Studi Sociali - XII - n.15 serie II - 15 febbraio 1941

alla. ste1·ilita. DoblJianw essere come la vita, e/te, .~offo~ata e clistrutta in 1m luogo, risorge altr<,ve, sotto altre forme e con altri mezzi, perché, ap– prirentemente, fragile e incli,fesa, é sostemtta da ·un'invisibile tenaci,, che le cla la forza cli vi-n.– ce,·e la morte. LA REDAZLON\". La sconfitta francese Dobbiamo queel'arlicolo a11a g'entllezza <l'un 1nilllante rivoluzionario francese, che -come vedranno i lettori- non é un compago ma ci é s1>iritualmente vicino. 1L:1,Franch"'l é stata vinta fo1 •meno a·11n anno. Una gro,n llll'l'le del &uo eserdto é ancora 'IH'Lgioniera. ,Più delhi mela del suo territorio ,é occupruto d"',I ted,isc,hi. H re,gume rewulbbli1cano é orollato ed é sta– to sostituito <!,alla ditta:tu,ra, pensonale del ma,r,esciallo Petain. 1 JJ<Ll'iitic,pe1-ai ed i simda-<Ja11Ji sono· smti di– GpeTsl senza l'ot[Ja e :ti loro ,posto ,trovirumo oggi delle o,,ganiz,z-az.ioni governruti,ve rette da un ex-di'rigente operaio. lDaco 11 bilancio su ·oui o.bbitrumo giA una .Iettemtwra. co.s.[ a:bbond.ante ,o cosi 'J)OICO interessante -che ora og,ni tentartivo 1>iù serio e disinteressato si ,trova esiposto ailo scred'ito. '1:lu,re 'biso,gmm 1ben cer– lf:ar.o di veder ohiar,:, negii avvenimenti, per non ab– bandonarsi 'f)(lJSSivamen,te al1e sve.i1ttu·e dei tempi ,e per pre.servarre l'wvvenire. Pero avverto che nc!Il si trovera qui l'enn.umera'Zione tielle a-ma11iti dei diversJ :pre&iden•Li del consiglio f,ran,cesi, '!lé l'analisi d,elle 101·0 J,iti do,mesU:obe, né il racconto delle 1Joro storie d'alco 1 va.. qurulun-que sia. l'Lnlere&S·e che -ci6 possa prc- 1Senlrure come sintomo particola,re d'ru1n,a.sitmazionc ,gene11.:1.Je. La. soonfit,ta f.rancese fu una p•rofoucta sorpresa 1>er .la. maiggior parte della gelllte, che era abituata n sent-irs1 di,re che l'esercito ;Nt:.'llceso eTa fl mjgJ.iore 'Ciel mondo e che era stato quest'eser'dto a vincere l'ullima guerra. C'era -per6 una piccola minoranza. ,che 1·ioo1xlava che la. Frano~a: aveva vi'll!ta. ;l'ultima guerra. -----"':UO'-"<m-La.uLtO..A.OUillL .filtQI:Ill.fLm: agl:1i.<>ranza d'a;l 'ee.ll, ùo1>0 essere eLa:ta due vo1te molto vi.cina acl css.ero isco111fittJa 1 • e che, la ,seconda. volta, solo l'ar1,iv-0 prov– videnziale delle divisioni a;meri;ca,ne l'arv,eva salVMa; questa minoranza 0S1Servam o'he l'eserci:to frruJcesc avevill seguito, molto da lontano i prog1ress,i tecllici 1 che arvevano rivoiluzionato l'an.Ltomob 1 i!le e l'av~a.zione. 1 n veriit..