L'Unità - anno IV - n.18 - 30 aprile 1915

se chiude sse g-1i occhi ad una verità cosl evidente. li destino di Tries te e dell ' Istria è una que stion e a tre, fra teutoni 1 slavi e latini. Se gli italiani accam perann o pretese trop– po pesanti ed ambi ziose, po1rar.no arri vare ad impedire che gli slav i abbiano la loro parte del bottino, ma sarà solo coll'ab ban• donare tutto nelle nuni di un ri\•ale ben più terribile e perico loso : faranno, cioè, la bruta le politica del e cane nella mangiatoia ». La federa zione: jugoslava. In tutto questo intreccio di forze una cosa .appare molto chiara: che è troppo tardi or• mai per soffocare la coscienza nazionale de– gli slavi del sud. Finchè P unit à della razza 1.on sarà raggiunta, non si potrà mai con tare sopia una pace dure\ •Ole nell'Adriatico orien– tale. Sarebbe ora prematuro discutere I 1es.:1tt3 forma che il nuovo St:tto assumerà ; ma noi vedremo, quando l'ora sad giunta, che i popoli della Bosnia-Erzegovina, della Dalmazia, della C roazia-Slavonia, dell' Istria e della Carniol a acclameranno nella SerbÌ:l e nel Montene gro liberi, i loro liberator i. La parola d'ordine non sad conquista dall'e sterno, ma unione libera e volontaria dal!' interno, unione che tuteli la cultura e le is1ituzioni politiche esi– stenti, valido contribulo al comune fondo jugoslavo. La soluzione naturale è un'un ione (ederale, dove il sovrano sarebbe incoro nato non soltanto èome re di Serbia, ma con la corona d i Zvonomir come re del regno trino di Croazi a•Slavonia-Dalmazia, rinn o– vando tradi zioni storiche che datano dal decimo secolo e che non furono mai ab· bandonate o dimenticat e. Il parlamento croa– to con tinuerebbe in Agram parallelamente al parlamento serbo a Belgrado , ma ent rambi sarebbe ro rappresentati in un parlamento federale•central e. L' unic:i questione è di ve– dere se le divisioni provin ciali esistenti sareb• bero autorizzate a sopravv ivere, cioè se le diete di Bosnia, D.ilmazia, Istria e Carnio la po– tr:rnno formare con i parl:lmenti Serbo-Mon· tenegrino -Cro ato le unità sulle quali si base– rebbe la nllova costituzione, oppure se potrà essere tentata la completa unificazione. Que· st' ultima sarebbe la soluzione ideale, ma in vista delle granJi divergenze dei costumi e delle istituzioni locali, sarebbe probabil– mente prematu ra. Sara quindi più saggio di proteg~ere le piccole unità finchè saranno mature per fondersi, piuuo sto che fare un comp romesso creando un doppio stato di Serbia e Croazia. l\li sono fermato a lungo su questo pro– blema, perch è è altrettan to complicato q uan to poco fomili:uc all' opi1ùone pub– blica inglese. È srnto esso la cau.sa causa11s del present e conflitto; e se dovesse es– sere trascurato o trattato male nell' asse– stamento finale, potrebbe ben presto far nascere nuove crisi in Europa . La que stione rumena. Parallela alla soluzione del problema de– gli slavi meridi onali, deve andare la solu– zione del problema rumen o, che rappresent a l' altra met;\ della politica austro-ungarica nei Balcani. Il regno di Romania, per risorse natura li, tcrri tor io e popolazione è la poten za pre– dom inan te nella penisola balcanica. )fa più di cinqu e milioni di rumeni. che compre n– do no il fior fiore della razza~ vi\·ono an– cora ~ott o il dominio st raniero. Di questi. 3.500.000 almeno sono in Austri a-Ungh e- 1.i.1, e la maggior p~ute sott o il donùni o oppressh·o dei magiari. E la redenzione della Tr;insilvani a e delle con.tee finitime d' Ungheria è sempre srnt o l'id eale dei pa– tri oti rumeni, anche di quelli che ne vede – vano la realizzazione solo in un lonta no avvenire . La miope politi ca della Russia 1 annet– tendo si nel 1878 la PrO\;ncia ru mena d i Bcssa rabia, in ricompensa del valido aiuto d.tto dalla Rumcnia a Plevna, spinse i Ru– meni nelle braccia dell'Aust ria-Ungheria ; e per un· int era gcncraz.ionc neppure la con– tinu .1 irri tant e tirannid e )Iagiaro in Tran– :;,ilvania sc05se 1\_tnttn tt tr.t Vienna e Bu– carest, r afforza ta com' er.1 dal la amicizia L'UN I T À perso nale tra l'im pera tore Francesco Giu– seppe