L'Unità - anno IV - n.1 - 1 gennaio 1915

,.. , problemi della vita ifàliana. ~i pubblica il Venerdì in Firenze - Dire tt ore GAET A NO SALVEM INI - Direzione e Amminist razione: Lungarno Vespucci J2b -Abbon amento annuo ordinario Li re 5 per il R egno e pe:r i paesi italiani defl' Austria e d~lla Svizzera; per l'estero Lire 7,50 - A bbonamento sostenitore Lire 20 annue - Un numero Cen te simi l0 - Conto corrente con fa posta. Anno IV - N. I - I Gennaio 1915. SOMMARIO : Pteglu:lb;I au la guerra, L u1G1 EINAUDI- Un'eaame di coacleoza, BA LBINO GIULI ANO - L'UNITÀ. ,. Pregiudizi . su la__ g~ue rra. La Riforma sociale del novembre-dicembn 19r4 ptlhb/ica il feslo della mae! •ifica camm,ica.eione /ella da Luigi Einaudi all'Accademia dei Geor– go.fili di Fir emse nella Ionia/a del 6 novembre r9r4, sr1/ tema Di alcuni effetti economici della guerra eunilpea. La parie più interessante del lavoro l dedicala a spiegare con ima mirabile chiarezza ;,, c/,e modo i solloscrillori del pre– stito tedesco di .J miliardi e messeo e degli z I miliardi dti varf pns lili inglesi, emessi in occa– sio,ie della J!tterra,hanno versalo nelle casse dei rispettivi governi i capitali sottoscrilli. È rmo studio che si legge con u11interesse e/te ~siamo dire roma11eesco : con quel!' in/eresse con cui ai bei tempi della nostra Janc iu//eassa le°ggtt1amo i roman~i di Jul es Verne. Pur troppo é impos– sibile riprodurre per in/ero quesla parie del la– voro, nè se 11t può stri.Zlciare qualche framm ento che stia a sè da q1ul magnifico problema di geometria euclidea, in cui lu(lo si /iene indisso– l"bilmmle. Ci limitiamo pertant o a riprodurr e qualche franm ettfo meglio adallo al nostro gior – nale, della sola prima parie. sperando che i no– stri le/lori Si!JIIO iuvogliali a conoscere lo studio nella sua it1legrilà. La guerra e il protezionismo granario. E i~logico diventare prot ezionisti solo per– chè ·la guerra odierna sembr a ave r tramu– tati in campi chiusi quelle che erano finora economie aperte alle import azioni straniere . Coloro i quali add itano ancora una volta la posizione deHa Germania e dell' Ingh il– terra rispetto all'approvvigionamento dei cereali e delle altre derrate alimentari ed affermano che la guerra ha provat o l' errore commesso dagli inglesi per aver tra scurato di erigere ai confin i un' alta barriera doga– nale atta a proteggere l'impero dal peri– colo della fam e così com e ha fatto la Ger– mania , e reputano questa osservazione suf– ficient e a far traboccare il peso da lla parte del protezionisill;O n~l!a lotta tra i due op– posti prin cipii, si rendono colpevoli di pa– recchie strane dimenticanz e : - in primo luogo scordano che non esiste una scienza liberista o protezionist a ; ma soltan to una scienza economica la qua le fa il calcolo dei cost i e dei vantaggi delle div erse maniere d..i agire degli uomini e cerca di scegliere, con larga app rossima– zione pra tica, quella man iera la qua le, col minim o costo, conduca al massimo risttl– tato possibile; - scordano ancor.a come da lunga pezza gli economisti scrivano e predi chino che il modo più economico di produrre materiali bellici può essere la produzione intern a sussidiata da dazi doganali ; poichè è ben ve ro che il costo diretto e proprio può in tal modo riusc ire più alto che al– i' este ro, ma questa maggior spesa è con– tr obilanciata dal risparmio che si fa del ben maggior dispendio che si dovrob be so– stenere facendo venire affannosamente dal- 1' estero i materiali bellici a guerra già scop– pia ta e della gravissima iattura nazionale e qui ndi anche economica da cui si sarebbe afflitt i se riuscisse impossibil e provveder– sene; che se gli econo misti per lo più si sono rifiutati di assimilare il caso del fru– mento e delle derrate alimenta ri a quello dei m ateriali bellici, ciò accade pcrchè essi non si erano persuas i finora che la bilan cia della convenien za pendesse a favore della protezione doganale, pure rispetto al pro– plema de!P approvv igionamento della po– polazione in tempo di guerrn ; - che non è proba bile che essi ab– bi;:.no a persuadersi di siffatt a oppo rtu nit à al lume della odierna espe rienza guerre sca; poichè non bisogna dim ent ica re, ad esem– pio, che in German ia quegli stessi giorna li, che oggi esaltano gli app rovvigi onamenti tedeschi in con fronto alla carestia inglese immi nente, alcuni mesi fa, quando non ave– vano smarr ita la loro bella e lu<:-ida capa– cità raziocinativa, esponevano i risultati di una serena inchiesta scientifica condo tt a nel seminario ,.economico delP Università di Monaco sotto la guid a del professore Luj o Breni:ano, la quale