L'Unità - anno IV - n.22 - 28 maggio 1915

' L!UN I TA dcra1.ione vien e :l ma nca re ~ Ognuno ri– pren de la propria libertà d' azione. La Prus– sia non è più in grado di assicurare con P egemonia milit:1re, l' invndcnz:1 commer– ciale ? E sub ito, im plicitament e, tutti co– loro che lo sopportilno solo a t:ilc condi– zione., si sottraggo no al vincolo imposto. Di front e a questa decomposizione, di front e a questa inevitabile scissione, l'Au– stria : lenta, sicura , uguale sempr e a sè stessa~ e quel che più cont a, in cerca d i una dirett iva, in cerca di un suo alto di– venire politico. Questi i movent i genera li : moventi part icolari, il malconrenfo delle sfere influent i cont ro i ted eschi di German ia per In sconfitt a toC:cata, gli spadroneggia– ment i sub iti, le minacce velate e indimen– ticabi li di· smembram ent o. La via nitovis– sima sa ~ù indicata insieme dalla intrin seca natur a delle compag ini politiche, àalle ne– cessità din astiche e da) rancore: e l' Austria Cercherà pro babilment e in German ia i com– pensi per la perd ita della Galizia e delle regioni meridionali - Bosnia, Venezia Giu– lia, Trenti no - ; tenderà, in alt re paro le, ~ rigermanizz:usi : tend er:\ a un secondo progetto gçrmanico. I primi accenni. Gli indizi non m:m c:mo : scarsi e incom– presi dai pil1, ma significa tivi per chi sa riconnetter li ii\ una tela più ampia. Il 10 d i ap rile C. D. scriveva sul Corriere dr/la Sua che in cerri ambienti viennesi, si vorr ebbe che la Gcrmanin, per da re il buon esemp io e salva re le appa renze, in caso di una cessione del T rentino ali' Italia, rettificasse la frontiera de11a Boemia rega- 1:m do ali'Aust ria il p·iccolo cuneo di Zittau. Che retro-tra ttat ive si svolgono su questo argo mento, pare indubbi o. Or è qualche giorno un giornale ol:rnde se, i.I Polk, ritor– mmdo sul tema, precisava che a Zitta u c..ra sta to sostituito qu:ilchc cosa di più : dappr ima un pezzo di Bav ier:i, la cont rada di Berchtesga dcn, pc i un bran o di Slesia, il territ orio di- Gl:nz. Notate : finora sono rett ificazioni di fron– tiera : ma in Austria, con quesrn vaga lo– cuzione, come oggi si comprende la cessione del Tr entino, si · potrebbe in seguito com– prendere ben altro che quelle malinconie di Zitt au e di Gb tz. È la • forma mentis » che lentam ente si deli nea : è il parti to che pro– posto da un di plomat ico inte rprete del pen– siero comun e, può trascin:ire con sè tutt a la congerie delle superstiti forze austr iache. E questo indirizzo menta le non si va cre:rndo nella sola Austria •: come possono attestare corrispondenze parig ine dello scorso sette mbre. e sopratutt o gli articoli di Emilio Brunet, deputato di Charl eroi, publi cati sul Jling1ièmr Siècle di Le Hav re. La Germania non sospett a qua le temibile e insidioso avversario I' avvenire le può pre– parare in questo. nllcato bntt uto e trepi– dant e : sarei tenta to di dire, quale ter ri– bile pena la Legge di Giustizia le appr onta in ques to cieco strum ento della sua prepo- tenza. · La Germania immobilizzata. Ci limitiam o necessariament e a queste constata zioni d i fatt o, a que sti da ti che de– duciamo dallo studio delle teleologia sta tale elci due Imper i. Fin qui possiamo giungere ragionevolment e : anda r più olt re, voler d e– terminare mire impreci sab ili, pcrchè per ora inesisten ti, sulla Slesia, o che so io, sarebbe v:mo dilettanti smo. Ci import:1 fisSare il fenomeno che mag– giorment e ci interessa, nella sua gene ra– lit:\ : il probabile ritorn o della monarc hia austro-ungarica \l'CfSO la Germania, la pro– babile sua rigerman izzazione : e vedere quale connessione questo movimento può ave re coHa que stione donde abbiamo preso le mosse : I' imm obilizzazion e della Gerina nin. Qu ando noi discorriamo di una espan – sione polit ica quale