Studi Sociali - VII - n. 4 serie II - 20 novembre 1936

2 STVDI SOCIALI -------,--- -------- --------'-- ·------- --------------------- Per gradi si, ma attraver.so una crescente li berta. Si fa quel che si pu6, tutto quel che si pu6: é abbastanza. Pericolo di deviazioni? Si, certamente. Camminando in terre ignote ci si pu6 facil– mente perdere. I nemici sono numero.si, dentro e fuori di noi. Gli uomi ni .sono d i carne e il vecchio mondo fa appello alle loro paS>3i,oniincoscientemente egoiste, co– me, secondo la febbricitante fantasia me~ di•evale la calamita immensa attirava 1 naviga~ti verso il fondo degli oceani. Le necessita della lotta son{} dure ed impe– riose; non sempre é facile misurare i li– miti dell'azione alla ,stregua: dei principi, quando agire é indispensabile e dall'opera che si svolge dipendon,o ad un tempo la vita giornaliera con le eue terribili esigenze pratiche e la vita futura ancora immaco– la:ta nella luce dell'ideale. Tutto questo pu6 produrre certamente delle deviazioni peri– colose. Ma é un pericolo che si deve affron– tare tutte le volte che si vuol far qualcosa. Nel non lasciar.si sopraffare e deformare dagl'inevita bili •er rori sta il trionfo. In ogni modo ogni giudizio ,sare·bbe ·ora prematuro. Chi no'!\, ha la fortuna di poter contribuire all'opera cosi bene iniziata non pu6 far altro che oonservare in se ,;tesso tutti i particolari di que-sta esperienza per trasformarli un giorno prossimo o lontano in azione. Da questo punto di vista anche i possibili errori sono fecondi. Chi pu6 di- . re quanta parte abbia nella rivoluzione spagnola. lo studio delle incertezze e delle imprevisioni che ci hanno portati alla scon– fitta in Italia? L'emozione che ci gonfia il èuore di fronte all'eroismo superbo dei nostri compagni (a Irun eran rimasti eoli, con i volontari stra– nieri; verso Sarag,o.zza sono corsi i primi; in tutti i fronti sono all'avanguardia), J'.en– tusiasmo che ci cresce dentro assistendo al 1oro lavoro creatore non han niente a che fare con La stupido orgoglio di partito che tanto male ha fatto ai movimenti proletari delle dive:rse tendenze. E' piuttosto un'inti– ma soddi,sfazione che ci viene dal fatto di veder confermata la rispondenza epontanea fra le nostre idee e gli interessi e l·e se-· grete as.pirazi,oni del ·popolo. Noi lo sape~ vamo, ma eravamo i soli a .saperlo. I fatti lo confermano. D'altra parte se i nostri compagni hari dato prova di moito tatto, di toneran.za ; di sacrificio delle proprie ambizi oni' perso nali e .di ..partito di fronte alle esigenze della causa antifa.scieta, ci6 non dev'essere co– ,stato loro molto, perché tutto il pensiero anarchico non é se non un'educazione con– tinua al rispetto verso la personalita ,e l'a~ zione altrui. . . Mentre la liberta nuova n·asce in Spagna, muore fuori di Spagna il liberalismo·. L'In– ghilterra, con ipocrisia hitleriana, finge di co11si'derare comunista il rappresentante del governo spagnolo, Marcellino Domingo, per chiudergli le porte in faccia contro la legge e contro la "tradizionale cortesia britanni– ca". La cosidetta neutralita, iniziativa del governo frances,e del Fronte Pop·o•lare, é una .sfacciata violazione del _dirit,to inter– nazi011ale, violazione che nessun g.ové·no "di sinistra" s'azzarderebbe a proporre ,se· fosse diretta, invece che contro un popolo, .contro uno stato fascista. Basta che, appli– cando· questa ste•ssa neutralita, l'equipaggio d'un vapore si neghi ad imbarcar·e armi per i militari in rivolta, perché i suddetti ma-· rinai siano considerati come degli appestati dalle autorita dei paesi che to·ccano nel loro viaggio. La timida resistenza che il liberalismo e la. democrazia cli stato sembravano· opporre ancora alla barbarie, sta ormai finendo. "Hanno un sol campo i popoli, hanno un sol campo i re" cantava Mameli, l'eroe gen– tile che mori combatt~ndo per la liberta 01· é gia quasi un secolo. I re han lasciato quasi dapertutto il posto alle repubbliche, ma la realta é la stessa. La bandiera della liberta é caduta dalle mani ch',erano indegne di portarla. Il pro- letariato di ,Spagna la raccoglie, la fa .sua, la fa .nuova. E' la bandiera di domani. Bisogna che oggi trionfi. Per quel che s'é gia fatto, per l'opera immen,sa che c'é ancora da fare, per tutto il sangue g•eneroso che non pu6 essere stato versato invano, bisogna che tri,onfi. . LUCE FABBRI. Problemi della Rivolu– zione Italiana DIRETTIVE Nel precedente