L'Unità - anno II - n.4 - 24 gennaio 1913

234 legitt imar e le pili ingius te conclusio ni, come oggi da alcuni si sos tiene che lpek, Giaco\'a e P rizvc nd sono città alba nesi e perciò non de– vono rimanere ai Ser bi, che pur le ri1.onqui st a• rono col sangue, doman i si potrà sos tenere cht Tr ieste e le altr e ter re irredente non furono o non sono cittt. it;tliane solo perch<' la popola zio– ne itafoma potr à in pros ieguo esse r soverchiata <la altri elemen ti. Ed è strano come gli al• banofili del nostro pae:;e, nel loro favore per mw p iù gr:uid e Alb ;mia , del resto spiegab i– liss imo, non abb iano nvvertito come nella tesi che noi sos teniamo, oltre che le ragion i rispo n– denti ai più san i princi pi de lla gius tizia inter– nazionale, vi è un sup remo int eresse itali ano di non costituir e precedenti ci1c potrc:bbero essere valid amente invocali a nostro danno nell' avv e– nire. I coaflot della ouov.i Al baob . Sembra ornm ai ben chi::irito dalle notizie rac– colle da varie pro venienze, che i confini del nu ovo Stato :liba nese debbano 1'i<mltare da una cosc ienziosa valut azione dei mult ipli cocfiìcicnt i insili al gr:we proble ma, e da uno spi rito con– cili ativo, di cui ogni pa rte in causa bisogna che si mostri unim uta . Alla Serb i~,non dov rebbe ess ere ritolta tutt a la 1iarte che le spettu e che sep pe riconqu istar e col pr opr io valore. Al l\lont enej,:troclo\'rebbe ro esser e riconosciute le ragio ni pe r le qu ali~ neces sario l'nllargame nt o del suo terr itorio semm alcuna m ruomn:,ioue di quello al/ua le. Una diversa sistemazione potreb– be lasciare a<lito a nuove complicaz ioni in un tempo più o meno pr ossi mo. Ad esclude re poi che cosi si verr ebbe a creare un irre dentismo al banese vale:: il fall o del pacifico ada ttam ento al nuovo ordin e di cose dei precedenti paesi at – tribuili al Montenegro per effe tto del tratt at o di Berlino. L'UNIT À La Gr ecia, infine, è quella che, con la Bulga– r ia, maggiormente si verrà ad a\'van taggiare del nuovo asse tto balca nico: ol tre la ri levan te esten – sione a non i verso Ka.storia, Florina e Sal onic– co, vi è l'acquisto important iss imo di Creta, su cui già la Tu rchia sc111brn dispos ta alla defini– tiva rinun cia, e di c1ualche altra isola de ll'ar ci– pelago. Ciò deve influire ad ottene re che essa si mostr i .1rrcndevole i,, quanto rigua rda i con – fini verso l'A lbania . La q11Hle 1 venendo :ul nggi u·1g:crsi in piena sovranità al consorzio degli Stati , potrebb e es • scr contenuta entro c1ucsti confini: ad o,·est il mare Adri:, tico; a non i la linea segn:.ita dalla foce (!el Drin Gra nde: risalend one il corso fino alla conflucmm ciel Dr in Bianco ; ad es t la linea seg nata dal Dri n Nero , dalla reg ione (lei laghi di Ocrida e di Prc,-pa (che dovrc:bbc:-rorima nc:re al banesi) r iall:1cciamlosi poi :11 pun to tli inc!,: denza del 21° meridiano per scendere vers o la catena del Gram mos e del Pmdo fino ali' incon– t ro dell'att uale confine greco; a sud la linea se – gn.it :, d~11la foce del Cal.wrns risale ndone il corso fino :ill'~rngolv di sua dev i:-,zionc verso nurcl, continua ndo poi eia questo pu 1to con una linea dire tt a conve nzionale da ricongi ungersi al meridi ano ora detto. Cosi mentre sar1 bbc scon– giurn la l':rn1pu t:1zinnc di Giannin a, che sotto un go vern o avveduto e prc vitlenle potrà ass ur – gere ad uno dei pitì cssc nz,ali ele111cnti tiella vita.lit:\ del nuuvo orga nismo albanese, sareb be cedu ta :1lla Grecia :mche la par te sottosta