Studi Sociali - VII - n. 4 serie II - 20 novembre 1936

e d'esposizione, in forma elementare, accessibile alle masse, dei' nostri· concetti di lotta insurrezionale– rivoluzionaria e di quelli ricostrnttivi della nuova sccietà; poiché sarà anche in rapporto al grado in cui saremo riusciti a far penetrare questi principi fra le masse, unitamente alla celerità ed ardimento con cui sapremo interv,enire domani negli avveni– menti, che dipenderanno le possibilità realizzative del principi che ci stanno a cuore. A tal ·uopo, un gruppo di compagni si assunsero, -dopo il Convegno di SartrouvH!e, ·il compito di stu– diare dal nostro punto di ·vi>sta i principali problemi della rivoluzione italiana. Una prima parte di questi studi ,sono stati abbozzati in una dozzina di Rela- 1 zioni e spedite poi a quei gruppi di compagni già in relazione col gruppo iniziatore affinché le discu– tano ,:,, col concor,so della loro critica collaborativ,i possano venir modificate, corrette, ampliate e poi STUDI SOCIALI ricomposte in opuscolo e adibite alla propaganda. Il gruppo ritiene anche utile, -se possibile, che esse ven– gano pubblicate nelle colonne di ",Studi Sociali" e ne ringrazia anticipatamente la redazione. Sara un legame di pill negli sforzi per l'opera comune. P. FELCINO. \Parigi, 14-VII-936). Nota. - Alla redazione <li .questa riVista non son giunte le relazioni a cui quest'articolo si riferisce. Abbiamo ricevuto -solo l'elenco dei temi proposti, quasi tutti di vitale importanza. Alcuni di essi sa– ranno oggetto di studio in queste colonn-e. Pe.r6 trnt– tandosi di problem'; insurrezionali, credo che l'ela– borazione astratta d'un piano di lotta e di ricostru– zione si debba sospendere per il momento, per cer– car di trarre tutto il profitto possibile dall'esperienza spagnola, -che, qualunque sia il ,suo sbocco, darà al nostro ragionamento ben altre basi. I. f. Dopo Quattro iH.e~ì Quattro mesi densi d'azio11e, d'eroismo, di tragedia, d'esperienza. I quattro mesi più importanti della sto– ·ria mondiale dalla fine deila guerra. Il popolo s'é trasformato una volta di pili da vittima sem.ipas.siva in attore del gran dramma, in ,creatore di storia. L 1 eterno strumento agisce ora di propria iniziativa; l'energia latente e sfruttata si scatena, scuotendo il giogo. -Ci6 avviene di rado, ma quando avviene tutte le notizie che riempiono le prime pagine dei giornali - alleanze e conflitti diplomatici, convegni e trattati, <lis,corsi di ministri e cadute di ~inisteri - impallidiscono e perdono importanza. E' la vita che parla nel clamore delle folle, che vogliono con– qui stare l a loro libertà e 1~ -sanno pagare a prezzo di sang.ùe e di sacrifici. E dopo averla conquistata la. perdono, quando sorgono i .profittatori a incana– lare lo slancio generoso e a dirigerlo secondo gli interessi d'una nuova classe dominante, sorta 'Sulle rovine della. vecchia, intorno allo Stato recente, an– cora aurnolato dal favore popolare. Almeno finora é stato cosi. La Rivoluzione Francese/ la Rivoluzione Ru.ssa sono partite dal ,po polo, e il popolo han sa– crilicato all'autorità. stata.le. Cosi lo spirito immortale soggiace alle forme caduche, l'evoluzione dei- rapporti naturali all'artificio opuressore. Compito de~li anarchici é Hberare l'infinita e .spontanea varietà della vita. dall'uniformità schiac– ciante imposta dallo Stato per servire gl'interessi i:nateriali di pochi; é impedir,:, che lo slancio collet– tivo Yerso una societa migliore si trasformi in una leva per -collocare sul piedistallo del potere nuovi capi che, anche se animati dalle migliori int,enzioni, non farebbero che soffocare, coll'hnposizione di for– me rigide 1 la libera creazione popolare. L'opera co– struttiva degli anarchici é realista, appunto per,ché si basa non su un sistema, ma sulla liberta, e ri– spetta le necessita, i desideri, le caratteristic'he, non del popolo in astratto, ma degli abitanti concreti delle varie regioni del mondo, ammettendo la va• rieta nell'organizzazione, l'iniziativa individuale nella coordinazione degli sforzi. Alla luce di questi prin– cipi interessa esaminare la storia spagnola di questi quattro mesi e il contributo, innegabilmente fecondo e preponderante, che le hanno recatp gli anarchici. Non é ancora venuto il momento di fare bilanci. Per6, pur