Studi Sociali - XII - n.15 serie II - 15 febbraio 1941

6 Appunti sulla vita di Luigi Fabbri (Continuazione, vedi numero precedente) L'a;nno che l.Jnigi F<ubori ipass6 nelle oarceri di 'llfuJoe<I •a.ta, anno di lettura e <li 1med!taz,lone, se ro– vinò il s:uo stomaco, fu, per il suo spirL to, come una ,unga vegl~a, d'a,rmi, durante la qua.le nel giova'lle fo maturando l'uomo. "El quella veglia d'a·~mi sarebb·e. sl;8jta, 1Piti lull@a se, ne1 giug'llo del 1899, non fosse sopravvenwl:3. un',ormmstia, che permise a Luigi Fo!b– -bri, 'llOn di riaoquista·re La l'ibe1'1tA. ma di ca1nbiare la solitudine della ~ua cera per le deLiz,ie del do– mi~lio ooa.1/to a. cmi era stato di nuovo condannato !Per un periodo di 18 mesi alla {4ne del 1898., dalila Comrmlssione specllaJ~ riauscita:t:a da Crispi dopo i rumulti di Mirlll,no. All'isollamenlto più elle monasllfco (dopo una !Jtnga e noiosa "traduzione" in vagone oollulaTe e in di~ verse .\Qtppe, ra.ccontata da L. F'aobri nell'artico 1 !0 "Ricordi d'run y.!aggio con le -m1anetJte" pru1bbliLalo non so do,"0 in I-tal\a e t1·adotto dn Alrgerutina nel iSutPplemenlto dellru "P,rotesta" dei 3-0· genn0,io 1927), ruccessero a. 'Ponza le discussioni ail'a.ria lilbera, sot,. to il oielo mera.vig-lioso del 'Medi.terre.neo. con i nu merosi eomipagn.i, arneh'ess,i ,per runaloghi motivi ob– bligati a vive1,e nel HmitaiU'ss,irm.o srpe..zlio as3egnato– nell'isola ai !coatti. Non era ancora la. lib~rtà, ma era la vitia•. Ricordo due volumetti deWingegnere Ettore Oroce in cnri il ,picoolo mondo degli anarcJ-.ici 0 ooatti'' ere. tutto passaito1 in ll"assegna. A Ponza j "po1itici" e1'ano tratitati d4scr2trumenta; ;per Io imeno potevano vivare seipai13,ti da,i coaLti comuni. L'insufif.i cenzai .cJ.e:l'assegno },i s,pi11geva. ad crg,anizzare delle ma-n.fe cohlettivie, intorno a •cui soop– piettava,, a1l'ora. dei pru sli, l'ail,cgràa a volte sb~1·az– ztna dei ,più giova.ni e ,sla,ccendeva il fuoco delle di– se,116Sioni. ,Per a1~rotonide..re uu 1po' la misera som•ma che 1>as– ~ava il govierno e non rpesare s111Ua fivmiglia, Ll1igi !Falib<ri oerc6 degli aluu'lli ,fra gH isolani. Ma. nor. ne tTov6 che uno, tiglio d'1un a'm.tco, ianol1'egli conf· to. Gli abitanti di Ponza. trema.vano di fronte al 1iericol o ci1e avrebbet'O oorso i loro fig,lioli neJie :110.ni d'un a 1 nar~•hico e pre,ferivano ruffidarr.i -col iienevolo consenso delle autorita.- a un vecclrio, mandl11to all'isola dopo t•rentacinqu+e a11ni di la.vari forzami, condanllil che aveva subito per ave·r coon· messo un'inte1~m.inabile serio ICl'orrnioidi. Nel1'ruprile tdel 1900,, IJuigi .F.-.libri si vide ,0011dan– nare nuorva1mente a71 un rne6e ,1 f'ec u•swn-e da.i tri– :"o.unale cld Ponza, p3r "tnasgressione alla vi,gilanza ~peciale". Ma questa. volta non fu che una breYe p-a,renitesi. :Poco dooo molbi coatti (tra ,cu, Luigi F'abbri) fu- 11·ono :tms,re.l~iti da Ponza a Favigna1w 1, di e-lima 1ni– glio1re, ma in curi regnava una disci•plina a.e.so.i più rigorosa e in owi i c-0ntinat1 politici erano mes~– lat.i con un g1'Jll11 numero {li conda11na.ti com1tni. Lutgd iF'albbri so•ie>'a racconta,,e come. ,frn. questi i\lltimii si <t•rav'aosero