à il sigrnor mru ·es.oi 1 a llo lPetai n é ,perfetta– mente ada 1t1Lo ad essere l'uomo della disfatta, gia.c– ·<>ltéé stato lui a, <1;,,;gere 1>er tanto tempo Jo slJato maggiore francase e ad inlluenz;are -tu'Lta. la. teoria ~">Lm.tegicae tattica dii ,q11esta guerra. Nessuno po.Lrebbe dh·e •che la slra,teg,ia e la tat– tica Leclesahe abblano costituito una sorpresa. :-lei g1'3.nldi movimenLi, esso sono state J'a-pplicazione ge- 1erale dal piamo filpp, r.Lvele.lto irn J11igil1ilterra e in 'Franoia, ,fin dal 1934, da 1111 llfficiale tedesco emi– grato. J!l il 1>i ·a.no , E11,p non era a sua vo<H.a se non l'adaLtamen,to dei piJa,mtedeschi del J,914. Per quanto rriguarda la mruniera d•i mettere in opera questi pia– lli, e.ssa era es 1 senzin.lmente ba,se.ita wLle concezioni ohe Lttdendorff a,veviru es,poste nel suo libro "La gue,·ra totale", uscilo nel dicembre del 1935. Lo slalo Jnagigiore francese aveva avuto il tmupo su1f'fioente ,per slu~liare tutto questo e pre:pa"rure la. difesa. Vero é che ruvevu1 p·referito mettere ir11 1,idi-colo le conce– zi·oni tedesche. 1 Si sa del resto che gli stati m0ig1giori del 1914 sono stati co1wpletamente i11feriori al loro <::om111ito di ,pre– visione e ohe Ja guerra n1onclia,le h'a cto.ito la pili c1·u– dele smentita a •tllltte le teorie dei vecchi gene1t.1,li. Un cervello cli gen01'81le é particolrurmenite incrup.ace di comprendere qu;alcosa delle imve,n,;ioui :mecicani– ,che. Lidrdel Ha.rt, il 01,i 1 ti 1 co milita-re del 11 Times", ri– ,corda nel sao li!bro "Europa in airmi'' dhe le TnLb,a► ,g,liatrici tedes,ahe pa 1 ralii~zavano gi8. dia •molto tem,po gli eserdti alleati qttando Haig drtehlara.WIJ: "La mi– t1·rugli1>trice é un'ai:ma ohe é stata falsrumente super– v;,lutata, e due ,rnHraiglia,Lric,i ,per 1batta,glione sono 11iù ohe su,mcanLi". Alla fi,1e della gue1•ra ogni b:i:t- 1aglione po3Sedeva quaranta mitragliruLrici e la serie delle disastrose offensive o..llei~vteaveva -convinto i cal)i militari, al prezzo di eenitinaia <li mig1ieta di n1orti, ohe una linea di fuoco 1C01ttinuaba tllOll poteva .esser rotta. da assailti 11tJnani, nelle ieondifziO'll'Ì in cui -01,Iorru si facev:u10. Ca,s,telnau, Jofif,re " Foch non S'l'UnJ SOCIALI vensruvano che tutta la tlobta iltg,lese potesse avere li va1I.ore d'una sola baionetta. Lord Kit<:.hener, a;s~i– s·tendo a,Jle evolu:oloni del primo tànk, Io definf •m ,grruzioso gioootttDllo m<>ccanico ed agg,lunse: "'Per6 la guerra nori sarra vinr'... a con simili mezzi meccan.tci". Non c',é quindi affai!o da ,sorprendersi che all'e- 11orme .svi'lwp,po deli'avia,zione olvlle del dopo ,gnar– ra, l'eserci-to non a,JJ'!);a da.to nessuna. imlJ)Ortialllza. Lo stato mag,giore frnn<::ese, dia·etto da generali di lfianteria o d'a,rt,iglieria, ha contimliamente dlmlnuato ~ orecliiti de1l'aNiazivne; •meglio ancora, ba trascu,rato cm1tinua·mente i 1>1·oblemi e 1'01,ganiiz.zalzione deUlal ùirt:esa antiaerea. ùt F\r:l'ncb, era un ipaese pari,t-i'co– ìar1nente vulnerabil'3. ag•li attacchi aereL E niente é stato fallo per dis,;emlnare le &ue falbbridhe e per assicura•re loro un miinimo <li di1feoo. Nel momento di Mona,co la principale offioi11a di (Prodotti ohl'mi<::i, ,sitJuata 011noN.l del:a. regione pari,gina e prurtic0Jar- 1mell'te ;in pei,tcolo, non aveva. nea'll!Cl1e una mM.ragMa– tti•ce, mailg,radio ,la sua i·m•pontan2'ia per la. difesa: uru– ziona·Ie. N•e.Da stessc1 epoca la a~eg.ione ipairigina nep- 1p1ureaveva t.1.!Il.l dife~a suffice,nte e lhiso.gn6 arf.freLta1·si :..