Studi Sociali - XII - n.15 serie II - 15 febbraio 1941

ANNO Xl'll ,\.HBO~ Al\f.E~·'l'l: Per yeutiquattro numeri l'er do<Hci numeri $ 2.– ,, 1.25 (All'estero lo stesso prezzo, equivalente in mone• ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO .Il cad111·e1"1' e il ,,,o,tro 1Lur·1.\ l◄'E1mART). .•li CO//lJW()lli (L.\ HJ::J).\ZIONC:). La .,confitta fra11c1·,e (Ai-:·rn1i-:E Smox). L'Ttr1lia e il mo11d11 ILPC'E F.\UJJRI). .Vate in 111aruiue (Lux). A?Jzllrnli sulla uila d;i L11igi l'abbri (Lucis F'.ui- 11111), Hibliogrofi11. Lib1i riCPl'llli in ./,,no. Il Cada vere e il Mostro Fra questo numero di "Studi Sociali" ed il precedente c'é il baratro: la guerra, la flistruzione d'intere regioni e di innumere– voli vite, la trasformazione completa della earta geografica d'Eur.opa,.il capovolgimen– to delle costruzioni menLali che le parole d'ordine di diversa origine avevano fabbri– cato nella testa dei ·piu, durante il periodo immediatamente precedente. Eppure tra ci6 che dicevamo nel luglio del 1939, alla vigilia del patto russo - ted•esco e della guerra e quel .che oggi ci accingiamo a dire, c'é "Una strana continuita. La •linea ideale del discorso non s'é interrotta. Dice– vamo ·che l'antitesi bolscevismo - fascismo non era che un mito 'Utiliz2'1ato come stru– mento di dominio e che nascondeva un'i– dentita essenziale. II patto 'Hitler Stalin ,é sembrato un colpo -di scena e non ,é stato altro che un episodio di queH'identita. Par– lavamo -del declina.r,e del mito nazionale e af– fermavamo che "il mondo va verso l'inter– nazionalismo e, se non si riesce a fare l'in– ternazionale libertaria, l'unificazione la <l'a– ra lo Stato, attraverso lotte sanguinose tra i paesi che si disputeranno il dominio del mondo. E lo :Stato unico fara rimpiangere le frontiere e il capitalismo statale il capi– talismo privato, agli uomini che non saran– no stati capaci di .creare forme nuove nella liberta e per la liberta". Oggi il discorso po– trebbe continuare nello stesso s•enso, pren– dendo le mosse dall'unifica•zione dell'Euro– pa sotto il segno della svastica. Dicevamo che, oggi come un secolo fa, "Liberta o morte", é il motto della nostra lotta, anzi, in gen,erale, della lotta Solo che la parola "Liberta" ha ora ben altro e più intenso contenuto e il dilemma non é piu l'espressione d'una volonta, ma d'una ine– luttabile fatalita. O difenderemo la nostra vita creando la liberta, o dobbiamo rasse– gnarci a morire. Oggi che la R'Ussia ha di– mostrato anche ai ciechi ed ai sordi che, negando la liberta, si casca nelle braccia di Hitler, i veri termini del conflitto appaiono chiari a tutti, anche agli operai che, sotto ì'influenza marxista, consideravano la liber– ta come l'espressione del romanticismo pic– colo - borghese, anche ai borghesi che guar– dano malinconicamente indietro e vorreb– bero che la Hberta che scrivono s'UlJ.a loro MlQINTEVIDE'O, 15 FEBBRAIO 1941 • RIVISTA DI LIBEROESAME Per la redazio!1e e l'Amministrazione ri– volgersi ,:i.: LUCE l'.\.BHRJ, rhist:l "St1111i Sociali" Casilla ,te Coni>o 141 JTON'l'EVJHEO (Uruguay) Redactor responsable J, B. G·OMENSO-RO 25 de Mayo 467 Montevideo bandiera non arrivasse aJlo sportello della loro cassaforte. li cada vere e il III ost.ro Pure, malgrado molte cose si siano chia– rite in quest'anno e mezzo, la confusione fondamentale, risu.1lato d'enormi interessi in gioco, persiste. Qui sta tutta la tragedia dell'ora presente. La lotta -r-esa inevita·bile dalla crisi economica del regime capitalista e dal fallimento dello Stato liberale- é sta– ta posta su terreno falso e non si combatte tra i veri nemici. Il conflitto sincero •e sco– perto l'abbiamo avuto in ,Spagna ed era la rivoluzione e non la guerra. E la rivoluzio– ne spagnola ha avuto contro di lei, in na– turale per quanto segreta alleanza, il cada– vere della democrazia capitalista e• il mostro del totalitari,smo tedesco - italo - russo. ~chiacciata la Spagna e preclusa cosi ogni possibilita di soluzioni chiare, il cadavere e H mostro si sono- trovati-fronte-a fronte-, provvisoriamente soli e padroni del campo di battaglia. E il dilemma vero di questo momento, il bivio che turba la coscienza di tutti é falsamente lumeggiato dalla pro– paga·nda artificiale delle due parti. Tutti sentono che la salvezza sta nella morte di qualcosa di vecchio, nella nascita di qual– cosa di nuovo: "il nuovo siamo noi --dicono i totalitari-, e la ,City e Wa!J Street rap– presentano il mondo decrepito, che gia am– morba l'aria con la sua decomposi·zione e non