L'Unità - anno II - n.22 - 30 maggio 1913

l _·., . ' .. . • \ ' •• . · "· . .. ··- ·. . • .. ... .. · .... problèmi - delia vita italiana. ~ .... Si pubblica il Venerd l in Flren:e - ) ~lrettore GAETANO SALVEMINI - Diruione e ~ ';'ìf!!lstr~:l one I Lung-arno Veapuccl 12• -Abboname nto annuo ordinarlo Lire 5 per il Regno è• per i paesi italian i defl•~~ str ia ·e della Svizzera~; per l'e stero Lire 7,50 - Abbo!1amento &Òstenitore Lire 20 annue - Un numero Centesimi io - Conto cott ente con la posta. Anno Il ,-,... N . 22 ·- ~30 Maggio 1913. SOMMARIO : MUl:la e Ma~ne ria, L'UNITÀ ..::... Le,.scuofe cktl'Agro Romano, A. MARC:cc 1 - ConfessioAl 0 - L'def.aollul burocntiea, A GRICO LA - La politiea dt.U'Unità, P. Cà.RAD RLLRS R - li u ngue del po· vul - Fr.unmenU di viU. it.illana : Kfo.esikrapia sco/as/ua - A rhi t dan11oso il prole::ioNismo i,rdµstri al~ - Per gU opulCOUde.li' Unità. Milizia e Massoneria. Che debbq esserevietato agli uf]icinli del. l'esercito e della 111nri11n di far pnrtt della Massoneria, come d'ogni altra associ:tzione politico, ptlbhlio:to scgrc'to,di qtt0l1.1nque co– lore, non ci sembra. si eos"sf! ;,,. buona. fede ,iegart. • • _ E proleslare, come /ti /'o,r, Podrccca, in di– f esa ddla liberti, di pemiero, che sarebbeol– lrnggia/a. da. chi vuole cbe il divielo autinut- • sfltticosi~1plicilo e i11condiz.io11a1~, .t.,, u,i trucco· puerile, di cui J agevole fare giustizia, solo ,;h, s.i pe~ i cheJ'on. Podrtera si lr<rvera sem- . pre iu prima linea al(orcht si tratterlz,.tli ui – g,,~ che agli ufficiali sia-vietato di pnrteci." J,ttre a co,igrusi o ad tfSS0&iaz..io11i o a dima– stra;Jonicitrica/i. Ed avrti ragione di esigere qtteslo, come banno rnxioue di uigere il di– vieto.1wli11uzs.sow·co i clericalie. i 11a;,io1talisti • é gli altri c/,ri!oloidi a11al,ighi. . • · . •• Gli 11(ficialj._ddft1t ,cil/ ~ della ,,;t;ù,a-11911 godono,nè. Jc,sJ,mo godere iuco11diz..io11a"ta111e11le dli dirilli di lutti gli altri' citlhdi,ri. I! 111• /,ti dirilli, che 11d essi /; g iu JltWUllft i11terdello, • J q11e/lo di r,nr!tcipn,·e ad orgn11i:;_zn~io11ipo- li!f"rJ,e. • • Q;,ntq 'diNieto e 1111 effe/lo necessario del di. rii/o che essi ba1111Q di andare armaN.,e di comandare dejlc [ifrze armate. A che ,si ri– d11rrrbbc In liberti, di 1111 pam, qualoraf osse lui /o a quella clas e di ci11adi11i , che dispone dr/In forza armata, di partecipare alle lolle de.i partili politici, discutere ne.Ile assemblee, iuterveuire uelle dimostrnz_ioui -- cbi nuche quuto ( "" dirillo politico i11co11testabile - colla sciabola al fin11co e col rernh·er sollo In hmirn l PerciJ lo Statuto del keguo rico– noscecbt / 'esuriz.io di certi dirilli politici, ap– partiene so/nmmle ai cilladiui « pacificie scnz.1 armi ,,. Quel che si deve chiedere,oggi e sempre, e che la 111is11ra ches'invoca oggi contro la i\tlas– soneria,sia. estesasemprea tufle le altre orga– uiz.z..az.Joui politiche di qualrmque colore: com– prMaviper es.quella Associttz..iime na:;Jonalùta, rhe 11ell'11/ti1110 congresso di Roma nppln11di 11111.Dirialt i11terve1111Jo alle sulute e fece 'l!Olo che tulli gli uJlhiali s'iscrivesero alla orga- 11iz.za \.ioue. Quell'uj/iciale, stcoudo noi, avrebbe dovuto usere punito. E gli uj/icin/i 11011 devono far parte di JO&ittl, ne lla{Ì..maliste, 11è mas– souiche, ni socialiJJe, nè imlividualistr, 11è comervatrici, 11è democratirhe. Sarebbe bme, iuoflre, che i,, questa disc11s– sio11rsulla massoneria, l'opinionepubblica ve– deJJe 1111 problema di orga11i:;._.z..a{ùme 11az..io- 11alee a.Jai Jerio e profondo, che 11011 si ri– solve con 1111 Jempli<e vcrbotcn. u L'esercito - scrive ,ull'ultim o 1mmero