L'Unità - anno IV - n.22 - 28 maggio 1915

692 /o,u/rrr r ajfrrma:ìo,u dr/la IIUts sitò cht la parr fut11ra sia pau stabilt e giusta, con una spttir di propaganda ttduco.fila diretta 11 scusnrr la Ctrmania del delitto compiuto 11rl provor11rr qzust11 odiosa carneficina. E ro11rhi1ult: • Il militarismo ; 111111 piaga g,- 1ural, ,· ""' i u r10 cht il suo upo 11cnte pi zì prricoloso, prrd,; pi,; sirnro di sr e scil'1lti– Jicamrnt,• org1111izu1to, fu hl ,: In Camania: r 11111/11 si può /art si11chf lt, Cerma,iia 11011 s~ prrrnnd~ ~hr anc/Jt' un11 unzfone non mi– l,tr,rc, rom r /11 11ostrt1, sapra stancarla e vi11crr/(l. Ma ul'l momrnto iu cui quel pumo rssn1zinlt sar,ì ottrnut o, dur partii.i si /a– ramro srnti rt. I..' 11110 chitde rà 11110 pnct co11- vnn.io11alr, buo,ia a prrpa rare tm' infi nita st – qurla di gur rrt in nfJflwirc, basata su acci– dentali spoliazioni, o su me:u mis ure in.s11f– ficin1ti a riparar, o a dar ordine : I' allro dotna,u/rrà garnn:ir prr r avvenire drl mondo. Qurn' ullitna pau 11oi vogliamo. E questa pau il 11os1ropnn r, u saprà nu r saggio, tlovrtì nigrrt chr siti assicurata da Si r E. Crty•. So110 idtt, a11cora 1111 po' ,u bulosr. Non si r 1 rdono ancora chiart n; le linu particolari dr/ 11uovo ordi,iammlo grografico, 11i le nor– mr che dovrrbbrro regolarr il fzwz ionammlo dl'lr auspicato Stato mo11dinle, il q11aledijjitil– melltr potrtbbr rsistrrt q11alora riman essero in pitdi lr veuhit barrirrc doganali, per 11011 ci– tt1rt che w u, drllr 1111mrrose e gravi t!ijjiroltà rontro ogni sisu mnzione pacifica i11Un1t1zio11nle. 1 '1"snrtibrnr srguirt'con atte11zionr questa cor– rrntrdi it/1•1• : forsrc i trovim110in presen'ZIIdi un primo ga me desti11ato " ,m grande sviluppo. C' f in qursti prim i abbozzi qualcosa di assai mrno utopistico chr a prima t1istanon appaia . At uhr a t1olrrr considna re come premat u– ro il progra ,,1111n di 1111 solo Stato mondialr, nr,chr II volrrsi limitarr n ,ma lega, a cui 11011 ad,n'ssuo i11 pri ncipio s, non lr sole potn,u m11igtrma11irhr r quelle che u11tisu ro la 11,r,ssi td di garn, tirsi contro il proromper, di u11a nuova rrisi, ,h, riuscirtbbe rovinosa per tutt i,· - 11011e'; 11tss1ma utopi11nel drside– rart rhr lnghilttrra, Francia, Ru ssia, Italia, e inton10 a questo nucleo rt11trale tulli o q1 11- si lutti gli Slnli mino ri d' Euro-p11, - itt prima linea gli Stati balcn11ici - si rizmiscnno per garr11tire il nuovo 11ssetto internn:ionale con– tro ogni ripresa ojfr r1sioa dei vi rtti. Non si trat– ttrthb r. insomma , chr di sostituire ad "" si– stt ma di equili brio i11st11bile, qual' è stato in qursti ultim i tn11pi q1ullo che risulta t1a dal contm ppo rsi d,rlln 7' ripli cc i ntesa alltl Tri– plire Alll't111u1,un sist,,,111di equilibrio s/11- bilr, risulta,ue dal predominio nssofoto di una lega q1111si ruropr11 contro ogni ttt1tatìt10 di– rtllo a turbar, In pace. La lrga a11tigrrma11ica 110n avrebbe comr scopo il disarmo : dovr,bbc, anzi, proponi di mm,tn, rrr i,i pitdi "" insieme di forrJ mi– litari s11firim tr 11far passare qunlzmq,u vo– glia di aggrnsio n, agli Stati dissidenti ; e il prso dtgli armame,iti 11tussnri doorebb' es– Strt distribuito