L'Unità - anno II - n.41 - 10 ottobre 1913

,nenie fo rtuita, ma no~t per questo meno grave, co,l 1m periodo del programma elellorale deJ– J' on. Giolitti. La lega cliiede, iti questa materia, trna « re– visio ne della legge e del regoiame,llo per gli ap– palti alle Cooperative e ço nsorzi, per fissar me– glio i caratteri della cooperazione di lavoro, che deve svolgere la sua azione sulla ba.se della solida rietà ed evitare i pericoli della concor– renza, che genera norm alment e i gravi danni .delle truffe e della corru zione nell' esecuzione dei lavori. e La cooperazion e deve rappr esenta re una forma perfezionata di congegno tecni co - la maestran za organizzata - di cui le pubbliche amm inistraz ioni devono servirs i, consideran– dola un islrttmento sicuro e sincero, tm organo complementar e alla loro dipendenza diretta e nel quale dcvoÌJo rip orre la loro fiducia . Perciò essa chiede • che nelle licitazioni a Jraltative pri vale la legge facci a obbligo alle pub– bliche amministraz ioni di trattare tmicam enle ~Ile Cooperative per il loro speciale carallere d i organi fiduciar i •· Uti' idea simil e, ma non ugualmen le esclu– $iva, l' avevano espressa già i deputati socialisti ~n la mozion e Turati contro la disoccupa zio ne, pr esentata alla Camera il 6 marzo 1913, chie– dendo la rapida _:_esecu:io ne di vecchie e nuove opere pubblich e, salvaguardata da ogHi ma – ,iiera di sfr11tlameHlo affari stico, mere~ conve– nienti agevolezze a vere, ben organizzate e sinceramente responsab ili cooperative di la– voro (le quali poi. sarebbero le sole cooperative emilian e, che approfitter ebbero dei vecchi pr ivi– legi. per acquistarne dei nuovi). Da marzo a settembre si ~ fatta molJa strada : .se allora si chiedevano sollanto delle agevola– z1om, oggi in vece s, domanda che , lavar, pub– blici diventino un monopolio delle cooperative. Ebbetie, lo stesso co1icello lo troviamo esposto, in f orma naturalm ente più blanda, dall' on. Gio– Jitti, il quale, premlendo occasione dallo scan– dalo del Palazzo ~di Giusti:ia, scrive : • poichl l' esperienza ha dimostrato che il valersi del– /' opera delle cooperative di lavoro co1icilia J' in– teresse dell'erario co,, quello 'degli operai, ci pro– J!_oniamo di usar e largamtttl e de/I' opera di co– deste associazi<mi, ogni. qualvolla la natura del lavoro lo conse,i/a e si traili di. vere cooperative regolarme,ile costitHile fra operai •· I cooperatori posson o dichiararsi soddisfatt i : prima ancora di chiedere, essi ottengo110 tlalt 011- n ipotente capo del Governo la prom essa di es– ser pref eriti 11egli appalti di lavori pubblici, e ,eon la stessa facilità ollerram10 tutti i nuovi · .gi11gilli burocratici che essi domandan o ed an che Ja partecipazione dello Stato alla Banca del La voro. Noi 11011 voglia mo ora esaminar e se da quesla preferenza dichia rata a priori, e che si vorrà cerlamenle discipii,iar e per legge, debba t·e11rc tm vantaggio od 1m dann o al bilancio dello Stato .ed alla bllona esecuzione delle opere pubblich e ; ·non slia mo a vedere se, dopo 1ma dichiarazion e ./auto espii e-ila, 110n si moltiplicheram 10 i,i pochi mesi le cooperative di lavoro, costitu ite co11tulle le garan:i e f ormali per iniziativa dei soliti spe– -&ulatorie legulei specialisti i,i appalti pu bblici ; 110,i discutia mo 11emme110 se toccJ,i proprio al .caj>o del Goi:eruo conf essare, nel docum ento pi 1ì .solenne della vita parlameutare, che lo Stato in tulle le leggi e in tulli i suoi strumenti di co11- _J;ollo ·11011 trova un ' arma per salvarsi dai ca– villi e dalle truffe degli impr emlitori, e eh' esso deve 11ormalm enle preferire al sistema delf asta pubblica la licitazione pri vata, falla a condi– zion i mo/lo più onerose, a gruppi di operai or– gani zzati in cui si pre.s1m1e una maggiore onestà od una min or esperienza. delle aslut:ie legali. 