Studi Sociali - IX - n. 11 serie II - 5 agosto 1938

6 Co1ruprendiamo che )Ierlino abbia cambiato idee; ma non posaia11no comprendere come egli possa aver dim,enticato <1uali erano le ,idee ch'egli difendeva fino a poco tempo fa e ohe si trovano consegnate in numerosi suoi s'critti. l\ferlino non dovre:bbe ignorare con1e altro sia de– legare delle incombenze, altro dare ad alcuni il diritto di far J,eggi per tutti. Il parlamentarismo é un coi·po legislativo, e gli anarchici non lo ,vogliono perché non vogliono ch·e la gente sia obbligata a sottoporsi alJa volontà altrui. 111che non significa ohe gli uomini non ai deb• bano mettere d'accordo, e dividersi il lavoro utilo a tutti secondo le attitndini di ciascuno. Merlino do,-rebbe saperlo. E. MA•LATESTA. (Da La Questione Sociale di Pate,·soll, 14 ottobre 1·899. Anno V. :\'nova serie, N.• •6.) Tra leriviste ei giornali Da qualche me.se é cou1inciato ad uscire a Parigi un altl'O giornale anarchico cli lingua ilaliana, Il mo– mento, fatto da amici o compagni nostri a cui augu– riamo lungo e prospero lavoro. Nel n. 3 dell'S giu– gno. Gigi Damiani vi scrive un breve arUcolo, "A· nar0hici puri ed impuri", che mette molto hen,:1 i punti sugli i a proposito dell'ormai tormentato pro– blenrn ciel colla borazlonismo spagnolo, ed é adeguata riapwta tanto a queJli che, come Rudiger ("El anar– cosindicalismo '3ll la revoluci6n es1lafiola''. Barcelo– na 19-3•8•)e 1>arecchi altri. vorrebllero lncor1>0rare quella tattica transitoria ecl eccezionale .alla nostra dichiarazione cli pril1cl.pi , quanto a coloro che, men– tre pende sul loro capo la s,pa(la di Damocle, non sanno che fare ,a, rifare n processo a clii tenta, con mezzi di fortuna. di salvarsi e sa,Ivarli. ·"La diviaione che si vuol stabilire tra ana1Jchici puri ed impuri é arbitraria, oziosa e ... viziosa ... Lo contraddizioni alle quali uno o centomila anar– chici possono esaero da situazioni eccezionali CO· strclli; - gli enori, di calcolo o di m13t.odo,che, uno o centomila anarchici, possono, transitoriamente, coinvolti nel martellare d'avvenimeuli complessi, commettere; - le conceSBioni che, uno o centomila anarchici, assillali dall'incubo del ·peggio, dall'orro– ro di iServire il nemico maggiore, pOSBono, ingoiando amaro. fare. non implicano, non giustificano e non permettono che si speculi sugli errori. le concessioni e le contra.clclizioni_ ll · ro1&c.n a.b-Uh=-e-una distin• zione di anarchici pnri ed impuri. .. L'auarchia re– sta quella che é e non può significarn altro che assenza di governo". ..E i compa.gni spagnoli della F.,A.,I., quelli stessi che si 1rovano nella situazioni~ eccezionale di cui ci ,parla Damiani, ci dicono, dalle pagine dei loro giornali. più o meno le stest3"e cose. In "Tierra y Libertad" di Bar-cellona s 1 ineJste, specialmente in questi ultimi tempi, su qu,esto tema. "Transigemmo, perché facevamo la guerra. perchié volcva1110 vincer– la. E da nna parte son aorti accuaatori terribili che. sopratutto fuori di Spagna. ci buttano In fac– cia la più dolorosa delle accuse: a1iostati. . . All'al- 1ro estremo vanno alcuni compagni, pochi per for– tuna, a cui i fenomeni d1alla guerra, le nostre tran– c3azioni e ·le tattiche cli circoiSlanza han co1ne spaz– zato via dalla mente le loro convinzioni superficiali (ohé non pu6 e-.ssere profondo un anarchismo che é tra3cinato via coei rapidamente dall'uragano de– gli avvenim,3nti pa,sseggeri). Ci sono ora compagni uhe dic.ono "che l'anarchismo tradizionale é stato -superato'', "che le vecchie dottrine non servono pili". "che le teorie di Proudhon, Dakunin, Kropotkin e )Ialatesta non Gono più d'attualit3. E vogliono in– ventare -ci vuol coraggio!