e re Carlo. ;\la l'i nca nto fu rotto dall'att itu dine del– l'Austria dur:mte l:i guerra balcanica del 1912-1 3. La forza imperiosa delle circo– sta nze associò allora gli interessi della Ser– bia e della Romania, essendo ovvio che ogni colpo diretto contr o l' indipendenza delln Serbia minacciava anche la Rumenia, allo stesso modo che un indebolimento del– )' elemento Serbo-Croato nella ~lonarchia austriaca avrebbe sempre reagito sfavore– volmente sull' elemento rum eno e sulle :1ltre nazionalid dcli' Ungheria. Lo sviluppo del sentimento naz iona le nelle due razze vicine h:1 proceduto per un certo tempo su linee para llele. Già prima della present a guerr:1, i rumeni d' Ungheria, i cui progressi economici e cultur:1li sono st:iti in questi ult imi tempi molto rnpidi, mo– strav :mo a chiari segni di esser giunti al– i' estremo della pazienza. La bomba fatta SGop iare a Debreczen nel febbraio 19q - avveniment o senza precedenti nella storia rumena - fu il prim o segno della tempesta che si addensava. La Rumcnia si trova oggi in una posizione delicatissima. .Per inclinazione naturale do– vrebbe sposare la causa della Triplice [n– tcsa, poichè que sta può offrirle molto d i più che il gruppo rivale. Ma l' attitudin e un po' equivoca dei suoi uomini politici è stata det ermin ata non tanto da un desi– derio astuto di ou enerc i vant aggi della guerra sen1.a i necessari sacrifizi - poli– ticn che reca spesso delusioni gravi - ma soprntutto da una scusab ilissima ansietà ri– guard o :1 11 at titudine de'la Turchia e della Bulgaria. La. Rumenia è stata fino a.d ora la più ferma sostenitr ice del Tratta to di Bucarest, e solo in caso di radicali cam– biamenti territ oriali verso occident e si de– ciderebb e a. modificarlo. Essa non ha fatto un segreto del fatt o che non tollerereb be mai un' :1ggressione contro i greci, sia dalla Turchia sia cb lla Bulgar ia. - In vista dclP atti vitù politica di Re Ferdinand o di Bulgaria e del suo prim o ministro attua le, i Rume1i possono esser4scus:1ti se prendono un' att itudin e di vigile riserva : essi sospet – tan o che la Bulgaria att enda solo che l'eser– cito rume no attrav ersi i Carpazi per rioc– cupare la Dobrudja meridionale. Certo si è che la Rumenia mentr e resi– stcv:1 a qual si:1si invito a unirsi alle potenze ccmr:1li, respingeva I' offerrn russa di oc– cupn.re la lluk ovina, e au ualmente si è accostat:1 ali' Ungheria con lo scopo di as– sicurare il risrnbilimcmo dcli' aut onomia della Transilv:mia. I m:1giari 1 da part e loro, han cerc:1to di accaparr,1rsi la Rumeni a in– troducendo la lingua e I' istruti onc rumena in molte scuole di Stat o della Transilvania, concessione inadeguata , ma che sarebbe stata inconcepibile solo pochi mesi fa. Sfortunata mente , la realizzazione dcli' u– n.it :ì rum·cna, rend e inevitabile l'in clusione nel nuovo st:u o di considerevoli mino– ranze s~ssoni e i\lagiare, che sommano complessivamente a 6oo.ooo abitanti . :-;on è lecito ignorar e o di cercar di sopraffare le dure realt à delln. gcogr;lfia i ma è essen– ziale che la. Rumcnia., incorpora ndo questj isolotti magiari e sassoni nel mar e etn o– grafico rumeno g:tran tisca le istitu zioni delle due razze, e la più larga possibile libertà dcll' uso deUa lingua na1.ionalc nella chiesa, nella scuola, nella stampa (1). I Sassoni specialmente, hanno manten uto la loro in– dividu alità per più di sette secoli in quel piccolo angolo dei Carpaz i., ed han con– tribuito moltissimo alla causa della cultura e del progresso in Ungheria. Sarebbe uria ironia strident e del destino se essi doves– sero perire nel ventesimo secolo, e per mano di coloro che si sono ded icati alla riven.dicatio ne dei diritti delle piccole na– z.ionalit:ì. Non bisogna dimenticare che il sogno {l} I dist rett:t di Szekel in Transil vania sono prevalentemente calvinisti ; i Sassoni sono tu tti luterani ; mentre i Romeni sono divisi ira Orto– dossi e Uniati . La Transilvan ia~ anche centro di una interessante set ta di Uniati, che la maggior parte sono di ran a magia.m. dcli' unità rumena potd reafo:z;trsi piena– mente, solo