Studi Sociali - anno V - n. 35 - 10 novembre 1934

4 I ·fattori morali della Guerra La ~ran(ie, marigioranza del proletariato organiz– zato. penet1·ato pili o meuo di spirito sotialistic·o. ~i é abituato a considerare ormai la guerra come un risultato inelultabill' dell'ordine economico capita– lista, trasc.urando completamente l'aspelto psicolo· gieo del problema f' restando quhali ineapaec o qua~i a comprenderne il lato mol'ale. E' questa una delle cause principali 1wr ('lii la propaganda contro il militari~mo e la guerra nei dh·ersi Jlaesi non ha potuto ottenere c-he ri:mltati proporzionalmente piccoli, mall:n-ado lo spirito ùi ~acrificio e 1'atlivibI delle scarRe minoranzf' Lhe c·ercarono in paissato di clift'.ondc-re lo spirito anli– militarista tra le masse. Urtiamo qui contro le con– seguenze fataliste •delricleologia marxista, i cwste– nitori della quale. nella loro cicta tendenz3 a gene• ralizznre tutti i fenomeni in l'elazione a 1111 df'ter– minato principio basico. han conveHito un llensiero, ,,ero in se ste.;.so, jn caricatura. JlJ' una. \·erilft. che deriva dalla concezione socia– li~ta del mondo. e conosciuta da mollo prima cli• l\farx. <'he le condizioni economiche sono un potente fattore nella storia deUo sviluppo dctrumanitù. I precm·sori della mentalità socialisrn. nel pensare al– la trasformazione cli tutta la vita sociale su fonda– menta completamente nuove della p1·oduzione e dP-1 <'onsumo, avevano di sicuro coscienza clella grande importanza delle condizioni economiche e ne- com– presero altresi tutta l'influenza sul prochll'Si delle ~UC'lTe. Quando pe1'6 si arriv6 a sciupare quest,.1 giu:;la. <·onoscenza <lello cer.,;e con una unilaleralità. Hpi11la nll'estremo, Pcl in conseguenza si misconohbe total– mente ogni azione 1·eci1Hoca clei diversi ruttori so– <'iali. si fece strada a poco a poco .quella tendeuz.1 fatalista clel mo\·imenlo operaio che vede dovunque •·uecessit:i. storiche .. e "inevitabilita del dive-nirc t:>to– riro... volendo sempre relazionare ogni rcnorncno della vita sociale ron le eventuali condizioni tlella nroduzionc. 1._:· riuPsla interpretazione che mina qual– Hiasi iniziativa rh·oluzionaria e paralizza ogni a– zione comune c:ontro i danni op1nes8ivi clel sistema attuale-. * * * Sr non veidiamo nella guerra nient'altro che il risultato inevitabile del capitalismo moderno, allora ogni intenzione <l'imJledirr la guerra a1H·he durante– il sistema attuaìe tic.trehbe vana ntoJ)ia. perché la p.nrrra, 8C<:011dotale interpelrazione. sarebbe nsso– lutamente condizionata dall'economia capitalista e (J11indi solo con questa l)olrebbe sparire. Questo punto di vista. in fondo arrireazionario. non solo é proprio clei {'.OSidetti "riformisti'': eSEo viene approvato anche- da elementi <.liideologia 1·ivo– luzionaria <:' avversari decisi di ogni tendenza rit'or– mista. Per6, se si accettasse questo punto di vista dottri– nario, ogni prol)aganda antimilitarista sarobhe un innocuo passaternpo, ogni lotta contro la guerra ap– parirebbe una pazzia evidente. ì\'la allora ogni a– zione·· seria contro certi gravi mali del regime at– tuale sarebbe uno s[orzo J>erduto in anticipo, poi– ché resistenza teli questi mali sarebbe condizionata rlall'esistenza del sistema, e ri1iindi inevitabile. ln STUDI SOCIALI giova al si.:;tema attuale e ai suoi difensori. sg-ombfl-r;1ntlo dagli ostn<·oli la !oro via. Poiché• i bcncfirinri dPl ½i-sterna attuale non temono le teorh~ e sanno manipolarle magnirkamente, in specie lìe par10110 dn prc-cone.