L'Unità - anno II - n.25 - 20 giugno 1913

L'UNITÀ · vi,,cia di vol!r presmlart agli esami di compi– -11,enlo 11011mmo di dieci o quind ici a/mmi, il Provvedi tore dovrebbe i,rviart sul luogo ,ma com– ..m'issione di ispellori scolastici o di altre persone di sua fi ducia ad esamiuar e i candidati. Per tvilar e il pericolo di a11alfabeli fill iai, che giras – sero di qt1a t di là, d'a ccordo cou qualche mae– stro poco scr 11po/so, a dar esami t a spilla r -qua/lr ini all 'erario, basltrtbbe far, obbligo alle Segrtltn"t conum ali di pre11der noia tttgli al/i dello stato_civile della dicl,iara$i011t di a//a btli- smo o di analf abetismo falle ntlfulti mo et11si– me11/o da ciascu11 cittadin o. Agli esami polrtb• IJtrOpr esnzlarsi solo coloro cl,e da tm certificato i11car/11 semplice dello staio civile ,.;sull1ssero a11a/fabtti. A esami avvenuti, il Provvedi/onco- 1111micherrblu alle &g rtl, rie co,mmali competenti i 11omi dei cittad i,,i promo ssi , e prt sn 11otn di questa commt icaeioue, 11011 sarebbe pilt possibile a cl,i f, sse ,ma voi/a prom osso, ripdc rt fts amt e fa r paga, ·, allo SIC1to un nuovo prm, io. g. s. La questione demaniale nel Mezzogiorno.<•> Il I. - Dalla rivoluzion e unitaria al suffragio universale. la legge del J861. Non ap 1>ena il Mezzogio rno entr ò a far parte del re~ime costitu zionale unitari o, anche il nuovo -GÒve rno se111i h, necessità di regolare la quislione dei demani . Con decreto luogote neniial e del 1•gennai o 186r e con successivo rego fomento 16 marzo, richiaman– -dosi in vigore le leggitle i prec t dcnti governi in ma– teri a demaniale, venn ero ordinati speciali Commi s– sari ripa rtitori per scioglie re le promis c,1ità tultora esistemi , divide re in massa i dermtni, 1>roceder e alle qu otizzazioni. Se non che il lcJ,:"isl8tore,preoc– cupato soprattutlo di de rimere pacificamente le cont ese e di no n turbare il pas.,;esso pili o meno lungo di quanti aveva no usurpat e le pubbli che terre, amm ise ben!l-, in massima, che si dovess ero reinte grare al denurnio tu tte le terr e che ;:li ap• lparten eva no ; ma dispose che riman essero indistur• bati qua nti po1essero dimo strare di aver 1enuto la _terra da trent 'anni senza cont rasto, ovve ro di averla occupata con giusto titolo e in buona fede da almen o 10 anni. Offrire il beneficio dell'ordinar ia presc rizione a chi aveva occupat o terr e clamor osame nte recla • mat e dai con tadini per lunga, inint errotta serie di anni, acconten tan~os i dell 'aquiu cenza dd Co– muni che tutti sapevano dolosa, e ammetter e che vi potesse esser e per siffatte usurpazioni un giusto titol o e la buon.1 fede, erano tali ingiu stizie, che ad _esse ripugnò la pubblica coscie nza. Sicc hè nel– l'anno stesso questa dispo sizione fu abrog ata. Non per ò fu abb imdo nato il pro1>0sito di sa n11re le usurpazi oiii: cl1è cou altri decreti si riconobbe h1 •legittimit:\ del possesso II quanti dimostrassero iI iungo possesso, o pagas.,ero ai Com uni da ohr e dieci auui un qua lsiasi canone, o tenesse ro una terrR su per gii1 estesa quanto una comun e quo1a (cioè circa r e '/, Ett . di terra ), o infin e avessero, sulla terra occu1>ata, incontra ti rapporti d'intere s– si con terzi. Uni co onerit, il paga menl o ai Comuni d 'un annuo canone, che i co mmi ssari riparti tori av rebbero fissato sentit o il parere dei Consigli Comun ali inte ressati. Inoltre per favorire la colt ivazione delle quote , -<:be novellament c si sarebbero asseg nat e, si stn• bill che i Comuni potessero condoruue parzial– mente o total ment e il ca none, e si ordin ò che i J\Jontì Frumentari e le Casse di pr es1a11za agra– ria faceso;ero credito di prefere nza ai <1uotisti. Questi ultim i prov, ,edi rnenti, favo re,,oli ai quo– tisti, rim