L'Unità - anno II - n.16 - 18 aprile 1913

L' U N I TÀ IL CENTRO DEL PROBLEMA(!) I. - Per disciplinare la discussione. Capir e ed agir e. Mi 1,cnn ctta il Valente di esse re di op inione ,del lutto diversa d alla sua. La discussione su– . scitat n clal S:wc lli non è punto inutile. • C;1pirc sempre meg lio ~ può certo volere signif 1rnre nient e nitr o che criticare, ,1nalizzare, esaminar e, classil'icnrc, per ritornnre a crit icare, anali zz:uc, esa minare, clnssi ficn re di nuovo, sen – za stnncarsl mai di ,, capire sempre meglio)), e in questo esercizio purnmcntc intcllettunle esau– rire tuttn la prop ria attivit:\, e non conchiuder e nulla nell'azi one prnti ca. Ma ch i vuol "agire sempre meglio II non può, non deve rinunziare a • C:lpirc se mpre meglio", do nde viene, dove vuole andar e, in nom e di quale ideale si muo\•C, con qual metodo d'azion e intende realizzare il suo ideale. Appunto per aver voluto agire ~cm:a rielaborare continuame nte il proprio pen– ~icro, troppi vecchi socialis ti sono naufragati a poco a poco nelle contr ,iddizioni, nella insin– -ccrita, ncll' oppor tunism o praticone, antiso cia– lista e antidcmocr:1tico. E l'esame, a cui il Sa,·elli ci ha invitato, non contrastn col nostro deside rio. d'azion e: può anzi J?;Uidarlo e sor• regger lo. A pntlo, bc ninteso 1 che l' Unità con– tinu i frattanto lo stud io dei prob lemi concre ti, cioè continui nd li ngire se mpre meg-lio 11 1 pur cercando di 11 cnpire sempre meglio II i motivi, j , fini e i metod i della propria azione. Riformisti o aa: looallsU? l nvitand ->ci n. chinmarci naziona listi... a modo nostro, :mzichè democra tici o socialisti. .. a modo nost ro, il Savclli non t i propone un semplice cambiamento di nome senza conseguenza: ci propone di prendere allo con quel cambiamento formale di un profondo mutamento, che egli afferma avvenuto nf"lla nostra coscienza politica, ·affinchè noi possiamo agire dn ora in poi con maggiore consapevolezza e coerenza, e quindi con maggiore efficacin, nel senso del supposto nuovo nos tro orienta.mento spir ituale. Quando il dircuore de ll'Unità si afferma sem– pre li riformis ta 1899- 190111 1 benin teso a modo s uo, e si rifiutn di dic hiarars i naziona lista, per quanto n modo suo, egli intende afferm are che con le critiche eia llli dire tte continuam ente con~ tro la praHca dei riform isti egli non pensa niente nCfrillo di rifiutare In leo,·ifl , cioè gl'idtfl/ i e i metodi del sJ~in lismo riformis ta. li Savell i, invece, si afferma " nazionali– sta ,,, sia pure m"azziniano, cioè a modo suo, perchè nulla della vecchia teoria riform ista è rimas to vivo nella sua coscienza : att raverso il fal11111t'ntodella pratica riformista egli vede il fallimento anche dcli' ideai, e del mtlodo rifor– mista. Avendo perduto, adunque , ogni fede in -questa teoria, e non avendo mai creduto nè cre – dendo oggi alla teoria anarchica, o alla socia– lista-rivoluzionaria , o alla clericale, o i11la mo• dernis ta, ma trovando si più vicino alla teoria genern lc dei nazionalisti, egli non esita a di~ chiararsi nazionalistn. Solamente , egli ha ripu– gnanza per la volgnrità rellorica e per la spac– conaggi ne leggeronn e buginrdaccia di tcoppi nazionalisti. Perciò sente il bisog no di dirs i nazionalista a modo suo, come il Salvemini si dice riformi sta a modo suo . E in alcune, in parecchie, maga ri in moltis– sin;e azioni concrete, il Sa.velli e il Salvemi •ni 1>ossono nccordn rsi. Ma le so rgen ti prime delle attività politiche sono diventate del tutto di– vcrs<, per non dir e oppos te. E questa opposizio ne di aspirazioni iniziali non può non portare a prop ositi e a metodi di azione oppos ti. Il direttore dell'Unit,ì è uno scismatico del socialismo, dc] .riformismo, della demo crazia, ma res ta sempre