L'Unità - anno II - n.17 - 25 aprile 1913

286 L'UN I TÀ z.ionismo sia, sovratutto nel presente momento, di gravissimo nocumento all' espansione indu– strial e co mmerc iale del paese ed al mig lio– rame nto nel tenor di vita delle masse lavo– ratrici. IL Cc»IITATO PRO:-.fOTORE. STATUTO della lega antip rolczionista. I. Jt costitu ita la /,tgt , Auliprol1s:io11isla. Il. La Lrg a A11liproltc io11isla ha per scopo: a) d i contras t.ire il pre valere della tendenz a protezionista in ltal i:1e di propugnare la gene– rale e progres siva trasformaz ione della nostr a tariffa doga nale e.Inun sistema di protezione a favore di ch1ssi e di gruppi di produttori in un semplice e mod erato strume nto di tassazio ne fiscale ad esclusivo profitto dcli' Erario; b) di ott enl'.!rc che i tra ttati di commerc io siano prepar.i ti e conclus i non nell' interesse di un piccolo numero di prod uttori agr icoli ed in– dus triali privilegia ti, ma nell'in teresse de l mag– gior numero di produttori e dei consuma tori ita– li;rni; e) promuovere tutt e quelle inchies te indu– stri:,li1comme rciali ed ag ricole le quali si rav– vis ino necess arie ad illmnin nre l'opinione pub – blic11intorno nlla convenienzn per il paese cli unn politica dognnnl e antipro tczionista; d) di cooperare inoltre, d'a ccordo colle As• soci:1zioni congeneri che gi:\ e-sistono·e che po• tranno esistere all'estero, alla diffusione cd al– l'app licazio ne dei princip ii del libero-scambi o. 11 l. La L,g a A 11,prolt&io11isla è compos ta di soci effettivi e di ade renti, i quali ne acce ttino il progrnmmn e facciano doman da d i iscriziòne al Consig lio di rettivo, impegnandosi di paga re una quota annua di lire 20 nlmeno per i soci effettivi o di • 2 ade renti. !V. Le iscrizio ni dei soci effettivi sara nno su– bordtnn te al voto favorevole della maggi oranza del consig lio direttivo. V. Potranno pa rtecipare :1lle assem blee della Lega tanto i soci crfettivi come gli ade renti, ma i soli soci effettivi avrann o diritt o di voto per l'cl czioue de lle cari che sociali. Il diritto di voto potri\ essere esercitat o per cor rispondenza. VI. La Lega snrà amministrntu da un Consi– glio dir ettivo di :-ilmcno se tte membri. JI Con– sig lio nomincn·, nel suo seno I pres idente, 2 vice-presi denti. Provveder:\ pure alla nomina di 1 cassiere e di un sc_greturio-gc nernle, i qual i potrnnno anche cs~ere S('elli fuori del Consiglio e ricevere stipendio. li Consigl io d;lla Legn potr!&eveat::almen te costi tuire Sezioni speciali di propng:i.nda e di studio, aggrega ndosi per c1uesto altri membr i forni ti dei nece~sari requisi ti. VII. li Consiglio dire ttivo dell:t Lega sarà sogge tto a rielezione annua. Colla stess a scheda di votaz ione sarnn no eletti 2 re\·isori dei conti, che dovranno riferir e annu almen te sullo stato linanziario della Lej?a e pro1>0rre d'accordo col Consiglio, i provve dim enti opportuni. Vlll . I.a Lega potr:\ anch e esercitare In pro– prin n ione con Comitati e Sezioni lor.ali, che non potranno però intrnpr cndcrc ness unn ini– zintiva oltre quelle cldi bcrnte dal Consiglio cli• rettivo, se non dopo intcsn con ques to. Per regol:1 gener,ile le quote ver sate da i soc i tanto eff~ttivi che ade ren ti do\'ranno essere trasmesse al c:tssiere a disposizi one de l Consi• glio direttivo. Questo però potr.