L'Unità - anno IV - n.13 - 26 marzo 1915

652 L'UNIT À burocra :in austriaca, se fOusolùlasse dejiui- 1,:vnmcnte il suo dominio su queste terre, ri– tornerebbe ad ni:::arvi gli slavi contro gl' ita– liani e tenterebbe di condurre a termine la distru:i om• degl' itnlia,ii; non n:stnno per noi discutibili che le primf due ipotesi . Ness1111n delle quali, certamente, risponde ari 1m di ritto assoluto dcg/1 italiani o degli slavi; r tanto l' una quanto l'altra prescn– ltmo difficoltà non lievi. 11 a per quel che rig1wrda lii questione di diriu o, noi non vediamo pachi, trattandosi di terre mis te, gl' ùalitmi debbano cedere seu:.' nitro il posto agli altri . Se In //tne:ia C iulia fosse nggrrgata alla Grande Serbia o ad una Cronzia-Slovc 11ia è certo che questa situ a:.ione politica creerebbe agli slavi uno stato di superio,:ùà di fronte agl' italiani . Se fosse aggrtga tn a/l' It alia, la superiorità pas– sere_bbe agi' itnliani . Di grn:i a, perchè dob– biamo occtl/are a priori che la superiorità debba toccare agli slavi? Combattiamo pure l' imperialismo nostro; ma combattiamo muht qu elio.... degli nitri! Certe accettazion i pas– sive di q1uzl1mque pretesa altrui per amor di pa ce, lungi dnl preparar la pace, non prt– parano chi.' guerre.. N11turalme111e, 11cllt terre mi ste aggregate al– l' It alia occorrerà che i partiti democratici italiani veglino nlteutamente ed accan itamente per dif endere gli .slavi dalle prepotenze dei gru.ppi 1taliani locali : ln gi usti:i a è il solo mcz.zo di assimi lazione e di pace; e di giu– stizia le camorrcJtc comunali itati·a11e di quei paesi no11vorrmwo sentir parlare tanto spesso . E appu nto qui si rivela ltz necessità di inter– venti tst rmui . E dovrebbe essere questa zma dtlle preoccupazioni pi Il acute della demo– cra:i a italiana . Su lf attitudine della nostra amministra– ::.ione statale a mantenere 1111a equità, almeno relatifla, fra i partiti locali in I stria e... al– trofJe, non e' è da farsi gra11di illusioni, pur– troppo . Jl/a nf la burocrazia austriaca, nè la burocrazi a serba ci darebbero affidamenti migliori qualora le terre miste fossero aggre– gate tilla Serbia o all'Au stria. E giacchè è necessario scegliere fra il Jrovarsi ,!alla parte dtl manico e il trovarsi dalla pa rte della scopa, noi 11011vediamo perchè noi si debba senz' al– tro volere che gl' italiani si trovi110, proprio essi e semp re essi, dalla parte della scopa. E per qzumlo la nostra burocrazia sia per– versa e somara, per quanto i gruppi locali italiani della Jlenezia Giul ia sieno interes– sati a fare della nostra burocrazi a tmo stru– menlo di oppressionr e di rappresaglie con– Jro gt:· slarn· - oh, le elezioni che gli itaÌianis– simi di quei paesi faranno con I' aiuto degli itali anissim i delegati di P. S. ! - purt noi abbiamo fede che rm' oprra di controllo degli itali ani non interessati nelle questioni locali imp orrà agl' italianis simi di là certe limita– zioni e cene norme di equità e di giustiz ia. Dovrebb' esserr questo un impegno solenne, che i parJ.iti democratici dov-rebbero assumer e fino da ora, di fronte agli sloveni e r1i croati della // e11ezia G.:Ulia. Ptr quant o qucst' impegno possa essere in– sufficientemente realiz::.ato, noi pens iamo che le ingius tizi e di cui gli slavi dovessero sof– frire da parte degl' italiani in caso di amzes– sio1u all'Italia, sarebbero sempre assai mi– nori di quelle the so.ffrirebbtro gl' italiani da parte degli slavi' nel caso di nmzessi·one alla