L'Unità - anno II - n.38 - 19 settembre 1913

376 riduzione della protezione, anche unilaterale, porterà comunque ad un aumento del com• mercio esterno ; e questo aumento porterà necessariamente con sè l'inc remento della marina mercanti le, delle industrie costruttrici, dei trasporti, delle occupazi'>ni marinare• sche, ecc. Sarebbe di speciale inter esse il ricordare in prop osito il grand e incr emento che il comme rcio estero , le costru zioni navali, le industrie dei trasporti terrestr i e maritt imi: - locomot ive, carri, attrezzi d i caricamento e scaricamen to, ecc. - ebbero in Ingh ilterra in seguito all'abolizion e del dazio sul grano e per causa ed effetto di questa abolizione. E istrutlivo sarebbe anche il ricordo più re• cente dell'ind ustria in81ese delle piastre di ·ferro stagnato - lin-plal es - che in con– seguenza del dazio del 100 °/ 0 ad v.:1/orem messo ali' imp ortazion e negli Stati Unit i, dove essa collocava il 74 °/o della sua totale pro· "'dui ione, si è salvata perfe ?ionando la sua or – ganiuaiione, per cui nello spaiio di un anno è ridiventata più prospe ra che mai, ed è schierata contro Chambcrlain, quantunque oggi smerci la maggio r parte dei suoi pro• dotti sul mercato naiionale che è aperto alla concor renza mon diale. Non è possibile neppur tentare una previ– sione delle indust rie e delle occupaz ioni che pr enderebbero il posto delle antic he e da– rebbero migliore impiego al lavor o e al ca• pitale naziona li. Ma l'e sperien za che noi ab– biamo del passato ci perme tte di pre vedere che ques ta supp9sta crisi transitori a di distri– buiione della mano d'ope ra è men che mai cer111, men che mai temibi le. Co munque noi possiamo garanti re sper i– mentalmente quel risultato, procedendo agra – di , se occo rre , al la riforma doganale. La riduzione della protez ione s'inte nde sempre gradua le, in modo che essa non pro• duca l'effetto di disorganinare lo attuale as– setto indu stria le, comunque illecitamente for– mato, ma sia informata al concetto, che la nuovn offerta di lavoro e i nuovi risparmi - che non sono ancora investiti - sieno di– retti in altre industrie libere, più remu nera – tri ci delle attuali protette, e perciò stesso più capaci di pagare alti salari. Intere sse di classe e interesse 2eo crale. L'entrata del proletariato nel movimento antiprotezionista non solo è la condizione necessaria del suo attua le elevamento econo– mico, ma di venterà anche una condizione essenti ale del successo politico della classe. Quan tunque ogg i sia di moda di giustifi– care con la lotta di classe ogn i atione po– litica, e si proclam i ad alta voce, e con tal qua le ingenua sincer ità poli tica, che ognuno di noi, come individuo, come partito o come rapprese ntante di partiti, ha la rsc/usiva mis– sione di curare e di di fondere l'int eresse della classe che si è a lui confidata, non si avverte abbastania che, nella storia, la difesa dello interesse di classe si è semp re fatta, ma si è pur sempre cope rta, secondo i tempi, ora dietro il saldo usbergo, ora dietro il fragile p:uavento dcli' interesse generale. E non si avver te abbas tanza, che l'appello ali' inter esse genera le non è sempre una mistificazione sto– rica, poichè nessuna classe, come tale, pro– clamando bruta lmente o sinceramente il suo esclusivo interesse è mai ar rivata al potere o ha potuto a lungo conservare il potere, quan– do il suo interesse di classe era dall a ori– gin e o si è messo dappoi in contrasto con l'interesse circostante della collett ività. La semplice difesa di un p:uticolare inte• resse basta si per concl ude_re, con la classe che tiene il pot ere, piccoli comprome ssi a vantaggio di qualche gruppo, che viene cosi attra tto nell'orbi ta del sistema economico– polit ico eh~ si vuole combattere; ma non basta per conquistare il potere. Per questo occorre che l'interesse del la classe che vi aspira sia di fatto in armon ia o sia creduto in armonia con l'intere sse so– ciale, interesse del « maggior numero >, forza ancora disorg:tniizata e perciò imp on• derab ile, ma reale, ma vigo rosa come « forza di ambiente > 1 al quale la classe deve adattarsi. Come la borghesia in dustriale, economa, L'UNITÀ lavoratrice, lottat rice vinse il paras sitismo o ciò che era diventato il parassitismo politico dell a nob iltà laica ed ecclesiastica, favorendo l' incremento sociale della