L'Unità - anno II - n.25 - 20 giugno 1913

320 L' UNI T À Ad ogni modo , già fin da ora, una spe• requatio ne innegabile esiste. Co me dunque si potrebbe, con coscienza t ranquilla, assidere su estimi vecc hi e nuovi, tra loro cost disparati, su basi cotanto false ed erronee e disuguali la nuova decantata imposta globale sul redd ito? Non sarebbe questa un a nubva ingiustizia che ver rebbe ad inaspri re le ingiustizie anti che? Il serrcto di due aggetti vi. Non meglio vanno le cose per la imp osta sui fabbricati, anzi peggio ancora, come d·i– mostreremo in seguito; e, quanto alP imp osta di ricchezza mo bile le sperequazioni e le di: suguaglianze individuali non hanno limiti nè numer ~..... Le tassazion i de i e pa rlament ari> insegnino t Or dov rebbero essere appun to i redditi fissati con gli attua li metodi grossolan i e ba rbarici di accer tamen to la base della fu– tura e gra nde ri forma democra tica > ! Ed è con ques ti du e aggettiv i : e grande • e < de– mocr atica >, che si ten terà nella pross ima ffera elettorale, co n la co mplic\tà di tutti i partilj, co mp resi i socialisti, di alletfare'i con tadini del Sud a favore della ri for ma, ch e dovreb be instaurare il regn o della giu– stizia tributaria aggravando i ricc hi, e in vece servirà solo a ina spr ire le ingiustizie d i cui sono vitt ime i pove ri I R . D'Or sa . La scuola ambulante in Italia. I acnn aeuola . Se sulla scorta dell'u ltimo censimen to nazio – nale, que llo del 19 11, volessimo istitu ire tante scuole quant e la popol:uio ne dei va ri comuni d'Italia, spars a e agg lomera ta, richiede , secondo le prescr izioni delle leggi scolastiche - che am– mettono la poss ibilità e il dove re di istituire una scuola rurale unica mista, là dove posso no rac cogliersi almeno 40 fanciulli da i 6 ai 12 anni, nel ragg io di 2 km. d.tl locale scolas tico - do• vremmo dire che, grazie a ques to 1:11ass imo sforzo pe r la diffusione deH'alfabcto, tutti i cit• <lini italiani 1>0tre bbero istruirs i. Ebbe ne, ai benefici di tant a prov vida diftu. sione di scuole sfuggirebbe un'inge nte massa lavora trice : que lla che pratica la emigrazio ne int erna. Quanta sia questa popo lazione non pos – siamo dire se non per la regio ne da noi per – corsa : la Campagna Roman a ; ma qua nte altre regio ni, specie nella Italia meridio nale, specie dove si iniziano i gra ndi lavori dei porti, degli acque dotti, delle strade ferrat e, non chiamano da tutt a Italia le umili •o pere"• cioè la popo• )azione agricola pii) misera, qu ella che null a possie de e che per la sua gra nde ignoranza non si è riv olta all'art lgirmato nelle citt à? Nelle vaste pianur e della pr ovincia roma na, comprend enti l'Ag ro Roma no e l'Ag ro Po ntino, calcolia mo 1·he soltanto nei lavori dei campi e delle altre ind ustrie agricole, siano impiega te oltr e 70.000 persone (1) venute dai monti del Lazio, da ll'Ab ruzzo (specia lmen te dalla pr o– vincia di Aquila), dalla Campania (specialmente da lla pro vincia dì Caser ta), e in minor parte d alla Ro magn a, dalle Marche e dall'U mbria. Non sono comp resi in questo numero i brac• cinn ti adibiti ai lavori ferroviari e alla costru– zione e alla manutenzio ne delle opere s trada li. In comp lesso potremmo en unciare la cifra di oltre 90.000 persone, che si muovono dalle mon– tagne e scendono al pia no, dove di solito lavo– rano dai 6 ai 9 mesi dell'anno: dal novem bre al luglio. Questi emigrnnti ven.;ono o in gruppi cli perso ne tutt e valide al lavoro, o in fami glie condu centi seco i figliuoletti. Vivono vita mi– serrima e sono assolu tamente ignora nti. Ad essi la Scuola non giunge. 