L'Unità - anno I - n.29 - 29 giugno 1912

L'UNll'À ll5 e quali le più cocenti illusioni, e si sarà più pronti a riconos<'ere che è al disopr a delle forze uma ne tra.sformare i deserti in umpi cohivati. f'ion v•~ dubbi o che alla gener osa impr evidente ebbre zza del momen to pre-sente succederà fa. talment e la reazione, che nasce da lla delusione e dal rimpianto. Quando la Libia non sarà più quell' Eldorado che oggi tanti illusi s' immagi– nano, ma apparirà agli occhi nostri que11a che è veramente, oss ia uno dei paesi più pover i e più infelici della terra, allora ricorcliamo lOl la Libi a sarà considera ta come luogo di pena e di esilio ~r i funzionari peggiori e· per i militari più irr equieti e molesti ai loro supe riori. Mentre oggi possiamo contare sulla cooperazione volon– taria dei migliori, da qui a 5 o 6 anni dovremo rasseg narci all'opera dei meno buoni, e l'ammini – strazione della provincia ne risentirà gravissimi danni. Chi ha la responsabilità dt l pote re, chi ha . oggi in mano il mezzo facile e piano di dare alla nuova colonia il primo impulso, il primo passo verso una rigen erazione t conomica, avrà sulle sue i,:pallc tutta intera la respo nsabilità dcli' insuccesso, quando passat o il momento pro– pizio e scopert o l'errore si cercherà di c~rrcrc ai frettol osi, ma sterili ripari. Lf-:ONt-: C, u •:TA1".I. P. S. - Il 5 giugno è sta ta presenta ta alla Camera la relaz ione Lanclucci in tutto favore– vole al diseg no di legjlr. e il 14 giugno la legge è stata anche votata da lla C1 mera a scr utinio segre to. Il relatore ignora del tutto i problemi pratici di cui trattiamo in questo articolo. Quan• ti anni passerann o prima che il Governo rico– nosca di avere errat o? Per quanti unni ancora proseguirem o nella felice ignoranza e noncu• ranza di cib che è vc:amcntc utile e buono per il nost ro patsc? Abbonamento speciale estivo per una serie di numeri successivi: Dieci centesimi per ogni numero. FINO AL LAGO DI CIAD! Un amico t/t//'Unità, comptlt11/issimo studioso di g eografin, ci iHvia ,ma ltlltra 1 tla cui stra!• ciamo il passo cl,e srgut 1 rig 11arda,,le alcu,,; de– g li sfnrjalloni n11ssi ;,, circola•io,r, dal proftt • sort Paolo Vinassa dt Rtl(ny. Qu,sto curiossimo liJ>odi sgo,,fioHt ,miv,rsila r,c, ftct ,11/ 1902 " 11Habrrot tscursio11tnella Tripolilania ~llm – lrionalt "' ciol da Tripoli a H oms ptr niart, da Homs a Tripoli l11ugo la cosla nddmlrandosi su:u,r solo punt o p,r ,ma quindicina di cl,;lomtlri fi,io a Mstllala, t da Tripoli a Gargart scl, ,· , rendendo · con io ntl Bollcllino della società geografica dtl 190, (f>ngg. 762 t srgg . t 930 t s,gg.) di questa • brtve ,scursio,11 " (png. 762) dichiarava: • I rtsullali dill a mia tscursion, uo11 so,,o sia/i, come i b,11 na/u,-al,, di una gra,,de porla/a scientifica; pur lullavia crrdo cl,, ancl,'tssi jossm,o avt re "" qualc/11 inltresse • . • ifa ;,, qutsli ultimi mesi di universale 11btriac al11ra, ì staioftrrso anch, /r,i dal delirio I, iJ>o/;no, e si l muso a la,,ciart in aria .bombe '"f1Slodo11liche f,ma dopo fallrn, gloria11- d osi dtlla ~jorlu~1ala circ~slan;a d,tr,s;,~~ -;iato "' abbastanza lunga mente [/a • brtvt ,scurs iot1t " $i ì._. naeionalisll-.cflla I] ;,, ,ma por•iont dtlla n11ova terra • (Rivista d'It alia, maggio r 913 , ;ag. 824). Va da sè cht il li. i ,mo fn, coloro, che no11dà11no mollo jeso alla inchitsla falla j>tr conio dtlln lto da Ire sp,cialisli stri i11 ven– tidue giorni, dal 24 luglio al I./ agosto 1908, in Cire11aica sfl "" j,trcor so di circa 400 chilo– mtlri n1ll'inler110 : illchit$/a i cui rtsultali la Commissio111della i lo 11011 gtntraliua