L'Unità - anno II - n.22 - 30 maggio 1913

L'UNITÀ 309 L' ELEFANTIASI BUROCRATICA · L' li:adu1tr la dcli' organico . L'on. Nitti, nel 1907, quando era semplice de• pui3to, osservava che in Italia l'aumento an– nuo medio delle spese pubbliche sup era del tlnppiq l'aumento de lla popolazione, e si avvi– i:ina assai all'aumento medio della F, ancia, do– ve lo Stato ha pur tanto abusato nelle spes e e la rìcchezzu è da lr ~ a qua tt ro volte super iore a quella clcll'halin. E aggiung eva: u Quan ti uf• fici si potrebbero utilm ente abolire! quanti or– gnnismi semplifi car e ! In pratica non è possibile µbolirc nulla: la potenza di Crispi piegò dinanzi alle agi tazioni di quegli organi inu tili, che sono le sottoprefettu re. Niuno ha potut o abolire im1ti– lissi mi tribunali, che rend ono poche sentenze al– i'ann o. Forse la miglio r cosa è evit ar e accresci – men ti e non illud ersi nelle diminuz ioni •· Con questi precedenti c'er a da pensare che 1~on. Nitt i, pervenut o al Ministero di Agri coltura che sembrava fatt o a posta 1>cr lui, non po· tendo ottenere una diminuzione nel numero dt-gl' impi ega ti di quel dicastero , avrebbe al– men o evitati gli accrescimen ti. tnvece, anche l'on. Nilt i ha dovuto • piegare • alle pr ess ioni della bur ocraz ia romana , sempre avida di este ndere il propri o pote re su lla na– iionc, sempre accentratrice, e sopra tutt o scm– r,re preoccupata di quel!' /j industria dell'orga– nico •, che te 1clo a trnsfo rmare i Minist eri in nltrettnnti eserci ti dell'Am erica Meridiona le, dov e tutti sono colonnell i e generali, e non si ve<!ono n~ tenenti nt solda ti. Anche l'on. Nitt i ha dovuto prcsentnre un /j nuovo organico "per • riordinare i servizi • del Minis tero di agri • -coltura, aum entando na tura lmente la spesa onnua di circa 220 mila lire di cui n5 .ooo tolte al fondo per i provve d imenti a fayore dcli' indu str ia serica , e 110 mila prese dal ca– l>itolo 59 del bilancio dest inato al • mig1iora– mcntcS de l bestiame ovino e suino e incoraggia– mento alla j"IOllicoltura • · Pare una sa tira sapori tissima contro gli ovini e i suini e i capponi della burocrazia romana; ma è una cosa seria e tutt 'a ltr o che sapori ta ...• Almeno per i contribuenli ! E mentre l'on. Nitti • allarga • l'organico del Minister o d'Agricoltura, l'on. Creda ro • allar• lita • quell o dcli' Istruzione, e l'on. Facta • al– Jarga · • qùeHo delle Finanze, e l'on. Giolitt i • alhlrJCA 1t que llo dei cinematografi e delle far – macie. E dal 1901 è una serie inint errotta di allar– gamenti in tutti i Ministeri, e ogni alla rgamen to ·è giu stificato sem pre con la promessa che sarà l'ultimo e col giuramento che senza di esso l 'amminis tr azione non potrebbe anda re avanti. E dopo ciascu n allargamento si trova sempre ,ihe l"am ministrazlonc va peggio. E questo pcg– giorame n!o è pre testo a un allargamento nuovo. l: cosi ;,r ommia sa,rnla satc"lor11n1. Se un giorno un funzionario coraggioso saprà e vorrà scrivere la storia della nostra burocra– •zia centr ale (che in gran parte sarà anche la ,;toria dei gruppi poli tici succeduti si al potere), seguendone gli svolgimen ti e gli svilu ;>pi più ir~timi attrav erso le leggi, i regolamenti e spe– -cialm~nt e attraverso gli organici, gli annuari e i bolleltini uOiciali, - quel funzi onario dovrà pure scrive re la biografia e la stor ia della ca– riera politica e burocra tica dei pro tettori e dei 1>rotetti , iUustrando la coi rappo rti di parent ela, di amicizia e t.li clien tela affar istica fra i gros ./Jom,els della politica e della burocrazia e i pa– rnssi ti minori, nel cui interesse vengo no crea ti -vin via i pos ti e i servizi. L' an oluth mo butocu tfco. Mentre gl' impie5?ali dei ministeri s i moltip li– cano fino nl ridico lo, i pott:ri della buro crazia si