L'Unità - anno III - n.14 - 3 aprile 1914

........ , : \ ). , problemi della vita italiana. S . Aldo i\ndreoli ,g. Si pubblica il Venerdì in Fire.ozc - Direttore GAETANO SALVEMINI - Direzione e Amministrazione: Lungarno Vcspucci 12b -Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per il Regno e per i paesi italiani dcli' Austria e della Svizzera; per l'estero Lire 7,50 - Abbonamento s~stcoitorc Lire 20 annue - Un numero Centesimi IO - Conto corrente con la P_O~ta. Anno III - N. I., - 3 Aprile_ 1914. SOMMARIO: Che cosa vogliamo ◄~•U:--IT;\. - L'on, Giolitti e la cfemocrazta;ITANCREDI GALUIBERTJ. - Unilff,dsHlcazione finanziuia. - Intorno alla qutsllone cftgli zuccheri, G. VALENSJN, L•UN1TA. e la. coscrizione militart\F. Cou:n1. -,rammenti di vita italiana. i J - I urdi / Che cosa vogliamo ? Se le di.(C!IS.'•io11i, che l,a,mo to11dolto alle dr• missioni del Mùiisfero Giolitti, potevano senza troppo danno essere prevalentemente critiche e negative da parte degli oppo~itori, la discussione sul programma del Miuislero SaltHulra dcvrcbbe avere ·1m indirizzo coraggiosameule ed ouesta• mente positivo. Dato elle una opposizione • democratica II esi– sla-;Ji;; politica del l\'li1iistero e.conservatore•. \ gU~ilori c. democratici• dovreb~r; sentite I il dovere.- 1° di coslringrrc :1 Ministero ._ co11- servatore • ad esporre se11zameni termini il suo 1 programma; 2° di co111rapporreal pro;ramma ! ministeriale il programma. della opposizioHe, senza scappatoie ... giolittia11e. Solo a questo patio -i c. democratici • posso110 11iustificare la loro opposhione ai II comer• valori•· Nè la materia alle profonde divisio,ii politi- che manca, Tult' allro. Quale programma di J::lilica ester~temle se– Kuire nei prossimi at111i I' Jtalia i' - E per co11- srg11e11za q,:ali ùnpe-;;11i di spese milita~ partilo intende contrarre? - E per co11seeumz11 quale politica finanziaria ciMc1111partito in– temle seguire? - E .zit~ go11sr711e11zti su quali disponibilità del bilancio si potrtì fare asseg11a– n1ento per t,ati gli altri provvl!dimeuti, che 11011 sieuo di politica militare ;> - E date quelle dì– sponibilità, quali riforme i11lel'llesono conside· raie come pi1ì urgenti ,la ciascun purlito·i' Ecco u11cumulo di problrmi urgentissimi, che occorrerebbe una buo11a volta ,,ffrontare ci viso afJerlo, obbligando ciascirn gruppo politico '"l asrnmersi imzanzi al paese le proprie responsa– bihlà. E sono questi i soli problemi, su cui può avvenire 1111asi11cera differe11ziazio11e di par– titi : percM nelle diverse soluzioni, che se ne pos– sono dare, so110 implicite diverse co11cezio11i ._ i11tegrali • della rcaltti economica e sociale e mor(l/e dtll' Italia d'oggi, e divtrsi ideali di ._integrale• azione fX,litica. Crediamo noi elle /' Italia sia 1111 paese dallr l ,isvrse i.,fi.,ite. '':J:::.'" tli sosle.,,re .,~ lempo le spese di 1111apolitie<1-estitm di 1mo11e l espansio11i e di 11110. larga riorgauizzazio,ie dei '-,suoi ordi11ame11ti11/tcnti .> - Se abbiamc q11e• sta felice com·hltioue. noti dobbiamo fare altro &hecontinuare allegramente per la via, iu cui ci siam messi da Ire mmi a questa parte, fi110 al momento i11cui 11ou ci suremo rotto definit,va. mente il collo. Rite1tiamo, ùn•ecr, che le risorse economiclle e morali, di cui dispont oggi /'Italia, sieno tutf altro clte Ulimitate, ma quelle di e1,i pos– siamo disporre dobbiamo utilizzarle per la co11- q1tista di clii sa quali mtot'e grandi posiziot,i nel mondo, al seguilo dell'imj>t~gemumico, e in gartr di spese militari co11 I' l11ghilterra eco,, /ti Fra11cial - E allora, diciamo cMaro e tondo