L'Unità - anno IV - n.18 - 30 aprile 1915

672 L ' U NI TA qu esta e la Russi:1, sul cui appoggio morale il nuovo st:uo dovr:\ basarsi nei primi cri– tici ann i della sua esistenza. La maggior difficoltà sar:\ cost ituita in Boem ia da l dest ino dt::lle minoranze etni– che ; pcrc hè minoranze dovran no sempre esis terv i comunque le fronti ere sieno se– gn:n c. /\ prima vista la soluzione na tur ale sarebbe di diminuir e la Boemia, assegn ando :1llc vicine prov incie della Germ ania la fran– gia tedesca che circonda quasi compl e~a– ment c il nucleo czeco . Per quel che con– cerne i distretti sud-ovest e nord-est della Boemia (presso Budwcis e lun go la fron– tiera della Slesia tedesca) i confini storici pot rebbero esse re facilmen te rivedu ti se– condo criteri etnografic i, e nello stesso modo 1a linea di demarcaz ione u a b Boemia e l' Ungheria potrebbe quasi seguir e il con– fine di rai.za tra slovacc hi e magiari e ira slovacc hi e rut eni. Ma nel nord della Boe– mia vi sono delle obbiezioni insormont abili ad ogni rettifi cazione della front iera storica del Regno, percht:, son solo la vita indu – strial e boema è conce ntr ata in misura con– sider evolissima nei distretti ted eschi ma da questo fatto è n:n:i b form:1Zionc di mi– noranz e c1.cchc indu stri:i li, che sarebbe dif– ficile sac rificare. Se saranno necessari dei sacrifici, dov rann o esser fatt i dai vinti piut– tosto che da i vincilOri di qu esta guerra . Ma dovrebbe esser possibile, sott o qualch e princi pe occiden.talc, scelto con cura per governar e la Boemia , di assegnare delle adeguat e g.tram.ic :unmini st rativc per i di– ritti linguistici delle minoranz e in ogn i dì– stretto misto della Boemia, czcco o tedesco che si:1. L' Ungheci a. Il caso dcli' Ungheria è difTcrcmc. Ed è inconcepibil e che gli Alleati, in caso di vi~– toria, vogliano perpernare i' egemonia di razza dei magiari - e con essa molti degli ab usi che hann o comri buiro :illo scat enar si della guerra odierna; come smcbbe incon– cepibile che essi volessero rest:rnrarc e raf– forzar e il regime tur co. Se la Monarchin degli Absburg o si sfa– sccr:\, l'Ungheria hn tutti i dir itti di ri– man ere indip endente. Essn diventerà uno stato naziona le magiaro, ma in un senso molto diver so di que llo che i suoi politi– canti imp erinlisri int end evano : non assimi– ler:\ le rnzzc non magiare del paese, ma abbnndon cd ngli altri Stat i nazionali vi– cini tutti i terri tori diversi dai disu etti pura ment e magiari delle pianure centrali . L' Ungheria sar:\ :1 lora più che mai un vero Stat o Danubi ano ; sulla su:t fertil e terr:1 fecondat a dai fiumi si potrà sv ilup– pare l'agr icoltura, e sar:mn o così limitat e le correnti non necessnric dcli' emigraz ione magiara, favorita ora da1la situ azione po– litica cd economi cn del paese. Chi guada – gne d più di tutti, sar:\ il contad ino ma – giaro , sfrutta to così crudelm ent e, come il suo vicino non magiaro, dall'oligarc hia do – min :mt e. Un risult at o import ante di quest:i guerra sa d di discreditar e la politica cd i metodi di questa olignrchia, e di sollecitare lo smembr amento dei vas ti latifond i dei gra ndi Magnati e della Chiesa, :1fTrett :1ndo qu elle alt re rnclicali riforme agricole, senza delle qu ali I' Ungheria non pu ò sperare di rag– giung ere il suo pieno valore economico come grnna io dcli' Eur opa centr ale. Fin ora, il govern o ungherese si è assicurato un a maggioran.z:1 pa rlamentare, corromp endo e• tcrrorizznn.do il corpo elettorn lc non ma– giaro della pcriferin, e otten endo così una maggiora nza di voti a scnpito dei radi cali magiar i della grande pianura. i\b con la perdi ta di dist retti slovncchi, rut cni e ru":: meni que sto sistema andrebb e automat i– cnmen.te in sfaccio, e ne risulter ebbe in Ungheria u~ vero consolidamento degli ele– menti democratici. S:1rebb e per la razza magiara l'alb a di una nuo va era . Germ ania ed Austria. Resca da esaminare un ultimo prob lema : qu ale sa r:\ il dest ino delle provincie tede– sche dell'Au stria? Se la cart a cl' Europ a dov d essere