Studi Sociali - VII - n. 3 serie II - 15 agosto 1936

2 ùere la rivoluzione; ora si sente forte ed entra nelle vie della Iiberta. Conl'esso che, se •questo fosse vero, tutti potremmo ralle– •grnrcene. rn pu6 dal'si che, nel l'egno delle ,111opie sull<'oscienti, qualcuno cli noi l'abbia "inche spe1·ato. Date le basi lcol'iche che il -comunismo pone nel rampo economico, sa– l'Cbhe hello. eertan1ente, che la lotta per una societa migliul'e si potesst' c·onclurre in J{us– sia su un terl'eno più umano cli quello su cui d siamo trovati finora. Anche se la liberta non andasse piit oltre di quella ehe c-oncedono le meno rea;r,ionarie fra lr clemo– c-rnzie borghesi, in Russia ei sarebbe sem– pre il vantaggio cli trovarr 1111 ambiente gia pl'eparalo a ricevt're la nostra propa– ganda d'emancipazione economica. Le clas– si privilegiate che hanno sostituito il capi– lalismo sono ancor nuove. deboli e obhli– !!"ate a basare il loro privilegio sulla rnen– ~ogna, 1w1· non n1ettersi in C'Ontraddizione con la dotlrina ntficiale. Il'er6 quella stessa esperienia secolare che. unita all'intimo ~enso della dignità in·erente alla natura u– mana, c·i fa essrn• anarc-hiri. ri ha fatto I,revedel'c quello <·he in reali.a accade. Un •governo. pPr il semplice fatto d'esser tale. 11011limita mai 1·olontariamente i suoi po– tl'l"i. e, senza una poclrro~a spinta eia! ha. so. tPnde Jliit n•r,;o l'assolutismo !'hl' verso la Iiberta. li: tanto più questo avviene quando 1111 Le~i111e c· o1ni11r.ia c·on la dittaLura. La llussia e• hen lontana clall·esse1·p nn'C'cce– z:onC'. :--oi ita I ian i mc·no <l<'gl i a Itri ('i la– n·iamo prendere al miraggio delle ma~sime ;1 li isonant i e dei precetl i ginridic·i che fan– I10 bella lllostra cli s0 nc•IIP <·oslitn~ioni. .\hhiarn visto troppo eia virino il c-ontrnsto tra la Irghe e la pratic·a per ('nln ias1,1arC'1 ~11lla se1nplice base c1·una riforma costit11- :l.ionale. Noi sappiamo che dietro il poter<' .:ipparente dei vari consigli si nasconde la (Jòttalura reale d'un partito, dominato a sua 1·olla da una piccola cerchia di persone•. 'p S'l'L'III SOl'I.\LI ganizzazione cbe rende nperfluo il p;itere statale. La fuga cli Luigi XV[ a Varennes fece scoprire ai francesi che la monarchia era un'istituzione perfettamente inutile. Po– c·o tempo prima quasi nessueo pensava alla repubblica. 'Nelle vacanze della legalita il popclo prende coscienza cli se stesso. L'idea tl"una liberta più ampia e più sincera cli quella che e-i promettono tutti i giorni dai vari parlamenti é viva nella coscienza o 1:el subcosciente dell'uomo, sfinito dall'incubo •atroce della disoccupazione, della super– produzione, della guerra sempre imminen– tt. L'uman ita dovra rassegnarsi al suicidio o si alzerà con uno sforzo disperato pe1· 0 ridare '·Basta!