L'Unità - anno II - n.41 - 10 ottobre 1913

388 L'U NITÀ Ma la irri taz-ione ha dato le traveggole ai miei oppositori ;• i quali, inv ece di difendersi contro la critica che muovo alla politica fatta finora dal socialismo riformi sta, fingono un attacco inventand o l'accusa che io sia irridu• cibile avversario della Ieg-islaz ione socia le. Que• sta è una bugia bianca dalle gambe corte, come può vedersi da alcune affermazioni con• clush·e del mio opusco lo, che qui riporto: « Riforme politiche e leggi sociali: ecco quali « sono stat i i due poli necessari e sufficienti • de ll' azione di tutti i partiti in Italia. E così « esiste oggi sull' azione <lei partiti dcmocra • • t ici una VASTA LACUNA, CHE ASPETTA DI ES· IlSERE COL MATA DAL LE RIFORME TRIBUTARIE • E DOGA XALJ ; riform e che PIÙ LARGAMENTE « giovano al popolo, e per le quali, invece, « meno ha combattuto la sua ra pp resentanza «po lit ica • (pag. 10 e 11). !. ovv io, dunqu e, che io non combatto qul la legislazione sociale, ma la dim ent icanza del problema tributario e doga nale. Se non che potre bbe parere ad uno spirito ipercri tico, che io voglia lottare soltanto co11tro il 'prolezimiismo e nulla voglia consentire in mate ria di leggi sociali. Noss ignore ; nepp ur qu esto è vero. Voglio l'ult eriore sviluppo della legislazione sociale. richiamand ola alla sua fun– zione gen uina di tutel a della forza fisica della in– tera classe lavora tr ice. E voglio inoltre le pen– sioni alla vecchiaia. E lo dico a pag. 23, dove combatto la politica delle spese crescenti e dei debiti • come prima essen:iale condi:ione per • poter concentrare le reati e modeste possibilità • del bilancio italiano alla soluzione di questi « due GRANDI PROBLEMI : - la riforma tribu– « taria e LE PENSIONI ALL A VECCHIA IA ~- E a pagina 12 mostro le mie preferenze pel sistema inglese, cioè per la pensione a tutti i proletari , a carico dello Stato , perché voglio anche la perequazione regionale della legisla– zione sociale. E con ciò ho finit a la mia conversazione con du e sord.i che non vogliono udi re e con due ciechi che non vogliono vedere. Potrei indagar e le cause della sordit à e della cecità acqu isite; ma forse la diagnosi diven – terebbe un proèesso alle intenz ioni ; e siffatti metod i esulano dal liberismo econo mico e civile. Del resto, in momenti elettorali, in cui i criterj più anti ch i del gusto e dell' onesto facilmente si obliano o si mandano in soffitta insieme alle teorie di Marx, tutte le attenuanti possono esser concesse , ed io amo concederle. 11necrologio c:klla probità. poltmica. Anche l' on. Tu.rati mi onora e fulmina con un grosso artico lo, da l tito lo piuttosto tecop– pistico di • Giunta della derrata : 11ecrologio della democrazia ", che fa seguire ali ' articolo Treves . ~ una sccrre ria di cara tt ere più spic– cata mente politico e parlamentare ed eletto– rale e perso nal e. Mi spiace dire che scend endo giù nel giornale, si discende anche cli tono. L' on. Turati anch 'eg li mi fa dir e.e pensar e una qua ntit à di cose che non ho mai nè pen– sate nè dette ; e mi attribuisce intenz ioni po– liti camente remo te e dà per questa via strani significati alle mie più semp lici parole; e mi fa politi camente grande, ment re io mi sento CÒsl piccolo l Mi sarebbe facile, se ne valesse la pena, dargli la risposta e forse convince rlo dell' er– rore ; ma non ne vale la pena, perc hè vera– mente ho parlat o a Firenze, da solitario come egli ben sa, quantunq ue i fatt i oggi addim o– str ino a lui e a me che ero meno solita rio di quanto credevam o lui ed io. L' on. Turati si duole che io attacchi soprat– tutto il partito social ista e che sia in fondo benevo lo con gli altri , cioè coi clericali, coi son– niniani e coi radicali, e mi fa dire che gli uomini nuovi di cui parlo nella conferenza-op uscolo sieno i radi cali ! L'on. Turati è proprio ingiusto . .