L'Unità - anno III - n.14 - 3 aprile 1914

Jla/ùwo. -,- allora gh t11cclrerlerisi fam,o at:anli ' . a st·rulo/are 1I bamltero>1edella vit,cultura .. \la qmocdo gi, 11,celterier, ham,o in/eresse a chie,lere la dw11n11z1oue della Jassa di /abbrictrzio,u. con danno clcll'erario, per diminuire i prezzi dello 111c,hero, est,mdere il co11s11mo, ed a11mu1/art cosi i 1•trntaqgidel da.,io di protezione e i gua- 1lagui del/'• U11iom: Zucderi •. a/Ioni deg/' in– /eressi dri viticultori nessuno parla più, Perc/it il miuore preuo dello ~ucchero sarebbe ,ta,rnosoai viticullori, sefosse o/tenuto con /' abo– li:io11e riel /mra.ssitismo protezionista; e 110>1' sr,rtbbf dau110s0, se Jossr olteuuto co,i la ridu– zi<>n•·dr/la lassa fiscale ., Ecco ,,,, probltm,a, che gli zuuherieri debbtmo spiegare,, se t"Ogbo110 e/re ,:oi pre,1d,amo pro– prio sul Sfrio ,1 loro sv,suraJo amore per la v1ticoll11ra. IHoltrt, H01 desidereremmo assai de i d1• fet1sor, dtl/' alto prez:o ,lei/o :uc&hero. ci spie• ga.ssero, 11011 co,i afferma.;10,u ge11eriche. ma u,11 dati part,colt,regg,at, e prccm. da quale lit·ello dt b11011mcr"do e per qual, ,areostanze eeo110• miche lo :ucdero rilxMstdo d, prezzo comi,u:e– rebbe ml rl,mi,,are i vrni da taglw dalllf rettifi• cazio11e dei vini tltJboli, Finora, 11011ci è stato possibile trmHu-e i11 11ess1111argomellllfzione di zuccherieri 11ess101calcolo co11creto e conlrolla• bile a questo ri1f11ardo. U11 c11/coloabbiamo /elio tre mesi or so,ro su l'A7.ione socialista, di "" urlo dott. Oliva, U quale pretendeva d1moslr"re che la riduzim1e del preuo dello zucchero a ,oo lire al quintale, avrrbbt facilitata la /11bbrieazio11e dei seeo,uli -vini~ con ,m pericolo gravissimo di eoncorrenza per, viHi genuiHi, percltA co" sok 15 lire di z11e• dero e 'IS ce11tesimi ,ii acido tartarico si potrebbe otteHere 1111rltolitro di vitro sano e gradevole. E ,ioi facevamo osservare (Unità. 30 gennaio 191<1), de il calcolo era molto i11completo, pe,. cl,A t,o,, t,rnwa cot1lo delle vinlfcee necessarie alla fabbriuuio,ie del seco11do vi110, e del toll· sumo dei vasi, del costo del locale e della ma110 d'opera, tle/111materia eoloranle, ecc., grazie a cui il costo di w1 ettolitro deve arrivare a 101 mù1imo di 17 o 18 lire - superiore ,,,(),, solo al costo dei 1n'11i com1111i, ma a quello che dalla n1assima fJarte dei tJìtfwltori A considerato come pretzo rimr,tJerali1to. CAe nude 11ell'affare. della rellificazio11e de, 11rni deboli si traiti ,li "" calcolo a/tretla11l0 in• completo J NA l'esempio della Francia si "dotta, c, sembra, al &aso nostro. percAA lì si trai/a i,, ge• 11erale di vini d, qmd1td superiori, i cui alt, prezzi possot10 t•rrame11teeuere da,meggiali dallt1 amco,-renza d, prodoltl in ,,.; i11terve11galo z11c• dero; me11lrei 11ostrivrni da taglio no11raggiun• go110, iH ge,,eralr, de prezzi poeo eltl'tlti. 1110/tre, a11che mm11esso che il progresso dtllt1 tecnica permetta di olte11er~ la rett1fic11tiom! de, 11it1idtbo/1, grn.:,e 11110 zucchero a b11011mercato, scn:a prrirolo per la saf,,lc dei cous11malort, ctJn rcs11/Jllli p, ,ì rrouu1111C1 cl,~ 11011 si posso110 nltr11rre 111rdrn11tc i "'"' d(1 lagho, - uoi uon nd,amo p,rrliA qucstr, si dovrebbe cuusidcrarr come 1mt1 d1s,:ra,:,a, e pndè si d0t'l'Cbbr 11ss,cu• rare arllfic,osnmr11t.e, mrd,ante /' allo pruw ,lei/o ,111ccl,r,-o,111 t•,t,cr,1/or, 11 mo,,opolio della materia prmm nruss11rta alla ,-e11,fi-e,u1011r dt, 1·011 drbo/1 Il pr,:,,:.rruo della crt'1ll,ì co,mstr 11pp1mto nr1la scopcrlfl ti, mtlod1 srmpre pi,i ~u,nom,c, {'tr s0tl luJ--,rr , nostr, blso;;m : e 1·,a 1·1" cAt s, scoprt "" mcttJ·lo 11110t'O. , proprie• '"" de, mtlod, a11trcl.. 11 m J,a,,,,o ucssu11 d1• nito d, esigtre cM s,a art1fic1osamente soffocalt1 la 1101,1/d, 11ffi,,c/1A rss, f'•JSStu10co11tm11areu11w ,i,st11rbo a sfrullare , mdod, a11l1di. Che cosa SI duebbe "' ,ma (ISSOC/.1:lone "' carrr/11cr,, che es11:esse elle I pre::I dti 1·iagl,!1111trn,o fossero clet•at, fino a preui fa,·olos(lmenlc assurdi, af– fi11rl1ò i vioggioto,i e le moci m•tss~ro sempre 1ntrrtsst li prtfufre a 1 t,n,o i carrtft1 _J F11llflme11tc, anrlie a,,m,u::so che fosu ,tet:U· -liii 10 111111 uoslrll l'lt1cullura I' allo fre::o dello 41,rcl1rro, - JvrcM quest' allo pre:zo 11.0,1- do– i·"bbt a,idnrt tu/lo a c·.rnta.:e,o del/' rrario ,ra– iw,wle ,Hedicrnle la lassa di fabbr1caz10,u rn• ''"'° /'(irto/a allo stesso /iu//o dtll.1 la.ssa dt Jnmllrra. an11tu d'rsYrr 11/il,::ato, gra~,e alla. pm• I, z,onr tlot:M;a/r, ptr quara,ita 11uho111 ali' am,,, dlii p«rtl.lStll dt:/1,1 l.'mc>,ie Zttcdtri .J 1no Bi L'UNITÀ 11. Un aspirante trivellatore. Il signor Jamcs Agnet, consigliere della So· cicta degli Agricoltori Italiani, membro del Comitato Agrnrio Xa7.ionale, e fabbricante di marmellate, pubblica nel Bolletti110 q11i11dici• nate del/,, SocicllJ degli Agricoltori llalfrmi un nrticolo, per spiegare come qualmcntc sarebbe impossibile, inutile e dannoso diminuire in Italia il prezzo dello zucchero. Sarebbe impossibile, perché per far diminuire il prezzo clello zucchero bisognerebbe abolire tutta la tassa di fabbric.izionc, che frutta al• l'erario n:4 milioni, e rinunziare a tut-ta la protci:ione doganale. Il signor Agnet non am• mette mezzi termini : o ridurre da un mo– mento ali' altro il prczw dello zucchero a 50 centesimi al chilo. o nulla. S.-.rebbe inutile, perché • il genere umano esiste da migliaia e migliaia di anni, e sino al principio del pass."ltO secolo ha '"issuto senza consumare zucchero, contentandosi di quello che il suo app.1.recchio dìgcst·ivo riC.'l.\"avadal I' assimila7.ionc delle materie farinacee e dallo zucchero naturnlc' trovato nelle frutta•- Snrcbbc dannoso, perchl'! abbassando il prezzo dello zucchero sotto la lira. lo zucchero 3'1rcbbc adopcrnto a fabbricare secondi vini : e questo rovinerebbe la viticultura, A queste sccmen1.c è stato già risposto tante ,·oltc sull' LJ,iild dai • fautori del libero zuc• chero in libero stato•• che non abbiamo pro• prio nessuna voglia di affliggere i nostri lettori con una nuova conhatazionc cieli' egregio mem– bro del Comitato agrario na7.ionalc. Solo vogliamo notare come il signor Aguet, mentre trova che non è necessario che lo zuc• chcro sia a buon mercato, anzi desidera che si venda caro, è invece dc-I p..'lrcre che le mar– mellate, fllbbric11le da lui, quelle sl che • non dovrebbero essere un cibo di lusso, ma poter entrare nell' alimcnt;uionc ra7.ionalc di tutti, specialmente dei fanciulli •· Il guaio e che l'alto prezzo dello zucchero rincarando le marmellate, ne circoscrive il con:mmo: • c:ò che ò cviclentcmcnte rincresce– vole•. ;,fTcrma con altruistica preoccupazione l'ottimo ~ig11or Aguct. Or come risolvere il problema di allargare il consumo delle mar• mellatc, e.ire al cuoricmo hcn fatto del signor Aguct, tenendo nello stesso tempo alto il prezzo dello 7.Ucchcro ? • \"i sarcLOC un meno assai semplice - spie– ga l'aspirante trivellatore - : abbuonare, co,i le dm·ult gmtn:,e per l'impiego della materia, una parte della ta&-..'