\ auto rizzare le mumini stra zioni dei Comit:lli e delle Sezioni lo• cali ·, trattenere su delle <111ote la parte neces– saria per for fronte alle loro spese quando que– ste non sinno coperte con quote od offerte ad• dizionali. Nrl primo rlmco tiri .~ori rfftllivi o adermli , uolmmo Ang tlo Btrlolwl, ugrt lar io dttla Ca– uunr di Comm trcio di /Jllri: Artu ro Do/lira, im/11-./rialt less;fore in st ia: Edoanl o Girell,~ i11dmlrUllt fil atore i" Stili: Lui!fi Einaudi ; Al– ti/io Cabiali; Gino l,u~1:.allo,- U. G. Mondoljo; Gio1.1{111i Borri/i , Eugenio l'hiesn,· ree. ccc. Le adesioni si raecolf!o110 dal eomifa lo p,·omo– lore (pns:.o la ,·cdaDione ddl" Rif orma sociale, rii Torino) o dr, quelle redacio 11idi giornali (Vo• ce, LlberU economica, Inl:btlv a, ree.) che /,anno mlerifo o mltrirmmo """ Ll'ga. Sarmmo ,mcltt rictimfe con piacere le osscr– t•t1t;ioni t proposlt c!tegli adertu li vorrann o fan m r,lt1zio11eallo sdtt ma di slafulo e ali' aeioue concrtla dr/la Lrga . Noi auguriam o vivt1me11/e che lttfl i gli amici detr Uottl aderiscano a qm sft1 orgm tizz,re,o ne r /mrtuipi110 vigorost mwt ft alllt sua opera. Le ltdtsioui si raccolgo no a11e/,c presso la re– dlt:Jiout dtll' Uniti. l' U. LE OCCUPAZIONI DELLA MINERVA Minerva di quest i tempi è molto occupa la nella redazione definitiva (?) del progett o di legge per gl' insegnanti mcdi. È vero che In ges tazione dura da tre anni: ma si sa che in queste cose il momento pegg iore è l'ultim o, quand o, come direbbe l'on. Berenini , ci vuole il forcipe. Si capisce che, con questi ma lanni, l\'liner va non nbbia più voglia d'occuparsi d'altr o. Per esempio non ha ancora potuto metter su uno straccio di regolamento qualsiasi per l'applica– zion e della leggç sugli esami, approvata fino dal giugno de l 1912. Queste gra \•i preoccupazioni, per altro , non le impedi scono di salva re di tanto in tanto con una circùlare la patria. Ecco qui, per es., una circo lare fresc a fresca del Ministro della P. I., In qual e, " in un cosi superbo risveglio delle ene rgie nazionali ", dispo11e che il 21 aprile i;I' insegnanti d i italiano e di storia (si sa que – sti sono gli ora tori predestina ti di tutte le comme morazioni unicial i) 11 ricordino d'or. t in– na nzi ogni anno in ciascuna classe alle ris pet– tive scolaresc he In benefica :-izione civile e pa– tri otti ca della SocietflDnnte Alighieri ", u questo nostro lslilttlo uatio,rnle, che cosi degnament e si adope ra n dife ndere e a dirfondere oltre i confini del re gno la lingua e la cultura italiana •· Ora ci poss ono esse re insegnan ti, i quali 1• pensi no che l'ope ra della Dault sarà in buona p:trte vana, finchè i nostri emigra nti usci• rann o d' Italia senza sapere nè leggere nè scri– vere e se nza conoscere altro che il dialetto na– tivo e si trove rnnno senza reale difesa contro gli all ettame nti economici, che li condurra nno non a dimen ticare la lingua nazionale, che non hanno mai imparata, ma ad imparare quella del paese ospita le i e che quindi la Dll11fe Ali – gltieri per difende re rea lment e ed cOicacemente la lingua italiana fuori d' Italia, dovrebbe anzi tutt o pr<.