studio sui Problemi abbiamo am– messe quattro probabiliti di indirizzo della rivolu• zi-one e ·Cioé: o che -saremo noi anarchici a n1odel– larne le linee funzionali; o Sara il partito bolscevico o l'insiem·e dei partiti marxisti a imporre la sua o !,i loro dittatura; oppure che le circostanze determi- 1 nPranno nella lotta una situazione di equilibrio di forze delle varie correnti <la render possibile il fun– zionamento di un'organismo statale a diremo cosi debole potenziale coercitivo e ampio respiro di giu– stizia e di libert::i; oppure che si realizzera il rag– gruppa1neuto per correnti. politiche ciascuna su detel'– minate province o regioni per un tentativo da parte i di ciascuna d'esse d'esperimento sepa,rato dei propri , c0ncetti di vita sociale. E'. pacifico che se saremo noi a modellare queste linee esse sa.ranno di eguaglianza e di liberta spinte a! limite del possibile, Vale a dh·e della ripartizione egualitaria d! quanto in ogni· epoca - e più con– cretamente og,ni anno, ..dato che i calcoli di proùu– zio-ne e di ritian:tizione saranno annuali - lo svi– luppo della tecnica produttiva con annessi e con– nessi permetteranno di p.rodurre e di costruire; men– tre la liherti non avri alt1·0 limite che la liberti altrui e le esigenze della produzione. Tuttavia un problema che direi connesso si é da tunpo preseutato e ,sta davanti a noi per la sua soluzione: quello della liberti da permettere a que– gli aggruppamenti c·4-e, pa,.rtigiani in buona o 1nala fede dello Stato autoritario e dittatoriale, abb1:acce• rehbero per cosi dire la .Ìiberti al fine di strango– laria. E' noto che intorno a questo problema, nelle no– stre file Ie opinioni sono un po' confuse e di-scor– danti. E eredo che tale disco.rdanza fo molto ben marcata dalla cortese ma serrata polemica Levai• l 1 'a bbrf, che la morte -di Luigi ha Stroncato, n1entre gli sviluppi avrebbero potuto tanto contribuire a il– luminare e forse risolvere il p.roblema. :Personahnente penso che Luigi avesse mille e una. ragione sostenendo il principio del diritto per tutti, in regitne comunista libertario, alla libertà sperilnen– tale dei propri c·oncetti tli vita sociale; vale a dire d! costituirsi in gruppi cooperativi cli produzione e d: ripartizione e di praticare norme di vita sociale rispecchianti determinati principi "politici" E ag-. giunger◊ .anzi che ll'?'Il ,solo concordo nel Concetto che tale liberta costituirebbe una delle ffiaggim:i sor– genti di sviluppo nel campo della tecnica prodnttiva ed amministrativa e il migli?r mezzo di convalidu– zi-one del valore pratico delle teorie politico-sociali, ma costituirà, anche, il più valido baluardo, la mag– gior garanzia contro il formarsi e l'imporsi di un potere auto-ritario e dittatoriale; mentre. che il con– trario, la negazione cioé di tale diritto, oltre che essere la negazione dei principi libertari, finirebbe per operare a più o meno breve scadenza a. van– taggio dei principi di autorità, In realta la pratica del principio di libera orga– nizzazione sperimentale comporta non timori ine– re.nti a garanzie di liberta, ma piuttosto a danni per dispersione nel campo dell'economia, per cui noi dobbiamo preconizzarne lo sviluppo applicativo gra– duale, mano a mano elle la Rivoluzione, vinti e di– sarmati i suoi più veri nemici - Je classi spo~le· state - sara sempre maggiormente in grado di riat– tivare gli apparati di produzione, di ripartizione e ct't scambio ,su base razionale e di soddisfare i bi· S•c-gni della comunita nazionale. Ma il problema della. libertà sperimentale presenta anche altri riflessi. Si pensi, per esempio, alle dif– ferenze d:interpretazione, non dei principi fondamen– tali dell'anarchismo ma. delle sue forme applicative e di sviluppo esistenti nello ,stesso campo nostro, e si rifletta a cosa si andrebbe incontro se una di queste interpretazioni si arrogasse - assurdo degli a-:ssurdi - il diritto di dettar norme alle altre. E d'altra parte come potremmo reclama,r noi di fronte agi( aitri un diritto elle noi ad essi neghiamo? No! l'anarchismo, nella .sua interpretazione comu– nista ha, nel concetto tondamentale 'della! liberti sperimentale tutte le possibilita, oserei dire la cer– tezza, pur che gli anarchici operino oggi con perse– veranza ed intelligenza e agiscano domani al pro– dursi degli avvenimenti decisivi con prontezza ed audacia, di aver ragione dei pericoli di -autorità e a, dittatura. La distruzione