Studi Sociali - anno V - n. 33 - 25 agosto 1934

1' Assassinio d Eri ehMiihsam Tulli sanno come all'ullimo di giugno ed ai primi •di luglio .di <1uesL'anno. a Berlino, a Monaco e in altre città della Germania, si procedette dalla gen•le del governo. con a capo Hitler, ·a una ~-Jpecie di epurazione interna. per mezzo dell'assassinio in ma.,;– sa cli circa. un'ottantina di personaggi importanli -di una ala del partito al potere. Gli uccisi. poiché appartenevano alla !-ichiera me– desima degli uccisori, gl,i uni e gli a.Itri carnefici ,del popolo tedesco, non ei interessano. Ma pur– troppo nella strage furono C.'Otnpre.si. o-Iocau8to tl'i11- 11ocenti. anche altri cli cui s'ignora il numero. scelti fra gli oppositori e 1rnmici del fascismo che popo– lano le carceri tedoo.che fin dal principio clell'nnno passato. 1-t"'raquesti il letterato anarehico Erith )1 iihsam. •']'.Jrìeh l\hih!:;am - puhlJlic-a la. rivisla La Revo• 1ution Proletarienne di Parigi, del 25 luglio s<:Ol"SO, - era un uomo eccellente, puro e coraggioso. ("a· pac-e di tutti i sacrifici~ Nelle .Sue poesie ha e:;prosso il suo amore per l'umanità sofferente e la sua ·volont{L rivoluzionaria. Era anarchico, tanto lontano dal pacifismo quanto dal terrorismo. Br;L un rivo– luzionario attivo. 1>a.rtigiano dei sovieti, inte:;i da lui in un ~enso anarchico féderalista. Prese parte ne! 1919 (a. fianco di Gustavo Landauer) alla torma• ·zione della re·pubblica sovietica di Raviera. Pel :mo ideale, egli ha dovuto :3ubire lunghi anni di galer'1. ,dall'anno scorso il camtlO di concentrazione. ed ora i:.Lmorto". Poc:o pO!:Miamu a~~inngcre di nostra sdrnza su lii lui. e meno ancora delle sue opere, a l'HU:-;a della nostra. ignoranza della lingua tedesca. Pcr6. sem· bra che il Mlihsam ro~se nn poeta· di t.1lto valore. )<'u rincho scritlorP drammatico. ed n,l lavoro suo lii qunlch·o anno l'a ebbe un bel succe:;.so in un teatro di Berlino. Il suo anal'cbismo aveva un ta· ratter(\ molto pen=mnale, con idee tutte pro_prie. ln· tm•no al 1919 ricordiamo una polemi<:a di lui su 11 Risveglio ùi f:inevra. 8i avvicinava ullora al l>olsccvismo. Dopo la fino della Repubblica di Ha· yip•ra lini J9l9, quando il suo amico l..andauer [11 assassinato dagli impol'lalisti, Miihsam t:u getlat, Li cnrcrre. Quan.lo usci, nei 1924, le 8UC' tondenz0 -al bolscevismo erano quasi del tutto acomparsr. }?eee in lro tet11pi d1ven;i due p("riotlici a11arthif'i. tnlli rirmpiti da lui da capo n Condo: "Kain", a Mo• naco dal 1911 al 1914 e nel 1918-19. e "Fanal" a Hel'lino dal 1924 al 1926, 1,;ra odiatissimo dai rascisti, i cosidetti nazional– s.oeiali~ti teùf'SChi. pcl suo anarchi:-smo. pcl ricordo (!l•lla ,sua partrcipazione alla rivoluzione ha va rese. per 1:1 GIHl intPllettualit:'t di prim'ordine. PE:l c_ora~gio e pun•zza. della sua vita, ed anche perche dt st1nm rhrnil'a. l.,nando avvenne- il tontato i11C'cndio del H.P.irhstang a Brrlino. nella notte, Miihsam fu :ur~ stnlo: r da allora comincio trnr lui una ·.,ortura ('.Ontinua, morale e materiale. La. notte :--lC'Ssa t\Pll'arrPsto fu pereoa:;o ntroc, .. m~ntc. Quando la :rna compagna poté vederlo. nos:1 riusciva n rico11oscorlo, tanto egli avev':l '.