L'Unità - anno IV - n.1 - 1 gennaio 1915

602 meman ea alle mille e mille passioni, nobili e sordide , eleva.te e ba sse, idea li e mate– riali, tu multuant i nel cuore degli uomini . Ma è chiaro che così non si scrive la teoria I delle cause economic he della guerra ; sibbene dalle nùlle e mille passioni, chiare ed oscure, consapute e subco st:icnti le qua li conco rsero a determ ina re lo scoppio della guerra e ad acuire le quali pcò aver conui buito la idea, circon.fusa di vaga ne bbia, che la distru - 1.ione della economia rivversaria fosse eco– nomicnmen.te utile e possibile. \ In verit à, la guerra odierna anco ra una volta ha dimostr ato che gli uomini sono mossi ad agire da idee, da sentimenti , da passioni, .non certo da ragiona ment i econo– mici pur i. Perchè ben si sapeva e lo sape– v:mo gli inglesi ed i tedeschi più colti delle class i industriali, b:mcarie e commer- ciali cht essi non ave vano nulla da guad a– gnare da una distruzione rap ida delle eco– nomie rivali, quale poteva essere prodott a dall a. guerra, che la. guerra non avrebbe tolto le ra.gioni profonde le quali avevano prodott o la grandezza economica del rivale e che il mt!Z7.0 più econo mico e più efficace per giunger e alle desiderat e conqui ste era il continu o perf ezionamento di sè stessi e la sperata sponrnn~a decadenza dell' av– vers:ui o. Sapeva.no i tedeschi : - che le · cagioni della propria mira– bile ascensione economica erano riposte nella ricchezza del proprio sott osuolo, nella con– form a.zione del propr io territorio tutt o in– terseca to da vie d'acq ua naviga bili, e so– vratutto nel proprio sforzo perseverante, organizz ato, fornit o di tutti i sussidi più moderni della scienza , sforzo che strappa grid a di ammir azione, quando se ne leggono i fasti nei libri degli inglesi e dei francesi, addit an ti ai propr i connaziona li 1' esempio di tant a energia feconda ; - che essi, per crescere vieppiù, ave– vano bisogno di vendere maggiormente i prod otti delle proprie industri e agli stra– nieri cd a vcvano necessità perciò di avere attoi·no a sè popoli ricchii labor iosi, non impoveriti da guerre o costretti a disper– dere le proprie energie in continui sforzi di rivolta contr o il domini o straniero; - che in particolar modo aveva no bi– sogn o del mercato brita nnico, metropoE– t :i.no e colo~ ale, il più vasto, il più ricco mercato del mondo, l'un ico ape rto agev ol– ment e a tutte le provenienze ; - che essi n.veva no d' uopo di non rinfocolare con una guerra, il cui esito era perlomeno incert o, in Inghilt erra e nelle colonie qu el sentim ento di ostilit à verso lo str aniero, che finora a.veva soltant o prodott o in alcune colonie alcuni timidi ed inefficaci sag gi di dazi pref erenziali contro i pro– dotti esteri ed aveva contro di sè, qua si invin cibile, il solido buon senso delle masse britanni che ; - che una guerra anche fortun ata a vrebbe costato tali e così colossali sacri– fici, avre bbe prodotto tale arresto nella vita economica della Germania da mett ere gran – demente in du bbio la possibilità di trova re un adeg uato com penso in un futuro anche lont ano da ll'im possessars i, ancor più in– certo, di colonie che I' Inghilt erra conse rva solo perchè non ne trae alcun tribut o nè dir ett o nè indiretto - neppu re l'I ndia paga alcun tri but o alla madre patria, neanche sott o forma di dazi preferenziali - e verso cui la Germania sarebbe stata incapace, per I' ina ridimento oramai vent enna le delle sue corr en ti emigra torie, di inv iare fiotti di emi– g 1 anti atti a sommergere il fondo brit an– nico della popo lazione. Sapevano d' altro canto gli inglesi : - che I' :iscensione economica germ a– nica non aveva tolto ad essi alcun merca to ; anz i ne aveva cresci uto uno, quello germa– nico, prima povero ed oggi crescent e di ricc hezza e di capac ità di assorbimento; - che mai fortuna maggiore alP indu– str ia inglese era capitata della cosidetta invas ione del made in Germany nella loro isola, nelle loro colonie e nei mercati prir,1a monopolizza ti da lP Inghilt erra. Pri ma che l'in vasione del tnadt in Germany fosse av- L'UN I T À vert ita e si grida