L'Unità - anno VI - n.4 - 26 gennaio 1917

La sconfìtta come la vitto ria può miocere all', 11• no e giovare all 'a l.tro. · .La guer ra vittor iosa,. che la maggioranza lta>e– rale dell a .Dum a vuole cond ur re a fond o contr o la..Germani a, ~i lega necessariame nte con la lot– ta •che essa conduoe all'inter no contro la tir an nl– d: bur ocTatica, che è stata alimen tata da tedeschi e ai •è nu dlr.ita di metodi tedeschi, :per dimmta.ro str omento de ll'a ssoluti ~m-opoliti co della cas ta d_o– mi nan te e d,e,l domini o economico della Germ ani a in Russia . . L'aUeanz;a storica e l'intimo a.ccordo di q,ut>Stl J ue int eressi è un-a delle basi fonda menta li della politlica vu:ssa. Da ciò sopr atu tto è (lei,Lvata Ja sim– pati a .iffia>ulsivl!-e genei:a:te, con cui il :pdpo'.o russo ha accolta \a gue,rra attu ale. Dalla vitt ona della Intesa es so- aspetta i nuovì successi dE!l regime par ,lam ent rure. La Ouma..sfl'lltt a Ja s!tuaztone e– sterna per rovescia re il reg ime politi co dn tern~- " La p rlrr!a condizione -- ha detto Konovruloff alla Duma -- della ·vitto ria ,rul nemico este•rn o dev;e essere fa viitt.oMasu quello in ten 10 ». P,ea- le m edesime rag ioni inverti te, iil 1Pa,rt it o reazion ar io teme la vittoria deJla -Lntesa, e di fend e Je sue posizioni int erne cercan_do la pace sef!)arat a con 1a Germ ania. Questo -è il dissidio pro fondo che divid.e i pa r– titl russi; qoost ò' è il l0JVorlo sotterr aneo che essi svolgono l'un contro l'altro di fr ont e a.Lia -g,iern·a. * * * Lo Zar è tnte ,weruuto per .:omlporr e LI dissid io. Jr, che modo ? . Da un a ;parte, egli ha dato assic ura zioni real.i alla Duma, per tutt o ciò che si riferiace ,a!Jla: poli– tica di g,ulenra, acoettan done il .programma e trn– ponend olo al Ministero . DaH'a ltra part e, h a man tenuto iJ potere e ia direzione deJla 'PO-litca in terna al par tito, le cui sncces sivie in carnaii oni ministe,ria li erano state. a!,pramente attaccate dal'Ia Duma come « prove– nienti tutt e d,al,la riscr m deHa reazione ». Con ciò lo Zalr ha dato gar anzie reali anc he al. pa rtit o di destr a ass icur an dolo •contr o il timore che la guerra v.iJttoMoso. accan to alle potenze oc– cident ali possa modificare i1 regime ·poliitico della Bus.sia. 1P1uò darsi che lo Zar abbia mir ato e speri di ot– tenere i!ll tal m odo il consenso di tutti i pa rt~ti al'la-poli.ttca di g;ue,rra, che è certam ente in cima di tutti i suoi pensieri . Ma è Jeci-to d,uft>itare deJ su=s so. For se ne dubita lo Zar, quand o dice, « Indi c8Jlldo qu ooti pr oblemi imm ediati, w1 vostro lavoro cimo credere che l'attività del Consi,gli o cl8i Mlni:stri incont rerà l'appoggi o •de! Consiglio dell'Impero ,e deLla Dum a, uniti neil'un anime ar- · dente desidenio di condurr e l,a guoora ad un a fine vittoriosa » . * * * In tan to la .Oum a è prorogata di un mese. I suoi magg iori e pi_ù bat t~glieii memb ri prevedeva no fl n da l 7 dicembre 1016 qu esta iproroga, e ne tem ono lo chLusura . A ciò !