ostinatamente sui margini dei par titi dem ocratici, e l'Unità si sforza cli richi:unarc i part iti democra tici ad una nuovn nzione concreta, meglio coerente cogl' i– deali democratici e per ciò meglio contrastant e con l'azione dei partiti conservatori e dei na– zionnlisti. Il S:ive lli, è in fondo, diventa to na– zionalis ta; solo, ripug nnndoli la pra tica dei na – zionali sti l:: costre tto dalla sun coltura e da lla sun finezza mornle n dichhtra rsi scismat ico dal naz iona lismo nell'atto stesso in cui aderisce alla - teoria nazio1rnlisiica. Ma se dir ettore dell'U nil<Ì fosse lui, è certo che il nostro giorna le non cam– minerebbe più sui margini della democrazia, ma sui margini del naziona lismo: cioè cerch e– rebbe di riformare In prnlicn non della demo– crazia ma del nazionalism o, in nome degl' idcali (1) Pubbl ic:h amo latie111e quuti dae auicoli, che sooo stati tcrittl conte111pon,num enle o indipc11denterrien1e 1'11110 dall'a l– Ho, o par h-.nnO 1S1olleidee comuni. Quuto puallel:smo ò au,ai 1i111ific.auro, o fon o ind ca il punlo tu ciii dovrecbbeto C:OIICClllr&Ui pi6 ,pec:i.1lmen10 lo di•c:uui oni. e elci mtl otli non di 1111:1 .. vera democrazia •, ma di un II vero nazionalismo•· Per il Savclli è inutile continuare a pe rdere il tempo a voler rinn ovare la pratica dei par– titi dem ocratici; quella pratica non si può rin– novar e, pcrch è è l'effeuo necessario di una teoria sbag liato i la virn è fra i nazionalis ti, i c1tiali hanno alm eno un:, teori:-i buon o, anche se la loro pratica è cattivn i e perci ò bisogna che i u mig liori n democratici , cioè <1nclli che si cre – dono tuttora clemocrntici, ma sono in realt .; na – zionalist i buoni, t1bbandonino i pnrtiti democr a– tici e si uniscano coi nazio1rnlist i u migliori 11 per costituire un nu ovo partito , che sarebbe il par tito nnzionalistn vero, il II m1zionalismo maz– ziniano • contr o, il social ismo. Per il Salvemini, invece, e per noialtri che ht\·ori:uno più continuamente con lui a ques to ~iornale, la teoria nnzionalis ta è sbaglia ta, an– che se la pratica di alcuni nazionalisti " mi– cliori " si avvicina di molto alla pratica di quella che sarebbe la democrazia a modo no– stro. Per quanto i partiti democra tici sieno de – ge nerati e diso norati, solo un movim ento u neo • democratico" può riuscire utile :11 nostro paese; dunque bisogna far propaganda fra i parti ti <lemocrutici, i quali hann o nlmt:110 una teoria accettabi le del movimento socinle, e solo de – vono ess ~re costrelli :id agire con mngg iore coer enza con le h:,ro teorie; i naziona listi "mi – glio ri n non sono che 1rnzonali sti n incoeren ti ", buoni democratici se nza sape rlo, che farebbero b..ne a rende rsi conto che il loro posto non è fra i nazionali sti, ma fra noi, a susc itare il m.0• vimento u neodemocrn t,co •· Riprendend o l' immagin e del nuolo, il Savelli non s• interessa in nessun modo della teoria del nuoto, n~. vorrebbe che in attesa di trova r la teoria noi sme ttessimo di nuotare: egli trova che l'Uni/ti nuota bene, <'ioè tratta bene i pro – blen1i rcalrnente im1>ortanti dcli' Italia d'oggi, e vuole che continui: solamente vnol sapere in che direzione deve essere discip linato il nost ro nuoto. Domandand o • chi siamo ", egli viene in fondo a domnndore: • Su quali forze facciamo conto per renlizzare le r,formc <la noi studiate? In compagnia di chi vogliamo opern re-? u. La ques tione di parole, insomma, è una ques tione· di indir izzo praticc.,. E dietro alle due diverse formu le, pnlpitano due div~rse , concezio ni del mov imenlo pol itico e socia le, li centro della disc ussione. Scriv eva il S:wclli nel suo primo articolo : • Dal primo numer o ad oggi dc ll'Uuitrt, io non trovo mni che il nostro punt o di vist:l sia quello della class e; ma