L'Unità - anno II - n.4 - 24 gennaio 1913

236 Analoghe scene, e da conformi cause deter ~ mina te, t:ominciavan o in varii luoghi a ripeters i nel 186o ; nè meno selvaggia sar ebbe stata la re.tzione, se alla marcia fulminea di Garibaldi, ch e abbagliò le molti tudini e reci se i nervi alla co spirazi one an tiliberal<', non fosse immed ia– tamen te ~u.::cesso un gov erno cos tituito, forte nel consenso di sedici milioni d' Ita liani, i cui bersa glier i in nulla ced evano ai gendarm i in– flessibili del Manhès. Con tutt o ciò, err ori e di– sordini e br igan taggio funestar ono anch e l' au– rora de l regn o <l'Ita lia ; sangu e fu spa rso da per tutto in guet ra civi le, ed il piombo e la forca e la mannaia lavorar ono a lung o. T risti avv enimenti, ma d 1e si ripeteranno semp re in sim ili occasioni, finchè la plebe non avrà acqui – stata coscienza di diritti e d i doveri , finchè sarà strum ento di quegli ar ruffoni che la sp ingono al delitto, ora per des iderio di loschi guadagn i, ora a sfogo di priva ta ve ndetta, on (ed è il mo tivo più scusabi le) per eccesso di demago – gico entusia smo . Per q uan to acerba sia la mia paro la, io non intendo se rv ire ad alcun pr econc etto, nè di apo • logia verso il proletariat o ru ral e, nè di requi si– tori;., contro la scett ica bor ghes ia che s frutt ò a su o ·,an tagg io la rivoluz ione ital iana. Intendo , con se rena obiett ività, spiegare l'att eggiame nt o os tile e fredd o dei con t:1diui, ripar tir e eq ua– mente il bi:1simo e l'elogio e sop ra tutto rista– bil ire l' imperio della ver ità, poi che solta nto nella verit à è la salute e la sc ienz :1. Ora , se la stor ia deve in qualche cosa giovare come espe – r ien za coll ett iva, la st oria non può tacere quanta res ponsabi lità, qu ant a colpa ;,bbiano av uto le cla ssi di rigenti nella indiff1.:renza politica e nel– l'az ione dinamica del pro letari ato. La borghesia seppe eroicam ente combat tere, s offrir e, mor ire 1 affr ontò con securo viso l'ang osci a degli erga• st oli, il fragore delle ba ttag lie, il martiri o sui pat iboli; m a non ebbe egual senno nel trionfo ch e ma gnanimità nella sconfitta. I gene rosi fu. rono SO\·crc hiati dai faccendon i, gl i alt ruisti dai ladr i ; ed il popolo non vide o non comprese il sac rificio, ma sentì nelle carn i le unghi e degl i spa rvieri. Anzi, per con t rapposto, acce nnerò due soli fa tti, che dimostra no qua le ca mpo di pro– ficua atti vità si sar ebbe aper to agli ones ti, se avesse ro sapu to m etters i a contatto con l'anim a ing enua, estu sias ta, docile di quelle umili genti, le qual i non ch iedevano di meglio che d'e sser~ illuminate e guida te. Esempi educattvl. Nel 1820, una no tte compa r ve in cielo una portent osa met eora , una gran fiam ma triango – lare, che tuona va come art iglieria , di ffondendo un acuto odore sgradevo le. Si spavent ò il po– polino, ed i ma ligni non tardar ono ad aizzarlo con tro i Carbonari, nemici <lei re e di Dio; ma un medic0 , st imato perchè dotto, ama to perchè benefico, il dottor Vincenzo Colos imo, andò in giro per qu ei pa esi donde si era vist o il feno– meno, e spiegandol o in confere nze sp erime ntali all'aperto, ed in piccole dim ensioni ripr oduc