\ th fabbricai:ione sullo zucchero ai fabbri('anti di marmellate•· Il signor Aguet sa fare, evidentemente, i suoi affari. Egli, in fondo, domanda che lo zucchero po.!>saò-',Crc comprato a buon mcr• calo da /111 solo e che le nrnrmcllatc possano essere fabbricntc da liii solo. lnfalti, solamente le grandi fabbriche po– trebhcro dare al fi""K.--O le dov11le gt1ra11zie di 11011 frodare sulla c111:t1Hit:\ dello 7.ucchcro ado• J>erato, pag;rndo gl' impiegati go\'crnativi ne• ccssari a son cgliarc la fabbric.1i:ione. Le pie• cole a1.iencle, che non pot~sero pagarsi questo controllo, do, rcbbcro cluudenu. Ed ceco come I' ouimo signor Aguet s1 a~icura 11 monopo– ho della fablmcai:1onc delle marmellate. X1.·llo blC-."'' tempo, a~1curandosi 11 mono– polio dello zucchero a buon mercato, grazie ali' abbuono clella tas~a d1 fabbric..uionc, il :,ignor .\guet é certo cli guadagnare nella \"en– dita delle sue marmellate tutta la differenza fra il preuo dello zucchero sul m<'rcato e il prcuo speciale dello 7.ucchero da lui adoperato. Ed ecco pcrchè il signor Aguct trova che sarebbe imJ>05Sibile, inutile, dnnnoso diminuire il prezzo dello wcchcro per tutti, mentre è assai semplice• d11111nuirloa vantaggio di lui solo, fabbricante eh marmellate Ed ceco perché tn:,,·a che il genere umano non ha 11c--:,u11 b•'<>gno d1 7.Ucc:hcro,mentre ha un urgente bisogno d1 marmellate. Se •1ue-,11rag.onamenti h facesse un po,·ero d1a,·olo, .,, cl1rcbbc che sono lazzaronate. Le fa un Con'-iglierc della Società degh .\gricol• ton 1rnhani, )lembro ecc. ecc., - e perciò bi• --ogna cl11;1marh na11onah'-mo economico•- neo IV. Un nuovo convegno a Firenze. I convegni tenuti nei principali centri d' Ita– lia per discutere intorno alla crisi degli zuc• chcri cd avvisare ai mezzi di scongiurare i gravi effetti che si ripercuotono sull' econo– mia gcncrnle, avendo richiamato l'attenzione dei Sodalizi commerciali fiorentini, l'Unione degli Esercenti indisse una riunione nella quale venne votal'o un ordino del giorno in• vocantc dal Governo una diminu7.ionc del da• 7.io di confine e della tassa di fabbricazione per facilitare ed allargare il consumo dello zucchero. Ma la gravità del problema, che è di vero c.-iratterc pubblico e di alto interesse nazio– nale, esigendo una maggiore e più larga di• scussione colla partecipai:ionc di tutti gl' in• tercssati e quindi anche dei consumatori, la Federazione fra i Commercianti si ~ fatta ini– ziatrice di un nuo,·o gr.indc convegno, che sarà tenuto il gior110 5 aprile pross. ad ore 15 precise nei locllli delle Scuole eom,mali di 1/ia Luigi Alllmta11ni, gentilmente concessi dal R. Commissario Prc !ctti7.