L'Unità - anno I - n.23 - 18 maggio 1912

trodurre nella busta il foglio preferito, anzi che s taccare dalla scheda . il talloncino o annerini su col lapis il quadratino corrispond ente al nome del cand ida to ? C'è a vantaggio de1la scheda ufficiale la con– siderazione c!'te l'ele u ore avrà sotto gli occhi i nomi di tutti i candidati, e nessuno potrà li– -mitargli la libertà di scelta; mentre col sistema <lel fogliolina p .rt:1to di fuori si potrebbe da re il caso di eletto ri sequestra ti cd accompagnati ·a votare sotto custo<lia, in modo che non pa– ~esse ro manegg iare nella estrazione nessun altro pezzo di cartfl, ali' infuori di quello fornito dal comita to... sequestr ante. Ma anche ques to peri• colo si può evitare-, come scrivemmo nel nu– mero passa to, dando ai rappresenta nti dei can– didati nei seggi "il diritto di riempire tut ta la cab ina di votazione e magari tutta la sala di quan ti fogliolini ad essi piace. Si può, magari, stabilire che il presidente del seggio, abbia il do\'ere di consegna re all'e lettore, oltre alla busta , i fogliolini di tutti i candidati. In queste condi– zioni,l'elettor(", ritiratos i nella cabina di votazione, avr ebbe modo d i scegliere in pienissim a libertà il suo foglio, vota ndo per chi meglio gli pia. .éesse. I rappresentanti dei candidati nei seggi, se 'non dovesse ro esser buoni neanche a con– se gnar e agli elettori le schede dei loro rappre– sentati , non sa ppiamo dav vero che cosa ci sta– r ebbero a fare! Questo non vuol dire che la busta p~oposta d all' on. Bertolini non si possa ancora miglio– .-are e semp lificare. L' on. Bertolini ha dovuto preoccuparsi della necessitt di evitare il broglio della III busta gi– nnt e • ; il quale broglio sarebbe po~ibile an• <he se si votasse con la scheda ufficiale (me– t odo Giolitti) anzi che con la busta. Per i let– t ori, che non sanno di che si tratti, la • bustà gir ante • si organiz zerebb e come segu e. Il co• mitato, che vuol fare il broglio , si procurerebbe <on tutti gli espedienti, che in ques ti casi non m,ancano di esse re escog itati, un cerlo numero di buste ufficiali (i comitati dei c~ndidati gover – itativi otterrebb ero certamente dal Governo la m ateria prima r.ecess aria al broglio) ; - iu una ,di queste bl,Sle abusive il Comitat o mette il }ogliolino del pr oprio c:rnditlato 1 chiude la busta ~ la conseg na ~ll'elettore, il cui voto vuol con– tr ollare; - l'ele ttore, tenendo in tas ca la bu• sta... battezza ta, si presenta al seggio, e riceve la busta ufficiale; - ritiratosi nella cabina di v otazione, mett e in tasca, sen za chiuderla, la busta ricevuta dal seggio, e poi presen ta " l seggio quella che aveva porta ta con se; - finalmente consegna al Comitato intatta la busta ricevuta dal seggio pe r dimos trare di a\'ere ua ata... quell'altra ; - ,: il Comitato con questa flUova bus ta ricomincia il gioco con un nuovo -elettore. Cosl può bastare una sola busta gi– .ran te per inquinare tutt i i voti di una intera sez ione. Per eviti1re que sto genere, assai comune, di pastetta , occorre che la busta consegnata dal .seggio ali: ele ttor e risponda a due requisi• ti. .... contrnd ittorl : deve esse re eguale ~ t utte le altr e, affinch~ sia garantito il segre to -Oel voto; - e de ve nello stesso tempo esse re -diversa da tutte le altre, almeno nel moment o -in cui è consegnata al st-ggio per essere messa .nell'un,a dei voti, affincht non sia possibile la ,b usta gira nte. PCr risoh•ere questo problema, l'on. Berto• lini propon e che sulla busta sia stampato, la mattina deHa votazione, prima che le opent– zioni comincino, con un bollo a cilre mobili, ,un numero di cinque cifre, estratte tull e a sorte .,sed uta stante. - Ma questa è una precau– zion(", che non ser virt·bbe a nulla : basterebbe far sapere fuori della sala il numero estratto, e subito i Comitati preparere bbero le buste gi• ranti con lo stesso numero. Più efficace sarebbe l'a ltra precauzione di far firmare dagli scrutato ri le buste, distr ibuendù ne a sor te ciasc un centinaio fra i singoli scrutatori, e facendo numerare progressivamente le buste su un'appe ndice staccabile annessa a ciascuna busta. - L'elettore (pensa l'on. Ber tolini) rice– verebbe ('OSl d.1I seggio una busta che sarebbe numera ta sull'app endice e porterebbe la firma di uno scrutat ore designa to dalla sorte; perciò non gli sarebbe possibi le