•· ai trafficanti di sangue. E in quel momento si ricordera che tutti i governi. dalla clittatnra nera alla clemo– ci·azia, alla dittatura 1·ossa, sono stati com– \Jlici o incapaci. E avra fiducia solo in se stessa. Questo i,u6 avvenire o non avvenire. Di– rende da ciascuno di noi. Pero quello che é certo e che volevo dimostrare qui é che ii dilemma: dittatura fascista o dittatura rossa tanto caro a fascisti e comunisti, s'é diluito fino a cancellarsi, in questi ultimi tempi. Ili dilemma é un vecchio vizio logico del– rumanita. L'uomo pensa per dilemmi e su cl:lemmi cerca sempre cli basare la lotta in– C'essante C'ODcui fa la sua storia. E sia. Si combatte sempre per qualche cosa contro qualche altra che ne é o ne sembra l'anti– tesi. Ma le due strade che s'aprono dinanzi a nei in quest'ora terribile e decisiva non hanno nessun elemento in comune: ci a– spetta da un lato l'assolutismo fascista che 'annulla il pensiero e riduce gli uomini a macchine da I,woro e da guerra e dall'altro i: non-stato, l'autonomia, la libera coordi– nazioDe degli t'orzi. A tutti noi la scelta. l,U('I.\ FEHJURI. questo pa1-tito giudica conveniente. conH' e lo e tt x:onseguenza della sua politica. internal\io- ar a aneo,federalista PR 1(-), U-a~a-~· .• H-l .. 1-0· l-etil--i-Oi~dt-ùe-1--~cfeonttrraa-zfonc, ed umero precedèntel btra, eioé a c-oloro che. per la loro origine Primu di vcnil·e aii"ari:omen<o. e-redo necc~sarin e pe1· la. loro 1nentalilà aspirano a rista- api-ire una parPntesi thP riC'hinml alla mPnte del Jel- hilire i Vl'<·c·hi privilcl-\i, non é- affatto cli- loi-e la reciproc11poslaione delle due correnll rcpuh- sposto a cessare le sue persecuzioni 'vc1·so hlicane: QuPlla 1111it:1rla e q11rlhI l"Pder:,lista. hli avversari che vorrC'blJcro andare più a- T repuhhli<·c.llJi 1111ituri pospo11P.va110 ogni altl'o sro- vanti sulla via della rivoluzione. Tanto per Il" alla causa <1,•ll"i11dl1,cndenza nazionale d<•ll"llalia. questi ultimi nessuno cli coloro c·he la Uus- intesa rom" 1111i1,i amml11i~tn11iva.giudiziaria e poli- sia vnolc• ora p1·opiziarsi é clisposlo a com- tica sollo 1111 solo i:oH-•I·110. 1 rep11hhli<·1rnl l'edcralisli 11HH.1vcn;i. :\1rntrc si rf'slitui8t·r- il voto ai clavauo, l11vec:f'. tH·evalenlC' imporlaoza nl problema kulak Pcl ai sacerdoti. si getta in p1·il-\iOllt' ,lrlla llhPrt,, polill<-a. Gli unitari dirrida\"ano del J'rin- la vedova dell"ero~ poela l~rìf'k ~liib~a111. c1pi (NI ~rana. in ,.,TandC' parlr. r<'tmhhli<"ani più c·hP ,·itlin1a della ferocia nazista. Viclor ferg<'. llf'r amon• di rPpnhhli('a pere-tu_·. ,·t>dt•vano IH."'11<' 1110 . <·he CRC'(' ora dallC' strelloir holsrcvichr, 11P n;•rchiP dPl tc111rH1 li nrng-~iore oRtacolo :1ll'1111il:'t na- l)Hé> dire qualcosa. '.Vlc'11tr<' in 1 1 ,,ran<·ia i <·o- z~onal(>). 