Studi Sociali - VII - n. 3 serie II - 15 agosto 1936

ANNO VII :VIO:s!TEVIDEO 15 AGOSTO 1936 S·ERIE Il. N ' 3 • •• • RIVISTA DI llB[RO [SAM[ ABBO~AJIE~'rI: Per Yentiquattro numeri Per dodici numeri $ 2.– ,, 1.25 (All'estero lo stesso µrezzo, equivalente in mone– ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO Una r1ra11 11cc i11Spagna. Le d11r strade - La 111ortr1/'1111 dilr111111a (I.\ FERRAR!). Carlo Cattaneo. f,·deralista (-C. BERSERI) Lettere di L11igi Fabbri. Un ospite - [ rii•olu::ionari cd il parla111r11to (LIBEROHATTISTELLI). Srriflori libertari. Rafacl Narrc/1 ( \·1Rc1uo ll(lTTERO). L11iyi Pérc::; ( LA REo.,zro:-iE). Tra le rh•istc r i giornali (Lux). Una gran luce inSpagna Mentre "Studi Sociali" entra in tipografia, i nostri 'Compagni combattono in Spagna; combattono con tutte le forze dell'anima e del corpo in tensione verso un unico fine: la sconfitta del fascismo, il trionfo ...della liherta. ~-ins.i.emp_j\lle ...notizie dolorose delle stragi, alle notizie emozionanti di eroismi so– v1 umAi ci arrivano i primi, incerti indizi del sor– gere, tra il sangue e il sacrificio, di qualcosa che corrisponde (non sappiamo fino a che punto) a quello che sempre abbiamo sognato. 11 proletariato spagnolo vincerai, perché si batte per il suo pane, che é vita e per la sua liberta, che é pure vita; si batte per difendere ci6 che ha, ma, arsai pii.i. per salvaguardare le sue conquiste future. E, difendendosi, crea. Questa guerra parado~sale, contro un colpo di Stato, in apparente difesa della legge, é, in realta, una rivoluzione. E, se anche que– sto movimento epico fosse vinto, se prevalessero an- cra una volta le forze dell'oro e dei trafficanti di angue umano, la resistenza al fascismo del proleta– riato spagnolo avrebbe un valore incalcolabile, per– ché segna la ripresa, in Europa, dell'avanzata inter– rotta dalla marcia su Roma. La pagina scritta dal pcpolo austriaco nelle giornate di Vienna fu certo r.,agnifica e fece rinascere la nostra fiducia nella combattivita del proletariato. Peré allora non si free che difendere accanitamente le posizioni gicl conquistate. Oggi le organizzazioni operaie spagnole dicono al mondo che non ci si difende se non avan– zando. Solo una societa in pieno movimento creativo .pué avere la v1talita necessaria per resistere al tremendo peso morto della reazione capitalista e conservatrice che minaccia schiacciarci. La Rivolu– zione Francese cre6 un mondo nuovo col territorio nazionale invaso, in mezzo a pericoli interni ed e– sterni d'ogni genere. Eppure vinse perché portava il'i sé l'avvenire. Fu vinta solo quando il fervore c1·eativo cess6 e dal suo stesso seno sorsero i cat– tivi pastori che falsarono la nuova parola trasfor– mandola in un dogma vuoto di senso vitale. Non é questo il momento di guardare la situazione di Spagna ccn occhio critico. E' il momento dell.a. µassione, dell'entusiasmo. Le notizie sono ancora confuse, contrad-itorie; non lasciano il tempo di ri– flettere, cambiando da un'ora all'altra il pessimismo i:1 ottimismo, il timore in speranza. Solo una cosa si può dire. Qualunque sia. il risultato della lotta titanica, la marcia in avanti ha ripreso, con i nostri fratelli sr.iagnoli alla testa. L'importanza materiale di 1 questo fatto pu6 essere grande o piccola a se– conda delle circostanze. Il suo significato morale é enorme. PP,r la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUCE 1''.lHHIU, ril'ist11 "Studi Sociali'' C11silln1le Correo 141 :UO~TEVIDEO (Uruguay) ---------·-·--------------.,._.