L'Unità - anno II - n.17 - 25 aprile 1913

288 L' UNITÀ chi potesse di mostrnr e un condom in io origi nario su di esse. In conseguenza di q11es1a, che fu clt tt::i. la pri• ma divisione in massa , da un l:tlOsi liberav ano da og ni ser vitù civica e si 1rnsfor m:tvano in proprit:tà allo d iali tutt e le ten e nsst!gnate nt:11:i rip;Htizione degli ex - feuda tar i, e veniwt costituit o da ll'altro in cinsc un te rr itor io co m111irtle u n demani o di esclu– siv a propr ietà dei citt ad ini. Questo demrw io, rivendi cato ai comun i, avrebbe dovuto essere ripar tito, secondo la legge del set– tembre 18o6, in qu ote 1>ossibilru ente uguali frn i CO· mun isti. Ma !;1 Commi ssio ne limitò il diritto ai nul– laknt i ad .1i minori possi denti, in genera le cioè e ai cittadini pove ri di qu:-ilunque età e sesso >, fra i qua li le q uote av rdJbe ro dovuto essere estrat• te a so rte. li quoti sta avrebbe av uto la libera pro • priet;\ della terrn assegnatagli, resta nd o però ob– bligat o a pag are al comun e 1111 censo annu o ri – scatt abile. S1abiliti questi crih::ri, l'opern di I ipar tizione e cli quo tizzazione fo aftidata per tutt o il regno ad una Comm issione di cinqu t: Comm issar i riparli/o ri istitu ita il 27 ottob re 18o9, cont ro le decisioni dei q uali era am messo I' app t:llo al Consiglio di Stat o. le d!Hlcoltà del pr oblem a. i\la era più agevole stabilire dei criteri di massi– ma che trad urli nella realtà. Le con testazioni fra ex • feudatari laici ed ec– clesias tici da una p:ut e e i comuni dall'alt ra non potevano non essere num erose ed estremamente arrufl ,tte. Afler mare o negare l'origiuario c.:1rattere di de– manio feudale o univer~ale di una terra cont es ta– ta, dete rminare la data in cui era stata ere tta una difu a ab usiva, erano questioui stor iche spesso oscurissime, inquinate spes3issin10 da falsificazio ni, occ ultazioni, alterazioni d i docnmeut i di tutti i ge• neri. E anch e q uand o era riconosc iuto sicuramente In natura giur idica cli 1111 denmnio feudal e, si pre – sentava la difficoltà della v;tlutazione dei diritti civici e de lla riparti 7ione eq un fra ex - feud atari o e co mune della terra de maniale in proporzione dei diritt i reali di ci:\sc11no. Ali:\ fine de l 18 1,, qmrnd' uscirono di cari cll i Commissari ripartit ori, 11011 aveva no compiuto che una pkco la part e dell'o pera loro aSSfgnata ; d' ordina.rio essi ave– va.no giud icato senza recarsi personalm ente ne i terreni sogge tti alle divisioni: de legarono più volte i loro poteri ad age nti s:.1baherni o ignoranti o facilmente corr uttibi li; e peggi o and arono le cose, qua ndo le loro funz ioni p;,ssarono :\gl' inten denti provinciali, o come diremmo ogg i pre letti. Costituiti e as.iicurati i demani comun ali, biso – g nava. procede re alla qu otizzazione fra i comunisli poveri: op era, anche questa , assai compl icata, e sogge tta ad arbitri ed abusi e lentn per necess ità. l\la anche dove fu eseg uita, non JlOtè recare il bcnefi1.io che se ne spe ra \'n, cli creare cioè una classe di piccoliss imi prop rie1nri coltivator i. Le terre deman iali non messe mai n colturn, e perciò rivend