Studi Sociali - anno V - n. 35 - 10 novembre 1934

<1I·c:slo aft.l'i-.;iua dice poco e pu6 e~serc anche inLer– J)I dato come un'assurclita .. \la l'assurdità :;pariscc ~P ::;i ritonla il sen;.;o che Malatesu.L da\·a al suo org1111iz;.rnzio11is1110: che non c·é vera organizzaziono !-ìt 11z~1librrt.:1. che 1'autoritU falsa e limita l'orga– Jlizzazio11<· fa<·rnclone un privilegio di pochi, o che <111i1Hli J1O11 ,;i Jllt6 avere una reale organizzazioue lii 111tli i membri cl'nna societa che in .anarchitl. "L.'Ad1111ata.'' cita in apt)Oggio cleilla tesi antiorga– Hizzatl'it·<· i ,difetti possibili anche in un'organizza– .zio11e anun·hica. in cui troppi a'derenti reslino inertl 1• lw·wino [;1r tutto ai pochi .attivi. Deplorevoli di– l'Pll i. t·11rta111c11tr. possibili anche nei gruppi più au- 1,,11011li. eh(• 1wrO sono peggiori e più numerosi con la dbwrg~rnizzazione, la quale stimola l'attività assai lllf'HO dPlrorganizzazione. Vero é che ..'L'Adunata·· nou prupugua esplicitamente la disorganizzazione, ben-. .:f vuole ''l'associazione libera. anarchica. coope– razione consapevole. · controllo articolato e vigile, sen1..1 sopJ>rusi né rassegnazioni"'. PrPt'isamente ,quello che noi intencliam') per or– ~anizzazio11P! )l;on facciamo dunque bizantinismi ~ulle parole: a~sociazione e organizzazione sono si- 11<.)lliruio qm1si, in quanto la seconda é la messa in p1·atica <lella l)rima. La prima senza la seconda .-.;:uobbo c·ome un buon vino senz'alcun recipiente -0ve mcltel'lo. Equivarrebbe di fallo ali.i clisorga– J1ir.;,;uzio1H.'.Come ,si potrebbe in[atti avere un·a~so– dazione. cooperazione o controllo qualsiasi, ::;enza or;:;a.nir.zarli in pratica con le forme corrispondenti in d ispen-dabili '! ('c;n. tutto ci6 nessun anar cllico o rganizzatore (C' non ~;alo :\1alatesta) si é mai sogua.to ,di considerare ..fuori dl'lramtl'r·hismo .. gli antiorganiz zatori, che al (·011trnl'io stimiamo ottimi compagni nostri con cui .a11d:nP <ra{;cordo pili ch'é po::;sibile. Discutiamo con loro iwr ue>ce.ssitit di chiarezza e dovere di propa– _:.:;anda, ma t):tppiamo bene che spesso con moltissimi è pi1'1 differenza di parole che di sor;tanza. Ln stes-sa loro r·ritica oppositrice, malgrado l'errore o equi– vo<·0 d"origine. potrebbe servire da ef[kace segnale tl'ullarme contro eventuali pericoli di deviazione, se 11011 n,sirnmosse nlle -volte un tono che rfSchia ct·ot– lr:111"1'0 l'effetto contr~rio. * * * LA FRASEOLOGIA ANTIRIVOLUZIONARIA DEL MARXISMO. - Una volta (ne son passati degli .. anni! J uno {li noi mandò a un periodico redatto da .\lulatec.;ta iu America un articolo in cui, - infarciti ,·om'eranu110 n11ora di fraseologia marxista, - lau– ,·ian11110 delle frecciate contro l'idealismo. Malate– :..:ta, pur dicenrlosi d'accordo con l'articolo, annotava 1. 7TTll<U, mrerrirti~cteaJtsn,; 11<.-r1t-vlgltan·dos! che no! d1iarnassimo "materialista'' lillà tattica ''che s'ispira ai più alti ideali umani" e, rega,lassirno invece la bella qualifica di "idealista .. alln, pratica dei politi– .._,unti: e concludeva consigliandoci di "evitare quei termini filosofici, che ha1nno tanti significati diversi quanti sono i srstemi di filosofia. e che. [uori del i;h.1tema, non hanno nessun senso preciso··. Il ricordo ci é tornato in mente al le~gcre ne Il Nuovo Avanti di Parigi. n. 36, del 15 settembre 11. s. un a1·ticolo sulla clecom1l0sizione del regime fas<.