asero q1,asi ovunqu e e qu asi del tutt o lettera morta. I l\lon1i frumentari e le Casse d i prestanza de l periodo preunitari o, che avreb bero dovuto fornire il credito agrario ai quoti sti, nel nuovo regi me costilu zionale, che dett e il monopolio di tuui i po– teri locali e centrali alla bo rghe sia - e che bor– gÌ1esia ! - , furono pre si d'a ssalto dalla nuova cla sse dominante , e in breve depreda ti, s.1ccheg– giati, ridotti R niente: e storia - diceva Giustino For tun ato nel 1 So - d ' illecite appropria.zioni da parte deg li amm inistrato ri, cl' inut ile vigilanza da par't e delle autorità tut or ie; storia di astu zie, di in curia, di ru berie famo se ,. (// Ale:.:ogior 11O e lo Staio /lalia110, I, J'1. 43). La provincì a di Po– tenza, pe r es., che nel 186 1 aveva 137 Monti fru• mentari, ogg i, si e no, ne conserva qualcu no I {CLAPS, la odierna imporl,111.:a del/u 9ue$/ione de– Mania le, N1tpoli, Pierro, 1904, pag. 20). Altr o che far credito agrario ai quotis ti ! Quanto al co ndon o dei canoni annui , non c"era 11e:m che da pensarci. Ne lla ebbrezza della liber i;\ conqui stata cont ro i • tirann i> , la borg hesia, im• padron itasi dei Comuni, si diè a spéndere e a spa n– der e: creò i corpi musi cali•el ettorali con mar– zialt, fiammanti uni(on~i ; restau rò, a s~ ~~I Comune , il Casino del Civili o dei Nobi li ;.Ja~tri• cò il magg ior co rso e la l)iazza del Mu11ici1}io;isti• tui le condotte rnetliche e le medicine gra tu ite-, estendend ole, co n lodevole spi rito cli dem ocra:da, Anche ai ricch;; moltipli cò gl' impie~ hi comunali. Si pa tevano mai, in siA:u tc condizio ni, dimi nuir e o condonare i rn noni ? I bilancico munali esigevano piuttosto che i c.1noni fosse ro aume ntati : cosi av– viene che nello stesso te rritorio una quota di un ettar o, sorteggiat a nel 1810, 1>aghi un ca none an- 11110 di L. 11, e una so rteggiata dal • 6o al ' 90 paghi 36 lir"· Più eflìcaceme nte, invece , hann o fuuzionato, co m'er;a n:1turale. qu elle dispos izioni, che er<mo dire tte a favorire gli usurpato ri <lei dema ni, cioè coloro che nel uuovo regime costitu, zion11le si trov arouo investiti del diritto di no• minare i deput ati e i consiglieri comun ali. 1 Com • missar i ri1)artit ori, e pili ancora i Prer etti, ai quali dopo il 10 mar zo 1862 fu affidata l'esec uzione delle nu ove dispos izioni sui dema ni, sono stati ovunq ue, salvo rarissime eccezio ni, i legitt ima.tori di tutt e le usurpazi oni passate, co l pr etesto d i con • ciliare le parti e d i tutelare la pace socia le. Per le terre di origine dema niale , ocr:upate eia perso • n11ggiaut orevoli, hirnno spesso consentito ai Co• muni, am mimstrat i dai med esimi autorevoli per• som1ggi, di diminuire i canon i annui, men tre i canoni delle quote asseg nate ai comun isti poveri erano accrt" ~du.ti . Nei primi trent 'anni de l Governo costituzi onale sono co!li state fatte co nciliazio ni per :236.678 Et • tari di terr e demaniali , e pe, · la magg ior pa,-te in fa vore dei priv ati posseu ori. An che nd 1111ovo regime. dunque, anz.i nel nuovo pili che nell'a ntico, i ~ni demaniali hanno conti nuato da un h1to R trasmig rare nei grandi possess i llrivati sia per usurpa zioni sfacci11.te sia per sen1em:e più o meno eque delle aut or ità co m• petent i, dall'a ltro ad ess~re quotizza ti frn colti• valori pri Yi di mrui JlCr intensificare 111coltura, i quali ben presto hann o dovu to :1bbando uare le qu ote al clemauio o vend erle sollo forme più o ·meno larvate . Molto spesso, specia lmente in que• s1'ultimo venten nio, la q uota ha servito solame nte nd es.sere veuduta per pr ocurar e il prezzo del viagR,io per l'A merica. Solo in casi eccezio11\li si è formato sulle h!rre demaniali qualche grup1)0 di