al di fuori tltlla Cirt11aicfl.Cht cosa sono quti pochi giorni - esclama caulnmm lt il nostro tsplora lort - j>tr darci 11oli3it sicflrt a,,cJ,e dtllt •ont che g li s/'tcial i!li dtlla lto "0" visilarono ? (Giornale di G eologia pratic:i , a,mo X. 1912 1 fase. l, /mg. 16- 17). E non ha /11lli i /orli, stbbtnt sia assurdo prtlt11dtrt In co11osct11cadi "" patst mil/im tlro p,r millimtlro prima che s, nt ,Ossa dare ,m gim li::io si11/11ico. Ma acetita/a come gms la la firtgi udicinlt posta ,la/ V. co,,fro la iuchiesla dtlla lt o, come si de11t gi udicare la leggertcca del V. nudt simo, il quale da una • _brtvt escur• siotte • di poc!,issimi giorni sulla costa piit vi– ci11aa Trij>oli l,n ricavalo tltmt11li ftu rii.IO · 1,,.;011artIn g,ogra fia , In g,olog ia e In dim alrr logia di lull,, la Tripolila11ù1fi"o alfoa si di Cufra e al lago Cimi ? Ed ora lasciamo la parola al 110s/ro amico. Che giornalisti come il Piana, il Bcvione, il <:orradi ni c<l altr i soci della Cooperativa di montature nazionn.listc possa no gonfiarne le frasi e i dati anche delle relazioni ufficiali per inscc– •narc lo spe ttacolo della u terra promessa ., tri• politana, si può cnpire. Per lo meno si può ca• pire che mesi a<ldictro, convin ti che la guerra fosse una ncccss it:\ politica e com·inli che il governo e il puùblico d'Ita lia non se ne sareb – bero pe rsuasi se, accanto alla soddisfaz ione ,moral e, non n,·csscro visto tralucere anche un qualche gruzzolo da guadagnare, abbiano tra• !format o ogni pnlma solitaria in oasi parad isia• ca, ogni olivastro in bo~chi di oli,·i che altr o non aspettan o se non la mano che ne colga il frutto. og11i c111ffo d'erba in pascoli fecondi, ogni pozzanghera S:\lmastra in riserve inesau– rib ili d'acqua da impiegare nelle irrigazio ni ; abb iano infine in,·cntat o le famflse miniere di zolfi e di fosfati. 1ro Non per nient e essi hanno fatto credere an– che ai nostri uomini di sta to cd ai nostri g-cne– rnli che la conquista trip olitan a sa rebbe sta ta la famosa passe ggiata militare, fra l'entusiasmo degli arabi e dei berberi liberati dalla schiavitù turca! Ma che anche dopo scoppiata la guerra , anzi · do1>0nove mesi di una guerra che non si sa quando finirà, si continui nella lris1a mistifica– ziofle, è cosa che non ha più scuse. E non l1a scuse sopra tutto la p::.rtc che hanno in ciò non SOitanto i suddetti giornalisti , che in fin de i conti non fanno profe:Ssionc di scienza, ma de– gli insegna nti che vogliano suggella re le loro parole coll'auto rità del titolo di professori d'u• nivcrsità. Io sono tra coloro eh,., pur esse ndo persuasi che ben altra avrebbe dovuto essere la condotta dei nostri governi pn assicurare la T ripolitania ;111' Italia, e pur essendo profondamente avversi alle guerr,., sono però i'nclini non soltanto ad am• mettere che ormai, dato lo stat o di cose, la gucr_ra attuale era inevitabile , ma anche a sperare che, oltr e a darci un va ntaggio politico, la zona li– toranea della nuova conquista possa con saggio impiego di opi tali e di lavoro acquistare un cer to valo re economico in tempo più o meno prossimo o remo to. Ma appun to perciò trovo riprovevole la leg– gerezza. co11a quale si continuit a illudere il nostro pubblico su11econtlizioni reali di quelle terre, per far fruttare le qutoli saranno neces• sari innanzi tutt o studi d'ogni genere ctl estrem a prudenza . Ecco invece un profess ore d' uni\•ersiL'l, il Vinassa de Regny di geologia a Parma, che nd fascicolo di rn.1ggio della Rivisln d 'ila/in tra– sforma perfino il deserto pili desolato e spa, ventoso in futur i campi di .Jmprcsc agricole