L'Unità - anno II - n.16 - 18 aprile 1913

282 che non apparti ene come il grano alle derra te mangerecce e perciò non sarebbe genere di pri, ma necess ità altr o che pe r i sider urgici e pe r i loro ope rai. Qua nto a quei rivoluzion:iri, che nel convegno della Confedcrnzione si so no rive lati a un tratt o libe risti intran sigen ti e sviscer:u i ....per tutto il mondo, r.oi condiviJ iamo piename nte lo scetti– cismo del nostro ami co :0.lug. J-\ssai meglio ci ass i::ura, per se riet:'\e sopratutt o per sinceri là, la prudenza di chi per ora lascia star trn nquillo il pro letaria to di tull e il mondo, e !';i contenta di ricorda re il propri o dover e, nd limiti della ra– gionevo lezza e <lclla possibi lità, al proletariato della sola Italia. L't iXITA . Pr otezion ismo tessile e industria del vestiario. Fu notal o in F'r:i.nciu che il rinc.iro artificiale dei tess ut i compr omeu e,·a l'i ndu stria de ll'ab – bigliamento, la <1uale nelle molteplici sue forme può dirsi l' industria francese per eccellenza e procura al paese ricchissima ma teria di scambi , occupa ndo una ingente par te della popolazione opern ia. Sebbe ne in proporzione minore , lo stesso potrebbe dirsi per l' Italia, dove si rivelnno in .simili intrnpr cse molte delle qualit U caratt eri– stiche degli imprendit ori e delle maestran ze frnncesi : ingegno alacre, gusto ar tistico, Hbilit:\ di lnvoro. Ln perfelln eleganza degli ;ibiti ma· schili confezionat i dai sa rti dell'It alia centrale e meridio nale gode fra noi d'un a meritata rino– manza. Ma cer to non conferiscon ad es tenderla cd :i[:e,·olarne lo sfrutt :1mento 1 gli ostacoli posti ali' impo rt:izione delle migliori stoffe dell'est ero, con singo lare :rnmento di costi per gli abit i pili fini, che dovrebbero rnpp rese ntar e (anche in grnzia dc li' imponente concorso di ricchi viag– giatori fort-stieri, i quali potre bbero es;;;ere in– dotti a farsi vestire sul luogo) una 1>roficua spe– cialità della produzione nazionale. Ciò può dirsi anche mf'glio per i;li oggetti di abbi gliamento fem minile, di cui Torino è divenuto centro di espor tazione importanti ssimo. Da una di ligente inchi esta del R. Ispettorato del lr.voro app:-en– <liamo esistere nella citt:'l non meno di 7g8 la– bor ,,tori cli sar toria per signora, la cui clientela, fino a pochi anni addi etro quasi esclusivamente locale o regionale, è divenuta ora nazionale, e si es tende già largamente oltre i confini. Cfr. E. M ,\G IUS I e G. B. A LLA RIA, L'industria della Sllrtor,a per sig nora e le comH:::ioui sanitarie ,ltlle operaie in 1 orino, Roma, 19n, p. 15 e segg . Import:111za corr ispondente hanno acqui– sta to ::altre in<lusttie del vestiario (modist eria, lingeria, confezioni d'ogni specie). Il liber ismo com merc iale, che consentisse di utilizzar e più largame nte e a minor costo una materia pr ima dell a miglior quu.lità e che agevolasse gli sboc– ch i a ques ta produzio ne di lusso, do\"uta alle attitudini specialiss ime de lla mano d'o pera lo– cale::, le prncurerc::bbein breve tempo uno-straor– din ario incremento. (D•II• R1Jo,r11a 1oci11lr). G. P RATO. P remi agli abbo n at i Agli abbonati sostenitori annui saranno inviate gra tu itament e Le Memorie d 1 un can– didalo di G. Salvemini (in vendita dalla Libreria della VOCE al prezzo di L. 1.25), e la relazione di G . Lemair e, S. Afera mo , G. Cena, G. Salvemi n i su La