en– dolo per via di elett ricità su corrent i di idro– geno , cal mò la paura, e con la pau ra l' immi – nent e insorgere della violenza . Ne l 18.n, Domenico R omeo diede una ban – diera tri colore ai contadini di Santo Stefano, e disse : Andia mo a mor ire pe r la li be rta di tu tti. E quelli ven nero, i fier i, i pover i montana r i, i più rudi forse e man eschi di tutto l'A spromont e, e per quattro giorn i furon o p:1dron i di R eggio; ma non stesero una man o s ulla roba altru i, ma non disse ro parola insolen te, neanch e ai nemi– ci. Tant o vale il nome e l'ese mpio di un ve ro galan tuomo. E se in ogni paes e un picci ol nu– cleo ci fosse stat o d i tali pers one, assai meno dolori , assa i meno ve rgogne avr emm o da re– gistr:ire. Ed a qu e::.ta concl usione appu nto io des idero ven ire, la cui sost anza enunci o con le parole di un eg reg io mio amico, il Dc Fra nco, di co.se patrie studi oso ed esperto : " Se si vuole atten– der e ali~ elev:1zione intellettuale e morale del Mezzogiorno solta nto a tr averso il popolo, la via è cos ì lunga che la spera ta risurr ezione di– legua in un so gno assai lontan o. Vi è un rap• port o tra popolo e classi dirig ent i in Cal abr ia, che scaturisce da molteplici condiz ioni di fatto, d'ordin e economico , mora le e giur idico... Ed è stra no ch e il nos tro sguardo si appunti con so– verchio amor e s u di un term ine del ra pporto, il popolo, e s'allontan i dall o alt ro termine, le L' UNITÀ class i dirige nti. Invece, a nostro avvi so , noi do• vre mm o att endere sì all'elev azione moral e ed int ellettu ale del popo lo, via lunga ed irta di spine; ma do vr emm o a pr efe renza att endere alla formazione della coscien za delle class i di– rigenti , vin più ag evole e r iù ra pi<la verso la meta cosl lun gam ente des iderata "· V ITTORIO ViSALll. Frammenti di vita italiana. La democrazia dell'al to Modenese A pr Oi)OSito J egli am or i mass onico-vesco vili di Ascoli Piceno, un amico ci segnala le se– ru cnti ed ificanti notizie su gli amori cler icali di un alt ro gra n mas:,,one, pubb lic.1tc nel n. 35 del la Vedei/a di Ar ezzo. "L'on . Gallini st\1 compi endo la sua annuale pr esa in giro del Fri gnano e di Fnf;_nane s i. Basta legge re il leggenda rio Eco del Panar o, o So_Oìcllo, per avere l O!lk zza dd la propnganda democratica ma ssonica che egli e i suoi fanno qua ssù . A Fras sinoro era il prete don Lun.1rdi, as – se sso re, colui che brind ,wa pubb lic:1mente e uflicialmentP. a Gallinì i a Pievepelago, alla fe– sta e ban chetto oq,:arnzzat i per festeggiare il deput ato de mocr:1tico e la rece nt e vitt oria elet– toral e del cav. mil10nar io Giovan etti , vittoria democrati ca, ern ancora il pr ete don Vann i. Leg gete ad es cm1)io il telegramm :i con cui ad erivan o tre assess ori di P,w ullo. Il telegram– m a conclud eva inrteggiand o alle .afferm:tz1oni della dem ocra:;ùi invii/a, ed era firmato dag li assesso ri Gh ibd lini Enzo, Coccl'lt i Ces ar e, sa– crestano della parrocchia di Pauullo, e Ventu – relli Giuseppe, priore o e.i· pr iore della confra• temi la di Prwullo I E tant o pe r chinJe re, ci res ta soltanto da pr ev eder~ pr es to rip etuto , nella ca nonica di Pavu llo, 11 pranzo di S. Bartolomeo, 2.J