--.tti ratatiiiti e opPrano come freni ideologici 8U ogni movimento. ('il) rhr- i <·owìe1·vatori dell'attuale Ol'(linc cli e osc• tomono cli più C' l'azione pratica delle masse C'h(• dù :1 {(HC:'Slf' la. cosc,ienza della propria forza e c·o11 ciO le s1>i11gl'\-Yer:-;o fini sempre pili ampii. Anche il pili bl'\-ll'idPale cli una fntnrn societ."1 libera tlà loro poch(' Jll'('Occupazioni, ~inché J,ue::Ho ideale resta ulla carta C' 11011 lrovn tra 112' masse ninna Ti,spon– clenza pratira. l11vece il movime11tn collettivo che> si apoog~ia all'azione diretta delle grandi ma:.;sc del popolo 1i ra tremare. anche ::;e si tratti soltanto di obif'llivi narziali~simi. Di ratto i movimenti cli massa non 11asco110. in gc•ncrale. dai c-h?arnati "obietth·i finali". hensi :.;ea.- 1 nri·-:cono piutto8lo •dalle necessita di una data si– tuazione. - Heccssib.i sentile da tutti come ur~enti I'\- giuslP.. La radic·alizzazione degli obiettivi si pro– duce solo in seguilo, nel c-orso del movimento, il quale si svol~e in relazione con lo svolget'Si gene– rale delle cose. Chi spera, quindi. che le masse scen– cl.-1110 in pinzza per un determinato "obiettivo finale" non g-iungPrù mai acl una azione concreta e dovr;\ ~C'tnJll'f' rimandare alle ealende greche la realizza– zione elci suoi IlroposiU. Un atteggiamento tanto pri\'O <li prospettive r in reallù tanto reazionario, hasato su teorie strava– ganti. finisce na.turalmenle con rostacolare ogni a– zione seria cli masse. B questo ·fu -ed é, realmeutP, il caso del ratalismo economico. che in tutte le nwnifestazioni della vita moderna non vede :$Ctn· plicomente the- conseguenze del sistema capilali– stico. T suoi propugnatori non capiranno mai che l'economia non potrebbe influenzare minimamente il divenire storico. fie- non (Od-E-ie coadiuvata da fattori di natul'a spirituale ed etiea. CiO é specialmente chiaro in ciò elle si riferi:;ce alla guerra. 1 Senza dubbio gli interessi economici hanno nello scatenamento di una guerra una paTte niente affatto insignificante, come abbiamo visto ne a passa a guel'ra mo1 a e. m i'ci da soli non uarebbero ,stati praticamentC' la via alla gnerra. Un'arida esposizione delle condizioni economiche C'Oncrete non potrebbe mai mettere in movimento le grandi masse. Se si fosse detto ai popoli. prima dello scop1iio della guerra del l9H, che non si trat– tava d'altro che dei diversi interessi di gruppi capi– talisti nazionali, pei quali pafclri e figli del popolo 1 dovevano sacrificare la loro vita. un obiettivo cli guerra come qne-.,to non avrebbe interessato a.fratto e la cosidetta "causa nazionale" non ci avrebbe guadagnato niente. Per ci6 dovettero cercarsi altri motivi, per mostrar,e alle masse di ogni ,paese che la propria causa era "la giusta. la hnona causa". Cosi si lott6 da una parte contro il "despotismo rus-so", per la "liberazione della Polonia" e per "l'unità tedesca": e dall'altra parte "contro il mili– tarismo•·, per Il "lT!onfo della democrazia'', perché quella guerra fosse "l'ultima guerra''. 