e comme rciali I Ecco lanciata da lui perfino l'idea che l'Ital ia arrivi nl lago Ciad, sfidando Fran cia e Inghilterr a ! Ne abbiamo il dir itto - e gli dice - cd anche a questo arri veremo I Non contento di essere stato uno dei primi a sba llare in Italia 1• .. trcrrnaz ione redsa che gli arabi e i berberi avr ebbero accolto gli italiani a brac cia aperte, che anzi sar ebbe stato peri • coloso ogni accordo di penetr azione padfica coi turchi, perc hè gli indigeni odiando i turchi a• vrcbbcr o rivolto il loro odio anche contro di noi se ci foss imo mostrati ad essi amici ; non contento d'aver fornito al pover oSalva torc Gb nnò i da ti fondamentali sui quali costui fabbri cò il famoso opuscolo d' invenz ione delle miniere ; ora sos tien e ancorn il valore comme rciale di Trip oli per gli scambi col Sud an, e parla della ferrovia transahariana che passerà pcl centro dell 'Africa e sboccherà a Tripoli, cd esalta l'ac• qua llclle oasi di Cufra, che viene per \·ic sot• terran ce dalle monlagnc del T ibcs ti, lont.1nc più cli 700 chilometri. a mczzodl; e dice che a sono milioni 1.li lire che si scambian o le popol.1zioni delle oasi con un mo\·imcnto di camm elli e di gent e verame nte gra ndioso ! • No, non è pcmtesso che un prorcssorc uni– \'er sitari o copra <lei suo nome simili afferma– zioni, perchè o scrive scnz'a,· er preso cogni• zionc neppure delle fonti più fondam entali su ciò di cui tratta, oppure ha il prop osito delibe• rato di ingannar e. È possibile parlare di Cufra come ha fatto il Vinassa dc Rcgny, dopo aver ldt o il libro del Rohlfs, che in tutto il famoso arcipelago cir. condat o dall' immcnsit:\ de l dese rto libico ha trova to app ena 700 nb.? È possibile parlare di possibil i colture nella Libia intern a dopo aver letto l"' conclusioni del Foureau in seguito alla mi(Obile .llission Sahnr itm1t, e quelle di tant i altri esplorat ori del Sahara mand.1tivi da lla Francia, che mostra ben altra serietà della no• stra nel trattare prob lemi che involgono colla scienza l'avvenire della nazione ? È ·possibile parlare del valore del commercio tr ansaharia~o , valutato al massimo 2 o 3 milioni di franchi all'aono, se appena si siano c-onsuhate in propo– sito le fonti di \·alutazionc da quelle della meta del secolo scor so, quand o ancora prospe rava il commercio degl i schiavi, fino alle più recenti? Dice il Foureau: ,. Sono costrett o a confes – sare che il paese trav ersato è diseredato, im– produttivo, sterile, senza risorse, calcinato dal sole : non può render nulla in cambio degli slorzi che saremm o tent ati di farvi. Ta le zona scmbr, incap•cc di rimun erare mai,. dal punto di vista dell'agri coltura e dell 'allevament o, i cap itali che si osasse av\•cnt urar vi. L' irreg ola– rità delle pioggie è estrema: talvolta non cade pioggia qurantc peri odi che possono vari are da 4 a 5 anni (11 qvucyrier dice fin 12 anni). Ne segue che una greggia in buono sta to in un un anno pio\•oso può esser votata a morte certa in ragione di 1, 2 o 3 anni di se cchezza succes– siva , fe11omcno costante, caratte ristica principale e spave ntosa del paese "· L'un ica speranza di valutazione economica del Sahara è data, secondo il Fourcau , dalle miniere , se mai se ne troveranno e se siano tali da compensare le spese di la,•o• razione . Quan to alla famosa ferrovia transahariana, è ben vero che in Francia se ne è fatto sosteni • torc un cconomi.:ttaeminente, il Leroy•Bcaulicu; ma è anche ver o che proprio il libro che egli ha scritto in prop osito è conside rato come una macchia alla sua fama di serietà scientifica, tante e cosi facilmente rilevabili