fra .,gli Stati collegati ir1 pro– por:.ione dtlla -potrn:a finanz iaria di ciascuno. B isognuebbr, insomma, che tutta lo lega adot– tasse u,r progrnmm 11di costru:ioni 11nvnli r di sptst terrrstri analogo al progr11mmadi costru– :ioni nm,a/i, eh, h11seguito I' /11ghilterra negli ullimi 01111i. Di fronte ad ogni nume-modi for..a militnrt dtlla Cermani11, la lega aumrntereb– be, ptr rs., dt'Idoppio lr foru militari proprie; 111aquesti 111om•11ti a,u/rrbbuo distribuiti fra 1m grmulr numa o di Stati collegati, e perciò rirscirchbu o rt'lt1tivt1mrntt lrggcri per tutti. Contro qutstn ullma di forze, la Germ1111ia si srmircbb c incapace di lottare. E venutal e 1"1'110 In speranza di ,ma rivincita, che COSII lr ri11u1rrtbbr se 1101111ssociarsi a/In maggio– ranza? Quando qursta adrsiouc della Germania agli Stati Uniti d' Europa fosst avvtn uta, r o- 11rr, dr/le spesr militpri polrebbe alleggerirsi t11ormtmt11U ptr tulli , t le /or..e armate 11011 sartbbuo ma11tr11utl' chr ptr Jr ,uu ssità del– r ordi,u intrrflo di ciasnm Stato e della po– lizia rolo11inlr. l mmagi11inmo un' isola, divisa fra pochi pro– prietari-piantatori, braoissima gente, che ha solo il vi:i o, di spostare le piet re Jerminnli, ora t0'1 u,in astuzia, ora con un pretesto im– magina rio. 'T alr mariia, basat11 pi1ì su/I' am– bi: io1u cht sulf i11ures e calco"1to, è tnlmo,u invalsa, tht ciasrnn proprietario deru 111a11te- 1ur, al proprio uro i:io numerose guardie, 1mi– c11mrntt allo scopo di sorvegli11rei con.fini. Le guardif chr luuwo i,iteru se a mantenere viva In gt'losin, non di rndo si azzuffa no frn di loro. Co/ tempo lfl .rpesn complessiva si è talmente arcrtsciutn, da nggmvnr1.·il costo dei prodot– ti del suolo, chr 11011 reggono pi ,ì la concorrtt1za dellr iso/r vicine, 11011soggette allo stesso i1t– to11ve11i,11tr. ( È. noto ;,, parentesi, che quem /alto si aVfJtra .fi,i d'ora fra l'E uropa e gli Stati Uniti d' A merica, quuti p roducendo a miglior ronto.) I proprietari , semplicioni che siano, dovra11110o prima o poi vmi re a que– sto rngionnmrtllo; la spesa della soroeglin11:a dri ronfi,ii 11011 oale r impresa, ni singolar– mr11u, ,,; rompltssivamente, perchi ciò che zmo dei proprietari usurpa oggi dal oicino, gli orrr,i tolto domani tlalI' nitro lato. I lr"tniti delle pia11fllgio11i essendo ben stabilili, non ' L ' UN I TA t•1 , 11in,1t di pi 1i /nlilt lht di coml,inart 1111 accordo gnu rnlt, ptr smtlltre quel maI' a– bito. Sinno parifi ri td i,itangibili i co11.fi11i, qualsiasi tosa aw,,r ga. Può ; possibile, a11:i ; facilt, eh, u,ro dei proprittari noti ooglia "dtrir, al pano. Il dissnrr.it11t, vrrrà nf/f.Jrr– tilo chi' r unionr dti pia11t11tori,io11tollererà pizi , 11rl/ 1 m,vfnirl', "lr111111 usurpa:io,u di Jerr. no, t' lht• lt guardi,·, lhl' saranno 11urnte- 1,11fl' in sl'roizio in numtro rsubrrM1fl', fa– rnnn() rispl'ttaft' il pano, nnchr colla for.,11 sr otto ,wssr, rontro il singolo dissmzimte . Na turnlmrn tt, sarà 11rl'sst1rio cht 1ul1" Lrga ogni Stato si tro,11'a mo agio, r uon sia tmtato di usrirnr ptr nggrrgarsi 111/amino– ra11za dissidrnll'. Pn riò In Ltga dovrebbe avrre ,m 1,ffin·o rt 11tralrprrmmunfl', il quale dovrtbb, intrrtir,iir, rnso