1\/a 11el/a pro messa dcli' on. Giolitti 11oi t·e– dia mo sopra tutto 1m nu ovo tmello di quel si– stema di curru;;ione politica, con cui da 1m de– .ccm1io egli va togliendo ogni f orza di opposi– zio ni al movi mento operaio ed in cui, coscie11ti o 110, egli lrova semp re alleali i capi di quel ,no– vi mento. Se i riform isti di deslra e di sinistra che dirigono la lega delle coo/)lraliv e 11011fos– sero della brava gente, che vive alla giornaln .e 11011 vede tm palmo pirì in ltì dell' in/eresse dei gruppi cl,' essi rnpprescnttw o, essi dovreb– bero nccorgersi clic il progra mma de/I' 011. Gio– litt i è l'ant itesi per/ ella di quelle premesse ge– nerali c/1' essi han voluto riaffermar e come cou– .di~io11e indeclinabile per I' attua zioue di una L' UN I T À politica della cooperazione e della previdenza ; t:Ssi dovrebbt:rorico,ioscervi la. dif esa più o me,Jo abile e relicente di quella politica megaloma ne della falsa gra ndezza, che isterilisce le fonti del lavoro e della vera ricchezza ; essi nou ci • troverebbero la più piccola lraccia di un pro– gran:ima organico, logico di sana politica de– mocrati ca, nemica di tutti gli sperperi e di tutti i favo ritismi protezi onisti. Ma essi, ne siamo certi, chiudera nno gli occhi ali' eviden– za ; accetter<orno co,i buona grazia I' inatteso regalo, e prodam eraim o co,i la maggior serietti che lo Stato ilalian o, co11s·ule Giolitti, si avviti rapidam e,ite verso la socializzazio ,ie degli stru– mettli di produzio ne. ELETTORI E In tal modo l' on. Giolitti avrtì dim ostrato an– cora tma volta la sua grande superio ritd poli– tica, sul/ ' on. Som1i110: questi per ottenere I' as– senso della classe lavoratrice e dei partiti estremi alla politica imperial istica, promelle le pen– sio ni alla vecchiaia ed alle fami glie dei militari, si imp egna ad 1111aspesa. amrna d( più che 200 mil ioni , e non ottiene altro eff etto che di attirar si ancora rma volta le ire di tutta la demo– crazia; Giolitti invece co,i poche ce,iÙnaia di miglia ùi di lire di lavori promessi alle coopera– tive del Reggia110e della Romag,ia, si assicura l' adesione di ima parte ai,torevole del partito socialista, e ne paralizza ogni le11tativo di oppo- sizione efficact. G. L. DEPUTATI IL - LA RADICE DEL MALE Difendiam o l'on. Giolitti! La responsabilità maggiore della dege– nerazione dei nostri costumi ammini– strati vi, parlamentari cd elettorali, si deve attribuire , secondo Francesco Cic– cotti , ai governanti e agli alt i funzionari della bur ocrazia. • Se il citta dino elett ore - scrive il Ciccot ti su l' Avanti ! - sente il bisogno di munirsi delle credenziali del proprio deputato per otte– nere giustizia, o per conseguire un illecito fa. vore, è perché la costante esperienza gli ha dimost rato che negli uffici statal i • una pra – tica • - anche di semplice giustizia - non munita del viatico dcli' onorevole, è messa a dormir e; e che, invece, la • aut orevole racco• manda zione • fa chiudere un occhio anche sulle porcherie. • Sono gli alt i funzionari della burocrazia, i quali rendono volentie ri favor i ai deputa ti, dei quali sanno di potere chiedere ed ott enere ~:rPfa' l~f:i ~}°i:"~ng:~~a~e lf~ ac~~~ie~~f rrerà, • Quant o al Governo è lui che promuove nei ministe ri la consuetudin e deUa • manic a larg a • verso i deputati ministeriali e dcl - 1' ostru zionismo