icnbili e quotizzab :li, erano quasi ov unque le terre peggio ri. Ed è natu rnle ; se fos– sero state buone o mediocri, è cer to che nei se • coli precede nti, i baron i e le chie:.e e i fiuanzieri e gli stessi piccoli co ltivatori a\•rebbero se ntito il deside rio di im1>ossessarse ne e, in un modo o in un .tltro, per diritto o per traverso, ci sarebbe ro arriv.tti e le .tvrchbe ro coltivate . Le terre dema– m·ati souo tuttora 111m1erose appunto nelle zone più sterili del fllez::ogionzo. Oove la terra èb uon;i, ia proprielà privata esiste senza co ntest;izione da secol i. Via via che avvenivano le quo tizzazioni , pe r• tanto . la magg ior pan e dei quo ti.:;1i si tro vò ad oltenere un pezzo <li ter ra di scarsa produ tt ività, senza possedere lt- anticip.tzi oni necessar ie a met – tcrl:1 a coltura. Non atl1>en:l la legge del ,8o6 co– minciò ad essere eseg uita, si no tò che molti :llie– navano '-t1bito le propri e quote, Si decre tò allora In loro inalienabilità per dieci ann i; ma i proprie– tari, non avendo i me1.zi per collivare la quota e non avendo il diritto di venderla e doven do sem – pre pag:1re al Comune il censo relativo, preferi – rono abbando narla . Co-.1 le <1uote o erano assor– bite da i vicini latifondi ex- feudali, o ritorna\•ano nel denrnn io comunale indiviso. E questo feno – meno ha continuato :\ ,•erific:,rsi per tutto il se• colo XIX via ,•ia che procedeva il lavoro cli quo– tizz,1zione. Pt:r quanto, per ;i;ltro, l'eve rsiorie della f~uda– lità e la divisione dei denrnni sieno lentame nte proced ute e abbiano recato pochi vanta gg i alle cla~si povere, s.irebbe ingiusto dedurne che nulli ne sieno stat i gli efletti sulle condizioni ge nerali della società. Via via che la terra si liberava f,1ticosamente da og ni vincolo e da ogni se, vitl1, si compl il tra• pas-.o - altr imenti lentissimo - d:11 sistema eco– nomico feudale ;i;I sistem a borghese . Colla divi– sione elci dem ani \'enivano messi a cultura terreni da i quali, allorchè la proprit:tà era collettiva o con– testat.1, poco o niun reddito si ave va. S e dopo l'es ecuzioue <lelle du e leggi non 1roviamo che la ricchezza si si.i diversameule distribuita, trov iamo per altro che ha acquistato 1111a maggio re capa– cità di produzione, e do vrà d'o ra in poi uhbidi re alle solP. legg i della concor rt:nza, 11011a quelle del privileg io; tutt i i propriet;ui , siano gran di o pic– coli, siano nobili o 110, possegga no he ni immob ili o denar o, souo nelle stesse .condizioni di cli– ritto: la propriet:t può libernme11te trapassare da.I• l'uno all'altro, da un .t cl-tsse ad un 'altra secon – do I' atlivi tà, 1-t forllma, l'ingegno, l'.1ccorgimcnto o la malizia di sciascono. Condizioni queste che dar ann o impulso al for- 1mu si di un,1nuova classe, intermedia tra la:baro • nalc e quella dei contadini : classe di medi e pic– coli proprieta ri e c,\pit.ilisti, che nei dieci anni di dominio frnncese assurge a consider evole prosp e– rità. Le leggi de l 1So6 hanno con tribuito podero– samente a f.tr nascere la borghesia fondiaria, dove le condiz ioni ualura/i lo perm elleva110, nel Mez• zodì. li periodo borbonico . Ritornati