Scuola po– polare inpro'bincia di CJ?.eggio Calabria (in ven– dita presso l'amm inistra zione dell'UNITA 1 a l prezzo di L. I). A gli abbonati sostenitori semestrali sa rà inviata gratuitam ent e a scelta un a delle du e suddett e pubblica zioni. A gli abb on ati ann ui ordina ri, che ag– giung eranno cent. 60 al prezzo delf'abbo– na m ento, o che ci invieranno I' impor to di due nuo'bi abhonamenli oltr e il proprio, sa– rann o manda te: Le Memorie d'un candidalo. A chi ci invierà l' importo di diecé nuo'bi abbonamenti offria mo un abbonamento an– nuo gra tuito all'UNI TA' . Per accordi coll' edito re La terza i due volum i di Giu stino Fortun ato, li Mez· zogiorno e: lo Stai o Italiano, possono essere acquista ti dagli abbonati del!' Unità, che ne far anno richiesta per m ezzo nos tr o, in via n– docene l' impo rto, per lire 4, anzi , che per lire 5. L' UNITÀ Il nostro problema - agrario. (GLI ELEMENTI DI SPERANZA) Il problema dell'acqua. La terra italiana è gcner:1lmt:nte povera, il clima do lce è una leggenda che ha sapor di sarcasmo per mol1a parte d' Itali:1 agr ico– la. /via le terre povere posso no esser miglio· rate d:lil'uomo 1 il clima asp ro può essere raddo lcit~ negli effetti e nelle cause. ~la .+'JCr i mig lioranic-nti agrari è cleml.!nto fondamen – tale e, in un clim a come il nostro, addirit – tura indispen,;:abile il tesoreggia mento dell'ac– qua per scopi agr icoli. I n questo campo l' Italia ha fotto. .. una rnbella statistica, de– stina ta, :1 quant.'.> p:ire :1 restare immut:Ha nei seco li. REG IONl Piemonte Lombauli1 Venelo l.iguri~ ~m,lia ,\laru IRRIGAZIONE IN IT ALIA SU PLRJ,'J C I E Ge,,gr.11!ì;, Piane,J.!Ìlnte J.m,1 ill■rl 2).3r,7 9'i6.11l1 21,0-'\5 1.231.0'-i 21-~,1 1.32s.:t.1i 7.0~J 27.710 20,j0I 1.o86.ti13 eJ Umbrio 19. 111 467.000 7;5. ,95 72J,710 TouanP "·PI l.ulo 12,081 Mfridionn1o lrrtg.11bile t:,t1ri 41.830 11.351 3.000 11dd111iu 35.63:,1, '•i92 6oo 31.07o 331.0.23 ~!~jt,~ 0 :;::~e• 11,)\2 1 18,~5\ 10,.050 '19-518 si,ill~ 25.nJ 59)015 J~•sn 111.000 s.. rJ egn, _: 1 109~9- 7•i05__ 4~ Ton.a.e 2-vihh 11.217.036 1.361.961 1 2(!']-i29 . Q ue,;:te cifre recano uffici:ilmen te la data del ,905 (e potrebbe ro recare quella del 19 1 3) 1 ma in realtà sono omai vecchie d'un trentennio. La ro lpa - intendiamoci - non è clell'u flicio di statistica I La colpa è sopra – tutt o della sc:irsezza di capi tale, è della po· verià mob iliare degli agricoltori, la qua le non • perm~tte le ope re per le irrigazion i e le tra– sfo rmazioni agricole. Il sempl icista natural• ment e trov:t un colpevole d':tltro genere : la in capacità e I' in(er iorità spirituale deg li agri – coltori ( 1) . Tutti i governi accettan o a pien i voti questo ahbi della loro incuria verso I' I– talia rural e. E dopo avere sottratto alle classi agricol e ogn i loro possibile risparm io median– te il fisco, la dogana e molti altr i s1rumenti di immi seriment o, diagno stic:rno tranquillamente una molto comoda e malattia mentale » de – gli agricoltori {form ola dell' on. G iolitti dopo i fatti di Vc::rbicaro) I Impoverimento prog ressivo. Il problema dcli' irri gazione non è che una piccola parte del grand e probl ema idrau– lico nazionale 1 e questo, a sua ,,olla, non è che un aspetto della dis:igiata condizione na– tural e delle nostre terre, aggravata dall'opera o dal!' inazione degli uomi ni. In un paese che prese nti le condizion i