nte allu foce del Cal.unas. Ques ta sembra la sis temazione che cond lia nella più lnrg:., mis ura possibile gli i11kress i contrn stant i, e che perciò si 1>0treùbe spera re di vedere a:co lta da tulle le potenze, affin ::hC sia Hl più pr'-•sto i11:1ug:urato quel perio do di pace e di fecondo lavoro che è nei voti di lult i. fKANCESCO Fo11ERTI. che non si cr eda, la tutel a che essa legge offre ai più gelosi interess i dello Stato . Pro prio menl re sta,•a discut endosi alla Ca– me ra la legge sullo sla to giur idico, si ch iu– de\'a al Senato il processo Nasi e s' inizi a\'a l' in chies ta alla i\linerv a. La colpa che si impu – tava a mo lti impiega ti del ~linis tero de lb P. I. era di ave r eseguito ordini illegali de l Mini – str0 : e fu mo lto arguta ment e osse rvato allora (senz:i che alc uno potesi-e rispo nde re nulla in contr :1rio) che quella passiva co mp licità in , 1 iolaz io11i di legg i, per cui i funz ionari della /\lin cr\'a erano so11opost i a processo e ad in– chic s1:1 era vice\'ers :i impo sta, d'al lora in– nam.i , co me obbligo di 1u11ii runziona ri dalla nuova legge sullo stato Kiuridico . 1\oi tutti sia mo pe rsua,i che la nostra bu– rocr :1zia va ma le, non solo perchè i suoi meccani,;;mi sono len ii e rugg inosi, ma per – chi.! manca in molti, i1: troppi, ogni soll eci– tudi ne ciel pubblico interesse . È uno Jei pro– b lem i pili gr avi de lla noslrn vita pubb lica: e alla rice rca de i rimecli si sono messi, pili vo lte, par tili e organizzazion i, arrestandos i però semp re ai pr imi pass i. li problema di– \'e rrà fra poco di un'urgenz a im pro1ogab ile, qu ando lo Sta to sar:ì posto fra l' inculline de lle grcss e spes e che sos11enc per la buro– crazi a (e piì1 dov rà sos tenerne per l';mmtn to conti nuo del numero degli impiega li) sen za un adegu ato renJi m en10 di lavuro, e il mar – tello delle di01co hà di lro ,a re fonz ionari in– lell igen ti e alacri pe r la ~~arsllà degli st i– pendi , con cui è retribu ita l'opera loro . C'è da aspe ttarsi che, qu ando l'acqua grn uga al la gola , il Governo escog iti e il P,1rlamen 10 ap– provi in qu att ro battute una nuo\'a legge, si– m ile a quella sullo stato giuridico, che ag– gravi il male da ndosi l'a ria di appo rtar vi ri• medi o. Un aspetto del problema degli impiegati. In attesa di questo nuovo sagg io di sa– pienza leg islati va, ai poc hi super.:,titi dal nau – frngio de lla democ razia s' impone la necess ilà di stud iare e di :1gi1are anc he que :.to prob lema . li caso de ll' i mp iega to postcleg rntìco G ioi·• gio O ttolengh i, deferito, com 1 è noto, al Con– siglio di disciplina per alcun i atti co m piut i nella sua qua lità di organ izzatore, è stato, nella stam pa e al Parlamento , cons ide rato ltinc in.le alla stregua del solo crite rio di dis cipli na e di liberi:\ : gl i uni hanno soste– nuto so ltanto il dover e di subor d inazione del- 1' im piegato, gli altri hanno dif eso soltant o il diritt o di cri tica del cittadin o. ~la c' è un altro aspetto, for se anche più int ere ssan te, del prob lem a, che , sebbene non sia imp licito ne l caso dell' Otto lenghi, scaturi sce però fuori dalle qu estioni di pr incipio che quel caso pone. Q uando nel 1906 l'on . G iol it1i prop ose la cosi della legge sull o llalo giuridico digli im– pù gati, qua lche giornale de mocratico, im– bra ncatosi og gi fra i cor ifei del cosi de lto neogio litti sm o, pu bbli cò arli coli nei qual i, fra le molte altre arg omentaz.i oni contr o qnella proposi> di legge (approva