- una. sp,acie, di "nuovo anarchismo·•, sintesi di etataliemo e antistatiemo, di libertà e d'autorità, d'anarchia e di dittatura ... " ("Para (i. compafiero", T. y L. 28 maggio 1193•8). "Per noi. né gli uni. né gli altri hanno ragione. Le nostre organizzazioni hanno spiegato, in documenti chiai:i, le cause cbe, caso per caso, ci han portato ad accettare ci6 che, per ragioni di guerra, non po– tevamo res[)inge1·e... Finohé non ci si dimostrera con fatti. cifre e pro,·e palpabili, che era:vamo il~ condizioni di seguire stretta1nente i nostri principi. facendo la Rivoluzione e vincendo la guerra, non pos– sono aver valore le accuse che ci fa chi dimentica che gli anarchici spagnoli si stan giocando la vita per difendere le propri.a idee. E neppure han ra– gione i "revisionisti"... i quali dimenticano che con l'aggravarsi delle circostanze, la guerra, inizia: la,si con la rivoluzione, é passata in primo piano. Dimenticano che c·,é un solo anarchiemo. ohe cea– serA d'13sser tale se 10 si accompagna con metodi statali. Dimenticano eh-e niente é a.vvenuto che ci faccia rettiificare i nostri concetti cli tiipo costn1t• til,o al di fuori della macchina stataile, e che. se <1uesta aus:3iste ed ha la nostra coHaborazione ci6 si deve solo al fatto che noi non rinunciamo a' uno scopo vitale: vincere la guerra contro il fascismo. Una coGa é vederci nell'imtlOsaibilita. di mettere in nratica il comuni'Smo libertario e un'altra é rinun– ciare a realizzarlo. Continuiamo a pensare come anarchici. finché -con piena coscienza di quiel che é ranarchisrno,- rivendiohiamo il diritto di propa– garlo e reali1zarlo dove e quando aia opportuno e pos-sibile'' C'Parn ti. compaiiero". T. y L. .t giugno 1938). STUDI SOCIALI !E ancora: "Ha smentito l'ultima es1>erienza, ini– ziata il 19 luglio 19·36, quanto c'insegnarono le espe– rienz,a precedenti? E' camlliata la natura dello Stato, sono cambiate le sue funzioni, le aue conseguenze e i suoi pericoli, nel periodo in cui, t>er le e·sigenze della gu,arra, i libertari han colla1borato col potere governativo? In nessun modo. Sotto nee!Sun aspetto. li corso che ha seguito la rivoluzione é eloquente. L'opera dello Stato e quE>lla delle organizzazioni proletarie si sono svolti<>sotto gli occhi di tutti ... A suo tempo, quando serenamente si potrà studiare la 1,0.sizione degli uni e degli altri, quando non esi– st-eni più il 1>roblema primordiale della guerra, Gtu– dieua-1110 le co11diz.ioni e le forme in cui dovette s,vol– gersi il processo rivoluzionario. Allora si vedrà che questa nuova esperienza ria 1 Merma i nostri fini e ce li presenta non solo co·me giusti. ma anche come r-ealizzabilf' ("Nue.stro anarquhsmo se reafirma a trav;éa de nuevoa hechos hist6ricos". T. y L. del 18 giugno .1938). E, rivolgendosi ai compagni stranieri: "Non temere, conupagno, per il nostro anarchismo. finché noi anarchici rimarren10 in piedi. Anche se alcuni, lontano di qui, t'hau sussurrato aH'oreccl1io una calunnia: "l'anarchia dei compagni spagnoli se ré portata via lo Stato ... " Non tre-mere per ls no– atre iclee. finché continuerà la lotta, flnch'é sarà tenuto in .scacco il fascismo. . . Non te1nere, compa– gno. per 11 nostro anarchismo, anche se non siamo stati, se non siamo fedeli a tutti i auoi principi· perché facciamo la guerra" ("No tema,s por nueatr~ anarqni~mo", T. y L. 25 giugno Hl'18•). 