L'Unità - anno II - n.38 - 19 settembre 1913

., f) , problemi della y ita italiana. ' . - . Si pubblica il Venerdl in Firen ze - Direttore GAETANO ' SAL VEM !NI - Direzione e Amministrazione, Lungarno Vespucci 12• -Abbonamen to annuo ordinario Lire 5 per li Regno e per i paesi italiani dcli' Aus tr ia e della Svizzera ; per I' estero Lire 7,50 - Abbonamento sostenito re Lire 20 annue - Un nume ro Centesimi io - Cont o corrente con fa posta. Anno Il - N. 38 - 19 Settembre 1913. SOMMAR IO: La riforma doganale e i socialisti, L' UN!T,\. - Politica commerciale e classe lavoratrice, A . DE VITI 01-: MAR CO - Per l'aiiooe anliprotezionisla, L'U N1T,\. - Per la libertà elettorale In Piemonte, G TARO ZZI, - La moglie d1 Cesare, a d L1UNtTA - Le condizioni della proprietà fondiaria, A GRICOLA - Le spue milit.tri, - Fra mmrnh di vita italiana, - Lega anllprolezionisla. - Libri ricevuti , La rif o rma doga n ale e i socia li sti. Il programma elettorale dei' socialisli riformisti ha, a pr oposito del problema doganale, alcu11c ajfc r111azio11i assai inte • rcs santi, Jc qu.ati di111ostra110come oram ai· .,:capi di: questo grwj,j;o poHtù:o si sùno reso r.ontoesatto no1t solo della ù,1,portanza, ma anc/1,cdegli clementi del problema. e Per la i:111,1111,11, cutc 'rin11ovaz10nc dei' « trattati di commercio - dicono i JO• « cù,tisti riformisti - /,' ltaJi'a alzi la « ba11diera del libero scambio, pure cogJ,: e indispensabili temperam enti, specie per e le materie di cousu.1110 popolare, come e grano, /erro, zuccllcro; e spiegando .,:1 « corag,tùJ delle ridu.:,1011,i doganali, anche e autonome, nella certezza di alleviare « cost la v,'ta dei' lavoratori martoriati « dal caro viverr.: di /avori're /' cco11011,ia « 11a:i011alc, e di dare alle altre 11azioni « 11,11, esempio e/te non potrà ri111a11ere Ùl - « /eco11do ». e . /\Ton si potrebbe delineare con mag– g,Orc ckiart:zza la posizione c/1e tutti ,.· Partiti democratici dovrebbero prendere s11,t/aquestione : t' abolizi011ctotale .,,·m1llC· diata di certe /orm e di pr otezionismo /niè esose e più dannose al bilancio detto Staio e ai bilanci pri vati e ·in cui sono 1-·111pe– g11atc esigue masse di lavoratori (zucche– ro. f err o), e la rid uzi011c prud ente egra• dual e ma risoluta di 9ucllc / orme cltc Ùt · vestono zone 1110// 0 ampie della 11ostra strut tu ra eco110111ica (grano), devono av– VCllirc ù1dij,endcnt cmcntc dalle tr attative com111crcialicogli" altr i paesi, e per un semplice alto di legislazi ouc 11ostra auto – noma. (Per u1t pi ù ampio e documentato sviluppo di qucst' idea si veda 11cl pri1110 opuscolo dclL'Unitù il discorso dcit'on . A. DE Vrrr DE MARCO: Pe r un program • ma d 'az io ne de moc rati ca, e i'/ volume dello stesso autore: P er i l 1\1ezzogior no e per la libe r tà commerciale). I socialisti rtfor111i'st1,· souo, se 11011, c' iuganniamo, 1:/ primo gruppo j,o/.t:tiCo orga111-·zzato, che s,: sia reso conto esatto di· questa necessità, e e/te l'abbia coraggiosa'lllcule affermata 11clsuo programma elettoral e. Quanto ai socialisti uffi ciali, notiamo la 111agu{fica campn,g-na anti"prote:ùnn'sta, ù11Ziflta da/l 'Avanti, e la 111agraJìgura elle Vtl fa cendo la Tribuna uci suoi ten – tativi d,· di/es a del dazi() sul grano con• tro gli assalti formid abili dell'Avant i. La lotta ora111ai ci sembra deli11i#va– mc11tc imp egnata. E 111, questùnd di tal gener e, ·in tZifZre la battaglia J già vin- cerla per mettì. L'Unità. POLITICA COMMERCIALE E ,.CLASSE LAVORATRICE ' I dazi protettori non aumentano