semp re, il nos tro punto di vista è l'intere sse generale, l'mtcresse comune , la difesa nazionale, l'interesse insomma della nazione, nella sua unità d' interessi mora li e mat er iali (spi ritunli anche questi ultimi}... la an ione adunque. Dov'è il socialismo?" (Unità 7 marz o). Rispondeva il Salvemin i, riconoscendo che l'int~resse nazionale fosse sempre stato il cri– terio dir ettivo clell'U11ilà, mn protes tando c.ontro il signifìcato 11 schematicamen te cd arb itraria– mente co11tr11dillorio ", che il Savclli, a somi – glimn:m dti 11<1.aio11ali sli, attr ibuisce ai termini u nazione II e n classe" , e negnnclo che esista u un':intit es i irriducibile fra gl'intt:ress i nazio– nali e c-1'interes si della classe lavoYfllrice" ( Unità, q nrnrzo). t.. il Savelli ritorna ad insistere : 11 Nel la\•oro dell'Unihi un v.,lore è stato ber. nettame nte af– ferma to: il valore della nazione, ne' suoi inte – . ressi ge r\ern li concre ti ed unitari •, contro il partic olarismo socia lista ; nella que stione di Tripol i i socialis li • non ,·edcvano se non i cosi detti interessi proleta ri•, mentre l'Unità ve– deva - qunlcosa di più e di diverso n, cioè Vin– teresse della nazione, clisconosc::iuto da l sociali – smo (U,!ilà, 4 ap rile). E il Salvem ini ritornn a ri1>eterc che la lotta contro il parli colarism o condotta dall' Unità è lottu, non contr o il socialism o, ma coJitro la fal– sificnzione e la clegenernzione del socif1lismo 1 ed è fattn con intenti oppos ti a quelli ciel naziena– lismo {Uuil<Ì, 4 april e); e potr ebbe ripetere per la millesima voha che nella questione di Tri– poli non bis ogna fare a cer ti socialisti l'onor e di riconosce rli tut ori dcli' inter esse parti colare della classe proletn.ria contro la 1101.ione,meatre con la loro opposizio ne tard iva e insinc era non han fatto che infischia rsi e della classe lavora – trice e della nazione e pro\'\ 1edcre o credere di pro vvedere ai soli interessi elettoral i de i grup– petti e pseudo operai ad essi piil vicin i. E la disru ssione continuerà inut ilmente all'in– finiJo, e il Valen te an ebbc ragione di esse rne stufo, se i disputanti non si decideranno ad as• 1noBianco salire risolu trrn1cnte il nodo centrale della di– ~puta. ~ È prop rio vero, come pensa il Sa,·elli , che 1·01 promuo\•ere l'or,anizzazione e 'l'el evame nto economico , politico, mornle della clnsse lavora – trice col metodo della lctu di classe - chè in qu e-sto, e non in altro, consiste il succo del so– cinlismo - si danneg i;i:1110 gl' interessi della nazione? Oppure si posso no tut ~lare contempo – ran eame nte i diri tt i della classe lavora trice e gl'int eress i della unzione i nnzi, come pensn il Sa lve1hini, non si posso no promuovere gl'int c– ress i della nazione, se nza prom11ovcr9 i diri tti <lt:11:lclasse lavora tr ice?" · Ques to, 8C non 111' ingnnno, è il pu11c/11111 sa– licns tla supernre prima di procedere oltre . E solo per indi carlo e nelln speranza di discipli – nare cosi un poco la discussione, ho preso la AGRIC OLA. Il. - Collettiv ismo e lotta di ~lasse. Se dopo sedici mesi di vita nessuno può or– mai solle vnre elci dubbi su qutl cltt vogliamo, temo che neppur questa volta, dopo la nuova di~cussione provoca ta dal Save fli, noi riuscire– mo a definir e con precisione quello elle siamo. E non vi riusciremo, perchè 11 nostro giornale è sorto nppunt o dnl bisogno di trovare un orien– tamento nuovo in 1m momento di crisi generale de i pnrti ti, da cui più o meno siamo tutt i tra – volti. Ma in ogn i modo, cli tratto in trn tto, un rit orno su sè stessi ed un se reno esa me di co– scienza non sono cer tamente inut ili. E per noi specia lment e, che formiam o - per cosi dirt: - I' ala sinistra <lei gruppo ,milnrio, può esse re op– portuno di rispondere