Una città - anno V - n. 42 - giugno 1995

di storia recente B Dall'utopia urbanistica di Milanodue, all'imprinting antropologico dei suoi dipendenti, alle adunate allo stadio tutto dimostrava che Berlusconi era un politico prestato all'imprenditoria. L'incapacità a capire della sinistra. Il precedente di Mattei. l'illusione sulla bontà libertaria delle nuove tecnologie televisive. L'uso che la destra fa della tv in tutto il mondo e l'odio di Kennedy per la mediazione. Intervista a Paolo Martini. La Rai che, malgrado tutte le porcherie fatte, al Tribunale di Roma non aveva mai avuto alcun problema visto il sistema di clientela politica e tutti i figli di magistrati che avrà assunto, contro Berlusconi non ce la fa e le busca. Tutta la vicenda Mondadori si va a intrecciare con gli apparati giudiziari di Milano, di Roma, della Cassazione, e qui si vede che la forza di Berlusconi, la sua capacità di insinuarsi nelle pieghe della magistratura, dello Stato, degli enti locali, delle banche è dirompente, straordinaria. Ha accesso fin dall'inizio a un credito bancario altissimo, e poco importa francamente che ali' origine ci sia il Monte dei Paschi di Siena su cui era fortissima la presa della P2, perché quando la presa della P2 sulle banche va a ramengo, arrivano la Bnl e la Comit dove Craxi era riuscito a entrare pesantemente. E quando la Comit entra in disgrazia per Tangentopoli, si riconverte sulla Banca di Roma, di ceppo andreottiano. Ha l'abilità straordinaria di riconvertirsi sul potere vincente al momento. Per paradosso è disponibilissimo a farlo anche con la sinistra se occorre allargare il piano della spartizione; localmente questo è sempre avvenuto. Berlusconi costruttore edile ha probabilmente intrecci forti, anche economici, con la struttura locale del Pci. Un suo dirigente abbastanza importante, travolto da Tangentopoli, tale Roncucci, è un ex-comunista. Berlusconi non ha problemi, vale per lui la massima di Mattei a proposito dei finanziamenti ai missini: "salgo sul taxi, pago e scendo ...". Anche i rapporti di Berlusconi con il Msi sono particolari: lui ha sempre manifestato pubblicamente di essere democristiano conservatore, al massimo craxiano, ma intimamente è un uomo di destra che ha avuto sempre ottimi rapporti con il Msi. E il Msi è sempre stato usato nei vari passaggi parlamentari delle leggi sulla Fininvest, diventando una pedina indispensabile nel gioco lobbistico parlamentare di Berlusconi: quando Craxi nell'84 fa la prima legge che, in qualche modo, gli riapre le tv, senza il voto sottobanco dei missini quella legge non sarebbe passata. E poi, via via, fino alla legge Mammì, è sempre stato così: il Msi ha avuto sempre un ruolo chiave nel formare maggioranze pro Berlusconi in Parlamento. Paolo Martini, giornalista, scrive di televisione sul Corriere della Sera. Si continua a parlare di Berlusconi imprenditore, di Berlusconi politico. Tu dici, e lo hai scritto con largo anticipo, che Berlusconi nasce politico fin dall'inizio della sua avventura imprenditoriale. E' così, e non solo perché, se dopo Dio viene Cesare, il massimo di realizzazione personale per uno che ha una così alta considerazione di sé non può che essere il potere politico, ma perché fin dall'inizio delle sue stesse imprese economiche si poteva intuire che la sua propensione era di tipo politico. Fra le grandi aziende del capitalismo italiano uno sviluppo simile a quello delle aziende di Berlusconi lo ritroviamo solo nell'Eni di Mattei: una grande azienda che si dilata a 360° e diventa un magma complicato ma molto coeso, che invade la politica. Il peso politico dell'impresa'Eni è stato enorme, superiore forse al suo peso economico. Berlusconi non ha dipendenti, ha "collaboratori". Berlusconi è molto umano nei rapporti coi dipendenti, si prende cura di loro fin nei dettagli, si preoccupa dei loro problemi anche personali, soprattutto di coloro che gli portano fatturato, ma questo fa parte del cinismo della situazione. E questo modo di fare non è riconducibile a una estremizzazione di quel paternalismo ali' italiana che possiamo ritrovare, per esempio, nei Marzotto, perché qui è come se si cercasse un imprinting comune, quasi antropologico.