piccoli proprietari indi 1>e11denti. E quel che è pegg io, ai mali antichi se ne sono aggiu nti dei nuovi. Abo liti, pe r seco ndare le in– gordigi e cieche della classe dei nuovi proplietari, i vecchi vincoli forestali, molti bosc hi maestosi sono stati d istrutt i. Terre montane, che avrebl,ero do, vuto riman ere salde, furono impr ovvis.1111entela– vorate per un magr o rnccoJt<>di pochi eltolitri di gra no , e pc i abbandona te alla venl urn. Cosi fu peggiora lo ovunq ue il regi me delle acque. I tor• renti, le alluvioni, le frane si moltipli carono a danno de i demani e delle terre pri\ 1 ate. Que,tfool demaalall e fotte poli tiche . E ·1>eggio ancora che nel periodo borbo nico le qu es tioni demaniali l~ nno con tinua to ad :l\'Vele– nare moralme nte la vita pubblica de l l\lezzogio r– no, intre ccia ndoSi con le lotte elettorali. e Due sono, .per solito - scriveva il P,mgolo de l 1882, n. 325 - i casi possibili in tutti quei Comuni, che non hanno ancora risolute le loro liti (leman iali. O si trova no alla dir ezione del Mu– nicip io gli usurpa tori stessi d~i demani :·e allora vien meno da 1>arte dei Comun i og ni inte resse, di por fine alle con tese, i cui atti e le cui prntiche sono messe a dormire nei polv erosi laceri scaffali de ll'arc hh •io , quando , come avvie ne d'or dinario, i documenti non vengano a;ddirittura sottr att i e tra– fugati .Ovvero a capo de l n.tun icipio è una rapp rese n– tanzà di piccoli bor'ghesi,nemicissimi dei posside nti e des)de~osi d i esse r padr oni assoÌuti deO'azienda L ,~'-•t• • • •' " ..;.; pubb!~ : e llllo:_a, ~ur n~ __ ovendo le a~ioni e pu! o 1anco rillfocolando i sospe tti nell'animo delle plebi, ma non curnndo poi uè punto nè poco di menare irÌnanzi e di co mpiere i gi udizi, allora tutt o l'inte – resse de l Comun e pM si hmit i ad ,1vere viva e terribile questa .mi11accia , che esch:de dai Consi– gl i tanta parte di ciltadina nza, e 11pre un fomi te inestingu ibile di odi, di vendette, di.calunni t>:vera gue rra civile, che perturb à tutt a la vit~ sociale ' dei nostri Comuni di prov incia. La ques tione de • mani nle. è udl '1talia meridionale come un campa · inesauribile di corruzione, in cui sg uazzano alle– gra mente gli usurpatori e i prepot enti, i mestie • ranti e i politi ca mi di og ni genere , gli avvocati e i medici senza clienti, tutti coloro , insomma, che voglio no mantenere o dar la sca lata al pa tere per imp ingua re le pro1n ie tasche: vJ.sto campo di corr uzione, in C'Ui non prim eggia se 110 11 un Don Rodr igo o un tribu no da strapitzzo, a dan– no dei proprietari onesti e dei lavora tori in buo na (ede " ( 1). E Giustino 1-·ortunat o, sulla R asse,g11ase/lima • nate dt:I 1879 1 scrivev,1: • Reso 1 11tonorno :I l\Junicipio co n voto conce– duto ai soli borgh esi, e raddoppiille per ciò ne i Comuni le vecch ie ire delle famiglie e delle clie n– tele, fo nuo vo or iginale trovato di guerra nrno– vere da un lato a vanver a liti e contese d~ntaniali, dall' altro framm eu ere a bella J)Osta indugi se nza fine a ogn i pronta espletazione di giudizi... Di qui la ormai quas i lotale esclusione dai municipi dei maggio ri censiti, la d.1nnosissima incertezz.a dei privat i domini , que lla nube di non so quale triste sos1>ello, f:he involge, qu11sida. per tutto, l'origi ne e il prog resso de lla posside nza ter ritoria.le ... Di qui ìl sob illare indd esso all'ore cchio de i contad ini, così procHyi alla credulità , t>er diritti o realmente o bugiardament e-conculcati, di falsi tribuni gau• denti a spese del gravoso bil1rncio e<1muna\e; le occ;1pazion i a mano arm ata i i dolosi incend i.... Di qui, insomma, o lo scanch.lo vivo e perenne d i sinda ci e di consiglieri usurpatori e di usuq>a• zioni impunit e, ovve ro, nel 1>il1 dei casi, lo spe t– tacolo corrutto re di giud izi famosi, miM cciati H. sempli ce spaura cchio dei gonzi, non se mpre mossi da sereno spirito di equità, aflretlati o sospesi a seconda delle occas ioni, sostenuli per una par te e per l',i.ltra da avvocat i 1>0li1ici ritenuti di gra nde i11f1u~n,11,.