bur ocrati co contro i deputati di oppos izione, per formarsi le maggioranze, ingrandirl e e consolidarle . E tutti sanno che questo sistema ha raggiunto dei culmini cri– minosi nelle provinc ie, nei rapporti fra prefet– ture e deputati, con Giolitt i al potere •· E certo in queste osservazioni c' è una grande dose di verità. Ma non è tutta la verità. L' on. Giolitti - ecco che ci mettiamo a difendere e giustificare an– che I' on. Giolitti ! - utilizza a modo suo uno strum ento di influenza politica, che preesisteva a lui ; ha port ato alle ul– time conseguenze un costum e di governo, che non da lui è stato inventato . Anche qui l'occasione fa I' uomo ladro : mettete in mano a un uomo di governo 11na colossale macchina di condiscen– denze e di rappr esaglie come quella che è costituita dai funzionari di tutti i pub– blici uffici asserviti ad un ferreo accen· tramento .ministeriale ; e poi meravi– gliatevi che qu ell' uomo si serva: di sif– fatt a onnipotenza per incatenare al pro– prio dominio la maggioranza degli elet– tori e la quasi unanimità dei dep utati. Politica genera le: e auto– nomie locali. · In Germania il Governo imperiale e il Rc,:chstag non si occupano se non dei soli affari che int eressano la generalità cicli' Impero (politica estera, politica mi– litare, doganale). Tutt i gli altri affari : lavori pubblici, istruzione, agricoltura, amministrazione della giustizia, ordine pubbli co, ecc. ccc., sono quasi intera– mente abbandonati ai singoli Stati con– federati. Il Go\'Crno central e dell' Im– pero non può, pertanto , comprare i voti cli fiducia dei deput ati, distribu endo fa– vori locali. E i deput ati al Reichstag, alla loro volta , non sono in grado di crears i int orno una clientela facinorosa, distri – buendo fayori goYernati,·i, cioè impie· ghi, lavor i pubb lici, scioglimenti di Con– sigli comunali, scuole, ccc. ccc. Un mi– nistro imperia.le e un deput ato al Reichstag non possono neanche far nominare o tra– sferire o mina cciare a loro capriccio un impiegato imperiale, perchè In legge sullo stato giuridico degli impiegati -impcrillli, che ha nientemeno il rnl ore di legge co– stitu zionale, mentre rende tutti i pub· blici funzionari personalment e respon• sab ili della legalità dei loro atti , li sott o– mette per tutti i procedimenti discipli– nari alla csclush·a giurisdizione di una Camera di disciplina in primo appello e di una Cort e di disciplina in secondo appello, del tutto indipendenti da l Go– verno e nominate dal Consiglio federale dcli' Im pero fra i membri ciel Consiglio federale e del Tribunal e supremo dcl– i' Impero. Così, in Inghilterra , esiste una diffe. reriziazione netta fra gli organi della po- litica generale (ministeri, par lamento), e gli organi della politica locale (comuni e contee), e i primi non hanno che una influenza assai limitata e ben precisata sui secondi. È ignota , per es., in quel fe– lice paese la esosa figura italo-francese del prefett o. In Itali a, invece, come in Francia - cd ecco perché la Francia' soffre delle stesse malatt ie dcli' It alia - il Governo central e fa tutto direttam ente ; e anche se lascia qua lcosa da fare agli enti eletti vi locali, li tiene soggetti a un rigidissimo sistema di sorveglianze preventive, in forza del quale gli enti locali sono ri– dott i a non C$sere altro che allegazioni passive delle autorità centra li. Perciò i deputati possono chiedere ai ministri tutto : fermate dei treni diretti, sussidi a galoppini elett orali, concessioni di porto d' arme e di grazie sovran e, sviamenti di processi. sessioni stra ordinarie di