e cosi intolle rabll e, per rlce– , crn e la spinta ad un'ideal e super ie>re? Non ba – s •.a.no le esperienze du re dei prese nte , n on llastia. la visione abba.stn.nut. chi o.ra deJ futur o per in– durre ad un a convinzione e u<l una predicaz ione r he tondi questa coscienza e prepari le basi dello Stato futur o? Le clM si umil i. sono p iù accessib ili di quo! ch_e no n si credo. a comprend ere certe gran di necess 1- Là storiche, e cor.ve; rtirle in sentime nti ed in. pas – ~ioni: n elle class i co lle inv ece spesso i p1,eg,i:ud1: zi, i JPrecon cet.ti, ~i stolti egoismi e gli int erere i , ea li costltui soono barriere elle rend ono spesso ol– i ,LSi anche i cer velli ed i cuori. Quando Bism arc k -vo11e ass icu,·are l'uni tà ger– inanica, malgrado le sue tend enze reaz ionarie, rgH istituì pe r l'imJ}ero il suffr ag,io universale, senti che u vero p opolo era l'u nica l.eva contr o ""li ego ismi 1Partie-0laris tici tanto più potenti qua.n– to più si sal e In cima. L' unità italian a, è vero, si'· suol d ire un 'opera della borg,hesia int eil.lettu.a.le, ma ciò non è per lo mc.no in tera.mente esatto . Noi mbl1iam o U uaccont o on estu cti Gia.rnbattist a Gic-1·gi ni, sul m omento decisivo della nost ra unità, che fu rapp ,,esenta ta dall 'anness ione d~la To– .cun.a. E U Giorgin 1 ha ii coragg io franco di con – fessa re che eg li, il Ricasoli, il Pog,gi e « tutt i i IJ,:uibasso r i• ùe! ,partito Liberal e» fur ono tras cinat i diJl'azion e impetuosa dei po1JOlani che compone – \'nno la società nazionale u La Farina. n. u Nessu no de i liberali toscan i del 1mr tit o nostro s'immagi - 11ava a che punto si trovassero ie cose: cl'll(l,evo.n11 " IJ'a nttà italiann , rn:i come au ~a v.r.ssibilità re– n1ota. 11. E' \"er11I11entedr anm1[1tico ed ist ru tt ivo ii ra c– conto, che fa il Giorg,in i J e.lla seduta tenut a i11 c:isa rucaso li , a cu i vennern i.o.vitat i i ipopola ni della società nazion ale « La Farin a » con a capo il marchese, Ba rto.lome.i: « Nella seduta JPreced en- 1 e. io era sta to inca ricato di ste nd ere un memoria– ,,. da ()l'esent a re al grandu ca lf)e1· ind u ll o ad aJb. t,raccia re la causa nazionale ed a manda.re in Pi e. 111onte il figtlio con le io 1•,,e toscnne. All'aprir si ciel– i:, seduta, il ni casoli mi in\"itò a legg,ere il mem o- 1·iale: ma io av,e\\·o ap1ie.na incomi nciat o che gli int.ervenuti scatta,·0no ln piedi , di c'hla rana o elle erano stat i in.go.nn ati s ut c,~ratte re delle nostre riunioni e elci nost ri intendim enti : chiese.1·0 scuso. dei passi fatt i per avvi cin a.rei e infilarono la po,·– la. In seguiti da noi e pressati a dirci in che cosa ii nostro pro gramma cl'ifferi sse dal lor o da urtar ci " qu el modo, iJ mwrchesc Ba.rt otomei risJ}Ose : che 110nsi trat ta.va di ~ inge re il govern o in 'lll1 sen.s., piuttost o cha in un altro , ma di rovesciarlo, di fa r tabula rarn di tutti gli Stati d'Itali a. Allo osserva.z.ioni nost,re sull e difficoltà ed i pericoli ·:he si sa rebber o incontr at i, mette ndos i in un 'im pr esa ahe Jl8.reva da pa.7.zi , il ma1·c'hese Ba rtol o– mei l'isl)Ose: che la oosa non solo era facil e, m a già q ua.si fatt a; che tut.to e ra p ronto, che la città <'<I ii contad o erano in mano Joro e che dipendev a na un loro cenn o il far imùbe1·a1-;i la hand'.iern lricolore in tutti i corpi di gua.Tdia e nelJe forte1.7,e I fa.Ui dtei ,giorni segue nli mostraro no che diceva ii =·o. Ricasoli cascò da.ile nuvole e parti su bito •per Torino per intendersi col Cawour. No n av-ova ~,arJat o di uni tà, flnchè l"arnva cre<Luta 11.m sogno, ma a.p1:>e<na vide che poteva diventare una rea.ltll. ca ldeggiò l'idea uni tar ia gettandosi anim a e corpo uella corre nte » . L'equivoco tedesco Pu,rt ropp o, con una deformazion e, in 8JPparen– za ,lieve, anz i inv isibile, in ,realt à 1irofo nd a, il con– cetto dello Stato ~lurinazional e s i pr es ta a sos te– gno di una irun igern to. carcere di 'POJ)Oii. Qua.l'è inJatti o pu ò diveni re ii mod.eUo di uno Stato plw·inazi onale? •L'Austria.I In un a rti colo pubMicato nedla Tivista svizzera « Wisscn und tLeben », del guai o p er alt.ro io ho solo notizia da un larg o ri ass un to comprurso nedla « Tribuna », il rpror . Cari o Brock'hause.n, in ri– sposta a.ll 'on . Bisso lo.ti, presenta l'Au str ia oome rideoJe di un o Stato plur.innzionale e il mod ello d eLla.fu tu ra 0 uro pa. L'Austria col suo m isc1i,gllo di popoli sa:r•ebl>e una Eur O'])a in piccoJo, con que– sta soia differenza , che gli Stnli ~uropci, quand o uon si posso no più tollerare , si fann o grue.rra, mentre i PQPoli a•ustriaci non posson o rdcorrere a questo mezzo, perc hè l'ese1·ci!,o non è ai servizio delle sin.gole naz ioni, m a di tutt o lo Sta to. L'Au– stri a pertanto si tlrova n ella condizi one in cu i si trove rebbe l'E uropa , se, come IVOgOiono alcuni pa – cifisti, non vi fossero eserciti. 5'Peci::ùi, ma solta nt o ,ma pa cifica !orza e11eeutiva comune a tutti gli Stati .

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