sostitui"re una busta cosi nettamen te individua ta con una busta por• tata di fuori ; - dopo che egli avesse resti tuito la bus ta al seggio, il_ presiden te sto.ccherebbe V L' L' UNITÀ l'append ice numerata, e da ora in poi la busta diventerebbe irriconoscibile da tutte le altre. Se non che il metodo non esclud e del tutto il brog lio. I comitati, che riuscissero a fornirsi di molte buste (il Governo ne sarebbe certo assai largo coi suoi amici), farebbero firmare in preced enza queste buste dagli scrutato ri amici (i quali, badiamo bene, sarebbe ro desi – gna li fino Ji,l merculedl antecedente alla vota – zione); - all'e lettor e, il cui voto si dovess e controllare, conscgne rebb~ro una busta gìà fir– mata per ciascuno deg li scr utatori amici che fan parte J el seggio; - se all'elettore capitasse una busta firma ta <la uno scrutatore avve r– sa rio, il colpo ver rebbe a mancare; - ma se gli toccasse una busta portan te una firma iden• tica a qualcuna de lle buste affidatagli dal Co– mitato, l'elettore non dovrebbe fare altro che riprodurre sull'appendice di questa busta il nu– mero scritto sulla busta datagli dal seggio e sostituire cosi a questa la busta irregolare. Il trucco potrebb'essere usato dai soli eletto ri, che avessero pra tica colla scrit tura, e in parec – chi casi non ci sarebbe modo di usarlo. Ma parecchie centinaia di voti sarebbe sempre pos– sibile contTollare. E la vittoria spesso non di– pende che da un voto solo. Sembra a noi che il problem a di evitar e la scheda girant e si possa risolvere con assai mag– giore semplicità e con piena sicurezza, quando le buste fo.:;sero <.lalla parte deil'appe ndice ri– le~ate ins ieme in un volume, per es. di 100 bu– ste, da cui ciascuna si dovesse via via stac– care con un colpo di forbici nell'ap pendice : le buste, insomma, si dovrebbero staccar e da una matri ce numerata come si staccano i bi– glietti di banca . Allorch è l'elettore resti tuisse la bus ta da lui utilizzata per la votatazione, il seggio dovrebbe assicurarsi che i due orli della madre e della figlia corrispondessero per– fettamente come al momento del taglio, e con– testare le buste irregolari denunciandon e gli esibi tori all'autorità giudiziaria. Stacca ta, in se– guito, l' ap()endice, e bruciato il regist ro delle madri, ciascun'\ busta diven terebbe indistingui– bile da tutte le altre. È evidente che nessuna mano di P residente sarebbe mai cosl espert a da dare ogni volta nella matr ice un taglio... ammae• strato. E con ques to espedie nte semplicissimo sarebbe assolu tamente impossib ile il trucco della scheda giran te. Finalmt nte, vogliamo insistere vivamente sulla as~oluta necessi tà che lo spoglio delle buc;te sia fatto, non più nelle sezioni locali, ma in un ufficio centrale. Questo metodo, oltre ai vantaggi che abbia– mo spiegati nel passato numero dcli' Unità, a– vr"bbe anche i seguen ti pregi : 1• rende inutile la nomina degli scruta tori: il seggio si potrebbe formare solo con un Pre • siden te, un supplente , il segreturio e i rappre– sen t:mti dei candida ti ; 20 riduce a fon:doni assa i modes te il Pre• sidente del segg io, il quale non dove ndo più fare lo spog lio delle buste, non sarebbe altro che il consegna tari,> responsab ile dei volumi delle buste , il direttore delle operaz ioni di vo• tazione, e il consegna tario responsabi le dei pli– chi dei voti, sempre sot to il controHo de i rap• presen tati dei candidati; 30 non clnvendosi più. prov\•edere allo spo– glio nelle Sezioni locali, rimarrebbe un assai più. lungo tempo per le operazioni di votazione : il che è necessario, dato l'aumento enorme del nt.1mero Jegli elettori ; 40 finalmente, dovendosi lo spog lio compie• re da un unico ufficio in un giorno successivo a quello della votazione. nulla impedi rebbe più che la votazione avvenisse nei diversi centri dello stesso collegio o ncd cli,•ersi collegi in due o tr e domeniche success ive, in modo che i seggi fossero presieduti sempre da magis trat i: invece col sistema de lle votazioni contempora nee in circa 10,000 sezioni, i magis trati non potrebbero presiedere che 3 1 000 sezio ni, e tutte le altre sezi oni dovr ebbero essere affidate a perso ne assai meno indicate. GI' inglesi , che hanno una esperienza eletto– ra le di secoli, e che in fatt o di br C"gli e di pa• stette ne han viste, anch'e ssi, nei tempi pas– s~ti, di tutti i colori, non