L'Unità - anno IV - n.4 - 22 gennaio 1915

L ' UN I T À -ce ne importerebb e solo fino ad un certo punto. J\1a certe forme di " concordia .., cioè di pro– paganda incontroli&ta e incontras tata, sono dan– nose ali' inter o paese, senza distinzione di par· liti. Ecco perchè non possiamo tacere, da l mo– ment o che tutti parlan o. PER L' IT ALIANIT A 1 DELLE BANCHE ? Dopo aver seguìto con att enzione la cam– pagna giornalist ica S\"Olta~i intorno al no– htro mas:iimo istituto di credito mobiliare, dopo :wer letto con \'Ì vo interesst: i cinque arricoli , ivaci e cornggiosi di GioYanni Pre– ziosi (l'ita ltalitmn. all' Estero. . \g.-Dic. 19 1+), chi ,·iH', rome noi, lontano da ogni con– tatt o col mondo bancario , non ha ancora . gli elemen ti per form:usi un giudizio sicuro, e deve limitars i nd affacciare dei dubbi , che non pos:;ono indurre ad ·alcuna conclu– sione di carattere pratico cd immediato. T re punt i importan tissimi risultano -,- è vero - sicurn.mcnte prov :ni : 10 In Bnncn Commerciale è tutt'ora una bnncn prevnlcntementl' ttdt scn. Dopo il 1894, quando sorse - :rnspicc Crispi - sotto l'egida dell' alta ban ca ger manica, col mo– desto capitale di 5 mili oni, essa andò bensì acccnt uando le manife staz ioni esteriori di itali anità : dei suoi 156 milioni di capitale oggi la maggior parte sono - almeno in apparenza - in m:mi italiane, e ita1iani sono il presidente e la maggi ora nza del Consiglio d'Ammini strai'ione. Ma tutte le interviste e le letter e del senatore Mangi li non valgon o a distruggere il fatto che son sempre tede sche le menti direttive della Ban ca, che nelle assemb lee il gruppo tede– sco comp atto ha semp re la preva lenza, che l'import anti ssima filiale di Londra è tutta in man o d' impieg ati ted<'~chi ; che sempr e streuis simi sono i rapporti fra la banca italiana e gli istituti tedeschi di credi to ; zOfa. Commcrcinlrè anda ta di anno in an no aumentando la propr ia in.gerenza in molte delle maggiori indu strie irnliane, tanto che essa può oggi considun rsi come la pa– dro,111 di quasi tutte le,gra,idi imprese di trn– sporti e costn,-:.ioni navali e delle grandi indu strit' sidnur gich,• e drgli armamenti : ; 0 b B. C., col suo estesissimo serviz io d' inform azioni e con. tutti gli altri mezzi fomitil e dall:-t sua potenza e dalla sua dif– fusione in ogni centro della penisola ha t.ra– lida111,·nte niutnto l' inrluJ/rÙ1gamtmica nella co111ui.na drl macato itali11110. l\l.i ben più gnw i sono le accnse che in quc~ti ultimi mesi si son rivolte alla Com– merd,de, e su cui è necessar io invocne un a luce maggìorc, pcrchl:, se risultassero vere, obb ligherebbero ogni buon italiano a vedt.·rc in questo istituto di cred.ito un ne– mico dello s\' iluppo Ccoriomico e politico del no~tro paese . Kd campo et.·onomico, si dice, la C.om– merd.1le non si s:u~bbc limit:na ad aiutare i tcdt.'sd1i nella covquista del mercato ita– fomo, m:'t si sarebbe giov:it;\ del predomi– nio tl,t essa imposto :illc maggiori i1\dustrie nazionali - a quella dei tra~poni in parti– colare - per ost:1col;1rnc lo sviluppo ed impèdirc che si trasformassero in concor– renti pericolose dcli' industria germanica . l'Ifa I' ,tiuto dato ai propri fratelli d' ol– tralpe s,arebbe sta to anche più grave nei riguardi de l cred ito, poichè una parte rile– ,rantc dei dannri degli azionisri e dei de– posita1ui i-arebbc stata impiegata nell' acqui– sto cli titoli tedeschi cd aust riaci; ed il si– stema anebbe :1ssunto proporzioni m:ig– giori alla \ igilia della gn~rra in un grosso acquisto da parte della Commerciale di titoli di St:ito dcli' impero austro-ung~rico. Delle due accus~, l:t prima messa innanzi finom senza alcuna prO\'a, lascia I" adito a molti dubbi, perchè sembra a prima vista poco probabile che un banchiere, dopo aver antecipato parecchi milioni ad un'industria, si sforzi di impedirne lo s,·iluppo, mettendo in grave pericolo il proprio credito. Ma d'a lt ra pane le reti dcli' alta banca e della grande industr ia son così fitte e intri cate che il fatto