-1 Viso n-ontio dai colpi ricevuti. Non potendogli-si irnputarn ~lcun reato, fu mandato al campo di concentra– mento: prima in qnPllo di Rranclenburg, poi Son– llenburg e infine Oranicnburg. Per avvilirlo i. fa– :sristi lo adibivano a spazzare le scale e le latnnf>. ~li spulavano in viso nel ·pa.. ,~;argli aecanto. lo ma·– trattavano in mille maniere. Quando cominciarono le stragi della fine di giu– ...no lo torture contro di lui rag~innsero una brnta.– iÌ1.-1'inaudita. Avendo egli nn giorno domandato j: vrrmesso di scrivere delle lettere, gli furono ~~rnz– zato tutte le dita perché 11011s.·attentas-se prn a ùisturbare la clirf'Zionc dell"acca1npamento! Due giorni pl"ima rlella morte, l'S luglio. ~ll invitalo a •suicidarsi. Egli rifiut6; e alla nwghe, che poté vedere, dit5-se che :-:.o le ai fos.se in seguito data notizia. del suo suicidio, non ci crecless-e. ·Malgrado le torturo ,subite, cg-li non si mostrava affatto sc0- r~1~giato. 11 10 luo-lio ]~rich Miihsam mori assassinato. Non so ne san~o i particolari, perché no fu annunciato il suicidio (\ si clissP. ch'era stato trovato morto nella sua cella. La moglie ne vide il cadavere, che 1101·tava ::;egni evidenti rii strangolamento. Però ogni C"Satne mPllico della salma fu rifiutato. La donna. rhe avova ben compreso rhe il suicidio era uua vile menzogna, lo dis~e ai militi dell'accampamento: ''l':n·ete ai:-saHsi1u,to voi!.. J~ssi non t:~i degnarouo neppure di negare·; si strinsero ne~le r;palle e ri~er~. Queste pocho notizie, che abbiamo potuto racl– molare qua o l:c"t. dai giornali nostri ed affini, sono certamente incomplete. Spetta a qualche compagno. <>ho abbia conosciuto più da vicinn rp1c-~:,faltro mar– tir dell'anarchia e le ,sue opere, il parlarne cli più e• pili degnamente. . A noi non resta che onorarne la memoria, pro· sc""uondo a combattere per le idee che gli furono ra;e, e affrettando l'ora liberatrice della sua ven– ·dclto. LUIS HERREROS. "St11di Sociali'' continuera ci uscire quando imo, 1)Ùt o nrcno spesso, a seconda dei maggiori -o rninori afoti che ricevel'li, Ogni volta che rnan– cm c/.01u:u·o i?,, cassa deve ·ritaa·da,re la sua 11scita. poiché non 11116 11scfre con 1m nmnm·o finché non sia pagcito il n11,1nero anteriore.· S'JTDI SO('IALI SPUNTI CRITICI E POLEMICI QUESTIONE GIURIDICA O QUESTIONE DI FAT• TI CONCRETI? - :-le L'Adunata dei Refrattari di New York, n. t3 del 9 giugno u. s. il compagno M. 8. rc-plicava ad alcune osservazioni da noi mosse tem1l0 ra, iu una. nota hibliografica, ad uu opuscolo sulla questione agl'aria edita du quel periodico. Meutro a noi pareva. di es.sere sul Condo soota11• zia.le abbastanza d'accordo con M. S., in quanto noi o lui conveniamo ùi non molestare, nella 1n·o~· sima rivoluziono, il lavoratore della. terra c:he col• tivi il suo teneno, finché lo continui n coltivare cl:1 s6 o 11011sfrutti il lavoro altrui. )f. S., cadendo in Nrtlivoro sui nostri propositi, credo il contrario. Ma il suo equivoco dipende dal fatto che. menlre noi t·i curavamo unicamente del "fatto concrelo" che il pie-colo contadino POSii:ia rimant1re suJ pezzo di l(•rra e-ho eoltiva, e questn non gli venga tolta dalla rh•oluzionc per metterla poi in comune (come 1111roa JlOi panebb meglio) finché egli stesso non vi acconsenta volontaria1nente. - M. S. discute se (Jt1C"lfatto c:oncreto sia una "propriotli'' oppure un "possrn,.so". lligli dice che la. rivoluzione deve far 8i clt'esso t:iia 1111 "possesso'' e 