ailcun.i che accoglievano ,con mente' aiperta la sua propaiganda :arnarohica.., +0osi fer– vente, cosi jnst.anca~iJe, cosi piena d'energia giova– ui'le, ohe si sarebbe rivolta, se a,vesse 'Potuto. per– fino a;i pasiSert come que1La ài ,s. Francesco. (Del •resto, non ,gli e,vevci detto non so -pili che giudice tt-strubto!fe: "Dove va nei. di,venita anan•,c 1 hico anch·e ii gatto''?) DI questi neofiti, egli ne nicord'ava par- 1.icolanmente t.re , tutti ladri di professione. spiniti 0a,talmente ai que lla "carriera", dall'imtPossibilitii di trova,r lruvoro dC1po il -primo ~utrto. Uno di questi (di Torino) dl<venne poi un buon 1avnratore ed u11 ot– rtJimo OO'ml])a.gno.Un altro dimootr6 suilrito la s.iiper– fici1abitA delle sue nuove convinzioul, quando, in 1111 rnoment1> d•i distrazione, vedendo Io sdmcit.o porta– f0·gI,io di Luigi Faibùri, gli di1sse 0 11 'I)rimo che «•fac– 'OiO"> te lo ma.udo". Si pu6 i,mmagle,r,in-e la ,,,·ofonda deL~1ione cli .coltti cui S'i rivolgeva ieosi generosa 1pro– messa. Qua~he ann0 dopo. egli i11cont.rava il suo 1nterlocurtore cl'allor.J. in un?.. vetlura tra1..n'Via1~iadi Roma, ,eleg)8.Jltissima,mente "Viestit.o. Aveva. riannoda– to J.1 suo antico Ja.voro e ~ece capire al SIUO exc ,oonllJ)a.gm.odi rel'ega.~ion.- ohe sarebbe s-t.ato meglio anda:re c,i\lc;ocruno per la ~rnpria strncl0, dimenticando d'es'sersi conosciuti. Qu1a11to al terzo non so dove, né 0Qlll1e sia andato a lfinire. A domicilio coo ,t.to i.,uigi F\abbr,i tro,vò il moclLJ_ non sollo di ,oontinu aTe 1e sue 1etturn, ma anche d1 scflivere delle oor,rispondenze per i giornali nost.:·i (come ,La questione sociale di Paterson), datandole da ~ati e fliflIDe..ndole ~'Catilina". Dev'essere aB· -z,i questo il primo u3o cb'egli reoe di q•uel pse11<l_o- 11imo, desti!Jlruto a diventare IP0T lui come un secondo nome. •La .sera del 29 lug'li·o 1900, senza che niente ta– <:'eS!re '!)110Yedere l'a.dozione cli misure di. ntgore,_ tult( i co~H .. i politici di Fa.11,rignana fu1"0no ,rmchm~1 e 1 1 !:iorno seguente trascorse senza che fosse loro rP.8U Ìo. 1rtmi•ba1tali,bòrtii a etti avevan:io dM-tto. Fu una g.iorna,ta di ,con.ge ~ture. Ma, ve:r,so tJardi, _,'"'" dell~ guand,ie si I asc,i6 strappare 11 segreto: Un anm– c·hioo ha a•mmazzato il re". La rervolve.ii1ta di Bresc.i, se iprodusse un momen– taneo a,U'ment.o d, 1'0])ressione, risolliar6 •~uttavia a •breve soaden.za . ra.t:nosfera dbaliana, 1ohittd~'!1.J.ouno S'l'UDI SOCIALI dei periOdJ pili reazionani dellia storl,a, dell'Italia pre– fa'Soista. Ne:l'ottobre di quelio stei,so allllO·, finiti i didotto me&i d•i domi.oilio coattto a oui era stato conda"J.– uato da,!Ie. iC0>mmdssi01,,es,pecia1e, Lui,gL Fab<brl ritor– na in famiglia, per riiparth'e poco dopo aila volta di /Roma, dove s;'is~risse alla Facolltà di Farmacia e dove l'<IS'Pettava,io altre lotte. Alveva ventitré aru– lli. Il caircere e l'is0la l'aV'0V1""10 temprato ed ave– vano eondottia a termine la &ua .prepa,ra-zione di •tom– battente. II M,ATU·RITA L'ulLlmo decennio del seroio XJX era stato our• .,-a coso. Con la morte d'Umberto I e con in nuovo s·eco!o s 'iuivia.va un·epooa di relativa tro11.