<:> Zar non pare che consent a. Egli ohe ha compreso tut to il sign ificato morwle_ ,ii qu esta conflagraz ione di 'Popolò e di stir pi, ha cercato fin da l ,p rim o morru:,nto la cooperazi one dire tta dell'anim a popolal 'C.di tu,tta la Russia. La Duma dà questo appogigi,o, ma è consa4)8vole di tutto il valore polit ico del suo contrib ut o alla vit– t.: ,r.ie . e ohiede in oambio che il -regime polit ico int erno della Russià non continu i ad easere « e– stMJ1eo al popolo e cont ro il >popolo ». Questo ~ •il ,formidabile do u t des politico, ch 1 1 ha reso poss ibile la hmta conqu ista delle libertà nei popoli occidenta.li, e che og,gi si ripete in Ru s– sia, c. -eando.vi una incerta si~uazione politi ca . :Oa questa, in qualunqu e momento , vu ò nasce re e det erm ina rsi un u1-to, che nessun a volontà di Sovra.no asso luto potrebbe esser sioura di domi– nare e di cui nessun o potrebbe ora IJ)Tevedere le ripe1icussioni sul corso della g ue,u·a. Epperò i p1·os. simi avven imenti della poiitica rn ssa debbono es– ~e1,e da noi segu iti con la più grande aite nzioM. d. V. ♦ • A cominciare dal prossimo .numero smetteremo l'invio dei numeri di saggio a c·)loro che hanno trattenuto il giornale senza pagare l'abbonamento. A1 n o L'UNITÀ · La · Germania giudicata dàll'ideale germanico É. una lotta di ideali. Dico ohe questa è una guerm di ideali , e non di eserc iti , di tooniohe , di economie differenti e cont ras to.nti. Dico che hanno rn,gione i filosofi e tort o gli scett ici, e più torto ancora gli emp irici ohe non vedono ch e le differenz e e le var ietà e gli accidenti. Dico che sta benissimo oos~, e ohe proprio su questo te.nena o.\, h1o.mo ragi one d1 comba ttere contro la Gernui.nia per quello che i filosofi ohiama no idea!ismo ger=ico, e non può, se idealismo, ohe essere um ano, oggi no– stro come i~~ di•loto. L'ideale -nostro e quello tedesco. Rimproveran o ai nostri popoli di non essere real istici , at tu alist i, pratic i. Noi latini, e quell, dell 'Intesa in genera le, siamo astr attisti, vivia– mo di illuaioni , pens io.mo al pacifismo, alle le– ghe inte rn azionali , ai dir itti 4ei piccoli popoli, alle oppressio ni , alle violazioni dei neut 1i. Ohe puzw di stantio quara.ntotto ! Intanto gli eser– citi tedesoh:i vincano . Noi si fa dei hei diS()Orsi: si p romette al Be).gio ed alla Serb ia la, resuru:e-. zione imma nca1bile, ma intanto la Roma.nm è stroncato, e Costà ntino ei sbatt e fuori di Atene . Dum Romae consulitur, scrivono i livini del giornalism o !Doutra.le, ooerbam:ente dall 'aJ.to di loro saggez:,;a postw na, Bucares t eX'J}ugn atur. ~ed iamo a Venizelos, imbecill i, e non sappi a– mo agire col pugno di fe.no , .come ci insegna.no i ·ne m.ici. Orsù, a scuola della Gei!:rmooia,se vo– lete vincere . E , .german ofili sempre, osserva no che, se anche vinceremo la Genn:umia, com e ammettono per car ità di patr ia, sa.remo però ,germanizz àti lo. stesso, in quanto la Ge,mania ,ha finito per !m– por.oi il suo ideale. E guai a chi non se lo un– pone , questo ideale ·: sarelbbe. bat tu to, camcollat o dalla storia del mondo. Si corra al riparo, d UJl· qua. Ba.odo alle uman itareii e. Si guaa·di al pro– prio inte resse . F uori Moohiave lli, -bis, lo rivo– gl iamo. Ci inw gnò Cihe è meglio un fatto ohe sia _ fatto , d'un ideaJe ohe non si 1'.ealizza. Abbasso il dover esserè che aibbiamo finora seguito; e vi – va. l 'K< essere » come sta, ,quel c:he è "att,J, stab ilé, inooronato, vit torioso , legaJ.e, riconosci u– to, 1natricola t o, amm esso, ind,iscusso, inchinato, riverito. Come