ta poi dalla Cam era a g rande maggio ran za), questa avev a una par – ticolare im portanza e signi ficazi one : mante– nete pur e sulla classe deg li im piega ti quel con troll o e que lla vig ilan za che l'int eresse del lo Stato im pone i esige te fedellà , operosilà, dili genz.a ; stabilite pene per le tra scuranze, per gli errori ; ma non sottopo nete gl' im– p iegati ad un im pero cosi rigido e soffoc ante (dei sup eriori più che della legge) che to lga loro ogni senso di libe rtà e, pe rci ò, di respon– sabili tà, e uccida ogni spirito di ini ziath·a. L'argom enlat ione era ed è gi ustissima. Quel che rende opprime nt e il noslro assetto am – m inistrativo , e pone con tinui inceppa men ti al li bero svolgi mento della nostra vita nazionale: è, infa tti , quesl:J routine bur ocra tica ..:he, men– Ire accresce co ntr olli e ingranaggi e riduce tutl o arl un mecca nismo inin 1eJligente e grossola no , scn •e anche a distruggere ogni senso di respons abilit à. Il perf etto funzi onario non è que llo che sa provve dere, con pron – tezza e con d e,·ozio ne, al1 1 esec uzio ne del suo mand ato , non è quello che dà ali' ufficio tutt o lo zel o e tutta l'att ività di cui è capa ce , ce rcando di sup plire al dif ello delle legg i e dei rego lamenti , di ripa rare ag li effett i de l– l' ah ru i neglige nza o ignoranz a; ma è quello ch e siede al larolo per tull o il tem po sta– bilito dall 'orario dell' ufficio, senza la nobile irr equie tezrn cli ch i è agitalo dal desiderio di rendersi utile, di dare, per il vanlaggi o de llo Stato, la massima intens ità d' az.ione i preoccu– pato inve ce di non fare se non ciò che ii regolam ento gli imp one, di non urtare i iu– perior i, di non in vade re il camp o altru i, freddo, passi vo, mat eriale esec utore di fun zio ni a cui l'an imo e l' inte lligenza restano affatto estranei. La diagnosi non è nu ova e può sem brar e, non che superflua, banale. Ma sta il fatto che , infa tuati dall' ossess ione del pri ncipio d'au to– rit:\, nessuno vide il pericolo di una più be– st iale mecc,mi\{"{ ioue delle funzioni burocra – tiche, che la legge sullo stato giuridi co recava con sè inevi tabilmente, accrescen do la defi– cien za degli ordinam enti, la len tezza delle funzi oni, il di spe ndio delle energ ie; e tulto ciò ~enza nepp ure render maggi ore la garan – zia che nel lavoro com piut o gli in1eress i dello Stato no n fosser o sacrificat i. È no to che il primo a sub ire la sanz.ione della legge fu l'on . Ca mpanozz i, che s'ebb e la destituzione per ave r den un ciato, in una relazione a un congresso poslelegratico, alcune convenzion i stipulate, co n d:1nno dell' erario , dal ministe ro cui egli appartenev:1. I fatti di– mostr arono poi che qualcuna di quelle accuse er a tutt'altro che infonda ta : è venu ta, per esempi o e niente meno, la spedizion e in T ri– pol itania a docum entar e la slrnpo tenza e le seg rete m ire tripoline de l Banco di Roma, cui si riferi\'a appun to una del le accuse di quella relaz.ione Campa nozz i. Ma, ponend o pure che le clenuncie fossero in esalte 1 c'è il codi ce penalt! per punire coloro che per im– prud enza, per malizia, diffondano false accuse : la verità non s' im po11e per att o di autor ità e seco nd o la gera rch ia de i grad i. E d'a ltra parte è assurdo pensa re che l' im– piegalo onesto, il quale s'avvegga che per l'in te– resse de i pri\'ali si tr adisce e si offende I' inte– resse dello Staio, possa seg uire la ,•ia gera rchic a per a\'verlir e col oro cui spe tta d i provve