Sirbia o ad tmo Stato sloveno-croato. Senw pre tese di primati 11a:io1uzlis1ici, possiamo bene affermare che nella // enezia Giulia quella metà di popolazione, eh'! parla e pnzsa ita– liano, rappresenta una civ:'ltà superiore a, quella della allra metà slovena o croata : e questa civiltà superiore è ·garenzia di più agevole soluzione dei p roblemi locali. B en diversa è la sit uazione della Dalmazia. La quale sarebbe nè più nè meno che una colonia slava ~onqu istata da/l'Italia, a van– taggio #i una infima mi11orm1za di italiani dissemi"trati lungo le toste. E questa colonia avrebbe il dz'fetto graviss imo, d:· avere alle spa lle _,m grande territorio compa tto, tutto slavo; vl.rsd tui aspirerebbe ?omin uamente a congiungersi la grande maggioranza ~lava della l'olo11ia . ..S,lf 'thht° zma calun eterna .., di a1irf1t •l 1 di 't;(/i /i1t lt alìa t Serbia . E a ques/o ci dobbiamo oppor re con tutte le nostre ;or:.e: 110,z dobbiamo consrntire che gl' interessi e i rmuori _ locali di poche decine di migliaia di italiani di'lla Dalma:ia si impongano alla politica na:iomd,: di 35 mil:'oni di :'taliaui. g. $. Internazionalismo o Localismo ? In alcun i dei comiz i socia lisH ten uti in Pu– glia contro la guer ra ed il caro viveri , sono stati votati ord ini del giomo contro la espor– ta zione del grano, delle farine e di hitti i ge– neri alimentar i nei Comuni limittofi. Non si possono rimproverar e dei poveri la– vorator i, se. ncl momento in cui si vedono mina cciati dalla fame, essi pensano esclusiva – mente alla propria dif~ e si illud ono di t;o· va.ria nei divi et i di espo rtazione dei viveri dal loro comun e nei Comuni limitr ofi. i\fa non (! onesto nascondere la contrad dizione str idente che si man ifesta tra i principi di solidarietà internazionale che si invocano in teor ia, e i prcgiudi zii del localismo più grett o ed egoistico, a cui in prat ica si rim ane attaccati ; e non è nemmeno prndc-nte tacere i pericoli che pre– senterebbe per il proletariato o per tutta l'e– conoi:nia naziona le il metodo elci divi eti locali d'esportazi one, qua lora lo si volesse eleva re a sistema. Vi fu un tempo, lontano ormai di molti se– coli, in cui ogni città col brevissimo territorio che la circonda va , costitu iva una cerchia eco– nomica del tutto chiusa , da cui non poteva uscire nessuno dei prodotti che servivano ai bisogni più elementar i della popolazione citta– dina. Succedeva allora che fra comune e co– mune vi Cossero, per gli stess i generi, differenze alti ssime nei prezzi, e che talvolta una città nuotas se nell' abbondanza, mentre in città non molto lontane si moriva di fame. Le carestie si ripetevano allora con frequenza spave ntosa, e ad ogni carestia erano migliaia e migliaia di pover i lavoratori ch 'era.no colpiti da lla morte . Il cittadino, che voleva sottrarsi alla fame e– migrando in una città vicina, vi era conside– rato come stra niero e come nemico, e cadeva spesso da un male in un male peggiore. Oggi, nelle nazioni civi li, le stragi della ca– restia non sono più possibili appunto perchè i mezzi più facili di comuni cazione e la scom– parsa delle barriere fra comune e comune e fra regione e regione hanno unificato i prezzi ha.n perme sso che i paesi più favoriti dalla natura forniscano i loro prodot ti ai paesi pii1 poveri, e cho i lavoratori disoccupati emigrin o e trov ino il pane in quelle regioni in cui c' è in que l momento una maggiore ricerca cli bra ccia. Negli ultimi decenni questa solidarietà