·i:,ta da Trieste, in cui l'autore, dopo aver ac– <·ennato ·'all'origine eroica del socialiamo triestino", si riprende e quasi se ne pente, domandandosi "se nf'I marxi-amo si pu6 parlare di eroismo, terminolo– .2;ia idealistica deviatrice di coscienze e fal:ii[icatrice della realta sodale". ".\fiente di meno! Comprendiamo che sarebbe r;tato •(l!iagerato parlare di eroismo p-er l'opera elettorale (\, coopcrativi•stica del sociali,s-mo triestino e per la :-ma opposizione al nazionalismo inedentlsta, giusta ·questa, naturalmente, ma senz.a rischi eroi<:i, poiché era op,posizione ad un altro partito di opposizione. ~lroismo. fu per6, per restare con un esempio 11elJ l'orbita socialista, quello dei socialisti di Vienna f•he di recente si batterono e saliron la. forca con sacrificio cosi completo cli se stessi. <Come potrebbe negarlo il collaboratore •de "Il Nuovo Avanti"? Egli stesso, ne siamo certi, non ardirebbe di sc– stenere che H parlare cli eroismo. in <ttrnat'nltimo <·a90, sia un "deviare le coscienze e falsare la rea1- tà"'. Ma ci6 non toglie che -si elevino alì"onore di dottrina cotali ammuffiti luoghi comuni pscudo– positivisti. introdotti neTia fraseologia marxista f01·– ._·•inco a disppt1 o di Marx. Perché. fie i nostri lon– lt,ni ricordi dello l~trure marxiste non c'ingannano. in più oçcasioni Marx non ha sdegnato di rendere fortP. omaggio all'eroismo dei combattenti e dei mar– th·i rlella. cnu8a rivoluzionaria. Noi invece pensiamo che ~da proprio nuesta rra- 8eolop;ia, che ormai passa senza ltiscus 1 sione per mar– xiet.a. quella che ,falsa la realtà sociale velandone ~li aspetti più belli; quella che devia le coscienze 11t:l modo pili dannoso, cercando <li spegnervi quel ,;enso dell'eroico senza di cni non 1Hi l'anno né vincono rivoluzioni. e che oggi sopratutto sarebbe t~nto neeeR~nrio. ANCOR SULL'ARGOMENTO DELLE POLEMI– CHE TRA COMPAGNI. - Riferendosi art un arti• c-olo <lei compilatore •di questa rubrica snl pr~– blema della concordia pubblicato altrove, il com– pagno V. Gozzoli tratta clel1e polemiche cosi fre– quenti fra compagni l)er dire che sta bene cli parlare STUDI SO_CIALI cli tolleranza, m:t t.he quceta dev'essere :·eciproc:a, e non dalla sola 1 mrte di chi é attaccato. Difender:.;i ..é naturale e unarcltico; é dignitoso, doveroso, giu– sto. legittimo, JHl·tu-ra-Je··. (~e Il Risveglio Anar• chico, n. 907 ciel 2:l settemhre u. s.). ~ chi lo nega'! Benché il più delle volte ci Ki guadagnerebbe un tanto, anche in dignità, a infi– t:ic.hiarsene, pure se chi é attaccato si lin1ita.sse alla difesa con ,_unentilc o confutazioni a ba•;:;o di ratti, !,enza divagazioni pole1niche inutili, nessuno ci tro– "·erebbe a ridire. Per solito. invece, l'attaccato ·vuol anche vendic~wsi, e la cliresa gonrfia con altri at– tacchi. che (si capi<.;ce) vengono a loro volta ricam– lJiati clal primo attaccante, il quale si ritieue offe~o anche lui. e quindi in diritto di ... raddoppiare Ja dose, senza tener(' aknn conto della dife~a. Cosi una polemica. elle potrebbe finir~ in due battute. -si prolunga all'infinito. con le