11011 una "proprieta•·. e ('l'Cde che noi pensiamo il contrario. Non é cosi. Se ci fossimo posta la (Jue3tione gi11- ridic-a1 avremmo anche noi richiamati i nostri vecchi rirordi di scuola sulla differenza fra "propriel{t'' e "possrsso" che. dal punto cli vit3ta giuridico (cioé lq~nlc e borg-hese). e riferpndosi alla. societa at· 1unlo prima della rivoluzione. pu6 eSlc3ere gitwta, ma che - é spcral>ile - sani. superata dalla rivolu– zio11e. E noi e-i riferin1mo appunto al momento 'n rui la questione p;iuridica sar,i stata tilll>erata dal fatto rivoluzionario. C.i occupavamo dei fatti con– creti. che soli allora conteranno. t' non della loro figura gluriclica, che oggi ha ln sua importanza. ma dopo la rivoluzione non conterà pili nulla. - o almeno noi dovremo far si che non conti nulla. Ma é naturale che. se anche noi ci mettessimo dal punto cli vista cli l\'f. S.. saremmo non meno LL lui. come lo siamo in realta. per l'abolizione cli qualsiasi diritto giuridico di propriet~1. - non fos 1e che per la nootra avVersione anarchica a tutto 1i ,giure. di cui la proprietà é J'argomento principale. E' inesatto quindi che per noi respropriaziohe significhi la "messa in comune"; questa é bensi !! fatto che noi vorremmo [ar seguire a quella, ma le due non sono la stessa cosa. L'espropriazion-3 consiste nel togliere la propdeta a chi e,e l'ha: fa messa in comune é il modo di disporre della pro– prieta espropriata. Noi non confondiamo punto l'un;.i con l'altra, come sembra credere M. S. Anzi é pro• •prio questa di3tinzione logica tra i due fatti, e ,ì studio del loro possibile avverarsi o meno in gradi e misure diverse in mezzo ai contadinl, che ei fa assumere di fronte al problema agrario l'aUeggia– mento rhe ci é proprio e che i lettori conoscono " " " A PROPOSITO DEL CONGRESSO ANARCHICO FRANCESE, - Lo stesso pel'iotlico, L'Adunata dei Refrattari, pubblicava nel suo n. 25 del 23 giugno 11. s., a firma "Cesare·•. una lunga filippica contro il Congresso dell',Unione Anar-chica 'francese ìn Pa– rigi del 20 e 21 maggio pa.1:>s.ato. Le critiche, suggerite da un punto di vista anti– organizzatore, sono le solite -di sempre, che noi ah• biamo mille volte rettifi.cate o confutate in occa– sioni ronsimili. Non riapriremo quindi una. polemicJ. che ci costringerebbe a troppe ripetizioni: ché dc! resto ciel Congreooo di Parigi si parla in altra parlo di questo periodico e quivi é implicito tutto ci6 che valeva la pena di replicare sull'argomento. Per6, per mostrare che scherzi posson fare gli oc· C'hiali di tendenza. appannati inoltre dallo spirito polemico, ci limiteremo semplicemente a rilevaro il visibile errore in cui cade "Ce·sare", quando ace,u:~a - nientemeno! - i eompagni del Congre:;:;o cl'. Parigi cli "abuso cli potere", anzi di "usurpazione antipaticamente totalitaria.'', a causa della frase se– guente con cui s'inizia la loro principale dichiara• zione: "Gli anarchici di lingua francese, partigia:ii del eomunismo libertario. riuniti in Congresso ... , stimano ... , risolvono .... ecc. ecc.". Dinanzi a tanto 1lelillo. "Cesare" scatta e ammonisce i congrear;isti cli Parigi che "né OH.Si,né la. loro Unione avevano il diritto ùi parlars in nome e per conto dei comu· nisti anarchici di lingua francese", 1>erch6 ,,e 110 possono essere di quelli che non partecipano