dere: per chè sono ques ti medesimi , assai spesso, gli auto ri o i comp lici atth•i e necessa ri de l trad imento e de lla conc ussion e. Sicchè ali' im– piegato onesto no n resta che tacere o ri vol– gere al pubb lico la sua denu ncia ; ma la legge sullo stato gi urid iro gli attri buisce a colpa la sce lta di quest'ultima via e gli im po ne la co mplici tà del silent io. È que sta, più spesso La prima cosa da richiedere è che s1abb at– tano le barriere, per cui l'opera de lla burocra zia, dei gros·bo1111els sopra tuuo, è sottr atta ad ogni con1roll o della pubb lica op in ione, e che si sl.tbll1.:,cano sanz iom più rigide per lu n::spon – sab il ità dei fon zionari. Fatti recenti istru isco – no bastantem en te in rigua rdo a qu esla neces · si tà. Se si poterono col pir e, or non è molto, quei du e funz iona i i de lla prefett ura di Roma, che s'erano resi co lpevoli di frod i e di mal – ver sazio ni nella vendi la d i alcun i bosc hi co – mun ali, quante frod i e m alvtrsaz ioni non re– stano invece ignora te o, almeno, im punite? Ch i sa dire perc hè C mancat a ogni cond an na contro gli autori de lle frod i co mmess e per accre scere il ~so dei buoi forn iti per la spe· dizione libica? chi sa di re perc hè ru poss i· bile che certi medic inali forn iti in quella stessa occ asione si p:1gasse ro fìn d ieci \'Olle più del loro prezzo normale? chi sa spiega re come mai un a società per la co nfezione di conse rve alime ntar i, che a me tà del 19 11 si tr ovava in condizioni alquan to di fficili, potè poi - nel bilancio de llo stesso an no - at• lri buire agli azionis ti un inte resse di quas i il I o ¼ sul capilale versa to ? Sono misleri che il buon senso e la ,·oce pubb lica riesco no a spiegare con grande faci lilà e in manie ra assai nal urale. È ceri o che il pagame ul o di preZ1.i eccessh• i ai for– nito ri, e le transazion i disastrose e fraudo • len ii cogli appaltatori (si ricord i il caso recent e del palazzo di giuslizia a Roma) e tante e tan te alt re co nsimi li truffe a da nn o de llo Stato, non sa rebber o poss ibili se noi avessimo funzio– nari one sti e J evot i ai pubb lici inte ressi. E l' imp uni tà di ce rte frodi, che pur si riesce a scop rire , non ci sarebbl!, se non si trattasse di copri re respons abi li1a cosl elevate , che la necessi tà del salvataggio parve iden tificar si con la rag ione di Stat o, <1uando ~ul nostro paes e con,·ergeva, in occ asione de lla guerra , l'atte nzione deg li st ranieri. Se non si può mutare t:r abrupto la coscienza degli uomi ni , se non è possibile trova re, nelle cond izioni att uali, ge nte migliore, si cerchi alme no che ognuno si senta espos to alla sorvegl ianza e alla censura della pubb lica opin ione. In nome di questo in teresse pubblico an– che più che della stessa libert it (che pure è sacro santa ) del citta din o impi egato , no i ere · diamo che si debb.:1 domandare l'abrogaz ion e o una radicale riforma della legge sullo stato giuridico degli impit:gal i. A nche pe r la difesa degli interessi patri· m on iali dello Stato, noi crediamo più efficace la hberlà de l con trollo pubblico che l'.mlorilà de l controllo de:! ~uperiore, e prcreriamo il principio della dem ocrazia al principio dell a dittatu ra. Ugo Guido Mond otfo. Le pensioni per la vecchiaia. Dicinm o pens ioni pt"r b vcc,·hi.1ia o p<"r i la• vornt ori. e 11011 1wn~ioni opernie, prr tvilnre l'rquwoco d,r J,tr pms 1011i flpcrnic s' inlr,u/ano le pmsio,,i ai soli optr.d industr iali. L~A\'anti dr/ 1~ Stllrmhrt ;910 nmumeiaua, senot1farr (I/rum, ri!itnin, che il .1/inislrro lui:;– :Jfll/i 111rrhht chitslo a/1(1 Cnmrr11 .