esa· mi, scioglimenti di Consigli comunali, provvedimenti idraulici, edilizi e fore– stali : e chi più ne ha più ne metta. In It alia, per giunta, i deputati sono stati sempre il terrore degli impiegati. E non mai come dopo l' approva zione della gio– littiana legge s11llostato g1:11n'.dico (che fa degl' impiegat i gli iloti dei direttori ge– nerali e dei direttori generali i servitori dei ministri, mentr e i ministri , come tutt i sanno, sono gli agenti dei deputa ti) non mai come ora sono stat e terribilm ente vere le paro le che Marco Minghetti pro– nunciava nel discorso di Napoli dell' 8 gennaio 1880 . « Voi vedete gli uffici governati vi asse– diati da deputati, o sia nella capitale, o sia nelle amministrazioni provinciali. Il mi– sero impiegato, quasi passero tremant e, vede il nibbi o aliar e int orno al suo nido, e questa vista gli impedisce la pro nta e rigida risoluzione degli affari. Egli teme di essere scarave ntato dalle Alpi sino ali' estrema Sicilia ; egli teme di veder chiusa la sua carriera ; e forse talora un bigliett o di favore gli impone di passar sopra alle leggi e ai regolamenti . Nè questa ingerenza perturb at rice si limita agli uffici governati vi : essa stende i suoi influssi ancora sulle prov incie, sui mu– nicipii, sulle Opere pie, su tutti quanti gli enti civili che hanno una attinenza col Governo ». . Per conseguenza gli elett ori sanno di poter chiedere ai deputa ti ogni cosa. In molti casi, anche qu ando non vorreb – bero, sono costretti a chiedere. « L' aiut o del Governo è indispensabile • - scri– veva il deputat o rad\calc (sic) Amici, a un sindaco del suo collegio, in una let– tera del 25 agosto 1912, che è stata pub– blicata in occasione delle polemiche del Palazzo di Giustizia ; e aggiungeva : « E del Governo, come Le è noto, fanno parte cinque rappr esent anti del mio parti to». Ecco, dunque , il sindaco costret to a ri• mancrc fedele al deputa to radicale, se Yuole nelle sue iniziative amministra • ti,·e, lecite o illecite, otte nere qu ell'aiuto del Governo, che è i11dispe11sabile. Ed ecco il deputat o radicale, che si prc,·alc dei ministri radicali, suoi amici, per pren– dere per il collo il sindaco. Ed ceco il ì\tinistro, rad icale o no, che si prevale della stra fottenza ammin istr ativa per pren– dere per il collo il deput ato. E viceversa. Chi non sa che le grandi ,·otazioni di fiducia si decidono non ncll' aula, dove gli orato ri chiacchierano di libertà, di giustizia, di interessi nazionali 1 ma nei cor– ridoi dove i sott osegretari di Stat o pren– dono nota delle richieste e delle impo– sizioni dei politicanti, vendono i favori del GoYerno e comprano i voti dei de· putat i ? E mentre i ministri comprano coi favori i voti dei deput at i, i deput ati . comprano coi favori amministrat ivi i voti degli elettor i. In Germania o in r nghiltcrra l' clet- 1noBianco 389 tore può chiedere raramente favori per– sonali ai diversi candida ti : deve solo scegliere fra due o più correnti di idee politiche. E il candidat o può assai più difficilment e tirar si dietro l' elett ore, in– dipend entemente dalle sue idee politi– che, con la sola forza della corruzio ne personale. In Italia l' elett ore, dinanzi al candidato governativo, che gli può fare otte nere tutto ciò che egli vuole, da un impiego ali' occultam ento di un delitto, da lla rovina di un suo nemico personale al condono di una multa do– ganale, in Ital ia l'e lettor e, costretto spes– so a scegliere fra le convinzioni politiche astratt e e gl' interessi personali concreti , . sacrifica il più delle volte agli interessi le idee. E così vediamo