~·portaTvi oC:<'1mUOni antiaerei tlrooi -in (Prestito a-Ila maTiniat di B1•es,t. La di 1 fesa antiaerea iadc-pen.1 u1n nrnteria!e molte moderno, com,pteta.mente nu01Vo, iii cui 1naneggio esige ,un tirocinio p, ·olunga.to. Ora le [01•:oeded·icale a que eta dirfesa erano 1composte di ex~crnibaittenti, che 11On tarvevano ma.i lfatit.o ,per'iodi d'i3Lruzi-one e che igno1·a· vamo tutto .quel ohtl r'iguaird'a i mate.riali uruoV1i. ElP· 1Hl're il 'Pericolo era sta•to sulificentemente rivehvto <tu.alche ainno p,ri1ma1, quando, nelle 1nanD•VTeohe con– :s'i.srtettero itn un tentn.oivo d'a.Ux"..C'CO aereo aH'aereo– •port'l di Bvunget, gli a•eTCOitlla1l'i ''nemi:oi" ar1irvaTono .s11l loro obietiti·,o pa,rigiino, con so,r;presa ge11e1'111le, prLm~ d'1ess,e1· s-t.a,ti visti e segna.larti. Lo stesso si 11u6 cliTe per 1'uLi1iz:za,zjone irnassic– cia dei tank. Le pri"lle <l'iv"isioni eomizzrute tedesche erano state a,cOOlte in Francia con so•rriisi di di– s•prezzo. 11 regolamento <li ~amteria deill'esercito fran– rese era se11~p,·ebasato sull'assioma, che veniva, da,1- l'u,ltirna guerra. che 1111tank. non é che U comple– mento d'un elemento cli fanLerfou e non p116 avere un'azione a.'Jitonoma. ""1'ant'1é vero ohe le di,isioni co– razzate 113m -trav~Tsato le linee f1'tt 1 ncesi icon Ja mrug– gio~r fla1ci!ita ecl han manovra.t:'1 alle loro s1pa'lle con un'efficrucla soouda,losa per i ritardati della souola di guer.ra francese. 'La •prO'l)0:Sf.lm del co,lonnello dc G•a11l1e di cosUtmli1ie 'C.irvision•i cora ,zza.te fra,ncesi non aveva orttenu'Lo ohe silenzi<>. E questi er,i. st,uto 'Più forL1lllato ohe il suo collega del 1914, il cru[>ltJ!lnoMral)'er, che. ruvendo a,f. rie1 ,na.to mollo tempo (Prima. della guerra o.be il ma~ ter'iale a.vrel>be disirnpeg·nato la funzione (Più bn– p01·t,1·n,tee c,ho le oarruLteri,stJtche del confJiLto sa,·eb– •l:1eTo state que.Jle det'.:i iolla di -posi-zio-ne, wvev,a visto a'lTesta,rs.i Ja. sua carriera ed era st.ia1to messo nelle con<lizion,i di la.sci.are l'esercito, mentre i suoi .com– paigni J1rnftf.re e ll'Oc.h 3~ce11devamo 1iari>idamonte fino 11lle più alte ~unz.ioni. 1Le ca;use i,mtJnediate? Lo s1>~tito ,gera,,cbico dell'e– seT,oito ohe :non rpenmette che un su,borlC1inato CJ"i– ,t,tohi le concezioni d'nn srnpel"iore e l'i,mmenso O'l'tb"O· .glio, l'iùiozia dei rCUìli •mili1ta1•i che si credono irnfiad,li– bi1li ,per,C'hé harnno 111 1 cer.to ,nmnnero di galloni o di stelle ~ulle ma.ni ·c:ho d~Ma giacom o su.I 1 berretto. ot– tenuti in gener·.? a forza di pia-tto servi11is1mo e <l'in– t1-.i1ghi a1nminislralti:vi e n>0.litici. ·Per6 se queste sono le cause !i1m·mediate. é evi– dente che ce n',é altre, pili l:utane e 1più impor• ,ta11Jti. L'eser,ciito d 'u111 paese 11011 :cade in 