-occuparsi del problema della lingua italiana in Italia ; 20 rit engano deslinntn a riescire in buona pnrt c vnnn l'oper a dellu Daul e Alig!ticri di– retta n diffondere la cultura italiana fuori d' 1- talin, finchè lii\ più elevato tenore cli studi, di vita civile, di prosperitfl economic a deW in• tiera mu:ione non metta questa in grado diga – reggiare cflicaccmente con l:1 lingua e la cultura dell e altr e ; 3° giudic hino danno sa al paese ogni azione , che att iri forze ed att ività n fini irraggi ungibili; 4• non sentano di poter sottoscrivere in coscienza nll'arfermazio nc, che la 1Ja11fe Ali– gl,it ri nbbia fatto molto per l'italiani tà special– mente per quella dei p1oletar i emigrati; 511 siano perp less i di fronte alla notoria pre– valenzn che nella med esima società hanno gli elemen ti massonici. Ciò posto, se qualcun o di ques ti insegnnnti dicesse ni suoi nlunni ques te cose :mzi che quel• le ordinate 1..lasuperiore ministero, che cosn nv– verrebbe ? Sarc.bbe tempo di farla finita con questa elo– quenz:1 scol:1stica d'ordine su1>criorc, per cui l'altro ieri si doveva solen nizzare In festa degl i alberi, ieri quella della pace, oggi c1uella della Dm,le lllig!tieri, e domani - perchè no? - c1uelln dcll.1conversio ne costantinhmn. Si lascino le scuole ngli studi se ri - e ce n' C tanto bi– s,:,gno ! - e non si trnsformin o i11fabbriche cli chincchiere n capriccio dei ministri , e in cam pi nper ti n c1ualunque variazione della nuoya po– liticn racltc:-ile. Agli assidui non abbonati. Il nostro giornale ha 1111 largo numero di Id/ ori affetio11ali e fede li, d,e _berò lrascura110 di abbonarsi. l.:."ppurr fttlli sanno che la Jor{n di 1111 perio– dico settimanale risirde solo negli abbona– mwli. La t•mdila al mllmlo rapprrsmla per le a111111i11i slra{io11igiornalùliche tm,t rausa di /or li passività e di uoi'einfinite, anche quando i rirmdil ori sono p,mlu,,/i nei p.,g.munli , 11011 lroro.mo opportuno inla.ctnrt tssi fui/o iì proi 1 eulo della vmdi la, il rhe (1Cct1de troppo spesso. Il nostro giornale, per vfrere 1 ha bisogKo di 2000 flhbonali. Se molli dei nostri /et/ori non abbo11t1li fa cts,-_roil piccolo 5/or\Odi abbonarsi. ,.. la couliml(l{'Ont del gi'orn11le st1rtbbe assi– curala. Biblioteca Gino Bianco Si aprirono le cateratte dei cieli e J)ÌO\' 'C per quaran ta giorni e quanu 11a noui ! All'ora, in cui scri\'i1uno, ci sono pen 1 e11uti gii cinqu e articoli sulla questione suscitata dal Sa– \'Clli ! Due di essi - brevis, imi ciel rt"Sto e scritti mentre si pubb lica\'R l'.1rticolo di A,rricola in risposta al VHlente - coincidono quasi del tulio con quello tll Ag , kola . E 1>c:rciò gli :rntori non si dorrn unu se, per evita re: ri1)c:tir.ioni inutili, sia– mo costre11i a 11011pubblicarli . Gli al11iIre co111e11gono ossc:n•a1.ioni e punti cli vista inhtresSAnli o dc:gni cli di1oct1'1òSÌ0ne. E uno ne 1>ubhlichia1110 i11questo num ero, e gli altri se• gnir:rnno nei numeri successh•i. Frauanto snrebbc: bene - ci st mbrn - che gli amici, i quali dei.idernno 1>arteci1,,1re alla discus– sione, as1u::ttino che s1e110pubblicati questi a,ti• coli, prima <li prende re la peuna iu 11urno. Ora- mai l'U1tifà ha materia su quest'argom ento per un buon me.-;e. T 11110 ciò che ci fosse inviato sul medesimo sogg etto entro ques to mese, minacce– rebbe di tipetere quel che gii è scritto e aspetta di essere 1mbblicato, opp ure gli stessi scriuo ri potrebbero sentir e il bisogno di mochficare le loro idee ,,ia via che co11oscera11110 le idee .11- trui. Più cli ire o quriur o rolonne per nume ro noi non i111e11dir11110 a ,uss1111 /,alto di impiegare in questa discus,.ione. Le qu estioni concrete devono ad og11i ~osto ave1e sempre la precede nzn su tull e le lllll'c. Su que~lo punto n:m intendiamo trnusigcre ;,, ,uss,w modo. Per ora, chrnque, sai praia bibtrmtl . Gli ;un ici, che s' intc:ressano della discus-.ione, bisogna