sse ali' allarme contro la rovina dcli' industria inglese, questa deca– deva sul serio. Si era ad dorment a.ta sugli allori. I capi tecnici inglesi più non studia– vano. Forse non av evano mai studi ato a fondo j prin cipii della scienza tecnica ; ed era poco male finchè l' a bilità pratica ser– viva a tutt o. Divenne un pericolo gr:wi s– simo quando i tedeschi dimo strarono al mondo quali vitt orie merav igliose si pos– sono conseguire con le :-tpplicazioni indu – striali dei principii teorici. Quando gli in– glesi scopersero che essi decad evano e ch e i tedeschi crescevn.no , vi fu chi predicò il verbo decadente della murag lia cinese, con– sigliand o di circonda re il proprio paese e le proprie colonie di dazi protetto ri, per impedir e ,olla forza alle merci tedesche di invade re il mercato brita nnico. !\la, per for– um a dcli' Inghilt erra, la p:i.rob di Cham– berlain fu ascoltata solo in qua nt o essa era maschia cd incit,tt ricc, non in quan to a.vrebbe finito per add ormenta re. Gli inglesi videro che colla forza non si conservano le ric– chezze e la potenza, che furono create dal lavoro, da llo sforzo ; e memor i di ciò che essi aveva no sap ut o compiere in passa to, fond:1ron.o scuole tecniche, istitu irono fa– coltù di comm ercio, si persuasero che un culto mnggiore dell:i scienza av rebbe gio– va to anc he ai loro indusui ali tr oppo invec– chiat i nelle pr:ui che isol:me. Dopo l' espa nsione grand iosa che dal 1855-59 al 1870-74 port ò le import azioni lorde da 16g a 346 milioni di sterline, le import azioni nett e da 146 a 291 e le espor– tazioni d:1 116 a 235, era parso si verificasse davve ro una stn.si nell' econom ia britan– nica. Lim itandoci soltan to alle import a– zioni al nett o dalle riespor tazioni ed alle esportaz ioni di prodott i britannici, gli sta– tisti, gli economisti, gli industriali brit an– nici avev:mo osservato con melanconia che, men tre la Germania progrediva verti gino– s:-tment c, I' Inghilt en a rimaneva staziona – ria, :mzi regrediva, dopo l' acme raggiunto nel 1873. Le due cifre estreme sono date dai quinquenni 1870-74 e 1895-99. Le im– portazi oni nette eran o app ena cresciute da 291 a 393 milioni di lire sterlin e e da L. 9.2.4 a L. 9. 16.4 per abitante ; e, se le esport a– zioni erano cresciute di una quantit à mi– nima in cifre assolute da 235 a 239 mi– lioni di lire sterline, eran o però diminuit e relati va mente da L . 7.7.3 a L. 5.19.io per abitant e. In questo regresso ave va part e il gioco dei prezzi calanti l\Cll' ultimo quar to del secolo X IX, ma restava sempre un nu– cleo solido d.i verit à amara e sconfort ante. Fu quello il momento psicologico del- 1' imperia lismo chamberlainiano ; il qual e pr edicò la necessit à di chiud ere l'impero a Il' invasione dei prodotti stranieri, prin– cipalm ente tede schi, e di trovare nella col– tivaz ione int ensiva cd esclusiva del propr io giardin o un compen so alle perdite subite S\.IÌ cont rastati mercati del mondo esteriore. I L' attu azione della parola imperi alista sa– rebbe stata P inizio della dissoluzione ed avre bbe giustificarn le rampogne acerbe de– gli scrittor i tedeschi, i qua li rimprove rano ali' imper o inglese di essere sorto e di con- servarsi con la menzogna, con la frode e con la ma.schera vuot a di una forza che interiorme nte non esiste. L' impe ro avev a ed ha ancora in sè stesso le ragioni della sua vita; e ne è prova il fatto che la pa– rola dello Chamberlain, non ascolt ata in qua.nt o predicava il vincolismo mortifero delle tar iffe dogana li, scosse, eccitò, fece riAett ere e spinse ali' azione le dormienti forze brit ann iche. Quante volt e i sogni de– gli uomini rappres ent ativi si av~ erano in un modo diverso da quello che essi avevano immaginato ! Il prin cipio del secolo ventesimo segna una ,ipresa nel comm ercio intern azionale inglese. Le importaz ioni nett e, da 393 mi– lioni di lire ster line nel I 895-99 salgono in cifre assolute a 466 nel 1<)00-904, a 522 nel 1<)05·9"9 ed a 659 nel 1913, mentre passano - cito solo le cifre estre me - da L. 9.16.4 per abit ante ttd 1895-99 a L. 14.6.5 nel 1913. Le esportazioni, rimaste per un qua rto di secolo stazi onari e in cifre asso- Iute, da 2 39 milioni nel 1895-99 s:1lgono a 2<)0 nel l<)00-<)0-1, balzano a 377 nel 1<)05· 909, e si portano a 525 nel 1913, mentr e in cifre relative i du e estr emi sono L. 5.19. 