è quella temuta della Gcrmnnia, dobbi~mo presupporre che il cen– tro b:tSC di questa espansione sia piena– mente compatto : sta to ben di fferent e da quc l1o che_si .produr rebbe in Ger~ ania ~l– i' indomam d1 unn sconfitt a per 11 dop pio fatto del rilassat o rappc rto fra Nord e Sud anzi fra Pru ssia e Renania, e deg li ava nza– ment i compiuti o :1nche soltanto progett ati dcli' Jmpero austri aco in terra tedesca. Si ripr odurr ebbe infatt i quel sistema di anta gonismi che ebbe in Aust ria e in Prus– sia i du e cardini opposti : chè se PAustria si ingran disse in. Germania non potrebb e farlo che a da nno della Prussia, princ ipale respo nsabile della catas trofe _comune. La storia si ripete. Ancora l'Aust ria o la Prus– sia si contr asterebbero. li periodo dal 1866 al 19 15 non sare bbe stato che un peri~o di tregua. Assiste remmo a un vero e proprio '66 a rovesc io : al ritorno dcli'Austria . Questo ritorno, e qui sta il punt o, sa– rebbe sufficient e per dar luogo a una lung a serie di latenti sospett i, e di a.peni dissidi f.rn i tre nucl ei fond ament ali, l'austriaco, il prussiano, il renano, rnlc cioè da gara n– tire I' E'nropa da ogni espansione etn ica e politica della razza tedesca. L:i Germania non potè muove rsi finchè quei tre nuclei si mant ennero autonomi in essa . Bismarck ne cacciò uno, aggiogò Pa1- tro. La Gcrmani :i.non si muoved , se a guerra firùta tutti e tre risorgerannG. La conve– nienza attua le dcli' Europa consiste dun – que nel promuovere il risorgim ento. Politica òel settecento. Convenienza generale del!' Europa, ~r:i bene. È però presumibil e l'a tt eggiamento di ogni singolo stat o di fronte al fenomeno politi co che noi sopra abbiamo suppos to ? L' indagine sarebbe disperata, se la sto– ria non ci si riassumesse dinan zi in un precedent e ca ratt eristico. Ritorn i :i.mo all'a n– tico : nientel"\leno che alla guerra dei sette anni . Verifica ndosi l'i potesi di cui sopra ho discorso, alla fine di questo sconv olgi– mcnf sj stab ilid. in Europa un assetto diplomarì co corrìsponde nte alla situazione guerresca di allora : diversità formale, iden– tità sostanziale. li punt o di contatt o più saliente ci sad dato da1l'Au stria, che cercava :l.llora di mant enere e di riacquist:lfe lt sue po– sizioni germani che, e che si rivolged do– man i, non sappiamo come, non sapp iamo per dove, ma si rivolger:\ certam ente co– tro la Pru ssia. Gli int eressi ant iprussian i degli altri sta ti germ:i nici, come esistevan o. allora, rivivrann o domani : e come accanto ali'Austria scese la dieta imp eriale germa– nica, così domani, accnnto ali' Au stria , non in conflitti fratricidi , ma in decisi dibat– titi, nei consigli e nei parlamenti, si schie– reranno bava resi e renani. Gli stessi inten– sissimi legami che avvincevano la Russia alla Pru ssia, fatt i di rapporti comme rciali e cult urali, di simpatie di governanti, I' av– vincono tutta via, nascostamente. Allora uno solo fu sul contin ente l' alleato di Fede rico, lo Zar Pietro III. E poichè doman i la Rus– sia sarà pur sempre l' unico stat o cui non mina ccerà vitalment e una rivincita prus– siana, pctremo vederla mutare bruscament e la sua dirett iva pclitica. Infine le nazio ni che allora erano offese dalla subitan ea espan– sione prussiana , Fran cia e Svezia, appog– giarono l'Austria : donde appar e chiara la condotta delle nazioni, cui sa d di peri– colo la unificazione completa o la rivincita germanica. ' Esse sono oggi Fran cia, Inghilterra e Ita lia. Per la Fran cia, la disunione germa– nica è ancora , come fu sempre, insieme sicurezza dcli' esistenza e motivo di pro– sperità e di vantaggi tcr ritori.