con:.:eguenz.._, peggiori. sia per ambedue le parti litiganti. sia. pc,•· la ca.usa in generale. na notare che spesso il IHi– mo attacco pu6 essere un errore involontario senza intenzioni nrnlevole. che una retti-fica. .ge•rena sane rebl>c subito. Talvolta sl piglia .a torto ptir a.ttacto offen.s•ivo ,qualche critica d'indole politica. sempre– ammi!S•Sihilc o tollerabile. anche se nn p6 ecce:; .. siva, dato il suo movente onesto. Oppul'e si tratta cli qualche pnnzecchi:1t11rn sl'nggita d<-11la penna. o d'uno srrit.to altrui pubblicato ner disattenzione, ec::. C'hi h a [alt.O cl Pi ~iornu.li sa rom e é [acile rascan:i ! Tanto JlCl' mostnHP a Gozzoli che non sempre la colpa maggiorp {' di chi sdvoia per il primo. Cozzali ]ame11ta C'l1C' noi. cHsgustati -da simili po– lC'mirhc. rP la pigliamo con gli attaecati ~ non con gli attaccanti, e non subito. appena avvenuto un primo atlar<'O. Jl:" inNalto. Le nostre recriminazioui valgono per tutti. in ~enerale; e se preferiamo in– dirizzarci specialmenlf' ai liti~anti (attaccati o at– taccanti che r..iano) 11iù vicini a noi per ldec P tf-ndenze, é perrhP da loro s1>eriamo d"psr;ere più ascoltati. e non si J)C'Dsi dagli altri a u11 1103tro preconcetto 11artiginno. elle toi:;-lierebbe og ~1i effi<'a• eia alle nostre p:trole. ·1 1; ,queste parole le clicia.mo subito, appena nù ve.diamo la. nece-s,sit..i; m a Gozzoli comprendo chr- Jll'aticu111ente non é sempre fuci!o [arlo a tempo per ragioni cli lontananza, per non oosere al con·ente. cd anche pel pericolo di gettaro olio sul fuoco con 1111intervento troppo affrettctto. Di fatto 1'intorvento di terzi é sempre forzata– mente- !ardivo. Perciò sl}etta sopratutto alla co~ scienza -degli e\'entunli c:ontcndenti capire tempesti– Yamente qual·(, il loro dovel'e. E in tal ca:5o. - poiché n tl'rmiirnr<' un litigio basta che la smetta aimeno una clP,lle, narli. - dire bene il tompaguo RPrtoni: c-hi ha. J)iù giudi;do l'adopri! * * SUL LINGUAGGIO PIU' A,DATTO ALLA DI• SCUSSIONE D'IDEE. - Questo s1rnnto potrebbe, consicleran;i una continuazione del 1n·ec8'ùente; m:1 esso rignarrla non le polemiche personalhstiche, ben– si quello d'itlee- <' cli metodi con quei compagni che- a. noi sembra deviino dal buon cammino. Ci riferiamo qui a un trafiletto sull'argomento, de L'A– dunata dei Refrattari, n. 37 ciel 22 settembre u. ~-, in cui si c,omment~ una frase dell'articolo sul He– Yisionismo ciel "Risveglio·• su Jvlakhno e la Piatta– forma, cui anche noi abbiamo accennato pi1.J sopra. Sulle idee di c1uesto articolo in geneTale. di certo "L'Adunata" é <l'accordo lflLH\nto noi; m essa si é inaìberata per nn inciso occasionale, i[J cui il "Ri– sveglio", dopo aver notato l'illco11gruenza della "Piat~ ta(orma contro la. quale insorse 1\-ialatesta con la sua corLesia e predsion solita", diceva: "Altri ven– nero che ironizzarono, SJ)rezzarono, scomunicarono, senza nulla aggiunp:ero in 'l'ritto {li buone rngioni, e avvelenando un dibattito 1.:he tutto consigliava di mantenere sereno'·. ,In ·queste parole ··,1.