1111 tiirle struto d'imbeci'lii'lleatio e d'h'responsrubiJita se hl re· ginne ohe sii 1 su.ppone 'difenda é innocenite. I capi militari, pèl' ,coprirsi, aecusano oggi l'jn– .suitifi1cenz.a.1 deMa pl'o<lìllzione i11élrnstrialle e la gestione <lei 1g:orverni di f•ronte 11>opola'l·c. Bisogna 11ott1:re ohe la. Francia é evidentemente u,n paese industriale 111eno att.rezzaito ohe la Ger– mania. con una p,:polazione or,enarta moHo meno 11!1.I– rneros-a e ·una caipa.cita di produ,zi;one 1no'lto infe– rio-re. A p:tn•ità di ogni ailLra contUzione --.per esem– pio la durata e l'intel!sita ciel Iavpiro--, Ja F'rancia sa1·eblbe ancora iilnmen1sa 1 mente illlf-eriore n.lla sua av– versairia, dal punto d,i , 1 ista ,in<lus,tri~le. Ma non é di questo che parlan'l i ca.pi milH:a,ri; essi si 1·i,feri– sc0110 alla pare.lisi dell'industria ohe segui gli 0.v-ve- 11,imen.tidel 1936. 1 Non mi sento a..Ma1.to di tHfentlere i governi di .fronte po·polare, ma ee li 1·itengo leolpevoli in qual– che COS1a1, pu,6 ben 'darsi che 11011 ,sia per le sitesse 3 ,-a,gI011ielio a.dduoono i tra.scimJJto,1,idi sdabole. Com'era naturale, gl'immensi scioperi del 1,936 eb– hern la loro ripercussione i,mmediata S1UJllaprodu- 7.ione; durante parecchie settimane l'àmmobHIM. degli operai e degli irrupieg,a;ti non ha, prodotto niente a,1- t,·o C:be l'amaro furore dei oo,pitalisbi; mP,ltl di qne– st'ul·bim,i dove,ttero mellersi a ,letto <:on \l!ll'indige– ~Won,e dL ~a,bbia. ,Però ,é gÌ!t1sto rico11oscere ahe i mi1~iteniti e gli uo•mi 1 1i II)OUUci operai JS.o:nosLatr to– talmente estranei a ques,ti SICÌOiJ}eri che non sa,-eb– bern stoti ca,paci di prevedel'e e nee.nClhe di conce– q,i•re. Quel ohe é vern é .r,he da tempo s'era sviluppata nelle ongami,zzazioni QPeTaie un~ concezione romple– rlrum~nte sba,gli,tia della ,[>rod,1,Ltivita del lavoro. Si eran visti puibl)Jii,oan·ea pili ,ri1prese a11ticoli in cui si a.l'[ei :ma.va che, allo .stato atLul!lile dehla teCJJiea ùsie o tre ore di la·roro 1baster,ibbero ad assi– c111·a1·e•l'esistenza d'ogmm<>. Quarudo si trruttò di '<larre 11110 sc0po a.gli scioperi, i dfa'ligentJi. operaii han .. ,,o quindi pensato rru,bito aI,Ja 1•i:d111z,i,one d lira/ gi01•- 11ruta .lavorativa. Nessuno ha ,pensato ohe sarebbe sballo (orse prefer;biie cominciB·re dal princi,plo, oioé dalba1rottura de)la forma bonghese di governo e dalla soppressi011e dei [>rivil&gi c,a:pitaJisbi, per vedere dO!l>O se la giornata di lavoro tosse s,u1Hlcente e ,po~esse essere diminuita prbr.a d'atLua,·e le opere sociali. le pensioni alla vecchiaia, le assicurazioni. ec.-c., e di liberare le colonie. !Bisogna confessa,·e che il risultJato ftt disas.Lroso. 1Jna buona parte degli Qperai non Jaivora.va più che ,~ ,·Uento. Una bttona, ;parte dei padroni sabottla.vano ro,,ganizzazio'lle della loro produ:,,ione per sottomet– tere gli eipe1•ai par mez;zo deLla disoooupe.iziowe e Gelila fame. Lia caittiva volon!ta era nwturaJe e reci- 11n·ooae ~11 p•rodU2'Jione ,cadùe nella drisorganiz.mzione 11.1iù com-p.leta. Da produz.ione per 1a tliiifesa nazionale, oormplebairne'.!lte ins 1 11fficente in te1UJpo 'llormale, d_i– ":ent6 quasi insignificante. 