se la Russi:1 ccdcd almeno una porzione della Bessarab ia, che contiene non meno di un 11.ilione e un qua rto di rumen i. Una Russia \"ittoriosa potrebbe bene pcrmctten• i una simile conces~ione ; b. q ua.le non implicherebbe ne,.sun pericolo strateg ico, e specialmente se vc1Ussc offerta grazios:11ncnte, sotto form:1 di dote nu1.i:ilc, varrebb e a cancclbr c le ultim e traccie di sc1uimcnti russofobi che :1ncor:1 serpeg– giano in Rumcnia. ~la s:1rebbc assurdo l'aspe tt arsi una generosit:\ simile dalla Rus– sia, se l' ;,zione della Rumeni:\ non è prom a e vigorosa. J..a teoria :1str;ttta della nazio– nalid deve essere r.1.ffor1.au d :1.II ' argo mento più pratico di servizi resi alla causa comune. La mona rchia duali sta può essere: ristabilit a? Applicando il principio di n:izion:ilità :i.gli Slavi ~lcridionali ed ai rumeni, si creereb– bero due potenti stati nazion:1\i alle spese dello ~lon,rc hi, degli Absburgo. Ed è bene ripetere che un cambi amento cosi radicale sar:ì. possibile solo se la potenza militare dell'Austria subid un:i. qu:1si completa cc– clissi. Ma anch e perdendo la Galizi:1 1 la Buko– vin:1 la Tr:i.nsilvania, il Trentino e le pro– vincie serbo-croate , l'Austria- Ungheria re– sterebbe scm.pre uno stato di considerevoli propor1.ioni, con una popolazione di 32 mi– lioni di abitant i. Non vi è ragione, quindi, perchè un simile st:ito non continui :id esistere, :1mmesso che seguiti ad ave re \·erso il mar e gli sbocchi m.1ritt imi necess:1ri :1 Pola e a Trieste : il che porterebbe ali' e– sclusione degli Sloveni d:11 nuovo stato J ugo– slavo. Data siffatta ipotesi, s:1.rebbe possibile ri– costruir e lo stat o su una base federativa, con cinqu e principal i unid etniche : i te– deschi, gli czechi e slovacchi, i magiari, gli sloveni, e gli italin.ni . Qu.1lche minoranza etnografìcn, poco import ante, continu erebbe a rimane re, ma potrebbe indubb i:11nente essere governata con guarentigie, simili a quelle che hanno avuto ta nta parte in teo– ria. e qualc he volta anche in pratica, nella Monarchia duali sta. Tan te gravi amput :1zioni sa rebbero forse eccessive per la vitalit:\ del paziente. In ogni caso noi possiamo ritener e che o I'Au– stria -Ungh eria sa.d capa ce di evitar e l'ope– razio ne, oppure gli Alleati, se potr:1nno por– ta re le cose · a questo punto, insisteran no per arriva re senz' altro fino alla morte del malato . E gli :1mici dell'Austri a potr anno acquetar e il loro dispiacere considerand o che uno stat o così ibrido tenderebbe sempre ad essere, più che ma i, un vassallo dell:1. Germ:111ia. Inoltre, non v 1 ha dubb io che uno dei mezzi più sicuri per mettere a terr:1 la Germa1Ua è quello di schiacciare la sua più formidabile alle:1.ta, os tru endo così una delle sorgenti principali della sua forza militare cd economica.. Queste cons ider:1zioni hanno cert amente una p:1.rte importante nei piani militari dell a Russia, e per molte ragioni - politiche, strat egiche cd economiche - un' occupa– zione russa dcll:1. Boemia, deve esser con– siderat a come il preludio essenziale di una. vitt ori.l decisi\·:t degli Allea ti. La guerr:1.ha gett:1to la monarc hia dua– lista, nel crogiuolo; ma qu esto non basta per acconsent ire :11la possibi lit à della sua scomparsa dalla c:1rt a geografica. Bisogna anc he considerMe quali nuove organ izza– zioni prenderebbero il suo pos10. Una sparti zione completa, potrebbe come abbiamo visto, togliere l' ultim o ostacolo alla unificazione degli Slavi meridiona li. I sogni dcli' Italia irredent a e della. più grande Rumcnia sarebbero realizzati. La Galizia occidentale e una p:1rte della Slesia si uni– rebbero alla Polonia autono ma ricostituita dallo Zar di Russia. La Gali1.ia orientale, la Bukovina settentriona le e i distr etti ru– teni dcli' Ungheria fino a Ungv.