al dubbio sollevato ora dal Sa, •clli, ma che è da molti mesi nella mente di tutti: se, cioè, l'indirizzo assunto dal nost ro giorna le sia in contrad dizione con le idee che abbiamo professato per tan ti anni, e se noi pos– siamo ancora se ntirei e chiamarci socialist i. Per risolvere questo dubbio è necessa ria - almeno da part e mia - una confessione, che potrebbe valermi la scom unica da parte di molti vecchi compagni. Se per essere soci:1lis1a bisogna rinnegare il concetto cli nazionalit:\ e giurate ncW avvento pross imo o lontano del colle ttivismo, io non ho mai avu to diritto a quel nome. Ma effetti vamen te io credo che la maggio r par te dei giovani, che son venuti nl socin l1smo pri ma del 'g8, vi siano stati tra scin:iti .per un:\ parte dal fascino di una filosofia della sto ria, che clava al corso delle vi– cende um:me il c;,rattcrc di um, logld tà spie tata, e permetteva, o sembrava permettere, cli vedere a trav erso l'esteriorità e le ideologie dt:i par – titi i \•cri moventi dalrazionc politi ca; per l'al– tro, dalla convinzione profonda della giustizia e della necessit:\ tiella lotta di classe, che non rappr esen ta affatto il tri onfo dell'egoismo ma– terialis tico eJ antinazi onale, ma il primo svilup– po del sentimento di solidarie tà fra gruppi di uomini, che acquis tano la coscie nza di una co– munanz a di intere ssi. Molti cli 1101 vennero allora al socialismo non dalla democrazia, ma in odio ai vecchi par– titi liben1li e dem ocratici, nttratti nppunto dal sonio di sincerità e di schietto ideali smo, che il cosidc tto materinlisrno storico e In propaganda di una coscienza di clnsse portnvano in sè , in per fetta nul itesi con l'ipoc risia delle vecchie ideologie libcrnli e democratiche des tinate a co– prire il più cinico aflnrismo e il più intollerante spirito di sella. D,1 allora nd (1ggi troppe cose sono mutate in noi e fuori di noi. Il movimento operaio, dopo la c::onquista della liber tà e di migliori salari , sembra aver perduto ogni vir tù rinnovatric e. Il par tito socialis ta ha voluto in troppi luoghi es– ser l' erede cd il continuatore delle vecch ie sètte democratirhe, e ne ha acquistato tutti i di fetti e tutte le debolezze, Ma nonosta nte le delusioni ed i dubbi che ne sono derh •ati, il fondamen to teorico della nostra conce.zione po!itica resta tut– tora il medes imo. Nel giuoco della politica noi seg uitiamo sempre a vedere un urt o od una combinazione di interess i di clnsse; e nella for– mazione di una coscienzn combnttiva nelle clas si più opp resse e dimentica te, noi ved iamo sempre l'arma migliore per combntt cre i pr ivilegi, i pa– .ra ssitis mi e gli abu si, e per dare un nuovo in– diri zzo, ncll' interesse di tutti; alla politica del nostro paese. La campagna (orlurwta de l Salvemini per il suflragio unive rsale, e In lotta che oggi egli_com– batlc in Puglia, derivano direttam ente da que– sta convinz iom· della necessità della lotta di classe . fo vorrei che il Savclli, allontanandosi dai gruppi operai privilegiati del por to di Genova, venisse per un po' di tempo quaggiù al con– tatto con le masse dei lavorn tori dei camp i a partecipare un poco al nostro la\·oro. E so n cert o 283 eh' egli senti rebbe rinascere la sua fede nel me– todo del la lotta di classe, e che nella solida rietà di questi rudi contadini, inslaurata anche in no– me di piccoli inlercssi immediati, egli vedrebbe con noi l'a rma poderosa dn con tr:ippor re al po– litic.."l.ntismo retorico de i • galan tu omin i •, che parlan o ad ogni occas ione della gra ndezz a e dcli' avven ire d'It alia , Non possiamo escl uder e che anch e qu;iggiù, dopo un periodo j)romctten tc di ris veglio, non si debbr1 andare incontro alle delusioni, che si ~on a\'l1tc nelle regioni inqu stri nli del nord dopo