L'Unità - anno IV - n.22 - 28 maggio 1915

690 co ncorda con l'int eresse e gli dà la base ne· cessaria. (1) La Dalmazia. La Dalmazia con tutte le sue isole forma, come ognuno sa, una dell e regioni più fra• stagliate, e mi litarmen te più formidabili che esistano al moodo. Un dedal o quasi inestri – cabile di canali, con uscite innu merevoli e profondità di oltre 50 metri fin presso la cos ta del con ti nente, cos tituisce un riparo inaccess ibile per la flotta che ne ha il do– mini o; una minaccia continua per la fiotta nemica, non prot etta affatto dalla lunga uni– forme e bassa spiagg ia italiana (i) . Le isole de lla Dalmazia , che hanno l'os– satura disposta in senso parallelo alla costa, sono riten ute una falda in part e sprofondata del sistema orografico illiri co, interrotta in più punti e fra7.ionata dal mare, insinuatosi nelle vt lli e nelle selle pil1 basse. .• ~ terra ferma corri sponde nte infatti è costituita da catene parallele scenden ti ripide sul mare, con altopia ni di oltre 500 e anche oltre I ooo metr i fra catena e catena. Tutto il rilievo è brullo e carsico, privo cioè d'acqua superfi• ciale e poverissimo. Solo qualche , valle ben ripar ata pre~so il mare è discretamente pro• dutt iva : unica risorsa (benchè non dispre z• ubi le) è la pesca. Dai monti scendono al mare pochi torrenti precipito si. Scarse valli penetrano fino nell' interno dell'altopi'ano, e fra esse la più impor tante è quel la della Na– renta1 per la qua le da Metkovic sale l' m,ica ferrovia importante che valichi l'altopiano per Mostar, e, raggiunto Serajévo 1 discende verso la Sava. È una ferro via a forti pen• denze, costosa e di scarso rendimen to, ma è ora il solo sbocco al mare che abbia la 1e· gione serba in tutta la sua estensione . E dif – ficilmente potrà averne qualcuno migliore, poichè il sistema dinarico, alto ed aspro e forma to da linee paralle le alla costa, costituirà sempre un ostacolo a comunica – zioni facili ed economiche e di grande po· tenzialità. (3) Per queste ragioni i paesi interni della Bosnia e della Serbia gravi tano verso i' Ungheria e la C roazia e sboccano a Fiu- (1} La popolazione italiana di Fiume potrebbe esse re garentita contro eventuali prepotenze croate con un ritorno aila - ~iziona le auto• nomia amministrativ&· defl:\ e~, 'che_- gl~ m: gheresi avevano brutalmen te violata 111 questi ultimi anni, t c/Jt dovrtbht tsirn garmtila ;,, comm1t dalf Jtalia t dalla Croai,ia. Quanto, poi, al pericolo di art ificiale concorrenza del porto di Fiume contro il porto di Triesti:, esso na• scerebbe soltanto nel caso c-he Fiume e la Croazia continuas.9ero a far pnrte politicamente dell' !,i,i/trlaud tedesco e boemo. Dato invece, una Croazia unita alla Serbia o autonom a, Fiu– me si troverebb e politicamente rispe tto al re– troterra tedesco e b()emo, nelle stesse condi– zioni di Trieste ; e lo Stato padron e del retro– terra non avrebbe nessun inte resse permanente a favorire coo proprio danno Fiume e la Croa– zia, invece di Trie ste e la Slovenia. Viceversa, la città di Fiume, staccata politicamente dalla Croazia - sia ques ta autonoma, sia unita alla Serbia, sia unita alt' hiulerland tedesco e boemo - correrebbe sempre peri colo di essere artifi– ciosamente danneggiata da qualche altro porto più a sud, che la Croazia non mancherebbe di creare per rendere del tutto autonomo il propr io èommercio. Insomma , nell' interesse stesso di Fiume, e senza danno di Triest e, un compro– messo italo-croato, rispetto a Fiume, è neces, snrio. rg. s-.J {2) Il posses so italiano di Pola sarebbe suf. fic'.ente difesa contro i pericoli stra tegici delle isole settentri onali dell'arcip elago dalmata; e il possesso italiano di alcune fra le isole più meridionali ci gara ntirebbe contro ogni pericolo anche da questo lato, senza