ÌO , invitando tutte le Associazioni economiche, i bieticultori, gli esercenti. i commercianti e i fabbricanti cli zucchero, nonchò gli oratori pii1 profondi nella materia, sia liberisti che protezionisti, onde il dibattito abbia completo e vigoroso svolgi 4 mento e il voto del convegno sin l'espressione e la manifestazione dei dcsidcrnt-a della grande maggioranza. S'invita perciò anche la S. V, a voler ono• rare di Sua prcscn7.a il convegno in rappre• sentanza del!' ente di Cui l'! parte, e col mas– simo ossequio. Dcv. mo per il Consiglio dc.Ila Federazione li Presidente, G. B. F10Rt. Agli amici dell'Unità ti ,-acco,,urnda d'iutcr. venire n·,mtrosi. I sardi e la coscrizione militare. Ct1To Sr,lve1111"11i, secondo un articolo elci signor N. Fancello (U11ilà, 20 mano), elci tre cicloni di cui il Go• verno italiano sarebbe responsabile verso la Sardegna, il primo sarebbe la coscrizione ob– bligatoria. • Il primo disastro moderno - scrive I' au• tore citat.o - che la politic.1. 'li straniera• dcl Gover,no italiano ha fatto subire alla Sardegna è stata la coscrizione obbligatoria. Non si com• prende il dis.'lstro se si dimentica la costitu– zione demografica dcli' Isola, J)C>\'erissima di uomini, e l'assoluta ostilità psicologica dei sa.rdi al ser\"igio militare•. In conforma : si cita il parere conforme cicli' lnclliesfa agraria Jacini; si rammcmora un vecchio scrittore (Bonfis), che dichiarò che imporre la coscri– zione era un • comportarsi da conquistatori alla maniera degli Attila, degli Alarico e si– mili 11; si aggiunge che la coscri1,iono ò stata cd ò • potenlissimo fattore di degenerazione della \-azz:11>0ichòla preoccupazione della leva ha sempre provocato e provoca su larga scala auto•intossica7.ioni cd altre forme cl' indeboli– mento•. I Quando si scrivono cose tanto gravi e tristi è nccess.nio, io credo, darne una riprova al lettore. Il riferirsi ai giudizii altrui, emessi in tempi varii, poco o punto conta. Chi ha studiato la letteratura della Sardegna sa che questo paese - caratteristico fra i c.-iratteri– stici - ha un primato per la contraddizione estrema elci giudii:ii dali sopra di esso. E l'ap• J>ellarsiall'uno o all'alt10 giudi7.iO i: più polemico che conclusivo. Cosi pure poco o punto conta il riferirsi a casi p.irticolari e poi gencraJiz. zarli. Quello che occorre, secondo mc, l'! il risalire clirctt:11ncntc ni fotti, cd ai fatti consi• dcrati in massa o collettivamente. Non SC· guendo que!tla via parlo in generale - c'è pericolo di fare dc/111ltlltrlll11ra in cosa in cui la lcttcr;itura non e· entra. Ed io cercherò <li addurre, alla buona e alla l~ta, c111;ilchc elemento d1 fallo J>Crvedere della natura ciel c,cloHt affermato. S1 lamenta, come danno fondamentale, la SOllr3l.J011C eh UOlllllll \ alu.11al la,•oro dell'isola. Sta in fatto che la Sardegna i: la regione ita– liana c;he, rn par,lgone dcgh &nui visitati, fonu:)(:c 11 numero m111oredi dichiarati abili cd é, per ciò, fra le rcg,0111 che lasciano il maggior numero d1 giovani presso la famiglia, al lavoro clomcs1ico. Secondo la media annuale degli anni 1907•()0!), sono stati riformati, nel complesso gcncrnlc del regno, il 37 ° 0 dei vi• sitati e per I;, S;mlcgna il 59-7 ° 0 • Gran<lis.'-ima parie dei riformati non i! eia ritenere inabile :il la\'oro o a qualche laYoro. Essi possono variamente occuparsi nella pie• cola e frazionata economia dcli' isola, tanto più che il 19.9 ° 0 (media annuale degli stessi anm 1907.909) sono riformati per non tocca.re il hm11e minimo d1 &tatura nch1csta per r abi• lit.