È verissimo che io criti co soprattutto il partito socialista , Ma non è forse il pa rtito socialista quello che nell' ultim o decennio ha avuto il maggior peso politico ? No n è dunque il par tito socialista il maggiore respons abile de lla presente situa– zione? L' on . Tu rat i mi attribuisce motiv i par la– mentar i, anzi eletto ra li ; e li va a pesca re - immagin ereste dove ? - nella situ azione elet– tora le ..,. del collegio di Ga llipoli. Come sarebbe facile ritor cere l'argomento ricordando che spesso si erra attribu endo ag li a ltri i mot ivi propri i. È forse ora la prima volta che faccio la propaganda delle idee che tanto annoiano gl' in– du str iali protetti cli :Milano ? Quelle idee io non ho fatto che coord inarle di nuovo politi – cament e nella conferenza-opusco lo di Fir enze. La stessa propag an da ho fatta dodici anni addietro insieme col partito socia lista e con l'A vanti! del tempo . Le stesse idee ho mani – festa te ripet utam ente alla Camera rimprov e– rando ali' est rema sinistra di non far suo il programm a di azi:o,1edemocratica, che da per tutto e sopr~ttutto in Inghil terra ha costi~ tu ito il vero blocco politico dei partiti popolari. L' on. Turati fu assente dal primo movi– mento di dodici anni or sono . E alla Camera proprio egli ha respint o le idee che io soste– nevo, pel mot ivo dichia rato che ero solo a .so– ste11erle. Poi~hé per l' on. Turati, evidente– mente, la bontà èi un'ide a dip ende dal nu– mero degli individui che la sostengo no . L' on. Turati ama stare solo con chi ~ è già forte I Di que sta sua angusta visione politica oggi paga le conseguenze. Perché il movimento antiprote zionista (di cui più volte al partito socialista , prima <.he a qualunque altro partito, abbiamo additata la via) gli si impone dal -di fuori per la forza ineluttabi le delle cose ;.. quindi, per merilo a/Jrui ! Ed è quest'ultima circostanza che lo addolora ; non per la sua perso na, ma per la respo nsabi lità ·che 9Cnte di av ere verso il suo part ito. La verità in fondo è questa: che gli on. Tu– rati . Treves, Cabrini non sono convinti del – importanza e della utilit à del movimento an– tipr otezionista; lo credono lesivo degl' inte– ressi economic i e politici delle industr ie e del proletariato dell' ex ducato di Milano; gl' in– teressi e i diritti dcli' agricoltura e del prole~ tariato del Mezzogiorno per essi non esistono ; anzi di fronte a queste seccat ure non celano il loro cat tivo umore. Ad onta di ciò, io sono sempre ancora con– vinto che il prog ramma di azione democra– tica nel!' intere sse delle classi popo lari di tutta Italia , a van zerà per opera soprattutto del partito socialista che ha la fiducia delle masse . Ì~ per quest o mio antico convin cimento che ho agito nel paese e poi nella Camera è poi oggi nuovament e nel paese con qu ei social isti che non isdegnano la mia coop erazione.. che non costa nulla . Ma per qu esta nuova battag lia occorrono • uomini nuovi •, on. Turati, iu tutti i partit-i. E gli uomini nu ovi del suo e del mio partito , non li vedo alla Camera, ma li vedo nel Paese. Debbo io risponde re anche alle balordaggini (la paro la è assai mite) che l' on. Turati dice a propos ito della mia ten erezza pel partito cleri cale con contorno di Massoner ia e pel partit o di .centr o o partito sonniniano? Sul primo, egli non ha letto o non ha capito il mio pensiero . Credo che non volea cap ire ; perché , mentre io porto la lotta contro il par – tito cattolico o neo-conservatore italiano sul terreno moderno delle libertà econo miche, egli ò d'accordo coi nuovi clericali e coi vecch i conservatori nel sostene re il protez ionismo mi– lanese. Non basta. Secondo l' on. Turati io av rei dov uto porre la lotta cont ro i clericali sul ter– reno religioso, prendendo la iuiziat iva (perchè non sarebbe possibile altrim enti) di riforme legislative in materia, per esempio. di divo r– zio o della legge dell~ guarentig ie... Io invece lascio queste piacevo lezze all'amico i\[urr i e al fine senso di opportun ità che distin– gue l' on. Turati . Al quale è legitt imo doma nda re : se egli crede che in questo momento le qu est ioni che premono al pa ese sono il divorzio e la legge delle guarentig ie, perchè non le pone egli in testa del suo programma clettòrale ? Forse perchè ai riform isti come ai protez ionisti avr eb– be fatto piacere che la iniziativa l'ave ssimo presa noi, offren do loro ingen uame nte lo scam– po di quest o diversiv o ? lo sono un candid o ~ professo re; ma sono a nche rappresentante di contad ini pugliesi, al cui ingegno sot tile non sfugge la mal izia meneghina. Del partito dcli' on. Sonnino, è vero, non dico nu lla. Neppure w1a parola l Ecco la te– nebrosa accusa che