L'Unità - anno I - n.46 - 26 ottobre 1912

,come non mai dacchè I I Italia è sotto i cieli - •da un comune sentimento, sia anche dcmentarc, -di una patria comune, l' Italia. È dover nostro, --insomma, rendere omaggio, tanto pili sincero -quanto mosso da noi, a questi nostri coatadini, -che domani, vi,addio, Mrt.nno elettori. Bravo \"aip3 ! Se a.peste il bene che le vostre ,parole m' hanno fatto! Tutto vostro. G. F. 'Questa è la kucra, insuscettibìle d'ogni ar– 'bitraria interpretazione, che io inviai al Vaina, ·da me conoscimo, qui, in casa d'un amico de– .gnissimo: inYiwta il 29 no..,embrc 1911, assai 1 prima, cioè, che sorgesse polemica fra il Vaina L'UNITÀ e gli avversari. In essa nessuna • patente • io ho dato ad alcuno. Non mi son mai permesso di rilasciare certificali d'indole morale a chic. chessia. Volli solo compiacermi col \'aina del bene che egli a\'e\'a detto de' nostri soldati, sia per incitarlo - ed era ciò cui più tenevo - a dirne qu:rnt'altro mi sembrava opportuno ap• prendessero i lettori del giornale, di cui il Vaina era corrispondente dn Tripoli. Grazie della ospirnlit.i, che vorrai dare a que• ste mie parole . G1UST1SO FORTllSATO. 19r7 con I' impostazione di due corazzate. Il carico finanziario è ripartito fino al 1919 con una previsil.>nCdi spesa di 1405 milioni per le sole navi delle prime due classi. Non ~ com– presa nel disegno di Lapéyrere la costruzione di alcun incrociatore corazzat >. Ferve ancora la disputa se debba adottarsi un tipo bafllt•cruistr di 24.000 tonn. con armamento di VIH, 340, o un tipo assai più leggero. Comunque è opinione comune che il programma navale francese avrà un appendice non indificrente per dotare la marina di nuovi incrociatori. :La _politicadelle alleanze e il problema navale Di più: l'aumento delle navi di grande ton• nellaggio ha obbligato la Francia a includere nel programma navale grandiose previsioni <li spesa per miglioramento di porli e arsenali ecc. fra cui 120 milioni per costruzione di nuovi bacini: necessità, questa, che !/ imporrebbe b pari mis1.1raall'Italia e all'Austria. In quanto alla flotta inglese di Malta, il costo dei quattro incrociatori da b,Htaglia di cui si è parlato so– pra, supera gli 8o milioni per ciascuno. Bisogna poi tener conto che nel biennio, salvo maggiori e prevedibili aumenti, la flotta sarà duplicala 11 probttma militare. ;D.na la presente situazione d iplom:ltica d'Eu– . rcpa, è logico considerare come assolutamente •irnprevec.libile che l' Italia possa subire per · terra un'offesa simultanea da Oriente e da •Occidente. Nella ipotesi dell'adesione ddl' lta• lia alla Triplice Alleanza, la difesa italiana •da un attacco francese sarebbe soccorsa da un contro-attacco germanico sul Reno verso l'ag• gressore; e nt-lla ipotesi opposta una offensiva austriaca dovrcbl,e fare i conti anche con una contro-offensiva russa. E se anche nella ipotesi di un'udesione dell' ltalia alla Triplice Intesa si volesse supporre un assalto diretto della •Germania contro l'Italia attraverso la violata neutralità svizzera, questa eventualità rrstereb– ·be controbilanciata da un possibile attacco del· l'esercito inglese contro la Germania attraverso la violazione dcllJ neutrali1à olandese compiuta dall'Inghilterra: caso quest'ultimo previsto e ;temuto, e 1tl quale, sembra, s'intenda riparare con i I innovati progetti delle fortificazioni di Flcssinga. Ben