prr caso ptr dN'i– mrr, ogni q:ustio11r doganale, coloniale. ftr– rovin rin, portuaria, rrr. f ra i pntsi associati . E poichi I, raust pi zì prricolose di attrito sarnn110, a,uo ra ptr lzmgo ltmpo, in Eur opa i confi itti na:io,wli nei territori misti, In Lega dwrtbb, aver, 1111 ro111in110diritlo d' i11ur– t1t11to,ugli Stati di 110,z omogenra costitu:i ont ttnir11, ptr tuttfort i dfri ui dr/le 111inorat1:L co11tro I, maggioran:r: ptr u., slnbiliu ton p ,1110 i11ltr11t1:ionalr, 11t l prossuno Congrt sso. le gaun:it cht assitu ri110 J·,, Boemia ai tr– dtschi' Jr libertà ,ia:ionali, il Cousr"glio un– trale dr/la lega dot•rtbbt ts srre tutore dtlln mino rm,:a ttdtsra cotltro og,u" ,vnztunlr so– pra.lfa:iont' dt/111maggiorm1u1 r:rcn ; rosi ptr r· polnuhi rr'sprtto ai russi, prr gli slovmi risp,110 agi' italiani, per gf ttaliani risptllo ai strbo-rro11ti di IJalma:ia . Finalmrn tr, l' mlniom· dr/In Gtm111ni11 agli Stati Uniti d' H11rop1111vvrrrtbbt tanto prim a r ta110 pi 1ì facilmmtt, quanto minori mo– tivi permanenti di m,uorr i trdtsrhi trovns– srro uri 11110 10assrtlo i111rr11az.io ,wlt. ffun o 911,sto prrs11ppo11, 111'/la maggio– ran:a drgli uomini di lii/li i pani f abba11- do110 d,lln ml'ntnlità imptr ialislll, il dtside– rio dr/la pnu I' dr/ lavoro muso al di sopra di ogni itlgordigia di ronquistl' , di bottù,o. .1\l a qutsta gurr ra avrà prr rrsultato, nrl– r umnnit,l r odr 0 0 C0l/lro r impninlismo , la stanrhr..:.a, la impossr 0 bi/ità d,llr tnormi sptse mr'/itan·. Bisog11a approfittar, di q11estt1ùn– mancabill' ren:ione parifista, eh, seguirà alla guerra, ptr Mtart 1m novus ordo, che c1· ga– rnaisra a lungo tolllro 111111 111u,t1a ripr,sa di barb11rir. OosERVER. II Comitato della " Leonardo da Vinci,, a Balsorano. I. La prima idea di quel grupp o di amici, che nel pomer iggio del 14 gennaio scorso si tro– varono d'a ccordo sulla necessità di fare qual– cosa per i dannegg iati da l terremoto del giorno prima, fu cli venire subit o alla • Leonard o•· Qui, certame nt e, ad altri doveva essere ve– nuta la steS.t;.'lidea . Qui certa mente avremmo trova to consiglio, aiu to, uomini di fede e di volontà, ai cui ordin i avre mmo potuto mct • terc r opera nostra. E qui, infatti, già la sera del 14 gennaio, Angiolo Orvie to. Nello Tar • chian i, Paolo l{zielli, costit uivano quel centro cli organizzazione per la raccolta e l' invio dei soccors i, alla. cui azione rapida, intelli– gente, generosa noi - che sia mo andati sui luoghi - sentiam o di andare debit ori di quanto siamo ricsciti a compiere laggiù. Nello stesso pomeriggio del , 4 avevamo telegrafat o al Ministero clegl' int erni, per an– nun ziare che ernvamo pronti a partire con un automobi le e medicine e primi soccors i, offerti dal dot1or Giglioli, il dott. Gigli<,1!, du e infermi ere che non aveva mo ancora scelte ma certo si sarebber o tro vale, e un , chia mia– molo cosi, gener ico. Domandavamo che il :\'li– nistero e' indicasse il luogo, in cui la nostra opera potesse ricscirc più opportuna. li me– dico e le infermiere - pensavamo - sareb– bero rimaste sul luogo indicato per i soccors i più urgenti ; il generico, fattasi cogli amici un' idea som maria dei bisogni locali, sarebbe ritornato coli' automobi le al centro più vicino; e di qui avrebbe telegrafato al gru ppo della • Leonard o• le necessità immediate e più lon– tane, concorda ndo e organi u.a nclo l'opera si– stemati ca di socc~rso. Intanto a.Ila • Leonardo » avrebbe av uto luogo la raccolta. del denaro e degl' indumenti, o si sare bbe preso nota delle persone disposte a recarsi laggiù. 