al– l'Unione, né sottos<'rivono le sue risoluzioni". La la nita -lli testa finisce rol consiglio ag'li anarchie.i unionisti di "emenctar:;i'', di ri-..:;petlare la veritù, e cosi via. Ma come mai ''Cesare" non s'é accorto che i f'Cngrcssisti non han dichiarato punto di parlare "a nome e per conto" dei comunisti anarchici Iran• eesi in generale, bensi han parlato specificamente cli quelli riuniti il 20 e il 21 maggio, cioé di ar! stest3i '( Né 11 Cesare" potrebbe obiettarci che la di– chiarazione pret-0nda C'he riuniti nella 8ala del Con• gresso· ci fossero in quei due giorni tutti i comunisti anarc-hici di Francia e .cti Navarra.! Sarebbe ridicolo. Detto questo in omaggio alla verità pili obiettiva, ccl a.nelle per sentimento cli solidarieta coi comp'.l· gni attaccali, il compagno ''Cesare'' ci lasci ag• giungere che, se pure quei congressidti fossero ca– duti nell'errore lol'o a torlo imputalo, questo sarebbe :ippena un'involontaria " insig:nifjcaute inesattezza . cli linguaggio, che in 'Francia non ferirebbe ne·s-?uno. 5 Pcrc_hé cli fallo, a quanto sappiamo, non pare che tra I compagni francesi esistano, almeno tra i com• pagni militanti o gli· attivi, -come vo ne sono inver .. t~a noi. italiani, dei comunisti anarchici antiorga~ nizzator1, cho ~mli, tiO mai, potrebbero formalizzar• SCllf'. Neppure nf'lla peg-giore ipote'Si, adunc1uo, i uostri (•orupagni dC'll'lJniono A11archìc:a. francese han <'Om• messo JJ('Cf'ato alcuno cli cui clebbano emendarsi• 0 per t·ui <·oi,:p;n•.i:n:•rsi la testa cli re11e-re! DAI DELITTI DELLA GUE'."RRA AGLI ORRORI DEL FASCI_SMO. - Noi :ihhiamo tante volt <letto o_ rcrl'ato dimostrare dm il fa:--citimo ù una urerliti -rhrotta.. tlolla gu?rra ciel l9 l4·J 8. - lo ripetevamo a11cho 111 un articolo del nostro penultimo numero da restar Golpili nl lo,;gero ne Il Martello dl :-lew York, Il. 11 del 28 ;:i11gno 11. S, (nello scritto .!:iU "La Gurrra" di U. ZuvatteroJ che tale oplnionP ~arebbo 11 11rttLopi11io11r superficiale e arbitraria" 0 tho "ci6 11011 c, vero". 1/aulor in prova llel B-110 ,;non é vero" cita al– c~rne c:011srg11:nzn µili Fortunato ùolla guerra, - ei sar~~ho da d1sc·11.tcrf\ molto, pcr6. sul loro rapporto po~1tn•o o negativo ent1 la guerra, ma ... sarà per u.11 altn_t. volta, - P dic r che tn colpa delle forv, nvoluz10nario il non avpr :>rofittato cli quelle cOihrn• .;uPnze pei fini loro; ché allora. il rascisruo no 11 sar~bbo sorto. Bella. scoperta! Ma. che la guena abbia avt~to altre conseguenze meno cattive e che non ~1 ~,a. a vn_to [prza o coraggio di cogljcre ln ocu1s1on1 d1 scam1>0 <"hf'\ sempre si presentano "-au• che in met.zo ai peggiori mali, non prova nfl'.atl,:> c-he la l)'\:--.sima conse~uenza l'a;;;:cista non e-i sh stata. (· 11011 sia proprio quella di cui la guerr.1 é stata L! più dil'e.tta e prossima determinante. ~hC', inoltre, causa pili vasta e generale del fa. S·CISHlo (corne pure della guerra) sia tutto il re-– g-im_Peopilalista o statale, e che al trionfo di quel!