del 'Azione di Ctswa ,ma persoua che ci sem– bra nbhia muso proprio il dito sulla piaga - non ,: imnume 11e1111nwo dal pericolo cle– ricale, allrMlanto nocivo quanto il pericolo ma.rsouico. N on i11twdo alludere ai clericali rhe Ja11110 1m'nperta politica militante; ma a quelle Jtt/i' cli-ricali, come i gerniti, che anno• dnuo fila i111111111 rrevo/i ,. teuaci per fare ligi a se quanti piti PtHJ grossi possono, e per i1t– J111ire 111gli uUiciali m cdi.tnt c validi appo gg i nello carriera e nello giustizio. ,/ Tripoli, i11 t,"t.ritl,, li maniftstata ,ma gara t,'t..ra e propria d'i11fl11m\,t srllarie. Anehe i clericali11011sono stnti mmo amlaei epttulauti dei massoni. Bi– sog11nrirordnrt che lo sfoggiodi conftssiona– lismo i. Jtato, sm:;._a dubbio, trcusivo. C'erano troppi preti e troppi frat i al seguito dtll'estr- cito, si celtbrava110 troppi e iuutili riti nelle triuu , e nella cii/I,, p,rcJJi i masso11i 11011 si sentissero quasi pr"Jorati a gareggiare nelle i11fl,wz;;,.,t e a dimos trarsi più potenti. ' « Da ciJ si de.mme il problema vero che sta a base della questione a/tua/e. La Maiso-- 11tria se1/ucc gli 11ffieiali uo11co11 lt sue -idee, ché 11011 11e ha, o souo ideebaualissime, slttpide o iucouclydenti 1 ma' eòi Javort: Altrel/a11to si dica dei cleric11li. Gli uHìciali non hanno ,più fiducia alcuna ncll'eA-ìcacia delle leggi e nella • gìustizi:t tlci superiori. Chi si f,i massoue, tenta di ollnlerl"ro11questo t1uzzo ciJ che p_er vie legali é spessoimpossibile ollenere. ~Non swtwdosi n~bnstauz.n garantiti dalla legge contro gli arbitri, 1-l. perso11t1litfl, le camor– re ministeriali e i11terJ1&,gli ,tj/iciali pen– sano ad aeraparrarsi la prote;_ione di m, ente ·• estralegale e si fmmo massoni, oppure, dove lo credono pì11opp,;.,rltmo, si affidano ai cleri– cati. Dd mmi e anni fermwta udi' esercito ,., a crisi morale lrtt~wdn. La fede ue/la giusti{ia e nella legalitl, sono state scosse, , solo si crtde nell'arbitrio e nelle iuflutu{e ptrsoizali; e siccome, pur troppo,per i pùi degli 11.ffiéiali l'esercito i una carriera ,ome tm'al– tra, si rrtde che l'arrivare 1/;/Jl,uda tutt'altro che dai me.ritipositivi hulivid11qli', bwsl dalle preferC1<{e accordalr dai potwti. 1'" diffusaper tuffi ! ranghi l 4 opi11io11e rhe chi e ar."ivato é • sla!:J porlr1!0 sul C('IIVdt:i suo/ p;o'!crfori, chiu:~ que r.ssosia. (( Peraltro Jarebbeingiusto crede.re c he so– /ammtt /'ner,·ito vus i i11 queste condizioni. Prima dtll' Esr.rritola Massoneria e il gesui– tismo bmmo invasi e disorgnui:;._z.ati i partiti, poi lo Stato e In Chiesa,In mn//istrntura e gli ordi11i rtligiosi, i profe.ssori e. i preti ecc. Si traila evidwtemw tedi ,mo statodi cose. gmt rale e gli organismi iutnua ti da questa crillogama del 1111tsso11ismo sono lm,10 piti 1mmerosi e. de– licati dell'uerrito stuso: Ora i chiaro che per combnllert qun to mnlt 11011 ba.sta110i pa-uidi ed eqttiVf.,ci 11 moniti » di 1111 ministro, 11è le. pr<>poste dl'i giom11/iche do111n11dn11 0 agli 11.0i– ciali di solloscrivere 1/elle dichiara:;Joui a11ti- 11111sso 1irh1·.Ci •r,nvl altro! 11 Bisogun inslt111·are 11ell1: or!!m,iz.z.az.ioni e urgli istit11ti p11bblici il rrg110della legnlita e della giustizia e roopl'rnre. coucordeme11/e al suo m,mtmi mento. Bisogna ridare ai gregari la fiducia 11.ssoluta mila rellit11di11edei loro rnpi, sr si vuole la diJripliua e l'indipeude11{a dalle selle ». Ora noi non 1appiamo che i piti f ra gli a/luali lmzriafori ,li fulmini a11timnsso11id. ab– biano mai fallo alt11110 sforz.osù,ctro per tsi 4 gere che 11rll'r1trrit1J, come 11tllamagistratura, comt ,ulla scuola, eomr in tulle le pubbliche. ammiuistra:;._ioni, ri