una buona volta. che lutti gli sforzi della nazione devono essere co11ceutrati per apprestare gli ap– parati guerrescJu: imlispe11sabili a questo ben de– finito tipo di poliliça es/era ; dichiariamo senza I mt::zi termi,ii clie tutti i problemi di politica in– terna devo110 esser messi da parie ; e poicM ,,o,, è lu,ito sperare cJ,e tutlo il paese sia dispo• ;to ad accettare in sile111!io s,Jfallo orientamento dtlla nostra politica generale, bisogna che i so• stenitori di queslo orientamento si Je,rgano prouti '" soffocare con la forza og11i tentativo di resi– stenza attiva. al programma della maggioranza ; :mzi sarei bene comi11ciare con l'abolire al pitì J presto il rnffragio 1t11it·ersale: pcrcli!, nelle prc– senll conàizioni sociali e morali dell' Italia, su{- fragio 1111-iversale grandi spese militari sono come due /Yen-i direlfissimi lanciati l'uno cor.– /ro l'altro sii le stesso bi,u,rio. ---O~re riteniamo nrussario prouvedere solle– ilamente alla soluzio11e dei problemi interni messi i11 prima fila dal suffragio universale; e siamo convi,iti clie in questo mome11to non si polrebbe commellere 11ess1111a. maggiore pazzill clie aggiungere ai da,rni della impresti libica le spese e le incognite di nuove avve11ture interna• zionali; e se11tiamo /ti 11eccssità tli ,m t!g,iodo di disciplinato racco3lime11to,clte senzc, i/l/Jffdir,2i di Jro11tec;iar~11ell'Adriali;.PJ,!pericolo au~iac2, ci conse11la il 11ecesstlrio lavoro di riequilibra- .:,eme interna i' - Se è così, abbiamo il corag– gio di esigere dal Governo spiegtizio11i esplicil~ sull' attuale indirizzo della nosJra politica estera ; rifiutiamogli i mezzi ricMesti da ima politica tlisadalla alle nostre co11dizio1riattuali; e co1<· ( trapponiamo il programma. di politica estera espansionista un chiaro e concreto programma di politica inter11a riformatrice. , A Il' i11/1toricli queste tre vie, no,, ce ·1t' è che twa qm,rlti; la. quale va. bensl ti finire pu-fetta- 1;"ré,:ie dor•t!vll afwire la prima, cioè al dtsaslro; ma ci conduce alla roL·ina per vie ,ra.scoste, senw clie sappiamo in real/ti dove amlillmo, e f>erciòè la più pericolosa di tutte. E' la via del g~smo e del pa,itauismo; '";;;verea"ii;;gio,·• ·1l(lta ; dare tm colpo al cerchio e 11110 a/lei bette!; ,:;i;;; /li. grande politica ester(l fino a 1m certo p1mto, e la graiule -j><>litica. interna fino" ,m certo punto; es(l11rire il paese in sforzi molteplici e incoordùwti; invocare le riforme i11ter11enel mome11to stesso ùi cui si sa che le nuove spese militMi le rendo,io impossibili, e sfuggire ogni sistematica discussio11e di politica es/em e mi– litare affi11c/iè /ti genie non veda percl,~ le r,– forme iuter11e sono diveuute impossibili,· deplo• ra,·e gli effetti, e sfuggire og11idiscussione sulle cause. E sopratutto cercar di trastullare la opi– M·11io11e pubblicti co,i lt, prtcedenza del matrimonio lcivile e col divorzio. L' U!'<ITÀ. L' on. Giolitti e la Democrazia. Un giorno il principe di Bismarck, preoc– cupato del continuo giuoco d'equilibrio inst:tbile personale su cui si fonda rutta lct nostra vit:.t pubblica, disse C'hiaro e tondo in pieno Reichstag non potersi fare grande assegnamento sull' Italia, dove b din:1sri.:i :weva cosi poche II radici"· Il chiasso sol– levc1to fra noi fu molto; ma ci consolammo presto col pellegrinaggio di Berlino per Vienna, e collo spiegare la parola //I ur-.Llu per rampolli. Di fatti, Umberto I non ebbe che un solo figliuolo. Adesso il grave 'Timn ha pronunciato s:1 Giovanni Giolitti, su la Corte e sul nostro Paese un giudizio severissimo. E non è il giudizio passeggero di