1S0110voci virili in cui trema una grand1a- emozione l'~lH ·es.sa, voci che ci dicono che niente d'irrei>ara– b1le é successo. I nostl'i sono imbava~liati (la cen– sura sopprime in "Solidaridad obrera" perfino una sem1plice e teorica alftermazion,a anti-dittatoriale ed an\imarxista), sono calunniati e s'pesso persegui– tali. Non pensano a se stessi, ma ai destini della Spagna e della rivol,uzione e non usano la loro forza che ~ont~·o. il nemico di tutti: il fascis1no. Pos-sono sbagl~ans1 111 parte nell'interpretazione degli avveni– me11t1. Ma questa loro impassillilità alle punture di e1l1llo, mentre. i loro ocohi fissano l'avvenire, ha ,qualcosa d'eroico. in<lipendentem,ente dalla verità e clall errore. E noi sentiamo In loro, in tutto iJ po– polo spagnolo. un enorme potenziale rivoluzionarJo dhe, a:ipetta la sua ora. Nell'articolo d',Aguzzi "di Dt~ce. Chainberlain e le «gioventù libe1-tarie»" pub• b!Jcato nel numero del 4 .giugno dell"'Aduuata de' Refr~ttari" di Ne,~ York, e che tutta Ja stam_p; nostia dovrellbe riprodurre, abblam visto quanto v_alga ancora la nostra "azione diretta" nel momen– ti gravi e con quanta facilltà, in Spaglla, s'evapori il governo per cedere il posto alle forze della strada. La "carta id~ologica di «.Giust.izia ~ Li,bei·ta.»•~ ha svegliato i pili. variati commenti. Noi non poasi~- 1:'?• al,~neno in _qu~iSto num-ero, studiarla a fondo. I _1 o•bab~Jmen_t~v1 ritorneremo su. Ma fin d'ora poa– siam tl1re cn essa ci sembra il docmnento d'un'evo– Juzi~ne ar,restata a meta del suo cammino. "Giustizia e Libertà' é nata sotto il aegllo del dinamismo E' 1~ata .. ~.om_e soci_alismo, ma un socialismo c,he ·non e p11g_10111e1:o d1 Marx, che tien conto di tutta 1a !>ol~enzzalnce eaperienza della guena .. della Rivo– mz1one russa e del fasciamo, eB1>eri!a1tzache ha ca– P?,volto _vecchi valori e ne ha creati di nuovi, cam- 1..uanclo11 sen_so tradizionale delle parole phi uaate ~~:l voc~lb~lano del movimento OIJ.Mraio.E' nata co- e ,socml~smo, ma -con un'aspirazione alla lLb ·ta ~~ fed:ral!smo, all'iniziativa, aH'antidogmatismo. e~,b~ I 11~1pa1 entava con tutto il movimento che possiamo ~hiam~re vag_arnente libertario e che non compr,ande i.:,OJ?l anarchismo, ma anche altre correnti - . lt rah le une. tecniciete o sindacali le altre- eh c~ u– t~·o o !nori _d?alcampo so'cialiata. mettevano e, en– f1tt~ .1·e:spenmento ru.sso per l'ivedere le v:c:~·: pos1z1~n~1 ed arrivare alla sintesi del diritto al 1>a11e fo~ chntto alla .Hbertà (antistato). I fatti, con il o,~ i itm<;>precrmtoso. stanno rafiforzando le basi logiche eh questa multiforme tendenza che h I s,ua ~~l)l:essione più chiara, definHa e c'ompleta a nef I ana~ ch_1smo, ma a cui ap1portano contrib . . , terah (1ntel'essanu perohé vrengono da cam~:1~~~ ~a: e-~ aud~e avversi), Dandieu con la sua "Révolu~i~~: ~l c~ssa1re·•, ~alois ,con il suo movimento di "Nouvel age • Rol3selh con 'Sociallsme libiéral" e a . . . c?n t~tta l'opera posteriore, dispersa in ;rt:c~~~ PIU, smtel1zzata poderosamente nellJazione E r Ì ma potrebbe essel'e assai piu