estendono e si fanno sempre pili arruffati cd oppressi vi, appun to pcrchè bis~na dare qual– co,.'l da fare all'eserci to dei graffiacarte di Ro– ma per giustificarne l'esis tenza e per rendere necu sari nuovi allar gam enti di orga nici. Cosi ogni gior no l'he passa ag~iung e una nuova ma– glia alla re te dell'nssol utismo bur ocrat ico, da cui è soffoca ta l'Italia . Accan to alla buro craz in e a controllo della burocrazia - si dice - abbiam o il Parlam ento, Ma il Parlamento è rid otto oramai a una burlct– trt. Il controllo su i bil:mci, che do\•rebb' cssere la funzione più deli cnta del P,,rlnme nto, è abbando– 'nat o alla Giunt:1 del Bil:1ncio: orn di regola sono •elett iper la Giunta del Oilnncio :1ppunto i deputa ti più s trettam ente legati alle cam orr e affaristiche e burocra tiche. Qual e scrio controll o può fare una •Giunta lici bìlancio presiedu ta da ... Abig nente? È noto che le relrtzioni sui bilanci dei Mini– steri più ... spender ecci il più delle volte non sono scritte dai dep utati relatori : sono scritte eia qualche funzionMio dei Minis teri interessa – ti : il depulnt o reln tore me tle la firma, ott iene in compe nso dal Ministero i favor i personali di cui ha bisogno, <1ualche \'Oha è anche vagato con qualche fogh o da mill e lire : e il contr ollo della Giunla d el Bilanci o si esa urisce così ! Non più seriamen te del conlrollo finanziario funzi onano i poteri Jcgisla tivi della Camera J del Sena to. Quand o le • onora te socie tà • dei Minis teri hanno da far passare un certo num e• \-o di carr ozzoni pi1ì grossi del natural e-,si met – tono d'accordo per rovesciare , tull e d'a ccordo, 41. un tratto , addosso alla Camera e al Senato, cen tinaia e centinaia di proge tti di legge, grandi e piccoli 1 im1>0rtanti e insignificanti, che i depu– tati e i scnal ori non hànno neanche il tempo Òi leggere e votano a vapore. Le ultime setti– mane di giugno sono il periodo classico per questo genere di ... :1ggressio ni. Del resto, quundo non riesce nean che per questa via a conquista re la legge, di cui ha bi– sog no, oppu re si trova fra i piedi una vecchia legge incomflda, )a burocrazia fa a men o :m– che della legg e nuova o s'infischia della legge anti ca : sosti tuisce o annulla la legge manc ante o incomoda con un regolamenlo. E quand o il rc-gola mcnto, anch'esso, dà noia, abb iamo il de• cre to reale o ministeriale che ann ulla il reg ola– mento . E poi c•~ la pratica amministra tiva gior• nal iera, che ali' infuori di ogni pubblici tà e quin· di di ogni controll o, interpctra e storce come meglio conv iene, voha pe r voha, la legge , il reg olamento e il prec edente del decreto reale o minis ter iale. E dinanzi a que sta mostruosa m~cchina di ·assolu1ismo incontr ollato e incontr ollab ile, il Par – lam ento e il Senat o sono ridotti ad esplicar e fuuzioni di appa renza e non cli sostanza, risol – vendo a colpi di maggioranza , sapiname nte e senza spesso neanche dis cutere, le più grav i quest ioni nazion:1li, che in nitri paesi dànno luogo a grandi e storiche battag lie parlame n• t.1ri e politich e. E la funzione del perfetto de– putat o, or.u nni, t: rid otta a sollecitare presso i vari minist eri le pratiche della propria client ela poli tica, cd a conquista re l'amicizia e i favori dei Dir ettori Generali, e dei beni&mini dei Di– rettori Generali. E meno che mai funzi onano quegli organi della gius tizia ammini strativa, che pur richia– marono tutta la l'Ura degli uomini di Stato del Ris org:mento italiano. Oramai Consiglio di Sta– to e Corte Jci Conii son o diventati un mito. 1n questi ultimi dodici anni sono stati sistema tica. mente e sapientemente compos ti con elcmend , che proveng ono quasi tutt i dalla politica e dal – l'alta burocrazia , e che hann o fatto di ques ti supremi conse ssi altrettante