(JJulillitii. II governo cominci6 ad essere r,iU: tol1er,an.1te ,ed i par– titi di sdnistra meno battaglieni. 11 veriodo ero,ico del sociO!!ismo pareva. tinito. I <!irigenti s'adagiruvano in Pa1rla1menrto, men•tre le~mc:sst> sii cullavano nelle illu– s:ond riformiste di progresso pacifico. A,veva ragione Anna K•u!iscioff qJJ.ando attribwiva 1a sioorsa lJ."'eSi– scenza. Q!P 1 posta ail ,fesois,mo aL'ia 1 t,mosifoi~a ,uguale ed ap,pa.rentemente ser~na in cuii. era ch·esciut.e. --1p1·ima della guen·a- Ja nuov,a gen.-,·nione sooiall'stia 1• e di– ceva con am<l!rezza: "Noi non rubbiam sofferto 01bba– ,stanZia". Benedetto ,Oroce, n0<lla ,sua "Storia d'Itruiia dai 1871 a! 1915" descri,,ce molto bene quesio progressivo ab– bandono della tattic'.I. <' de:Ia menta,I,it,a. rivoluz.iona– rda da parte dell't,ia ri<l'<>.rmi.Sta ~pre!PQndera11t8'– <lei soc!ta1is"U Haitiani che si ri.chiaimavorno a Marx iBgli nartural•mente plam1d•e a questa :tiras,fm~maz.ione tle-gli antichi ••a,g,iLaton'' in po11 ..dera,ti liiberali di Stato. e dice che --;nutilg,nulo tuL~:o- la conservazione del linguiaiggio e ,1elh vern 1 ice socia.lista nei dirigenti mia necessaria per n<m, abU\llndona:re le masse agli scan>ig'liati, a coloro elle non avevano messo in sort- 1fitta M arx e pe.r g;imnta. arveivra•noleLto ed an11rnirato !Sorel; o.na non e'a.ccru·1ge il Croce -che qiuel l.ilbera.– Hsmo 'l)arla;mentaire a cmi :1,ttl'libuisce il 1Jne1'1ito di ruver add01,menta.t0 n socialismo, prepm,atva la mei:- 1alltii dei -futuri Noske ed aiutava. a sci1iudere le porte alla reazi'O'!le, a quella. re3.zione che ora rerisee anc,he Imi, ne.J suo oisogno morale ed inteileHuw'.<e (,umano) di libertà. ContJ·o iqrltestù- pericolo, che gli anatrcl1toi vedevano ben chiaro fin da allma. (é curioso n.otarn c<'me l'a. spirazione alla liiberta e il <Jriie,interes:se d! fronte alle s.-cltuzlioni del danaro e del potere ag11zzino il senso s-tcxrico, l:!l· visione <lel 1~eale an1ohe nel meno rol't.i), !bisogna.va lotta 1 Pe. Bisogna.va mal)ltener v,ivo con l'azione il fuoco rivolnzionorio ne1le masse, biso– gnasva cercar d'reJi,1,inare, con O'l)era. <li studio e di j)ersuasi011e, 1·utc1p,ia rif-o,rmista, •che ia 1 llona sem1b1·ava tutrt'ia,1L1,o, ,che utopica e si 1pi-esentaiv,a 0.nz.i c.o·me ru-· nioa soluzione 'I)ositiv® e "sicienit.ifica." di fronte al hromernLiOls,mo" ed al ulirismo" dei rivoluzionari. Gli anarohici itia,liani avevano alilo\·a iparecchi gloo·– ~ali di diverso v,a,Iore (!',Agitazione risor-ta a Rioma con Cecca.relli e ohe Luigi tFrubbri compH6 ver qru0.l– el1e tempo nel pri,n,o 1ieriodo della sua residenza a1efrla crupita:.,, al Grido della Folla di Mijano, l'Av– venire Sociale di Messina. 11 Libertario di Spezia, senza contare i nru1meri unici e d giorna.li in lingua ita:Jana degli Sta.ti Uniti), ma nes srun0, riv ista . .C'era si l'Universita ,popolar·e che diri,geva a J\-1ilano l'a.v– voca.to ane..rchic'J J;ni-gi Molinari, 1ua questa -pubbli– <v1zi011e, come dice i1 titolo, non era. speci1fil.camente anarobic0, ed aveva. come scopo la difll'usione della. oultua-a In generale. (rConLln.uerà nel ll.!.'0€shno numero.) LUCE FABBRI. BIBLIOGRAFIA PEUAGOGIA Dr.}'. 