L'Unità - anno IV - n.13 - 26 marzo 1915

lrov ed sulla su:1 tavob ::matornica per es– sere smembrato e ricucito ; per il popolo sloven o di cui un suo poeta con am:1rezza dice: Sconosciuto al mondo intero, tu lent.1.men.tc muori di generazione in generazione : la stor ia tua è scritta coi sepolcri. (S. Jcnko 186o). La sto ri:1 del popolo slovt"nO tu tta 'si rias– sume in una contin u:i sistematica opp res– sione e persecuzione da part e del governo absburghe se dalle cui catene non lo potè liberare neanche la raffic:i liber:ttri ce del '48. Questo popolo giovine, eminentemente ogri– colo, separato con subdola sagac ia dagli Absburgo in ben sette diversi governi ammi– nistrat ivi provinciali (Carn iob, Carinzia, Sti– ria meridionale, Contea Gorizia e Grndi sca, Trieste, Istr ia e part e dcli' Ungheri a), resi– stente per secoli e secoli alla deleter ia so– pra ffazione al dominio tedesco, alle inva– ·sioni dei ture hi, anche se si unir:\, con propria autonomia, a1la confederaz ione jugo– slava alla quale aspir:t, verrà sempre in parte incorporato con le terr e irredente dell' Istria ali' Italia. Ora per que sta seconda part e sarà neces– sario applicare non il metodo prussiano contro i Polac chi della Posnan ia, ma ga– rentire tutte quelle libertà naziov ali che sott o il dom inio austriaco neppure dopo lunghe ed aspre lotte gli Sloveni pote rono acquista re, giacchè tali non possono chia– ma.rsi le concessioni irrisorie ricevute (1). Gl' itali :mi non devono illud ersi di po– te r assimi lare questo elemento sloveno ri– ma sto intatto du rante secoli di domini o te– desco, ma debbono cercare di comprendere, valutare lo sforzo da esso comp iuto e che compie tuttora per il risveglio della sua coscienza nazionale, diment icando tristi pa– gine di misere lot te. Ricordiamo che molti errori furon o commessi d:1. sloveni, da ita– liani involont ar iamente, sott o il raggiro della politi ca austri ac:i a cui furono sott oposti di q uclb politica che seppe sfrutt :ire gli odi da essa stessa seminati. Ma chi discordi:1. 5emina rac coglie temp est:1.. Il giorno in cui I' It:ili:i. accorr erà a liberare i suoi figli, rivolga parol e non d' odio ma di pace e fratclbnza :1.quelli che cr:ino più oppres si dei suoi figli, perc hè più incoscient i e sco– nosciuti. Nel 1<)05 il deput:1.to al Parlamento :1.u– -stri:1.co, dot t. J. Smodlak:1 (ora imprigio – n:1to in Ausu ia) r:1.ppresentante del par tito dem ocra tico nazion:1.le Dalm ata, in un di– scor::>o :1 .ficrmav:1.che l:1.sor te di Tri este po– tr:ì essere decisa sobme nte con un sincero accor do <legl' it :1.li: 1.ni con gli slavi. Ass;ii più in que sto momento I' lta li':1.deve sentir urgente un t :i.le accordo per non fabbric::ire essa stess:1.:i suo d:1.nno un cava llo di Troia .entro i suoi n:1.rnr:ili confin i e per poter vi, ·crc um:1.nam en.te . in comunione e p :1.ce, in intcn s:1. collaborazione con b nascente ,Conkd er:izione degli srati jugo-s b vi. Cec iliano Urban. ( 1 ) Per dare un esempio di come siano sta ti boncficati gli Slo,·cni in qucst' ultimo periodo, riport erò alcuni dati tolti da un opuscolo del 1905 (edito a cura della vasta associaz ione ju go-slava di cultura. e istru zione • Omladina • sciolta dalla sbirra glia austriaca subito dopo l'eccidio di Sorajevo, e posto con tutte le altre pubb licazioni sotto sequestro adottando verso i soci le consuete rappresaglie) : • per 3300 Sloveni delle scuole medie il governo austriaco non concede neppur una sola completa scuoi& media slovena•· • L'Austri a favorisce l'an al– fabetis mo fr3 i popoli slavi ad essa soggetti. Chiaramente si scorgono lo tend enze panger– manisticho quando si noti che l'Austria oltre a i tre tedeschi istituti mcdii a Trieste e nel- 1' Istria e l' Istitut o tecnico tedesco di marina a Pola, manti ene a. Tri este tre scuole popo– lari tedesche e a Pola una scuola popolare e una scuola di Marina. li governo austriaco spende annua.lmentc oltre mezzo milione di corono per scuole tedesche in due pro\·incie (Trieste e l' Istria) , ove su quasi mezzo mi– lione di abitanti "i