rivoluzionaria, totale del privilegio economico e <lell'appa,rato coercitivo-statale che 10 garantisce, il passaggio degli organi di produzione, cU ripartizione e di scambio in conduzione diretta a.ne libere associazioni di produttori-consumatori rag– gruppati nel Comune e nella federazio11e dei Comuni rappresenta la pili concreta armonizzazione degli iu– t~vess.i e delle asDirazioni delle grandi masse, as– somma ili una sintesi magnifica, insuperabile le teo– rie e i ~rogrammi d.i tutte- le correnti politico-sociaH aYVeniristiche e ne costituisce la possibilitéi, la g~t– runzia ma,ssima di più i.mmediata e integrale appU• cazione. In. altri termini come il socialismo contiene e completa la repubblica,. l'anarchismo contiene ecI tn· ~egra il socialismo. E ci6, é si vero che qualunque repubblicano .e socialista - nelle varie sfumature - che -si risp'etti e clre· tton sfa:. u:n: autentico fa:rra:– tico, ammette1:a volontie.ri che qu:aile teoria l'a:.rrar– chia campeggia sulle vette della perfezione, pur af– frettandosi ad aggiungere che appunto p·e·r ci<J., a: causa cioé dell'enorme distacco esistente fra quest'i– deaie di perfezione ed il deficente g'rado di svi– luppo morale degli uomini d'oggi e del lento ritm0 dell'evoluzione in questo. campo, l'anarchfamo, é inat– tuabiJe oggi e lo sani ancora per moiti •secoli. .. Naturalmente nni. contestiamo che le, po:ssib!Iita: reaiizzative e funzionali ,di un regime ·comunista li– bertario siano subo.rdinate all'esistenza di uno Stato di perfezionamento morale degl'individui, cosi come· ci siamo sempre rif.iuta-tf d•i subordinarlo a condi– zioni di ·sviluppo del sistema capitalista .. Il comu~ nismo libertario - eh~ non ha nulla a vedere col ... regno dei ci,eH - sii nealiZzera facil1uente,. dmm:ani,. quando le grandi masse lavoratrici av,ranno potuto rAndersi conto, attr_averso la maggiore conoscenza dej principi teorici e la loro rapi'da applicazione pra– tica nell'infuocato periodo insurrezionale, che non sjgnifica· altro che la messa in comune di quanto Je libere associazioni di produ.ttori, con L'ausilio della -scienza e della tecnica· rinsciranno a prod1wra e ço– struire. E non sara poco, e sarà ,sempre. in m.aggjor quantitti., e con sempre minor di~penclio, di energie 'e <li tempo. Purtroppo oggi qu :es.te masse hanno. dell'runaTchi• smo il falso concetto che gli schiavisti e gli auto– •ritari di tutti i paesi -si sono sforzati a:. inculcargli: negazione cioé <l'ogni principio di morale, d'ogni sc,nso del dovere ·e della! aofildarieti sociale, d 'og.ni principio di organizzazione, di coordinazione -e cli u– bor-dinazione dell'interesse individuale a quello co– mune; quanto dire l'opposto della realti. Tuttavia i cervelli, sotto il m:artella:m:e,nto, della pro.paganda e dell'esempio, mercé l'ausilio di circostanze e di aYvenimenti, vanno, ·sn-eb.bi: indosi e s,i fa strada una luce di verita, Ed é ugualmente. fal:sa la pretesa di tallllli per cui es-se mas·se sare.bbero· refrattarie, ostili all'appli– cazione dei principi di ug,uglianza e di libertA, verso i ,quali, al contrario, sono istintivamente sempre mag– giormente attratte. Può tutt'al più dirsi che nello siancio sono ritemrte •dagli effetti dell'aml>iente cor– ruttore che le circonda e -da un intimo senso di impotenza, di insufficienza, piuttosto presupposta e comunque dovuta ad una deficiente nozione -di ci6 che si tratta cli realizzare, per ·cm esse non doman– dano, CoP.1e cla taluni si pretende, gendarmi o dit– tatori che le inceppino, ma consiglieri che rischi':l.– rino loro gli obbiettivi e le guidino sulla ·strada delle realizzazioni. E dopo questa necessaria <Ligressione sull'anar– chia, ritorniamo all'esame della nostra posizione e dei nostri compiti di anarchici, di anarchici che a possibilit8. 1:ealizzative e a necessita di sforzi in tal senso credono. Oggi, di fronte all'imminenza e grandiosita degli avvenimenti é più che mai visi bile che i nostri sforzi santn tanto più fecondi di risultati quanto più, indulgendo su inevitabiJi di•ssensi di dettaglio. saprem-o a-ssommarli; anche perché i J "isulta.ti delle· lette di domani saranno in rapporto agli sforzi di lotta d'oggi, che dobbiamo menare su due fronti: centro_ la reazione statal-capitalista e gli errori e le deviazioni delle altre correnti politiche; e alla quale dobbia1no aggiungere un serio lavoro d'elaborazione

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