divtrse sono le nr.cessità della nost1a d!fcsa marittima. Qui la più rngione\'ole pre• visione porta a dover considernr~ come si• -curo, nel caso del rinnovamento della Triplice Alleanza, l'attacco alle nostre coste di due ma– rine riunite: la francese e l' inglese. In com– .penso dobbiamo supporre l'unione della flotta austriaca con quella italiana. Io quf'slo caso la potenzialità rispettiva delle due forze C'outrapposte può riassumersi nelle •considerazioni seguenti. Al tempo ìn cui l'Italia disporrà delle sue quattro drtadno11ghls in allestimento (Danlt .Alighieri, Cavo,tr, Gir4'io Cesart, L1011ardoda 1 Vi,rd), e delle due imposté"te-nei cantieri que'– st'anno (Dorin, Duilio), e l'Austria a,,rà pronte le quattro del tipo Viribus U,rilis. la Franciii avrà in isquadra "le sue quattro drttrd11011gnls -da 23-500 tono. in allestimento e in costruzio– ne: U,a,, Dari, Co,,,btl, J>oris,F1·a11cr), e le tre impostate ud 19t2 (Brilagnt, Provmce, Lor• rai111). . La superiorità numerica italo-austriaca, però, sen~a tener conto Jegli nitri coetlicenti, è rag• giunta e soverchiata dalle sci corazzate che compongono attualmente la prima squadra fran• ccse (Da,,1011 1 Alirabenu, Vergnia11d, Vollairr, Didtrot, Co11dorut), le quali per il dislocamento •(tono. 18.400)e per l'armamento (IV, 305, Xll 240), co,t1tuiscono un tipo intermedio molto prossimo al tipo drtad,,oug/11; mentre la nostra prima squa.drn (corazzate V. Eman11clt, R. E/ma, Roma, Napoli ; incrociatori corazzati P,sn Amalfi, S. Giorgio, S. ftlarco) e la nostra se– conda squadra (c. Brin, Mnrglurita, Sainl-B011, 1-"il,b,rlo, i. c. Vartst, Ferruccio, Gariba/d,), unite ..ua 1.11divisione austriacr1, (Er•. Fra113 Ftrdinat1d, Radtlaky, Zril1yi), alla seconda, (Er•. Knrl, E,•. Fri,dtrich, Er:s. Frrdi11nnd Max), alla terza divisione dt-g1iincroc-iatort(Sa11k/ G,org, Kaistri,- .Ilaria Tlttrrsia, Aspern, Adm. Sj>a,m), pare5!giano appena le rest;mli forze francesi: c1oi: la 2.a squadra (c. l'ntrit, R,Jm– bliq"e, Dimocrnlir, Vrr1tt, .fuslice, S11jfrt11); la 4,a squadra volante: (i. c. IValdtk•l?oussta", Er– t1t!I Rtna11, Edgard Quinti, Lio11 Gambe/la, J11lts F,rry•, Vitlor Hugo): e la 3.a squadra del· l'Atlantico, ora concentrata nel Mediterraneo (c. S. Lo11i1,Gn11/ois,Clmrltmr1g11r,Carno/ 1 ]011• riguilurry, Mt1ssàw. i. c. Midultl) (1). Alle forze francesi, poi, bisogna aggiungere le forze della i,,quadra inglese del Mediterraneo, la quale è compostn nttualmente dei quattro in– crociatMi Sujfolk, Good-/-lope,l/amphsirt, lm1• casl~r, oltre al na\'iglio ausiliario. Ma secondo le dichiarazioni fatte alla C:lmera dei Comuni il 22 luglio scorso d:'ll Primo Lord dell'Ammi– rngliato, la squadra di Malta sara portata nel biennio pross11no prima a 4, poi a 8 corazzate; per intanto si provvederà con l'inviare a Malta, (1) Ncll' ifldic••• le tqia•dre • le di1'i1ioni u111ri•dw: e fra■c:e1i. c::i ,ireuu■o •I Imo ord1na1Uenlo dur•1ne le 1randi manone di -1ueo••n■o. Alle !oue fr•nc:e1i b:IJOln~ aa• 1iun1rre la e, H.,Nr,/ e 8 i. c. da 9500a 110<0 tonn.: alle lor.. •11t1riac:h• lo 1ro c. ll•l>•l>•1tr, Ar1,1d, B•/J1,n6trr, a•• •eue11Jo ,-,.:i c-he al pri11cip10 del 191\ all ... qu.alo tpou *ì riferlK• il ■OIU0 co■frooto. uri coiapleumenu fuori 1er•i1io, eccetto il s.