eco– nomica si era andata estende ndo anche al di là dei confini dei singoli Stati ; e così fu pos– sibile che l'Italia non si preoccupasse eccessi– vamente della scars ità del suo raccolto gra – nario, pcrchè era sicura di avere facilment e la quantità mancante dalla Russia, dall 'Ame– rica, dall'Australia; come l'operaio, privo di layoro , era sicuro di trova rne a condizioni migliori al di là delle Alpi e al di là dell'O– ceano. Su questa salda base della solidarietà eco:iomica andava sorgendo quella società in– ternazi onale. senza barriere doganali e sen7.a. lotte cli predominio, di cui _la guerra attual e può aver ritardato, ma non impedit o per sem – pre l'avv ento. È assurd o dunqu e che proprio noi sociali– st i; che, pur non rinn egando la naz ione, ci sentiamo i più conv inti asserto ri dcli' Jnt crna – lismo, vogliam o ora far un salto addi etro di tanti secoli e chiuderci, per paura nel loca – lismo piì.1 gretto, che può ricondurre alle lot te san guinose cli campan ile e alle manife stazioni più paur ose delle sommosse e delle morti per fame. Supponiamo per essere più chiari, che esi– stano per un momento ,_le due sole provin cie di Foggia e lii Bari. L1. nostra prov incia produce in media Soo mila qui1}tali di grano e ne corisurna quasi il dopp io ; ess.-;i. i: ~ostrc tta dunqu e a farne' venir e di fllÒri 6oo 0 0 700 m1I~ quint àli ogni anno. La provincia di F'ogsia· produce, in mcllia, 1,700,000 qui nt ali e ne consuma poco pii1 della b 10 eca Gino Branco metà. Essa può dunque fornire, normalmente alla provincia vicina tutta la quantità di grano di cui questa ha bisogno. Se invece sotto la minaccia della carestia, il sistema dei divieti d'esportazione, invocato da i nostri comp.,gni, fosse esteso a tutti i co muni delle due pro– vincie, è evidente che· in poche settimane tutt i i comuni elci Bar ese, o que lli almeno fra essi che son poveri di grano, si vedrcbl:>Cro ridotti alla fam e, e dovrebbe ro dichiarar la guerra ai Com.uni del Foggiano per ottene re da essi la revoca dell'assurdo e crudele di vieto, o per conqui sta re come preda cli guerra quel gra no eh 'essi non vogliono vender e per con– trattazione pacifica. l':: questo forse il risultato a cui si vuol arrivare, in vocando i prin cipii dc li' lntcrnazio • nale? g. I. Brutti sintomi. Sono finite, finnlmente, le polemiche per la tragedia di Caprarola : doloroso stras cic:odelle elezioni provinciali. t~ inutile a dirlo che l'e• . pifonema finale della retorica giornalistica com– mentat rice è sti:reotipa, e somiglia assai a quelli che periodicam ente ricompaion o a proposito del Mezzogiorno : 14 Caprarola contro Ronciglio– ne e Carbogna no, campanile contro campanil e, Medio evo in pieno secolo vent esimo I F'inchè quelle popolai;-ioni non sapranno .... non avran – no.... non faranno ecc. è difficile, e forse im– possi bile, evitare ecc. ecc. n Non si nega che nella geremiade ci sia un grano di verit à ; ma sappiamo di vecchia scienza, e per esempi che speravamo di non voler rinnovare , che quelle popola:;ioni, quelle benedette popolazi oni, a cui si add ossa tutta la colpa, non uscir anno dal Medio Evo finchè piacerà ai signori padroni cli tenercele inchio– date per forza. Ignoro che cosa rappresentino politicamente i due candidati di Capra rola; null a so della maggiore o minor sapienza amministr ativa del. l'uno e dell'a ltr o ; ma questo so che a Ronci– glione non manca la gente, che si sforza d'en – trar nell'Evo moderno, giud icando delle