11 J\'lin iste ro degl' int erni non rispose che due giorni dopo, <1uan do un primo gruppo, impazi ente, era già p.'lrtito. Non è il caso di fare crit iche sterili sul passa to ; e ta nto meno di affermare responsabil ità person ali degli uomini, che stanno oggi al governo, sui qua li s..'lrebbc somma ingiust i1.ia sc..'tricare il peso di una impr e\'idcn1.a, che ~ stata, per lunghi anni, in tutti i campi dcu· amministrazione, la fomlUla sistematica di altri uomini, i cui erro ri non si pos.<.onoripa.rare da un momentii J ali' altr o. i\la la espe rienza dc\·e ben servire a qualche cosa. E dopo la nuova crisi de l gennaio passato, dcv' essere lecito a ffermare la necessità che in :wvc nirc, su disastri come <1uello del gennaio passato, le notizie esatte non debbano farsi ::\Spettare per t re giorni , e anche piÌ.1, riman endo cosi parali zzata o sv iata ogni ini ziati va di socco rso, mentre ~a sollecitudin e cicli' azi one rapprcscnt.i, in questi casi, un eleme nto preponderant e della util ità dcli' azio ne ste:,-sn. Per organi1.1..'lre un servizi o rap idissimo di segna lazioni, dinanzi a dis..'l.Stri come quelli di cui il nostro paese ha il triste prh·ilegio, non occorre nessuna complicazio ne di nuovi organi am ministra. ti\'i e burocratici. Basta sem- hl Rdadoae ltlla alla • Lto1erd0 da \11.QCÌ• di Firtcze, la sua dtl 17 apdle 191j. Il resoconto 6nacuario !arl pub– blicato dal Comila to d('Jl.;a• Lconatdo •· plicemcntc che nel regolamento telegrafico sia fatt o obbligo a tutti i telegrafisti di comuni care al Minist'cro dogi' interni, imm ediatame nte, con preccdcnz:l asso luta , In not-izia di qual un que movimento sismico venga dn essi not'at-o. Jl giorno, in cui al :Ministero degl' iniern i si ve– dessero piovere, in poche ore, a centi naia i telegrammi di questo genere, biso&'l1erebbe es– sere privi di senso comune per non sospettare che e' è stato un terremoto . E segna ndo su una carta geografica i paesi, d.'l cu i pro\·engono i telegrammi. si do\•rcbbc certa mente no– tare, qualora \'Ì fosse stato qua lche gra\·o dis.."\Stro, che da l centro de lla zona, da. cui \'engono le scgnala7.iOni, nessuna notiz ia ar– riva : lì, evide ntement e, gli uffici telegrafic i sono andati in rovina ; li è il centro del mo– vimento sismico, mentr e le città , intorno , che possono ancora. telegrafa re, rappre sent ano la. zona. poriforica, che lm sentito la scossa senza esserne distrutt a. Questo si deve pot:er ca– pire in un paio cl' ore, stando a Roma, senza bisogno di aspe ttare i rapporti delle autor ità locali, le quali per avven tura possono essere già morte tutt e. E subito si pot rebbe telegrafar e o tele– fonare d..'