ricchezza e met– tendo cosl all' unisono il suo intere sse di classe con quello collettivo : - non altrimenti il proletariato, o di rò meglio, e le classi che oggi rappre sl!ntano le nuove eàe rgie lavoratrici > rovesceran no il parassitismo industriale o ciò che è divent ato parassitismo politico degli indu slriali che domandano premi o privileg i doganali pcrchè sono inetti a lottare per foria propria, se sapr:rnno esse med esime r inuniiare ad una politica dì clientele , per mette~e all'unisono I' interesse economico di tutt i i lavora tori con quello colletti vo del – l' ambiente sociale. Qui è il pericolo; - che in seno alla stes 0 sa classe dei lavoratori alcuni grupp i più evo– luti e megl io organinati prefe riscano adat– tarsi al sistema protezionista, solle citando o acce ttando dalle classi che det engono i pri– ,vi legi maggiori, una serie di pri vilegi minori. Ant onio De Viti De Ma rco . (Dal volume Per il il/e:::og-ior110e per /a li– lurld rommerriale). Per l'azione anti protezionista. Più d'uno fra gli aderenti alla Lega antipro – tezionista ci domanda che cosa pnò fare di utile, oltre a inviare la sem1>lice adesio 11e. 11 Aderire, e non for altro - ci scrive un amico - è meno che niente. 13isogncrebbe che ogni aderente rap– pres enta sse un centro d'azione. Ma in che senso agir e? Che cosa vuol dir e agir e in quésto caso? Vorrei avere qualcosa da fare; ma che fare per contr ibuire alla vittoria del prog ramma anti– protezionista? 11. Prima di tutto, se non c'inganniamo, bisogna .tiffonder e la conoscenza di quel progra mma. Su cento persone, che in Italia si occupano più o meno seriamente di politica, non se J1e trQ• vano due, che in fatto di questioni doganali possano aprir bocca senza dimostra re la più assoluta ignoranza ; e le masse di tutti i parti ti sono, com'è natural e, ignorami nè più nè meno dei loro condottieri. Ora, il primo lavoro da compiere è dissipare quest'ignoranza nei capi e nei gregari. È un lavoro lungo e non facile. E si capisce che alla nostra opera guard ino con pietà e con ironia i cosl detti II prati ci • : quelli, cioè, che desiderano veder subito i frulli di ogni inizia• tiwa, e fanno consistere la • praticità • nell'a– derire, secondo le circostanze, a quei soli gruppi politici, che possono dare il • successo • im– mediato, e non tarderann o a saltare nel campo nostro e a mietere dove noi avre mo seminato, non appena il lavoro paziente e penoso <li noi altri • teorici • sarà riescito r. scompaginare le vecchie loro organizzationi II pratiche •· E il primo stadio del nostro lavoro, finchè non saremo riesciti a conquistare un numero sufiìcientemen tc largo e compatto di ades ioni, non può essere che di parole:: già di parole. J,Vords are deeds: le parole sono fatti - dicono gl'in• glesi, E la prima fase di ogni azione dev'essere per necessità costituit a dalla propaga nda siste• malica di quell'azione . I gloroaU. Ogni aderente alla Lega antiprot ezionista può fare propaganda facile ed efficace. Basta che ciascuno entr i nella rcd at ione del giornaletto set timanale dd proprio paese, o dell'organo pe– riodico della propria organizzazione profes sio– nale, e vi pubblichi ahmmo 1111 arti colo al mese di propaganda antip rotetionis ta. li materiale non manca. Basta sfogliare la col• lezione dell 'U ni tà per avere sottomano una mi– niera abbondante di dati e di critiche e di propo• ste concrete, che possor.o esse re facilmente utiliz– tate in articoletti di propaganda 1>opolare,cioè adatta te agli interessi e alle mentalità di quello speciale pubblico che legge il giornale. Bisogna stare, sopra tutto, attenti ai sofismi protezionisti, che escono continuamente sui giornali quoti– diani e sui giorna letti settimanali dei gruppi legati agl'intercssi protezionist i o ignoranti de– gli element i esa tti del problema, e prenderne occasione per artic oli di discussione e di rettifica. Chi non si sent e Ja•forza di far da sè gli ar – ticoli, può mett ersi in relazione col Gruppo di propaganda di Roma (segretari o Niccolò Fan– cello, Via Po, n. 178}, e pu!:>blicarc puntual– mente gli ar ticoli inviati peri odicamente da Ro– ma, oppure comunicare agli amici di Roma le difese protezionist e dei giornali locali per averne arti coli di confutazione. E anche chi vuole fare la campagna nei giornali locali o "professiona li con tutt a farina del suo sacco, farà bene