la totale domanda di mano d'o pera; deprimo no l'a• scesa de l salario medio ; deprimono la pro – duttiv ilà industriale; rafforzano i sindacat i dei padroni contro i lavoratori ; rinca ranò la vita: - offendo no , insomma, l'operaio e il contadino com e «salariato>, come « consu – matore » 1 co me e organizza to» . E l'at ione politica contro il protezionismo equivale, nei suo i resu ltat i, per la classe pro· letaria, a un gigan tesco sciopero di solida – rietà, combattu to vittoriosamen te da tutt a la cla sse, senza alcuno dei rischi, de lle soffe. renze, delle diserzioni , che Pastens ione col– lettiva dal lavoro porta fatalmente con sè. Eppu re noi ved iamo i lavorat ori impegn:i rsi in lotte tal volta disperate per ottenere tra– scurabili aume nti di salari, clic l'esausta pro· dutti vità de lle indu strie ad essi tenace mente conte nde, in vc::cedi concentrare i loro sforz i ad elim inare le cause legislat ive che artifi – cialmente e iniquamente rialzano il costo della loro es istenza. Or come si spiega quest 'e\•idente errore ? Come avviene che il movi mento popolare ant iprotezionis ta si sia fatto e si faccia tanto aspetta re? . Organi zzazione di classe e antiprote:ionismo. Di questa spec ie di riluttanza delle classi lavoratrici si è data co me ragione la scarsa cultura economica e la deficie nte organizza– zione professiona le dei vari g1·uppi. Senonchè 1 la cultura è cresciut a dapper – tutto e le Unioni profess ional i o Trades· U11ions si sono sviluppate do\fe non erano e rafforza te dove già eran o 1 eppu re abbiamo assistito ad una ge nerale recrudescenza del pro tezio nismo . Inoltre, la mancanza di combattivit~ che si ri mprovera ai lavoratori, deve pure rimpro – verarsi a tutti i produttori, indust riali e agri – colto ri, che sono interessati ~Ila esportazion e e che dal protezionismo ricevono offesa. La reazione dei setainoli e viticultori italian i è stata lepida ; come tepida è stata in Germ a– nia, in Austria e nella Svizzera la lotta deg li indu striali esportatori con tro la prepotenza pol itica degli agrari. Il fenome no è dunque generale. E la sua ~piegazione si tro va anzitutto in ciò : che i problemi economici sono co nsiderati e di– scuss i quas i semp re e soltan to dal punto di vista del produttore. Vmtlere al pilt allo pr e{{O I ecco il pen siero assorbente de ll'uo– mo d'affa ri, de l legislatore, ed anche spesso dell' economis ta. Ed è in forza di ques ta logica inesorab ile che gl' ind ustr iali di Mancheste r furono fau– tori de l libero scam bio e seguaci di Cobden , qu:mdo il loro « interesse di vend itori > li por tava alla conqu ista dei merca ti fores tieri ; ed ogg i - che se non sono più di Man– ches~er sono diventati di Birmin gham - ritornano al protezionismo e seguono Cham – berlain, perch! il loro intere sse attuale di venditori li fa tendere al monopolio de l mercato nazionale e coloniale . Ed è in forza della stessa logica che in Italia i proprietari fondiar i sono protez ion isti quando vendono gr ano e libe ro-scambis ti quando vendono uva I Il consuma tore, compratore di merci e de rrate, non è messo in calco lo. Ora a questo ambiente di ragio name nti e di azione si adatta, deve ada ttars i il lavora • tore. Anch'eg li vuol vendere il la, 1 oro al più alto prez1.0 possibile. E non vede e non cerca altro. In un primo stadio l'operaio isolato guarda al con tratt o indi viduale, che lo lega e spesso lo asservisce ali' indus triale, e conside ra che il suo benessere dipende dalla prosperit à della singola