che aspeuin o... il I S maggi o prima di prendere la penna in 111:rno. se p1inm non ne avr,111110 per• duta la ,•oglfo. g. s. POLEMICHE SUL METODO Non sarà inutile ricordar e come l' Uuifà, de– cide ndo di studiare cer te ques tioni, di far pro– pagnnda per certe soluzioni , considerasse questo suo progrnmmn solo come un II primo passo " e non si dissi mulasse fino da i primi nu meri la necessi t:'t di una pi Lì complessa nzicrne nvvenire. Una polemica sul 1, metodo " sprto qunsi as • sie me al gior nnle, veniva, sl, riconosciuta intem• pestiva: lasciava, comunqu e, lnrga messe di do • mnnde e di dubbi. • Possiamo fermarci qui? 11 - E' necess:-iria una nuo,•n organizzazione che ■ rapr;rc sen ti il nostro programma e il nostro • sis tema d' idee? - Opp ure basterà piegare • alle nostre idee qualcu na delle vecchie orga• " nizzazioni 1 - Ed è proprio necessa ria un'or• • ganizzazio ne cli par tito, per attunre un da to pro – " gramma, per far prevnlerr nel pnesc un dato • sistenrn d'idee? .Non bnsta I ivolgers i ag li 11 uomini di buona volo nt!i? - • (Unil<ì, nn. del 27 gennaio - 27 :tprile 1912). A meno d'u n anno la pùlemicn è risor ta, quas i a dimostrnre che quelle dei prin cipi sono questioni che mm volta poste, impongono, pr i• ma o poi, una soluzione categori ca. L'esperienza, ad ogni modo, è già tnle che può perm ettere di sceg liere chinrame nte se continuare In via per• corsa finora, o tentare vie più v.1ste. La deci– sione è attesa, con interesse, da qu:mt i seguo no con simpa tia il caimn ino del giorna le, secon d::rno - sin pur e con alcune riserve - la sua opera eJ aspetta no che lo studio di • ques tioni con– crete " si trasformi in ..concre ti tentativ i II oer tradu rre nella re.1lt:\ idee e propositi. • La domanda del Savelli esp rime il cnra lleri • stico stnto d'animo di qunnti \·orrebbero 1>ortare un valid o cuntributo :1llnvita pubblica; m:1 s'ar– restano du bitosi sulla soglia dei vecchi par titi, non s.1nno vedere nei nuovi alcu na garanzia di serietà, ed ass istono sfiducia ti alla viccndu di nuclei che vi\"0110 la vita d'un giorno e lasciano quel diffuso si:etticismo che g:cnern I' indiffe– renza , avvizzi sce ogn i inizia1iv:.i, comprime e sopprime ogni impulso. Questa crisi spi rilllalc che trnvnglia le giovani generazi oni va st udia ta con fervore: la su:1 solu– zione è più urgente e improrognbile di qualsiasi J>roblema co1,creto, che, giova riconoscerlo, l"U– uilti \iienc, tla tem1>0, tratt:lndo con compe tenza e con quella continuit :ì che costit uisce vera– mente un nobile esempio di Jiscipli1w politica. Qual'è, d1111que il fine ultimo dell'Unità? Lo studio di concre ti problemi economici e soci.1li non può esser fine a sè stesso : è im– plicita la tendenz-. nel orient:ire l'opini one pub– blica ver:,o cer te soluzioni, focendola par teci– pare, come organismo disciplinato , :tllc bnttaglie della vita politica per imporre :-ilcnne idee ben chinrc e precise che sostituiscano i vecchi pro• gram mi e formi no In base di una feconda rina– scenza clc111ocr:1tic:1. Il maggior meri to, infatti, dell'Unità, non nella novit:\ dei problemi tratt ati o nell'n11d:1ci:idelle soluzioni, ma v:-iricer cato nel tentativo cli for. mar e un nucleo cli quesuoni urgen ti che pos– fano essere inqu:-idrnte nel programma di un partito che le foccia discu tere e risolvere . Ora, a meno di \'Oler star fuori della realtà, è chiaro che, in regime parbrnen tnre, solo le organizzazioni