1ua f111·0110 <lisposli n collahoral'<i. col re di munisti, per ordine superiore, s'alleavano P:emonle o eol 11111111 qnanclo runo o !"altro I,arv<> <Oll Dalaclicr. la llussia consC'g-nava l'etrini disposto a<I i1111al:t.11rPUanllh•ra t1·indipo11d,•nza e di nil'rtaJia. ut;itù nnzlonali. Volt~vnno th(' rrtalia faCC'RSe da sé Il <1ilm11n1c.1 "llonta o ,'.\losf'a 11 rhe (; stato e clitridav..1110 <IC'lla l•'rnncia. I fC'dPraliHli rf'spin~C'- coi:;i di 1.nocla ccl indiC'ava solo il bisogno vano r,111eauza <·011 i Prineipi l' SJ)C'ravnno 11pl con- < he f'uman ità sente di soluzioni rad icali, se trihnlo l"ran,·Ps<'alla ,·lvolur.ionP italiana. t•nt. a~sul'Clo prhna. ha per-so quindi ora an- TI Catta1wo si llifft'n•11zia p;rnnclPmPnl(' dai 1·<'irnh- c·he la sua forza apparf'nt(•. Il partilo co- hlicani u11ilari. ma non si confondf' ron i fNIC'ralisti. 1uuni~la rientra nel-\li 01·ili dPmoc1·atic-i l' Y:ci110 al l•'enarl Iier le iclee polilirlw. da lui dls- POH si clisl111~ue più netta1ncntP da tutto il sente, sovC'11lt\ ('. tnlvolta. non mC'no 1u·oro11<1a111onlC' rnon(lo lihcrale pic-colo-horghPSP c-he dopo d1e dal ~lazzlni. li Nos<ro Phbe. quindi. :11whedal la gHP!Ta ha [alto fallimPnlo. LP nrnssc lato 1>olllito. 1111a posizione del tutto singolare. ~entono il hi~og110 di pane P di liherta: OC'C~OJ'l'(' distin~tll'l'(' due 1wriodi nrl fpd('rnlis1110 di') l'Nlono c·hc l'11nic-o c·amniino é- !"azioni' di- Callaneo: quPllo a11Ie,·Nl<'11le al !S4S ,. ri11<'llos<'• retla. 8(' il con11111is1110 ha rin1111riato a dc.1r g1!enlr. NC'I primo Pgli rimase_:,,fuori dal movimento loro quel la che sembnt1·a la '"sna" soluzione: cleii"1111itl\ m1zio11a1,,. 11011 peI· slm1rntia verso l'A118l1·l·1. rivoluzionP e diltalnra, 11ea11c·llc la clen10- ma pe,rdté 11011<TNh•vn ancora 11C'lla p0Hsihilit{1 <li CTazia. più o 111Pno sociale. C'he vuole dar u·1 moto lihPrn1orC' (' pPr('ht' difrillava d<•llc• !-1oluzi011i loro in l"ambio le contpnta pi(t. Oggi, rlopn acce11trnt1•l!"i. (ante espC'rienze, in 1111monclo di lotte ac- li ~l11nzo11i rirint<I di c·ontrilrnirr all·en•1.io11°d!'I canile, aperte o sotlcrranre. e-on la demo- 11101111me11to al C'a<tn1t<'o in lilano. dicendo che n- <·1·a: t.ia non Hi governa pili. L'ha visto Blunt Yrohh€."' soltos('ritto Holtanto sf' prima ~<;irossr ras:> t; l'hanuo visto i con111uisti in ]?rancia a! suolo· il mon1111tl'11to al Cavo11r: , 111l':-1to iu•n•J1,;,• quando g-li scicpe-ri (' lt' oc·c·upazioni <lclle .sarf'bhc stnta f' ontrnddi:t.ionP C'1·i~Pn\ 11n u101111111t•nto f,tbb•ric·he sono stati più forti di loro e clei al Catlane_o<he aveva avversala r11nit,1ilnli1111n. do loro ordini. Lo sta vedendo in c1uesto mo- I'" aver erello 11111rn1111menlo a C'arn111· eh,• ra\'c·vn mento il governo spagnolo, a cui il popolo. 