---._,,._,,._ . ... .. ,, _._ .... _._. _ __ ___ ______ _ EJido 1412 Redactor l'esponsable HOMERO AMOROSO Montevideo LE DUE STRADE 'La morte d'un dilemma Due stl'ade: una conduce a Roma e !'al-– tra a Mosca. Molti di coloro che, a destra o a sinistra, si sentono "all'altezza dei tt'mpi", non ne vedono altre. Cosi tutta la complicazione della vita attuale svanisce per ridursi a due linee l'ette, divergenti al– l'infinito. Solo che a volte, per un'illu. ,-:ie ottica molto comune, linee che sembrafio divergenti sono in J'ealta parallele. Quello che sembrava semplice si st,a imbl'ogliandu sempre più e la gente co nincia ad ccor– gersene e a diffidal'e. La debolezza intl'inseC'a del sis ema psen– clo-democratico, C'he, sino alla guerra, e1~a 1; rso ai più un tollernbile modus vivendi fra le varie forze, e che, dopo la catastrofe, ha rivelato sempre più chiaro il suo carat– tcre plutocratico (obbligando la plntocl'a– zia a C"ercal'si un'all!'a maschera. più sicura, anche se pi11trasparente) ha prodotto nelle Jnasse il desiderio imperioso d'un punto ([·appoggio più solido. Dalla guerra e rinato i! culto apel'to della forza brntale, se11za cc,ntrollo. Vincere ad ogni costo; dominare ad ,ogni eoslo; uscii'<' a qualull'que prezzo dall'incertezza. Il (•ullo di Mosca, come in alcuni quello di lloma, r- sorto dallo Htcsso biscgno d'abbandono e di sirul'ezza da cui e sorto il dogma delle varie C'hiese: il Ili- - sogno di 11011 pen. are, cli vedere chiare, sen– za sforzo. l<' due strade, quella di Dio e quella del Diavolo. Parlo, s'intende, clellr persone in lrnona fede, quella buona fede !'elativa e inquinata incoscientemente dal– \'interesse c-lw si JHHi attribuire all'ingrosso alle grandi masse. :VIa quel la distinzione, <·he sembrava C'o~f c.hiara, era. in realta un inganno. Riposava 110n su una ro11trapposizioue politi<'a co111- pleta (e nella parola politica com})l'Ull!lo per brevita tnllo c-i6 C'he si riferisce alle re– lazioni fra gli uomini nella lor-a vita so– ciale) ma solo s11un fallo econorni~·o. Dif– ferenza c'era, e c'é certamente, ma non cosi radicale da slabilirn l'antitesi. Dall'un la' o e dall'altro, dell'ipotetico abisso, la dii la– tura cli clas,-;e, la divinizzazione dello Slalo, la. btu'ocrazia dai mille tentacoli. J)illatma ciel proletàriato, dittatura del capitalismo. Che entusiasm.i ha sollevati questa contrap– posizione fra quelli C'he non arrivano " placare la fame, ma sentono l'orgoglio d'ap– partenere, grazie alla tatica quotidiana, alla grande famiglia proletaria! Troppe volte ,·, stata fatta la critica di quest'illusione pc1· impiegarvi qui tempo, e spazio. Lo stato non é conseguenza di1·etta cl<'I privilegio economico, opu6 non esserlo. :\.la una volta -sorto, genera intorno a sé la e-lasse privilegiala, più o meno ridotta, più o meno mascherata, <' ne é a sua volta so– ~tenuto. La cosidetta dittatura del proleta– riato sbocca in un capitalismo di i:-tato che non é diametralmente opposto allo Stato capitalista. Queste cose son tutt'altro che nuove e si fa una certa fatica a ripeterle. Pure é stato necessario insistervi, perché gli sfruttati, confondendo il principio eterno RIVENDITA: Per og·ni copia $ o.o.; (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) lmp. CLARIDAD - l'laza l.ihertacl 1137 della liberta, motore immanente di tutta la storia umana, con l'ipocl'ita e vec~hio libe– rali~mo borghese, fenomeno contingente d'un solo periodo, tendevano ad abbando– narlo fra i rottami del passato, volgendo ~Ii ccc:hi ai si·3temi della forza dittatoria le che sembravano più spicci e più chiari. Era nerci::sari:J insistervi perché l'errore di cre– dere che l'emancipazione economica sia possibile senza la liberta politica pu6 avere conseguenze fatali. · l'nci i falli, (:Ile lilla volta di pi(1 \'('ll– ;:,:inl') a ron[el'mare le nostre idet>, ri ain– t.ano ora a c·omballcrn qm·stc illusioni. La coni I apposi:done fra clittat 11ra prol('taria l' democrazia borg;hese rorninria a non os– stre 1,i11(•osi netta. ,L;"' ltnssia <'hl' siede• nelhi Lega delle Nazioni, ro11c·lude patti mi– l•tai i (•on Il, l~rancia e impone ai romullisli di t1:1.ttoil mondo dei cambiamenti cli tat– t 1c-a. naturali nella diplolllazia clPI Y<'<'Chio 111ondo i11rc;vina, assurdi in 1111 partilo 11u– mi11alme11te internazionali:-;ta, non JHIO ~<'– ~uilal'e ad essere. nean<'hc agli oc~hi del 1,i11 ingenuo fta i lavo1·ato1·i, l'immagiPP ]Hll'll cll'lla rivolnz,011 ] ·omta1i;r. I (-:JTiltl ,, i~li Iiancesi <'alitano la :\1arsigli3se. e<ml ti,no l'armata e la patria <' di<'hiarano di 1innnc·iar-<• per il momento alla l'ivolnziorL'. ,I)a per t1:lto le c·1·ili<'heai sistelll i clcmo– naliti hanno nelle loro hoerhe (•ambialo di tc,no. ,ìon,1 lontani i tempi in cui dkhiara- 1·ano di entrare ili pal'lamento solo per a- 1·t-r<'una tl'ibuna di pl'opaganda di più e u11 e·< 11tro strategico d'azione pe1· ostacolare 1·opt•ra cl<•lgoverllo horglwse. Le parole ·'so- 1·ia1-ta~eiH i", "piccolo-borghesi", "contro– ri v luzional'i", con rni nella loro intr:Jn3i– ~enza gratific-avano i membri degli altri partiti di sinistra, sono cadute in disuso. E cp1P~to e\ rè1 tamente un hene. La toilel'anza e la c-omprensione J'ecipl'oca ci hanno gua– di,gua(o. /,Ma, a c·he pl'e;:zo'? Al prez;:o dcl– i;, clt•c·adenza dello spil·ito rivoluzionario. I•~· induhitabile ch2 le niasse, ansiose di scluzioui radic:ali, cominciano a l'imanere dtl11se, nwntre aumentano le simpatie per i connrnisti da parte di coJ,oro C'he, educali nella mentalita liherale, fanno degli sforzi ppr nw1Tiare al passo <"on gli avvenim2nti. ·~enza staccarsi del tutt:i dall'ambiente in c-ni si sono formati. II pal'lilo l'omunisla <' 1,ra un ingranaggio di più nella complessa macchina politica, e non un corpo e3traneo che JHLO, quando lo voglia, ferrnal'e il mo– t010; co3i come la Jlussia non é piò un i11ferno o un paradiso estrateneno, ma una nazi6ne nel co1·0 delle nazioni, con il suo banc:1 a ,Cinevrn, e delle buone maniere 11elle sue relazioni diplomatiche. I comnnisti difendono ora le istituzioni cleu1o('l'atiche e parlauo di liberta, questo pn•giudizio piccolo-borghese. Solo delle pi<-– cole secondarie differenze e l'abitudine di ~uardar sempre verso Mosca, li clislinguono ~irnmi dai socialisti. Ri parla molto in questi momenti, special– mente sulla base della nuova costituzione clella repubblica sovietica, d'una evoluziolle della llnssia verso la democrazia. Si dice: il governo bolscevico ha impiegato iI ter– rore finché ne ha avuto bisogno·per dil'en-

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