che l'It alia abbia bisogno di commette re il funesto errore di OC• cupare la terra ferma. In tutti i casi , la Serbia dovrebbe impegnarsi a t~ner disarmate tutte le sue coste. Anche se nei patti fra l' Italia e la Triplic e Intesa dovesse ro essere contenute per noi facoltà di più larghi acqu isti dalmatici, noi siamo convinti che il buon senso prevarrà alla fine su ogni velleità imperialista, e ci condurr à ad una cordiale intesa con la Serbia. lg. s.J (3) i: possibile un collegame nto fra il porto di Spalato e la rete croato-unghere se, per Knin, lungo la valle del!' Una. Questa c'omunicazione avrebbe per l'Ital ia centrale e meridionale un grande interesse, e noi do"remmo procura rcela con gra ndt: att ività. Il Governo Ungherese ha sempre impedito la costruzio ne cli questa fer– rovia per obbligar e tutt o il commercio della Bosnia a rivolgersi sempre su Fiume : e que• sto con dann o 'della Bosnia, de lla Dalmazia e dell' Italia. (g. s.J \ L'UNITA me, non ostante il lungo giro. Solo l' ini– micizia e l'ostilit à politica ed econo mica dell'Austria indusse la Serbia a cerca re uno sbocco a sud. E certam ente le sarà di qual– che utilità ottenerlo (ad esempio, quello già accen nato di Metkovic, e fo~se 1 uno in ~i\1- bania per la valle del Drin bian co); ma non è da ritenere che potrà avere uno svi• luppo molt o grande, se chi domin erà Fiume non commetterà l' errore di ostacolare il commercio serbo in quel porto. Certa mente la questione della Dalmazia - se questo paese dovd. staccarsi dall' Austria - sara ques tione per noi difficile e spinosai e potrebbe essere causa di inimiciz.ia perpe• tua col nuovo regno di Serb ia ingrandi to. È certo che gli italiani io quella regione sono ormai una minoranz a; nè il possesso di quella regione è utile a noi militarm ente, S"l non per la marina . Bisognerebbe sempre tener presente che per terra, date le condizion i geog rafiche, sa– rebbe difficili ssimo ,;e non impo ssibil e difen– dere la Dalmazia da un nemico che fosse pa· drone dell 'altopiano che la domina ; e con· verr ebbe vedere se - dietro sicure garanzie per noi e per i nucle i italiani che vi abi – tano - non conven isse cedere su queste terre e assicurarc i l'a micizia o per lo meno non provocare e fis..are I' inimicizi a del nuo vo Stato , che non !-arebbe affatto disprez• zabile, sia per le forze prop rie sia per le eventuali amici zie ed alleanze su cui potesse con tare contr o di noi in moment i difficili. L u1ca PARMECGIANI. AUSTRIA E GERMANIA Le forze vita li dcli' Au stria . Il direttore dc l'Un ità ebbe ad espri– mer e l' op inione (1) che il mezzo urrico per raggiungere, in caso di comp leta vitt oria degli alle:u-i, la immobilizzazione della Ger– mania , sare bbe la demo lizione dell' Impero austro-unga rico : verrebbe così a scompa• rire l' appogg io della Germania; e, se pur 70 milioni di ted eschi si unissero, si ero• vercbbero isolati e quindi relati vameme inde boliti, in mezzo a sta ti acc resciuti e collegat i con tro di loro . Questo ragionamento è fondato sulla supposizione che tutte le nazionalilà non tedesche dell'Austria •Unghe ria siano in gr:l• do di stncca rsi dn quello cl1e davvero ri– marre bbe il tr oncone tedesco- magiaro. Mi permetto poche osservazi on i in pr<r posito. Mi pare :1zzardato pel\Sare oggi a uno stato jugerslavo, che comprenda Serbia, Bo– snia, Dalma zia, Cro:w.ia e Slavonia, Due sorta di difficolt à vi si attraversano. li mal– volere delb Russia, la qua le preferisce gli slavi indipendenti ma non fort i : perchè i piccoli si prot eggono e si maneggiano più agevolmente . Donde si spiega il favore in– contrato in Ru ssia eh quel deputat o Su– pilo, propugnatore indefesso di uno stato autonomo di Croazia. E poi - •assai ..,più, grave ragione - I' innegabile spontanea -ri:. pugna nza delle popohtzion i, che sorte sì aa un solo ceppo e avy iate a comuni de-_ ~ ini,-so no -;i.desso da "'tTaèlizioni e da sen– timent i divise : non certo salde basi su cui elevare uno stabil e edificio. (2) Potra nno es– sere più unifor mi in seguito : questa gue rra sar:ì il prin cipio della loro trasformazione. Teniamo presente che le grandi guerre ri<1.s• sumono o iniziano un periodo di svilupp o politico, non mai lo effettuano. L' U11ità scrive che i magiari possono oggi, in caso di smembrament o dcli' lm • pero absbur ghese, restare aderent i alla massa tedesca . Anche amm ettend o che b Germania non schiaccerebbe perciò l' Eur opa, è ovvio che per essere più sicura del fatto suo l' Eu– ropa dovrebbe far di tutto per dir imere qu esta adesione, rimandando ogni demo– lizione a tempi in cui i magiar i non fos– sero così intimam ente congiunt i ai tedeschi. O il caso prev isto non si realizza, e la na• zione mag iara si libera dalla dipendenza germanica : e allora che cosa possono con– clud ere i magiari , isolati e circondat i da nemic i passegger i ma :1ccaniti, e che solo l'a pparte nenza dell'Ung heri a a un grande (1) Numeri 11 e 16 di quest ' anno. (2) Non è possibile misurare la intens ità ciel senti mento na7,ionale di un popolo : per– ciò non ci sentiamo in diritto di opporci con troppa sicureu.a a queste affenna7,ioni del nostro collaboratore', Ma certe differenze frn serbi e croati sono, forse. assai meno pro– fonde che all'Ansnldo non appaian o. Special– ment e le due guerre balcaniche del 19 12 4 13 e la guerra attua le hanno determinato, se– condo molti sintomi obbliga no a ritenere, un largo e profondo movimento verso la un.i– fica7.ionejugo-slava. Qualcosa (li simile si ebbe in ltali;i fra il 1859 e il 186o. La Croazia au– tonoma è, [orse, desiderata dalla Russia; ma sarebbe pii1 specia lmente desiderata. clall'.,}u• stria, come un meno peggio, qualora la vit– toria toccasse alla coalizione antige rmanica.: pii1 frazionato politicamente sareb be il paese fra Lubiana e Antivari , e pii1 facile sarebbe ai tedeschi-magiari tent-are la rivin cita. L' Ita– lia. invece, ha interes~ a riunire Croazia e Serbia, anche per chè l'aumento degli cle– menti catto lici-croati nella. Ju goslavia. sarebbe una sicura. garen7,ia contro ogni eccessiva in• fluenza russa. laddove una piccola Serbia, prc\·alentemente ortodossa, sarà sempre una lunga mano della Russia. (N . d. R.). organ ismo potrebbe fren:1re fino a che non si imponga una riconciliazione? (1) Quanto sin convenie nte, infine, costi– tuire ai confini della Ru ssia una compagi– ne Boemo-morava io non so vedere. Dico pensatamente ai confini della Russia: eh(' questa arriverebbe proprio addosso alla Sle– sia austriac.i, che bisognerebbe .issegnarc al nuovo Stato se non si volesse rinchiude rlo in un ferreo cerch io di popo lnzioni tedesche. JI confine s:1rebbe, a dir vero. brev e : ma s.ippiamo molto bene come spesso su brev i confini pesi una enorme mole di intere ssi e di cupid igie. Il ricordo di quel piccolo li• mite del Sangiaccato di Nov i Bazar può ~mmonirci. Uno stato boemo- moravo potrà esistere, credo, solo quando. esister à uno stat _o polacco : stato indipendente , non circoscri– zione ammini st rariva au tonoma. (2) Concludendo: queste tre ragioni negat i• ve rispetto alla. soluzione rad icale - e i• dea le - prospettata da!P Unità, equ ivalgo. no poi a tr e ragioni posi tive per la esistenza dcli' lmpero aus tro -ungar ico; resa inevitab ile sopra ttutt o, non tanto per que llà solita uti• lit<Ì dcli' equilibrio, quanto per la immatu– rit:\ delle gent i. Ed eccoci daccapo al pro– blema. : come immobilizzare la Germania l L' Austria contro la Germania . TI pr0b lema appare insolub ile a chi vo– glia asso h.1tamente considerare i du e im