ampio. . e eneo Da un po' di tempo "Giustizia e Libert8,°' da s,agni di volersi anestare su questa straù.a, fatta d,e.spe– rienza del presente e d'intuizione feconda dell'avve– nire. per legare il suo carro a forze che, logica– mente, gi{1 a:ppartengouo al passato. Anche nel suo programma, as.sai pi(1 chiaramente socialista di quel– li altuali clei 1rnrtiti della LI e ~El Internazionale Io Stato continua a coesistere con il socialismo f~e,– raliala, e l'aspirazione all'unita con le altre corren– ti che si dicono socialiste t,ende a neutralizzare - nella pratica- quanto c'é di più avanzato e chia– roveggente nella sua dottrina. Queste obiezioni bi• sognera chiarirl 1~ meglio, ma quello che fin da ora non si pu6 lasciar passal'e é la sorprendente de:fi– n_izione che il documento da dell'anarchismo, defini– z_10ne che, traacuraibile in un articolo, ha qui, nel– I estll'€oeion,~ sintetica delle idee e dE>lla tattica di tutto un movimento, ben altra gravita. "Il sociali• smo non é per noi uno stadio di beatitudine al quale si posi.Sa arriva1•e per esplosione immediata (a~iarohismo) ... " (G. e L., 17 giugno 19•38). Manca q~u una cosa ch_e ai é abituati a trovare in questo g1orn~le: Ja seneta. Gli autori del documento, sol che nflettano un 1>oco, vedranno eia sé che questa frase non merita nemn1eno d'esser discussa. Pen– sare -che l'anarchismo italiano, quello che G. e L., tl!3r ragioni di ,patriottismo, dovre 1 bbe meglio cono– scere, ha il suo massimo rappreaentante in Mala– testa, che si dichiarava gra:dua,lista e che, nell'im– mE>diato dopo - guerra, quando i demagoghi sociali– eti infiammavano il popolo con la pa1·01a "rivoh1- zione", promettendo il paradiso a breve scadenza. gettava acqua sul fuoco parlando degli enormi $a– critici che sarebbe costata la rivoluzione e la rico– struzione post - rivoluzionaria, contrapponendo ai di– ritti che dé. U socialii&mo, i aeri dov-eri ch'1zsso iln– pone! Pensare che molti memlJ1•1 di G. e L. han vissuta l'esperienza spagnola, e sanno che, senza 1quegli uto~>isti d,'anarchici, non -si sarebbe man– giato, a Barcellona, Ilei luglio del '36,! Ma non vale la pena in&istere; non é questione d'interpretazione. ma di realtà. Si tratta d'un pensiero altrui cl~s, non si ha diritto di falsificare. E gli amici di G. e L.. sono troppo onesti per non chiarire l'eq_uivoco. In que.sti ultimi tempi si parla ,molto, a propo:3ito clellUtalia, cli federalismo e cl'antonomia regionale. Abbia·mo avuto un opuscolo di Vanni Rosa sull'indi– p13-ndenza della Sicilia e, nel numero dell',S luglio di "Giustizia e Liberté.", un articolo di Lmsau: "Sar– degna e sardismo - contributo allo studio dei fede– ralien10". Non a scopo polemico, ma come documen– tazione, pubblichiamo alcune righe su questo tema d'una lettera di C. RosooJli a Luigi Fabbri. lettera ohe non pub'blicammo a suo temn>o. perché parla d'avvenimenti completa1nente superati (situazione tedesca e spagnola). Ha la data del 14 maggio 191!