ago• sto 1910, in cui dodici pr eti si fecero cat cchiz• zar e e pr es iedere dall' unico la ico pre se nte : il deputato Carlo Gallini "· Un po' di luce... Su 1111 piccolo giornaletto settimanale di Santa Sofia, (prov. di Firenzt ), l a/ 011/e, si è svilup1>ato in queste setti mane scorse un piccolo incide nte mas sonico assai edificante. Un ex•ma'isone, Giulio Nann i. per smentir e la voce che eKli fo:.se stato espulso clall11l\l,1sso• neria in segui to a due: pro cts si t per indegn ità, dichiarò nel numero g novembr e dt::I giu nrnl~ di esser si allo ntanato dalla Massoneria non pt::rchè costretto o esp ulso, ma e per manlt::ut re la .wa e libertà d'azione nei riguardi dt:dle org:rnizzazioni e che lo avevano eletto a membro de lla Conunis– c sione Esecutiva dd la Came ra del Lavoro di Mi– e. !ano, e per non subire imposizioni, cht ripu– c gnava no alla sua CO")Citmza >. Ed aggi unse : e Alla l\fasso neria, nel breve te mpo che vi rimasi, e non chiesi mai nu lla, non ebbi nulla, non le so•10 c. deb itore di m1ll.1 >. Nel nume ro de l 30 nove mbre, poi, il Na nni ri• torna sull'arg omento, mettendo meglio i punti sugli i con una lettera, di cui riproduciamo i passi più cara tteristici: e li prof. Giorg io Sinig.lglia, in presenza di ami• ci, mi ha <lichiMa to che a S. Sofia, a un socia li• sta, verso la fine di settembre, disse che ero sutv in vita to a dim ettenni da lla l\lasso11eria in seg uito a due pro cessi, 111:1 elle non :w c:v:1 pronunc iato le paro le espulsione ed imfe.{l11ilà. C,m me e cogli am ici pre se11ti :if.!i.rìnn,e dl e i due process i non aveva no 1111\la a che f 1n, nè colla 111ia onesttl. nè colla mia mor:tlir:\. Pc:r pa rte 111:1, rispondo che non subii 11ess1111 p1oct::sso ; e se ti prof. Siniga glia asserisce il co ntrmiu, egli da persuna seria deve darne la prova. A 1110:::110 l.:hc in l\Jasso11e1ia sia poss ibile process ar1::1111gala11tu11110 senza che egli sia invitalo a clifend ersi t Dirò i motivi che:111i11d11,~e10 a d1m c: 1t:rn d... o fui invitato a di111t· lcrmi, datl,1 .\las,;011eria. Chiam ato da u11'i\ ss11ci.1zione ,li ~ttlano a far parte di un cumit.1to co mposto di tre membr i. pe r verificare su irreg"o!.1ri1:L amm i111strat 1ve <l'un im• piegato , ;1ccctt; 1i l' mc.iricv e, u1ti111a10 il lavoro, formai, d'accor do cogli ,1ltrì d ue mi"i cu i leghi, una relaz ione che con clnde v:1coll,t 1.:ond.,ona 1.ld l' im– piegat o, che era 11110 fra/ d io di I.oggi 1. Il Vene– rabil e, qu alche ).:ior 110 d1,p (1, mi sc11ss:: dc1>lora11do la n!ia ma11t:a11za verso le disd plinc masso11id 1c, pe rchè io av1e1 dovuto. prima di dare 11 gi11tlizio, infor mare le lu ci superi or i. Questa i11fr,1m111et– tenza del Vene,ah ile 111 un' 111ch1csta delk ata, ne.la qua le do\·evo giud :c,nc Sè llZ <l preocc upazioui di sor ta, mi sdegnò, e subito scrissi csprirucndo la mia tristezza e r:1s-;egn:111do le din1issiom (I.dia Log– gia. li Venernblle , poi, m i dichiarò che la mia inos• servan za :1i regolamenti m i aveva reso colpevole <li cosa per le qu:ilè: certo sarei sta to processato, e mi pregò cli ritirnre le dimissioni per non far credere che temevo il giudiz io. Disposto, come sempr E', a dar conto <le' miei atti, accettai il con• sig;lio. L'altro