1al caso sarebb ~ altresi assurdo - per non citare 1 <·hè un esempio tTa centro - agitarsi per la libe– l'azione delle- vittime politiche - giacché la sop– pres ·i011e degli ele1ne,nti sovversivi per mezzo dei tribunali o clelle prigioni é intimamente legata, sen- Né ci si dica cbe dietro tutte queste "illusionr·. con cui ,si turlupinarono i popoli, non c·era altro che l'interesse economico delle classi dominanti. Alla tl'i– ue. 11011 ,é c1uesto ci6 che importa. L'importante é il fatto che senza quelle illusioni, senza quel conti– nuo appello al sentimento morale delle masse non ci sarebbero state mai condizioni economiche suffi– cientemente forti per trascinare le masse al ma– cello. za dubbio. all'esistenza del sistema attuale. Se, nialgrado tutto. noi lottiamo sempre per la liberazione dei nostri compagni prigionieri e cer– chiamo a tal fine di suscitare dei movimenti col– lr-ttivi. gli é che insomma siamo ,convinti che qua~– cosa dipem:l dalla nostra volonta e che qualch<... risultato essa pu6 raggiungere anche dentro dell'or– dine sociale presente. ln realt::i noi avremmo assai poro ristlettO per una ideologia, supposta rivoluzio– naria. che volesse convincerci acl abbandonare tran– quill:unPnte alla loro sorte dentro ì muri del car– c~re i fratelli imprigio11ati. pel fatto .che le perse– cuzioni politiche ~ono determinate ...dall'essenza de: si!:1tema attual<:' e i;olo scompariranno con •questo. Eppure molti non trovano nulla cla obiettare. quando si ripete loro di continuo che la guerra é prodotta ,semplicemente dal sistema attuale ed é resa inevitabile dall'esistenza cli questo. Simile clot– trfnal'i-smo infecondo castra in realtll ogni azione su vasta scala contro la guerra ed il militari:-nno e Si potrebbe -scri\•ere un bel libro ed anche molto interessante, sull'influenza di certe "illusioni'' nella storia. Per mettere in movimento le m8.6se 11011 basta la costatazione cli puri e semplici fenomeni economici. A ci6 é capiice solo il più forte influsso sul se11timento cli giustizia e sul loro sentimento etiro. per quanto primitivo .ed embrionale esso postia essere. Ci6 \'aie tanto per la guerra, come per la rivo– luzione: e vale anche pel socialismo e per ogni serio movimento popolare. Non é soltanto la visione dei fatti economici che spinge tanta gente verso il socialismo: bensf il senso di giustizia ferito ed Il sentimento morale violato ne S"no la determinante nrlla maggior parte 1 dei <Casi. Anche la più secca lotta di salari sarebbe impossibile, se il movimento non fosse anche ispirato da determinati principii etici. Infatti. che cos•é Li1ipello al sentimento cli soliclariel{t o la cosidetta "coscienza di classe" se non un rithiamo alle forze morali umane. seuza di cui qualuuque lotta seria :--iarebbe impossibile'? Quindi. una volta giunti a que:;ta constatazione, si comprende bene ·che, nella lotta contro la guerra. e il militarismo, non si tratta esclusivamente di considerare le condizioni economiche, bensi, in prima. linea, cli stalenare il sentimento rnorale contro 11 tenibile flagello e '<li diffondere il maggiore ~-;cre– dito morale contro i suoi fautori. Solo se riusci– remo a sviluppare nelle masse uua repulsione cosi Jll"Ofonda e generale contro il macello organizzato dei popoli. che basti perché ogni minaccia alla pace strnciti spontaneamPnte determinati fatti. solo allora potremo con.-;iclerare contati i giorni della guerra. Ma per questo é necessaria anzitutto la convin– zione che la guerra 1rn6 e deve esse-re impedita fin da oggi. anche nell'ambito dell'ordine so-ciale capi• talista. Non vi ea.rebbero necessità economiche che clebban conclnrr inevitabilmente alla guerra, se non esistesse negli uomini la cieca credenza che accetta tali supposte neC'essit;-l come verità intangibili. RUDOLF ROCKER. SPUNTI CRITICI E POLEMICI MAKHNO E LA "MILITARIZZAZIONE DELL'A– NARCHIA". - :--J'e Il Risveglio Anarchico di Gi– nevra, 11. 