fratta nto i 801bo ni, la nobiltà si aç_– calcò intorno al resta urato gove rno pt r spingerlo ad abrog are almeno le sentenze della Comm issio– ne feudale in materia demania le per riavere cosi pa rte delle terre feudali perdut e. Ferdi.11a11do I, pur non intendendo di favori re nelle sue ri.;hieste la classe baro nale a cui era osti• le per tradizione di famigli.i, volle tutt avin 1110 - !;trarsi condiscendent e e nominò, ne_l febb raio 1S15, una Com missione, che dovt>sse riferire intorno alla lega liH, de i princi1-,i addo ttati dall:'1com mis– sione feudale. La nuova com missione :non solo ap provò iu tu tto e per tutto l'operato di quella che I' avea preced uta; ma. dichiarò ~ssere giusto ed utile con– servare le i11i1.ia.te rifo rme; e fece voto che, tolti gli inciampi che ne rendevauo imp erfella l'esecu– ziont:, fosse alacrem ente continuata l'opera di divisione in massa e di riparti zione dei de mani. i\1:1 nessuna buo na inte11zione di go\•crno pote – va sup erare ra pida mente le difiicohà intrin seche del\' impresa. Gli avversar i de ll.i divisione non erano più sol– tan to gli ex -baro ni. i\Iolti di questi, dopo il 1807, nveano alienato le loro terre o le avevano dat e in affitt o a quei borghesi che avev:1110 raggranellato qual che soldo nel fort unoso periodo francest>.Que • sti borg hesi, pertanto, si erano sostitu iti alla classe feudale, non solo nel possesso dclln terra, mn an– che nelle contese tuttora aperte per i denrnni colle università, o come diremmo oggi coi Comuni. Molti frn gli ammini strat ori de lle 1111iversitf1, o per tornaconto personale, o per riguardi cli parent ela, cli ami cizia, cli clientela, amd chè difende re gli intere~si del Comune, abusa rono del loro potere, perchè la legge 11011fosse eseguita o lo fosse in da nno de l Comune. Molto spesso, con la co mplicità deg li uOìci d' lntent enza , si al– teraro no i <.:alast i, in modo da all ribuire nl Co– mune una estensione di terreno minore della rea– le; e qu ando q uesto non fo possibile, si asseg nn– rono nell.1 ripar tizione al Comun e terre del tutto incoltivabili, che avrebb ero dov uto far pan e del demanio di Stato. Nè 1>iù spedita pro cedev a la quot iz1.azione dei de 111. 11i; cont ro la quale, oltre le \ 1 ecchiet.li0icollà, si oppo 11eva110 le ost ili!;\ e tutt i i cavilli curiale – schi dei nu 0\'i propr ietar i borghesi, che avea n ripreso il vecchio siste ma delle occup:i1.io 11inbusi– ve, erige ndo, simili alle an tiche di fese , dei con fiui in mur o a secco od .i siepe, o si servivauo dei de– mani come pascolo gra tuilo per lt: loro gregg i. E dove la quotizzaziont: avveuiva , 110 11 ost.iute le pene commi nate dalla legge al quoti sta ci1e avesse lnsciata incolta la terra per tre ann i con – secutiv i, o che In vendesse od ipotecasse prima del ler miue prescrit :o - che il go\·c ruo borbonico elevò Ja dicci a ven ti nnni - , molte quote conti • ,rnaro no a sco mparir e, riasso rbite nel dema nio, ovve rl.l vendute o ipote cat e o cedute ai ricchi con u11aforma spec i:lle di contratto dt:110anticresi, per il qu:1le il creditore invece di iip etere i suoi di– ritti sulla. terra, li