~t/ Gn,1, l'auual• divuione dcali i11crociuori. Per la tleua neiunci non abbiamo tenuto conto dclb no11fa -di,itlone , Sui-Scuola • e deah L c. C. Al6n·lo, Pi,a"i, /J. Pot-. quattro potenti incrociatori (balllt cruisers) del tipo /ndomilnblt, vere grandi navi da batt-1glia. Questo tipo d1 • corazzala rapida ., è finoro. posseduto soltanto dalle marine inglese e ger• manicw (presto sarà imitalo dal Giappone e dalla Russia); la Frwncia e me diremo poi ne difetta. Quindi l' invio nel Mediterraneo dei 4 /11domi• tllblt, sembra soccorrere a una deficenza della flotta francese. Ma non b.:tsta. Uno dei coeflìcenti principali della guerra nwrittirm,, è certo qu~llo della di– slocaz.ione iniziale delle forze. Lo insegna non solo il fatale :unmonimento della guerra russo– giapponese, ma anche l'esempio palpitante dcl– i' Inghilterra, la quale, nonostante l'assoluta su– periorità t.lelle sue forze sulla Germania, è stata trult:1 appunto alla 1.:onvenzione mediter• ranea colla Francia e al completo spostamento delle sue basi e s\azioni navali, dalla diHicoltà di mantenere alla sua flotta, contro la Germania, una dislocazione iniziale favorevole. Orii, poichè non è possibile supporre che la flotta austriaca stazioni normalmente fuori del– l'A<lr1atico, bisogna prevedere che l'apertura delle ostilità colga le foi;ze austro-italiche, iso• lette e divise. Pt'r contro h1 posizivne delle basi navali francesi e inglesi nel M. è tale da ren• dere facile e indisl11rbabile in ogni tempo il contatto reciproco. Tenendo conto degli imman• cab11iriflessi Cie11aguerra urrestre suila marit• timo, è probabile che le fo,ze riunite anglo• francesi si dirigano per primo obbietto verso la costa toscana e ligure, dove sono notoriamente vulnerabili le Hm·e della nm;tra mobilitazione, e dove Genova - uno dei punti più sensibili della vita economica nazionale, - mentre non è tutelata dalla convenzione dell'Aja per il suo sistema di fortificazioni, non ,. neanche salva• guarduta da questo ·c·ontro l'offesa delle potenti artiglierie r.avali. Pèr conseguenza il compito immediato della nostra flo!ta sarebbe quello di accorrere alla d1fèsa dc-I litorale minacciato. Anche supposto che l'armtita italiana, nonostante la sua inferio– rità, sia pari a un tale ufficio puramente difen• sivo, appare chiaramente: 1°}che essa deve ab• bandonne le difese delle linee di comunica• zione colla costa libica; 2°1 che la sua riunione colla squadra austriaca diventa impresa assai difficile e problematica. Si capisce che questa nostra ipotesi può ·es• sere modificata e corretta dalla varietà dei casi e delle situazioni, dal genio dei capitani, dal valore degli armati, da tutte le imprcvedi• bili fortune che governano un evento cosi mo• bile ed incerto come la guerra: ma è pur vero che questi coeffidenti non possono pesare che assai scarsamente in un giudizio preventivo : guai a quella nazione, che dovesse aspettarsi la villoria princi1>-1lmentednllc imprevedibili for• tune ! Basta tener presenti questi semplici dati di fallo per vedere in luce meridiana quali peri– coli militari raprresentt-rebbe per l'Italia il rinnovamento della Triplice Alleanza: mentre non c'è bisogno Ji spendere molte par:,le a di– mostrare quale sicurezza acquisterebbe sul mare l'Italia, se m conseguenza della sua adesione alla Triplice Intesa la sua llotta dovesse ba,lare so• lamente a difendere le coste adriatiche dalla flotta austriaca, e potesJe fare assegnamento su un aiuto, k>sse pure minimo, i,tglcse o fran– cese. Il problema Hoaodarto. Ma