tisiche del nostro , stare fermi significa regre dire in senso asso– luto olt re che in senso rel:ttivo. La terra po· vera di viene sempr e pii, pover:1 1 il clima di– viene sempr e più aspro, la malaria diviene sempr e più acuta (potenzialment e, poichè la cura deg li amm alati fa da antidoto alla man- cata cura de l disordi ne natura le). · Vi è una sene di esige nze, che potremm o, dire pre liminari e che s' impongono nell' in – teresse della produzione :tgraria . Chi le con – sideri, scorge tutta una serie cli mali divers i {sterilii :\ della terra, disordine idrau lico, sic– cit.à1diboscame nto c 1 rispetto agli uomini, m iseria, 1ndebol 11ne nto fisico e mora le ecc .), i quali si presentano collegat i in un com – plesso inscin Jibile di mutue relazioni che non permette una cura fram men taria e che, in mancanza di cura 1 reca con sè un auto– matico aggrava mento. La sca rsezza di foreste accresce la sterilità della terra, e ques ta ac– cresce, a sua volta, quella provocando nuov e (1) Vecchio prcgiud i;:io ripe tuto recentissi– mamente da Enrico Rut a (Voce, 3-4-13) in ra p– porto :ti 111ezzug1orno. Se questo prci;iudiz10 non costituisse un grosso ost:,colo ulla 111tel11genza del problema meridi onale, non meriter ebbe l'o– nore d1 cs~cr 1·ilevato. La 1>opoh1zionc agricola meridion ale è ancora oggi hl più b'!rs;igliata dalle :=~~~;i: 1,~lrt~~~f 0 s~:~1\?tc~~s~n::~:;; 1~}::~::i~~l~ uvat orc) e di mancanza di coraggio e cl' ini– zmtiv:1. Ma ess a ha dimostr:1to d1 saper resi– stere::a comli1.ioni anche fi,:5:1ologicnmente sfa,·o – re\·oli (si pens i alla malarta) h:a moslrato di 11011 esser troppo misoncist:1 trasronnanclo parecchie volte le culture , ha affront:1to l'ignoto con l'eroi– smo collettivo clell'em1gr3zione. Una cosa sola non ha s~1puto fare: nbc llars1 :il succhion ismo burocrati co affaris tico-polit1cantc. Cosa essen – ziale! dis truzion i di foreste. La m:1lari:1 deter mina spopolamenlo 1 e lo spopo lamen 10 aggrava la malaria. E cosi via. È tutta una serie di a– zion i e reazioni che tende ad aggra\'are il male. V'è tutt o un compl esso di tristi e isti– ltlzioni > che vrmn o curate complessivamente. Contro !a frana com e cont ro la malaria 1 cont ro l'i nond azio ne e la siccità come contro !ti naturale povertà della ierra 1 non è possibile pro\ •,·edere che con la rico stituzione del ter– ritorio dila\ 1 :Ho eroso franato, con la siste– mazione idrnulica, col riml,o schimento . Ciò signitic:i, in pr.1tica 1 inve stiment o di enorm i capitali . Le magnifiche irr igazio ni de ll:1 pia– nur:1 lombarda sono frullo di fortissime spe – se (fatte spec ialmente ai tempi dei Comuni) : senza di queste le terre della bassa Lombar – dia non :1vrcbbero .ilcquistato quella fertili t.l, ch'è una creazio ne in buona p:trte artific iale. Incognite te cn iche. A part e la questione del capitale, lo svi– luppo agrnrio nelle terre 1 il cui cluna è più tipic,unenlc italian o, cioè nèl Ce ntro e nel Mezzog iorno, è legato all:t soluzione cli un complesso di problemi tecnici pochissimo noti. Il Nord, per le sue condizioni climati– che, ha po tuto trar re proti tto dall'espe rienza agraria dei popo li dcli' Europa centrale e in– sieme avvantaggiarsi della eleva ta tem peratu– ra itali ana. Ma nel Mezzog iorno lin senso lato) si presenta, come hanno not:tto il Cu– boni , il Valenti, il Pra1olong o, tutt:1 una serie di proble