il 1903. Ma nel momento attlrnle è so lo il metodo della lotta di classe che può condurc i al risu l– tato immediato , a cui noi miriamo, di costringere i poteri dello Stato a pren dere in considerazi one i problemi deli'ltal ia pover:.1. Ed anche più tar– di, quando, accanto ai 500.000 organizzat i, che formano oggi per molli socialis ti tutt o il prole– tariato italiano , si si,ino affermati gli altri mi., lioni di lavora tori ancora asse nti del tutt o, sa rà finalmente sperabile che cer ta politica di pri vi– legi, di monopoli, di parassi tismi operai si renda necessa riament e insostenibile , e che il mo\limen– to operaio riprenda la sua funzione benefica di stimolo ali' att ivi là ed al mig lioramento cli tutta la nazione. Ma basta ormai la sola fede nella legittimità e nell'ut ilità del movimento della class e lavo– ratrice per definire un partito od un gruppo po– litico? È qui forse il cen tro delln questione e la cau– sa principale della crisi del pnr tito socia lista . l\fa è anche un pr oblema che supera le mie forze e che aflìdo nd altri meglio agguerriti di me. G L UZZATTO. La bacologia di Stato. I selaiuoli italiani si stanno accorgendo a loro spese del cattivo affare che hanno ratto, vendendo le loro antiche cd onorate tradi– zioni libero scambiste pel magro piatto di lent icchie offerto loro dal Governo col e Con– siglio degli intere ssi serici ) e con qualche cent inaio di migliaia di lire all'anno per pro – muovere la bacologia di S1ato. L-i legge del 6 lug lio 19 1 2, giunta in porto dopo essere stata sgravatn de lla ingomb rante zavorra dcli' < Istituto Serico ».stanz iava, nllo scopo di co nciliare i seta iuoli italiani ali ' idea ·pe r essi ostica del protezionismo industria le, un fondo annuo iniziale di circa 800 .000 lire, da eroga rsi, sentito il « Consiglio degli in– teressi serici ». Orbene. questo Consiglio non è ancora stato costituito, con grande delu sione di quei setaiuoli che aspirano a farne parte. La guerra libica ha forse inghiottita questa con tante altre buone o cattive intenzioni del Governo itali ano. Il Mini stro d'agricoltura, industria e com– mercio, dal quale il nuovo Con!-igllo Supe• riore doveva dipend ece, ha con la nota di variazione al bilancio in corso 191 2-9 r 3 pro, ,– veduto a distorn:tre una buon:1 parte delle som me, che la legge del 6 luglio 191 2 ri , serva alla cura de i malanni, dn cui è arretta la patria sericoltura. Non co nten to di ciò, il Ministro si è pure preoccupato dell'avvenire; e col recen te di• segno di legge pel Ri ortli11ammlo dei se rvizii a cui sopraintend e, applica diver samente in modo con tinuato annue lire 23 r .ooo sottratte ai fondi accordati d~lla della legge . Si capisce che nella classe dei seta iuoli ita– lian i è grande e giustifica to il malcontento pro dotto da que sto so mmario procedere di S. E. il ~linistro Nitti. 11quale ha anche mostrato il s110scarso riguar – do pei filandieri e torcitori serici italiani, chia – mandone uno solo .1 far parte della Comm is– sione per la revisione della T:iriffa doganale . E nvendo questo indu stri ale declinato la nom ina per uno scrupolo di delicatezza che persona lmente lo onora, il Min istro non ha avuto premura cli sostituirlo, per modo che ora nella Commissione doganale non è rap – presentata - forse pour cause - la mag– gio re indu stria espor tatri ce nazional e. I miei colleghi selaiuoli hanno non una, ma mille ragioni d' indignarsi e di prote stare pel poco con to, in cui è tenuta la loro grande indu stria dal Go, ·crno se mpre cosi tenero e cosi sollecito delle minori industrie. i\'la essi hanno a,•uto il gra vissimo torto di lascia rsi adescare dalle moine governa tive e di credere che il Mini stero e il Parlam ento

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