1 Schneersol111: "LA NEUUOSJS IN– i'AN'L'IL". - Ed. Iman. Buenos Aires. 1940. Que'Sto libro, scritto da 11n medico, s"i legge d'un fiato, con ;interesse cres:::.e1.:te. ID' un'CJJ.>e1·a scienti~ fica che ogni 1nae.st.ro , ogni studio.so di qie<lagog:ct. do,vreb'iJc -conosco-re. Mra é anche un libro umai10, a:-En. portata. d-';ung; ·n'tlr di O'd:ta-omltm-ra,-urr-libTO che aiut.a a capir,c ~d a risolvere l'angoscioso ,p.1·0- tlema dello SIJ)irito infantile cosi diverso dal nostro. ohe s01ifre e €i deforma. ,quando vogliermo rforza.rlo ad adattarsi all'a1nbiente rfami.iare e scolastico che noi, con la nostra menta.lita d'ad 1 urlti, ,gli 01bbianno pTe– ;>arato. l.• .'a•ulore-co.m'battJe l'unilateralismo di Fre·ud e:he attrib11isce ogni anomalia. ,psicologica e..1"refou– leme11t" della .s sua.lita. Egli vede nehla noia, nel.a mancanza dell'atlivita natura.le del gioco nei fan– ciulli la .causa 1,ri•ncipale dolla neurrosi infantile icl1e genera spesso 1fomnc rpiù o meno gravi di nevrosi nell'a:dulto. E' slal<I st11di'.lta. l'età mentale dei lbam– ,Uini in relazioue alla loro ctt\ cr011olog,ica. Ma non si t mai tenuto conto della loro "età di gioco" oha spesso '11011coinJcide né co:i l'una, né con l'altra. I •ba•n11bini non gioca1w soli; formano parte di nuclei cii glo:co. in cui ln. loro rpiccola personalitc'\. ha il mezzo d"espandersi secondo !e sue vossibilita natu– rali. 11 bambino •oho non trova i,l suo "nucleo di giooo''. che non gioca o ghH:a solo, che si veòe lfor– rat,o o. stare nelle ore cli ricreaz:one .in:S,iome a baim– l>i11i della sua c.ta . q,uantlo la. sua "età di giOloo" é superiore od infel'iore. ca,lc f:1 1 Lal 1 mente nella. nevro– f:Ì. che si traduce in indisclplitvJ. in dispetti, in ira– ..scbbilib\. L'autore, che hi tilla. lunga +e-Sipe-rienzain :nateria, racconta ::·he in molti casi é sta.lo su 1 ffi– ,cenLc permettere :il bim~o di scegliersi i proprj oom1pagni di gioco, o pl'oteggerlo contro la violenza. cli alrnni 1nem,bri del "nucleo·· 1che lo ,mettevano in c.on <llzloni Ò'cit1feriorita. impedendo.gli di giocare. per ,for 1·i:<livenire normale un. elemento in aPiparenza inadattabi:e. ,ii Dr. Schneersohn osserva lcl1e i pro– ~ranrmi scole.st1ci sono stati rfatti ,oon un criterio da adulti e solo a1Jlplicabile agli ad1uJ,ti. g"ssi infatti si preocctu[lflno di ci6 che i bin1bi devono appren– uere e nou di .:!Om dP.vono giocare, e rise1,vano allo studio la maggior p:Hte del tempo, consi<lenamido la ri'creazione come 1rna semiplice e piccola pa'l.lsa di ri1poso. mentre essa costitni-sce u11a vera. ie !propria attività. la pili i,mportante nella vita del fanciullo. quella che asso1,l)e la mag~ior pa1,te delle sue ener– giite e dei suoi sogni, qu.a.lln da cui d1iipende l'eqni– liibrio del suo sistema. t~rvoso. !L'impulso al gioco, "réfoulé". si tr3<Luc·=' in cHSatten,zione e in desiderin Oi distunOOre. di distruggc,:·e. nel'e ore dedicate allo sh1dio. JCllrt.a S1111111tau: "l'AJfPA'YA Y HOR.\– IHO. - Ed. Ruiz. Rosario. 1939. ,Un altro libro che i maest.:•i dovrebbero leggere; un Ubro piccolo, denso di contenrùto. 