sia maggiore rtllitudiue, maggioregiustiz.ia , maggioredi/tsa dei dtboli e de1;liumili co11tro gli arbitri e gli abusidei po– t,11ti. P,•res., a/lorc/,esi trn11Jdi far passare q11elln leggesu lo s/11to giuridico degli impie– gati civili, che mtlle gl'impitgati iu nsso/11/a ba/Ja.dei dinillori gmcrali, s1·11z.'altra possibile difesa che li- i11fra111111elle11z.e parlnmwtnri o le protqi<>ui pubblirh,·o srgrete dei partiti poli– tiri e dei partiti p<>litirnuti, - ~d elevareal cielo qurlla lrggeeomeoptrn di grave.sapim{a politira, e' tra no ;,, prima fila le in combulla, bwi11trso,011molti gioruali mubt massoni<i) tu/li gli alfunli drrico-11a;Joualist-moderati n11timasso11i. J.\lotit\J prr wi 11011 ci sembra troppo arri– uhiato l'affà111ttre t!,e "1 prtsrute.wmpagna a11Jim1111011Ì<a i dirdttt dall'imwto di sostituire. il monopoliodellt1camorra ,urn alle i11jlum z.e lloteca Gino Bianco ddln ,nmorrn vrrdr, nuz.irbi dal dis//usto per ogni spuj e di camorra, 11erao verde. Se J!Jtvnlusrro gli amici del/'011. Podrec,a, il 111i11/!t-;_/1,/n• gneua dovrebbepro11111overt gli Hf!~1afi 111nsso11io.pt ~seg11itnrt gli nj]idnli d erienlJ. S.é pre.valesser1Ji clerico•11a{io11alisti, it mlf1istro della guerra avrebbe la J,m~Jone. di fa; ,r\ re a/In. meglio i cleri,nli e dar la .. caccia ai masso11i.Per ,011/0 nostro,fra i due miuistri ne preftriamo un terz.o: tm mini– stro dN dutituisra gli sciocchie i disonesti di tutte le. seltt, e.sappia coli ,o,rviucere chi iutmde confidnrr solo utl p,-oprio b11011diritto che per o/lt1 trt il risptf.lodi quel dirillo 11011 ba bisognoili iuwear l'aiuto di uesmna Jelta. L' Unit à . L~- scuole dell'Agro Romano. ·~•ì • Comitato delle sc110/e per i r:o,ifadiui del– l'Ag ro Roma,,o • (Roma, Vin J"ori110, 161) pub– blica ili bellissimo opuscolo, che si v111de a L. :, a bmeficio dell'op,ra delle scuole, la ,·tla:;iGttt della sua oprra pel peri0</o 1909-191;. S0 110pagi11,, che 11011 si possono legl{trt st 11$a tma gra11dt comm ossa ammir,u, io,u per roper n di silmJSiosa bontà, che si compie alle porle di Rom a, 1111/a grande campag11a btlla , dts<Jlata, g rassi, alla votoulà, a/J'a b11tgatsio ,u, alla i11ttl– ligm1,a di pochi uomi 11i, i qua li 110,, cercano nel loro /)euoso lavoro c/11 la g ioiti del dovrrt com• piulo .• Col.. t11ti1, s ous1nso dei uosfrj amici, che ja 11 parie "1J Go~uitt1lo,riproduciamo qui .li/erme del• le pa/r"n,.,.i,1;, belle e più s11gg,stiv1 della re/a- ' • aio,11. :, T rar re tutt o d&I nient e! > Nelle terre che circondano la capitale d'I– talia , dal 1870 in poi, in vi rtù della legge della bonifica , di recente estesa oltre la pri– mitiv a 2.ona dei 10 chilometri attorno Ja città , sono state compiu te notevoli opere di risanamento del suolo, aperti nuO\'Ì tronchi di strade, irrigati alcun i appezzamenti di ter– reno, prosciu gati luoghi paludosi, costrui ti molti fabbri cali per gli usi dell'azienda agri– cola e per' l'all enmento e il rico vero deg li animali. Tutla via molte migliaia d1 lavor atori della terra: uomin i, donn e, bambini, non hanno per casa che una lurida capanna o una vecchia e angusta stalla, dove albergano in repugnan te prom iscuit:\ 1 e per letto una ma– nata di cenci e di paglia, e per cibo un im– pasto di grantur co e d'acqua; e non hanno - il che è peggio - nessuna notizia, nes– sun contatto col mondo civile, che pure ma– ravigliosamen te s'ag ita e si e,•olve a pochi passi da loro. Dovere d'umanit à, carità di p3tria , impongono un'azione purches sia che tolga tale verg ogna e tanta iniquità . Un':uione che chiami questi assenti , questi negletti, i quali pur posseggono tesori di ener gie fisiche e