a in– viare se mpre al Gruppo di Roma gli articoli anti(>rotezionis ti, che andrà via via pubblicando . Qualcuno di questi arti coli, che sia ricscito me– glio degli altri, potrà esse re ristampa to in bozze dal Grupp o di Roma e distribuito agli altri giornali adere nti a?la campagna. Questa propagand a per mezzo dei giornaletti locali e dei bolleni ui professionali può riuscire irresistibile, e contrastare vittorios:1n1t:ntele in– fluenze della gran de stampa affaristica quotidiana, purc h~ sia continua e sistcmaticn. Basterebbe che sole due~cnto persone si assumessero l'inca– rico della campngna antiprot ezionista ci:1scuna per un giornale locale o professio nalt:, e si con– certassero via via col Gruppo di Propaganda di Roma: ed ecco che, calcolando a 1500 e 200 0 in medi a i lettori di ciascun giornal e, 1>otremmo fare assegnamen to su 300 o 4co milfl copie di tiratura per i nostri art icoli di propflgflnda. Sa– remmo forti quanto il Corrieri della sera, cd an• c-he ph). Perch è l'arlicolo del giorna letto Jocflle o professionflle è letto con attenzio ne assai più che quel diluvio di roba eterogene a, che è gior– nalmente ro,•esciato sulla testa del lellor d da un gran quotidiano; e non solo è letto con mag· giore attenzione , ma il lett ore vi crede di più, e lo medita, e lo diger isce per tutta una setti• mana, e ne discu te al circolo o nella lega, e dcli' idee cosi acquistat e si serve come di cr i– terio per giudicar e ~I deputat o, per rifiutare o conservare la sua fiducia ad ui10 più che all'altro grande quotidiano, per esigere dai propri condot– tieri politici l'una anti t.he l'altra linea di condotta . Quando ncllfl <•pinionepubblica sia creato, per mezzo dei giornali locali e professionali, un de– termina to st.,to d'animo, si può essere sicuri che anche pare cchi giorna li quotidiani, o prima o poi, saranno costretti ad adauar si a quell o sta to d'animo. Se è ver o che il quotidiano for– ma oggi la opinione dei suoi lett·ori, è anche vero che la opinione dei lettori reagisce spesso sul giornale quotidiano e lo costringe ad Rr.dare per una vin piuttosto che per un'altra. E que– sta opinione può essere fatta oggi più facilmente da un piccolo settima nale d' idee, che non da un grosso quotidiano costretto spesso a non avere nessuna idea, per non urlare nessu n grup– po di lettori e per potersi vendere a tutti. Ciò che rende debol i i piccoli giormtletti lo– cali e professionali di fronte ai grandi quotidiani è la mancamsa di orga,iia:saeiout e la difficollii dei movimt 11lid'i11si1me, mentre un grande gior– nale è per sè stesso il resultat o di una larga or– ganittazione e il centr o di un es teso movimento d'insi eme. Ora il Gruppo di propaganda di Roma può funzionare come un centro unico di infor– mazioni, di coordinamento , di disc iplinamento dei piccoli giornali. Un artico lo st-ttimanale di propaganda antipr otezionista, stampa lo dagli amici di Roma in due o trecento copie, e di– strib uito a due o trecento giornali aderenti, e rip rodotto da questi puntualmente, non coste– rebb e alla Lega antiprot ezionista più di una ventina di lire per settim ana; ma distrug ge– rebbe l'1!ffetto di cert i articoli e di certe notizie tendenziose dei grossi giornal oni protezionisti, che costano decine di migliaia"di lire alle orga • nizza=ioni affarist iche, da cui ~ sfruttata l'Italia, e che non contradd etti da ness uno creano oggi quello stato psicologico di ebetismo protezioni– sta , in cui è possibile all'on. E. Maraini e ai suoi amici zuccherieri truffare ai consuma tori italiani c1uaranta milioni all'ann o, e i grossi ladri della siderurgica possono esse re glorificat i dalla Tri– bmw come beneme riti dell'e conomia nazionale . In qnesta lenta e sistematica opera di propa– ganda nei giornaletti locali e professionali, oc– corre che i nostri amici non facciano ness un assegnament o sulla grande maggioranz a dei de– putati cosidetti popolari. Ques ti signori, salvo altrettant o lodevoli quanto scarse eccezioni de– vono essere - nella loro grandissima maggio• ranza - ostili alla campagna antiprotczionista , per chè questa è una novità che va ad urtare con– tro formidabili interessi finanziari e politici, e ormai i deputali popolari non itmano più questo Biblioteca Gino Bianco gene re Ji dia volerie comprome ttenti. Ad essi - quasi tutti avv ocati, che de.::uplicano anche one– stamen