può anch' esser vero: soltanto bisogna darne almeno un principio di pro,·a. Fondata certamente su notizie sicure è l'altra accusa dc li' acquisto di titoli esteri . Ma il fotto ass ume un c:1.rattere assolu ta– men te diverso a seconda delle sue propor– zion i. Se si tra tta infatti cli pochi milioni di divisa aust riaca <:: german irn che la Com– mercia le si gia trovatn ad avere nelle sue c:isse allo scopp iar della guerra, il fatto ricntr:1 nel campo dcli' attività normale e n:1turalc di una banca qualsiasi. Se invece si trau:1sse di un investimento sistematico e<l in g1osse propor1.ioni, il fatto assume – rebbe una gravità impressionante, perchè In. b:mca ben lungi da ll' :1ttirare il capitale estero \·erso P indu str i:i italian a, avrebbe la funzione perfett.imente opposta di assor– bire il risparmio italiano per farlo emigrare alP estero. ;\la purtroppo nè il Preziosi , nè l' Al beni, nè gli altri che han parlato di questo argo – mento, non ci forniscono alcune cifre. Nel ca mpo politico, il Pr eziosi riesce con lievi nccenni a gett~re degli sprazzi di luce vivissima sull'influ enza che la Com– merciale ha potu to eserc itnre nella vita par - ' lamentare itaforna e Peli' azione dei mini– steri e della pubbl ica amminis tra zione. Spe– cialm ente sugges tive sono le poche righe sull'ing erenza della Commerciale nella fa– mosa campagna parlamentare contro le conve nzioni ma rittime che il Governo di Giolitti aveva concluso col Lloyd Sabaudo, la sola fra le grand i imprese di navig azione, che non fosse allora sotto I' egida della bnnca italo-tedesca. Soltanto a noi che igno– riamo cen i retroscena, non riesce facile conciliare un Giolitti :wvers.-,rio della Com– merciale con un Giolitti , che nomina am– basciatore Garroni e senatore Rolandi -Ri cci. .Ma dcli' influ enza che la Comm erciale ha ese1citat o cd escrc it:t sulla politica estera dcli' I calia - cd è I' argomento che più int eressere bbe in questo momento - il Pre– ziosi non riesce purtroppo, e non è certo facile riuscirvi, a dare alcuna notizia posi– tiv a. Quando egli scrive che la nostra pe– netrazione in Oriente, fatta secondo i pian i della Soèietà Commercinle d' Oriente . figlia– zione della B:1ncaCommerciale l taliana, serve effetti vamente ai fini della German.ia di cui la Commercia le è docile strum ento, egli af– faccia dei sospe tti e delle indu zioni, che possono esser molto \'icine alla verit à; ma non off1e una dimostrazione sicura. Quando mette in luce la pane avuta nella pace di J.osanna dal comm. \' olpi, creatura della commerciale, e la colora anche meglio con la scclrn a segrcrnrio dei plenipotenziarii ita– lian i fatt a proprio in perso,n del figlio del signor .Jcè l, il rnvvic inamcmo raggiunge quasi l' cflìcacia di un:1 prova documentata . Tutt o c1uesto può va lere come un ind izio assai grave; ma non basta a dimostr are che h Commerciale è uno strumento di cui si \'aie lo Stato germanico per asservire ai suoi fini la politica estera del!' I rnlia. In co,,clusione noi crediamo che la cam – pagna possa riuscir util e se essa spingerà ch i è in grado di sapere a pmlar chiaro e forte . Se risultasse provato anche il solo fatto che la Commerciale ha servi to da in– term ediario ai paesi germanici per assorbire una pane del risparmio itali:1.no, sarebbe più che giustificato un provvedimento d' ec– cezione. i\la fin.chè si resta nel campo dei semplici sospetti, fondati principa lmente sull'atto di na scita dei fondaLOri e de i dirigent i della lnmca, si potr:ì invocare da parte del pub– blico e dei governami una maggiore pru– denza e oculatezza in difcs:1 dcli' iateresse nazionale, si pòtr:i. desiderare che il capi– tale schiettamente italiano sia meno alieno d:1gli affari di banca, ma non si deve an– d:1re più in là. L:1 proposta del Pantaleoni che il credito mobiliare non si possa fare coi danari dei depositanti, ma soltanto col capitale azionario e con le obbligazioni, è degna di esser presa subito in considera – zione, ma e,.;sa non colpisce la Commerciale o Bianco