succursali passive di quella organizzazione burocraticu, che è oggi la vera classe dominante in Italia: domina nte sulla borghesia e sul pro letariat o. E gli stessi dc-put ati d'E strema Sinistra sono sempre pronti a dnr e una man o allo sviluppo della elefan tiasì, perchè sono presi oramai an• ch'essi nell 'i ngranaggio del tlo ul dts, e non osano correre il ris chio di suscita re con una Seria opera di controllo e di opposizio ne le ir e di quell'alta burocrazia, della cui benevolenza hanno oramai bisogno anch e e1si ad ogni mo- ' mento per procurare gli affari personal i dei loro elett ori. I • capr.ttl paaqu:atl •· Questa, e non altra, è la origine vera da cui sono dis cesi nel passato e cobtmu eranno a di– scendere più numer osi nell'avvenire, se non ci si meuc runedio, i Palazzi di Giustizia. QuanJo I grossi burocra tici hann o accentrato nelle loro mnnl tutti i poteri dello Sta to, e in compens o d 1 1111serab1hfavor i personali i dcpu• tati di lutti i partiti , compre si i parti ti che vo. gliono farsi credere rivoluzio nari , hanno rinu n– ziato di fott o ud ogni sc rio contro llo sull'opera c.Jci bur ocrn 1ici, - C naturale che o prima o poi I deputa li non si lim itino più 11 chiede re solo ai burocra tici c11111lchebou eghino Ji sale e ta– bacdu o qunlclle com luno di multa doganale, e che i bur ocru lici non si limit ino più ad utiliz – zare la loro onnipo te1•za per molliphcare gl'im – pieghi i1111>rodttll1v1 :1d uso e consum o dei loro parenti cd amici . E nalurale che o prima o poi d eputali e 111l1 bur ocratici si lanrino nel giron e dei gr oss i afl:.m . Si ha al101 a le preparazione in grande dei • capre tti pa:,,qunli •· B.1srn, cioè che una gros• sa organi zzazi one aff:.risllca piiva ta riesca ad a accl1111atars1 • - sc..:ondo la bella metafora cscosi tata d .tll'vn . Abigncnte nel Mamurlt dd ptrftllo appalla.lore - presso que l 1>ezzo grosso delh1 bur ocrazia, che può ad arbitri o allarga re o stringere le mani, e presso quel politicante autorevole, che dovrebbe a suo tempo control – lar e l'ope ra del burocrati co, perch è da quel mo– mento in poì non esista più .1\cm1 freno alla ma nomissi one del pubbli co erari o. E l'• accliurntazi one • non è punto difficile. Tutt'ahr o I AGRICOLA. ABBONAMENTO STRAORDINARIO D•l JO Giugno •I ll Dkt.mbrt. 1913, lire 3,00 d• p.1gu sl dlrd l.1mcnte medl•ntc v.1gll.1.1tl.1oostu •mmlnl str,1:looe. Abbon amro to speciale per una serie di numeri successivi : dicci centes i~ i per ogni numero. Gino Bianco La politica de "L' U 't' n1 a,, Il peolfero tmp Uclto neU' • Uoltl • · E\•identeruente e la scelta dei problem i che l' Uttif/J trntt11 1 e la tnHt1u.ionc di quest i. e la. loro co1111essionc, e soluz ·one, hanno un presuppo sto, hanno un 1111ico s1,iri to che ne cost ituisce la coe– re111.aorg·111ica. Es1>licarsi e render:-i present e e chiaro questo spirito è, secondo me 1 avvalornr e il coucret ismo di cui l'U ttild vu<;>I csse,e ft.:delt.: e 1e11ace atler– matrice. 11 suo coucretismo i11fa.t1ivuol essere concret 1s1110 1>0litico e non schieu amente ed arida– me111etecnico o dottrinari o: e l'o1>er:, nost ra sarà tanto pili politica e tanto più eflìcace, q uan10 più. l'id ea concret a viene c:s1>lld1amenle collegat a al principio che la regge. Qual'è aduuque que sto principio? L' Unild so1sc come una protesta contro la de– genera zione dei 1>artiti ~emoc r.1tici tra ditio nali ed affermò e venne svolgeudo sin dal suo primo uu.