mi specifici ancora im mersi nel buio. ~listero per quanto nguarda la bio – logia e la p:itologia delle piante specifiche de l cl11na mediterrane o ; mistero per quanto riguard a le esigenze cultu rali di tali piante ; mistero, almeno in parte, per ciò che ri– guarda le forme tecnich e e la portata eco– nomico-finanziaria della sistemazione dei ba– cini montllni. I critici improvvi sati cianc i:1110 molto fa. cilment e di concimazione e d1 culture razio– ualt; ma non sanno che nel Sud i conc imi addetti al Nord fanno nor malme nte {cioè negli anni di primavera secca) d11ninuire i prodotti; non sanno ciò che s1gnitica colti – vare piant e scientificament e poco note, non sanno tutte le sorprese che la pratic a riserba alla teoria. Nel Lazio - per es. - si è cercato di imitare la marcita lombar dn: teu– tativo vano I I prob lem i tecnici, che si presen tano nel- 1' Italia meridio nale, si prese1,ter:1 1no forse nella Penisola Balcanica o in quella Iber ica, ma non è possibile atten dere i lu1111della concor renza estera. È, appunto per ciò, de– plore vole che non esistano in lt:tlia grand i istituti scientili co•sperimenrali per le ricerche agrari e dir ette a illum inare gli agricoltori, specialmente del Mezzogiorno, sulla miglior soluzione dei proble mi di tecnica agraria . Ed è egua lmente dep lorevo le che l'azione dello Stato in tema di bonific he, rìmboschiment i, siste mazioni idrauliche e in genere in tutti i lavori pubb lici interessan ti l'It alia rurale, sia sem pre fmmmentaria e pochissimo siste ma– tica e non si concreti ma i in len lati vi 1 sia pur modest i, ma organ ici i quali pos!lano serv ire di ammonime nto per l'azione ulte– riore. Il F:1ina ha notato nella sua relazio ne finale del!' Inchiesta sul Mezzog iorno, che la opera dello Stato per le bonifi che meridio – nali deve considerarsi 1 rel:1tivame11te alla spe – sa1 un insuccesso . E il V:1lenti ha gius1:11ne nte osse rvato 1 che se i pochi mili oni spes i inor– ganicam ente, di qua e cli l:'iper il rimbosc hi– mento, si fossero adoper: lli nella sistem:iz ione di due o tre bacini montani soltan to, ques to vi– tale problema tro\ erebbe pm facilment e solu – zione, in quan to sarebbe ro noti da ti precisi sul costo dcli' opera e sull'or gan izzazione più :tdatla alb sua attuazione . L'i stru zione agra ria. In ques to ha colpa il governo, ma ha specialmente colpa tutta l:t nazione che si disinteressa stranamente della propria terra . Questo disinteresse ci è rivelato chiaramente 1bl1oteca Gino Bianco dalla in rer iorit :\ numerica degli studen ti in agraria rispetto agli student i di medicina, di giurisprud enza ecc : il che sign ifica che in un p.iese dov e esisto no tre milioni di pro – prie1ari fondiari e dove b superficie destina ta alla produzione agrar ia e fore!-tale si este nde su circ:1 kmq . 250 ., oo ((e condo il catasto agrar io 263,i 16.07 1 ma la cifia app.ire esa– ger:ita), v'è m:iggior nume ro di per(one de– dit e alle lui :rnzichè di agricoltori deside rosi d i rinn ovamenti :1~rarì saggiamente :1udaci. Ecco dei d,11i poco confort ant i : NUMERO DEGLI IN SC RITTI IN ISTITU TI o INS EGNAM f.NTO S UP E RIO RE Anni Ptt lau,u P<r fa111t• Per laurta l'rr 1,urta in CÌII· in lrne,e '" Kob•ud IIIJ'fUJ·nza mtJi~ina e t,J..,wh..i agni ria 19(161907 !,111 ,1;3 1 I 19') ~10 1go7-J90'i 91'9 1111 1;;1 ~i5 190f 190-J tflJ) ""' 15tJ ,, 1~ 1910 9'J7 