un giornale, sia pure di mondiale riputazione, ma un giudizio ricavato dalla grande Enciclopedia lJritnn– uica compilata dalla più illustre Università d'Inghilterra, nella sua ultima edizione. E, in Francia il centenario ]oun:r.l tles D;bnu, l'organo dcli' Accademie e della Finanza In aggiunto alla derrarn. E la st:unpa germa– nica non è stata meno severa nella critica dell' ultima crisi ministeriale, sembrando ai tedeschi nella loro Ei,,jd't.'g~til inconcepi– bile che un uomo di Stato potesse di punto in bi:rnco pi:uttare il Governo e b responsa– bilità d'una imbrogliata situazione, da lui stesso cream, sol perchè nella riunione d' un gruppo-che forma appena una settima parte d'una Camera per qu.1ttro quinti pecoril– mente quanto personalmente a lui devota– diciannove deputati gli si er:m mostrati contrari e quattordici favorevoli. Cinque voti di differenza, con l'altra metà del par– tito assente!! ~ Più meravigliati e più severi verso di noi sarebbero ancora gli uomini politici degli altri paesi, se avessero letto il commento del creduto massimo org:rno della democra– zia itali:rna, che in un suo arricolo edito– ri.ile, spieg.indo il gio/iuismo, lo giustificava. e giustificandolo profetizzava, a buon mer– c,110, che il Dittatore ritornerà! Quale il perchè di questo enigma ? Per– chè l' on. Giolitti c1fferma di non poter go– vernare senza la democrazia ? E perchè la democrnz.ia segue I' on. Giolitti ? I.a Democrazia itali:rna è una figliazione dello storico pnrlito d' n:io,u, cresciuto o nelle cospirnzioni o sui campi di batta– glia; n:ito per i sacrifici, e pel valore dei suoi ucmini nella politica, nella guerra. Nulla dt tutto ciò si trova nell' on. Gio– •1ir~_,Giovc1ne-fort"e" e- robu!to; -qu'ittldo 51 combattevano le patrie battaglie, mentre i 'iUOi cot:tanei si trovavano al c,1mpo, egli presiedeva a una società di pno/otti in To– rino. Passc1to nell'amministrazione dello Stil– lo, il suo ingresso segna subito uno scan– dalo : egli è il protetto di quel Giuseppe Giacomelli, gi:\ sottosegretario di Stato nllc Fin:1117.e, che finirà con un triste processo; e la sua venuta provOCa I' usC'it:i dei capi divisione Achille Plebacco e Adolfo San– gl1inetti : storico stimato il primo della finanza italiann, successore ali' Avanzini nella direzione del Fm:fu/la; parl::imentarc di vero valore Adolfo S:rnguineni. E salito nlla pre– sidenza del Consiglio nel 1892, I' ou. Gio– litti, con ogni più disonesto mezze .ibb:ntevn AC'hille Plebacco nel suo antico collegio di Bnrgc, come poscia il suo intimo prof. Cor– tese lo libcr:w:1 dal S:mguinetti nel collegio di Cniro 1\lontenotte. Dalla burocr.,zia passò .tlla politica sor– retto eia Deprctis nelle elezioni del 18Sz; ma presto l:1sciò il Depretis per pnssare :ii t!issidn11.i; poi fu con Crispi, per abbando– n,1rlo nel 1890. E predicatosi rc-staurritore clelb finanzc1, e messo da R:itt:izzi e da un notissimo pubblicisrn nelle grazie di Re Um– beno (poichè dopo la mone del Dcpret is occorreva per b dinasti:i tirar su un gio– vnne piemontese), fu u1t:a nlcunn i11dica– zit>1ttp,1rlnmtnl'nre inrnricato nel 1892 della formazione del Gabinetto, Prima trattò con Sonnino. Però il Scnnino volendo per sè il portafoglio dclP interno, non s' in tciero. Il sedicente finanziere snpeva quale cm il buon portafoglio per govcrn:ire a modo suo e se lo tenne per sè, trovando dopo più facile l'intesa con l' on. 7.anar– delli mcdic1nte gli on. Roux e Talamo. Ottenuto subito ciò che I' on. Sonnino non credè corretto di chiedere, vale a dire lo scioglimento della Camera, subito h sciolse e fece le elezioni. Sono, queste