can – didatur e nmminis tra live con criteri ammini– st rativ i non medievali. Infatti un Comitato ronciglionese di sostenitor i del candidato .... forestiero si era costitui to e chiedeva di poter lavorare. Ma il candidato caro alla maggioranza di Ronciglione e di Carbognano era, per caso, carissim o alla Prefettura di Roma. Ora io non pretendo che un Prefetto si attenga ai ver.chiumi di Stuart Mili : .i quando la maggioranza tenta di opprimer la mino– ranza il Governo deve intervenire •· Non avrei voluto però et.e fossero avvenuti pa– recchi fatti comprovanti la acquiescenza del Delegato alle intimidazicni d' ogn i maniera contro i traditori dellla patria roncig lionese. Anche adesso, a· cose passate, mi riferiscono che non è prudent e a Ronciglione farsi ved ere col Afessaggero fra le mani, perchè se poi ca. pita una legnata fra capo e collo , la Polizia non avrà occhi nè orecchi. Questo sta to di cose non illumina forse le responsabilità vere de l conflitto sanguinoso? Che il Presid ente del Consiglio abb ia la santa pazienza di scomoda rsi a far visita a ,m deputalo ,ome tm altro e consultarlo su grosse questioni del momento storico, può dispiace re, ma si cap isce megl io: avrà dovu to fare, certo a malincuore, di necessi tà virtt).. Ma non è sup– pcnibile che alcuno gli ordini di applic-are il giolittismo elettorale: e, se lo applica, (dico cosi, rerchè è noto che la Prefettura di Roma non muove foglia se nza il beneplacito di pa• lazzo Brasch i, troppo vicino) la cosa riesce do. torosa a chi, come noi, pensa che neanche in questo momento si debba rallentar l'attenzione sulle faccende d i casa . Un esempio da imitar e, La sezione pavese dcli' Associazione nazionale fra i profe ssori univer sitari ha diramato a tutti i soci una circolare con la quale chiede ai soci stessi di 'riempir e e rinviare en tro il 25 corr., una scheda unita alla circolare stessa e nella qua le sono indicati quegli uffir.i ai quali sem- · brario prc(eribi lmente chiamati i docen"ti uni– versita ri. I servizi ai qual i i soci potranno proff er irsi, compatibilmen te coi loro obblighi d'uffi cio e con le missioni eventuali d i Stato , e che do – vranno ind icare nclln scheda, sono numerosi. È pregio dell'opera ind icarli : Insegnamento nelle scuole med ie (indicare le materie ed eventualm ente il grado e l' ordine di scuo le pr eferi ti) ; - tradu zfone da lingue es tere (in– dicare q\mli) ; ..;.. corr ispo ndenza in lingue este– re (indicare quali); - ufficio d' interpre te (in– dicare le lingue) ; - serviz i med ici; - servizi farma ceutici; - ass istenza med ica e :iervizì ospitai ieri; - ullici vari in Istituti educativi e di beneficenza; - istituzion i e serv izi rela th •i all'agric oltur a j - id. id. alla cooperazi one, So• cietà di M. S., Assi curazi oni, Banche, ~cc. ; - ser"izi tecnici (Genio civi le, catast o, ferrovie, uffici tecnici provinci ali e municipa li, officine del gas , luce elc;ttrica, acqua potab ile, ecc.) ; - ser vizi .ai:nministrati vi (poste, telegrafi, Pref et• ture , Intendenze di Fmanz;, Municipi, ecc.); - altri servizi: - ospi tahtit privata a feriti e convalescenti (ind icare il luogp esatto ed il numero). Si a1;giunge, infine, che l'ader ente si deve obbligare a presentarsi all'appe llo con la mag• gior possibile sollecitudin e per prestare i s~r– vizi scelti fra i sopra indicati, ed a metter;~;; disposizione del Comitat o d~ cui dipende _gli even tuali compensi che gli spe1tassero, affinchè siano erogati a