·Adunata'" ha letto. pare im– possibile. "la pi-etesa cli togliere ad altri il diritto od anche l'opportunit:1 di esprimere le ragioni clell:.1 propria a.v.versione alle i,dee esposte nella Piatt..1- forma··, solo perché Gi6 era stato fatto prima esau– rientemente ,tal 1\'lalatesta! ,Sarebbe di certo una pretesa assurda fluo alla puerilità, imper: .. sabile in qualsiasi anai'chico appena un p6 ra.gioncvole. J\'ht si tratta, evidentemente. di 1111 quiproquò fenome– nale. poiché le parole del "Risveglio"' altro non erano né possono significare che il ·semplice ~ buon consiglio, quando si discute fra compagni, di espri– mere le proprie opinioni con cortesia, co:ne nsava :\1alatesta. senza avveìenare la discussione ironiz– zando, sprezzando e scon~unicando. Libero ciascuno di rare altrimenti, si capisce: ma liberi anche gli alti·i di osservare che certi modi polemici non aggiungono nulla alle buone ragioni. bensi le diminuiscono; e l'osservazione non toglie alcun diritto a. nessuno. Su ,quel concetto del m?– glior modo cli polemizzare noi abbiamo tanto insi– stito da quasi trent"anni. che ora ci ri,sparmiamo cli aggiungere altro. Ma vorremmo che l'attenzione dei compagni. compre ·i ,gli amici de "L'Adunata·'. si fermasse un p6 più su questo argomento, senza farsi fuorviare da Gupposizioni gratuite, perché ci sembra ch'esso involga nnfl importante questione cli priTlcipio. ,come quella del mutuo aiuto impossibile senza la mutua tolleranza e la reciproca compren– sione. Sopratutto que'sto ci sembl'a necessario quan,clo si discute <li idee e di metodi. Occorre. anzitutto, discntere I concetti esplicitamente espressi dal com- 5 1nig110 con cni non si é d'accordo, e nou le intenzioni che gli ,:ii suppollgono più o meno aroitrariamente; e quando per caso quaJcosa di lui non ::iembri chiara, nel duhbio ci par dovero,:;o, fru. I<" vario interpre– tazioni possibili, s,cegliere la migliore e più in ar– mo11ia con le iùee comuni o non, comC' spesso suc– cerle, proprio la peggiore e più ìu .... ooreato o stram- 1wlu tn. * * * ORGANIZZARSI PER LA DEMOLIZIONE, E NON SOLO PER LA RICOSTRUZIONE. - Continuiamo a ... rompere- le scatole a.ili amici che cli ,(Lue8ta (li:;cussionp ce le llan pieue. Ce uc scusino, tanto più che anche noi non diamo ·1oro tutti i torti. Ma in-somnrn. quando sentiamo 1111aobiezione, non re– si:;tiamo alla voglia '<li confuturla. J~ neppure pro– mottinmo cli non farlo più: ma ~mio di farlo ... il meno possibile. Dnnque. L'Adunata dei Refrattari, nello :-'.tC"S;;o nu– mero del 2:! :;ettembre citato sopra, ritorna. sulla q11C'·stio11P t!Pll'organizzazione per dire che, ~e .tiiamo or~an izza tori in quanto ci proponiamo cli 01•,ganiz– zn1·c l'anarchia., sircome "é i mpos,sihil o, 0l'ganizzarc l'anar<·hia finché noa siano elimina.ti i padronl e gli autoritari". e:::nm ''s.arù" nel futur0; ma "nel frat– tempo·· c:.i6 chC" hi::;ogna rare é ·'ope-ra di disorga– nizzazioue fllclla t3ocictù autoritaria ,e borgheseJ per togliere- ._,gli uomiui i cepui rltE." li 1mmobiliz• zano·· Giustissimo! ma "L"Adunata'• deve tener conto eh non sfamo organizzatori soltanto per la societa anarchica di là da venire, ma anche per ci6 <·ile più ci riguarda ed ,é pos;;ibile ,come anarchici vivPul i ed agenti nella soeief.