• i partigiani bianchi di Enrico Mattei E' richiesto un timbro fisico esasperato, barba e baffi sono proibiti, la mano non può essere sudata, l'alito non può puzzare, ci si deve vestire in un certo modo, tutti devono avere una certa mentalità e un certo modo di vivere, si deve pensare che l'azienda è tutto, ci si può confessare ali' azienda. Le conventions degli agenti Publitalia erano una specie di ritiro spirituale dove questi si confessavano, parlavano dei loro problemi. In questo senso lui è un utopista, ci tiene a costruire non solo delle imprese, ma una "umanità nova" composta di persone che, viste da fuori, possono sembrare dei replicanti, dei biade runner. Una cosa che, per quello che so, ha un precedente solo nell'Eni di Mattei, che prese i suoi partigiani bianchi, li trasferì armi e bagagli dentro l'azienda, assumendo i figli dei partigiani bianchi e i figli dei carabinieri, costruì un tipo umano particolare. Anche le aziende di Berlusconi sono piene di figli e di parenti dei suoi capicantiere. Naturalmente fra i due personaggi van fatte salve le debite differenze, che rispecchiano anche la diversità dei tempi: Mattei conservava un forte idealismo che gli veniva dall'ideologia cattolica e dalla Resistenza, non amava affatto la ricchezza personale, girava in aereo ma solo per lavoro. In questo siamo agli antipodi rispetto a Berlusconi, i cui eccessi nel senso opposto, le tante case, il mausoleo, il gallismo, hanno comunque qualcosa di maniacale che ha a che fare con una vocazione "da condottiero". Ma ancora: Berlusconi non compra e vende case, non è un immobiliarista qualunque, lui costruisce le sue città: Milano 2, Milano 3. Ha l'ambizione, cioè, di costruire a fianco di Milano una città modello, la più bella del mondo, plasmata da lui, costruita per un ideale tipo umano, non per persone normali. Adesso queste "città" sono degenerate, ma all'inizio mostravano quell'ambizione utopistica. Di lì poi viene tutto il resto. E' curioso come nasce CanaleS in questo scenario. E' stato assolutamente casuale: l'architetto con cui credo fosse stato in Svezia per progettare questo paesaggio fatto di laghetti con i cigni, di ponticelli, di case terrazzate, dove tutto doveva essere pulito, perfetto, sorvegliato, gli fece osservare che le antenne erano molto brutte e che per evitare di deturpare il paesaggio si poteva collegare tutto via cavo a un'unica antenna centrale. Berlusconi cabla il quartiere e gli rimane un canale libero, la Siemens che gli aveva venduto tutti i citofoni gli regala una sala di regia e lui pensa che come atout per la vendita di queste case può essere utile offrire agli acquirenti un canale di quartiere, che dia informazioni sul quartiere. Canale 5 nasce così. Anche lo sport denota questa vocazione politica? A un certo punto, quando probabilmente ha già ben chiaro di voler arrivare alla politica, Berlusconi ha un momento di indecisione, non sa scegliere se passare attraverso un'esperienza di tipo localistico. tipo farsi mettere da Craxi sindaco di Milano, o se invece passare attraverso lo sport: sceglie lo sport. Questo è un altro passaggio politico fondamentale perché lo sport è la quintessenza di questa mentaliCASSARURALEDARTIGIANA - FORLI' NEL CUORE DELLA CITTA' - I 2 UNA ClffA' tà: la squadra, il ritiro, lo stile, la mentalità vincente. Compra il Milan e da subito ci costruisce intorno una polisportiva. Anche lì c'è un'impronta molto particolare, che non ha nulla di simile alla passione calcistica, da semplice hobby, di altri grandi miliardari italiani o a quella di un piccolo presidente di provincia che usa il veicolo del calcio per emergere, per arrivare a un certo tipo di affari: c'è la pretesa di fare qualcosa di particolare, di totalizzante, di pieno, di forte. E sempre con la sua presenza. Tutti ricordiamo il suo arrivo con gli elicotteri al primo raduno con i calciatori, la musica di Apocalypse now e lui che cala dentro lo stadio pieno di tifosi, o la festa organizzata a San Siro dopo