sa.rebl:,e, ad esempio, la paco of fer ta oggi dalla Germania. L ' ideale tedesco, ohe cos' è infatti, se non l'i. <leale moderno a dirittu ra ? L'id eale moderno è l'ideale er oico, quello deJla conqu ista, deJ movi– mento, del duro dovere d i pagare del proprio ciò ohe voglio.mo fiar no,,tro, l 'ideale senza, giustiz ia • ult eriore, che tutto si rea lizza, quag,giù in questo mondo e con questa stor ia, valle di Giosafot– te d'~ istante-. L 'ideale mod erno non può am– mettere la pace, µon i trattat i etern i, non l'equ i– librio, non la concord ia e la sim.patio. fra. i po– poli: tut te cose immorali. Infa tt.i la pa,ce è da vigliooohi; i tratta.ti sono l' assiouraz .ione dei de– boli ohe non voglion fare più nulla per difendere ciò che oonquista, rono qua.udo erano fort i; l'e – quilihr io è la t eoria più contrari a al progress o, il quale è moto, rivoluzion e, rottura, con tinua. di equ ilibli e quin di instrubilità che per il suo stesso vacillare e penoolare fa a.va.uzare. L'i deale latino · è quello del cattolio ismo e _dei democratioi: ed è l'ideaJe deJ pass&to. Se vo– glia,mo essei·e mod erni, -bisogna tedeschizzarsi. L 'ideale lat ino demo cratico e cattolico (ohe ·gioia nell'associar e i dissociati, nel voltairria.nament far a,l:furaooiare il Pa,pa. con la R ivoluzione Fni.n– cese) è l' ideale -dei ·diritti fissi, immobili, stabi li. I cattol ici neJ cielo , i democratici nel futuro, pon– gono un eguale ideale di quiete, di tra.uqu illità. I ca ttolici aspetta.no la divin-ità, i demoorntioi qual – che altro rivo luzion e. Ma, dopo, tutto saa·à_finito. !, 'uomo non pen erà più. Lassù divisi giust i e peooatori, quelli "1el godimento di Dio e questi nel dolore della sua perdi ta. Quag.g,iù non più lott e socia li, non più lot te di poooli , ma, frnte llan – za, ed eguagliam.a . Sì, cattoh oi e democra tici •si rassom.igliano a pieno . Non pensa,no, credono. Sono religios i, non filosofi. Ambedu e sono vec– chi, p~t i, anzi sor,passati. ., Perciò la vittor ia, se non saJ·à della. Germo.nia polit ica, ;saa-à del suo ideale. E ssa può chiedere o conoed~re la pa<!<l-. Orma i essa ba vinto. H in- denburg ,basta alla sua gloria, m ilitam , c.hè un 'al. tu-a l 'atten de, -quella d'àv ere impos to il suo idea – le del dovere della. conquista, a tu tto il mondo . Anche se fosse vinta, sarebbe vinta da- r,e 'stessa, cad.reblbe ai piedi di se stessa., com e già la Gre . eia prigion iera milit are, di ~ si impad ron l J i Roma, spiritual e, Se fosse così, saremmo _per la Germania E se, fosse da.vvero cosi, non oi sareb-be nulla. da opporre. Anzi io non mi sentil'ei soltanto ger– ma.nofilo o·ell 'ideale, mn, Mlohe nel reaJe, e neJ- 1 'interesse dell' uman ità e del m io paese stesso mi _aug urerei, aiut erei magar i la vittoria della Germa nio.. L a. qual e, se p-roprio ,·appre sentass e l'ideaJe disegnn.t,o, l 'ideale moderno, sarebbe de– gna di vincei-e, dovrelibe domil1Jl,l'e, bisognereb. be per il bene di tutti clie la ri verissimo e la. ob. ,bedissim o com.e gu.ida e pad<tona. R iconoscer e e sottomettoosi alla, superiorità non è fo:rae il pii– mo dei •dover i di un uomo mora le? Se il nost ro pa,ese con quelli ·dell 'In tesa è o.mmala.to di astva tti smo, quale mi,glior prova della $ila guarigione