(1 e dic,s, neHa aua ultima parte: "Ha letto il nostro ultimo articolo sul federali– smo? Svilupperemo la dia'cussione, eh-e secondo me non é stata t1·01>!l0bene impostata. Il Jll'Oblema d•al fe·deralismo in Italia non va impostato eaclusiva– m,ante sulla base delle e,slgenze delle province più arretrate, anche p·el'cb'é se ne pu6 facilmente dimo– strare il carattere conservatore. L'Italia aa:prA dar.si una coatituz.ione federali.sta, quando riusciremo a cnzare un'esigenza. concreta di federalismo in Pie– monte o nella Valle Padana. Ma iJ tema é tl'O'ppo va,.sto per una lettera che mi vedo costretto a man– tenere entro limiti ristretti. .. " ·Naturahnenle, 1>o to su basi economiche e non 1>olitiche, eliminando l'esistenza deUo Stato. tutto il ill'oblema del federalismo cambia d'aspetto. Ma que– sta é un'altra questione. Nel nume:ro cl!e-1 10 luglio di "Révolution proléta– ~ienne" (rivista sindacailista rivoluzionaria, Parigi) e da segnalare un br~ve interessantissimo articolo di A. Ciliga: "Dove va la Russia dei Soviet?" L'au– tore, dopo una lunga esperienza dinatta, il cui frutto é un libro uscito da poco in Francia e che non ab– •biamo ancora vi-sto, riassume i fattori della vita russa in . tre fondamentali: la burocrazia dei P. Go– munlsta, la burocrazia dei senza partito (inte1Jet– tuali e tecnici) e la Chie~a. E H po11olo. per av– versione alla prima, tende ad avvicina1'6i alla se– conda e alla terza. Di qui la possibilità di un 9 termidoro o d"un 18 brumaio in cui Sta,lin, s~ si mostrerà incapace di dirigerlo, potrebbe ess,are be– nissimo suppliziato come l'ulthno della aerie dei trot:.'l<yati. Nouvel age, nel numero 4117 del 19 luglio 193-8 Pt1 1 1Jblica un'inter&Scante risoluzione presa dalla 91;. sezione della Lega dei Diritti dell'Uomo di Parigi, e p11z.sentata al congreaso nazionale di Avignone. Do• po vari "considerando·', in cui condanna la demo– crazia parlamentare, la stampa asservita dall'estre– ma sini,.stra all'eetrema destra, alle agenz 1 ie Havas e Hacheite, la finanza 13- il Parlamento, reclamando un l'egime di democrazia integrale, 11rO[)one: "L. 0 Sul piano nazionale; d'iniziare un'azione immediata contro il parlamen– to. le Banche e i trust, per la diemocrazia integrale-. sulla base comunale a gestione popolare diretta con rappre,.sentanza federativa nazionale. t. 0 Sul piano internazionale; d'impegnare le organizzazioni sindacali interna. zionali a oppor.si ad ogni attivitA volta a rifornil,3 gli stati capitalisti e fascisti di rnaterie prime desl i– nate nlla guena, e di sollevare i popoli con un i30· tenne aii>pello cliffu,so con .lulti i mezzi di pro}laganda appropriati per arrivare a gestire a vantaggio della comunitft. e a. dirvidere fra tutti i Guoi me111bri le ricch·ezze del mondo." ,Evidentemente non é ancora ci6 che desideriamo. ma é un gran pasBo su quella strada. Pana- che lii. mozione sia stata ricevuta malissimo dai dirigenti de:lla Lega. Ma é consolante vedere come, malgrado gh sforzi demagogici della democrazia vecchio stil:.:,.. cosi legata al ca.pitalie1no, la viaritil si vada a1nenclo 1~ sua strada. non attraverso le gerarchie bm·ocra– ticho, ma alla ba;;e che, in fondo, é la sola che c'interesaa. LUX. AI COl\IPAGNI ,A. vevamo proqiesso di dedicare una parte di que– sto nu_mero _a l'icordare la vita e il pensiero di Luigi Fabbri. Pero, non essendo stato possibile fai· uscire la rivista in giugno, mal terzo anniveriSario della eua morte, la redazione ha risolto di rimandare J'a:Iem– pimento della promessa, in attesa che arrivi la re– centissima edizione spagnola di "Dittatura e 1•ivo– lu~ione·• e che giungano ha-risposte all'appello pub– bhcato nel numero passato a quooto proposito. La redazione.

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