te col medaglino i proventi della pro• fessio ne - quel che importa è di continuare a riman ere deputati, e perciò non mettersi contro a11egrand i organizzazioni camorristic.he , le quali poss ono dare nelle elezioni molt\) filo da tor• cere ai loro avversar i, possono sca tenare alle loro calcagna la muta dei giornalist i salaria ti, possono distru ggere la posizione politica di chiunque si opponga ai loro affari. La campn• gna nntipro tezionis ta deve essere fatta nella democrazia da: giovani, che non hann o posizion: da consen•are e interessi o vanità pers onali da comprom ettere. I ,,cechi padreterni aderi• ranno al movimento .antipro tezionista dopo che sarem o riesciti a mett ere in movimento le masse; e anc.he dopo che avr:rnnovoltnto bandiera verso di noi, bisogncr:\ sorveglia rli per tenerli in riga e per imped irli di ingannar ci. Per ora dobbiamo aspettar celi avversi, :ipertamenle o sottomano - più spesso sottomano. E J obbiamo, quando occorra , assalirli senza rigm1rdi e trauarli come nemici . I eruppi locali . Gli flderenti alla Lega antipro tczionista do– vrebber o, oltre che collaburare al maggior nu– mero di giornali locali e professionali, anche costi tuirsi in gruppi locali. L'azione di quest i gruppi sarà preziosa sotto divers i punti di vista. Anzitutto essi saranno indispensab ili allorchè vorremo fare, oltre che la propaganda scritta, . anche la propag:mda orale delle conferen ze e dei comiti. A cominciare dal prossimo inverno ,. è sperabile che la Lega antiprotez ionista possa . dispor re di un certo numero di con1erenzieri .. Toccherà allora ai gruppi locali curare a loro , spese tutt o ciò che sarà necessar io pr-r la buona, riuscita di queste manifestazioni: ricerca della. sala per la conferenza, pubbl icità sui giornali . o– con manifesti, ecc. Inoltre i Gruppi locali potranno dedicare un• parte delle quote pagate dai soci a sussidiar.e– quelle iniziative d! carattere genera le, che non, potrebbero continuare a lungo coi sacrifici. di un solo Gruppo, li Gruppo di propaganda d~ Roma, per es. , non potrà far fronte da si- Hlo alle spese necessarie per distribuire ogni. set .. timana due o trecento copie di articoli di pro– paganda ai giornali ad~renli. Occorrerà ben presto che gli altri Gruppi contribuiscano alle spese di questo lavoro, che interessa clircu.a– mente tutti. Finalmente ciascun Gruppo potrà. assumers i una sctione speciale del lavoro dL propaganda. Come il Grup po di Roma si è addossa to l' in• carico di fornire gli artico li di propaganda ai giorna li setti manal i, come il Gruppo di Firenze intende dedicarsi specialme nte alla propaganda fra le orga nizzazioni degl' impiegali pubblici e privati, come il Gruppo di Milano sembra VO• glia assumersi la propaganda fra le organizza– zioni OJ>eraie, come il Comitato di Torino sem– bra voglia specia lizzarsi per lo studio scienti - fico dei prob lemi, come il Gruppo sardo si è specializzato per la propaganda in Sardegna, cosi altri Grupp i posson o via via attribuirs i d'accordo cogli altri una parte del lavoro ne– cessano a tutt i. La Lega anliprotezionista noi non dobbiamo considerarla come un'organizzatione accentrata , in cui un certo numero di padre terni, costitui ti in consiglio dire ttivo, abbiano l'inca rico di pen. sare, di pari.ire e di agire per lutti, mentr e tutt i gli altri devono solo pagare e guardare, No. La Lega antiprotczionista Jev'cssere una organizzazione'" policentrica, snodatissimJ, in cui ogni uomo, che sia dispos to a lavorare , possa farsi centro di u11grup1>0ed agire come meglio creda opportuno. I singoli Gruppi si riuniranno di tan to in tanto ;1 congresso per riferire sul lavoro compiuto, per distribuirs i meglio il la– voro futuro, per coord inare meglio gli sforzi. Quel che importfl è che 9gnuno possa lavorare liberamen te, secondo le prop rie capacitù, nel– l'ambient e in cui si sente meglio a suo agio , con i mezzi della cui utilità sia più convinto. Ma a coordinare le iniziative dei sins:oli Gruppi provveder emo quando avr emo uo numero ab– bastanza larg o di Gruppi. Per ora cerchiamo di raccoglier e la maggior massa _possibi le di ade• sioni, di costituire il maggior numero poss ibile di gruppi , di metter piede nel maggior numero possibile di giornali locali e pro fessionali. Ogn i cosa a suo tempo. L' U:-.1T.\

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