prin cipalmente persua– deva che gli alti dazi dogana li avev ano avuto come effetto di aument are i prezzi della terra e sovra tut to i prezzi della grand e proprietà terriera, dove è minim a la cultura mista e massima la superficie destinata alla cerea licultu ra (dr. il riassu nto dell' inchie– sta nella Frank/urter Zeitung del 23 giu– gno 1914). Or a, se questi risultati rispon• dono al vero, è manifesto che non l' alta protezione dogana le, ma altre cause, assi– curano l' approvv igionamen to de lla Ger– mania in tempo di guerra ; poichè la pro– tezione, innalzando il prezzo delle terre, e quindi gli affitti e quindi uno degli elementi del costo di produzione, fa sì che il colti– vatore non abb ia maggior convenienza e) coltivar grano a :25 lire che a :20 lire, poi– chè il vantagg io delle 5 lire in più è elimi– nato spesso dal maggior fitto che occorre pagare per i terr eni. Le preoccupazioni, che par e siano vive in Germania ed in Austria rispetto all' approvvigionamento propr io, di– mostran o come la protezi one doganale non sia riuscita :i dare la sicmezza che essa prometteva ai popo li dell'Europa centra le in tempo di guerra ; - che da ll' esempio german ico, comun– que esso possa essere giudicato, non è lo– gico dedur re lq conseguenza che anc he I' In– ghilterra dovesse cingersi di una fort e bar– riera doga nale per assicurnrsi I' app rovv i– gionamento dei cerea li. Dopo le guerre na– poleoniche il cannone non aveva più fatt o senti re la sua voce nelle vicinanze delle coste britann!che, sebben e da ll' abolizione delle leggi sui cerea li in poi gli allarmisti avessero diutumamente segnalato il peri– colo imminente della carestia. Il problema si riduce a questo : sarebbe stato conve- 1tiente distruggere con una polit ica protet– tiva, continuata per altri 70 anni, centi– naia di milioni e forse miliardi di lire ster– line di ricchezza per assicura re le neces– sarie provviste cerea licole agli inglesi del 1914 e de l 1915? Se nessun altr o mezzo più economico, più efficace fosse esistito per raggiungere cota l fine, altissimo poichè connesso col manten imento del!' impe ro, nes– sun econom ista inglese avrebbe negato che le gene razioni, le quali volsero dal I840 al 1914, avevano il dovere ed anzi, rag io– nando a lunga scadenza, come è d~uopo fare agli uomini di Stato, avevano int e– resse di promuovere la cerca licultur a na– zionale con adeguati dazi protettori. Se essi o Bianco negarono e tuttora negano siffatta conve– nienza, fanno ciò perchè ritengono che il mèzzo sia inadegWltO ed a1,.zi coutrario alla consecuzione del fine ; e sanno che un al– tr o mezzo è invece il solo possibile e con– veniente . Quest'a ltro mezzo è l'esistenza di una flotta capace di serbare agli inglesi il dominio del mare; ed il dilemma non è tra : Dazi protettivi o carestia i ; bensì tra Carest ia malgrado ' i dazi doganali ovve ro Dominio del mare mercè la flotta i Se gli inglesi sono ab bastanza ·ricchi e saldi d' ani mo da poter costru ire e da vo– ler possedere una flotta capace di serba r loro il .iom;11i..., del mare essi non hanno da temer e la ca rest ia in patria . Come oggi acCade, il dÒminio del mare, .finchè venga manttn uto, garantisce le provviste delle q\lan– tit à sufficienti di frum ento: nei due mesi di ~ett embre ed ott obre 1914 la quant it à di fruqi.ento importata nel Regno Unito fu di 5.004.683 quarters contro 3.929,08 1 nello stesso periodo del 1913 e 5.050.430 negli stessi mesi del 1912. Senza il dominio del mare, l'alt a protez ione doganale a nulla gioverebbe ; poichè la deficienza o la distru– zione della flott a vorrebbe dire per l' In– ghilterra fiacchezza d'animo , incapacità di resistenza, e quindi perico lo immanente di invasione dell' isola da parte del nemico c sc1mpa rsa possibile dell' impero. Quindi il mezzo uni came nt e efficace per gara ntir e I' alimentazi one e, quel che più monta , la conservazione dell1imper o, è per gli inglesi il dominio del mare. A qu esto scopo deb– bono gli inglesi tendere con tutte le loro forze; poichè, serbato quello, è secura an– che l' aliment azione del popolo; e quello distrutt o, a nulla giovano le grosse prov– viste di cereali esisten ti ali' interno. Distrar le forze tra i due fini ; aggi ungere al sacri– ficio di 50 milioni di lire sterline annua l– mente sostenu to per la marina da guerra un altro sacrificio di 20 milioni per assicu– rare la prod uzione int erna di una baste– vole quant it à di cereali, sarebbe sta to un calcolo sbagliato. P oichè se gli altri 20 mi– lioni e.i fJogliono spende re, ciò significa che si ritien e la flotta impar i all'ufficio suo di tener libere le