ri- fatta sopra la base delle nazionalità, noi non possiamo indubbiamente negare alla grande nazione tedesca quel diriuo ali' unità di razza che accordiamo agli czechi, ai po– b cchi e nd alt re razze minori . Le sett e province tedesche : Alt a e bassa Austria, Stiria, Carinzia , Ti rolo, Snlzburg e Voral– berg, ricost ituit e forse come regno d' Austria sotto la c:isa d'Absburgo, cd nume nta te dalla popo lnzione tedesca del!' Ungheria oc • cidentalc potrebbero diven ire un' unid fe– der ale add izionn lc nell' I mpcro Tedesco . Un :wvenimen to simile - non lo si ri peted mai abbas tnnza - è inconcep ibile a meno di una disfattn comp leta delle po– lenze cent rali. Ma se, in questo caso, l.l Germania perdesse F Alsazia Lo rena e Po– sen, b perd ita sarebbe compensata clall' an– nessione dcli' AustrÌ:1. tedesca . I risu ltati nu• merici sare bbero una :;ottrni'.iQn.e di 6 mi– lioni di nbitan.t i e I' add izione di alui S milioni : lran.saz ione che non allar merebbe troppo gli impcri:ilisti inglesi, e renderebbe nello stesso tempo meno irrit:rntc la disfatt a ni pnt rioti tedeschi. Non è, però, facile snpe re se qu esrn rea– lizznzionc delle aspirazioni p:mgerman.iste incontr erebbe lo sLesso entu siasmo da en– tr ambe le parti della present e fronti ern . J,' idcn di ann ettere nlla German.ia S mi– lioni di suddit i cat tolici solleverebbe ccr– rnmcntc molta diflìd enzn in Pru ssia fra i più rigidi pro testanti e in qu ell' atti vissimo partit o di II in.tcllctt unli » che considera no il protcsta 1ucsimo unicamente come. un si– stema politi co nella lott a contr o le influenze slave e bti nc. Da un punt o di vista poli– tico, la ent rata dei tedeschi dell'Au str ia nell' Impero ger manico cnmbierebbc in dub– biamente I' int ern situazione pa rlamenta re e forzerebbe il Gove rno imperiale a tra – sform are compl etamente le sue diretti ve ; pcrchè i votl austrinci rnfforzc rcbbcro grnn– demen.te i due p:1rtiti coi quali la Pru ssia non si è mni riconciliatn (il Cen,tro clericale e la Sinist ra dcmocr:ui ca-socinlc), men.tre contr ibuirebbero poco o niente ai parti ti dei Jun.kers consc rvntori o dei 1< Libera li n delle classi medie. Tn nitr e par ole il nuoVo elemen to potrebbe anche essere un fer– mento efficace che penetr erebbe per tutt a la massa . Tutti gli argo menti che ind ussero Bismarck a espellere I' Austrin dalla Germani a nel 1868, sarnnno certam en te sostenuti ora dagli av– voca ti del « Preussen- Deutschland » e dcl– i' egemonia prussiana ; ma dopo una guerra disgrnziatn e dopo ingenti perdit e territo – riali b probabilit :i di compensarsi, com– piendo I' unit:l nazionale, toglier:\ pr obabil– mente di mezzo i dissenz ie1ui, che non rap– prese nterann o più un sist cmn trionfante, ma una cas rn discreditata e sconfitta . La vecchi:1.idea dcli' <e Imp ero di 70 mi– lioni di sudditi >i che entu siasmava così pro– fond amente i liberali di Fran coforte nel 1848, si imporr ebbe di nuovo irresist ibilm ente in questa circostnnza. L' influenza dei tedeschi dcll"Austr ia, così pro nun ciat a nella lettera – tu ra, nell' arre, nella musica e sopratutt o nelle teorie politi che, si farebb e sentir e an– che in altr e sfere. Intan to, visto le discussion i vivac issime che una certn parte della sta mpa va soste– nendo, non potremo mai abbastanza vigo– rosamente afTermarc che solo i tedeschi possono riformnre la loro istitu zioni poli– tiche, e qu:,lsiasi tenta tivo di int ervento dall'est erno non solo fal\id completa mente , ma produr r:\ l' effett o opposto ai des ideri. Se I' lmpcrntorc ccdcsco, in.sistc nel con.