~ abhiano concorso a.Itri elementi concomitanti - no11 ultimi, certo. gli errori. ill6·ipienze e deboiezzo dei vari movimenti rivoluzionari o sedicenti tali, - nessuno di noi neghenl. Ma. la guerra resta sem– pre la causa più importante. più vicina e deci3iva l~l.. vera genm·atrice del fascismo nelle sue rormf~ llp1camc11te caratteristiche e nelle manifeatazioni che più specialmente lo rendono cosi funesto. . Lo s_t.udio o la vffiione diretta cli come é nato 11.fasc1s1!10 e co_me s'é sviluppato ne sono la. pill ct_11ara d1mostraz1one. Forse Zavattero non lo ha visto. come noi, sgusciare dall'uovo interventista. serpentello all'inizio sdentato e ridicolo poi cresco– re e snodarsi nella i,erra tonicla della' guerra ali– n_1entanclo~~ di ogni menzogna e violen~a nazion:1. lista P. m1l1taresca, prcrndendo ad arle tutti i rolori de-1 momento. ma restando sempre creatura di guer– ra in tutti i suoi aspetti immorali e delittuosi, in t11tte le sorgenti più o meno remote della su 3 vilalitii. Solo la guerra Jloteva fornire uniti tutti glf elementi necessari al sorgere del fascitimo. Senz.i la g-uorra non ci sarebbe Htato [ascismo. . Questa lampante vcrita bisogna farla ben riful– g-r~·c, perché nel caso d'una nuova guena le CO· sc1e11zo non ne restino, come nel 191.J, otlenebrat~ o smarrite; nerché clcssa persuada a opporsi ener• g_ic·:ime-nte nll ogni guerra, per impedirla se é pos– s1b1lc. o perché la più attiva ostilita aù essa riesca a fnrln cessare al più prP,Sto Nl a mutarla ia rivo-. luzion<\ - l'unica via che resti perché la guena non generi pili com'è nella sua natura, altri e peg• giorl l'asc-i,smi. DEL DIRITTO DI RITORSIONE, OSSIA .. , DI MALE IN PEGGIO! - Ci 'Lniva Lotte Sociali di ,Parigi, ll. 4, del giugno u. s. e vi troviamo altrP clue r·olonne circa di polemich persona.listicha con– tro altri ottimi compagni, da far cascare le bra::– ria a chi. come noi, si sforza cli raccomandare a: propri amici. specialmente a queJ1i della propria tendenza, di occuparsi di più delle cose di interesao general·e, e meno - anzi niente affatto - cli ~1 uelle che riguardano Tizio e Caio, o le proprie persone lnsistiamoi - ma con molta tristezza, poiché r:i pare che il nostro sia fiato spl'ecato, - nel tlil'e 11 nostro parere, che é contrario radicalmente a quello della redazione del periodico parigino. La quale richiesta di spiegazioni sopra una insinuazione ca– lunniosa per allri, contenuta in una corrispondenza pubblicata in precedenza. se la cava e s-e ne lava le mani, lasciandone la responsabilibi al corrispon– dente lontano giustificando la propria infelice pub– blicazione col ricordo cli altre accuse. cli cui qual• che compagno sarebbe ,;t~llo vittima in passato, - due anni fa!!! - 1>er opera dei loro odierni con– tradclitori. E ci6 nel nome di un principio, che purtroppo viene spesso praticato COIJ disdoro di tutti dai compagni più litigiosi, ma che per la pri– ma volta non senza meraviglia. sentiamo ora gabe.l· lato per anarchico: ''il diritto cli ritorsione fra li– bertari··, Veramente essi dicono "diritto di autodifesa e ili ritorsione''. ma l'autodifesa é fuori causa. perché 11e8i:;uno la nega, Si dimentica per6 che nei contra– sti, inevitabili fra gli uomini anche :~e fratelli ocl amici, c1ua."ii'Uosi tratta di militi di una causa comune cosi nobile come l'anarchia, al. diritto d~ autodifesa fa riscontro, un dovere superiore impre• scindibile: limitare la difesa entro i suoi pre-cisl confini, cfòé i1on mutarla in ritorsione, che :;arebb<-, un'a]tr.1 offesa. in s-enso- opl)osto: La · ritorsione va . ... ,, ,.·

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