vie dei mari ; chè 'se si pos– sotto spendere, meglio sarebbe desti narli senz'a lt ro ali' aumento della flotta, unico mezzo, ripet asi, con cui l' impero può es– sere conse rvato. Non solo inadeguat i, ma bcnanco con– tra ri al fine della conservazione dell' im– pero si ap palesano inoltre i dazi prote tt ori cerealicoli. Un impero non vive solo di fidu– cia - vedemm o quanto ma l riposta - di possede re il cibo necessar io a vivere . Vive sovratutto di vincoli ideali e morali. E chi non vede come il rincaro dei me.zzi di sus– sistenza per le masse operaie e la consa– pevolezza che il rincaro è dovuto ali' asse – rit a necessità di consc ivare la gra nde po– sizion e dell' In ghilterra nel mondo siano cir– costan ze atte a fiaccare i sent imenti imp e– riali nelle masse, a far odiare l' impero come procacciato re di illeciti profitt i ai proprie– ta1i di terre a grano, a far vede re quasi con segreta gioia la dissoluzione dei vin – coli fra la madrepatr ia e le colon.ie, a con– siderare come un ideale di vita il tranquill o possesso dcll' isola, senza ambi zioni mon– diali e senza rischi di gelosie da parte delle nuove potenze egemon iche, ben liete di non interessarsi dei · casi di un' isola con– tenta della propria solitudin e ? Dal che si vede che i veri rassodat ori del- 1' impero inglese furono coloro <:-hevollero la libertà degii scamb i, mentre g:li impe ria– listi fautori dei dazi e della politica prefe-. renz ialé coloniale ponevano i germ i del mal– contento, della dis(:ordia e della dissolui.ion~ dell'impero. Ed ove si voglia anche tene r conto di que'll' elemento imponderabile di forza e di sicur ezza che è la certezza di possedere in paese il frumento necessario per far vi– vere il popolo per 6 mesi, per 9, per un anno intero, perch è non si ricorre al me– todo delle riserve frume ntaI"ie, tenen do in pace sempre pronto un ammasso sufficiente di grani, così come si rafforza 1.-i riserva aurea degli istitut i di emissione ? L' inte– resse e l' ammort amento anche di un mi– liardo di lire immobilizzato nei magaz z.ini alimenta ri non uguaglier ebbe mai il costo per la collett ività , della protezione cerea– licola. E sare bbe un maschio guardar e in faccia al pericolo; SMreb e un miliardo im– piegato esclus ivamente per lo scopo su– pre mo della conservaz ione n azionale; nè al costo suo si accompagne rebbe mai l' insi– dioso ed odioso van taggio o sospetto del van taggio per ura classe privil egiata , di produ tt ori inte rni protetti. Un pregiudizio suffe: origini della guerra. Vi sono sapjs nti, i quali, indugiando si a ricercare le cause"'econom1chè della odierna gueir a eu ropea - indagin e perfettamente le • gittim a, quando la si comp ia modestam ente persuas; di and are alla scoperta di una pa rt e sola, di una parv enza, forse fugge– vole, della comp lessa verit à - affermano senz' alt ~ essa fu .determinata dal bi.:' sognp dell' In ghilter é a d~ im_pedire il cre– scere ng oghoso dei rivali tedesch i nelle in– du";°tn e 5• ~ raffic1 o de11a German ra-"di cl~ re viemmaggiormThre""l a ~prop fialllltor– tuna econo mica sulla rovina dell'eco nomia brit annÌci:- Quelli che così discor rono par tono, ne– e essar iamente, sebbene inconsapevo lmente, da una premessa : che gli indu str iali ed i comm ercia nt i dei due paesi avversari siano capaci di ragionare intorno alla utilità cd alla possibilità di conseguire il fine propo – stosi, che essi sapp iano fare i loro conti intorno ai cost i e ai profit ti dell' opera de– siderata di distruz ion e deU' economia 3vve r– saria e finalmente che essi sappiano dist in– guere fra effetti imm ediat i cd effetti re– moti delle pr oprie azioni. ()uestc son p~ e necessar ie, ove non vagliasi am mette re che i movent i bellici di d istruzione delle economie inglesi o tedesc he fossero pecul iari a coloro che non sanno fare ragionamenti econo mici, che non par– tecipa no alla direzione delle imprese indu– st riali e commercial i ed atte ndono a seri• vere .spropos iti su per le gazze tte quoti– diane, allo scopo di solleticare le pass ioni e le ingord igie delle folle ana lfabet e. Pu ò da rsi ed è anzi probabi le che così sia : che c ioè gli unici ad immagina re la conven ienza e la possib ilità di distruggere, colla guerra, le indu strie ed i commerci dei paes i avver– sari siano ptecis~ mente stati coloro che non furono mai a capo di intraprese <.:conomiche, che coi teoremi economic i ebbe ro mai sempr e sca rsissima famig liarità , che conobbe ro uni – ca mente l'industria dello scrivere articoli desiderati e pregiat i per la rispondenza mo- 1 f

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