10 per abit ante nel 1895-99 e L. I 1.8.2 nel 19 13. Anche qui inAuisce, come del resto in tutt i i paesi del mondo, il gioco dei prezzi cresçenti dopo il 1894-95 ; ma quanto in– negabile fervore di rinnov:1ta giovinezza e di nuovo sb ncio indust riale ! ~ Ora, è indubbio che di questo risveglio li inglesi sono de bitori in gran parre :d pungolo della concorrenza tedesca. Se la Germania non avesse minacciato dav vicino la loro supr emazia industria le, se anz i in molti campi essa non si fosse indubitata– ment e messa alla testa di tutti i pa esi del mondo, gli inglesi potr ebbero ancora van– tarsi di essere i primi . Ma. sareb be ben misero van to, consC""rvato a prezzo della pro– pria decadenza . Come si può affermare che gli uomini rappr esentativ i dei due paesi, dot l\tÌ di vi– gor di pensiero e di azione, potessero sul serio pensare di avvantagg ia.re il proprio paese, costru endo, sulle rovine di una guerra , un monopolio tedesco od un monopo lio bri- 1 tannico ? Che in ·questa guisa si raggiunga la r:cchczza e la forza lasciamolo pensare agli scribi della stampa gialla, moltip lic;a– tisi in guisa abbomin evole .inche a Londra ed a Berlino ; che la cupidigia cicca dj ar– ricch.irsi spogliando e rovinando e domi– nando altrui sia stato uno degli argomenti a cui i ceti dirigenti credett ero opportur o di ricorrere per rendere simpatica alle folle incapaci di ragionare una volont à di guerra che già preesisteva in essi per altre ragioni, forse sbagliate, ma in ogni caso ben diver se ed, in molti uomini, più ideali ed elevate, è facile ammett ere ; che la diffusione di una leu e-ratura libcllistica di quart ' ordin e, pul– lulante di sofismi economici le mille volt e confutati, di stati stiche a.rtefatte, di inci– tam enti grossolani ad arri cchirsi sulle spo– glie altrui sin. stata un'arte di governo usata per rendere popolare una causa a menti incapa.ci di comprendern e le giustifica– zioni - reali od imm aginarie che queste fossero - più profonde e più umane , si può riconoscere. ì\la che da questi miseri argomenti siano state indiriz zat e sulla via della guerra due grandi nazioni, le cui classi dirigenti si form arono pur e alla scuola dei maggiori pensatori che il mond o odierno ammir i, è un assurdo inconcepibile . Qud che la guerra non può fare. Purt roppo, ora che la guerra è scoppiata, la sta mpa brit annica e quella tedesca vanno a gara, quasi senza eccezione, nel discor– rere in modo da far ritenere agli spettatori ll.~i ~he i du e grandi pa esi siano stat i "' davvero mossi nlla guerra da motivi sor– didi e, q,_uelche ~ gi2~ impo Ssibili a ra&e giung ersi m guisa appr ezzabile e_p erma– nenre. Ris\Tona in quasi rutta la stampa inglese, col 'I imu alla testa, un grido che sembr a di r;scossa cd è di odio : capturing tht german trade, impadr oniamoci del com– mercio tedesco ! Pochissimi giornali conser– vano la capacità di esamina.re , a ment e fredda, la. difficoltà enorme e forse, nei più dei casii la inan;tà dcli' impresa ; e fra que– sti mi piace ricorda re I' Economist, il qu ale dallo studio accurato dei fat ti econo mici del suo paese tr ae sempre nuovi argomenti a serba r fede alle sue gloriose tr adizioni cobdenite. E rispond e in Germa.nia il grido di guerra : fiir dit Au sschaltimg London's als Clearinghaus der ffl tlt, spogliamo Londra della sua posizione di stanza di compensa– zion e mondiale! Persino la Frankfurter Zei– tu11g, per solito, in tempi normali, dotata di tanto spirito criti co verso gli errori com– messi od immaginati nel suo propr io paese, si unisce al coro di quelli che, mentre il marco deprezza e perde più del 10 % in confront o ali' oro, farneticano di sost i– tuirlo alla lira ster lina ; (!d appena alcune riviste speciali (:id es. Die .Bm1k) osano in Germania addita re le difficoltà gran dissime dcli' assunto. Tratt asi, finora, in gran pa rte di vitt orie 1noBianco e di distruzioni operate sulla