Una città - anno III - n. 19 - gen.-feb. 1993

sere padrone del proprio territorio, che è una zona convenzionale stabilita dalla mia comunità; cioè, alla fine, da una fondazione mitica. La risoluzione di questo problema passerà per una riconsiderazione dei miti di fondazione su cui ogni comunità si basa e anche, probabilmente, sulla necessaria convivenza di una rappresentanza di tipo democratico con una di tipo etnico, quindi postdemocratica. Sostanzialmente la soluzione americana? La soluzione americana si basava sull'idea della dissol uzione delle etnie in una nuova identità americana, cosa che per un po' di tempo ha funzionato, ma adesso non più. Infatti siamo in un momento di fervore, in cui le etnie non si riconoscono più nel "melting pot". Più interessante sembra la soluzione canadese: non incoraggiare il melting pot, ma il multiculturalismo. Esiste una direttiva dall'alto per cui le varie etnie hanno il diritto di mantenere la propria identità culturale, a volte anche territoriale, aiutate e sovvenzionate da un governo che comunque si ritiene non etnico, per cui vi è sempre un sospetto di paternalismo e di fatto è una forma raffinatissima di segregazione culturale. Questa non vuole essere una critica distruttiva, perché comunque credo che il Canada sia la società più tollerante che esista, quella dove il rispetto per le diverse comunimotivi tanto religiosi quanto intellettuali, oltre che affettivi, quelli che ti hanno spinta tà è massimo; però esiste anche questa contraddizione, che cioè vi sia multiculturalismo, ma col presupposto di fondo che un gruppo non è etnico; una contraddizione che per ora è poco importante, ma nel futuro potrebbe diventarlo. Ma accogliere l'appartenenza etnica, il particolarismo, non è già la fine della democrazi~? L'idea del "sangue e suolo" è una delle matrici del fascismo ... Non si tratta di fascismo in senso europeo, ma di forme di intolleranza basate su un recupero della trasmissione del potere o del sapere attraverso la via arcaica del sangue e della discendenza tribale. Di fatto si tratta di una ritribalizzazione della società e per ora non ci sono modelli teorici in grado di mettere d'accordo l'idea della rappresentanza universale della democrazia con la ritribalizzazione. nel quartiere una tribù, al lavoro un'altra Una soluzione, forse ancora illuministica, potrebbe essere data dal fatto che è vero che la società si sta ritribalizzando, ma è anche vero che la stessa idea di tribù, in un contesto postdemocratico, è molto labile, perché le tribù si formano e si disfano continuamente, non sono mai enti fissi. Per cui io ragione, questi avevano torto. Non so, io comunque non sarò lì a vederlo. E' solo che è diffia scegliere la conversione. cile per me avere la certezza Ho un rapporto molto strano che alcune persone hanno. con la religione. Io ritengo che Quindi non eri religiosa prise sei veramente religioso sei ma di decidere di convertirti convinto che la tua chiesa sia all'ebraismo ... l'unica vera chiesa. Ho dei cu- No, e trovo quasi difficile dire gini cinesi che sono battisti, e che sono religiosa oggi. Penso sono convinti, certi, che la loro di poter dire che credo nella particolare chiesa, tra le altre comunità, credo nella tradiziocristiane, ha un grado di legit- ne e nella storia, e credo di timità superiore. Questo per avere trovato ognuna di queste me, invece, è qualcosa di mol- cose nella fede ebraica. lo creto difficile da credere. Io ho do in un certo modo di essere con la religione lo stesso rap- nei confronti degli altri e credo porto che ho con la letteratura negli obblighi sociali e di coe con la legge, nel senso che munità. E penso di credere anritengo che tutte e tre siano che nella spiritualità, in un cerforme dell'organizzazione so- to senso. Ma ripeto, per me ciale che aiutano la gente a "essere religioso" è connesso dare un senso alla vita. Sfortu- troppo spesso con un essere natamente io tendo a vedere troppo certi, troppo sicuri, e ciò in modo più relativistico col pregiudizio, e non vorrei della maggior parte delle per- mai essere associata a niente sone ... ma la vedo così. lo sto del genere. Ma tornando al mio posso anche vivere in una dimensione ritribalizzata, ma a patto che sappia che contemporaneamente appartengo a più tribù: quando sono nel mio quartiere posso appartenere alla tribù della gente che ha più o meno la mia stessa