11 lontano pa ese d'origine non si cura di loro se non per tassar li - e come! allorchè poss eg– gono una cadente casupo la o un minuscolo e sass oso campice llo ; in es tate, quando vi rit or– nano, la scuola è chi usa. 1Comuni, cui appartengono i territori del pia no non li riconoscono per loro cittadi ni. E qua ndo anche - come fa il Co•nune di Roma - si de• term ina no ad istituir e srnole sparse pe r la scon • finata pianura, ques te difficilmente possono es• sere freque ntate dalle popolazion i nomadi. Primo ostaco lo è la dis tanza dei luoghi di abitazione dei contadini (capanne., casali , vecchie torri) dal locale scolas tico, situ ato pe r so lito ne l fabbri– ca to pili centrale de lla tenuta; inoltr e le condi– zioni di lavoro imp~discono anche ai piccoli, cioè ai bambini al disotto dei 12 ann i, di re• carsi alla scuola. La legge sul lavoro de lle don ne e dei fan – ciulli non è estt:sa ai lavori agricoli, cosicchè in essi - specie all'epoca de i raccolti - ven• gono impiega ti fanciulli sotto i 12 anni ; i quali, su pera ta questa età, esco no dall'obbligo scola– st ico, onde i: loro diritto all 'analfab etis mo vita na/11ral d11ra11/1 (2). {I) Con1•dini - cohi"•t ori di ampi, di or1i, di Yignc - JMI· •lon, t-tli.c or, di bo«hi, u,boMi, pncatori, cacciatori. biro<• (.Ìl i, w:uato,i di lo-.W, mur~tori. IJ ) Le 1oCuolc rtu:imcn •ah. allorclit 11 lcn-c dd 1911, 1ul11 ~!=in d~:iei~::1r.~~r;:;, •:~cr.7.=: nt~u~,i~ ~~;: comt.tle. La ,cuoia libera. Mentre si attende la doverosa estensione di detta legge, come provve dere ali' istruzione di tanta popolazione, la cui ignoranza oppone gravissimo ostaco lo alla rigenerazione del– l'Ag ro? Con la scuo la ambu/a,rle, rei/a dai maestri delle setto/e regolari dti ctnlri prossimi alle· abi– /as iotii dti conladi,,i i scuola da istituir si co– m unque, vicinissima alle dimore dei contadi ni, dimore che cangiano ogni apno secondo le esi. geozc della lavoraz ione agricola. Con la scuola strali , che può raccog liere tutti i bamb ini e ad ulti, maschi e femmine, i quali, OC• cupati nei lavori campes tri o nelle piccole fac• cende domes tiche, non possono recarsi alla scuola di giorno. Come si vede, di fron te al fenomeno dell' c• migrazione ir,tcrna, il sis tema scolas tico vige nte dovrebbe essere capovo lto, nel senso che non la scuola serale sia l'appendice della diurn a, ma questa di quella. Nel caso nostro, full, le scuole dov rebbe ro esse r : serali con ht J.,OSibilità di lezioni diurne non appen a le condizioni di vita e di lavoro conse nta1rn una più durntura e regolare per– man enza della popolazione lavorat rice sul fondo. Su 1ale conc(!tto, dettato da necess ità di cose, semb ra superfluo insis tere; ma è neeeJ11sn.Q;l aftermare che le scuole amb ulanti per gli cmi• granti hanno bisogno di un ordi namento didat– tico adattabile rapida mente alle condizio ni di vita e di lavor o delle scolaresche. Gli ora ri delle lezioni, l'epoca degli esaini, debbono informarsi alle vicende del lavoro locale, le lezioni dcvo nn impartirs i ogni sera cd ave r carattere emine n• temente pra tico, alterna te con c,>nfcrcnze e con• versaz ic,ni cui, s'è possibile , non manchi il sus– sid io di nitide proiezion i. È bene che alle le– zioni sia no pr ese nti e participino magari anche gli estranei alla scol:1resca, padr