scopo benefico. A~GIOL O G10VANNozz 1, g erc,rld-responsabile. Flre1u, ms. - Sl&b. Tip. ALDINO,Via dtl Reu l, Il. - Tel. a-85 G!US. ltllTERZll e f!Ghl ~ Batti Sono stati pubblicati i pri mi tre volumi del – l'opera: BENEDETTO CROCE LA LETTER ATU RA DELLA NUOVA ITALIA Jt Croce soddisfacendo ad ,uz ~ener.zle desi• derio ha r11ccoltoe coordinalo m quatt,-o vo– lumi i sa1;~i sulla lellernlm ·a italiana 11ella seconda metà del secolo XJ .,.i,: che /a,,lo fole• resse e la,,te dùcussio"ì s,uc i/a,-or,ovia via d,e furono (mbl>/icatitttlln rivi.sin la Critica ( d nJ 0 ~9:'Jli'/,~ :!{;, 7 ~'§/1p!:fi '~~!)'criterio di ~:;::;;;~;a :oee~,~!f:1~d,rif!c~~~";:~;;t,!'~n;;t costittJisc0110 ,,e/fallo tma storia mollo ncca e parlicol aregJ!tala della lelleraltJra della t1u01JaJla/ia, dalle 111/imeopere di Giovarmi Prati a D' Amumzi o e al Pascoli. Una set/la bibliogra/ia, c/u accompagna ciascun voltmu, ~~i}:e //~!,~/~ ~r";'/,-';:;fft/:{od;'/a;;:;}} s; Ira/la. Il primo volume contiene: Avvertenzit. - I. Il tramonto di Giov:1nni Prat i. - Il. Gli ulti111i romanzi di F. D. Guer• razzi. - li I. Niccolò Tomma seo. - I V, Alear– do Ale:1rdi.- V. Vinc~nzo Padula. - VI. Giu– seppe Rovani, Ippolito Nievo. - VI I. Vittorio Bersezio e il teatro piemontese. - VIII. Ales• sand ro Manzoni e 111. questione della linitua. - IX. Edmondo De Amicis. - X. A. G. Barriti, S. Farina, - XI. Vittorio Betteloni. - Xl J. B. Zendrini, G. Chiarini. G. A. Costanzo. - Xlll. Emilio 'Praga. - XIV . Arrigo Boito, - XV. Giov:mni C.1mernna. - XV !. I. U. Tarchetti. - XVII. Gi::icomo Zanella. - XVlr l. Paolo Ferrari. - XIX. Achille Torelli. - XX. Luigi Settembrini . - XXI. France sco de Sanctis. - XX I!. V. Fornari, B. Spiwenta. - XXlll. A. C. de Meis, G. Trezza, V. Giordano Zocchi, A. Tari . Il seco11do volume con/iene: Lf~ 1 rY~ ~:!~~~~~u~cl!'~i:~nf~~~~~i;r~~: r.ie di Gio:;uè Carducci. - JXXVI. Lo svo!gi– mento della poesia carducciana . - XXV 11. Il Carducci pensatore e critico. - XXIII. E. Nen– cioni, E. Panz.'\cchi. - XXIX. Olindo Guer– rini. - XXX. Pi1>troCossa. - XXXl. Felice Cavallotti. - XXXI I. Mario Rapisard i. - XXXIII. Arturo Grar. - XXXIV. Giuseppe Giacosa. - XXXV. V. Riccardi di Lantosca, A. Ròndani. - XXXVI. Pompeo Bettini. - XXXVII. Giovirnni Marradi. - XXXV II I. S. Ferr ari. G. l\hzzo ni, G. Ricci Siinodni. - XXXIX. Cesare Pascarella. - XL . UI Cflutes– .sa Lara , Annie Vivanti. - XLI. Ada Negri. j;tr~~ll . A. Bonacci, V. Aganoor, E. Capece• Il terz o volume contime: XLII I. Giovanni Verga. - XLIV. Matilde Serao . ....: XLV. Salvatore Oi Giacomo , - ~r]li1~~iF~~!!!e 1 G: Ga1ffn~~~ - ~Li'x: E. de Marchi, G. Rovetta. - L. Edòardo Calirn– dra. - LI. _ Vittorio lmbriani. - LII. C. Dossi, *;1i~i~:~1 Ì\'01~1}! 1 i'~ ~~~~~ 0 m~d~~t!iin~- Ll ~: · J Gaetano Negri. - LVI. L. Morandi, F. d' O– vidio. - LVII. Ferdimmdo !\tartin i. - LVI II. Giovanni Bov_io. - LIX. Fran cesco 1\1,ontefre– dini. - LX. Pietro Sbnrbaro. - LX l. La cri– tica europea e i suoi avversarl. Pre1:zo di ciascufl volume: L. 6,50. li volt"1zt I V, col qunle t'opera sani com• piula, è i,, cori o di stampa, e sti-rd:messo fn commer cio ,rei giugt10 del corrente ant10. A chi volesse sottose rlvers'l all'opera com. pleta , pagando all'atto della sottosc rlztone t q.uattro volum\ sino a tutto maggio 1915, sàrà concesso li prezzo complesslv 'o d1L. 23,50 invece di L. 26. · ' Dlrl1u e comeln lonl e u1ll 1 111 Cua Editrice O. llA- !)' TERZA e Fl11t,Bari.

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