faceva , 1 alere sui frutt i <lella terra. Biblioteca Gino Bianco Ancora nel 185i il Bianchini scrivev;i che le con– dizioni della terra nel l\Ie1.zogiorno ern no, d.:tl plinto di vista econom ico, quelle stesse dd l't'poca fc:udale: e non cambiamenti di cultura , nè aflran• cnzioni ; la di\•isione dei dc ma11i è ap penn in i– ziale ; e di pili quei demani che spe llano .ii Co– muni 11011sono in g ran i>arte suddi visi e giacc io• no in condizione rov inosa >. l\leulre si sostituiva agli ex feudatari nel posses • so delle terre tutt ora contesl.tte da i comun i e nd– \e nuove usurpa zioni di be ni demaniali, la 11uova classe socia le dei e gala ntuomini > a!.pirava anche alla conquista del potere politico per nssicurar si 1111 pili rap ido svilupp o interven endo nella reda • zione delle legg i, dt:i trattat i com mer ciali, delle tarifle dog anali. Gli inst>gname nti frances i ; i dif– fusi prin cipi di libertà e di eg llag lianza ; i ricord i del 1>eriodo muratti ano ; tu tte insieme qu es te ra• gioni e quest i se ntimenti generar ono nella nuov.i classe socialt: un a gra nde irreq u!etczza <.:ht:si ma• nifestò - come è noto - col diflondcrsi delle sè t• te dei carbonari e con molteplici tentativi rivolu– zionai f. l\1.1 i e ga laut uomiui :t, se od iavano il gove rno, erano nlla lor volta fatti segno all'odio grande dei con ladini, ai quali tcglie\•an le terre , ni q11;1li ostn– co l,wano l' es ercizio degli usi civici, e che face– vano lavorar e per salari cli fame. E come prima il mou-ircato si era op posto alla feudali tà insolente atlegg iandosi a difensore degli inter essi dt:I med io ceto, cosi ora raflrcna le in– qu ietudini dei patri oti e dei liberali eccitando, con vaghe promesse di divisione di dc:manl e d1 bot– tino, l' odio e la cupidigia delle plebi rurali. E molto facile gli riesce il gioco , in quant o i contadin i, pe r un fenom eno caratt eristico delle masse ignora nti, pur odiando i gnlantuomi– hi ed il go verno e In legge - nel cui nome sono tassati, multati, conclanna ti quand o vogliono esercita re gli usi civici sulle terre che sanno per tradi zione essere clemaniali, - tribu1,1,no fede cieca alla parola del Re, lontano, inaccessib ile e però giusto e buono. La crisi del 1848. La crisi scopp ia acuta tra il Feb braio e l'A prile del 48, quando og ni classe sociale interpr eta a modo suo il movimento rinnovatore, che par te da Parigi. I cont adini occupano armata mano le terre , su cui h,111110 o credo no <li ;i,vue de i dir ilti; rove– sciano i termini ; , 1 oglio110 vede, e i titoli cli pos– sesso ; e molli ne distruggono. li l\'liuistc-ro Tr oya, che ;1vea a.:;sunto allora il potere , pubblicò il 12 Apri le 1111n circol.ire con la quale, tlopo ave r ·deplorate le miserande condi– zioni dei contndini e fatt o ragione ni lorc,secolari diritti sui fondi e già Stati c\emnniali >, notific:\\'a alle aut orilà ed ni cittadini che il go verno avreb– be sos titu ita la propria all'azione de i conladini; imponeva a questi di desiste re dalle violen ze, agli Intendent i di recarsi sui luoglli delle co ntese , di verificare i confini e di stende re 1111 verba le di tutte le verifiche, alle quali avrebbe ro do vuto clai'e esecuzione imm ed i::ita. Fu questa la lnmo sa circo lare Conforti, defi– nita per e comunista > dai e ga lantuo mini >. E restò lett era morta , poichè il go\•em o centrale non aveva. la forza di eseg uirla, e gli Intende nti e le guardie nnzio nali, tutte e gala ntuomini :t, non uc avçvano In volontà. E la qu e:s1ione ciema11iale conti nuò , <luraute i torbidi del 48-.