i e- mad ri di alu'ln i. I temi degl i esercizi di lingua e i problemi di aritmeticn debb ono e!,:SCrc spec iajizz:ati secondo la natm·a del lavoro locale. Nasce da ciò una diflere nziazio nc nei 1>rogrammi didattici da scuola a scuo la, così come differenti e caratte – ristici per ogni scuola è forza che siano tutti i servizi ad essa inerent i : l'arredameulo, a tipo smontabile e tras, ,o rtabile ; il loca/1 scolaslico {baracca , tenda, capa nna, casale, chiesuola ...) ; il veicolo pel maestro: ca\la llo, carrettino , treno, tramv ia, ecc. Può lo Staio, con tutto il suo complicato mec– cani smo burocratico , occuparsi con diligenz a e sollecitudine cd economia della istituzione e de l funzioname nto di tali scuole, e seguirle in tutte le loro particolari esige nze? Può lo Stato gravarsi dell'onere di m~ntenere, con tutti i loro diritti, gli insegnanti tempora • nei di tali scuole? No, certamen te. lolzlatlve private e toterveoto ,ta.tale. E allora l'i11i+ialiva privala deve soccorrere, come va soccor rendo da qualche ann o llCl'flgto Romano. Ma l'iniziat iva priva ta che ade mpie in luogo dello Sta to il primo dove re dello Stato stesso, que llo ci~ de lla isln1aio11telemmla re, non può nè deve rima nere abba ndonata a sè stessa : dallo Stato de ve ottenere i mec.eifi11aH'°iari oc• cor renti allo scopo e l'aulorilti necessa ria al• l'efficace svolgimento della opera sua. I mezzi finanziari , ess a può richieder li ai pri - 1bl10 ca Gino Bianco vat i e ad altri En ti loéali , mn è lo Staio che dtvt per pr imo pro,•vcderli; lo Sia !o che ri– sparmia tu tte le spese necessarie per l' istru – zione eleme ntare a cosi ingente massa di cilla • dini, lo Stato è perciò il prin cipa le debi tore verso tale iniziativa e ne deve esse re, di con• scguen za, il principale sovvent ore. Benintes o, lo Staio - e questo è il punto dc• lica to - deve rigorosa m111/1 rsi~e re dalla ini– ziativa privat a le più umpie garanz ie circo la buona am ministrnzione dei fondi couce-.si e lo svolgimen to del programma didauico, il quale deve es&ere esauriente in rnpporto alle nt:ces– sità della colturn elemen tare, e prl"'ltam entc neu– trale, al di fuori cioè di tendenze poli tiche e religiose e di compe tizioni locali. Md lo Stato deve conferire a <1ueste scuc,lc ogni efficacia stab ilita dalla legge a f.1vore di ogni altra scuo la regola re, e cioè: v:ilidita degli esami in esse sostenuti; privileg io d1 occupa • zione del suolo ncC'essa rio per la scuola; per modo che il proprie tario del fondo o l'a,:;suntorc del lavoro, o il caporale ass olda1ore delle com• pagnie lavora trici, non possano - come pur– troppo non di rado avv iene - osu1coh1re ed imped ire con mezzi ora palesi, ora larvati, l' i· stituzione e il funzionamento della scuola. I Comitati ord inatori e dir~ ttiv1 di de lle sr uo• le, in se no ai c1uali dovrebbe ro siederc ra1>pre– sen tanti de llo Stato .s._ dei maggiori .e.oli sov ven– tori, per la serietà e per la co111>elenza dei com • pone nti d:trcbb ero affidamen to <ldla buona am • ministrazione e <Idi' iodiriu o e dcll 't:Oìc:icia <li• <lattica della Istituzio ne. Tali iniziative private, sebbene poche, non mancano finora in Ita lia, ma molte all re ne po· trcbbero sorgere, senza dire de l maggiore svi– luppo di quelle esistenti. Citiamo: l'Um a11ilaria di Milano, la quale olt re il mirabi le lavoro pro– coltura che va compiendo nell'Italia Settcntrio • nale, potreb be e dovrebbe estendere l'opera sua