tra la confusione e il frammentarismo delle fonti, si cominciano a vedere chiaramente i principali ·fattori <lell'incandescente vita spagnola at– tuale e la loro linea di sviluppo. La societa é oggi terribilmente complicata, special– mente a ,causa della r.ete di rapporti economici in– ternazionali che fa si che la vita d'un abitante d'un {!Ualsiasi paese del mondo -sia legata a quella cli tutti i suoi simili, dai due poli all'Equatore. Que– st'immensa solidarieta nel lavoro, questa co·munione quotidiana degli uomini nell'atto con •Cuiportano alla bocca il loro pane, frutto del sudore di tutti, é una grandiosa promessa. di pace per l'avvenire. Ma oggi -questa rete <li pro·duzione e di scambio non é che un enorme polipo che imprigiona il mondo e ne succhia il sangue, a profitto delle minoranze che dominano nel cam1>0 della politica e del da– naro. Gli Stati nazionalisti e i .tr.ust internazionali costituiscono due sistemi paralleli che s'identificano a volte e collaborano sempre, nascendo senza posa elementi dell'uno da correlativi elementi dell'altro. Stando .cosi le cose. una rivoluzione su piano na– zionale non pu6 essere completa, a meno di non p1·ovocar.e 1 a breve -scadenza, dei movimenti rivoruM zionari negli altri paesi. Eppure la condizione prima della vittoria suile forze interne <li reazione é por• tare avanti 1 quanto pill sia possibile, l'opera di rico– struzione sociale rivoluzionaria. Da quest'esigenza, che non tutte le altre forze antifasciste hanno bene compresa, é stata g.uidata l'azione dei nostri com· pagni spagnoli. I limiti della loro realizzazione non coincidono naturalmente con ,quelli dei loro desideri, n1a sono determinati dal numero e dall'importanza delle difficoltà incontrate. Sulla base di questo cri– terio, che é l'unico giusto, si pu6 dire che i nostri com pagni h an fatto tutto quel che potevano e dove– vano fa.re e che la lòro orientazione é stata fin dal primo m-0mento la migliore, non solo <lal punto di vista dei loro principi, ma anche da {!Uello della convenienza pratica. Nelle giornate epiche di luglio, in Catalogna, che han fatto gli uomini della F.A.I. e cl.ella C.N.T., n1entre il governo mancava di .qualsiasi forza amM ministrati va e repressiva? Anzi tutto, senza pensare a ripi.cchi e a prestigio di partito, -han ver.sato il loro sangue con una generosita senza esempio. Po· chi giorni dopo il tentato colpo di mano fascista, 13.000 uomini delle due organizzazioni nostre parti– vano pel fronte di Saragozza, mentre tutti gli altri pa1~titi di sinistra, in unione .con le forze del go– verno, con la guardia civile e la polizia non pote– rono metterne insieme che 9.000. Malgrado questa preponderanza di forze armate, l'anarchismo e l'a– narco.,sindacalismo di Catalogna non hanno pensato neppure a imporre la loro dittatura, come avrebbe fatto certamente qualunque altro partito. Non han cercato posti di governo 1 contentandosi' d'esigere dal mondo ufficiale il rispetto e il riconoscimento di quanto il popolo stava creando. L'opera loro s'é svolta alle fonti stesse della ricchezza e della vita, nelle fab bric he, nelle stazioni, nelle centrali tele– foniche, s.ui vapori e nei campi. La loro educazione federalista e d antidogmatica ha permesso loro un'a– gilità ed un'aderenza alle caratteristiche delle di– verse situazioni, che sole potevan -salvare la rivo~ luzione in momenti e-osi delicati. L'esperienza di questi mesi ci dimostra c1ie quel che si crea si .crea alla base e non da un mini– stero. Ma sopratutto ci dimostra -che, nella rico– struzione economica, la libera sperimentazione é pill realista che il programma rigido, appnnto perché l'immensa complicazione della vita moderna fa sor• gere ad ogni passo difficoltà insospettate che pos– •sono far crollare il piano più perfetto e sono invece sormontate facilmente da un -sistema d'economia fle-ssibile (-come la chiama Angel Osso rio). L'im– portante é che la varietà delle forme vada accom– pagnata da una cordiale ,coordinazione. Pu6 sembrar strano l'aggettivo, ,quando si tratta di rapporti eco– nomici, che si é abituati a giudicare con criteri matematici. Pure mai come in questo mom.ento sono stati evidenti i vincoli tra la vita economica e la vita morale. Nella vita industriale, fin dal primo momento la socializzazione si fece