sono solo 15,956 tedeschi ; e ~ di pH1 paga col denaro erariale due maestri di scuole tedesche privat e ad Abbazia e a Pola. L'UN I T À 651 IL POPOLOITALIANO E LA GUERRA Noi (e lo abbiamo detto più volte su que– sto giornale) siamo avversi tanto a que lla neutra lità , che si chiude dentro la comod:1. e beota ignoranz~ di tutti i probl emi che la gue rra ha posti ; qu:1.nto a quell' inter– venti smo che aspetta d:1.lla guerra chi s:1. quale gloria e prosper ità per l'Italia, e per tr:1.scina re 1' opinione pubbli ca cerca di at tenu are la visione delle difficoltà , dei sa– crifizi, dei dolori, e di esagerare la prev i– sione dei va nt aggi che l'interv ento in guerra potrà arre carci. Per questo ci pare estrem ament e uti le che si facciano sentir e nel Paese parole sensate e ragion :1.te come quelle del Mara – nelli (pubbli cat e nel penultimo num ero del– )' U11ità), anche se per :1.vvenwra la opi– nione di lui (con la qual e per altro io di– chiaro di essere perfettamente d'acco rdo) contenga un troppo modesto appr ezzame nto dei vantaggi territor iali che dalla guerra potrà :1.vere l'I talia. E questo per molti motivi. Prim o, per– chè occorre resistere con tutte le forze alla follia impe rialista, che mentr e fa appe llo :1.i diritti della nazionalir:\ sogna conqu iste e domini dell' ltali:1. su :1.ltre nazioni, e pr e– tende di assegnare un compito di organiz– zazione e di inciviliment o in altri paesi a uno Stato che ha dat o in mille occas ioni così miserando spetta colo di disorganiz– z.lzione e di incultura e ha lasciato per tanti anni e lascia sussistere tuttora, an– che alle porte di Roma, soprnvv ivenzc di vera barbarie. Secondo, perchè il v:1.ntag gio che potrà, per qualsiasi via, derivar e all' Italia dalla guerra, non sa rà certo misu rnto a chilo– metri quadrati . L' It alia è un p:iese non ricco di den ari, molto ricco invece di popo– lazi one: ha quindi bisogno che siano si– cure le vie del mond o che percorrono Ì 'suoi emigranti, e ha bisogno di evit:ue ogni sperpero di c:1pitali. Difficilmente potrebbe pertanto esservi un paese, in cui alb im– mensa maggior:1.nza debba star tanto a cuore, come in 1ralia, b conscrv:1.zione e la sicurczz:i della pace . Il vantaggio mag– giore della guerra st:1.r:\quindi per noi nella sicure;,za di pace che l' :1.selto da essa in– staurato sapd darci : pace rr:1.nquilla, non insidiat:i da ingordige e da competizioni, non min.icciat:1. nè da sere insoddisfatta di" li – berd , nè d:1.brnmosi:i ins:1ziata di dominio . Anzi un soverc hio ingr:ind imento terri – tor iale s:i:rebbe pericoloso per noi, non sol– t:1.nto in qu:i:nto - come fu detto più vol– te - verrebbe a cre:irc nuovi moti irreden– tistici entro i confini del nostro Sr :1.to , ma :inche in quanto ci obbl igasse :1 disperdere per I' organizz:1.zione e il migliorame nto di :iltre terre le energie e i c:ipit ali, di cui :1.bbiamo bisogno per migliorar e le terre nostre e svolgere in c :1.sa nostra le nostre attività . Per questo anz i io mi auguro ar– dentem ente che il pass:1ggio dei Dardan elli sia :iperto prima che r lt :ili:1.,abbi:1.. even– tu almente, ad inten ·enir c nella guerra. af– finchè- gli :1.ltri St :1.ti non si sentan o in ob– bligo di offrirci il compenso di qualch e :1.cquisto tcrr itori:1.lc in Asia •Iinore, che s:1.rebbe vernmen te (:1.mio p:1.rcre) un mezzo dis:isrro per noi. ~·Ii p :1.re :1.nzi opportuno :1.cennar e a que– sto riguardo :1.dun punto che ha per I' Ita– lia una grande irnport:1.nz: 1.e su cui mi propon go di tornare :1.ltra volta. Se I' I ta– li:i dovr:ì decider si ad entrare nel conflitt o, essa tratterà prima, natu r:ilmente. con le potenze della Triplice Intesa. per stabilire i compen si che le sar:1.nno dati alla stipu – lazione della pace . E pacifico che tr:i questi compenii deb– bano essere il Trentino strettam ente ita– liano e il Friul i orienta le, è contr overso che debbano esserc i l'Alto Adige e r [stria e Trieste e Fiu me, più controve rso ancora che debba esserci la D :1lma1.ia ; ma vice– versa e' è chi vor rebbe :1.nche b Corsica, la Tunisia, il