-"l attuale. p.. ci6 per h 1 nrupagand,a, la lotta e la suddettèl clisorganizza– zio11, o demoliz}one degli L-.tituti capitalistici e staia li. 1-'oichL; il lavoro di demolizione ha bisogno .an– l'l1'e,3s0 {H essere organizzato. Un ingegnere, o anche 1111 Hflmplice opcl'aio ct·uua. impresa. di demolizioni potrebbe insegnarci che se per demolire un grande eriil'icio ogni lavoratore o gruppo di lavoratori cle,sse cli piccone por coni.o suo, senza. collegare il proprio tn\ 7 01'0 con quello di tutti gli altri, senza. seguire un certo ordino e certe norme, e rioé senza una su[ficicnl<' organizzazione. si sciuperebbe inutilmen– te del tempo e del materiale prezioso per le rico– i:itruzioni future, e sopratutto si provocherebbero grnvi dLrnstri. Fig-uratevi se 11011 (: la stessa cosa. o peggio p r disorganizzare. smontare e -demolire tutto l'enorme edificio borghese! vi sarehbP in ])iù l'evontnalib·1. di distrug.gere. qnasi nulla. ';L'Adunata'' aggiunge che. "intanto che si disor– Aanlzzano gl"ingranaggi [borghesi].. pu6 anche durni che gli uoudni im1H1-rino a pratic.ure Ja soli– da1·ipt;."1 e quindi ad associarsi ai fini della produ– r.ione, llrgli scambi. della distrihuzione, per impulso interno ,della coscienza emancipata. indlpcndento– lllClltC\ ria ogni pressione esteriore, in comt)leta. au• lonomia e spontaneitù, rèndendo supe1,'fluo ogni in• tervrnto di organizzatori, anarchici o no''. Non solo "p116 -darsi''; ma bisogna. che sia cosi. ì\fa come fare. come praticare la solidarietà e l'as– sociazione nella produzione. scambi, consumi, eec. Renza organizzarle praticamente? Per impulso della roscienza interiore, sta hene; ma a patto che le varie coscienze s'intendano esteriormente sul da fa• n::. e l)er l'aro coordinino i loro impulsi: e che la tiPOntaneità signHichi volontarieta. dell"azione co– mnnf\ premeditata, e non fiducia 11ella sol:;i improv– visazione del momento. Senza organizz!ttori. nel senso ,di autorità coercitive che organizzino gli al– tri clall"allo, cl'açcorclo; ma a patto che tutti gli iutcrcHsati siano organizzatori nel s enso anarch ico, e cioé con vinti della neccssitlt di organizzar.si, e– partecipanti volontariamente e liber tariarnent~ al- 1·org-anlzzazione. CATILINA. ·--------------·-·--------------.-_,...,,._._._ .. ~..- ,.-~.---.....,,. Riconl·iam.o il dovere cli aiutare le vittùne poiitiche! Ragioni di spa.zio c'impedliscono di 1·iprodi1ne appelli, circolai·i, resocontai, ecc. che appaiono fo alfri periodici, diffusi fra compa– gni ancor pili cleUa nostra. rivista; ma eio é wna ragione cli pi{i per noi cli 1·accomanclare a,i let– tori il comviniento alaere e solerte del sacro impeano de-lla solidwrieta, dov11,ta cla tutti ai caduti nella lotta ed ci/le 101·0fcirniglie. Dù11110 qni, p~,. ?1nnnciclei volenterosi, gl-i in-– dlÌ.rizzi di cùcmii dei pri11c•1:pali Coinifot-i di soc– corso, cni rivolgersi con le offerte ver venire in ciinlo alle vittime politiche: Comitat~ Na.zionale Anarchico pro Yiltime politicht. - Rivolgersi a: Y. P. JEAN RE– BEYR0X. boite nostale 21, Bureau 14. PA– RI.' 14 (Francia). Comitato p1·0 figli dei Carcerati povitir-i cl'l– talia. - Rivolgersi a: CARLO FRIGER10, Case poste Stand, 128. GINEVRA (SYizzera). Co111italo pro 1'ittime politiche dell'Unione Sindcl(·a/e Italiana. - Ri1·olgersi a: MA~CEL CHARTRAIN (U. -S. T.) Boitr postale n. 10. PARIS 13 (Francia).

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