- dt1i t1r11Ji ai lrtu/(1 mi lioni j>tr in1zi,1re 1111rllr pensioni o/Jtrnie clte sono 1111 dthilo d'onorr per /'011. luer:alli " Iniziare 11011 polr,hbr sigmjicarr, 111 qurs/o f'(ISO, se 11011dare le pensioni II w ,n parie sola dr/I n classe lavoratrice - e si C(lpisccquale snn/Jbe l - rimu ud,mdo /r, soluciom gt nrrnlt a /empi migliori . E d,ilt le sprst per la /,ib;n, da/i gli e11ormi aum rnli 11,i luhmri mililtt ri che Sl!mbrmto dover tSStrt f,Jld lo della T,-iplice ri,mo:w ta, md/a è più Jncil, c/,r vrdtf'e fnr .:i nua11li, n/ momt nlo oppor/1110 1 qm,lt:lu p(ldre uobile d,lln !tgislatJione sodai,, prr ts. fo11. lill!Jtmlli, a pr()j>orre che, consultru/o qmmlo grandt sarebbe per lo S taio In sprsa dr/la pens,oue prr lui/i, lo Stai o co– mi11ci f>tr ora a dure In pensione ii in accon/o " solo ad alcuni. Su q,11.,/0 p111lo 1 i oppor/11 10 che noi affe r– m iamo fiuo dn ora la 110s/rnopj>osh:iont irrid " – cibilt co,,/ro qun/uuque priuile!.fiOsi voltsse creare n vtrnlrtggio dr! qumlo sia/o iudus /rinle , ad esclusioue di!! q11i11to staio agricolo. L e pensioni si dtvo uo dare o a /111/i o a 11es– s11110. iJnlo che si voltsse srgui re ancora ,ma voi/a il ntrlodo dtgli II accont, 11, prrchi 11011 si comiucertbbe a dt1re qu,sl' " ,rccon/o " agli agr i– collori, che finora 110 11 lumuo m ai avu to ,mila ? U,w proposta di qu,slo gtmere lrovu,hhe, quas i ctrlnmrulr , ostili gli operai i,ulusl riali: i quali avrtbhl'ro ragione . /Jisog11a, dtmqut, che gli evm – luali soslew/ori di "" nccoulo prr i aoli operai ;,,dusl rinli si nspelliuo ,ma rtsisltmJa risoluta ,,e; rapprtstmlnu ti dei lt1vor11lori ngricoli. Q,uslo, btttiut,soi non vuol dire che il pro . blema clehha essere r,so/11/0allo stesso modo per lutti : dopo che lo Sinio abbia conlribuilo ,rei/a sltssn propor::,iont Ptr lulli, sarebbe f acile. mttJi ,uassn rio, disc,pli11are div,,smnm le la materia p,r i diversi gruppi. E (lppuulo n ,urglio chiarire t coucrelare le idee tiri uoslri ami ci su qutsl'ttrgo mmlo, siamo lieti ,li pubhlicnre il s,gueu/t slud in, che .saràccr– lamwle letto cou i11/trrsse e profitto . l'u . Ln ques tione de lle pens ioni di vecchiaia ha fatto l~tl passo durnnlc la discnssio,e della legg e ultima su l monop olio delle assicurazioni , che ne è ormai prossima ura soluzione. Allora a\' – vennc infatti che qunsi tutti gl i oppositori dc li.:, legg e si ind ucessero a dichi: 1r:ire la loro ade– sione più fervida al princip io delle pension i opcrnic obbligatorie con contribu to de llo Sta to, per più efficacemente combattere il monopo lio, di cui no11era difiicile dimostrare poco fondat o quello che i proponent i ne proclama vano dap – prima come il magg ior meri to, cioè di poter fornir e coi propri ut ili i fondi neces sari alle pensioni opera ie. Quello che noi dobbiamo ora chiede re è che la istituzio ne di queste :ivvenga in modo da riusci re la più feconda di benefic i per tulle le cla ssi popolnri, comp rese le agr icole . L'unica via per chè ciò si attui con la più ri– gorosa gius tizia, è che il contribu to dello Stato, che secondo il giudizi o ormai comune dovrà ascendere a qualcosa più di 100 milioni annui a isti tuzione compiutu, assuma la forma di una att ribuzione di pensione , sia pur .modica, pa– gata a tutt i i lavora tori che abbia no raggiunto una cert a età . Fissi lo Sta to una pensione, di L. 120 annu e, da pagare su l proprio bilancio ad ol;ni cittadino

RkJQdWJsaXNoZXIy