abbandoniamo la ipotesi di una guerra guerre~giata, e consideriamo la situazione /Jtr• ma11tnl,, che deriverebbe in tempo di pace al· l'Italia dalla sua adesione al sistema austro• tedesco contro il sistema anglo-franco-russo. Esaminiamo, cioè, il lato finanziario del pro– blema. Il programma navale dell'amm. de-Lapéyrère testè approvalo dal Parlamentc, francese, si pro– pone di costituire l'armata delle seguenti unità: 28 corazzate (comprese nel numero le 5 Pa• lrit e le 6 Dn,,fo") ; 10 esploratori di squadra; 52 cacciatNpediniere ; 94 sommergibili; 10 navi per missioni lontane; 4 1>0saminc: oltre le na\·i speciali, 2usiliarie ccc. L'esecuzione del programma si esaurisce nel Infine occorre mettere in c11lcoloil program• ma navale della Russia nel Mar Nero. li pro• gramma immediato e in corso d'esecuzione com• prende: 3 corazzate da 22.000 tonn. con X, 343; 9 cacciutorpediniere; 6 sommergibili. La spesa preventi,,ata supera i 200 milioni. È però probabile che nel grandioso progetto di armamenti navali che il governo russo sta elaborando, la flotta del Mar Nero abbia nuo• vamentc la sua parte. Questo quadro di spese dt.lle Potenze della Triplice Intesa ci rappresenta approssimativa– mente lo sforzo che l'Austria e I' Italia do· vre bbero compiere per frontf'ggiare nel M. la le• ga anglo-franco-russa: sjorJ10 n,inimo, ben s' in• tende, perchè qualunque aumento dei program– mi in corso della Triplice Intesa ed anche qua• lunque accelerazione di lavoro sposterebbe im– mediatamente e di gran lunga ogni previsione di spesa. Giova osservare da ultimo che questo enor– me carico finanziario deve essere sopportato in misura e proporzione maggiore da.li ' Italia: 1• per i maggiori pericoli che correreb~ l' lta• lia in caso di guerra navale, e quindi per il maggior~ bisogno che avrebbe l'Italia di provve• dere alla propria difesa; 1° perchè l'Italia non dovrebbe mai ptrdne di vista la necessità di conservare uoa notevole superiorità sull'Austria, stia alleata, mentre insieme ali' Au,tria dovreb· be fronteggiare la lf'ga anglo-franco-russa, per essert: sempre in grado, alla scadenza dell'al• leanza, di rivendicare la sua libertà di op1ione, e non correre il risc-hio di ~ssere etc-rnamente ricattata o dall'Austria che sarebbe più forte o dalla Francia che si atteggerebbe a nostra sai• vatrice contro 1•Austria. Strana situazione del nostro paese nella nuo• va Triplice: costretto a gareggiare contempo– raneamente in spese enormi contro i nemici in comp~gnia dell"alleala per assicurarsi il pre– sente, e contro l'alleata entro i confini del– l'alleanza per non compromettere il futuro! Supponiamo, invece, che l'Italia aderisC'a alla Triplice Intesa. Le basterA, in questo cuo, manter:ere l'attuale ragionevole prevalenza sulle forze navali austriache: e niente altro! E si badi all'enorme differenza potrmsialt dei due sistemi rispetto :ill'oumento delle spese mi· litari marittime. Mentre nel caso del rinnova• . mento della Triplice alleanza, noi avremmo che la Germania nel Mare del Nord e l'Italia e l'Austria nel Mcdilerrnneo costituirebbero una formidabile mi,1oranza di fronte alle notte della Triplice Intesa, e dovrebbero sforzarsi conti– nuamente di paregviare la maggioranza, eque– sta risponderebbe ristabilendo con nuove spese la propria superiorità, e sarebbe una corsa con• tinua e folle agli armamenti, in cui l'Inghilterra e la Francia avrebbero