pe– ri centra li come due alleati indivi sibili e sl!mpre mai solidali. Queste infatti sono le apparenze : e le rinforza un periodo dip lo– matic o cinquantenne e l'impre ssione di que• sta grande bufera susc itata in comun e, so• stenuca ora sotto l' unica gu ida del coman do tedesco. Gli è che le bisogne di una guer ra non sono in realtà tali da soprastare alla natura int rinseca. degli stat i : e ben poca importanza ha il sapere che il centro mo• tore degli spropositi bellici è Berlino invece di Vienn a, quando si ricorda ricorda che cosa Vienna e Berlino rappresent ino. Una volta ammessa, per le tr e ragio ni accennate, la persistenza, anche tr:msitoria di un impero austro-u ngar ico 1 occorre ac• cen arne tutt e le consegue nze. Tutto possiamo att ende rci dall o stato ab• sburghese, tr:mnc qu esto: eh' esso si trasfor• mi in una più gra nde Svizzera come gl' ir- (r) Rispet to ni magia.ri . la soluzione ideale per la futum pace cl' Europei sarebbe che essi costitui ssero uno Stato aut onomo cli circa 12 milioni d'abitanti, che si equilibrerebbe perrctbmente con la Romania e la Serbia. Sarebbero esclusi polilicamenle dal mare ; ma un opport uno sistema di convenzioni por: tuali, ferroviar ie e doganali. dovrebbe assi• curare al paese il libero tran sito verso l'Adria• tico, l'Egeo; il ì\far Nero. eliminand o quelle c.1.usc pcrma11enti di disa gi e di artrit i econo- 1nici da cui nascono, o prima o pof gli urti militari. :\la sia che formino uno Stato auto– nomo, sia. che cont inuino arar part e di un'Au 4 stria pii, o meno stroncata, i Magiari tonde– ranno per un pezzo a riconqu istar e i territo ri etnici sfuggiti al loro sfruttamen to, e a ria 4 prirsi le vie ,politiche verso il mare: e in que– sto sforzo saran no gli alleati naturali e per– manent i di ogni ripresa offensiva germanica verso I' Egeo e verso l'Adriatico (N. d. Il.). (2) l~ questa un' osscrva7,ione assai acuta e giusta del nostro collaboratore, ·e serve ad illustrare come la questione polacca sia oggi uno dei centri della. questio ne europea: se si costituisce un Hegno di Polonia indipend ente (sia pure unito con vincolo persona le a.Ila Russia) l'Austria 4 Ungheria si può considerare finita.; se una Polonia indipendente non sarà possibile, occorrerà ada.tlar si alla continua - 7.ionedell'Austria-Ung heria: solo occorrerà che la coalizione antigermani ca riduca. l'I mpero degli Absburgo a non pili che un trialismo boemo-austro -magiaro {D. d. R.). o ca Gino Bianco resoluti ponzavano un anno fa. A costoro la stor ia europea non aveva ancora insegnato che se e· è Srat o il qual e abb isogni di una mèta oltre i confi ni, di una aspirazione politica energica, è per 11 appunto austro· ungari co. Noi possiamo facilmente imm a• ginare uno stato esclus ivamente naziona le che si rinserri. per dir così, nella torre d 1 avo· rio de lla sua comp iuta nazionalid., e faccia suo scopo supremo, e nobilissimo, il benes· sere economico e il miglioramento inte llet• rnale : ne abbiam o degli c.::sempi : l'O landa : altri ne avremo . Ma non fra ques ti patremo porr e. finchè si manterrà in piedi, l' Im pero danubiano, alla cui brutta e sconso lata esi– stenza occorre ed occorse sempre il mirag– gio di un « Drang n qua lsiasi, la forL.a in– tima di un grandioso progetto poli tico. Un segu ito di progett i, ogn uno dei qua.li fallisce non senza che l' altro sub ito sorga, è la storia della dinastia , unica in Eur opa che impersoni lo stato ; ed è la sua ragi one d'e ssere. Vienna 1iene fino al 1797 i Pa esi Ba ssi che formano l'attuale Belgio : prova territoriale del progetto imperiale gefma• nico. Col 1815 1 P aspirazione a progredi men– ti nella nostra penisola si colora e prende forma: progetto imperia le it:1lico. P resto fi– nit o : cd ceco il progetto balcanico, cont