\r e ~lun– k~cs sarebbe ro incorpora ti nell' Impcro russo, sebbene sia sperabile che uno dei primi risultat i di questo cambiamento sia la ga– ranzia di una certa autonomia o almeno Gino Bianco 671 di speciali privilegi linguistici e religiosi per le popolazioni Ukr;,ine, riun•te finalmente in unit:\ politica dopo secoli di divisione. Il problema boemo e slova cco. Il risult ato più sorprende rne di questa divi sione sa rebbe la rinascita :1 stati ind i– pendenti dei famosi regni medioevali di Boemia cd Ungh eria. Si realizzerebbe così il sogno di due razze : gli Czcchi cd i Ma– giar i, la cui rinascita nazion:1lc forma uno degli incidenti più romantici del secolo de– cimonono. J\l:l è diflicile immaginare un mag– gior con trasto di quello che si ha nelle loro rispetti ve evoluzioni. In Boemia. gli czcchi, dop o ave r per– dut o la loro libert:\ civile e religiosa ed av er sopportat o per due secoli il dominio dei ted eschi, si risollevarono, nel corso di due generazioni, per pura forza di caratter e e mercè un'indu stria infatica bile, ad una po– sizione di egu.i.glianza fra le :1ltre rau e, e riorg:mizzavano la loro vitn nazionale so– pra basi essenzialm ente democrat iche. In Ungheria, i magiar i, gra2.ie alla loro posi– zione centra le, al loro senso polit ico supe– riore e :i.li ' avere una pote nte aristocr:1zia riuscirono :, concentr :tre nelle loro man.i il Governo e l' am ministrazione, e ridussero le :1.ltre razze, che .avevan o se mpre format o la m:1ggioranza del paese, :1d uno stat o di vera schiavitù politica. E come la. evolu– zione delle due nazioni si è compiut a con diversid di metodo. cosi diversi saranno i loro de1aini futuri . In Boemia tu tt o è att i– vid e progresso politico; in Ungheria la sterilità di un sistema reazion ario e cor– rott o fa dipender e tutt o I' avvenire dal vano credito di 1111 pa ~sa.to da. lungo tempo tra– montato. Gli czcchi sono certamente i più pro– gredit i, i pil\ profondament e civilizzati cd i più dernocr;u ici di tutt e le nazioni slave. Lo spirit o indomabile di Giovan ni Huss è ancora vivo f r:1 loro, cd i loro recen I i pro– gressi nella music:1., nell' arte e ncll' indu – stri:1 sono degni sotto ogni rapp orto della nazione, che h,1 prodotto Comcnius ,e Dvo– dk e che per la prim:1 h:1 :1gitato in Eu– ropa la fiaccola della riforma . L ' anti c:1citt à di Pr:1g-a racchiud e tutt i gli cleme nti di cultura necessari al'a r;gcncra1.ione della Boemia; e le ricchezze minerarie e le ri• sorse industriali del paese sono infinita– mente superiori a quelle di parecchi stati europei che pure hanno vissuto una esi– stenza n:1zionale propria ed indipendente. La liberazione degli Czcchi non sa rebbe completa se i loro fratelli slovacchi non fossero compr esi nel nuovo stato boemo ; ed ogni ragione politica, geografica, cd erno– gra fica parb in favo re di un simile assett o. Gli Slova cchi, che unanimi farebbero buon viso ::t questo cam bi:tmento, hanno sof– ferto lungamemc della tir.1nnidc del Go– verno magiaro: le loro istituzioni, le loro scuole sono sta te soppr esse bar bara ment e o ridotte di num ero, la stampa imbavag liata., lo svilup po politico arr estat o, la cultura e le tradizioni - ben più realmente aut octone di quelle dei m:1giari conqui st:1.tori, - sono state scora ggiate cd osrncolate ad ogni oc– casione. Gli Slovacc hi, con le loro att itu – dini ar tistiche e musicali, col loro innato senlimento del colore e della poesia, h:1nno conqui stata la simpatia e l'ammirazi one di tutti quelli che li conoscono ; e la sistema– tica opp ressione :1.cui sono stati sott oposti dalla olig;1rchia. ma.giara. è una delle più grandi infami e degli ultimi cinquant'an ni. In questa guerra l' Inghilterra si è pro– clamat a campione e vindicc delle piccole nazioni, e nessuna più degli slovac chi è degna delle simp:1.tie inglesi. Se i no8tr i statisti non verranno men.o a que l principio di nazi onalit:\ che hanno così vigorosamente proclamato, gli slovacchi non potr anno es– ser dimenticati, perchè essi forman o una parte essenziale del prob lema boemo e senza di loro il nuovo regno non potr ebbe mantenere d:1.solo la sua indipendenza, cir• con dato come sareb be, da vicini indi ffe– renti od ost ili. I dist retti slovacchi Cor– mano la continu azione natu rale della Boe– mia, e sono 1' anello di congiun1:ionc tra

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