fatto che decise le mie dim issioni fu il se• guen te. Discutendo-;i in seno alla Commissione ese• cut iva della Cam era del Lavo ro cli i\lilano sui Slip • posti te ntativi che la l\lass oneria faceva per pene• trare t rn le Leghe di mestiere, io ebb i modo di convincermi <lei danno che s;1rebbe veuuto al moviment o operni o dalla penetrni one massonica. Fo rte di questa con vinzione, detti il mio volo fa. vorevole a un ordine ciel giorno col qua le, pur 11011entrau do nel merito de gli scopi della !\lasso. neria, si esort av,rno gli opera i a 110 11 iscriversi nella J\lassoneria stessa . l\la subito dopo, lealmente e s1>ontau eamente, informa i il Venerabile de l mio cont egno, espressi il couvincimento che il voto da me dato mi rend eva inco mpatibi le colla Masso– neri a, e perciò r.1ssegnai le dimissioni. li Ventra - bile nòn vide \'incompatib ilità, mi disse che si s,1- reb be c•.m s1gliato, t intanto avrebbe tenut o in so • speso le mie <lì111is-.io11i. D01>0 du e o tre giorni mi chiamò, comunica11do111ì che avre bbe prt=:,entato alla Lo~~1,1 le cl111issiu 11imie. Ora chiedo : l'ave r clato co rso a dimi-;sioni gia rnssegna te fu forse un invito a pr~stcntarh,: ? E mi 1wg1110 che il prof. Sinigag ha ot tenga la aut orizzazione dalla Massoneria di s,.;ende re in camp ù. Co:-i io s;uò, implicitamente, sciolto dai viucu!i dd l-!111rame11to fatt o e potrò citare 1es ti• moui. Perc hè io non posso ot ten ere il documen to ch e comprovi i moti,•i dtll a mia uscita dalla Log– g i;i, pel f,1110 che la J\lassonef'ia 110 11 rilascia, ai 11011 aOiglrnli, documenti mas.souid . E perciò devo v2ler111i della st,1111p:l.per difende rmi >. E il pru f. Sinigagl ia - scende in campo nello stesso 11111m:ro del giornale c.:on una letteri na, che vale un Ptcrl1 e cht: merita d' essere integral– mente riprodutta: c. .Al Sig. 1l/aesfro Giulio Na nni, c. E la m' invita pubhlicamente a dir q,ullo elle io so dr ll,1sua uscila da lla J\lasso11eria, e la servo sul>uo : Ella 11011 diede sp onla11eam en/e le dimissioni da quel sod alizio, :11 qu ale app artenne per ben cin• que an ni (dal ~i luglio 1905 al 10 dicembre 1910) ; m a fu invitato a darle per sottrar la benevolmen te a provv .::dimi:::nt i massonici avviati co 111rodi lei. Q11a11to al non aver Ell:I, come aflcrma, chie– sto mai nu lla dalla !\lassoneria, ne lascio giudice la sua coscie nza ; È tan to facile chiede re, ottt::ne• re .... e dimenticare ! E 11011 lw alt ro da dirle. e GIORG IO S INIGAGL.IA >. Da quest't:pistol.u io risultano aku ui fott i degni di 1101a. 1• 0 Un masso ne, che si trova incaricato di una inchiesta c. delicata> su l co 11to di un fratello, sen• za che coloro che gli lrnuno aOidato in piena fidu• eia il compi to ddl' inchiesta sap pi:mo che lui e l' inquisito sono frntelli, ha il dovere di i11formare dell 'a11dan1e110 dell' inchiesta le c. Luci su periori >, p rima di dare il gi udiz io. 2.0 Un masso1 e, che fa par te di nn'org:rni z• za1.io11e operai:1, non può c. esortare> gli operai a non iscriversi all;1 l\lassoneri.:1, senza diventare con questo 1ncompatibtle con la l\lassoneria. 3. 0 Esist e un ~iura mento massonico, il quale obbliga il 11rnssone o ex-m :1sso11e a mantenere il segreto su c~rll fatt i, anc he se la discussione pub• blica dovesse essergli necess.tria per la difesa de l suo onore. 