\ Roma. alle au iorità dei paesi peri– ferici, affinchè •mandino con automob ili, mar– ciand o tutti verso il cent ro della zona che si sup pone da nneggiata, delle sped izioni di pron– tissimo soccorso e di esploraz ione, accompa– gnate da operai che ristabiliscano le comu– nicazioni telegrafiche distnattc. Con que5to metodo, che non richiede nes– suno sforzo sovruman o per essere escogitat o e att uato, in dodici ore al mass imo, i primi s– simi soccorsi dovrebber o arriva re dai paesi vicini ai centri danne ggiati, e si dovrebbe avere a Roma un'id ea chia ra dello sta to delle cose. Da questo momento in poi, bisognerebbe che il Governo si affidasse più che fosse pos– sibile alle iniziati\'C dei comita ti: da ta ai giornali la notizia dei comuni danoeggiati, coi bisogn i, per quanto è possibi le. particolareg– gia ti. che si sento no in ciascun comun e, il Governo distribui sca il la\·oro fra i com ita ti di soccorso, assegnando a ciasc uno di ~i, se– condo le capac ità finanziarie, una dete rmin ata zona d · azione : e affidi ai funzionari civili e ali' esercito quelle solo funzioni, che non pos– sono o non debbo no essere compiut e dai co– mitati priva ti, o per le <1uali non si trovano comitati in numero sufficient e. Quali fra le funzioni di soccorso debban o essere lascia.te ai comitat-i ; e di quali debba conserva re li\ privati va il govern o; e quali fra queste debbano essere affidat e alle autor ità civili, quali alle milit ari ; - è probl ema assai grave, che non ~ qui il caso di discutere. i\·li baste rà solo affermare la mia convinzione, frutto della duplice espcr ie1n.. 'l di chi una volta ha avuto bisogno di soccorso e un'altra ne ha portato, che la massima parte degli errori e delle deficienze, che si sono finora deplorati ncll' opera del go\'erno e de i pri– vati, non ò dipcs..'t mai nè da catth-a volontà né da scarsezza di mezzi : è dipesa dalla man– canza asso luta di una logica distribuzi one delle funzioni fra le autorità civili e le militari , Gino Bianco fra le autorità e i comita ti di soccorso. fra i dh:ersi gmppi di autoritl civil i ; per effetto della qua le mancanza ognuno si crede in do– nrc o in diritto di fare ogn i cosa; e ci sono uffici che sono compiu ti contempora neamente da tutti, mentre alt ri non ~ono curati da nes– suno; e molti disperdono le loro (orze in ini– zi :i.ti \'C in cui non hanno nessuna compet enza, mcnt ro tra scurano di fare il bene proprio i,u quei ca mpi in cui In loro esperienza sare bbe preziosa; e si risolve cosi il problema di rag– giungere il minimo uti le col mnssimo sforzo; e si sperpera no somme cd energie enorm i a conchiud erc poco o nu lla, mentre con molto meno si potrebbero contentar tutti. A detenninare questa logica e nco.-ssaria dis tribu zione di funzioni si dovrebbe p."'Ovve– dere , facendo tc:-.orodelle esperienze trascorse, senza stare ad aspet tar e che ci sorpr,·nda, impreparati , un altro disastro. Lo st udio do– vrebbe cs._c.cre fatto dai comitati di socco.so . E la • Leonardo • compirebbe , a mio pa.rc1~. ope ra estrem am ente op por:tuna e merito ria, se riun isse. non appena le condizion i dello spirit o pubb lico lo conse ntano, un convegno dei comitati di soccorso per discut ere que– sto, che ò un vero e proprio prob lema pre– giudizia le, scnz;,. la cui soluzione ((ll.tlunqu o iniziat-ìva, per quanto int elligente e riccament e sussidiata. correrà sempre rischio di essCrc sviata o par.i lizzata o di far dopp ione con altre. Il. :\fancand o, :i.ncora nel pomeriggi o del 15 gen– naio, ogni sicura notiz i:i. intorno ai luo– ghi da soccorrere, gli ami ci della « Leonardo • tro\·arouo opport uno che Giglioli cd io par• tissim o scnz' altro con le medicine e con una decina di s..'