-ili : perciò sostèrd l'Au stria incondizi onatam ente . L'I n– ghilt erra e I' lt :di:t, invece, fanno della im– mobilizzazione german ica una condizione solo tr:rnsirnr ia della loro vita nazionale : non pcssono guadagnar ci su . Quindi spinge– r:inno l'Austria , ma fino a un cert o pun to : fino al punt o cioè in cui per il suo avanza– mento in Germ ania la imm obilizzazione sia conseguita , l'equilibri o raggiun to. Obiez ioni. Parr:\ che a trop po caro prezzo questo equilibrio si compri, e che sia im perdona– bile impru denza favorire l' :1ccrescimento del num ero e dell' influen1.a. dei tedeschi nella monarchia austro-ungari ca con grave rischio per le altr e nazionalit:\ che rimar– rebbero sotto gli Absburgo e per la int e– grit :\ del nostro territori o quando noi riu– scissimo ad adempiere i nostri voti. Ma in definiti va, cosa vorrebbe d ire un :i.ument o di tedeschi nell' Impero l L:t im– pcssibilità del tr ialismo o di ogni forma consimile : vale a dir e, la s:ilut :1re esclu– sione della minaccia che maggiormente in– comba su popoli appena sort i alla vita na– zionale come I' iugo slavo : i quali possono essere legati dal lustro di :iutonomic addor – mcma tri ci, e priv ati per sempre di quello che vera.mente spe tta loro in avve nire : )' ind ipend enza. O credete forse che i ted e– schi pctrebbero. riuscire a compiere contro gem i comp:nte e prolifiche ciò che colle persecuzioni non han no p0 llH O contro go- . riziani e istri ani ? Più ancora: credete che in un'A{1stria germanizzata il trono e il governo continuerebbero i loro tentat ivi sn:lZionalizzatori, quan do l' asse della mo– narchia si sar ebbe spos tato dal medio nel– !' alto Danubio, quando le mire auliche ri- 1>pe t to a)l' Ungheria e alla Croazia sarebber o ridou e al rango di seconda rio ? In effett o queste n:rz.ionalid non pctrebbero non Ct'ol– versi verso il distacco finale, senza essere pregiudica te dal regime austriaco. Qu:i.nto ali' altra obiezione, che una grande Austria non possa sussistere senza Trieste o Fi1.11_ne, e_ qui ndi senza una nostra ,dolo– rosa nnunc 1a, ecco: Se essa mi ,·ien mossa da chi opina che I' unific:\7..ione di tutt a la massa tedesca in Gino Bianco un, solo srnto port i come necessaria conse– guenza lo sbocco a Trieste, non ho nulla · a rispondere. J faui ~oli possono decidere : e decider:1nno, io credo, il contrario. Ma non comprendo come mi possa essere op– p<2sta da chi ammett e la tesi delP Unilà : la; Germ:1nia unita ; P Italia a Trieste, Fium e autono ma. Perchè se si riconosce la possi– bilità che la pressione di tut ta In. complet a massa tedesca non sia tamo forte da rag– giung ere. il mar e vietato, a maggior ragione si dovd convenire che i nostri confini adria– tici saranno sicuri q_uan do non tu tt a, ma solo una pcrzione di quella massa ci sarà immediathmenre alle spalle. L'Austria, in– tent a - e impegnatn - :id :illarga mcnti verosimilmente confedera tivi verso la Ger– mania, potrebbe sussistere anche senza sbocco al mare: e, pure forse lo av r:'t nella costa cro':ita. E poi tutt o dipenderà d:,lla poli– tica doganale che sarà seguita da noi, e della quale fece uno schema eccellente I' V11iJ,ì nel suo art icolo <( Finis Austri:ie? >1 ~.N4. la nece:;sità, di possedere Fium e o Tr ieste ·, ,di:~enter:\:i, i\.) im'pcltente' per :lccrelcime'rtt : ~di~ tti german ici dell' Austr ia, perchè in so– stanz a la pcsizione geogra fica non si muta per rimaneggiamenti territ oriali, e il porto della Slesia, per esempio sar::\ sempre Am– burgo e non Trieste : Genov:1 ne sa qual– checosa di quello che voglia dire la natu– ralità o ni.eno di un hinterland port uario. · Ripeto : moderaz ione economica sad ne– cessaria certo. Aggiungo : e oculat ezza po– litica gran de. Natura le contra ppeso per le vclleitll della Germania :iustria ca sarà l'ac– cordo colla Germania non-austria ca, in cui più non predominerà I' elemento prussiano e della quale, se non possia mo intra vedere la costitu zione p<>litica, possiamo :die rmare la consistenza e la vitalità. Se l'Austria sarà in grado di minacciar e noi, minacccd anche quel b. Se insisterà sull'Adriatico, in– sister:\ sul Danubio. Gli' int eressi comuni :itt enueran no ogni risentim ento. Riconosciamo la verità anche nelle pa– role del nemico. Un po' di ragione l' ha tutt av ia Bulow, quando scrive che l' Italia è legat a alla Germania da mille fili arcani . Tutt o sta ad int endersi : con quale Ger– mani a ? Con quClla imperialista di Ber– lino no cer-to : con quella anfizionica di Fran cofon e, sicuram ent e. Per una migliore Germania . li principio di nazionalit:\ è come la mo• n,eta fiduciaria : se la firma di chi la emette non vale pilÌ oro, essa si tra sforma in mo– neta convenz ionale. Questo appunt o non potrem o mai perdonare alla German ia : di aver infirmato il prin cipio supremo, di co– stringerc i a porlo per ora in sospeso a suo riguardo, creando uno stato di cose che ha reso inevit:tbili i me1.zi diploma tici e le comb inazioni pro vvisorie. Non nostra è la colpn. Anzi. Noi. se il mio studi o sar:\ confortato da qualc he con– sentim ento, potr emo dire d'a ver pensato la via d' uscita meno indegna. Il popolo tedesco sarà indipendente , se pur diviso : nè questa condizione sad definitiva. Essa cesserà quand o le -nazionalità esteriori po– t.ranno essere sistemate, in un secondo tempc, con una Polonia verament e risorta , quindi con una Boemia libera: con una Jugo– slavia omogenea e idonea alP unione, ve– nendo meno coi;ì la nccessit:\ di un impero ausr.riaco : quand o infine la disposizione in– terna germanica_..accerti una modificazione della mentalit à tedesca. Anche a ciò avremo cooperato. li pre– valere degli Absburgo non significherebbe soltanto la rifioritu ra di sétte burocratiche e gesuitiche, ma importerebbe un muta– mento del centro della vita tedesca, dal Nord al Sud, dalla Pru ssia vlignrc hica alla Renani a popolare : una trasformazione della brutt a Germania degli Hohenzollern nella sper;)ta di Vogt e di Schuler, che le baio– nette del '49 hanno appena rita rdata, non uccisa . La mia tesi dun que non differisce sosra n– t.ialmcnte da quell;t dcli' U11i1,ì: ma vor– rebb e far precedere la realizzazione di questa da una fase prepara toria che assicuri al– i' Europa la pace, alla Germanin la vera e feconda grandez za. GI OVANN I A NSAl,1)0 Quanto s' inga1111a 10 coloro, che a ogni parola allegano e Romani ! Bisognerebbe avere una ci/là condizionala come era la loro, e poi governarsi secondo quello esem– pio ; il quale a chi ha le qualità dispropor- 2ionale è tanto disproporzionato, quanto sarebbe volere che 11110 asi·no fa cesse il corso ti.i ·imo cavallo. Gu 1c nA 1<01:<1. Le garenzie della futura pace. I.a rivis1a i11glru \Var and Pcacc pont in riliwo un brmto di ·,m discorso di Lloyd George, comparso 1ul Pea rson's Magaz ine, a cui 11011 ; stata dala fin ora l' attenzio11e che meritav,1. <t /o voglio e spero - ha detto llo yd Grorge - che la pace avvenga anzitutto i11 bau ad un11 rttl ifi ca di co11.fi11.i geografic i, drtlali dal p ri,ui pio di nazio.,wl ilà e dnl/11 volontà dri , ispe1tivi popoli; , in secondo luogo avvruga dirtro impegno reciproco dei firmatar i, i qua li devono obbligarsi, non solo a rispeu:u e la neut ralit:\ garantita. ma :i. pun ire quella nazione che intcndc~se infrangere il patto int ernazion:i.1e ». Non ; nuova - ossu v,, la rivista - la insistrnzll sul prin cip io di naziotznlità ; ma i11nessun discorso dei mini s1ri i11glts i s' tra mai .fijo ra accum ato alla poss·ibilità di u,za cOflizion& delle varie Potuvu. contro quel"1 di esst cht si rendrsse colpcvolt di ttggrts– sio,u . E' il p,im.o unta/,-ivo di dar forma co,u rtta al pensiero di A squith, quando qu,·– sti parlò di 1 11futur o real par tn ership of Europc. ' L' idtt1 ; ripresa nella Nation, orga110 di un gruppo !li rt1dicali inglu i, in tm articolo del dirrltort fl . Il'. 