4.• È lt'cito in l\lassoner ia e chiedere e olle• ner e >: ed è lecito ai mas soni rinfacciare agli ex– fratelli di avere e ch ieslo, otte nuto e.... dime11ti– cato >. LIBRI RICEVUTI ALFREDO PIAz;,:1 1 Luci ed ombre del!' isln u,iont m oderna : discors o ina ugurale dell'a nno sco – l:.1stico 19 12 -13 letto nel\' aula magna della R. .Accademia Scientifico-L etterar ia di Milano, il 7 nov. 1912. T uL1.10 C0 Lucc 1 1 Dal vet:chio al nuovo socia/ i. sm o, con intr oduzio ne cri tica di Fi lippo Tu • rati, Biblioteca de lla II Cri tica Sociale ", Mi– lano, Soc. editrice socia lista "Ava nti 11 1 191?., cen t. 50 ; e Pi o VIAzz1, Repubblica e socia/i. smo, Roma, Lib reria Politica Modern a, 1913, L. I . Il pr imo opusc olo è un interessan te e bel con tributo al la chiarilicaz ione di quella cris i di cosci -enza, che travagli a oggi i mig lior i fra i so– cia list i italia ni: e merita <li essere lett o e me – d itat o assai. Il seco ndo è nato dalle riflessio ni su sci tate nel Viazzi da lla lettu ra del Colucci : oltre a contenere alcu ne pagin e autob iogrnfi che di gra nde interess e psicologico e storico, esso formicola di osser vazion i e di critiche spe sso . assai acu te. Il "nu ovo social ismo ,i de l Colucci, osse rva il V., è assa i simile alla vecchia demo– crazia di Mazzi ni. E pe r nove dec imi ha ra– gione. Sola men te la vecchia democrazia di Maz• 1.ini non ha nulla o quasi nulla da vedere con l'azione di quel µart ito rep ubblic ano, i cui ideali il V. cont rap pone ..t quelli del Part ito Sociali sta, ment re la rea ltà di ogni giorno è che qua si tutti i repu bblicani agiscono oggi altre ttan to e più scellerat amente di qu alunqu e pegg iore ... monar– chico e rap prese ntano la più completa negazione di qu alunque ideal e di se ria democrazi a. Ed è l'azione quella che definisce gli uomini e i par – titi, e s u cui devono esse re giudicati gli uomini e i partiti. l\l . T RO~rntT TA 0 1 SA NTI , Ptr la conscrva:;ione e l' incremento dclhi piccola proprietà rurale in S icilia, mon~grafi a pr esentata com e tes i di laur ea all 'U niversit3. commerciale Luigi Boe• coni di Milano nella sess ione autunnale del– l'anno accademi co 19 1o•II; Ri posto, tip. Dante Alighier i, 1911. L. S· Ott imo studi o sul problema <lei lati fondo si– ciliano. Le proposte, che l'A. fa per l'in cre mento della piccola pr opr ietà in sos tituzione del lat:– fondC1, peccano, a nostro giudizio, per una ec• cessiva sp era nza nelle attitu dini dello S tato a pr omu overe la soluzione di questo pr oblema, ladd ove noi rit eniamo che allo Sta to si può e si de ve chiede re so lam t nte di non imp edire - come sta facen do con cos t:1nz a deg na d i miglior cau sa - che il pr oblema s ia riso lto d:1lle ini• ziat ive pr iva te, dove la soluzione è possib ile e via via che sia poss ibile. Nell'ult ima pag ina del su o se rio e cosc ienzioso lavoro, l'A . scr ivt! maliconicamente: "Q uest o lavoro era in l·orso di stam pa, allorchè matura – ron o gli eve nt i che por ta rono ~ll'occ npazione della Tripol itania. Alcuni rag iona ndo alla ro – vescia, vi han no visto la ricch ezza e la prosp e• ritù