ì militare, che era d, m. 1 .5.5. i::. pure da notare che I sardi nformat1 per la statura rappresentano d1 gran lunga 1I massimo fra tutte e singole le regioni italiane. La rorri• sp0ndcnte media del rçgno è 6.3 e la media pili vicina alla sarda l'! quella della Basilicata, che é cli q.7. Tutti ammett:ono che, dato so• prattutto il tipo etnico o antropologico della popola7.ione sarda, molti sardi possono dirsi nonnali anche se inferiori cli altozza a m, 1.5.5. Si rammenti, infatti, che questo limite minimo è stato c..,r ora abbassato, proprio perché si è rico– nosciuto che buoni soldati si possono avere anche se di statura minore, a somiglianza di quanto si riconosce presso popolazioni che pur sono a tipo di statura più elevata della nostra, quale ad esempio, la tedesca. Ma ~ poi vero che la Sardegna soffra per deficienza di braccia, che i complessi produttivi non riescano a formarvisi efficacemente per la scarsezza di un elemento complementare o costitutivo cli tali complessi c1uale il lavoro umano? Il confronto fra la popolazione e il terri– torio, a cui si fa appello supremo, non significa nulla, in questo caso. Affinchò il rapporto avcs• se valore bisognerebbe provare, prima, che fra l'estensione ciel territorio e la capacità o produttività ccc. economie.'\ vi fosse una cor• relazione diretta. Il confronto deve farsi - secondo il mio avviso - fra la popolazione disponibile e il bisogno di braccia (domanda di lavoratori) dcli' economia isolana. Ora, in questa, non si nota deficien,.a di braccia ma il fenomeno opposto: eccesso di braccia. Stanno a prornrlo, fra gli altri. due fatti : le mercedi sempre basse e l'emigrazione notevole in confronto degli anni pH1 lontani. Dal 1907 al 1911 la Sardegna ha avuto, anno J>er :inno, il seguente numero di emigranti : 1 r .659 : 6.575; 5.630; 10.663; .5.3.50: cifre che danno in media an11ualc 94() emigranti per 100.000 abitanti. Né ba.sta. Si sa ciel/a trasformazione cslcsi::i• sima, che si verifica ncll' isola, dei terreni coltivati a grano in pascoli, a c.iusa cicli' indn • stria del caseificio Ile vi si l'! andatn vivamente affermando. È un esempio delle cri~i non rare che osserviamo- nella storia dcli' agricoltura. Si sa benissimo, del pari, quale sia I' cITclto che ne con.segue: diminuzione eh braccia occu• patc e quinci, impulso nuovo e ,1ccrbo aJ. l'espatrio. Ma, anche preSC"indenclo dall' ultnno dccen• nio, è stato notato, in linea generale, che dallo studio dcli' economia Mrda • emerge uno spc• cialc e gra\'e fenomeno, 11 fenomeno della par• ziale occupa7.ione o della parziale di1occupa• zionc. che è un esponente caratteristico dcl– i' economia ~arda, soprallutto rurale 11, Quando chi scrive ha affermalo I' C!-IÌStcm.ncarattcri– stic.'l. di qut-slo fenomeno 11011 ha trovato al– cun contracldittore, ma molti a~scnsienti (si vegga la mia comunicazione in argomento negli atti del • / Co11grcsso r,1tcr,11uio11aleper la lolla contro la dtsocc11p"1io,ie •, Milano, :z.3 ottobre 19o6). È da dubitare che, <101>0 tutto ciò. si possa affermare a cuor hbero che se la.sciassimo ncJ. l'isola tutti i m1htari che ora se ne traggono. l'economia isolana resterebbe, per tale fatto, risanata ç risospinta al progresso. ( Il sardo repugna dall'esercito? Per giuchcare del sardo di oggi, del sudo

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