-utori di prolis11:eallegazion i da au:ec• cagarbugli, infarcite <}ivecchi aforis mi dottrinali, assolut11mente co utrMi ad ogni verir:\ storica : causa necessaria, inestinguibile, indomabile, di ab usi e vendette t11e1za nome e senza esem pi. Chi scrive pu ò sicurame nte aflc:rmare di piena es1>e· rienzr1, che Comuni di mont agn.1, anche poveri di en trate patr imouiali, so no bene Amm inistrati e concordi, se liberi da ogni conte sa fra possid enti e mun ici1>i, mentre le poJ,olose citi:\ della Pug lia, civili e . ricchissime, sono da pili anni in preda all'amu chia e :.Ila guerra civile, e coinvolte in gross e nnnose liti dema niali > (// Alt:::ogior110 e lo Staio /lali a110, I, 85-7), I Prefetti, qua ndo 11011 sono SJ)inti a tagliar netto le questioni da lle pressio ni di qualch e au torevole interet11sato a vantagg io dell'interessa to medesi mo, non sdeRnano ne1111ch'es:sidi u1ilizu1re le liti e i ran– cori de maniali a scopi di propaganda. o di 1.1ppresa– glia elettornle. e 11Go\ 1 erno borboni co - scrive a questo propos ito un nomo, che riferis ce cose viste dai suoi occhi( ... RANCP.SCO SAI . HRNO, /Jlario l',,~a – tlO t l'nbobzio 11e deijtudi, Noci, Sta b. Tip. E. Cre – sati, 19 10,pag.11)-s ise rviva de i de mani comun ali co me di ca,•ezza 1>er J,:"uidare le plebi a suo piaci– mento. Le nizzava e le rnssic urava, le esalta va e le com1>rimeva. Quando le Ire effe erano strema te, il demani o comun ale servi va. Ne con osceva il valore , e ne aveva rigu:.rd o come d'ar ma pre ziosa e di riserva. Il governo italia no, è dolor oso il ._·on~ta– tarlo, lo ha seguito , ma pegg ioran do; giacchè, incosciente dd valore de lla cosa . l'ha abbandonnta in balia (lei Prefett i, i quali ne usa no a se condo che il vento llella politica, co me fa; li sp inge . La quistione dei de mani comunali è divenlata per i Prefetti un tesoro nascos to. 1 fond i segreti del padro ne, bu rbero e taccagno, sono quas i sempre esauriti o defici e111i, qu elli dei dem,rni comunali sono invece a portata di man o ed abbondan ti. J1 ba nco dei demani co mun ali si pr esta a maraviglia per opera zioni svariate . Per esempio: ad int erces• sione di un deputa to, costretto a rimunerare un suo galoppino, si nomina ad agent e demaniale uno sc,·ouone e lo si manda a depr edare un Co• munt ,·ifalcilra11fe (l'acc usa e gli aggettiv i che la illustrano non so no inventa ti, ma ricopiati da lla • 321 circo lare dell 'ex ministro Salanclra de l 18gg ). Pér la intercess ione istessa si chiude un occhio, e ma– gliri tutli e due, su di una usurpazione de maniale; si ~oncede una quota di favor e o di \l'ico mpensa; si omol oga una transaz.ione immo rale; si condona una s1>esaecc . ecc. Viceve rsa, co n un'az ione di reintegra si mina ccia un 'elettore riluttant e, si re n• de iuelegg ibile un candida to molest o, o lo si fa decadere da Sindaco o da Consigliere comuna le. Tutto ciò è natural issimo in tempi in cui il go• ve'rno è costretto a comp erue una magg ioranza che lo faccia vivere , ed a sfru tta re i vizi deg li uomini>. 