sono le incon· gruenzc e le lcggeren c. E sta d i fatto che da trcn– t'an,1i si parla di codcst.1 ferrovia trav erso il de– serto, senza che neppure in Fra ncia, nonost.1nte l'inesauribile abbonda nza di capitali in cerca d'im• piego di qualunque specie, si sia tr ovato nt p– purc il prim o fondo per gctt.1rc le prime tra • vcrsin e del binari o, che dovrebbe tra ,·crsa rc da 1500 a 2000 km. di asso luto deser to, ne! quale le macchine dovreb bero portare con s~ anche l'acqua per alimentare le caldaie ! Tutt avia la ferrovia tran saharian a si considera dai più in Francia non già come un' impresa economica, bensi come una neccssit:\ plllitica per collegare i possediment i frances i del Niger e del Suda n coli'Algeria. Ed è .1ssai prob abile che in tempo pill o meno vicino tale considera• zione indu ca la ricca nazione a sottostare anche a codesta spcs:t da aggiungere alle tante altre ingenti che sostiene per il suo imper o coloniale. Ma non è sempli cement e pazzesco anche ac– cennare alla sempl ice µos!libilità d i una tran• sahariana italiana, che parta da Tripoli e pass i per Cufra, non soltanto quan do la nostra con• quista rimane ptr ora ai punti fortificati della costa , ma quando a conquista comp iuta, i nostri sforzi dov ranno esser e rivolti a cacciare dalle menti le nuvole, a persuadere il pubù lico e il governo della necess ità tli meditare ogni passo cd ogni spesa, per non portare a rovina la na.. zione, per non camb iare gli osanna attuali in tante maledizion i? E questo scopo deve avere appun to ormai l'Unità. Contro il fatto 1.ompiuto è vano rccla• mare; ma si deve imped ire che per iodici impor• tanti - la Rivista d'Ila/in non è la sola - cd uomini che tengon o un posto ufficiale continuino nella triste opera di diffonJcrc falsità per igno– ranza o in mala rede. E riguardo all'arti colo del Vinassa mi sono fermato alle prime pagine. U N G .. :OGRAFO . Il Banco di Roma e la Libia. Il Baslo,ie, giornale sati rico cler icale di vol– garità universalment e deplorata pubblica intorno alle manovre fatte dal Banco di Roma per ot– tenere la spedi zione <li T ripoli, queste notizie assa i signific:i.tivc , dato il colore politico e le fonti d'informaz ione del giornal e : • Bisogna sapere che a decidere il Governo perch é fosse fatta .la guerra di Libia, fu preci• 8amcnte un espediente del comm. Pacelli quel huon commenda tore di cui il San to Padre 'suole 1alvolta sorrider e, esclamando: - Quel buou sor ErnciUo!..OrdunqucJ un bel giorno il signor Pacelli parte, e do\·c va ? ,,a a Parigi a trovare il suo carissim o amico Tomm:1so T ittoni , potente uomo 1>0litico, specie in ramo di politi ca cstcrn am• basciator c a Parigi, azionista del Banco Roma modera to, cx ministro, sincero consigliator e di Giolitti, a quando a quan do.... o forse troppo spesso . .. A Tilloni il comm. Pacelli tiene un discorso su per gil~cosi: - Noiallri del Banco Roma abbiamo ricevuta una ,,antaggiosissima offl!rt a Ja parte di una Societa tedesca, ben sovvc n· zionata dal Go\'crn o di sua maestà pru ssiana la _propo sta se noi voJtliamo vendere tul!i i no~ stn po~scdim cnti i~ Tripo litania e Ciren aica, con annessi e connessi ! " Fin qui il ragionamento non comincia an– cora ad essere chiaro. Ma sentite appresso. Pace!li agg.iunsc: .