1nopug11ata. armato contro il fasC'ismo, presta aiuto da Come !i spiei:ahlh• l"allei:giamento del Manzoni"/ potenza a potenza, co<;t1·ingenllolo a espii- Cost11i.11011 ,·onosc<'1ulo Il 1wnslero del <'nttanro. s·e- rare un'azione energica. hen lontana clal rn [ermato a i:i11dic·,11·e dai:li esteriori attei:i;iamenli temperamento e dalla mentalila dei suoi d! questi. prima dPl 1818 verso l".\ustria e ili <tUl'l· ce·omponenli. J I popolo si cli fende e scopre l'a11110 verso il .,,.., llbernto,·e··. 'i11 :e stesso nna [orza e una capacita. d',or- 'l'.1li altei:glamcnll Pn11I0di rrecI11e11lc paradossali. l~otsti il scguenLC' anneddolo. Alc1111i 1·etlttbhlicnni francesi. andati a ..\lil.1110 cl11- "·anle la dominazione nuHtrlaca, e trovu1trlo:.:i ,·1111 Cat• t;i1100. l\laC'stri C' Correnti. si mf'rnvifdiavano che la J~omhardia 11011 insor;;csst• t.· fact•vauo u110 sciah.u·• <1110di J)l'OlllOSS(' dief>11do: - Vt·1TP1110 noi a lil.>C'rar– '\il'llO. Cattaneo. irrilalo da C(ll('llC li!Hltnpana.lc, SC0})– ,Jli6 n dire: -l\la 11oi stiamo henlssi1110 t·o111cstiamo. Quesli ausLi-iad ci fanno il soldato; c·i guardano dni h,dri; ci fauno da giudice; ci riseuolono il· imposlt•; o 11011 abhiamo a far alLro che a gTnll:ird. con no– stro comodo. i t;og-lioni. Vi accorKPrPlt•. voi. q11a11tlu vi toccher{t di fare voialtri el todesch! In reall{1, il Calla neo l'l'a osf.i1issimo ;1 I regimP di– spotico e crntralista dcll'.-\nslrin. disn1-.... zza, 1 a i r,a– l! izt collahoratori cd ('l'a irriLalO clallo spadr:lnP,!.;"– glare del t'IL·.J"o. l\la pPnsnva l'lll' 111;1l1• 11011 minon• del dominio austriaco sarehbe staio <111rllo 11iemon– te,se. essenctl) 11uPlla monarchia dis1wlil'a ed f'Ssendo, In Piemonte ancor pili dominante il clero. più gravi i privile~i l'Pndali. assai mPno lilwri t' più lmrocra– tlzzatl gli ordinamenti am111!11islra1ivl. l~gli pensava, iummnw, chl• la Lomhardia, ])asi,;a1ulo dal dominio austriaco sotto lo scettro di Carlo ,\lhcrlo. 11011 a– vrehhe gm.1dag-11ato 11nlla iu fallo tli lihertà })Oliti– che e avrebbe penhtto 111olto clcllP proprio migliori i~liluzioui civili. Nell'estate dpl 1847. Cattaneo dit·t•va ad 1111 mode– rato ptemo11te~w. che cercava di a8KOclul'lo alla pro– J}agauda JlCI' 1111a guena. anliaustrincH sotto Jp han– cllere sabaude: "Prima fate la ri\·olnzione n casa vostru.. e non venite colla vostra corll• e coi voHtri <.onfessionnli a fal'ci cadC'I'(' n11con1 al di sotto df'lle tr:1'larug1te··. Per il Cattaneo un'indipendenza 11uzlonalc j,<lllu 'russa'' 11011 era da farsi. poich6 sa1·ehhC' str~tc, neces– sario il disfal'la da ca1>0. Maz:t.inl l'iHolvt•va il Jll'O· h!ema con la 1·ivoluzione popolare. che avrehiJe di· su·utto gli autichi regimi e avrebhe raccolta tulta la nazione nella guena antiaustriata, ma Cattaneo non aveva alcuna fiducia. allora. in c1uesta l)l'O)ll:1- gnnda insutTezionale. I suoi disegni erano analoghi n quelli tWOl}ugnati. fino allo SCOJlt)lo della guerra P1:ropea. dai