nel centro e nel mezzo.;i orno d' h.llia ; Le Scuoi, p,r i co11/adini dell'Agro Romano che dalla )i. mitata zona (pe r quanto bisog nosissima di bo– ni(1ca intellettuale) intorno a Ronia, vanno esten– dendo l'opera loro a tutta la provincia romana; L' Associasio,11per gli i11/11ressi del Me:sssogiorno, che con amorose cure svolge la sua azione a favore J~11• infontin nella Calabria i l'1slituzio ne Visconti di Modron,, cosi benefica nella lotta antima lar ica e per l'istruzi one, nelle Puglie . A ques l:: potremmo aggiunge re altre piccole isti tuzioni private, locali, indicando nomi e opere di maes tri volenterosi che spon taneamente, qua– si senza mezzi , ha nno isti tuito SC'uoleambulan ti per pas tori, contadini, pesca tori , minatori, ecc. Indichiamo l'opportuni tà di ravviv are cd esten – dere la simpat ica isti tuzionc , iniziatasi qualche anno fa, de lle scuole estive ambula nti per i pasto r i d'Abruzzo . Si dia modo alle istil~1zioni esis tenti di al– lar gare sempre più la loro sfe ra d'azione, si provveda a lla formazi one di altri comi tati, si discip lini e assic uri l'opera. dirett a dei singo li : ove l'emigrazi one interna sottrae migliaia e mi• gliaia di cittadini dall'obbli go scolastic o, con danno e verg ogna di tutt o il Pnese , sorgeranno scuole rapid e, efficaci ed econo miche che col• piranno in breve te mpo alla sua rad ice l'analla– bctis mo dovuto alla emigraz ione interna. I mautrf. Ma grande asseg name nto in questa ope ra deve farsi sullo zelo, sulla nbnegazione, sulla capaci!~ degli inseg nanti. I quali - e c1uesto possiamo Hffermarlo dopo vari anni di espe ri– mento - sanno e vogliono impiegare in questa camp agna• garibaldina • contro l'analfab etismo, energie e volontà che non sempre posso no o sanno manife stare nelle scuole regol ari dei gran• di centri. La coscienza della santità del lavoro , il sen• timcn to della respo ns..ibilitfl, il disagio stesso che essi anron tano, la diversit:\ e la pove rtà de i mezzi cui è necessario ricorrere, rendono loro care ques te scuo le di avanguardia, a cui dàimo per certo il nrnssirno del loro sforzo fi– sico, morale ccl intellett uale. In ques te scuole vuol esser lascia ta loro una. certa liber tà d'azione nello S\•olgimento de l pro– gramma did:Hti~o, il qual e in alcuni punt i varca, in alt ri non raggiunge quello srgna to per le scuo le reg olari. Cosi deve quasi del tutto abolirsi l'ins egnamento anali tico dcll:1 gram• malica e limitarsi al puro necessario I' inseg na• men to delle no2iiooi varie; deve essere cste - so l'ins egnamen to de ll' aritmetica alle frazioni, alle reg ole d'in teresse, a qualche nozione ele • mentar e di contabilit:\ e di geometria per la misurazione delle superfic ie, dei volumi; come, per eviden ti nigioni di utilità, deve allargarsi l' insegnamento dei diritti e do'ver i nei riguar • di delle leggi e degli ord inamenti sociali (com• pelenze dei tribuna li, leggi sulla leva mili tare, sulle imposte, sui traffici, sulla sani tà, sulla be• nrficenza, sulla previde nza, sulle associa zioni, ecc.). A quest'ope ra faticosa di dissodamen to e di prepa razione, C'l1c i Maestri debbono compie re nelle ore serali, non pu6 rimant.rc indifferent e lo Stato. Se è vero che senza aumentare il numero dei Maes tri, cd impiega ndo le forze di quanti sono validi o volon terosi, si poss ono istituire ccnti• naia di scuole ambulanti , è anche doveroso che l'opera del Maestro sia riconosciuta dallo Stato. Essa è