la sua prima vittoria veramente significativa come presidente del Milan, dove lui andò da solo in mezzo al prato, si fece dare un microfono e arringò i tifosi. E rivolgendosi ai ragazzi della curva sud concluse il discorso con una frase del genere: "ho insegnato che i sogni possono diventare realtà". Era circa mezzanotte, il tutto andava in onda su una tv locale, e ricordo che telefonai a un tale che era stato a lungo il suo braccio destro per le pubbliche relazioni e gli chiesi se stava guardando la tv e se, come me, pensava che quella era la nascita di un'avventura politica, lui disse di sì. Per quale motivo uno dovrebbe andare à fare una scena del genere? E non sarà un caso se il suo annuncio di far politica venne dato lì, una domenica, in mezzo ai ragazzi figli dei calciatori e ai ragazzini di tutte le sue polisportive. Quindi anche lì si vede il segno politico della sua avventura. Un imprenditore può costruire delle grandi aziende che diventano anche patrimoni mostruosi, ma non si preoccupa che siano aziende così connotate, così coese. Agnelli faceva la sua vita, vendeva e comprava i partiti per quello che gli servivano: per vendere le auto, per non far venire le auto giapponesi; ma non si era mai messo nell'ordine di idee di avere dipendenti tutti uguali, che ragionassero nello stesso modo. che il sabato e la domenica facessero il ritiro con lui, che gli spiegassero tutti i loro problemi. Non ha la pretesa di realizzare attraverso l'intrapresa economica un progetto di formazione di un'umanità, di formazione di città, di formazione di squadre di giocatori, di formazione di un partito, e così via, esagerando. Ero un ragazzino, quando al Giorno cominciai a occuparmi di televisione e ricordo che mi colpì moltissimo, parlo del 1981-'82, il senso di squadra incredibile che dimostravano quelli della Fininvest che iniziavano allora. Anche se entri alla Fiat, soprattutto nei vertici, c'è uno stile Fiat e probabilmente in tutte le aziende, agli altissimi livelli, subentra un minimo di intersezione umana, per cui immagino che anche l'Avvocato si occuperebbe di un figlio disgraziato se Romiti lo avesse, però con Berlusconi fin dall'inizio l'azienda è totalizzante. Come altro definire una tale propensione, se non politica? D'altra parte Berlusconi non ha una sua originalità d'impresa, che lo faccia qualificare come imprenditore: quando si butta nella televisione fa una Raia rovescio, punto e basta. Intuisce che è un business vincente, ma ci si butta con dei criteri e delle idee di tipo elementare. Dice: "io faccio editorialmente quello che fanno i network americani". Loro danno Dallas e lo trasmette anche lui, lo danno al mercoledì e lui lo mette al mercoledì. Con questo mixa un po' di tv italiana. "Qual è il conduttore più popolare della Rai? Mike Bongiomo? Benissimo, lo compro io". "Qual è il programma del sabato sera della Rai? Canzonissima? Benissimo, io faccio Premiatissima". "La Rai ha la Sipra? E io faccio Publitalia". loro danno Dallas il mercoledì? Allora anche noi E non è che a un mostro onnivoro come la Sipra, che per anni e anni è servita a prendere i soldi delle aziende che avevano bisogno di spot per darli ai partiti e ai )pro giornali, si va a contrapporre il mercato o panzane del genere. Si fa proprio un'altra Sipra, che magari con un meccanismo diverso, la fatturazione gonfiata, fa le stesse identiche cose. Quindi secondo te era inevitabile la sua uscita allo scoperto? La cosa buffa è che Berlusconi riuscirà a vendersi in politica come imprenditore prestato alla politica mentre chiaramente lui si sente fin dall'inizio un leader, un leader di tipo carismatico, un leader di umori, di mentalità, di pensiero e di comportamento, sostanzialmente di destra e la politica era il suo sbocco naturale. La sua immagine per anni e anni era stata costruita in quella direzione e ci era stata ammannita dalle sue televisioni, che avevano sempre tentato di coinvolgere il pubblico nelle sue battaglie, nelle sue scelte: c·è da stupirsi che nel momento in cui la sfiducia degli italiani nei confronti dei politici di • Disinfestazioni - Derattizzazioni - Disinfezioni • Allontanamento colombi da edifici e monumenti • Disinfestazioni di parchi e giardini • Indagini naturallstlche -17100 Forlì. ,,ia Me11cci, l-1 (Zollailld11striale) Te/. (0543)722061 Telefax (05-1.17)11083 professione era massima, una persona del genere andasse a riscuotere credito? Ora credo, spero, che il governo gli sia stato fatale, ma questo è un altro discorso ... Dicevi della somiglianza con Mattei. .. L'altra caratteristica interessante, e omologa a quella di Mattei, è la sua capacità di insinuarsi tra le pieghe dei processi decisionali democratici e, sostanzialmente attraverso la corruzione, piegarli in qualunque maniera. Ottiene dei permessi che nessun costruttore riuscirà mai a ottenere. Il caso più clamoroso, perché allora se ne discusse moltissimo a Milano, è quello di essere riuscito a far spostare le linee di decollo degli aerei da Linate perché la vicinanza a questo aeroporto a pista unica, sempre intasatissimo, costituiva il problema principale del quartiere che aveva fatto costruire. Naturalmente la cosa è complessa, io la sto semplificando, ma lui ci riuscì perché a fianco del suo quartiere venne edificato un ospedale di un prete, famoso a Milano, altrettanto abile nelle relazioni pubbliche, al quale Berlusconi è in qualche modo intrecciato. Questo è un fatto che dà la misura della sua capacità politica. Quando poi, sempre come costruttore, fa il secondo grande business, Milano 3, e vede che non funziona perché proba bi Imente è sbagliata la zona e sono cambiati i tempi, riesce a liberarsene senza alcun problema attraverso vendite di tipo politico. Se uno passeggiava alla fine degli anni '80 per Milano 3 e controllava le larghe di questi palazzi, capiva che si trattava di una persona con notevolissime capacità di intreccio politico. Anche altri costruttori hanno venduto palazzi allo Stato, però il caso di uno che ha salvato integralmente un intero quartiere vendendo i palazzi a mutue, enti, istituzioni pubbliche è straordinario. Cabassi, che pure ha costruito di fianco a Milano 3, Milano Fiori, ne ha vendute un mucchio, ma è comunque morto lasciando centinaia di miliardi di debiti. Altro esempio: quando a un certo punto da questa tv di Milano ha iniziato a costruire un piccolo network. prima al nord, poi al centro e al sud, credo abbia avuto più di un migliaio di cause per motivi di frequenze, a causa delle legislazioni su Il' etere, ma non ne ha mai persa una. Il suo avvocato, tale Bonomo.che lo difende fin da quando le tv straniere irradiavano in Italia, che è stato l'autore delle leggi che Craxi fece sull'etere e che oggi è deputato di Forza Italia. non ha pressoché mai perso una causa. Nessuno si era accorto di nulla? La cosa grottesca è che la sinistra non si sia resa conto di quale mostro stesse nascendo e si è attardata in una difesa ridicola della Rai, paradossale, folle, perché la Rai è sempre stata una delle più grandi porcherie nazionali, e questo ha in qualche modo rafforzato Berlusconi che ha sempre detto, e tuttora può dire, che il suo non è un monopolio ma l'unico modo per contrastare la Rai. Questo porterà la sinistra a non misurarsi mai in termini politici con il fenomeno Berlusconi, ma solo per vedere seè possibile una spartizione, un controllo. Ricordo benissimo un episodio delr84. Quando Berlusconi comprò Rete4, chiudendo così il cerchio del monopolio televisivo privato e restando l'unico privato sul mercato, la sinistra invitò Berlusconi al Festival dell'Unità di Milano. E lì avvenne questo episodio fisico: si videro Berlusconi e Veltroni sul palco in questa specie di flirt, che finì nel ridicolo. perché Berlusconi è radicalmente e intimamente un anticomunista viscerale. Però, la sinistra, avendo preso parte al banchetto della Rai, si rapporta a Berlusconi dicendo: "Va beh, come potremo banchettare Dovepuoitrovare: GAIA Erboristeria, Alimentinaturali, Verduredemeter e biologiche, Prodottifreschi, Fitocosmesi In un nuovoampio locale in via Giorgio Regnoli,67 - Forlì tel. 0543-34777

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