federalisti dei paesi slavi e dai partiti socialisti dell'Austria-Ungheria. Cattaneo s1>eravache l'Impero degli Absburgo. sollo la pressione di tutti 1 -anoi popoli soggetti. si tJ"osfornrnsse 111 1mo Cede• rc:zlone di Stati liberi. uniti eia semplice unionC' p 0 r– so11alc nella casa regnante. C'iastun 1>opolo avl'ehhe avuto parlamento. amministrazione. finanza. scnolc. e~ercilo per proprio conto. In c1uesta l'ederazione, il Lombardo-Veneto avrebhe avulo. ess ndo moJto svi– lt.Jll}ato economicamente. una sicura p1·eponcleranza; fl nulla gli avrebbe impedito cli slaccarsi dalla fe– dPrazlone austriaca 1>er associar.si a <1uella itnliana. lluesta concezione politica Sllicga perché il CatlH– neo. prima ciel 1848. non abl>ia repugnato a qualche manifestazione cli lealismo di11astico. l\la. ~~ucldito ser– , ile non fu mai. Infatti nel 1835 fu ammonito; sol– ltlnto nel 1837 poterono usclrt>. e mulilalP, le Inter– dizioni israelitiche scrilt(• 11pl JS:{5: sra1·luta più \'Olle dal Governo fu la sua nomina a nwmhro deil'lsti lt·to Lomhardo di scienze. lrttere (\ti arti e•, infitw, blli primi del ·4, egli era p1·opnsto alla {l('porlazlont Le agitazioni del 1847 t' dui Jll'imi mesi <ll'I J84:-i purvero al Cattaneo Cuvor(•voli alla n• alizza:t.io1 1u- lll'I suo programma fC'deralisLa. L'Austria IH'HSava altraversanclo una grandi? t-risi [tnanziaria, ha lnlP– rrsse ad avere amit-a lu ritta Lomharclia. e IP ,·on culerù le franchigie. Alla notizia della rirolnzionC' di ViNrna, 17 n1a1·– Z(• .1848. gli pan f.:> ghrnla l'ora d'Iniziare 1H 1,1·~,pu– ganda delJe proprie idet•. ~l'I prog-ramma dt•I Cisal– pino, che si proponeva di far uscire JJ giorno d>JH>. sc1·iveva: "Og11u110 nhhia th1 ora in poi la sua lingua e SPcondo la lingua ahhl;t la SU.I ha1H.liPra, llhbia la sua milizia ... Queste• patrie. tullP llhPrP, tutlp ar 11iale, POS!:10110viver(• l'uua aeeantn all'altra. Sl'lll.a IIIIOCt'l'Si. Sf'll:t.;\ im1,c•tlirsi''. ,,: ciUH·a l'eS('lll(liO <ll'lla Sri:t.z()J'a e del Helg-io. "Non si \'l'clono nella Hvlz:t.era P 11PI Ht'lg-io <li· Yt 1 l'SP lingut• esistere .!>it'n:t.aodii. iH una sola 1.>ro– , inl'tu. ili liii 801 ('HIIIOIH:•'!Non giù (•hp (IIIE'Slo aSKO· l'inrsi. in qualunque 010<10 t'l1c i tc•mpi ,·olf'Ssf'ro .~ dispone 'Sf'ro, debba llividC'rtl dn chi ntù C'i snml– g-lla. ma diremo dlP il 1<'1111>0 potrà i11du1TC"1wc·ifi che P ,·oloutariP eomhinazin11i che r<'1Hlu110più -8f'lll plit·I lP c·ose e J)iù conformi ._,Ile ])rCJ)araziont e ai dt•en'li dclii., natura" (S. P. K f. J24-L~!;). Catlauco non nutriva afratto <Jt1C'l111 C'hl' Viro dlia ma boria delle nazioni, l'IH• Sf\l')lC'g-gla invece IU:'g"li st-rltll del ì\1azzlni. e vedeva con chiarezia l'imprPs.1 <·01111111<' dell'urnaniUi. Questa visione europea, cosmo- 1>ollta Hnzi. J)Oichl• egli respinge o demolisce la teo-

RkJQdWJsaXNoZXIy