- L'affarc .finanziario propo• stomi è d1 quelh che non s1 posson o rifiutare leggerm ente, se no dovrei rend erne stretto conto agli azionisti eJ a tutt i coloro di cui io ammi – nistro il denaro . Ma tutti capiranno che - date le vecd 1ic aspirazi om dcli' Italia in Libia - io che sono italiano non voglio da re allit ingord igia tedesca un.1 co.sl .bcll.1 e ricca coloni~; tanto varrebbe quan to <lire : fra un m,no vcrra la Ger– mania ali appropriarsi di queste terre t • Cari lettori, qui ci pare che il discorso fili bene, e fu in seguito ad un tale discorso che giraron o per l' Italia le voci di un'aspi razione tedesca in Libia, aspi razione che forse .... non c'è nrni stata! 11 Ma il bel discorso pace lliano non finisce. E"Jso continua: - Noi del Banco Roma in un solo cnso p ,tremo rifiutare il nrngnifico affare · e cioè nel caso che il governo italiano si dccid~ subil o a conquistar e la Tr ipolitania e la Cire – naica . Non c1 vorrà nicntt-, per siffatta impresa: una passeggiata milit.1rc 1 una semplice dimo– straz ione navale bas tano, pe rchè gli ara bi aspet– tano c!liunque sia che \·oglta libera rli dai T urchi, e riceveranno gli itali:u11.1 bracc ia aperte! • In b.1se, du nque, ai consigli del banco Roma, che faceva creder e imminente il peri colo d'una intromissione tedesca in Libia, e in base anche ai rappor ti dt'"gl' incaricati, la guerra fu decisa t: si ,·i<le a Sciara -Scia t come gli Arabi aspe t– tassero a braccia aJlCrtc gl' Italiani salvatori! .. • Chi venne a guada gnare in tutt o questo affare fu precisamente il Banco Roma, che ebbe <lai Governo appalti di lavori, incarichi di for• niturc, aiuti, esclusività e part icolnrit.ì. che com– pensavano le offerte della Sx ictà tedesc a.... forse esistita solo in mente di chi ha la dire• z1one degli affar i. ,. E fu cosi che il Banco Roma allarg ò il suo prestigio , aument ò la sua potenza, accreb be la sfera degli aflari , si abbandon ò a speculaz ioni e ad industrialismi incompatibili, cominciò a comprare il silenzio di quelli e il be neplacito di qµcsti abtna ,idosi così per s,,,,,;re l'apj>oggio del Vatica,,o, che non può e non ha mai ap• provato codesti crite ri di banch iere mercante ! • Non ose remmo considerare come assoluta • mente esatt i tutt i i part icolari narrati dal gior• naie clericale. Quel che è assolutamonte vero, è che il compromesso fra il Banco di Roma e la Socielà tedesca era già firmato; e appunto quel comprome sso dette l'ultim a spinta alla guerra, a cui a mezzo settembre crct ancora avverso il Re con la grande maggioranza dei ministr i. E nessuno ignora che a proporie espli– citamen te la conquista della Tripolitania nell'ul• timo Congresso dcgt' italian i all'estero si trovò in prima linea , insieme ad alcuni capori oni del nazion alismo, proprio il pre decess ore del·comm. Pacelli nella direzione del Banco di Roma , cd è anche noto che pars mag11a del Banco di Ro– ma è Romo lo Titt oni fratello dell'on. Tommaso Tittoni. Quant o ai motivi, che hann o spinto il gior– nale clericale a premere cosi apertamente la mano sul Banco di Rom.1,essi si devono riccr• care probabilmente nel fatt o, che fallita la spe – culazione tri polina, con l'aiuto della quale i clc• ricali sper avano conquistare il governo, e re– spinta datl'on. Giolitti l'alleanza clericale, il Va– ticano si è avv isto che le iniziati.ve del comm. Pacelli, lungi dal pre sentare utilità per il mo– vimento clericale, lo comprometto no a.1111;sai con respon sabilità che ben prest o diven terann o as• sai pesanti : per ciò la stampa \•aticancsca trova opportuno ... alienars i per sempre dal Banco di Roma. La Libr eria della Voce, (Pia zza Da – van zali, Fir enze), ba pub blicato nei Q1'a– demi della Voce: G. SA LVEMIKI , Le ,Me– morie di "" candidato (La elezione di Albano Laziale). Un volume di pag. 105 L. 1,25. Si accet tan o commiss ioni dal– !' Ammin istrazione del!" U111à.

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