– mero la uecc:ssità di concrete e determinate so– luti oni dei pH1 urgenti bisogni della \'ila nazio– nale, le quali c:tsa dimos1rò richieste dalla logica ,dell'ideale democrntico, ma purt ro1>1>0 lontane e dal pensi t.:ro e dall'azione della democrazia. e 1 partili democratici, in qiurnto dt:mocrnt ici, dovreb– tu,-o i,·ofere certe detenui1mle soluzioni dt i pro• blemi pil) urgenti della.nostra vita. politica; invece n~I f.ttto CS!li 11011 le voglio no •· Questa la consta• tazione, questo qumdi il 1>resup1>0sloimp1icito sin nel primo aHt'rmar !ii dcli ' l.lnifd. Ma µerchè questa sconcord anza tr.1 la logica e la rcallà ? Per il particola rismo degli interessi - rispondt.: il no!ltro giornale - sostit uitosi alla vi– sione~ al perseguimento delle idee e degli inte. ressi generali, par1icoh1rismo 1.anlo più nefasto quinfo più. si ammanta proprio con la cura di quelle idee o di quegli intere ssi gener ali che nel fatto trHcura. Pare adunque che siffatta volonlà di attua re gli interessi gt ntr ali si11 l'animR assidua dell'opera coucrelista dc I' Uflild. Ciò, quantunque da Rltro punto di vista, b stato dett o dal Save lli {prescindo per ora dlllla distin• zione, che egli pone , tra interes!ll generali e in~ teressi di classe), Ma giustame nte il Direttore gli Ca notare che e dT 'rec.li un gruppo politico che vuol fare pre vale re l'i nteresse generale, è non dire assolutamente niente •· Ques10 presuppost o sarebbe , si, i111plici10nel pens iero e nell '1uione de l'Unifd ,· 01111 non t capace di darne la caratte ri– stica specifica: e è presupposto necessario di qua• lunqu e movimento politico che si rispetti amare con spirito di lllcrificio gli ide" li più. alti e com• baltere per le CAuse generose stnza speran za di premio e cosi di stg uito • (1>. 258). E perciò menl re il Sa velli hll concluso, in nome degli intere s!li genernli e del111 idealilà e sincer ità con ~ui sarebbero 1>rofeSJllll,per un nuionali smo mazziniano; il Salvemini invece ha concluso col 11011 concludere. ~; cercavi, una formu la, ,g li ha scritlo, e non l'abbiamo lrovatn : e dunque ognu. no si tenga In sua • · L" caratteri !ltica !!pecifica de I' U,,i/d e del gruppo che vi mell e ca1>0, dunque. s:1rt'bbc in fondo , il 110 11 avere un:t. cara t1eris1ica astratta. Ma nelle 1>:t.rolecon cui il S:t.lvemini fa quest a confessione mi par di leggere un sec reto ramma– rico. Il direllore dcli ' U11il~ si co11ènla che sia riconosciu ta la utihlà dell 'o1>era.del giorn:lle, an– che se priva di una determinu ione che ne con– solide rebbe la foru ; ma non esclmlc la necessità di una fede e il bi!!Ogno di defini re quesla fede; solo, 110 11 ~scudo possibi le, 1·aggiungerc una fede comune, esorta ci:lscuno a couservue la propri a fède inrli\•iduale, chia rendola meglio che può a sè stesso. U U"ilà - egl i dice - e 110 11 intende niente aHatto crear e in lt 111i1un nuovo orientamento spir ituale antitl emocrnticOe 1rn1isoci11lista • ; vuole solo cos1ri11gere i poli1ica11tidella democrazia e del socialismo ad agire come p,Hlano 01,pure a par • lare come agiscono. Vogli1u110 ,·iv,,,di care cont ro l'oper a rO\'inosa e demoralizzatri ce di <1uasi tutti i me,u11rs del 1>01>01.tri!lmo le ragio "i di una de- 1noc, o: ia e d, "" socia/is,r,o no,, falsifi cali •· Ma cosi, nel moment o strsJO iu cui nnunzi.1 a determi nare un prin ... ipiu comune, il S,1lve111in in fondo lo aHerma . Ed esso è la ricerca sincera di ciò che ricluedono ,eli in/ere ssi re nerafi ~ua rdaf i dal puHlo di vista della demoer a:ia e del 0 sotia • lismo. . lo credo che se appr ofondiamo questo punl ", se anche 11011 troveremo la famosa formula, l"k• {remo forse vedere con maggìore chiarezza quali sono i principi fondamenlali di cui andiamo in cerca. Pi rllcolarh mo e lotta di clH N, · Esiste, secondo I' U11ilti, un dissidio tra il con- - cetto e il fatto della democrazia. ~ questo dissi– dio 11011si può supera re, se 11011 si su1>era il par– licolarisrno che ha riempito di sè gli antichi quadri ideali della democrazia e del soci1dismo. Ora non si può definitivamente ed efleltiva– mente superare il part icolaris mo, se non supe– rando le cause che lo