hann ;, cerlo adottat o senza gr a\'i motivi il sistem a de llo spoglio cen– trale. E non si ve<lepe:-chè l'Italia. che ha tanto bisogno <li migliorare i suoi costum i elettorali, non debba appr ofittare, anche in questo campo, della lunga e caratt eristica esp erienza dell' In• ghillerra. L' t;:.1TA. La preparazione . dei maestri elementari. Il problema dt>lla preparazione dei maestri e della riforma della scuola normale ci si prc• senta oggi tant o più gravt't in quanto con l'isti. tuzione della 5& e 6• elementar(", in Cliipiù vas to e complesso diven ta il programma d'inseg na– mento, la prepurazione del maes tr o esige d' es– sere più. elevata e nH•glio coordinatn. Alt ro che proge ttate riduzion i degli studi magistra li! Non sa rà cer to ammissibi le che il maes tro sappia meno di quello che de\'e insegnare. Si potrebbe, è ve ro, pensare alla distinz ione fra scuole urbane e rurali. Certo son diverse le esigenze , non solo perchè nelle scuole di cam– pagna non esistono la 5• e 6a classe; ma anche perchè diversa è la mentalità degli alun ni, di– versi i bisogni intellettuali E non soltanto nelle campa gne gli alunni, che per lo più non veg– gono n~ applicazioni dell'elettricità, nè aeroplani, nè cinematografi etc., hanno meno curiosità im– barazzanti da soddi sfare, ma anche presentan o dive rsità di conformazione mentale: sicchè la preparaz.ione cli dottri na e di metodo del mae• str o rura le sarebbe utile fosse dive rsa da quella del maest ro urba no. - 0 iversa, ma non fors e inferiore di compless ità, perc hè nelle cam pagne il maestro è, col med ico, l'u nico diffusore di civiltà, e il suo còmpito non è cer to rrieno va• sto e difficile che in città. Ma certo questa differenza di preparazione fra n.1aestro urba no e rurale complichec;ebbe per ora troppo le cose; e, di più, urterebbe contro il naturale d~siclerio dei maestri di campagn a di non aver precluso il passaggio alle città. Prescindiamo dunque per ora da una questione , che basterà avere accennato. E veniamo ad esaminar breveme nte i mali che ora allliggono la scuola normale. Gli alunni arrivano alla scuola normale im• maturi d'età e quindi d' intelligenza. A 13 an ni non si può cominciare a prepa rare il maestro: ed è assurdo specialmente suppMre , che possa efficaceme nte ~ompiers i un insegn~mento di pc• dagogia. con ps icologia, logica, sto ria delle dot– trine pedagogiche, quando negli ijtessi licei il consenso unanime degl' inseg nanti riconosce che nel primo corso (a 16 anni) gli alunni sono ancora immaturi allo studio della psicologia e quin di si chiede che al secondo corso si trasporti l'inizio dello studio di filosofia. Nella scuola normale alle deficienze intelleuuali si aggiungono le defi• cienze e le dh·ersità di preparazione , poichè 1' accesso alla scuola normale si ha dalla com– plem"n t:1re, dalla tecnica, dalla paterna , dal ginnasio inferiore. Entrando nella scuola norma le, questi alunni si trovan di fronte a programmi che, per ess er stre tti nel letto procusteo di 3 anni, diventano sovracc.adchi: fino a 1+ materie devo no esse re studia te nello stesso tempo: molte hanno so– verchia t:slensione; altre sono in buona parte ripetizione di studi già fatti nel corso comple – mentare; tutte poi mancano di coordinamen to reciproco. E 1>~r fore ingerire tan ta roba in cosi poco tempo, si deve ricorrere a nn orario gior • oaliero di sti ore di lezione : s'insacca, s'insacca, senza che resti ugli alunni il tempo e l'energia per digerire; onde quella infarina tura appicci– cata invece che cultura assimilata, che è il di– fetto fondamenta le pili comunemente deplora to dalla scuola normale. Ma sopra tutto questo difetto è aggravato da un allro male: la cnntemporaneilà della prepa – razione culturnle col tirocin io. Prima d'a ver appreso, gli alunni devono insegnare: quindi quell\ 1bito di presu nzione ignornnte e di suffi– sance, che cre de un inizio d'i nfarinatura .baste• vole a <lare il diri t~o di sputar sentenze intorno a quello che :rncora non si sa. Con quale utile dell'ins egnament o futuro, ognuno può gi~dicare_. Questi bre\"i cenni ci fanno già intendere quali prov\'l!Jim enti siano ncct'SSari. Tre anni di sc,11,la normale non b:tstano olla preparazio • ne c<Jltur .,1~; il tirocinio nou j)uò esse rle con• temporaneo senza dann o d' entramb i. Bisogna, dunqu (". separar e il periodo della praparazi~e