politiche posso no tentare di con– \'Crt ire le idee in fatti, i propositi in provvedi– men ti, i bisosn i in leggi. Nè credo che, proprio mentre ci nppres ti3mo all'esperimen to del suf- fragio uni,·e rsnl!', sia se rio negare it parlamen to e, sin pure nccommmn doli ai generi letterar i, dubi tare della neces sit:\ dei partit i, Nè mi pa re molto " pra tico • nspe ttnr e ch e il progrnmmn dell'U nità sin fatto pcnctrnre nei partiti da quel gru ppo di liberi propngnndisti o, come direbbe il Croce , di perso nf' di buona volont:\ che si \·nnno spontanen mcnte racco – gliendo :-illorno al giorn:ile. Già che non manca pur nei vecchi par titi chi ncin tralnscin occasio ne di far sentire una pro testa contro gli nstra ttism di cui si rompince Ja democraz ia odierno. Ad ogn i modo pr imn che i p3rtiti riconosca no di doversi rinno,•arc per l'impu lso esterno di un giornale che non rispecch ia le lorc idee, prima che que llo de WUnilà dive nga programma a suffragio unh·ers ale di tutta In democrazia <lo• vrit passare tempo parecc hio: cd il tempo, si sa, invecchia nnchc i prog rammi ; i progra mmi conc reti più degli nitri. Le soluzioni studia te e proposte finora clal- 1' Uuil<ì, soluzioni pnv aleulmum le economiche, sono suOìcienti a costitu ire c1uel compl esso or• ganismo di idee e di prop ositi che è un par– tito? Certo, gli argomenti trattati dnl giornale co– stituirebbe ro lavoro utile per una o due legi – sla ture, ma non bas tano a formnrc un pro– gramma. Manca infatti la 1>nrte più proprinmen te po– litica che tenda al successi\lO sv iluppo delle forme e delle libert:\ costituzionali. A tali defi– cienze bisog na provvede re se si vuole che l'o- 1>era dell'Uni/ti nssuma una più :ilta e feconda significazione nello svolgimen to della vita ita– lian:-i. 1 molti problemi connessi a l suffragio univcr• sale non possono esse re ignorat i da un pa rtilo di nvangunrd in che non deve esse r supera to dalln rcah:\. Con quali argomenti si negherebbe, orn, :ille donne, nel nlcunc categorie di esse :ihneno, il voto ammini strn tivo? Cosa pensa l'Unità di tale questione che pro1>rio fra giorni verrà dinanzi al pnrl amen to ?. La riformn dell.1 legge su lle incompatibilità pnrlam entnri, votatn nel 75 come un freno al 1>otere esecu tivo, oggi deve essere reclama ta come logic:1co11segue111.n cli unn cosi l.1rga esten– sione del suffrngio politico se si \'Uole davvero evitare c111ell' mg:erenza della politicn nell'am– ministrazi one e quella confusio ne dei poteri che inquin :ino e sna turano la nostra \·itn pubb lic:i.. Nell'ultima chscussione a proposi to dcll'i mlen• nit:\ appar\'c manifesto il pro posi to del Senat o di riformnrsi divenendo elettivo. Perchè tale nobile sforzo di orga nizzare lo Stnto, svo lgendo forme e nor111ecosti tuzionnl i, non avrebb e il nostro pieno conse nlirnen to ?. L'opinione comu ne, anche di conse rvat ori , che a breve scnde nza s:ir.\ rip r"pos to il proble ma della rapprese 11tanza delle minoranze e dello scru tinio cli listn. L'U11ilà potrebbe, intant o, ri– por tare i più imp ortan ti discors i del P:-irlamento Frnnce sc, la cui conoscenza gioverebbe c1ualora si dovesse nffrontare anche da noi simile que– stione. E sarebbe anche tempo di iniziare 1111 movi – men to per In se111plific:1zione dei congegni bu – rocratici, poichè non è possibile rimanere :m– c-ora con un sis tema amministrativo che è - e

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