1ltlassi ngham . Il A4llssi11gham osserva cht·, nella ipotesi di 1 111viJtoria .finale dtll11 'T ripli u b :tesa, si p uò p rmdur in consida m.ione, come forma di assn 1amr110 ì,iter,,nzio,wll', ima alleaw:,a fra le 11azio,ri libtr ali dell' Europa - l' In– ghi/Jn ra, la Frmu ia, r Italia - , a cui si 11ggùmgrrebbero le po1t11u contbu11tali mi– nori - Norvtgia, Dat1imarca, Svezia (s, po1rà essere slaccata dalla Germania), Olanda, Belgio, Svizu m . Una lega di questo genere costituire bbe 1mn com.pagine di /oru impo- 11e11te, che assicurerebbe la libertà delle nazioni democratiche dcll' occidmte e del nord d' E u– ropa. .~1a rimar·rebbtro fuori della lega la Germania, l'Au stria o quanto rimaff ebbe del– l'Au .slria, la Russ·ia. E fi,uh ; la Ctrmania nott fosse attirata nel sistema, man cherebbe ogni gare11zia di .rirnra pau . Ora « è lecito sptrttrr che una Cernumi a, ptrs uasa dei datmi del milita rismo, s-i lascerebbe attrarre nella lega? Ciò ,lipmd erà in parte dalle co11di– zio11i della pace, e in parte dalla rapidità con mi la lrga delle po1cnu liberali riesci– rebbe a restaurare 1111 co11t.i11e,ite, immiserito, disorganizzato, diviso dall' odio e nello sttsso tempo bisog,:oso di concordia per pott1r ri– sorgere ». E, pertanto, il caso di tsa min art se 11011 sia preferibile un'altra soluzione : accettare, se,zzn nu z.zi ur mi11i, il co,uello degli Slati Uniti d' E1,ropa, rapprt sentati r govern• ti da un Consiglio pcrmmu11U degli Stdti grandi e piccoli. . E tm conu tto gitì esposto dal IJlells e dal Dicki11son, rhe Ì' interessante vetlrre adottalo srnz' altro da ,ma rivista qual' Ì' la Nat ion. « E OVfJio - scrive il Ma ssingham - che imo stato mondiale, come sarebbe questo, dovrebbe sorgtre da :m onesto e largo rùo no– scÌtluttl o dei dirit1i 11azionali. Questo significa : 1ma Russia che dia autonomia alla Polonia; ima Gumani a che restitui sca alla Fra,u ia le sue provi11cir.; un'Au stria che abbia reso giustizia 1gli slavi che rima ngano con lei, r. alla giotllme nazione slava di cui avrva 11ud i1ato la rovina; ,ma Se·rbia, che abbia concluso una 011orroole ptrce co11la Bulgaria in 1l1acrdo11ia: E .finalmtntc. queslo stato mon– diale potrrbbr comprwdtr e l'Am rrica del S ud e del Nord, quali Pounu lt quali in qursti u mpi di eommrrcio e com,m irazioni 1110 1,.,. diali avrmm o raggitmlo tra brrot un' in– .ft,u 11zn tcottomica tale da porre il loro veti ad una seconda guerra europea. No 11 è pro– babilt che possa far a meno drlla /on.a, ma la joruz di cui qutllo S1ato avrebbe bisogno 11011sarrbbr aggrrssiva ma sollanlo ,ma /orza di polizia. Noi. dunq ue pon iamo l' idea di l'in' aSsicura zione contro qua lsiasi guerra al di sopra di un:t. pace che non potrebbe es– sere se non provvisoria . Noi 11011 vogliamo commttUrt i11gi11Jti:ia alc1ma co,aro la Ger– mania ; ma d' a/Jra parte t1011vogliamo cht resli in mano tiella Crrmania la /acoltti di ripetere l' atto di mi ora si rese colpevole, 11011 possiamo lasciar libna qurll' egoistic11 p olitica che suggu ì la n Guerra .rui due fron ti n per ottt ,urc l' egemonia 11,lI' J::uropa orio, – tale e occidentale. Se è vtro che la rovi,w comp ltta ci mina ccia, - la rovit1a d' 1111 momlo, - ptr cui la gutrra, qual' è la g utrra moderna, non significa ,ma sempli ce ft bbre 111omt 11ta- 1u a, ma per I' orga11izznzio11e che esige, imo stabile imp overi11u11to del sangue del paese - la Po1t11zn vittoriosa non devt limitoui ad agire per i suoi ami c-i e compagni ti' armi, ma per la civiltà stessa ». Il Ma u i11gham deplora che alla prop a– ganda di q,us t.e idu poco aiuto possa dare in f ,ighilur ra r lndependent Labou r Party , dopo cht .r' ; w iato dietro r errore di c~n-

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