– fond ere la posizione della Divinità e que lla di qualch e sedicent e viccreggcntc di Dio sulla terrn, solo il popolo tedesco potrà ricondur lo al scmim cmo dello. proporzion e e della modes tia. Tutti i credenti nel pro– gresso um ano sper:mo che dopo questa guerrn, le teor ie mostru ose del delit to di– vino pro pugnn tc da lla casa di Hohe nzol– lern, sarnnno relega te fra le ami caglie di un lonta no passato . r,.'la ab bandoniamo an- . che, noi, per car iui, qu:tlsias i stup ida allu– sione a Sant' Elena, residen.zn di impera tor i det ronizza ti. Sar:ì tnnto di guadagna to per noi ! teca Gino Bianco L " nvvenir e delle dinn stie tedesche e dcl– i' unità tedesca deve dip endere dal popo lo tedes co. Chi impugna qucst 1 affermazione, ripudia ipso facto i due prin cipi di naziona– lità e di diritto internazionale, che noi ab– biamo nclottnt o uAicialmente come nostro programma per P nvvcn ire. II destino delle prov ince tedesche del- 1 'Aust rb, è uno dei prob lemi ccntrnl i solle– vati da questa guerra, perchè esso t! l'ane llo che congiunge il des tino di due imperi . Senza ave re la minima intenz ione di fare il profeta, l'amore sente però che è venu to il momen to di delincnre qualcuna delle al– terna tive che si presenteranno, molto proba – bilmente ngli statisti dclb • ~ uova Europa ». In quanto all'Au stri a-Ungheria è ovvio che il sogno splendido di un.a a Svizzera m.onnrch ica » come lo concepirono molti seri pensator i politici è già morto di mort e violent:i ; ma snrcbbe molto prematuro sta– bilir dog mi sui raggruppame nti futuri delle razz e delln duplice ~lonn rchia, in un mo.: memo in cui il des tin o finnlc deve essere ancora deciso sul campo cli bnttng li:i. R. W . Seton -W ats on. Rettorica e realtà. La gra ndt: oper.. dcs ti1rnrn a dissetare le po• polazioai puglie si dal Tavol iere trl Capo, è stata nei passati giorni inaugurn ta col compiment o del tronco principale dell'acquedo tto e l'acqua del Scie, con un percorso di centinaia di chilo• metri, di cui parte notevole in galleria , è già sgorgata all'estremo lembo meridional e delle Murg e, a Ctglie l\lessapica, tra Brindisi e Ta – ranto, da dove sarà dirama ta ancora sino agli ultimi centri abitati del Capo. Il gra nde acquedotto non ha l'uguale certo nè in Italia, nè all'es tero. Uasta rincttcre che deve provvedere ai bi– sogni della vita di milioni di abitanti, distri– buiti sopra un terr itorio di 20 mila chilometri quadrati, che le dinìcoltà tecniche supera te sorio state gra ndiss ime e tali che meriterebbe ro ve• ramenle di essere illustrat e anche ai profani di ingegneria , perchèsc ne rcndes.sero pieno conto. Ma da tutt o quanto sopra a voler fare - come giornali politici e giornali agrari hanno fatto– della retorica, ingranden do a mille doppi la portata dell'opera per pa:;sarla dal campo igie– nico al campo agricolo, cc ne corre ! L'acquedott o darà modo certamente con le sue acque di rifiuto, dove il livello delJe cam– pagne circostanti agli abitat i lo permetterà fa– cilmente, di creare piccole zone irrigu e, orti di preferenza, se non esclusivamente, ma la su • pcrficie in tal modo irriga ta, non potrà, in ogni caso, che manten~rs i entro limiti molto mode– sti in confronto della totale superficie. Anche se tutta l'acqua dell'acq uedotto si de· stinasse ali' irrigazione, dnta la portata massima di sette metri cubi a minuto St:condo, ne ri– risultere bbero irrigati, non pilì di quindici o ventimila ettari t Da ciò si vede quanta esagerazione, quant a retorica ci sia, per esempio, in ques te parole della Ga::tsella Agric ola di ì\lilano, che ci ha .sorpreso, per vero dire, di veder riportare an• che dall'A vvenirt Agri cola di Parma : • la /erra di P11gliad,t si accinge con fe de a raccogli ere tulle leproprie energie e le proprie risorseper tra– sfor mare il suo tavoliere ;,, ,mn seco11dapianu ra lombarda 1 i suoi campi rigogli osi iu gia rdini .... n Noi ci siamo domandati più volte come è che le frasi di questo genere, che si scri,·o:,,o su pei giornali con una leggerezza deplorevole, abbiano, purtroppo, spesso corso come moneta corrente e riescano a tonnare opinioni, tanto lontan e dalla realtà! J'ion ci sarebbe da meravigl iars i, se fra qual– che anno, un buon lombard o o emi liano, che ricorderà le frasi della Gmu tta Ag ricola, ca– lando in Puglia per comprare uva o mosto, e meravigliand osi di non vedere cambiat o l'aspe tto della campagna dal finestrino del treno, dirà tra sè o coi compagni di viaggio : " ques ti me– ridionali sono proprio indolenti. Hanno avuta l'acqua ma non l'adoperano n. Se cosi poco ci conoscia mo Ira reg ione e re• gione cl' Italia , c' è da meravigliar si che non si conoscesse assolutamente nulla della Libia quando si andò a rompersi il collo laggiù.? Az1 ~IONTI. P er l'asilo d' infanzia di Balsorano. Somma precedente . L. 1672.6o )l ichele Barb.uo, Reggio Ca!.. 1.