dove .era possibile e conve– niente (come per esempio nell'estesa e complessa industria tessile), non per ordine di nessun ,comi– tato centrale, ma per risoluzione degli operai delle varie aziende. Dove non fu possibile -socializzare, ci si content6 d,:,l controllo, specialmente nelle imprese con capitale straniero. I comitati che sono sorti in tutti i rami dell'industria hanno un compito di coor• dinazione, d'informazione e di statistica. L'antidogmatismo anarchico ha reso possibile la collabo.ra.zione della. C.N.T. e della F.A.I. -con tutte le altre forze di sinistra in seno a ,questi organismi, come nel Consiglio economico e nel Comitato delle milizie, dove i nostri compagni sono stati una ga– ranzia di organizzazione e di antiautoritarismo. In– dubbiamente l'autonomia individuale e di gruppo non sarà sempre stata perfetta; ma niente c'é di per– fetto a questo mondo. E meno possiam chiedere la perfezione in m·ezzo alla violenza scatenata della guerra. Quel che importa é che si sia sulla buona strada. per raggiungerla. In campagna, dove le relazioni economiche pos– sono essere ben pill elastiche che nel mondo indn· striale, il rispetto verso la volontà. dei produttori e la libera sperimentazione a.elle idee é più -completo ancora. Molti piccoli paesi che hanno coll'esterno dei rapporti d'intercambio molto semplici, hanno potuto abolire, nella loro vita interna, la moneta. ("Qui nessuno si fa pagare PBr il suo lavoro" proclan~ano -con un entusiasmo ingenuo, ma pro• fonda.mente vitale, i contadini di Maella). Le too– perative, le grandi pro-prieta socializzate, la pic– •Cola proprieta, le associazioni di fan1iglie in re– gime di semicomunité.. di beni, convivono e manten– gono relazioni di buonissima vicinanza. Produrre, non sfruttare, non esser•e sfruttati, coordinare il lavoro di tutti sulla base delle necessità (stabilite da statistiche a cui tutti collaborano), ecco l'ideale a cui si tende, attraverso mille difficoltà. L'elemento coordinatore é dato generalmente dalle organizza– zioni sindacali. Interes-santi, a ·questo proposito 1 le risoluzioni del Congresso dei Contadini della C.N.T., tenutosi in settembre, coll'intervento di 600 delegati dei contadini catalani. Queste risoluzioni si possono riassumere cosi: 1. 0 ) Cultura collettiva della terra espropriata in ,seguito al movimento fascista; appli– cazione, nella misura <lei possibil6, dei sistemi mo• clerni di sfruttamento della terra. 2. 0 ) Rispetto d·ella piccola pro-prieta, quando il padrone non si serva 3 di mano d'qpera salariata. 3. 0 ) Propaganda del -si– stema di socializzazione per mezzo dell',esempio dei risultati ottenuti. 4. 0 ) Attribuzione ai sindacati dell\l funzione d'amministrare la produzione -socializzata e di conti'ollare quella privata. -5. 0 ) Equilibrio della mano d'opera nelle diverse localit3., per mezzo delle relazioni inter'sindacali. 6. 0 ) Facoltà lasciata agli ex– mezzadri di scegliere provvisoriamente fra i,l regime di piccola azienda e la socializzazione. 7. 0 ) L'uso della moneta e il sistema di rimunerazione lasciati alla libera decisione d ei singo li nuclei abitati. 8. 0 ) Il prezzo dei prodotti fis-sa.to dal Consiglio d'econo– mia finché durino le circostanze attuali. Dello stesso -spirito sono impregnati i quindid .punti dell'accordo fra la C.N.T. e la U.G.T. (firmato anche dal rap– presentante della F.A.I. e del Partito Socialista Uni– ficato di Catalogna), eonclus6 il 22 de ottobre p.p. Il delicato pioblema del capitale straniero, spe– cialmente nei servizi pubblici, la cui socializzazion.e s'é imposta fin dalle giornate di luglio, per la -fugn degli amministratori e la necessità' imperiosa di continuare il lavoro, si •Sta risolvendo per òpera dei sindacati. Gli operai hanno vegliato fin dal primo giorno alla •conservazione degli archivi. Ed é cosi che, per esempio, il j(Sindicato ùnico regional de Luz y Fuerza" della C.N.T. in Catalogna (gaz ed elettricità), ha potuto presentare una relazione per– fettamente documentata sui rapporti fra la ".Sofina" (Societa finanziaria di Trasporti e imprese indu– striali che controlla un gran numero d'imprese in Argentina, Messico, Belgio, Portogallo, Italia, Fran– cia, Germania, Inghilterra, Africa, Canada, Ungheria, ecc.), e la societa anonima spagnola "Riegos y Fuer– zas