rivela in mc chi sa quali int end iment i ! E la lacuna esiste, in verità , nella mia conferenza. E io vado cercand o la ragione come ma i abbia pot uto avve nire che Biblioteca Gino Bianco il partito di cent ro o pa rtito sonn iniano sia sfuggito alla mia critica .... che tutto demoli– sce, o che, viceve rsa, tu tto lascia in piedi! La ragione che ho pot uto darmi della mia delittuosa trascuranza è questa soltanto : che non sapevo , che non mi ero mai accorto che esista oggi in Italia un pa rti to son nini ano. L'on. Turati riparti sca dunque, come Minosse e come vuole, i' molti o pochi sonniniani tra i partiti . di cui io int esso gli elogi, e spero che sarà con– tento lui , come sono io. Un aneddoto parlamen tart. Mi sia consent ito di non rispondere agli ap – punti tecnici di carattere economico e finan– ziario che mi fanno qua e là il Turati e il Tre– ves. No n ne ho proprio cap ito nulla. Ma nel partito social ista vi sono anche degli econo – misti che possono intervenire nel dibattit o con maggior compete nza e quin di anche con maggiore probabilit à di inten derc i. Quan do la politi ca diventa una fabbrica più complessa, molto più comp lessa che non sia la confezione casa linga di qualche leggina so– ciale ad uso dei soli operai della Di tta Pi• relli e C., è più che mai necessar ia una qualche ma ggiore divisione del lavoro tra chi é in gra– do di discute re di imposte di prestiti e di trat– tat i di commercio e chi é soltanto specialista in mat erie di Casse di Maternità e di ripo– so festivo. E chiuderò anch'io, ricorda ndo e rettifi– cando un aneddoto parlamentare di cui cosi a sproposito si compiace I' on . Turati. Ne lla seduta del 2 febbraio 1911 , entran do nell'aula , mentr e l' on. Turati parlava -e par che rispon– desse ad un mio discor so di qualche giorno prima , mi chie;e quanti liberisti della Camera ero in grado di fornire al movim ento anti- · protezionista; ed io rispo si pronto: « Nessu– no .... Io solo •· E l' on. Tur at i non si vergognò - alla Ca– mera conta il num ero ! - di respinge re la pro– posta, dando a questa l'a ssurd o significato di un'all eanza tra il partito socialista e.. mc solo! Mentre, nel mio discorso - sap endo app unt o di esser solo o quasi solo, nel partito radicale e fuori del partito socia lista, a lotta re contro il protezioni smo doga nale , av evo sem– pliceme nt e indicata ai due gruppi la conve– nienza di formare il vero blocco delle forze po– polari sul terreno della libertà com merci ale, come era avven ut o ed ancora dura in In ghil– terra. La proposta andava esaminata nell ' in– teresse politico dei due pa rtiti; e l' orr. Turati la esaminò dal punt o di vista di una immagi- naria alleanza numerica tra il partito socia lista e.... la mia solitari a persona, per respin– gerla, cons iderando con letiz ia in cuor suo che quella solita ria persona era impote nt e a turbar e il quieto vivere e le posizioni d' inte – ressi proletario-p rote zionisti dello Stato libero di San t' Amb rogio. Aggiungo che, per formare il blocco delle forze popo lari, io mi ero limitato a chiedere che il partito socialis ta si fosse impegna to sol– tanto a combattere co,ilro ogni ULTE RIORE IK A– SPRIME NTO di protezione ! •· Nepp ur chied evo una riduzi one del protez ionismo esistente! Ebbene, I' on. Turati invece di assumere que l mode stissimo, que l minim o impegno, o di ri– spondere negativamente in modo semplice e chiaro , affermò pr ima e negò dopo, conclu – dendo pcl rigetto del mio invito con la m~ti– vazione « che non bisognava comprome tt ere • in una lotta an tipr otezioni sta quella magra • protezione operaia, che sta in min ima part e « a bilanciare la protezione ind11.striale I ~- Sono le paro le c~e egli pronunziò e che ripete ora con grande corilpia cenza, e non s' acco rge che con essa egli collega leggi sociali e protezioni– smo sul _terreno del do ut des, come sempre gli ho rimprov erato (e son lieto che il prof. Sai– vernini con magg iore autorit à e cognizione di cose e di uomini gli abbia fatto an che prima di me lo stesso rimpro vero!) . In conclusi one egli respin se allora l'alleanza tra socialist i e libero-scambisti pe.r mant enere l' alleanza tra riform isti e prot ezionisti mqa – nesi, come documenta l'a ccordo Crespi -Cabrini che io denunziai , non ricordo