~9. a suscitare tumulti nelle mnsse , cd a spiugc rc verso la rea zione, la borg hesia pro – prietaria, senza fare mai 1111 passo inna nzi. Nei suoi tentati\'i di a~c.:endere a forme più nlte di vita politi c.'l ed a più libere istit uzioni , la que• stione demaninle fu, per la socie!.\ del ~apole ta· no, la \'t:r:\ cate na del forzato. Ed :111co1anel 1857 Cado Pisacane cadrà tra– fitto dai trid e11i, mutilato dalle falc i elci coutad i– ni di Sapr i, vitt ima incolpevole dell'odio, che lun– ghi nnni <li mise ria senza nome e d i sfacciate pre – poteuze nveva no accumulato co11t10 i e g,1lnnt110- mini 1.1 11cll'anirm1 delle mas'ie mm li. E buoua par•e clella os:ili1:l., che dopo il 18f}() sentiro no i contadini del :'llezzocli contro il nuovo regime na– zionalt•, 11acq1:e dal st ntime nto che ;l\'e\•ano e~– sere il nuovo II Rc: galantuomo II il e Re dei ga- l.intuo mini ». I DA GIII SAI.lllrnT I. Si prega no quelle persone che ricevono il gio rnale e cbe non intendono abbo~ narsi, di volerlo respingere , se n za sta c• care la fascetta. Le nostr e spese militar i, Seco nd o le cifr e che Gino Borg att a pubb li..:a., in un SU<' n.rticolo u Le spese mi/i/ari e l'econo'– m ia na:;iouale II ne l gionwl e // sole cli Milano (Num. i2 del 2.i-25 nu,rzo 1913) tali spese sa– rebbero am montate, in Italia : Anno '.'lllioni Lire l'ropouio nc 1872-;6 2.p ,40 100 1876-82 ? ? 1882 87 357.68 1.18 1887-92 469,7+ :~ 1 89 2 ·97 1 105,75 18~n•1902 ? ? . 1902-0 7 .p 7,g6 1 73 19 0i·o8 466.30 1 93 1908- 9 512,6g 21 2 1909- 10 544,02 225 1910•IJ 6'q ,8z 2 59 19 ·11-12 5g6,22 2 47 Ar-.c10 1.o G1ov,\NNOzz1, gere u/e.,-esponsabile. Firenze . Slab. Tip. Aldino, Via dc' Renai, Il - Tel. 8-85 GIUS. hl\TERZA & flG!JI- Ba~i 1 E DI TORI NO VITÀ: BORGOGNONI A. - cr>iscipHna e sponta.– r1cità ncll'Mle. . Saggi letterari r.tccolti da B. Croce. (Bibl , di cultura moder,11., n. 66) - Un volume di pagine XU.324. , , L. 4.00 Adol(o Borgognoni, cost:rntc asser tore dcl- i' idc:tlc letterario che riconosce il valore della tradizione come disciplina e dcll:1. spontaneità come vita stessa dcll':1.rtc ,·cr:1., è imme ritamcntc C3duto in oblio molto presto, come imm:1.tura– mentc mori. L'ammi r:1.zionc per il pensiero di Francesco Dc Sanctis non ha impedito a B. Croce di ap • prcu:are cd :i.mare il l~ ~gognoni, che dc)!' ind!– rizzo estetico e dcs:111ct1s1:1no ru :n-vcrsano, po1- chè il Borgognoni fu c~li medesimo nobile esem – pio dcli' ideale lcuern no d:i lui patrocin:no nella sua pros:1, che h:1.s:ipore cl:issico cd è insièmc :iffatto viv:1 e modcrn:1, ' Il Croce h:1 \'Olnto perciò ripresentare agli odierni lettori in questo volume p:irecchi saggi ~t~n:!