socialisti votare per i candidati giolittiani, clericali vo– tare per massoni. E si forma e si conso· lida così la ditt atura giolittia na , che si fonda assai più sulle punt e delle penne buro cratiche che sulle punt e delle baio– nette. E quand o sparirà la dittatura giolit– tiana, un ' altr a se ne formerà in sua vece, come la dittatura giolittiana è venu ta dop o la ditt at ura di Depretis . E le cose andran no sempre così, anzi peggiore– ranno · via via, finchè rimanga in piedi lo strum ent o necessario e sufficiente della dittatura : l' accentram ent o amministra– ti vo. Agricola . A proposito delle candidature dei Direttori genera)i. ?ifolto opport unament e l' Unità ha richiama to I' ; tte nzionc sul vita le argo mento delle ineleggi• bilità e incompatibilità sancite dalla nostra } egge elett orale politica , che, su questo punt o, contiene il più stravaga nt e e incoerente ac– cozzo di disposizioni che possa imma ginarsi. Fu grande vergogna aver trasc urat o un te ma di tanta importanza in occasione della recen– tissima riforma ; sarebbe maggior vergogna consentire che si procedesse, nella prossima legislat ura, ad un qual siasi rab bercia mento, ap– prestato ad uso e consumo di parti colari int e– ressi, come fata lmente avverr ebbe se un largo dibattito pubbli co non si facesse precedere alle immin enti schermaglie par lamentari . Frattant o, però, mi sembra essenziale, per una prima determ inazione del punto di par• tenza dei venturi dibattiti, eliminare alcuni equivoci che più comunement e si affacciano a proposito dcli ' int erpreta zione di tal une delle disposizioni att ualmente vigenti. E in uno di questi equivoci credo sia cadut o appunt o lo Zagari, quando ha asserit o che, dal punt o di vi~la della 11ostra legisla,zione pos itiva, i Diret– tori generali sono sempre ineleggibili, anc~ e se apparte ngono a uno dei Consigli superiori men– zionati ncll' art . 98 lctt . f dcli ' attuale Testo unico . I_Direttori generali appartenenti a un Con• siglio superiore non sono stati resi eleggibili dalla Camera per sconcia ipocrisia,' ma sono indubbiamente eleggibili per dispos izione cli legge. li suddetto ar t. 98, quando dichiara l'el eggibilità elci membr i dei Consigli superiori, non può allude re che ai membri impi egati. Ri– ferita agli altr i memb ri, la disposizione sarebbe assurda, perché costoro sono o non sono eleg– gibili secondo le disposizioni generali che con– cernono tut ti gli alt ri cittad ini, senza che la qualità. cli membro cl' un Consiglio super iore possa esCrcitar c una qualsiasi influenza in pro– posito. 11 membro cl' un Consiglio superio re non è un funzionario o impiegato aue,iJe uno STIPE:-.010 su/ bilancio dello Stat o. Dove non e· è st ipend io, non e· è ineleggibilit..i., e quindi il membr o d' un Consiglio superiore rimane, in quanto riveste questa carica, perfottamente eleggibile, se tale è second o le genera li disp o– sizioni. f::. perta nt o chiaro come la luce de l sole che la lett era f cieli' ar t. 98 non può voler dire altro che questo: che chi sia ineleggibile perchè impiegato avente uno stipe ndio sul bi– lancio dello Stato, diventa però eleggibile se rivesta la carica di membro d' un Consiglio superi ore. La Camera ha quind i corretta mente appli– cato la legge riconoscendo l'el eggibilità di ·, Diretto ri genera li facenti pa rte cl' un Consi– glio superiore; e se, obbedend o al capriccio dcli' on, Giolitti, ha fatt o distinzi oni che lo Zagari giustamente condanna come sott igliezze bizanti ne, essa non ha tradito lo spiritp e la

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