del farsi edu~we e oondurr e da i paesi dello storicismo e del Tealismo, German ia ed Austria - U ngiheria.? E io non du hito che sott o le paro le di coloro, c,he augurano a.ll 'I talia di vin – cere ma nello stesso tempo le indica.no come so– la strada, d,i vittoria, accettare le idoo del nem ico, ci sia l' altra speran za di vederci un gio~no torna.re alla amicizia ed all 'alleanza coi te - . tedesch i. Lo. logica lo impon e, a.nche se il senti– mento lo comba tte. Il vero german ofilo non è tanto per me quello ohe· fu tn.le prima della di– ohiarazione di ,gu 'er.ra ., magruri sotto ·fonna di neu – trale, ma quello _<lhe·vuo le veder vincere il pen – sie,ro tedesco nel nostro pa.ese, runche se la guer– ra, m i[jtare riesrnsse favorevole a noi, peroh~ le vie.re vittorie sono quelle delle idee P, non quelle degJi esercit i. In tanto = cosa, affei-nl'o: ohe la 'German ia, non rapp resenta oggi quell 'ideale moderno aJ. quale ci si vuol oonvert ire, e che noi sio.mo mol– to più modern i, molto più ideaJisti, mo lto più rea listici di quello ohe oi ve~lian far pa.•sare i germwnofili. Non bisogna =ttare la polem ica, come finora si è fatto , s ul ten:eno oocomoda,to da. essi. Ess i oi me ttono dall a, parte, dalla qua le si è siouramen~ perd enti. Troppi di noi hanno avu– to l 'ingen u.ità. di difendere i dirit ti ast ra,tti 'del– l 'uomo, di f are ,gli orato,i dei deboli e degli op– press i in quanto tali e non per altro. No. . La 'st rada da prend ere è un 'altra. Anzitut to · la Germania con la sua proposta di paco ohe coaa è pure stata costre tta ad ammette re? Ohe da questa, paco deve nascere una, confedera,zione di popoli clie sia. una garanzia della . dm·evolezza della. pace stessa.. La German ia ha, accettato il pro,,<>Tamma dell 'Intesa , an"'i di coloro ohe nella Intesa pot eva,no più degli altr i essere aoowiati di nut1ir e desid&i inlfecondi, pensieri astratti, :fai·. rnet icamen ti idillici, umanitareri e ed alt rettaii baJ.ooohi democratic i. La Germania. è veramente la vinta neJ mondo ideale. Anch e se Yin.cosse an– cora militarmente, essa. è sconfitta neJ suo ideele. Il suo ideale è rovesciato dal nostro, poichè que– sto s i è imposto alla stessa, Germania. E se si è imposto, ohe cosa, vuol dire? Vuol di.te che qu este astrazioni, in nome delle qua li si sono ohiamati al duro sacrificio delle vite e dee gli a,veri dieci •P,Opoli, non sono nè oosl astra tte , nè cosi vuote, nè eosl antisto1ioh e come si vuol fM'e credere. Vuol dire ohe esse ,;i sono dimwtm– te più fort i e più grandi degli ideali tedesobi. Ri– diamo pure insiem e dei diritti affermati senza fora.o, ma non potr emo più ridere d.i quei diritt i, tocca.re i qual.i signifi~ susc itare un a forza. Rj. dano pur e i moohiavellini e, bismarcotti in rit ar – do, dei nostr i sentimental ismi, non potranno più tantQ ridere, q=do li veclra.nno pesar e sulla -bi– lancia, della gue.r>ta.. Egli è dhP. par evano sl, sen. za forza : ma. la. forza, c' era . Quel ohe mancava a.i tedesoh i era l'occhio per vederla. Libertà, indipendenza, ideale moderno Qui sta la loro poca modernità. Essi non han– no Gentito e non h=o ca.pito Ciheneg li altri pae– si c'e ra un tale amore per la libertà , per la in-

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