produco no. E queste cause bisogna cercarle , seconJo me, più che altrove, nel pen siero slesso, di cui il socialismo vuol essere e non b attuazione nella. teoria stessa del socialismo. . !o penso che la lotta di claH , si.t"'la causa ne– cessar ia e impr enscinclibile del 1>arti colarismo e che per superare qu es10 bisogna superare quella. Io vedo , infatt inel socialismo due element i prin– cipali: 1) un fine che, inteso nella suR massimR ge• nerali là, può dirsi un reg no di giustizia fra gli uom ini e perciò scevro di privilegi non inerent i alla natura umana . 2) un mezzo per conseguire questo regno: la lotta di classe. Ora , una volta concepito il socialismo non più come un regno apocalittico che, dopo un tremar della terra ed uno spegnersi ed un cader delle stelle ecc., ~eve succedere Al regno d' infa• mia borghese giunto al massimo della sua infa • mia, ma bensì come unR gra duale conquista di sempre più ampia e 1>ii>.alta giu stizia - e il rifor• mismo non dovrebbe esser che que!lto - ; quali conseguenze import11 il servirsi, In questa pro• gre ssiva conquista di una sem1>re pll) largR giu– &tizia,del mezzo nato latto per il conseguim ento catastrofico di un tra scendentale regno di giu– stizia? La lolla de lla classe proletarill lllvev:1 1 nei suo i tempi eroici, un du1>licevalore di mezzo: da una parte erR il mez.zo con cui I~ cla!l!lecercava di at– tuare i propri inter es!I ; dall'altra 1>arteera il mezzo attrav erso il quale, seCÒndo i calcoli fatti dal e col determinismo storico, la societ!\ dovea neces– sariamente passare per itiungere, come- era fatale , a l pre visto e preanuunr.i ato regno di giu stizia. Con q1.1Htosecondo valore la lolla di cla.sse è un cieco fatto naturale, e non un meuo umano ; e per ciò se è valido nella costruzione della pura teoria, non può entrar nella prRllca umana. La condotta, che noi personalmente cerchiRmo di at– tuare e di suscita re nelle altre pe~o ne~ 110 11 può non essere, in qua1110tale, inlessuta di fatti che si voglio flo comi>iere, del quRli cioè si presunte la dipendenza dalla nostra volont!\. Perciò , nella pratica del :1ocialismo, 110 11 re!lta che la lotta di cla.!1!1:e con quel ,mo 1>ri1110valore di e mezzo, cioè, con cui 1.- classe cerca cli Rl.. tuare i prop ri intere l'!li , . Ora fiutanlochè, come nel socialismo classi co, si può dir che la claMCt tutta l'unurn ilà in <11anto che è lutto il prolelariato nell'RtlC!JAdel reg-no di giustiziR, poco o nulla di male. !\1,1 il gu aio si t cb.e ques ta 1>011ii:ionc iniziale nè può rimanere al suo stato inizi.Ile, nè può 11uuan u senzR rinn ega rsi. lnfalti o la lotta di classe l'Ì alt ua con la consa – pt..volezu che CSJa è puro mezzo 1>er conseg uire un regno di giustizia ed allora è chiaro che la classe non lotta pit'.1 1>er la clA~-.e ma. per la giu• stizia. : cioè la lotta di eia.ne 11011 è più lolla di classe. O invece si Atina co me vera e pro1>rialotta di classe cioè con la consapevoleua e quind i co l deliberal o fine cli fare con essn gli interess i della classe {dai quali 1>oi iudlpendcntemeute da ogni volont à uman a, per pura connessione nat urnl e di eventi, debbA conseguire il reg no di giustizia) e allora non !ii po!l~ono 110 11 CAllil.11iuare - a meno di non rinunz hue, nel momento ste-.so in cui si lotta , agli effetti della lotta - i parziali inleressi conseguiti da una partt", gra nde o 1>iccola che sia, della classe prolelaria; e non po!!<lOnO quindi, da quella unica claue, non formArsi delle sott ostanti classi che rivolgeranno quindi la. loro lolla e a consena re i conseguiti vanlaggi e a gt111da5{narne dei nuovi. Cosi al socialismo a1H>calit1ico si sosti – lui,ce il riform ismo che, conserv1mdo come sua principale arma la lotta di claHt", non può non

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