Dodecann ~o . e inoltr e l' accen – n:.i;to boccone dell' ,\si:1. ~linor e. Ora spe tt a :r noi di far intendere che l~ stesso acqu isto del Trent ino e del Fr iuli orienta le non h.i. valore ir quanto aggi unge territori o e sud– diti (cioè, nella roncez ione di alcuni, sol– dati) ali' It:1.lia ; ma in quanto risolve un prob lema di naziona lità , elimina una ra– gione di conflitt o, divent:1. perciò un coef– ficiente di pace. Appunto pcrchè è incerto o è da esclude rsi che l'a cquisto degli altri territori darebbe lo stesso risultat o, ap– punto per ciò è dubbio o è da escluders i l'utilità di tale acqui sto ; an7J per alcuni è certo che il danno sicuram ent e. prevedi– bile sarebbe super iore ad ogni presunto vantaggio. Altri compens i sono quelli che noi pos– slamo e dobbiamo, all' occasione, richiedere : reg~rne della port:i aperta nelle colonie fran– cesi del Medite rraneo; convenzioni com– mercia li da far valere anche nel c :1.so che la gue rr:i non riuscisse ali' :1 .uspic:1.toab – bassa mento generale delle tariff e dogana li ; g:1.ranzie a favore della nostra emigrazione in Fran ci.,, in Tuni sia, in Egitto, in Alge– ria ccc. E bisogna che quanti vogliono te– ner lontano da!!' It alia il fl:1gello di una polit ica imperial ista cerchino di avviar e alla consideraziolle e allo studio di questi pro– blemi l'attenzione del pubblico italiano. Alle due ragioni accennate per cui è util e far sentir e al Pa ese p.1role assenn:it e se ne aggiunge un' altra, che forse nepp ure sull' Unità è stata sempre tenut a nel giu– sto conto . Si è parlato molt o (dagli altri in forma vaga, dall' Unità con la solita con– cretezz a e precisione) dei vantaggi che l' Ita– lia può trarr e dalla guerra. Ora questa pre– visione dei vantaggi è cosa che può aver pres:i sulle classi dirjgenti, che certo nes– suna spinta di ideali riuscirebb e :i smuo– vere; ma non esercita se non uno scars is– simo influsso sulla grande massa popolare . E non soltanto perchè questa è presa nel suo complesso, infini tam ent e più idcali– stic:1, come sono in generale le grandi mol– tit udini, in con fronto dei gruppi poco nu– merosi, come speci:1.lmeme sono gli insod– disfatti rispetto a que lli che h:1.nno poco o nulla da desiderare ; m:1. anche pèrchè in re:1ltà questa moltitudin e si è :1.bituata, dopo num erose esperienze, :1. pensa re che bene dclb P atr i:1 e del P:1ese (specialmente se scritt i col P m:1.iuscolo) vuol dire bene di ristrette consorter ie anim::!.te d:1.Ipiù grett o e abietto egoismo. Io che non sono neutralista al modo che è comun ement e in.teso oggi, credo di poter parlare spa ssionatamente e dico che, se è doloro so per qu:inti :1.spir:1.110 :1 vedere :1.c– cresciutc nelle classi opcr:iic quel!' :1.bitu – dine di studi o e quel patr imonio di col– tura che le rendano att e a pad ronegg iare, nel loro vantaggio, gli :wven imem i e le si– rn:1.zioni, vicever sa è estremamente ridicolo e :1.sstirdo lo sdegno che certa stamp a affet t:i per quello che qualc uno ha chiamato pt rn– cia.fichismo, del partit o socialista e delle ( organ izzazioni oper:1ie. !\'la vorreste pro– < prio sul scrio che costoro si comm uovessero a senti r parlare di patria ? ma che cosa :ivete offerto loro in que sti cinquantaci nque ann i di vita nazion:lle, perchè a quesrn patri a si sentissero affe1.ionati ? E come vo- r lctc che credano :1.\la sincerità di chi parl:1. in nome del vantagg io naziona le, dopo b volg:ire e indegn a truffa della sped izione tripolina ? e come volete che senta gli sti– moli o si pieghi spontaneamente ai così ( detti dover i della solidarietà nazion:ile chi ha visto la borghesia ita liana sottr arsi con così sfacciat:1 disinvolt ura agli oneri finan– ziari che da quel!' impre sa di Tri poli deri– varono al bilancio dello Stato e della n:1- zione; chi h:1.visto, anche più recent ement e, così misura ti e lenti i palpiti di solidar ietà e d i pietà dd le classi dirigenti itali aA.everso i miseri connazionali che lo scoppio della guerra ricacciava in pat ria ? Questa folla ha cent omila ragiotù a ri– fiuta r credenza