etnia, nel mio posto di lavoro appartengo a un'altra tribù e così via. Ma come è possibile questo passaggio da una tribù all'altra se l'identità di ognuna è significativa? Si stabiliscono delle priorità: per me può essere più importante, in certe fasi della mia vita, essere operaio della Generai Motors, in altri momenti essere affiliato ali' associazione dei filatelici, dipende dai casi della vita. Occorre superare, qui è il difficile, il bisogno di un mito di fondazione universale ed accettare di essere continuamente servo o padrone a seconda dell'area della giornata che si attraversa. George Bush, ad esempio, è membro, non presidente, della "National Rifles Association"; ma come fa il presidente degli Stati uniti ad essere un semplice membro di un club? Vuol dire che anche lui ha un presidente; che in un certo momento c'è chi è superiore a lui. I disordini razziali di Los Angeles hanno cambiato qualcosa nel modo di percepire i rapporti fra comunità; come sono stati rielaborati? Sono stati rielaborati sulla base di un'insoddisfazione più vasta: i moti di Los Angeles sono E la tua famiglia, tuo padre, cosa pensano della tua decisione? Siamo molto indipendenti nella mia famiglia. In particolare per quanto riguarda la religione, tre dei miei cugini cinesi. fratelli, hanno scelto tre religioni diverse, nessuno quella dei genitori. Quanto a mio padre, di questo non abbiamo parlato, ma certo so che ha disapprovato un'altra mia scelta piuttosto, quella di lasciare l'insegnamento della letteratura per diventare avvocato. Ma io ero infelice nell'ambiente accademico, anche se amavo ed amo tuttora la letteratura, e ho scelto la felicità personale pur con un lavoro che amo meno. ma che comunque mi appassiona. Cosa avverrà al momento della conversione? Mi troverò di fronte a tre rabbini e mi faranno delle domanabbracciando una religione, ma discorso sulla comunità e sulle de. Ma non ho ancora studiato riesco a capire che altre perso- mie radici "confuse", è una abbastanza, ci vorrà del tempo ne abbiano altre convinzioni, e battuta, ma devo dire che dopo prima che io sostenga l'esame. non mi sembra che sia possibi- avere conosciuto Howard, poi Penso però che difficilmente le dire quale convinzione, qua- la sua famiglia, la sua comuni- ci sarà qualcun altro che lo le religione è nel giusto. Forse tà, mi sono detta: una religione prenderà a cuore più di me. il mondo finirà e ci sarà una che ha prodotto una persona E la letteratura, la critica busta con la soluzione, che dirà: così buona non può essere cat- della scuola di Vale, in partila risposta è ... questi avevano tiva. colare, così influenzata dalBi o Iioteca Gino Bianco stati visti, giustamente, come il simbolo di un patto sociale che si è rotto. Anche l'elezione di Clincton rientra in questo: se il patto non si fosse rotto Bush avrebbe vinto le elezioni. Ma questo era già nell'aria, quello che è successo non ha fatto che confermare una serie di segni premonitori chiarissimi; i disordini potevano scoppiare ovunque, in qualunque momento, per qualunque occasione; di fatto la comunità nera è sempre l'ultima, qualunque cosa succeda. La profonda insoddisfazione e la sfiducia erano presenti da tempo, per cui la rielaborazione è stata nel prendere atto di una realtà che era sotto gli occhi di tutti. Le cose che ha detto Rodney King, quando è stato intervistato dalla tv durante i disordini di Los Angeles, in un certo senso possono servire da bandiera per poter ripensare un nuovo patto sociale: ad un certo punto, sconvolto da quanto stava succedendo, ha detto "Ma non possiamo andare daccordo?- e, nella sua semplicità, ha aggiunto "Siamo tutti qui solo perun po"'. Curiosamente questa seconda frase non è stata ripresa da nessuno, tutti hanno riportato solo la prima, non la seconda che era la più importante. Quella è l'universalità su cui basarsi: che tu discenda dai faraoni o dal piantatore di cotone, comunque sei qui per poco. - l'ebraismo, hanno avuto un ruolo? Una cosa certa sugli ebrei è che discutono. L'intera tradizione ebraica è basata sul dialogo e l'interpretazione. Una delle cose che mi hanno attratta maggiormente della letteratura ebraica è proprio questo, non so poi se la si può chiamare letteratura o forse, meglio, una combinazione di letteratura e di saggezza popolare. Quando insegnavo come assistente di Elie Wiesel leggevamo dei racconti della