del 1892, le prime elezioni fatte dall' on. Gio– litti; e in esse ci sono gi:ì tutti i metodi tipici dcli' uomo: tutte !e altre non essendo l1oteca Gino Bianco che seconde edizioni peggiorate e scorrette. con moire illustrazioni di corruzioni, di fraudi, di violen.lc -, inrercalarc nel testo. Leggete quelle due terribili Relazioni della Giunta delle elezioni per i collegi di Cor– teolona e di Corato; sono tali da squalifi– care qualunque governo, anche il più asso– luto. Ma non impedirono nè impediscono all' on. Giolitti I' unione coi radicali ! Egli nel 1892 h.i combattuto, con perso– nale acrimonia, tanto Ruggero Bonghi, onore e vanto della Destra antica, come Felice Cavalloui, I' atleta dcli' Estrem:i; tanto Achille Plebano delb Sinistra storica, come ~'latteo Renato Imbriani il maschio repub– blicano. E tutti li ha combattuti, senza un programma, senza un· ide:1, senza un prin– cipio, m:1 con ogni sopraffazione, da qua– lunque parte politica venissero, fossero pur illustri come IJonghi, eloquenti come Ca– valloni, eroici come il supersritc di C:tstcl ~1orone e degli Imbriani e dei Poerio, eco– nomisti valenti come il Plebano. E i vitto- riosi competitori di tali !.!Omini furono sem– pre degli s·conosciuti ! Ignoto .Numiui / ... In ogni collegio, o piccola o grande o de– bole o forte, c' è sempre una minornnza. Il metodo elettorale giolitti:rno consiste nel trasformare questa minoranza, sia :rnchc in embrione, in una maggioranza contro il c:111- didato che bisogna abbattere, ~ciogliendo i -- consigfì co1l1unali Clpr0\".inci~,1r,- formaTl-· done degli altri eletti senza scrupoli di sorta, emettendo a disposizione della parte go– vernativa llllti quanti i mezzi di cui di– spone il Governo. Fra queste minoranze create maggio– rnnze egli sceglie il suo uomo, ma facen– dolo al modo di Circe, in trrrnm toto pro– rnmbrrc 1111/tu: onde si costituisce un:i mag– gior:tnz:t degna di lui. Essendo io membro della Giunta delle elezioni, mi avvenne non rare volte di no– tare casi tipici al riguardo. Dei candidati erano venuti a vie di fatto nelle sale ddlc Prefetture per dimostrarsi uno più dcli' al– tro giolittinno. Credevo che fossero spetta– coli di alcune regioni solamente; però ho letto coi miei occhi qui in Picmonle, in di– versi collegi, m:rnifesri contro manifesti nei quali i candidati non avevano che questo programma : - u Elettori ! L' on. Giolitti è per noi •: così gli uni. - E gli :1ltri : 1( Elettori ! il nostro avversario mentisce. I.' on Giolitti h:1 detto (o al Sindaco o :il Prefetto o a un:1 Commissione ecc.) che ì: per noi ,1. - Da un canto : (( Non eleg– gete Tizio che scris!lc contro Giolitti 1,. - Dall'altro: e,; Non nominate Caio, che non è abbastanza giolittiano 11. Non ebbe, sul scrio. tanti fedeli campioni Qucll' Elc1tn ptr mi 'T roin si perse/ Caduto o meglio fuggito dal Governo per i fatti della llanC'a Romana, lasciando b Sicilia in fiamme, la rendit:1 ali' 82, la mo– neta spicciola mancante, la c:issa dei ferro– vieri mn11gintn, quella Deposi1i e ·Prestiti minacciat:1, la finanza rovinarn e il credito nostro quale risultò per i fatti di Aigun– .\lortes, non trascurò di farsi liquidare, dopo appena 25 anni di servizio, il mnssimo dcli., pen ione sull'ultimo i:-tipcndio di Presidente del Consiglio, e di anomodarsi una nicchia nel Consiglio Superiore dcli' Ordine M.iuri– ziano e un' altrn nclb Commissione Centrale di Finanza, in modo da non patir pilÌ freddo :ti piedi. E si scagli:irono dall' Estr(.ma i fulmini per un:i consimile liquidazione ,ti

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