industria che lo impiega; epperò se– gue la politica commerciale dcli' industriale. E il mondo è pieno di quella frase bana le: - se sia lime il padr on,, sia ht11e J'operai'o !... che non è vera. In un secondo stadio al lavoratore isolato ca Gino Bianco seguono e si sostituiscono le unioni di arti e mestieri, le Tradts-llniom, ma anch'esse assumono la difesa degli operai, in quan to questi sono venditori della me rce lavo ro. la co rporazione sostituisce il contratto col – letti vo i l contrauo individuale, il gruppo al singolo operaio. Ma ogni gruppo organ izzato opera per conto suo, senza occupa rsi degli altri salaria ti e degli altr i gruppi. Potrebbe dirsi che , or:1, il gruppo sta al gruppo, come prima il lavoratore stava al lavoratore, se la cond izione non fosse anche _,!les~giora ta. Poi chè, ora, il gruppo : a) da una parte, si organ izza contro il padrone per strapparg li una quota maggiore del prodotto, ma anche col propos ito più remoto di potersi un giorno del tutto sosti· tuife a lui,... e ne sposa fin da oggi la psi– colo gia economica ; b) dall'altra, si organizza cont ro gli al– tri lavo ratori, di cui teme e vuole a ogni costo allontanare la concorrenza dall' ind u• stria, che consi dera come suo part icolare pa• t'rimonio . Ed è perciò che, in questo stadio di or• ganhtatione frammmlaria per gruppi pro/es• s1'o11aliS<>la/1~ le Unioni adottano, come i padroni, una politica corporativa , cioè una politica dopp iame nte protezioni sta: di difesa contro la co ncorrenza degl i altri lavora tori, · e, occorrendo, di difesa con tro la concor - renza dei prodotti forestieri. Questa cond izione di cose si modifica sol– tanto, poco a poco, a misura che la organ iz– zazione si all:irga ad altri grupp i, e poi tutti li comprende e li coordina in una specie di organ izzazione federativa di tutti i gru ppi : orga11in.a;Jo11e economica dtlla classe. La difesa, allora, che i singol i gruppi sono pronti a fare, ciascuno dei suoi interessi, neu tralizza i tentat ivi di recip roca sopraffa– zione, elide la possibilità che trionfi una politi ca di classe a favore dei gruppi megl io organ izzali e a danno de lla massa de i lavo– ratori, mette in evidenza l'interesse comu ne di tutti i gruppi ed aff'erma a favore di tutti e di ciascuno l'egual diritto al più alto sa• lario e al più basso ces io della vita. In conclusione: la trasformazione graduale delle orga nizza1.ion i profe ssional i dei singo li gruppi in una organizzazione di classe, è la causa che va sospingendo il proletariato fa. talmente verso una pol itica antiprotezion ista, la sola che , accrescendo la produtt ività del lavoro e del capitale in genere, e favorendo di conseguenza la disce sa dei prezzi generali, assicura il massimo livello de i salari e il minimo costo della vita a /11/1" I, classe, senta preftrt11{e di gruppi. In questa marcia in avanti, senza dubbio, ostaco li, mo lti ostacoli si oppongono. Ma essi hanno la natur!l de lle diflìcol1:\ che si vincono lottando, non di que lle che fanno retrocedere dal la lotta. Poich è, di fronte alla grandezza dell'in teresse econo mico co llettivo e duraturo de lla classe, gli ostacoli nasco no dalla presenza di interessi seconda ri partico– lari e transitori. Un peric olo imma gi na rio. li maggiore tra essi viene forse dalla ge– nerale credenza, che si:1 ormai dannoso _ tor– nare indietro, turbare di nuovo un assetto di cose già fallosi, provocar'! una nuova crisi di distr ibuzione nel mercato de l lavoro. Questa preoccupazione, inta nto, ~ alimen – tata e sarà sfruttata dai protezionisti, per pa• raliztare il movimento della Lega . . Ma, come era falso che la tariffa dcli' 8 7 avesse aumen – tati i salari, è pur falso che il ritorno a più miti tariffe sia per ribassare i Salari. Vorrei avere il tempo per ricordare le molte esperienze stor iche già (atte, dalle quali risulta, che la intro duzione de l libero scam– bio - che si comp orta come la introduzione di una macchina o di un più potente mezzo di comunicaz ione - abbia accresc iuta subi to o a bre ve scadenza la domanda e la rem u• ae razione del lavoro. Ma, forse, lutt i conve ngono che a lungo andare, e in tutto il paese, si avr ebbe un m iglioramento del salariato; se non che, molti temono la cris i tran sitoria. Essi pensano alla ch iusura delle fabbri che; alla disoccupazione . La paura è più grande del vero . Le fabbriche non ch iuderannQ, perchè non possono di sinvestire il capita– le macchinario ; perchè non hanno inter esse• a perdere la cliente la; perchè hanno interesse a conserva re la maestranza . Anch e noi propr iet,ri di vigneti, abbi:uno min acciato l'abbandono de i campi, quando la rottura dei negoziati con la Franc ia ci ha a un tratto precipitat i i prezzi a due terzi o alla metà di que l che erano. Ma siamo re– stati sulla terra I E si badi, che quella. minacc ia e quel pe• ricolo sono pili verosim ili nell'agricoltura, dove vi ha grande elastic ità nelle trasforma· zioni delle cultur e e nella intens ificazione dei lavor i e dei tratt amen ti che noi facciamo alla terra e alle piante . In secondo luogo , se si pensa che in Ita– lia gl' impian ti indu striali sono lon tani dal– l'essere perfetti, possiamo prevedere con si– curezza, che da noi avverrà quello che è avvenuto altrove: le industrie vitali (le sole che possano dare alti salar i e assicurare nor• male occ upazione ) correranno al riparo per – fezionando anzit utto la propria organipazione diventando più produttive e mettendos i nella condizione voluta, per paga re anche più alti salari. Talune delle fabbrich e anem iche, d i que lle che possono fin da oro co:1siderar si come morenti, che off'rono scarsa, sall uari:i, incerta occupazione alla mano d'opera, probab ilmente affrette ranno la propria defini tiva chiu sura; ma con ciò metteranno anche in I ibertà ca– pitale e lavoro, che insieme passeranno ad altre più feconde com binazioni. Nè deve temersi che occorra luogo tempo per passare dalle vecchie alle nuo\fe, Poi chè lo stesso av\'enimento che precipita la fine d' industr ie parassitarie , pro duce l'incr emento più che contemporaneo d' indu str ie limitr ofe. Ho detto più che co11/emporattto, poichè oggi la sensibilità dell'or ganismo del credito sconte rebbe in antic ipazione la semplice pre· visione di un mutamento d' indiriz zo nella politica doganale. Cioè, nuo vi investimen ti sarebbero favo riti prima ancora che gli an– ti chi fossero liquidati, e ì nuovi serv irebbero alla liquidazione dei vecchi senza sòluzione di co ntinui tà nell ' impi ego di mano d'opera . Così, la metal lurgica che è gi~ sofferente e in crisi cron ica ad onta del la protezione, riceve rà probabilmente un nuovo colpo da una minore pro tezione . Essa cerche rà più che mai - come del resto sta facendo - di concentrare e perfezionare quegl' impianti che può con profitto mantenere. Oltre questi limiti, la riduzione della si• derurgica darà incremento contempo raneo alle industri e meccaniche, che avranno la materia prima più a buon mercato. Cosi, ancora, la

RkJQdWJsaXNoZXIy