letleratura mistica ebraica che erano difficilissimi, e noi cercavamo di interpretarli. Il rabbino ne ha letto uno anche al nostro matrimonio, una piccola parabola gnomica sulla vita. E poi c'è tutta una tradizione di commento al testo sacro, che è risultata in anni e anni di studi e interpretazioni e commenti e controcommenti. Io lo trovo molto avvincente, perché rappresenta la ricerca interpretativa, non della verità, perché io non credo che ce ne sia una, ma del significato,edellacreazione di un significato, nel processo dell'interpretazione. - COURfUR DfS BOIS Due tipi di colonizzazione: quella della spedizione militare, con bagaglio pesante, e quella del cacciatore di pellicce. Una riflessione sull'incontro con l'altro e sul valore della differenza Vorrei mettere a confronto due immagini, legate alla conquista e alla conoscenza del Nord America, in particolare del Canada, ma valido anche per gli Stati Uniti. La prima immagine è quella con la quale siamo già abituati a considerare l'epopea del Nord America: fondamentalmente una conquista militare. Essa si basa su un presupposto: si tratta di conquistare un territorio poco abitato ed i pochi abitanti sono tutti molto feroci. Da questo presupposto nasce la necessità di equipaggiarsi e diandare con un corpo di spedizione - che può anche avere un nucleo protetto di persone con compiti, successivamente, di organizzazione della vita civile - il quale soprattutto ha una organizzazione militare: è quindi un corpo di spedizione militare e come tale deve essere dotato di armi e di riserve di viveri; deve poter imporre una struttura e aver presente che occorre prepararsi più che ad incontri a degli scontri. L'idea degli abitanti che questo corpo di spedizione ha è che certo essi sono pochi, ma quei pochi possono riservare delle sorprese sgradevoli, che sono animaleschi e hanno le furbizie e le astuzie degli animali. Sono animali sconosciuti, e quindi occorrono particolari attenzioni, non bisogna farsi ingannare da aspetti e miti che potrebbero nascondere trappole. Questa è I' epopea del West di cui ci siamo alimentati; è un'epopea che ha mitologie piacevoli e io stesso vivo gli spettacoli cinematografici e i racconti del West come appassionanti. C'è poi un'altra immagine, conosciuta attraverso la letteratura americana francofona, quella che. in francese, è chiamata dei "coureurs des bois" (di coloro che camminano nei boschi). Credo che sia utile dire che il francese - e non sembri una pignoleria filologica - usa due termini: "bois" e "foret" (bosco e foresta). con una distinzione che un tempo (ora lo è di meno, ovviamente) era molto comune: tutti sapevano che dicendo ''bois'' ci si riferiva ai boschi di tutti, mentre con "foret" si intendevano i boschi del re. "Coureur des bois" indicava quindi che si parlava di boschi non di proprietà del re, ma di altri o di tutti. li coureur des bois non aveva una organizzazione, era individualmente col legato a compagnie commerciai i, non era uno studioso, non era un benefattore, non era un filantropo e aveva, rispetto alla prima immagine, un altro modo di conoscere, di entrare in un territorio di cui non sapeva nulla. Aveva anche un bagaglio leggero. Questa è una bella immagine: avere bagaglio leggero vuol dire non appesantirsi, non partire con grandi riserve e ciò significa avere presupposti diversi da quelli precedenti. Vuol dire che si pensa di andare in un territorio in cui ci sono abitanti. si presuppone che si possa fare amicizia ed essere aiutati da chi quel posto conosce. Perché il coureur des bois non conosce: dovrà conoscere. il suo compito commerciale è quello di conoscere. Per raggiungere tale scopo dovrà entrare in contatto e farsi accogliere da popolazioni che hanno loro conoscenze e sapienze per riuscire a vivere in quel territorio, per potersi alimentare, per coprirsi, per far fronte ai cambiamenti di stagione e alle insidie, per tutto ciò, insomma, che un abitante di un posto sa e che uno straniero ignora. Ed è andata cosl: i coureurs des bois sono entrati nei territori del Nord, per esempio nei territori degli Irochesi, e hanno fatto amicizia. hanno ricevuto un' accoglienza e un'ospitalità che si è tradotta nella possibilità di passar 1• inverno nei villaggi. La semantica della parola "villaggio" è un po· degradante: è usata per esprimere un senso di provvisorio,qualcosa senza strutture. ma per gli