se in quella me– desima o in altra success iva discussione ! L' on. Turati non fu s~ncero qu ella volt a e non è sincero ogni volta che in qualunque modo o misura o condizione afferma di accet.; tare la libertà del commercio. E dopo ciò non mi resta che ringraz iarlo della conferma autorevo le e autentica, che egli dà alla parte della mia conferenza che lo ri– gua rda . Gli resta però da impara re che libertà com– merciale e legislazione s6ciale, lun Si dall' esclu– dersi, si intendono e si integ rano a vice nda a va ntaggi o del ma ggior num ero; e ciò senza bisogno di string ere contra tt i politici· contro natura per beneficare poche avanguardie ·che non rappr esentano , ma sfr uttan o la numerosa retro guard ia. - La risposta è finita. La polemica continua. La lotta antipr otezi onista é impegn ata senza l' alleanza fra la SS. Trinità riformista e il sot toscritt o. A . DE VITI DE M ARC O. I cooperatori di Sua Maestà . La Lega Nazionale delle Cooperative e la Fede razione delle Società. di Mutuo Socco rso hanno diffu so in questi giorni mia loro circo– lare-programma riassr,menl e i postulati f011- damentali, su cui vogliono provocare l'adesione dei candidati al Parlamento . Abbiamo letto il documento con vivo interesse, tanto più che due affermazioni d' indi rizzo generale, premesse a/l'es posizione dei desiderati, ci avevano fatto sperare in un principio di resipiscenza e in tm ritorno della cooperazione al suo carattere ori– ginario di tm organo libero di classe, c/1e deve avere una funzione d-i suss idio alla resistenza e di freno alla spewla:io ne esercitata sui con– s,qni di prima necessità. Vi si comincia infatti dal riaffermare il prin • cipio che le cooperative devono semp re segufre la politica degli Ì1~teressi di classe, nel senso cli rite11ere irraggiungibile ed inefficace qualsiasi miglioramento che non sia la ·consegue nza della volontà e degli sforzi collettivi e dirett i della classe, e che una tale politica è incompa– tibile con la politica megalomane de lla falsa gra ncleua, che ister ilisce le font i de l lavoro e della vera ricchezza ; poichè, s·i aggiirnge. la politica della cooperaz ione e della previdenza non può essere av ulsa da tu tto un programma organico, logico di sana politi ca. democrati ca. nemica di tutt i gli sperperi e di tutt i i favor i– tismi prot ezionisti •· ,Jllf a ahimè ! quei principi generali non son che l' 11/tima. reminiscenza delle origini socia– liste dei capi del movimento cooperativo; ma le ncccssitd della pratica quotidiana li hanno ormai indotti a veder 11ello Slato il gra11de pro- teltore, l' unica fonte di benefici per gli istitut-i affidati alle loro cure. Essi non possono concepire un 'azio ne poli– tica clze nella forma di nuove domande di fa– vori statal-i, che si traducono il più delle volle 1" uua costit,uio11e di nuovi privil eg-i. I pro– pagandisti e gli organizzatori ribelli del perio– do eroico del socialiSmo italiano hanno ormai una inclinazione invincibile per l' impiego di Stato ; le domande c!t' essi oggi schierano ùi prima linea hanno tutte mi carattere burocra– tico : creazione di wi nuovo 11-inistero a bene– fi cio dei Segretari e dei capi-sezione dcli' Agri – coltura e dei Lavori Pubblici che anelano al pe– riodico allargamento di organic'i ; isti tuzione di wia U11iversità del Lavoro, riconosciuta e largamente sussidiata dallo Stato, e di mi uffi – cio nazionale delle cattedre della Previdenza. e de/la, Cooperazione, assistito anch' esso con un adegualo sussidio . La Lega na.zionale, che è costitu.ita 11elmag. gior nttm ero!dal/c cooperative di consumo e do– vrebbe perciò seulire più d' og1ii privato con– sumatore la necessità di una riduzi one dei dazi su tutti i generi di prima necessità, 110nconsi– dera affatto il problema del protezionis mo fra quelli di Citi valga la pena di occuparsi in que– sto momento; e preferi.sce donza.ndar dei fa vori che leghino sempre pitì strettamente gli operai delle coopcrativè alla macchina dello Stato e li 1·eJ1da110 insensibili a tutti i suoi difetti: attuai-i. Questa tendenza si manifesta sopra lutto in q11ella parte dcl{(i circolare che si riferisce alla cooperazione di lavoro, e che colpisce lanto più perchè vi si rileva mia coi,11cùlenza, indub bia-

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