sempre da sriupare strabocchevoli ricchezze, mentre l'Italia e l'Au· stria sono le più povere fra le grandi po– tenze d'Europa, - nel caso, invece, dell'ade• sione dcli' Italia alla Triplice Intesa la preva• lenza della flotta inglese e della flotta francese nel Mare del Nord contro la Germania (1}, e la prevalenza nel Mediterraneo della flotta ita– liana, fiancheggiata da ragionevoli sussidi in• glesi e francesi, ~ull'imstriac:i, sarebbero cosi strabocchevoli, che Germania cd Austria non potrebbero ormai sperare, con qualsiasi più folle programma di spese, di diminuire sensi• bilmcnte c1uella superioritl; dovrebbero fer– marsi U'la buona volta nella corsa agli arma• menti: e solo cosi snrcbb: lecito sperare un po' d1 tregua a questo turbine di favolosi di– spendi marittimi, che le ultime rivoluzioni della tecnica navale hitnno scatenato sul mondo. Dopo quanto abbiamo esposto, credi;uno di poter rispondere al quesito che r.i siamo pro– posti stabilendo questo principio: la prectdtn~a dtl prob"ma mi/itnrt t fi11011einronavale sopra gli allri problemi della difesa; il quale principio, trasportato nel campo delle alleanze, e messo (1) t uiJ,nte c:he, dit• l'•Juione dell' h•li1 1ll1 Tr,plice tnltS., buon• pute della ilote• fnnctlt abbandonerebbe il )1t• diterrtnco ,i ,poue1cbbo ,1 1'oord a fi,nchegi{iut I• lk>tt• in• s-Jnc. 183 di fronle all'ipotesi dell'equilibrio da cui siamo partiti si risolve nell'nltro: la prt/erenea degli accordi mediftrranti, alle convmeioni ltrriloriali dtlla T. A. Quall urtbbcro I vaotacct della Trlpltcc Allc&nza? Se le considerazioni, che precedono, sono esatte - e nulla riesciamo a lf"ggere in tutto quanto si pubblica in Italia, che ne attenui in akun modo la gravità - deve apparire cvi• dente a chiunque cerchi di studiare senza pre• concetti questo formidabile so:;getto, <'he nel problema delle alleanze I' as ,etto militare e l'aspetto finanziario dcli" questione detono avere un gran peso sulla decisione nostra, e devono farci propendere per quel sistema di• plomatico, il quale ci assicuri l·ol minore no• stro sacrificio la maggiore s1l·urezza marit– tima. Certo vi sono altri elementi J1 giudizio per arrivare alla soluzione definitiva. Ma questi ele• menti di giudizio non ci è dato trovarli ne– gli scritti di nessuno fra coloro, che fanno sui giornali e nelle riviste la campngna per la Triplice Alleanza. Eppure il problema, che i triplicisti de\•ono risolvere, è semplice e chia• ro: "In compenso dei pericoli nulitari e delle enormi spese navali, che la Triplice Alleanza imporrebbe ali' Italia, c1uali vantaggi può l' Ita– lia sperare di ottenere, e quuli dunni puo spe• rare di evitare grazie alla Triphi:e Alleanza?• Questo problema tutti lo sfuggono. Oppure cer• cano di risolverlo con una affermazione catego– rica: • La Francia è nostra t\t"ltlica, e perciò noi dobbiamo stare nella Triplice Alleanza •. Cosi il problema è capovolto, in\'cce di essere affrontato e risolto. L'eOetto prevedibile della nostra azione diventa il movente della nostra azione. Badiamo bene: noi non apparte,liamo ili let• terati spasimanti dcli~ • f:a.tellanza latina •· Noi siamo convinti che o dispetto della • fratel• lanza latina " la Francia, e insieme con essa l' Inghilterra e la Russi.t - percl1~ non C le• cito isolare la Francia dai suoi amici - ci fa. ranno tntto il male possibile, se noi sarem"' nel campo ad esse