Irochesi non era così, i loro erano veri e propri paesi. Tra l'altro la parola "village" si usa. in francese, anche per indicare un paese con sindaco. Questa permanenza nei villaggi ha avuto una conseguenza piuttosto divertente, che ha portato i primi antropologi a prendere qualche cantonata. Infatti. i primi antropologi che studiarono gli usi e costumi delle popolazioni di questa zona della terra. nel raccogliere le mitologie, i racconti popolari, le favole. scoprirono degli elementi che erano comuni alle favole e ai racconti popolari dell'Europa e ne traessero la convinzione che vi fossero elementi universali! Fu poi chiarito che non era così, o che, per lo meno, non era un'ipotesi certa. Essi erano sicuramente più che altro il prodotto dell'intreccio e dello scambio che avveniva fra il coureur des bois e il villaggio in cui si fermava. Si mescolavano le lingue, egli imparava qualcosa e gli altri imparavano qualcosa da lui, trascorrevano molto tempo raccontandosi storie e da qui nasceva un intreccio di racconti che tornavano in Europa come originali, mentre in realtà erano già "meticciati". Ame piace pensare che il mondo intero sia fatto di questi intrecci, di questi incroci. Il coureur des bois, il suo modo di conoscere, è pressoché sconosciuto, 1·altro modo di conoscere, quello delle spedizioni militari, ha creato una mitologia, un'epopea, è conosciutissimo. Sembra che la conoscenza del territorio del Nord America sia stata sottoposta ad una sorta di cancellazione della storia -fenomeno pera I troche sembra riguardare anche altre zone dell'America- e, guarda caso, si è cancellata proprio l'esperienza di chi partiva dicendo "non ne so nulla", di chi andava sapendo di avere una propria esperienza e una propria conCfscenza, non la conoscenza, e sapeva di doverle unire a quella degli altri. Il corpo di spedizione militare per la conquista dei grandi spazi del Nord America parte invece dal presupposto di conoscere già, c'è proprio questa grande differenza, questo punto centrale, che si potrebbe sintetizzare in presunzione di conoscenza o consapevolezza dell'ignoranza? Ma di queste immagini una, i corpi di spedizione, è molto nota, ha creato una leggenda e una letteratura, mentre l'altra è sparita o quasi. In un fumetto western molto notocome "Tex Willer" quasi sempre la prima logica prevale, anche se qualche volta, in qualche raro episodio, c'è un coureur des bois. Questa diversità di approccio, le diverse figure del coureur des bois e del conquistatore mi paiono molto utili a capire alcuni problemi. Si tratta della differenza che acquisisce il termine "cultura" a seconda che si parli di cultura endemica o di cultura epidermica. Cultura endemica è la cultura di popolo, mentre quella epidennica è una cultura vestito: si indossa, si smette, se ne prende un'altra. Noi abbiamo un attraversamento di culture epidermiche continuo, si parla di cultura della scuola, di cultura dell'azienda, di cultura della televisione, di cultura tecnologica e ce ne sono mille altre. La complessità del post-moderno, di cui parliamo spesso, è legata al fatto che queste culture sono sempre più autoreferenziali. Questa è una parola molto usata. con una venatura drammatica, perché I' autoreferenzialità significa "io ho ragione perché ho ragione", quindi non si tratta più di argomentare o di pensare alla dialettica. "Dialettica" è una parola disusata, non si sente più parlare di dialettica e probabilmente chi ne parla viene visto un po' ciime un sopravvissuto, perché l'organizzazione mentale che ci domina è autoreferenziale, con ogni nucleo culturale isolato nella propria autoreferenzialità. L'immagine, per essere breve, è quella stessa che i bambini vivono a volte con sofferenza, e da cui non riescono a uscire da soli: è quella delf1mzio11amentodel telecomando. Sintonia con un canale. poi si passa ad un altro canale, si fa dello "zapping" insomma e non c'è un processo. Sono sconosciuti. ad alcuni bambini, i tempi processuali. i tempi di attesa: i momenti vuoti fanno paura. Pensate al vuoto in cui sono nati i naziskin. o l'antisemitismo ... Non c'è oggi una ragione politica -o forse sl, perché questo vuoto ha una ragione politica- per lo scontro fra gruppi politici per cui si possa dire che è necessario per qualcuno essere anti-ebreo. E' un vuoto di cui non si può più sopportare l'esistenza, perché si è completamente dominati da