del Ebro", determinando l'ammontare del capi– tale straniero legalmente invertito, che san\ rimbor· sato. La serieta di cui gli operai danno prova in Que– st'o-pera di trasformazione 1 se non é accompagnata dalla pratica degli amministra.tori professionali, é per6 completata -da un entusiasmo ,e da uno spirito di c;acrificio, che compensa molte deficenze inerenti alla forzàta improvvisazione. La guerra impone le sue leggi di ferro, che non si -conci1iano con un miglioramento rapido delle condizioni economiche. Le consegne della C.N.T., enunciate da Torhyo alla Gioventù Libertaria il 18 ottobre/ sono: "Conservare l'Unita rivoluzionaria ad ogni costo. Lavorare in– •tensamenii.e, otto, dieci, dodici ore, dove sia neces– sario. Predicare con l'esempio". Nessuna promèssa demagogica esce dalla bocca clei nostri propagan– ~<Iisti. E i lavoratori li ,seguono, perché sanno che, in caso di vittoria, il fr,utto del loro sforzo: il 1:iane e la libertà, non sfuggirà questa volta dalle loro mani. E' interessante osservare i manifesti sindacali, -cosi diversi da quelli anteriori alla l'ivoluzione e da quelli dei sindacati degli altri paesi. I problemi tec– nici vi sono trattati; istruzioni vi sono date agli operai sulle precauzioni da prendere_ per ridurre al minimo i guasti delle macchine e per migliorare la ,produzione. Il Bollettino de!la C.N.T. e della F.A.I. porta ai -contadini delle località più anetra.t·e dei consigli sulla coltivazione delle viti e degli ulivi. Macchine agricole cominciano ad arrivare nei pae– sini che .strappavano ancora 'il suo frutto ·alla terra coi sistemi primitivi in uso molti secoli fa. Di fronte a questo slancio ùi tutto un p6polo verso un 1nondo migliore, si pensa alle meraviglie che si potrebbero · compiere, se il cannone fascista non tuonasse cosi vicino a questo germogliare di vita, imprigionato e semisoffocato dal cerchio d'odio ehe il capitalismo mondiale cerca di !Stringergli intorno. In queste con• dizioni difficili, gli errori e le rettificazioni sono inevitabili ed i critici malevoli hanno buon gioco. Ma, in mezzo a tante e cosi terribili <lifficolta, tro– vandosi fra le mani un mondo in rovina, chi avrebbe potuto fare di più, o anche solo altrettanto? Il senso pratico e la tolleranza degli OJ.)erai (e la tolleranza non pu6 esser data a.Ile grandi masse da un superiore senso politico/ ma solo da ul1a lunga educazione del sentimento di libertà) lrnn fatto si che i tecnici rimanessero quasi tutti al loro posto di lavoro, schierandosi dalla parte del popolo, contro i comuni sfruttatori. Conservato per il -momento il sistema monetario •Come mezzo di scambio, s'é dovuto discutere il pro– blema del -salario. Il criterio -che sembra 1wevalere é quello del salario familiare, cioé pro1,orzionale ai numero dei membri di ciascuna famiglia. Se valesse ancora la pena d'indignarsi, -ci sarebbe da n1ggire di rabbia, vedené!o come coloro che stan~ no incendiando lVIadrid ,coll'8.iuto degli aereoplani i• taliani e tedeschi, accusano <l'avversione alla cultura questo povero ed eroico Ì>opolo spagnolo, che, nei villaggi sperduii fra le montagne o nelle pianure desolate dal latifondo, ha espropriato le viìle più luss:uose dei fas-cisti in fuga, per tra,aformarle in scuole. Un'ansia di cultura libera solleva queste cam– pagne abitate da tanti analfabeti, quegli stessi anal– fabeti che a volte si sono geHati nelle chiese in fiamme, per salvare oggetti che poteVano av-ere qualche valore artistico. Una commovente })reoccu– pazione di salvare l'infanzia non solo dai pericoli. ma anche dallo spettacolo della guerra, lla indotto gli abitanti dei paesi vicini al fronte acl affidare i loro bimbi alle organizzazioni operaie, -che li hanno trasp01~tati ai paèsini della costa •Catalana, dove sono stati accolti' da tutto il popolo con affetto solidale "Ohe il nostro odio non arrivi a deformar]i. Col no• stro sacrificio noi prepariamo per loro un 1nondo senza violenza". Questo dicono i militi della liberta. Utopia? Pu6 darsi. Mai la violenza é stata feroce come adesso. Ma, nella s,torìa, solo utopie come que– sta hanno avuto la forza di 1nuovere le n1ontagne. La Scuola Nuova Unificata 1 sorta per iniziativa dei nostri compagni ed appoggiata. dalla C.N.T. e r1alla.

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