di cult1ira da quello del tirocinio, e fare che il prim o sia sufficiente . lo qui propongo una questi one : è necessaria 91 o, almen•', utile la divisi one attuale fra scuola complem enta re e norma:e? Non sarebber o util• mente sostituite da una scuola unica di cultura, a11a quale non si potess e acced ere al disotto di un lim ite d'e tà, per es., tli 12 anni, cioè dopo compiu ta la 6& elementar e : anche perchè i fu. turi insegnamenti non è certo male vi siano stati come alunni ? Fissato questo limite di età e <li preparazion(", la scuola di ·cultura po– trebbe anche esser e ridona a 5 anni, con una migliore dis tribuzione e coord inazione degli in• segna nti in vista del fine cui tendono: a que– sta scuola di cultura dovrebbe poi segui re un biennip di studio professionale e tirocinio. Si avrebbe ·(a parte il limite d'età per l'ammission e) fa stessa durata dei ginnasi magistra li; solo non se ne avr .:bbero gli inconvenienti di prepara – zione inadeguata, <liretta a fine ben"diverso, e non associata nelle coscienie degli alunni al pensi t'ro del futuro uso professionale. Non si creda di poco conto quest'ultima dif– ferenza. Fra lo stud io compiuto come scolaro di un ginnasio senza fini definiti e solo in vista dell'esame, e quello compiu to in una scuola ben caratterizzata da chi si pro;,one di essere inse– gnan te e la cui cultura cteve servirgli per la vita e•per la professione, c'è una profonda diversi tà di atteggiamento del pensiero, dell'attenziont-, della volontà di fronte nlle var ie nozioni. Chi studia solo per l'esa me dà una adesione solo mo– mentanea. :che conduce all'oblio appena supe– rata la prova; chi studia per la vita compie uho sforzo di ritenzion .: persisten te, attribu isce alle nozioni un ben "ltro valore e le rende ca– paci di esplicare tutta la loro efficacia formativa e informativa . Alla prt'parazione di cultura do,,rebbe seguire la preparazione professionale: teorica, sotto la guida e direzion~ del professore di pedagogia , la cui funzione dovrebbe cominciare soltanto ora, che gli alunni sono meglio preparati e ma– turi ; e pratica o di tirocinio , sotto la guida di maestri provetti. Ho accennalo per sommi capi: qualche par• ticolare potrà anche esse re discutibile ; ma l'e• sigenza e il criterio fondamentale non poEsono mettersi in dubbio n~ trascurarsi, se si vogliano avere buoni mae9tri. Rooou·o MoNoou-·o. Gli aforismi di Niccolò Machiavelli sopra la guerr a di Libia. CAPITOJ.O 11. Come si debba asstrllarr il Tur co e 911alt fusst la via 1Juo11a per fa,., o rol mì11or dan110 t col mag-gior pr ojillo. Se si fosse tenuto presente quel eh' io discorsi nel Pri11cipt sulle difficultà di acquistare lo stato del Turco e, ac<1uistatolo, mantenervisi, non si saria anelati incontro a tanti inconve nienti, tal• chè oggi dopo tante vittorie e gloriosiss ime im– prese , siamo rìclutti in questi termini che il vincitore chieda la pace e il vinto la rifiuti. Dicevo adunque nel Principe che le cagioni delle diflìcultà in potere occupare il regno del Tu rco, sono per non potere l'occupatore esser chiamato dai princip i di quel regno nè sperare con la rebellione di quelli ch'egli ha d'intorno poter facilitare la sua impresa. Perchè, essendo– gli tutti schiavi e:d obbligati, si possono con più difficultà corrompel'e ; e quando bene si cor– rompessino, se ne può spera rt- poco utile, non potendo quelli tirarsi dietro i populi per le ra– gioni assegnate. Onde, a chi assalta il Turco, è nece!Jsario di averlo a trovare unito, e li convie ne sperare più nelle forze proprie che ne ' disordi ni d'altri. E se si cousid~ri que l eh' io discorsi circa ai principali ecclesinstici, di che i Principi soli hanno stato e 11011 lo dfendono hanno sudditi e non gli governano: e ~li st.\li, per essere indifesi, non sono loro tolti : e li sudditi, per non essere go\'ernati, non se ne curano, nè pensano nt! possono alienarsi <la loro ; si vedr.i. essere lo stato del Turc o al tutto simile a tali principati. I! che, mentre ti farà palese perché i provin– ciali di quelle terre , benchè in ogni tempo op– pressi e angariati dal Tur co , ora prendano I 'arme in suo favore ; per altro rispetto quest'ordi ne stesso di cose aria dato a chi \'eramente fosse sa\'io la chiave per riuscire, I:\ dove a primo tratto poteva parergli preclusa ogni speranza .

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