si decide a morire del tutto". Dopo l'in– gloriosa morte del socialismo di Stato, dopo le dolorose esperienze totalitarie, risorge potente nell'uomo l'aspirazione alla liberta. E la ,City e Wall Street dicono: "la liberta siamo noi; il totalitarismo é la schiavitu, la morte dell'uomo". Nei due casi é vera la seconda afferma– zione, -falsa la prima. Il llllOYO online Il capitalismo ,é sorpassato; non pu6 soipravvivere se non a;bbandonando il libe– ralismo e la proprieta individuale e trasfor– mandosi in capitalismo di .Stato. Solo so– stituendo aJ privilegio individual•e l'egemo– nia collettiva d'una casta burocratica che trovi la sua espressione, il suo organo di dominio e di sfruttamento in uno Stato on– nipotente, potra sussistere l'attuale - gerar– chia politica ed economica, condannata dal– la tecnica e dall'accresciuta cosci·enza delle classi operaie. Questa nuova forma del vec– chio privilegio ci é data dai sistemi totali– tari. E' !'"ordine nuovo". Ecco l'ultimo, il piu recente, dei miti con cui il !fascismo si apre strade nel mondo. I capi del fascismo non sono uomini di stato, né strateghi: sono conduttori di masse e sanno come si com– batta armati di parole. Ci sono parole che travolgono come carri d'assalto; ci sono parole che arrivano lo·ntano come aereopla– ni; ci sono parole .che s'infiltrano nei cer– velli, nelle conversazioni, nella stampa, SERIE H. N." 15 RI VEXUl'l'A: Per og·n i .co11i.t $ O. o;; (Negli altri pnesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) [mp, L.I.G. U. - Paysandu 1-0H con la lenta ed in,esorabile dilifusibilita dei gas, mentre gli uomini di stato e gli stra– teghi contano le navi e i velivoli, contano i so·ldati e i magazzini di approvvigiona– mento e dicono per radio che la vittoria é sicura. I popoli h·an sete del nuovo, perché il vecchio é veramente troppo penoso e tro·p– po assurdo. E' la sete che acceca il viag– giatore nel deserto e gli fa trangugiare a– vidamente l'acqua della prima ·pozzanghera che trova, anche malsana, anche mortale. Capire, soddisfare, o semplicemente sfrut– tare quella sete appagandola di parole, vuol dire avere in mano grandi probabilita di vittoria. Con parole scintillanti e. con fatti ben so– lidi, spesso contrari alle parole (fatti che trascendono la semplice e brutaJ.e conqui– sta) il fascismo ha ingoiato l'Europa con– tinentale. !Cosi, in meno d'un anno, senza grandi di<fficolta. La spiegazione? Sta in ,questo ''nuovo ordine" che ha -agli occhi delle canut-e classi dirigenti- il doppio fa– scino della novita necessaria e della con– servazione del vecchio e che ha fatto brec– cia in certi settori del proletariato, preso alle spalle dall'influenza russa. ,In realta il nuovo ordine non é che l'ir– rigidimento dell'antico. E la sclerosi non é sintomo di gioventu, né di vitalita. L'ini-_ ziativa si trasforma in decreto, l'impresario in impiegato, l'operaio in soldato. L'uomo é legato alla terra, alla ,fal:furica, all'ufficio, a un det:erminato gradino de!Ja complicata e architettonica gerarchia in .cui si cristal– lizza il li'bero fluire della vita. H movimento c'é: é la guerra, fattore anch'esso di ste– rilita . .Qosi com'é, il "nuovo ordine" é for– te, perché non ha affrontato ancora il suo vero avversario. ,Non la decrepita Inghilterra di Churchill vincera il mostro, ma l'Inghilterra nuova, ma il popo.Jo d'Europa, ma gli uomini Hberi del mondo. DoYe sta. lit 1iberhH Il "nuovo ordine" indubbiamente presen– ta una resistenza maggiore del vecchio ca– pitalismo individualista ai colpi di questa crisi di crescenza che attraversa I'umanita (come un membro ingessato risponde me– glio d'un membro rotto alle esigenze ele– mentari del movimento). Per questo pu6 sembrare pi'l'.1 vitale, e -~se si da alla parola vita il senso di semplice durata, di esistenza -- lo é. Jll totalitarismo fascista, nazista o sovietico (tre nomi: una sola sostanza), pu6 durare; la democrazia borghese no. Se il prhilegfo non puo sussistere se no11 t.rasforman<losi in totalitario, la democrazia non pu.6 sopravvivere se non trasforman<lo– si da liberale in libertaria. E!d ecco posti i termini del conflitto in seno ad ogni na– zione. in quelle totalitarie, dove la prima delle due sol"Uzioni ha trionfato, le forze di !iberta sono ferocemente represse in silen– zio. E il mondo ignora la Germania che non esulta ma soffre, ed attribuisce a vilta Io scarso entusiasmo combattivo degli itaUani in Albania e in Egitto. Nelle nazioni cosi-

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