1 perlcoll del 1uffraglo ualverule. tn siffatte condiz ioni, il voto esteso ai co ntadi – ni minaccia di tradursi in una nuova c.:iusa di lolte, di tumulti , di disa:,:tri poli tici e mora li, se non si provvede sollecit.1111ente e risolutament e a guar ire questa vera e J>ropria e lebbra ., del Mez– zog iorno. e Si può afterm;ue - scrive il Cl:1ps nel ln oro inn anzi citato su La odierna impo ,·tn11::a della quesliont demanialtf - che ogni Comu ne ha an- · co ra la sua quistione de maniale, sia che conten• da 111 prop rio t' X feudatar io la burge usatici1:\, ossia la patrimoufolità, dt:lle terr e da esso possed ute nell'am bito~dell a circoscrizio ne con rnnale, e ne sost eng.1, inve ce, la feudal ità col co nseguente di– ritto all'uso civico e alla ripartizione in massa i sia col reclnmare la reinteg ra, ossi a la restituz io• ne delle terre dema niali illegittimamen te alie nate o illeg ittimamente usurpate; sia col l}rop ugnare la ripart izione e la conseguente quotizzazio ne dt:i dem.111iprom iscui tra Comune e Com un e: e as,. sa i spesso, 1111cora ogg i, le crona che cittadine re– gistrano tumulti pcpolari, e talvol ta sµa rgimeuto dì sa ngue l)Cr la quistione de maniale. e Una stat istica di rece nte com piut a riassu me nelle seguenti cifre la estensione dei deman ii an– cora da siste m.1re : e T erreni da divider sii11 massa, cioè terreni <lei quali è stata, a seguito di contes tazione giudi– ziaria , dichifirata la <Jualità feudale, e dichiarato quindi il diritto de lle popola7,io11ialla ripartiz ione in massa: E1tari 8:2,758,37,69. • Ter ren i da 9uolizzare, cioè terr eni già asse– gnali ai Comu ni a seg uito della ripartir.i one in massa , ovve ro già deman iali n/J oriri"e, ma d i cui sia stata stimata conveniente la qu otiu azio ue: Ettari 62, 16°2,19,98. .' Terre ni occupali, cioè terreni de mania li ille-– gittimame nt e usuq >ati da privati; e dei quali oc.– corre reclamar e la rti'1leg,.a, ossia la rest itur.ione ai Comuni : Ettari 56,345,86,13 e Terreni riser v.1ti agl i usi civici, cioè dema ni co mlmitli, de i quali è stat o stimato pilt conve– niente l'usarne pr omiscumueu te 1,a i citta dini per i loro vari bisoY.ni, o dei quali non è stata re• clama ta la qu otii:zazione: EtJari 407,9 14,87,54. e Sicchè, in tutto, i terren i de nrnnìah che anco– rn oggi reclamano una rt:golar c sioi:temazione nel Mezzogio rno d'I talia, dànno la cifra di ettari 516,4 2:2,94,29. e Cer to iu qu esta statistic.1 11011 si deve cercare la cifrR esatta, ben sl h, cifra Jliù o meno npp ros– sin1111i,• 1: anche percl1~, in molti Comuni, la q ue• stione de man iale, per iuteressillc lotte dei partiti loca li, 110 11 ha aucorn varcato la sog li.1 delle aule consili ari, 1>erpenetra re nelle aule giu diz.ialie ... Ques to mezzo milioue di etlari cli terr eno (110 11 c'è bisogno di essere pro feti per co mpreuderlo) diven teranno da ora in poi l'ona, co n cui le fa– zioni locali cerc hera nno ovunq ue di conciliarsi i voti dei co ntadini elettori. Q11ell:1 che finora è stata ut 1\ir.zata prin cipal ment e come arma di of– fesa nelle lotte frn le fazioni l>0rghesi fornite del privileg io del voto, - men tre i contad ini analfabet i rimanevano fuori de l coq,o el ettorale a soffr irt>,a odia re, a ricordar e, a tumultune. - sarà certament e eia ora in po i 111lev,1 1>ill facile per mobilitare le masse dei nuovi ele ttori nelle contese local i. Dove qu ~sta le-va snrà mano vral a da nomini d ' ingegno e di cuore, desiderosi di por fine rapid amente a tanta rovina, ben venga il suffragio uni versale, che dar à ai buo ni la forza. necessa ria per lottare in nome dei pover i contro le usurpaz ioni dei ricchi. Ma qua nti sono, dove so no nell' Italia meridiona le i e buoni >, ca paci di metter si oneslamente a capo dei contadini ? La quest ione dema niale non sa rà piutt osto una terribil e arma di dem agog i-1 nelle mani di queUa • piccola borghesi a intellettuale 1>, la cui inde – gnità intellett uale e mora le non ha più alcun bi- t .... • sog~o di !ss e~! ~imos!rata ? JI :io Gennaio 18g3 a Caltavuturo, in Sicilia,

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