intellettuali, al grand e e fe– condo lav~ro che I' Italia reclama per la col– tiva zione delle sue terre, per i suoi comme rci, per le sue indu strie, per il suo avvenire, Que – st' azione non poteva e non può essere che quella della Scuola I La Scuola, che istrui sce e che educa - tale la com une defini1.ione dell'officio scola– stico -- ; ma che nell'Agro Romano deve tutto trarr e dal nien te, o meglio, tutto libe– rare da una pesante tenebra, da uno strug• gente abbando no. Nell'Agr o Roma no - si pensi che il solo Comune di Roma vi si estende per oltre sovr'es se s'eserciti, con poca mercede ed asp ra fatica, molto lavoro umano. L'agr icoltura nell 'Agro Romano, benchè energ ici ed assid ui sforzi vi si vadano eser– citando dallo Stato e da coraggio si bon ifica– tori, rim ane ancora in grandi ssima parte estranea al grandioso e superbo sfrutt ame nto delle forze naturali, che la scienu sugge risce e l'e cono m ia nazionale e l'incivilimento u– mano reclamano. E grande ostacolo alla trasformazione di tutta la vita agricola del Lazio, trasforma – zione inizia ta dall:t legge di bonifiC"a, è ap• punto la comp leta ignora nza e l'assoluta in– coscien ia della popolazione lavora.tr ice agri– cola. ~ Orn , poi, che lo studio e l':ll'dore di alcuni, uomini }di ~cienz.a hann o assic~o il c. dagfi asSalti, della m:ù_:\ri~ contro cui ogn i volontà di azione, ogni impi ego di fò rze 0 e di danaro, risultava no inani, è necessario che gl'int elletti siano svegliali, gli spi riti illum i– nati, sicchè la bonifica Jell' Agro t rovi pronto il suo 11eussario esercito per la buon a e te– nace battaglia. Ecco il compito primo della Scuola nel– l'Agr o. Co mpito che varca i limiti seg nati da un programma puram ente did attico. Cre are nell 'animo dei no~lri conta dini la coscienza di sè, destare in essi la personalità umana nell'um ano con sorzio. Per essi la Scuola vuol esser tutto : casa e tempio. Casa, chè fra le paret i della scuola, siano esse di pagl ia come le loro capanhe, o di muro affumicato come le loro guill erle 1 brilla almeno un lume che è gioia all'oc chio e luce allo spirit o, e vi si sia in pace, in con– fidenza, in concorde lavoro; te mpio , che tulli raccoglie ; e sullo stesso banco siedono padri e figli a cono scere un vangelo di ve– .rità, di Jiberr f, di siustiz ia; a ripeter e le pa– role di carità e d'amore che affratella no e rafforzano gli uomini ! li maestro del g-ultti. Un uomo vive fra quelle pareti - sia pure per poche ore della sera - che è padre, fratello , amico ; quest'u omo, cosi di verso d:, quelli che i contadini avvicinano nella loro vila quotidiana, è il Maestro i ven uto di lon– tano, dalla città g-randc ; venu tQ dall' ombra notturna come per incanto. Un uomo che parla parole buone, come niuna mai risuonò al loro orecchio, che disvela con pazienza i segni dell'alfabeto, che si chi n:, con do lcezz.a sulla spalla degli adult i, che guida le pic– cole m ani - aimè, già induri te - dei duecentomila ettari, un'e stens ione che parec - bambini, ed ha per lutti, anche per i rilul• chic provin cie del Regno non raggiung ono ... tanlì , per i tardivi, la parola d~ll'esor tazione - e nell 'Agr o Pontino , circa sella11tomila e dell a lode. creature umane si trascinano di terra in terra, in secolare emigrazione dai mon ti al piano ; dalle terre arid e e sassose alle terr e fertili e febb rose ma ancora inco lte, malgrado che Alto e dolce esercizio cotesto, che i li'he– stri compiono con volontà , con resistenza, con desid erio di bene ; poichè niuna cosa più avvince che il lavoro libero e volo11ta-

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