que lla pres tata nei migliori anni della vita, è quella che nel processo di civil tà del po1>0lo 1 e nella elevazione delle infime masse lavora tric i, produce i frutti più sensibili. D.1to il riconoscimento da parte dello StJtto della funzione fondume ntalc di queste scuole, deve anche riconosce rsi l'opera che il Maestro vi prcstu. ..Ope ra, la qu!'lc deve essere ruisura ta non tant o dal num ero di anni spesi in un lavoro delicato e difficil~, quan to dalla quantità, bontà e impor tanza di esso lavo ro. Pe rciò gli anni spesi in questo npostolato non debb ono andare perduti, considerato anche C'he il materia le com1>enso da corr ispondersi _per ogni lezione è, e deve esse re, esiguo ; qua si nullo, volend osi che i Mae~tri di quest e scuo le ambulanti sian mossi principalmen te da un ideale di uman ità e di patri ottismo e da virtll di sacrificio, virtù non cosi assen te o dime nti– cata come generalmente si crede e si dice . Gli anni della scuo la ambu lant e do vrebbe ro avtre ejfelli l,gali ,,,; co11corsi., per la d0t:ume n• tazione dell'oper a prc ,t ata dall'inseg nan te, e valere, in totale o parzia le misura , agli effe/li della peusiom , st ubllendosi la necessar ia quota de i rilasci voluti dalla legge. ALESSANDRO M ARCUCCI . POST ILLA Qutslo seri/lo fa parie di quella inltressaule , btlla Relaeiont s111/tscuole per i Co11l11din drl• l'Agro Romano, di cui abbiamo g;ti r,prodollo m, largo fromme11lo 11e/11umeroJ Omaggio del• f Unità. Le osserva:;io11idtl Jllarcucci ci co11se, 1 /0110 di n'lor11are - brtv ement,., Jur ora - su ,ma 110-– slra vecchia idea, contro cui molli m cuslri t!e– mmlari pro/es/arano allorc!,i la esponemmo p, r la prima voi/a, ma che o prima o poi non potrà 11011 essere accolla, come quella che indica la ,mi ca solr,:Jionepossibil edelproblema dtll 'oualfabelismo nel suo /alo più ,U.Dicile. La scuola el,mrulare dimmr , s1~D1cic11le 111{– I' i11si,me ai bisogni della popofo1,iont ci/ladina , t quasi del /111/0 inulll e per provvrdt re alla islr11- 1Jio11e della 11oslra popol<1:Jio11t rurale o marinara o com1111q11e nomad e. . A.DincM l'a11aljab11lismo sia s,ria m, 11/e com• ba/111/0 ;,, queste :;0111del nostro popolo, biso• gua p,r gli orari, jJtr i calt11dc1ri, ~r i pro• g,-am,m·, per i me/odi d~i11s,g11ame11/o, lascia• re ai ma,sl ri la massima /ibtrlà d' infoialiva, 11011 solo secondo lt diverse r,gio11i, ma secondo i diversi comum della m,d,simu provincia, , sj>es• sissimo secondo I, diverSt se:;ioni d,llo sltsso co• mu,11. Quel eh, si deve chiedere al matslro è che conduca il maggior mmt ttro possibile di a/111• ni, nel più breve /tmJ>oe con la mag giore sicu– rt:Jca possibile, al poss,sso di quelle elem,11/ari 110::;ionidi cullura che o,:corrouo per l'esame di compi,ueu lo. la 2,ia per rnggi1111gertqutslo ri– sullalo 11011 può esser, fissala a pr iori d" mss,m regolamt11l0fallo a Rom a.,ma d,v' esstre cercala dal mat slro. E il ma estro, oltre allo slipe,,Jio 11or– m al1, lltve avere anche rm premio in dt11aro, per es. J0 lire, per ogni analfabeta che egli rie• sca a cond11rrt jelictm enlt alfesame di compi– m e11/o. b,o//r,, ,m delrrminalo mm: ero di alum,i., p,r es. J0, co,ulolli jelicemmle all'tsamt di com– pim ,11/01 dovr,bbe esser, co11sideralo come tqu i. valmle a 111a,1110di servi'.eioagli efftlli della pmsion e. Via via che "" maestro, ;,, quabmque periodo dtlfa11110, dichiarasse al Provv tdilore dtlla pro•

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