'Pesshmista e am8.ro, come sono pesslmiste e amare le pal'OJe del f orti. So – no pargine di tono modesto in cui 1111'eduteatr!Jcedrullo spirito ampio. •dice la S1.1aribellione contro il car- care scolastico, .contro la "ca,n1Jpa111a"e l'"orario", che fanno del g,·ancle la varo dell'insegnare e dell'im- 1Parare a vivere, un 1avor0 n1eschino da. urfficio, run ingranaggio deila ,nacchina burocratica. ,La prtma •pante. autoJJjogr<lt'tca. ci da la ipa,·abola &pirituale della maestre., dall'ambiente angusto e defor.mante, ma pur pieno d'illnsioni e d'enti;siasmo, della scuola n01,male. alla. lotta continua. ed inutLle contro l'o– rario, le.. cam1pana e le .gerar,ohie ne~la souola ele– mentru·e comune (cosi diversa d,a quella d'rull'J)lioo.– zione che conoscono le normaliste) e, finalrn.1eute. alla rìnunc1a, ohe si traduce nel lavoro abitudine.rio ir. temi é solo sol!ievo I'attes0, della pensione. La se– con4a parte, che rivela nell'autrice considerevo1i <loti per il bozz,,tto e per la novel10, lbreve -e pro– ,hrubilmente arnohe tpQr il 1·omanzo-- trovirumo una raccolta di !stalllta.nee della vi•ta scolastica, che ri– cordano un po' certe pagine della "Vita. d'run niae– ttro" di De Aimicis. Per6 c'é ul 1neno senttmenta– ìis1mo e più slfllpore di realta v,iS3uta. In c0implesso. 1111 libro vivo che avrebbe dov,uito scuotere l'aimbien., te deli'insegnamento ele,menta,·e come una cannpa11a a stormo• e che parlerA. in vece nel silenzio alla. ,c.o– scenza dei veri maestri con quel 1 pessimisano che 6 il tonico di chi 110:1 ha paura del'.a lotta e non é r1 i.sposto a ·piegare. José llf. Lunnzzi: "HESERCION ESVO– J,AU.Y AXA LJ<'.\ll}~'l'ISMO". - Ed. Univer– sidad nacional ùe La 'Plata (Argentina). J9r40. F.Yun libro di statisit.ica, 01pperentemente arido. che studia il 11>robl ma angoscioso dell'a11alfabeLismo e del semiianahfa,betismo 1J1ella.provincia di Buenos Ai– res. att1 "0.ve -rso le cifre non sempre con.corde..nti. di pnbibli,c,azioni ufii.cia!i e<l eatrauit'[iciali. In Argentina, ·come dru ipe1· tutto, l'esistenza cli strati di 1>opoia– zion'e che crescono nell'abbruUmenLo e non 1>arte– ci,pano all'evoluzione co:lettiva. altro ohe con1e. za– vorra, per la 1na1100.nzao .per l'insurfficenza di quel– l'isti-uzione elementare, indfapensasbilP. rulla vlita di ,~elazion.e, costitru1isce un •problema ll)reoccu,pante. Constata.to il [alto nei suoi limiti statistici, restano O.a analizza,·e le conseguenze e le cause del feno– meno. E' quei [Ohe fa. Lsmazzi ueila conclusione, che aa. a LutLo il libro un valore di dootumento sociale. Le cruus,e dell:a 1poca o nesS'lma j•str,uzione in u11a. qiarte degli rul>itam,bi/l'nn paese sono infatti ,prevn– Ienteme11te di ,carruttere economico. La ooi•pa non é fielll!pre dei genitori; é ,quasi sen1pr,e della. scuola ol1e non sa dare quel ohe da lei s'aspetta, e deii"a n•– òieute sociale olw sofrfoca nella miseria tante 1ll'e– ziose energie. Allierto Maritano: "l' AHLl'l'O". Ed. Ruiz. - Rosario (Argentina). 1939. 1Un l•bro .per bainiòini, JJieno di voesia. E' la v-ita. d'UJn •bim·bo, figlio di -contadini, ohe cresce all'aria Ji-bera in contatto oon iat natJura e con Il la.voro rude e ,sano della campagna. In ,com1ilesso, un liuon libro,

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