della Sicilia, la d istruzio ne del lati fondo nell'Isoln, l'espo rtazion e dei prod oui agricoli s i– cil ian i in Trip olit<rnia !!! Noi, eia veri italiani, diciamo ch e una volta che siam o nnda ti a Tr i– poli, s pi nti solam ente dalla rag ione politica, dob• biam o res tar ci; ma spendere un so ldo per la Tr ipolitania in ferrn vit>, stra de , canal i d'i rriga– zione od altro, qmrndo qu es to so ldo, so llo la sc usa della solidi tà del bila ncio, non si è volu to concedere per il l\lezzo giorno d'Ital ia, per noi siciliani s arebbe il più feroc e deg l'insulti. Pri ma prov vediamo a da re il benessere alln Sii.:ilia ed a tutto il Mezzog iorno d' lta li:1, e poi and remo a colonizzare altr e ter re ! " Quant i fra i piccoli borghes i sicilia ni lr gg e• r:1nno e cap ira nno il libro de l Tr ombelta ? L' eroe della Sicilia è tu ttora Giuseppe De Feli ce : colui che nel se ttemb re del 1911 giurava e spe rg iu– rava che h1 Lib ia tra bor:ca di zolfi, cli fosfa ti, di acqua, e<l è ricca ali' infinito di terr e fer ti– lissi me inoccupate, e non sarebb e cos tata.. . nC: un uomo nè un so ldo ! Pross imamente invieremo ai nostri ab– bonati e lett ori l'i ndice del 1912. ANG IOLO G 10VANN07.ZJ, g erente responsabile , Plr eaze - Slab. Tip. Aldlno, Via de' Renai , Il - Tel. 8...85 G!US. ltATERZA & flGl.tl ~ Batti EDITORI I LIBRI D'ORO LHOTZKY H. - L 'anima del fanciuUo. Tr aduzione di R. N1coLAI - (N. I) di pp. 240. . L. 3.00 È un libro che ha raggiunto nclh~ cdi·1.ioni ori• ginali tedesche l'ottant esimo migliaio e che ha avuto in Germania grande importanza ncll:t cdu• 1 c:11.ionc di non pochi uomini. Guglielmo l.enn cm:11111 cosi chiudeva una re– censione dc L'anima del fa 11cillllo: u Ciò che mi incita a farmi caloroso pal:tdino di questo libro non è un entusiasmo passeggero o una critica compiacente, sibbcnc la coscicn1.a che esso è l'w1ic,.,e il primo libro che risolve la questione dei figli con molta modestia, ma in modo sublime e con tutta fierezza )). Il libro si legge con ,·i\·a soddisfa1.ionc 1 essen• do d'un:1 semplicità mcr:l\'iglios:1, c nel tempo stesso di gr:tndc forz:t pcrsuasiv:1 1 perchè il Lho• tzky ha vissuto ciò che scrive. Sua costante preoccupazione è di comb:1ttcr e i prcgiudiLi ped:,gogici, e se fosse possibile rias- 1 sumere in poche fr:isi i principi sui quali poggia tutto il suo dis..:orso, diremmo che egli pone come :tssiomi : Ri111mcit1dd gmilori a q11alu11qur. dirillo dt proprictà .wi Jigli11oli. Ubl,idim1J1 r omr. mr:n,o, libu lri rome mela dr// 1 ed11rw;Jo1u. 11 libro del Lhotzky non è dottrinario, « non è 1111 libro sottilizzante »; è qualche cosa di me• glio : 1111 libro s:1vio. Si sono anche pubblicati della • Biblio– teca di Cultu ra Moderna ». CUMONT F. - Le religioni orierilafi 11el pa– g,111esimo rom,1no, Trad uzione di L. SALVA – TOR ELLI - Vo!. 6JOdi pp, X XIV-3JO . L. 4.00 ROYCE JOSIAH - Il Mondo e I' foaiv iauo. Parte I : Le quattro concezioni sloriche dell'Es– sere - Voi. I : R ealismo, Misticismo e Ra– zionalismo critico. T raduzione e prefazione di GIUSEP PE RENSl - Vo i. 64° di pp. Xl l-254, L, 3.50, 0lr\ 1ere commissioni e n1 lla alla Cua Editrice OIUS. LATERZA & PIOLI, Bari.

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