questa organizzazione mentale da telecomando, dell'entrare in sintonia. Se non siamo in sintonia vuol dire che siamo spenti, che abbiamo "staccato la spina", che non esistiamo: bisogna essere in sintonia con qualcosa. Tutto quello che è ricerca, processo, sembra essere invivibile e le culture, in questo modo, diventano autoreferenziali e "a macchie", si entra e si esce continuamente. Le culture endemiche sono memoria. Sembra singolare che qualche volta, per generosità, si dica: "abbiamo a che fare con una persona che viene dall'Algeria e quindi dobbiamo rispettare e favorire la sua cultura algerina". E' un modo curioso di fare: lanostraètuttaun'organizzazione da cultura del telecomando, epidermica, per lui o per lei, invece, occorre il rispetto di una cultura fatta di sue memorie, a cui, peraltro, poco ci interessiamo, se non in modo folcloristico e sporadicamente. Ci sono, dunque, almeno due culture che si intersecano, come nelle parole crociate, e bisogna tener conto di questa differenza di dimensione. Tornando alle due immagini della conquista militare e della conoscenza del coureur des bois: l'America parla inglese, il francese è di una minoranza, ciò significa che ha vinto la spedizione militare. Le conseguenze numeriche mi sembrano interessanti: vi sono 254 milioni di abitanti degli Stati Uniti che possiedono, oggi, 230 milioni di armi da fuoco per uso privato. La Costituzione americana - quando si dice "americana" tutta l'America pensa agli Stati Uniti, in Canada, quando si dice America si intendono gli Stati Uniti: sono i dominatori - parla di un diritto-dovere della singola famiglia alla difesa. Mi ha sempre colpito l'estrema facilità con cui, nella stampa americana, si bolla di "comunista hitleriano" (interessante commistione di termini, vero?) chi, anche timidamente, accenni alla possibilità di restringere il commercio delle armi da fuoco (anche Clinton ha avuto qualche difficoltà in passato per aver sottoscritto un timidissimo progetto di legge che proponeva di ridurre un po' il commercio delle armi), è noto a tutti, credo, come in America chiunque possa entrare in un negozio e comprare qualunque arma. E' undiritto, anzi, è anche un dovere e deriva proprio da quell'impostazione che ho cercato fin'ora di mostrare. E tutto questo deriva da quell'immagine mitica, affascinante, del1' uomo del West, dell'uomo della frontiera, che usa le pistole per fare giustizia, per difendersi dai prepotenti, sempre vittorioso sul male, ma che è anche un radicamento molto dannoso di un modo di pensare all'altro sempre come ad un altro, come ad un pericoloso invasore del mio territorio, dei miei affetti, dei miei cari, che può arrecare violenza a mia moglie, ai miei figli. E' una visione, questa, potentemente maschilista, molto legata ad un concetto presente anche nel nazismo: l'"heimat", la patria nazista. Il focolare, la riservatezza, la nitidezza, il tenere la propria casa pulita erano questioni cardine, per le quali il popolo aveva bisogno di essere rappresentato da un'anima, da un "fiihrer", da un capo. Sembra che ci sia un oceano di mezzo e invece, tra i due modi di pensare, ci sono elementi stranamente vicini e accettati da noi con grande favore, perché l'immagine è accattivante, è seducente. E' l'immagine di Gary Cooper, e chi non ha amato Gary Cooper? Vi è quindi grande difficoltà a concepire davvero la differenza come valore. Legata a queste immagini c'è una differenza vissuta come minaccia. E' più presente, nel nostro modo di ragionare e di pensare, la differenza come minaccia, cosl come nel momento in cui ci sono carenze di risorse non nasce la solidarietà, che non ha un moto spontaneo, ma ha bisogno di un agire politico, quindi dell'espressione di una volontà. Spontaneamente si esprime invece il cannibalismo, reale o figurato, e sappiamo tutti che a volte è più semplice risolvere la violenza con uno schiaffo; si soffre meno ad essere mangiati che non a essere consumati e mangiati metaforicamente tutti i giorni! La differenza come valore è allora un elemento di grande difficoltà che impegna delle volontà. che non ha un moto spontaneo, che non va da sé. Nuota sicuramente controcorrente e ha bisogno della costante ricerca di una linea di resistenza. senza di cui la differenza come valore è un' espressione vuota. Andrea Canevaro UNA CITTA' 1 1

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