carta. Gli industr iali ingles i, in ben altre faccende af– faccend ati, si ostinano a non vedere la con– venienza di fare impianti a_tti a sostituir e le produ zioni tedesche ; e ben pochi d' al– tro ca nto sono coloro che ricorrono oggi ad Amburgo od a Fran coforte per eseguire i proprii pagamenti ali' estero. Formida bili so– no inver o le difficolt à che si frappongono ad ambi i paesi in questi tent ativi di ro– vinare l' av versar io. Se non vi è quas i nessu11 industria le se– rio inglese, il quale segua a questo riguardo le ammoni1.ioni della. sta mpa quo tidiana, ciò dipende: - dal fatto che in tempo di guerra i capitali privati non si dirigono volentieri alle industrie, nepp ure a quelle che i gior– nali descrivo no come feconde di profitti illi– mitati. I.a diffidenza è lo stato d' anim o nor– male dei lettori di tu tt i i giorna li in tutti i pa esi del mondo in tempo di guerra; e la. diffidenza cresce a mille doppi qua.ndo si sent e dire che il paese non deve consacrare tutti i suoi sforzi al dovere di difendere o far più grande la pat ria sui campi di bat– taglia. L' appello ai risparmiru ori riesce quando è rivolt o, a nome della patri a, da chi la rappr esenta, allo scopo di app restare i mezzi materiali della condott a della gue rra. Ma non si sente e lascia freddi quando l' ap– pello proviene da un industriale, il qual e crede essere quello di guerra il momento opportun o per allargar e i proprii impianti ed accrescere i proprii profitti ; - dalla circostanza che le banche hanno int eresse ed obbligo di limitare i proprii fidi all' indu stria. In un mom ento, in cui le banche hanno strettissimo dovere di pensar e ali.i liquidità dei pro prii inve sti– menti , non è ragionevole, nè sarebbe con– venient e nell'int eresse generale, che le ban– che fornissero fondi per l'impi anto di nuove impres e indu stri ali ; - da lla incert ezza int orno alla possi– bilità di potere conservare dopo la guerra il godimento delle invenzioni altrui ai ca– noni equ i o bassi fissati dalle corti giudi– ziarie. Ciò sarebbe contrar io all'equità ed alla convenienza stessa dei paesi ritornat i in amichevoli relazioni di pace. Chi osa iniziare una intrapr esa sulla. fragile base della ingiu stizia e del latr ocinio l - dalla qu asi impo ssibilità di poter adunare, in temp o di guerr a, i fattori umani necessari al successo dcli' intrapr esa. Gli uomini migliori, i più validi, anche laddove non esiste la coscrizione obblig atoria, o sono ten uti ben cari dai loro vecchi prin – cipali, ovvero sono sotto le bandiere. Non si può impiant are una indu stria nuova, servendosi della gente disoccupata, che non ha voluto o non ha potuto arruolarsi. Nè si improvvisano le maestranze; non si im– parano d'un lratto i delicati e segret i pro– cessi indu str i:tli altrui ; non si gittano somme colossali, capaci di fruttare un altro tasso di int eresse, in sperimenti che forse saranno svalut ati dalla pace. Non meno formidab ili sono le difficolt à che si frappo ngono ai tedeschi ncll' oppos ta im– presa con cui essi ritorcono il grido econo– mico di guerra degli inglesi. .È cert o che Londra, in conseguenza della guer ra, perde centin aia di milioni e forse di miliardi di compensazion i che prim a si effett uava no at– trave rso alle sue banche , alle sue case di accett azione, alle sue borse. Già al 2 5 no– vembr e le compen~az ioni della City di Lon– dr a era no scemate in confr ont o ali' anno scorso di 1.249.202.000 L. st. ; più di 31 miliardi di lire nostr e ; ed alla fine della guerra la perdita. avrà toccato altezze ver– tigino se. E certo che le dra coniane norme di sequcsuo cont ro i nemi ci del Re d' In– ghilt erra non giova nò a procacc iare popo– larità a Londra e sarann o considerat e in avve nire come un rischio delle compensa– zioni eseguite at trave rso que1la piazza . Ma le perd ite di Londra non vogliono dire gua– dagni di Amburgo. Perchè una citt à possa assurgere al posto di stanza interna zional e delle compensaz ioni, non basta che alcune banche di quella citt à, sia pure tra esse compresa la banca di emissione, si met-

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