a coloro che le pa rlano oggi di interessi nazionali ; h:1.cento mib ragioni di ritene re che ann ett ere Trento e Tri este ali' It alia significhi chiamare le clnssi ope– raie ùi quelle terre a soffrire le stesse mi– serie, ad esser vittim e dello stesso egoismo, sot to cui soffre già in It alia tan t:1.moltitu– din e di popolo. Ecco perchè: a quelb foll:1 oggi dobbi amo pro spettare il probl ema dell:i guerra sotto un diver so punto di vista, più conface nt e agli intere ssi suoi e soprattutt o meglio ri– connesso ai suoi ideali. Dobbiam o pertant o cercar di studiar e un po' più le conseguenze che la guerra potrà darc i e i risultat i che d:1. essa possiamo prop orci di tr:1.rre, non nel ristretto ambito della vita nazionale, ma in un' or bira più v:ista di int eressi e di idealità : dire per esempio, che vogliamo che I' lt :1.IÌ :1. pro– pugni nel futuro congre sso la riduz ione de– gli armamenti e l'abba ssamento delle ta– riffe dog:1.nali ; e a queste condizioni, se deve int ervenir e, subordini il suo int er– vento; e dobbiam o spiegare perchè pen– siamo che que sti risult ati possano sc:iturire dalb guerra presente. Con que sto intent o io mi prop ongo di es :1minare prossimamente sull' Unit à :ilcuni aspetti delb guestion e doganale. Mug. POSTILLA Che l' i11teresc italian o di fronte alla pre– sente crisi mondial e sia specialm ente quello di co11tribuirc alla creazione di un nuovo equilibrio, in cui venga assicurata una grand e generale ridu zione delle spese 111ilìt.ari e una stabile pace con In rlimi11azionc di I.ti/te le anti che suprr.ficie di attrit o fra le nazioni europee, 11011può rsserc messo in dubbio se 11011dngli sprculatori delle ù1dustrfr militari. kln non dobbiamo Wuderci che la cosa sia troppo /acile; 11! dobbiamo credere che cert.i p roblemi assai compli cai.i si risolvano srn.:'al– tro con le rimmci c. Jl1ug . scrive che l'Italia, nd evitare ogni ragione di nuovi confli tti, farrbbe forse bene a doma,ularr l' mw essiouc del solo 'l re11t.ino ,e strt ttame11te ital iano n ,: del Friuli orirntal e, abbandon ando senz' nitro la zona 111istilù1guc t!tll' Alt o Adi ge 1,• l' I stria ,: 'Trieste. 1 1a queste ri11;mcit elimi nrri'bbno gli attrit.i di 11azionalit ti fra tedesch,: e italia ni 11rlla zona wrruli ona/e dr/l'Alto Adige, fra italiani 1: sloveni ù, 'lrit stc r nell'ag ro triestin o, fra italia ni e croati in Istria? L a realtà non conscm c t?lusioni a questo rig uardo. E noi dobbiamo , chi sa pn quanto ton po ancora, considerare queste c1 zone gri– gie II come le pie tre dr/lo scandalo di ogni politica pacifica, qualunque sia il loro ordi– namento politi co. Quel che bisogna cercare l: di ordi11arlr po– liti camente 1·n modo rhe gli attrit.i 1101.ionali vi sicno atten uati piiì che sin '}Ossibilt, e rhr l'opera lenta del tempo e l' influ enz a spo111tmca della dvilttì superio re romp ian o qurl lavoro di assimilnzio nr che la violenza 11011 compi rà 111ai. Ora imo sltlterello nutom ,1110 istriano, quale il 1 /aran clli p ropone e lVl.ug. accetta, rende – rcbb,~ davvero possibile una pacifica convi– vn,uz fra i"taliaui e slavi? No ,i lo crediamo in uesstm modo. I rappo rti fra le razze sonlJ oramai così i'!tnspriti in quei territori, che • l' auto ,•omia poli tica significherebbe la guerra ciuile in p,:rma nenza int orno ai comum'., alle p rovincie, alle istituzioni di beneficenza, alle scuole, ai trih,wali, alle li,1ee ferroviarie, agli acquedotti, ai cimit eri, alle chiese, agli suss i sassi. E questa guerra ciuile re,idercbbe ne– cessario a breve scadenza l' intervento di q11al– cuno f ra i vici ni, cioè la fine del!' autonom ia e della neutralità. Ora elim inata la pou ibilit à di un' aut ono– mia, non rest•n o che q,~attro ipotesi : , 0 l'ag– grega:is ne all' I talia; 20 l' aggregazio ne alla 1w~va Serbia ; 30 la contin uazio ne del do– mini o austriaco; 40 l' aggregazione ad una · Grandt German iti. E sclus.t per pa rte nostra e per rAgio ni in – tuit ive I' ultima ipotesi; riconosci uto che la ca Gino Bianco

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