\Cchi d' ind umenti raccolti nelle prime ore de lla organiu.azione ; col treno suc– ccssi\'O S..'l.rcbbc ro partit e le contessi ne Neri na Gigliucci e Nina Bellcga rdc, che si erano su– bito offerte come infcn niere. 11 programma sommar io era di portare i soccorsi a qual che piccolo comun cllo ,de lla .zona fra. Sora. e Avezzano, che essendo pi\1 distante da nomn e avendo sca.rse probab ìlil'.'l di aiuto da lle provi ncie conter mini dcli' Jtalia. meridionale, corresse peri colo di cssciro abban – donato clfl. tutti. Alla stazione di Rom,.1., la notte del 15, la Signorina Dallolio, venuta ad aspettarci, si offrì anche lei di acco mpagna rci. li senatore Franchctti ci fece dire che non partissimo prim a di a\·erc parlato con lui. Ed era, in– fatti, opportuno aspettare : le comunicaziorù ferroviarie erano lent e e disordina.te ; muo– versi alla ·ventura era voler perdere un tempo prezioso ; meglio arriva re sui luoghi alcune ore dopo, pur c 1 i avere la sicurezza di arr i– vare, che riman ere a mezza strada per la troppa fretta ; d ' altm parte, alle 6 del giorno 16 sa.rebbcroa. rrivate le Signorine Gigliuccie Bcl– legarde e avremmo pot uto partire tutti insieme. E partimm o, in fatti, la matti na del 16, con l'a ut omobile del sena tore. Fr anchetti . P&r– chè era questo , che il senat ore Frnncbetti ci disse: ci offrl l'automob ile. Qucst' uomo, c;ul cui spir ito giovanil e gli ann i sono passati in– vano, è stato la provvid enza nostra, o non di noi soli, in qu elle settim ane di lavoro af– fannoso : la sua casa fu il quartier gene1aie di chi anda va e \•eniva , il deposi to p,...r lo scarico e il carico delle merci , l' uff1Cio di in– formazioni, la segreteria per le com unicazioni con le autorità. Senza questo pr<'zioso punto di appo ggio, e so.nza la cont inua , affettuosa patema assis tenza del Francbc tti , io non so se avremmo potu to condurre ava nti l' opera nostra. E a l senat ore Franc hett i, non meno che ag li anuci di Firenze, noi sentiam o il dove re di esp rimere la nostra riconosce nza. L'autom obile, colle tre signorine in for– micr e, il dott. Giglioli, fornita di pane, latte e medicine, pnrtl verso Sora . Aveva mo letto sui giorna li che a Som era andata la Marchesa Adele Alfieri. E ci si tròvò tutt i d' accordo ad andare dove sperava mo incon– trarci con la Mar chesa Alfieri, e metter ci ai suoi ordini. A Castel Liri cominciam mo a \'edere i primi effetti del disastro : ma qui un comitato di signori napoletani era giunto prima di noi : lasciammo loro un po' di latte e di uova per un giovine tto estra tto propri o allora dalle ma– cerie, Attraver sa mmo, senz a formarci , Fon-

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