soltanto ma tutti gli istit uti di credito mo– biliare. Qualunque altra proposw che vo– lesse imporre Jimit .fzioni ali' atti\·ità del ca– pitale str:1niero in lt ali:i o sarebbe destj– nata a rimaner lettera morta, oppure, nel caso che si riuscisse a darle efficacia, deter– minerebbe il fallimento dei quattro quinti delle indu strie nazionali. lnizi:ito infatti il siste ma, non sapp iamo dove si potrebbe arre– stars i, e qua le dei nostri magg iori istitut i di cred ito ,iu scirebbe a provare l:1 purezza delle sue origini e dei suoi capita li italiani. Si colpisc:mo dunque, finchè è possibile, tutti i singoli atti dannosi ali' economia, ed alla politic:1 italiana; ma non si im•ochi una impossibile ricerca della paternitil nazionale del cnpital<" bancario, che è internazionale e utilirnrio per eccellenza. Gino Luzza tt o. Buon senso inglese. L' Eco11omisl, la vecchia gloriosa rivista cob– denita diretta dall' J livist. spiega m un intcres• sante orticolo polemico la funzione dcli' Inghil– terra nella guerra attuale, e confuta l'accusa che si muove al popolo ingle.se di sacrificare alla causa della Tripli ce Intesa meno uomini che non facciano la Russia e la Fran cia. Negli stessi negoziati fra loghilter:-a e Fr~n– cia - spiega I' Eco11omisl - che precede ttero l'entrata in campo dcli' Inghilterra, a questa era principa lmente assegna to il compito di op• porsi ai movimenti della flotta Germanica di mantenere aper te le vie del mare al traffico degli Allt'ati e di proteggere le coste marittime della Francia. Oltre a questo la gran Bretagna spedi sul continente 300.000 uomini sc,lti, la cui azione fu di grand e tfficacia nei vari com• battimenti, e l'esercito regolart: Inglese si ac– crebbe nel corso dei primi tre mesi di guerra, per volonbtria coscrizione, di altri 900.000, mal• grado l'eccessiva sever ità circa le qualità fisiche richieste. E' pure necessario tener conto di un fatto: che cioè l'estendersi della conflHgrazione, allargò altresl l'area d'operazione Inglese, cui s'aggiunsero, con l'entrata in guerra della Tur– chia, l'Egitto e l'India. Con tali conside razioni la rivista non si pro– pone di consigliare il Paese ad astenersi da ulteriori sforzi. Quale organo convinto dell'op– porlunità del sistema volontario di coscrizione, il giorna le dichiara come sia massimo interesse che quel sistema si dimostri adegua to ai bisogni della Patria . Ma a coloro che si augurerebbero la coscrizione obbligatoria anche in Inghilterra, onde poter gettare nel conflitto la magg"ior massa possibile d'uomini, fa riflettere che tale misura equivarr ebbe a follia, dannosa agli Al – leati non meno che alla gran Bretagna mede– sima. Si è appunt o in virtù del metodo volontario che le fabbriche, le mi11iere, le terre inglesi pos– sono continuare a produrre , e quindi a supplire alle necessità degli alleati, la cui vita industriale è sospesa; si è a ques 1a condizione che in gran parte si deve attr il,uire la capacità di resistenza inglese, in confronto alla Germania e all'Au• stria, le cui industr ie ~Oll•l quasi tutte arresta te per mancanza d'operai. In questo immenso conflitto, come in ogni in• trapresa che gli uomini affrontano in comune, le funzioni sono in certa misura divise. Nella somma unica dello sforzo immane, la Fra ncia ed il Belgio pongono, oltre al valore e all'ahi• lità del comando che non semb ra mancare a nessuna delle truppe alleate, l'ardore , che ine– stinguibile incila chi difende la propria terra. La Russia coopera alla futura vittoria con quellC'I di cui maggiormente dispone: gli uomini. L' ,In– ghilterra vi contribuisce usando delle sue con– dizioni speciali: cioè una potente flotta e una grande forza finanziaria. In una guerra il cui esito sarà con tutta pro– babili13 determinato dall'esaurimento economico dell'uno e dell'altro gruppo contendente, è di suprema importanza che il Tesoro Britannico sia in condizioni tali da resistere alla terribile prova . E in qual modo vi provvederebbe se la colossale macchina deW industria si dovesse ar– restare per