1Sen-1.a. nesis,una rforza vivente e dinaim~oai, da una va,·te o dall'altra, senza volonta d'agl"e ,per <JUll 'lc.he cosa., e 1senza qua~che icosa iper agire, era inevita• bile che si arrivasse dove . .sia.mo a1-rivati. E' si ,probabile che il governo di Blum abbia, ]asciata ![}0,S– sirure una magnirfiea oocas,ione <li 1·iavv,iVf3!1'e l'anima 11·itvoluzionairia francese, ma 1é a,ncora 1>ili veros-tmile che gla Io stato della, F'rancia non Jo :perm,ittesse piu. C,hecc·hé ne sia, tm tenta,tlvo d,i qttesto genere avrebbe avuto hl ,·isu.Ibato di cl1ùatl'ire nettamente la, -s-ituaz-ione, d·i '(a'l· prendere a ciaiscuuo le ll)roprie re– B])Onsaibi1lita., e, in ogni caso, avreb1be evitrut:a. la la– mentevole confusione deg!L SIJi-rili che si rivela nella .F'ranc,:a. di Petain. Da un lato c'era dunque lai cer,mania hible1·iana, con une, popo!az.ione densa. con una generazione giovane rela.tiivamente rpiù 11111merosa, con un'indu– sLria a,lta,mente svillJIPPa•tA,e modern,iOJzata nel dK>po ig,uerra grazie ai ea.pit.a:li nordamericani, con un'or– grun,izzazioine J>oli,tica, economica e ~ciale intera– mente miliit:a 1 rizzaita i11 ouL IQUR!:i 1 tutti gili inlteressi personali era010 subordinati all'interesse della p,,epa– ra.z.ione della guer.ra, con un eserci-to n11QIV0, Je. cui 1tnu1>?.Je. ,recentemente aillenate, cono&oevano ed uti– lizroviano il materiale moderno 1 meccamfazruto, e ,i cui oa:pi erano giova;ni e .gen:erailmente disposti a'd ·nc:cettare le innova.~ioni a.r<lite. Dall'altxro lato la FJ·a1:cia, 0011, una popoJaz,ione ri– dOtita, in dui la. giovane generazione era. ,-elatiiv:a– ;nente .meno numerosa, con un'Jndust,ria relativamen– te poco concen,t,rata, dai materiali e dai metodi ,,iut– Jtost,o vecohi, cvn un'onganizzazione polHrtca. ecoino– mica e S'oci'ale scnZB. direttiva n.é scopo, in cui glr !111teresei pa,·ti~lari ia.vevam,> semtP,re il sopravvento cu1ll 'interea.se genera.le , co:1 u11 es·e1,cito ,non rinno– vato, ,oom•posto di classi cli ri~e1,visti giA veoch,i, ohe •~gnomV'arro, 1Q!lt'aisi tmtti il rna-teriale meccani.zz ,rut.o ed il ·s110 uso, g.uiòato da veodhi ca[>ti ottusi ed imbe- 1cj1}1)i, E tJutti con,tavano sui Poùa,oohl, sui Oecihi, sui Ser– ,bi, sui Tunchi, s11i Rumeni, sui Russ,i, S1U1g,l,i JngJest tJuigli Aunerioami e 1perfino su rivolte inte1,1e d'ilta· ìla,ni e di Tedesc,hi. 10i6 ern tanto faoHe, quanto lo tu più tas'di '!)er gli stranieri e per i fre,ncesi all'estero il dire ai rfrancesi SiCOnfitti. ee,tenu•ati, disl)ersi, senza ca.'Pi. né m;umlzioni, né vivei i, che dovevaf{lo •continuare a.. La,Ltersi. 1B,;,nohé tu,Lto que,;to sia già surl \ffoen.te o SJJi<lgare

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