contrario. E viceversa Au• stria e Germania passeranno esse a farci tutto il male possibile, se non ci avranno ai loro servigi nel Mediterraneo. E noi faremo tutto il male possibile a quel gruppo di potenze con cui la nostra scelta ci porterà a conlrastare. In siffatte condizioni, noi dobbiamo risolvere il problema del nostro avvenire internazionale ali' infuori di ogni sentimentalismo, di ogni bizza, di ogni impulsività 111omentanea nostra o degli altri. Dobbiamo risolverlo col solo cri• terio di ridurre al minimo i danni e i pericoli, e di sviluppare al massimo i vantaggi delle nostre inimicizie e delle nostre alleanze. Chi inlroduce nel problema altri elcmenli, s'inganna o inganna. UnALDO FoutENTINI. NOTI\. Mentre correggiamo le bozze di stampa di quest'articolo, leggiamo sull<t Tribmra, in uno scritto dcli' Ammiraglio Viotti, le seguenti con• siderazioni, che coincidono singolarmente ~oi no• stri argomenli, aggiungendovi sussidio di dati e rilievi tecnici: ~ La distesa di costa della Francia in Eu• rapa bagnata dal mare lutino, dal mare "o– slnm, dei Romani, si ug;g1ra intorno a 12,io C'hilometri: 650 chilometri circa spettano alla Francia propriamente detta (<lai _confine_s.pa– gnuolo a quelle;>itaha1u_>) e 590 cl~1lome!n circa alla Corsica: htor.ile circa un qnmto dt quello dell'Italia, che è di 6341_ ch1l~111clrie c~n "o" moli, città esposte agli 111sult1del nemico, fra le qu..tli vi è Marsiglia, l'empt,rio della J.~ran• eia e Cette la su;1 quarta c1\là commerc1alo: la Prima peri> uo" lrovnsi, dal lato dtlla difesa, ,,,fle co11dir;ioui1/isgra.:iale di Ge11ovu, ma per la configurazione della costa a\lincente ~ J>Cr le prospicent1 isole Ratoncau, Pomègues, s1 presta ad essere eOicacemente protetta. La flotta lrancese. m una conflagrazione me• diterrane~, che nte111umo lonl,1nn (e facciamo fervidi voti al riguardo~ _trasp->rtato dalle. c~• ste settentrionali ddl' AInca alla metropoli 11 1 go Corpo d'armata, pur_ man!enend~ le com~• nicazioni per mare con I suoi grnnd1 po.:;sed1• menti della Tunisia, dcli' Algeria e del 1'-faroc• co, appog~iat:i alle b:1si nav~_lidi T 1 olo~e, della Corsica, la quale guarda la v•~ t.lt -11 Afr!ca, so~• veglia il Crmale delle Baleari ed assicura 11 possesso del bacino melliterraneo occidc,~tall?, di Uiscrta cd evenlunlinente su quelle d1 Gi– bilterra e Malta, prmdtrrbbt fin dall'i,,ieio delle oslililti ;,, ""ione d,tl/t unifti brilnm1icl1t,l'offesa e co11:ma /nml" u,:/l'trllojo,,io con ,m fori, uu– dto di navi contrasterrbbt l'umont dtllt Jo,·et cmsh o-1m!(aricl1tcou qutlle dtll' flalia td (1(/di• verrebbe {11 COll.(Jim,l{ime11lo CDII lt russe ,,,, Mar N1ro. U force drlllt Triplice J,,1,sa, poi, non perdtrebbtro tnupo i11a/lacchi di rtnlri fortificati* mn scorac#errbluro p,t Mar Tirru10, prr il Li• gurt, dtslruggmdo /11utferrovta~ie. lt1ç_l~rggiau• do e mn,,omttlmdo lfl nostre ci/la mar,tllmr, con l' intento, oltre quello di portai e il '!mglitior danno, d1 uttirare le nostre forze navali ad un comhalHmtulo nl /nrgo contro tmo jlolln prt• pondcranlt •· L't-gregic, scrittore dopo aver Jimostrato che l'unione delle forze navali francesi con le bri– tanniche e con le russe (il V. prevede giusta• mente che i•1-1pertura degli Stretti, anche non fosse ottenuta d:111:iRussia diplomatic~unente, lo sarebbe di fatto ali' inizio di un conflitto cu-

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