·•ri~~:~~it;~~~~r~1a!;~~~u~~t\ ~~t, iJ~~J~, ii~t~ bisogna sempre far v:ilcrc, ma sopratutto oggi che da pili parti s':inc rtc lo spasim:inte e ,· :i.no conato a rompere ogni sorta di tr:idizionc e rag– giunaerc una fals:1spontaneit:i dell'arte mediante il co~i.detto « \'erso libero » o fa presa senza sintassi o :1ltrctt:1li :trtifiiii. li ,•olume contiene I s saggi criti'ci, dei quali quello su / rolori 11riproverbi è inedito e tr:illo d:1 un:i lung:1 lcttc r~ a C_orr:id~ Ricci, e in ap_– pendice, qu:ile saggio dei ,·crs1 del Borgogno ni, li cn11todrllo sbmliglio, componim<'nto semischer– ,:oso e critico. HEGEL G. G. F. - Linea menti di filoso fia del diritto. T rad. di F. M cs.slnco. (Classici detta fUoso(i.1 moderna; n. J8) Volume di pagine XXXII -408 • . • . · . . I.. 8.00 li pili ricco e profondo libro di etica che possa 1: lcnnersi è quest'opera dello Hcgcl, che col titolo <li°~ilosofia ,lei l) irillo. e!:\ completa fa tr:1.ttazione non solo del diritto, ma dell:1 mor:ile, e: gett:1. lnme Sll tutt i i problemi qm creti dell:1.vita so– ciale, cconomic:1 e politica. '.\'on mai tradotta in francese, e tr:idotta bcn!,i due \'Oltc in italia no, nel 18.18 e nel 1863; 111:1. in modo :is~ai infelice e i volumi di\'cnt:iti or:1.rarissimi, ess:1.aspctt: 1.,·a d:i un pc11.o una nu ,·a versione comp'et:1.e ac– curata: qu:ilc h:i d:1.t:1 il dotto r .\tc:ss_ineo, ch_e,si i.: valso pcl testo della recente ed111onc cr1t1c:1 di Giorgio 1.asson, m:1 h:i di ass:1.iaccresciuto le note storiche e illustr:uive, e ha fatto precedere il l:i\'0ro da un'ampia introdu zione. .\ll:1 fine del volume si leggono i brani delle lezioni di llcgcl sull:1 filosofi:1 del diritto, che furono pubblicati d:1\ G:ms. Dirigere commissioni e vaglia alla Casa l!dllrh:e OIUS. LATP.RZA l< PIOLI, Bari. Anno V. !9!3 , Rivista di FIioso fia, Slorla e Scienza delle Relig ioni RO\I,\ - V1~ 0P.L 5UUS'\RI0 Sc1u 1u lo di ~cdn 1one: OUOLIEL.'!\O QUADROTTA Somm.1rio del fase . di Gewuiio : BrnNAIU>O V t\l USCO, Difficoltà deli'apologe• tica ,· A. L. L1LLEY, La vita di Gio,-gio Tyr– nl; A1uuG o L1-:VAS1"1, / Fra ticelli ; Bolletlln l: L u1G1 SAL\'ATOl <EI.LI , Sciewm delle Religioni ; Idee e fall i : Sp tt·ito e aut orità in religione, se– condo E 13011/roux; Cultura e scellicismo; Precursori del moder nismo nel Riso rgime nto italia no ; !I 1.mlore sociale del ' islam in .-1/rt– r:a ; Le cillti sacre del/' Isla m ; li Cristiane– simo nel Giappone ; Per una Biblioteca di Scie 111::c n:ligiose; La morie di Baldassare Laba11ca - I Libri • Cronaca. Somm,1rio dc{ fnsc . Febbraio-Marzo : LUIGI S,,1 VATOitr.1.1.1, Gli studi religios i iu ilalia , ropu·a di Baldassar e labauca; P. F., L'opera di B. Labauca in/omo a Cristo; A :-GEI.O CIH..:)l'I, La " Viia Eterna 1t • Ol!ICU!I• slo nl : P. Au :ssANDRO G111G:-o:-1, "Uu mu est ncctsst,rium" - Idee e Fa11 : L'm,ima e il cor– po; In memoria di Gio rgio Tyrrell; Modu ·- 11is1110angli cano e roma no; Senta ,; la chieso e la poh!ica in 1111a pastorale di Bo11omttli - I Libri - Cronaca. CONDIZIONt l)'ABllONAMENTO: Italia : Anno Lire 8 - Semestre L. 4, – &te ro : ,, " JO - ,, 5,5 0 Un fascicolo: Italia Lire 1 - Estero Lire J,25

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