1311 "'"' "' 1910-1911 9',5i 1510 llr)'l Sll Qui l:i. colpa non e del governo, il qua le può e de,,e :1cc1escere l:1 ~ot au one delle scuole agrarie, m:1 non può trasformare gli student i di giurisprude nza in studenti d'agro– nomia. I semplicist i fann o un:1 ques tione di scuole e pre tendono meno uni versità e pÌlt scuole d':1grico ltura, ma l:1 veri1:\ è che la scarsa cosc ienza agraria dell:1 nazion e e gli scarsi capit ali di sponibili degli interessati ren– dono superflue le eventuali nuove scuole. Ad ogni modo è certo che anche le inco – gnite tei.:niche, sia rispe tto ai privati che ri– spetio allo Stato, imponendo maggio ri spese, riconducono la ques tione agraria :1 ques ta sua elem entare espressio ne : questione di capitale. Le basi del riso rgimento agrario. Tr ent:icinque anni :1ddiet ro Stefano Jacini, dov endo !-intetizzare la cond izione comples • siva dcli' ltali:1 agricol:i. 1 scr ive\•a: « Se per ricchezza s 1 intendono i doni che la natura porge spo ntanea all' uomo, il nostro è un paese povero ed esaur ito ; se invece dobbia– mo riferirci alla suscettibilità di produrre, attuabil e solo quando l'uomo sa evocarla, mettend oci del proprio, allora non esitiam o ad asserir e che è ricchissima >. I.a ricchezw agricola cl' lr:ilia non può dunque che essere figli:1 dell'op era uman a, ma quest'op era non potrà che avere es to pro ficuo. Qu t.!sta con• traddizione tra il passato e l'avve nire, che tro – viamo anche in G iustino Fortunato , appare illo gica al semplicista. Ma essa non è senza fondamen to . E il fondamento è enunciato in modo sintetico nel mede simo lavoro del Jacini. L'avvenir e agricolo d' Italia - scrive il Jacini - può contare sulle seguenti circo– stanze : 1. 0 La possibi lità d':iumcntare la super• ficie coltivata d' Italia col rim boschimento e le bonifiche (1) : in,p res:1 lunga, costosa ma di esito certo. 2. 0 Possibilit:\ d'applic:ir e alla colti va– zione strume nti piì.1 :1datti, concimi su pii, larga sca la, avvicendamenti pH1 razion ali, mi– rand o specialmente ad ottenere maggior pro– duzione di foraggi. 3. 0 Possibi lità d' aumenta re piante arbo– ree ut ili e or1:iggi 1 utilizzando il sole che ci perm ette mo lte speciali prod u1.ioni rice rcatis– sime olt ralpe, e di estendere l' irrigazione che com binandosi col calo rico , che da noi è tra i maggiori d' Euro pa, suscita prodotti add irittura straord inari. 4 . 0 Possibilità di trar partit o d'una po– polaz ione rurale, che per intellige nza e labo– riosi tà non è forse pareggiata da nessun'altra. li che signitica che, accanto ad alcu ni ele– men ti meramente potenz iali e tu tt'a ltro che incondizionat i, esiste un solo ele mento attual e ed inc ondizionato favorevo le allo sviluppo ag ricolo de l nostro paese : e questo elemento è precisamen te qucll:1 popo lazione rn rnle tant o calunniata dai facili d iagno1-ticato ri dei ma– lanni italiani. Gli altri elementi sono cose di 13 da venire e potranno venire solo se ,·i sarà possibilit:\ e convenienza di spen – dere per essi tutta la somma d'energ ie ch'essi r ichiedono . Di que sto punto ci occuperemo in un alt ro articolo . Nico lò Fance llo. (1) Proposizione che non va presa alla lettera . In Itaha le terre incolte e cohivabili sono, per gran part e, una leggenda. Sono invece una real– tà diffusa le terre male coltiva te.

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