- Da un gnippo di cucitri ci e lavo• ra.trici a maglia dèlla Lima Pistoiese, per mezzo della Signora ' Fla\' ia Fa- rina (1) ~ . • 100.- Totalc L. r773.6o (1) Ci scrive la. Signora Farina. inviandoci la somma: e L'offerta rapp resenta ali' incirca e la jalf11ra di vari oggetti di vestiar io di qui « spediti al Comitato della 11 Leonardo• · se «a \·essi dovuto, come da principio crcdC\'O • di dover fare. p,1garc le donne che cuch·ano • o lavora,·ano a maglia. Invece queste, circa • quara nta di numero, non hanno voluto es- • scr pagate; cd allora io sono felice che la • somma don 1ta ;1.lla buona ,·olontn. di tant e • po,·erc donne vada a contribuire alla bella , iniziati va dcli' asilo d ' infanzia•· R icordiamo ancora una voltnche un mezzo pra– t icissimo per ra.ccoslieredc nnrosenz.1grandesa– crificio è quello di acquistare per 10 centesimi e mettcre in vendita allos tc~so prczw, la cartolina. illustra ta fatta t irare in 10 mila copie da un gruppo di amici di Cenova. Il prezzo di costo della cartolina è di ceni. 2 e mezzo. Ogni cartolina , qu indi, che si acquist:i. per 10 ccnt . rappr esenta per il gruppo di Genova 11n gua• dagno di ccnt. 7 e mezzo. E chi acquistn un blocco di cartoline e riesce a venderle, finisce col dare un grand e aiu to nll' opera cli soccorso, senza alcun sacrificio finanzia.riO. Gli runici, che sono dispo:.ti a contribuire per questa via ali' iniziativa degli as ili, si mettano in rela1.ione con G1so DRL LA VALL E (19, Via SS. Giacomo e Filippo , Ge,io,•(1), al quale devono essere inviate le ordinazioni de lla. carto lina e il relath ·o import o. Er rata-Corrige . Kcll' ultim o numero dell'Unità, pa– gina 3 1 colonna 2, alla fine del primo periodo, è occorso un errore di stampa assoluta mente pietoso : invece di stam– pare tacquero o assentirono, fu stampato tacquero o mentirono. AN GIOLO G10VANN O~ z 1, gcrc11/e-respo11sabilc.,.. Flreai e, ltlS. - Sl1à. Tip. ALDINO,\'11 del Reu l, Il. - Ttl. l•IS. GIUS. ldlTE~ZR e f!Glll, Bari ED I TORI FRANCESCO NITTI : Il capilale slra– niero in I/al/a. (Biblioteca Modern a, N . 80). - Bari, Laterza. - L. 2,50, Francesco Nitti l: uno dei pochissimi stu• diosi italiani che alla vastilà della dottr ina accoppino una conoscenza diretta della. vita economica, in lui rafforzata da parecchi anni di govern o, come ministr o di agricoltura, industria e commercio. Egli lesse circa un mese fo alla Società Reale di Napoli una dotta memoria sul "Capita le strani ero in Italia II che ebbe me~ ritamente larghissima eco nella stamp a quo– tidiana. L'arg omento è di quelli che m~ggiormentc occupano l'attenzione del pubblico in questo momento decisivo, e che in un tempo dà luogo presso le persone più colte ad idee erronee od esag erate. !\folto opportunamente perci ò il lavoro ciel Nitti scritt o con la con– sueta forma chiara ed efficace e ded icato al ministro di Stato del Belgio E. Vandervclde, esce dal chiuso campo accademico per cor– rere fra un pubblico più largo ed appassio– nato, nella bella veste dei volumi della Biblio• teca di cultura moderna del Latcrza di Bari. INDICE 1 Lellel'a " E. Vaudu vtlde - i I capila/e s/ra– uiero e lo sviluppo della ricclws,:a iu Italia - I paesi creditori in Em ·optr - Il capitale s/rtmiero impiegalo i11//alia-: L~espa11sio11t dell'Italia e l'opera del capitale 11a1Jio11alt– APPEr-01c1: li co11solidalo ilalia,10 all'estero dal I 870 al I914 - Le società per acioni s/ra ,iiere esisltuli in llalia tiel 19IJ - Le società es/tr e soggellt a lassa sul ca;i tale– Le società ptr a~ioui s/ran iere csislwli al 11ovembrt I 914 secondo la DirrJJioue gene• raie del Credilo - Le banclit straniere i11 Italia - Il risparm io in lla lia. Dlrlsu e co■mlulo■I e n1ll 1 1111C111 E411rlce a . LA– TERZA e Flsll, Bu i.

RkJQdWJsaXNoZXIy