mancanza di valide braccia? L. s. 615 Le nazioni e I' Internazionale. I o non ho mai preso al tragico i paradossi contro In patria. La patria non ; wi' idea esnurita, è un'idea che si trasforma e s' in– grnndisce. lo sono srmpre stnto sicuro che il proletarinto non sottoscriverebbe, 11ell' i11ti1110 dell'esser suo, nd 1111a dottrina d'abdicazione e di servitiì nnzionale. Rivoltarsi contro il dispotismo dei re, con– tro In tirannia del capitalismo, e subire pas– sivamente il giogo della conquista, la domina– zione del militarismo straniero - sarebbe tale una comrnddizione, così puerile e mise– rabile, che al primo nllnrme tutte le foru sol– .levate dell'istinto e della rngione la levereb– bero di mezzo. Che i proletari, i quali il conquistatore non libererebbe certo dal capitalismo, consentissero inoltre a dive,rire suoi tributarii, sarebbe una mostruosità. Un proletn rinto che avesse rinun ciato a dif endere coli' ùzdipendmza nazionnle la li– bertà del suo prop rio sviluppo non avrebbe ·mai il vigore d' abbnttere il capitalismo. Quando avesse nccettnto senza resistn1za che il giogo de/I' invasore venisse nd aggiungersi sulla sua Usta nl giogo del capitale, non sa– Ttbbe pi ,l 1'n grado di al:are la fronte. Quei francesi, u pu r ve n' ; ancora, che dicono essere loro indifferente vivere sotto f esercito francese o sotto l' esercito tedesco ammettono un sofisma che si confuta da sè. E quando si risponde loro, come spesso av– viene, collo invocare i titoli particolari della Francia esaltnndo la genero.sità della sua sto– ria e i servizi','resi da essa al genere umano, anche la risposta è sofi.stica, perchè con questo non si gi ustifica che il patriottismo dei fran– cesi, quasiccht le altre patrie europee non mussero pari diritto ali' indipend enza e al– i' attntcnmento dei loro concittadini. Il flero è che ovunque vi sono pntrie, cioè gruppi storici Oflentr'coscienza della loro con– tinuità e della lcro unità, ogni attell/ato alla libertà ed nlI' integrità di queste patrie è tm attentato contro la cioiltà, una ricaduta ,iella barbarie. Dire che i proletnri, csu ,ido srroi del capi– talismo, non posso,io subire per effetto dr/I' in– flasione e della conquista, tm nggraoamento di seroitzì, è tmn p uerilità. A misurn che gli uomini progrediscono, appare il df)f)eredi strappare ogni patria al dominio d' una classe e d' una casta, prr farne onnmente colla sovranità del lavoro la cosa di lutti. E appnre a/tresì la necessità di legare le nnzioni nei loro rapporti ruipro(i a regole di diritto .sanzfonnte dal consenso nttitJo di tutti i popoli civiliz:nti . Jl/11 questn trns/ormazionc 11azionnle e i,i– ternnzionn/e delle pntrie non è possibile .s1.• non n pntto che cinsczmo drgl:' uomini che porlnno in s( l' idcn nuova agista 1ulln sun patria e sulla sua pntrin. Colla sptran:a, colf nzione comune e con– centrata, tulJi i prolrtari, tutti gli uomini della giusli:ia socinle, appnrtengono in anti– cipa:ion e nlla stcssn pntrin unlflrrsnle del la– ooro emnncipnto e delle na:.ioni rironriliate. J/ r. 'JIICJJ 1 nito idenle 1101' possono eroi,ttar/o nel ouoto. Xon possono reali::.nrlo che nf'lla nazione autonoma, suondo i metodi ,r nzione e di lottn che suggerisce o impone In storin di ciasnm pnrse, cogli eleuunti /trniti dnlla natura intiuw, dalla sostanza stesst1 di cia– sc1ma nazione. Qun11dosi dia che In rivoluzione socinle e intenwzionn/c sopprime le patrii', che cos11 si vuol dire? Si pretrnde /orse che In trasfor– mazione d' unn soclt'tà debbn rompiersi dal di fuori e colln oiolenza esterna? Cotesla sarebbe In 111ga:.ione di lui/o il pen– siero sociali.stn, che afferma chr una società nuova 110,i può sorgere se non qunndo gli elementi già ne so,io clabornti ,ulla .societ,ì presente. R nllorn l' nz,ione rivoluziomiria, ÙJ– tentazionnle, unioersalr porterà necessnria– mente la marcn di tutte le realtà 11nzionali. Essa avrà a comballere in ogni pncse dijfi.coltti particolari con particolari risorse, colle fo,-.,,e

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