e– mao in germe nella corona di Santo Stefan o e nell'ered ità veneziana, divenuto essenzia– le dopo la. bancarotta dcli ' italico, e dopo non lunga trai ettoria virtua lmente elimi n.a– ro nel 19 12. Sareb be gravissimo errore affermare essere stati questi progetti sogni esclusiva mente di– nastici. Dall' ambizione e dalla necessità del• la dinastia ebbero bensì origine: ma subi to, nella direzione segna t:1, si sono tese tutt e le forze burocrati che, econom iche, milit ari dcli' organismo stata le: pront e sempre a slan – ciarsi là dove vien meno la resistenza, là dov e una sconfit ta offre propizi o terreno :i.Ila invasione imperia le. i( L'Aust ria vive alla giornata » avvertiva. il Balbo nell ((Speranze )). E infatti essa do po una mossa d'armi camb ia di direzione, e mentre tutti grida no cc casca, casca ! » si ri• fà, se le scrolla di dosso come i cani, e si rivolge da un' alt ra parte. Ma occorre che que st'alt ra parte le si presenti : chè le bus• se non la rovinano, e besti a maltrattata è stata sempre: ma la mancanza di un ca mpo dove esten dersi, o meglio su cui spera re, la riduce infin e di vita ed ai peggiori con• sigli. Ed ecco, un a volta perdut a la guerra e prima ancora della pace, preclusa alla so• pravvissu ta mon.lrch.ia ogni via e ogni oriz• zonte. Sbarrato al sud il cam mino dalla Serbi a accresc iut a : vietat a una pros sima rivincita polacca dalla. Russia minaccio sa ai Carpazi : guarda te le Alpi dall' Itali a, ostacolo molto serio anche se I' lt :1lia non interviene, serissimo, se vittoriosa . Vicini, tutti vincito ri o al meno saldi attorno alla mon archia : tutt i decisi a conten ere e a soffocare ogni progett o a loro riguardo : e ciò che cost itui sce il lato tipi co e singolare della situazione, vincitri ce pure la monar • chia, perchè per essa sostanz iale vittori a è la sola esistenza . Un unico sconfitto : la Germania. Questo è il vero: che sia mo un po' tutti germ anofili nel senso che siamo soliti a farci un ' idea forse esagerata delle forze dell a Germania :1nche battut a. E il segreto del!:l quest ione è appunto la cogn izion e esatta e senza preconce tti di queste forze. Ricordiamo brevemente qual' è la base fon• damenta le sulla quale si è potuto innalzare la gran mole dcli' Imp ero. Gli att riti fort is• simi e noti a ogn uno, che divisero la Ger• mani a fino al 1 70, scomparvero per que sto fatto : che sotto la bandiera trionfatri ce della Prussia, lo sta to militare, si sviluppò e si dilatò la prospe rit à della Germania cent rale e rcnann, lo stat o indu striale. Du e stati sovrappos ti e coordin ati. Il secondo sacrificò le pretese loca li di indipeudenza, perchè il ~prestigio delle anni ,, .g.li era_,,:cono – micamente utili ssimo. L' imp ero creava la mar ina, favoriva il traffi co mondiale, ini– ziava I' imperial ismo coloniale : e lo sta to indu stri ale dimenticava il passato, accet • tava la soggez ione prese nte, tollerava per– sino il prussiano . Fu il « do ut des 11 in– tern o, l:1 form ula delP equili brio e dcli' uni • ficazionc razionale ger manica : formula cffi• cacissima, perch è condusse alla potenza :n• tua le, ma sempr e form ula dipendente da un fatto mutevole, la for✓.a militare. Per la sconfitta, la forza militare ger ma– nica, che è soprnru tto pruss iana., viene pro• strata . L'equi librio è rotto: il vincolo è infrant o. Non è che la Confederazione si sciolga per un articolo di tr attato imposto da i vincitori, e non è neanche che venga meno per una formale abolizione fatta dai contraenti, esso non si scioglie, si alfent a : non scompare, ma si ridu ce ad essere, da organismo vivo e pulsante, una forma po– litica vuota . E una cosa affatto natural e. li sostrato che :wca dato vita alla Confe•

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