905 del 25 agosto u. s. abbiamo letto un ottimo articolo "Revisionismo·•, che per conto no– stro sottoscriviamo a due, mani per le cwe giusto che dire e la chiarezza con eui le dice. Peccato <'ho i revisionisti. che han 1>assato degli anni a criti c-J.re quello che nessun giornale o autore> anarchico ha. fors<' eletto mai. dinanzi a d<.'llP opinioni cosi er;pli– citamente manifestate facdano c-onto cli non r-;e11- tire! 1\la parliamo (l'altro. ·Nelì'articolo suddetto tro– viamo un inci-:;o che ci pare meritevole ,di una s})ic~a1.ionc-. L'autore dite a un certo punto: "Il buon Makhno, riferendosi a una sua gloriosa. cam– pagna militare. ti militarizzava tutta l'anarchia Jn una sua Piattaforma. contro la <1uale insorse .Mala– testa". ecc. ecc., Ji;f[ettivamente, poiché fu Makhno col suo nome CC'lebre a dare la maggior notori eta alht ·' Piatta– forma". ed egli fece parte del gruppo che la pro– po,.i µ · · 1 nalch · rticolo si é finito da molti <·on l'attribuirne al 1\'lakhno la paternilit, o per lo meno la paternilcl dello sue. idee. Anchr- il "Risveglio" sembra compartire qno– fo:itacredenza. che per6 ci pare inesatln da un punto di vi•3ta obiettivo. Crediamo di poterlo afferrnare. poiché conoscemmo la "Piattaforma" quasi in snl nascere molto da vicino e più volle ahhiamo arutc, occasione di parlarne C'On lo stesso ì.\1akhno. L'estensore o autore princ·ipale della "Piattafor– ma·· fu il compa~no P. Archinoff. giù passato da. circa due anni al bolscevismo o per lo meno nella sua orbita uft'iciale, - fatto che é giél. una t->pie– gazione delle tendenze autorital'ie della. "Piattafor– ma .., - uomo di [orte intelligenza. ma di strette vedute e cli gpirito settario, che del makhnovismo scrisse la storia e ne deriv6 arbitra.riam.e11te dei principi teorici e tattici di un anarchismo a ten– denze totalitarie e con 11011poche infiltrazioni auto– ritarie di clottri11u e cli metodo. Makhno, sopratutto uomo d'azione, niente a[[atto dottrinario né costruttore di teorie, fu naturaln1ente portato ad aoplauclire ad una teoria che si ap,pel– la va alla pagina migliore della -sua vita di militante rivoluzionario; ma. abbiamo i nostri dubbi che eJ?:li raccetta.St:iP nel -senso totaìitario ccl autoritario del suo amico Archinorr. Questi dubbi ci parvero cou– i'ermati da una lettel'a di Makhno a Malatesta del 1929. dubbi che con altre ])arole anche Malatesta emetteva nella sna. ri::;postn. di quell'anno. Possiamo anche sbagliarci, 1laturalmente, trattan~ dosi di dubbi e non di cosa certa; ma é CC'rlo che non si puO parlare strettame~I<' della ''Piatta[or– rna" come di cosa propria di Makhno. né confon– dere il mnkhnovismo d'azione l'Oli l'arbitraria teo– rizZnzionc fattane da. Archinoff. * * * SEMPRE SULLA QUESTIONE DELL'ORGANIZ– ZAZIONE ANARCHICA. - Con[essiamo che ogni volta che, possiamo spezzare una lancia a favorP. dell'organizzazione, ci proviamo piacere, perché si ha scmprf' piacere a difendere un'idea che si creda giusta. Se no parliamo poco e soltanto quando altri cP ne cl.i motivo, é solo perché abbiamo oaura di ... rcmtlere- le statole alla gente col confutare con ar– gomrnti più che co11osciuti altri argomenti anch'es~i con la barba di cinquant'anni almeno. Ma che farr-i '? "Se tu dici sempre le stesse cose, diceva quel filosofo greco. anch'io elevo risponderti SC'mpre con le ste~se ragioni". Questa. volta ci offre lo spunto L'Adunata dei Re– frattari cli Ne-w Yorl< che (n. 32 clel 18 agosto u. s.) commenta il dello, cla qualcuno attribuito a Malatesta. che "si é anarchici perché organizza– tori''. Conveniamo che. isola.lo e preso alla lettera,

RkJQdWJsaXNoZXIy